martedì 27 novembre 2018

E’ italiano ed è il più giovane e miglior cardiochirurgo di Londra. In Italia sarebbe precario

COSE DI CUI NON ANDARE FIERI IN ITALIA

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Un cervello in fuga: Si chiama Simone Speggiorin,ha 37 anni ed è il più giovane e famoso cardiochirurgo italiano nel Regno Unito.L’Italia lo ha rifiutato.

Si chiama Simone Speggiorin, ha 37 anni ed è il più giovane cardiochirurgo italiano nel Regno Unito. La sua è una storia comune a migliaia di suoi coetanei, “rifiutati” dal nostro paese ed accolti a braccia aperte all’estero, ed è stata raccontata dal Sole 24 Ore. Simone oggi lavora al Glenfield Hospital di Leicester, a 140 chilometri da Londra, è un medico chirurgo strutturato, ovvero con una sua equipe di supporto e una sala operatoria. Opera tutti i giorni bambini al cuore aperto o con malformazioni alla trachea e, tre o quattro volte all’anno, prende qualche giorno di ferie per andare a fare la stessa cosa in India, dove opera in collaborazione con l’organizzazione di beneficenza “Healing Little Hearts”. Quando qualcuno esagera con gli elogi lui si schernisce: “Non sono un eroe. Sono uno dei tanti che se n’è andato dall’Italia perché in Italia non c’era spazio”.

Il 37enne ha operato oltre 500 bambini in quattro anni: un traguardo che nel nostro paese gli sarebbe stato precluso, malgrado il suo curriculum fosse sempre stato impeccabile. Figlio di un ex calciatore veneto, Speggiorin si è laureato in medicina in soli sei anni all’Università di padova, per poi specializzarsi in cardiochirurgia: “Dentro di me – racconta al quotidiano finanziario – c’è sempre stata una voce che mi ripeteva: cosa faccio dopo? Cosa faccio dopo? Il mio primo mentore, il professor Giovanni Stellin, sapeva che finita la specialità non avrebbe potuto offrirmi un lavoro in Italia e mi invitava a partire per completare il training. I cardiochirurghi pediatrici sono passati tutti da un’esperienza all’estero. Uscire ti apre la mente, capisci come si fa e poi ti metti alla prova”. Così Simone studia inglese, si trasferisce prima a Boston poi a Londra e a 28 anni torna a bussare negli ospedali italiani. Nessuno però gli offre una possibilità.

Così si rimette “sulla strada” e segue il professor Martin Elliott, direttore del Great Ormond Street Hospital di Londra, uno dei cinque migliori ospedali pediatrici del mondo: “Sono partito lasciando a casa tutto. Gli affetti e le sicurezze del “sistema Italia”. Arrivato a Londra già specialista in cardiochirurgia mi hanno detto: ok, ora ricominci da zero. Si dice junior, in pratica ti rimbocchi le maniche e ritorni a fare lo specializzando”. Mentre impara il mestiere accanto ai migliori del mondo partecipa a un concorso per un posto all’ospedale di Ancona, ma la risposta gli arriverà tre anni dopo. “Avrei dovuto mettere la mia vita in modalità pausa per tre anni e aspettare la loro risposta? Non era nei miei piani”.


Ora che è uno dei cardiochirurghi più apprezzati spiega: “In Italia? Non torno, non ora. Me ne sono andato perché il nostro non è un Paese per giovani. I miei compagni di università sono quasi tutti all’estero. Eravamo un gruppo di persone consapevoli che, se volevamo qualcosa, dovevamo andare a prendercelo. Del gruppo, io non sono il più bravo. Tra i miei amici c’è Paolo De Coppi, lo scienziato di 41 anni che ha scoperto le cellule staminali nel liquido amniotico. Lavora a Londra. Ho un amico in Silicon Valley che crea una startup dopo l’altra. Un altro mio coetaneo di Padova è professore di economia in Australia”.



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