Sul sito scenarieconomici.it è disponibile da qualche giorno l'intero piano "B" dell'Italia in tema di restaurazione della sovranità monetaria. Alla fine di questo articolo trovate il link per leggerlo, ed eventualmente, suggerire modifiche e miglioramenti. Indubbiamente, un piano "B" molto interessante e con un alto livello di fattibilità. Tra gli esperti che hanno collaborato all'elaborazione del piano, anche noti esponenti di altri partiti, come l'avvocato Marco Mori di CasaPound.
Per entrare di più nello specifico del testo, un piano di intervento per la restaurazione della sovranità monetaria di un paese membro dell'Unione europea, per logica, farebbe pensare ad una conseguente uscita dall'Unione stessa. Tuttavia il piano "B", che si basa sui paper della Nomura, una multinazionale giapponese di servizi finanziari opportunamente adattati alle esigenze del nostro Paese, ha previsto alcuni accorgimenti proprio per evitare questa "fuga". Quali sono? Innanzitutto il necessario ripensamento degli attuali trattati europei in materia monetaria per renderli più flessibili alle esigenze di politica interna dei singoli paesi membri, i quali hanno diritto oltre che il dovere di applicare una legislazione economico-finanziaria che meglio si adatti ai problemi endemici propri di ogni paese. Dunque, ogni stato europeo continuerà a restare membro dell'Unione, ma solo in termini di collaborazione e cooperazione di interscambi culturali, commerciali, di difesa militare ecc... Per quanto riguarda l'aspetto militare, qui si apre una parentesi che non è proprio del tutto avulsa e scollegata dagli obiettivi del piano. Perché l'adesione alla NATO, in forza di quel principio irrinunciabile sancito dalla Costituzione Italiana, per cui l'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, non trova più alcuna sensata motivazione per continuare a giustificarne l'opportunità per il futuro.
Continuare ad intrattenere scambi commerciali in termini di import-export con altri paesi dell'Unione, comporterà giocoforza che anche gli altri stati membri aderiscano alle regole del piano "B" di restaurazione della sovranità monetaria, che l'Italia presenterà presto in occasione di una riunione congiunta degli Stati Generali dell'Unione per illustrarne e discuterne tutti gli aspetti. Il piano di restaurazione della sovranità monetaria si rende quantomai urgente di questi tempi in cui ancora si respira un'incertezza e un senso di immanenza per la situazione geopolitica internazionale, che potrebbe precipitare coinvolgendo l'intera Unione europea nei destini incerti degli stati che attualmente detengono un ruolo trainante dell'intera economia globale. Il riferimento è ovviamente agli Stati Uniti, e a tutti i paesi basati sul dollaro.
L'auspicio è che gli altri paesi membri dell'Unione europea aderiscano al piano "B" che l'Italia presenterà. In tal caso, se ne gioverebbero i popoli di ogni stato membro in termini di cospicui e significativi miglioramenti della bilancia commerciale del proprio Paese, quanto a crescita economica e sviluppo. Ma se il piano presentato dall'Italia non dovesse essere approvato, allora una disgregazione dell'Unione europea sarà fatale, dovendo fare i conti con l'uscita dall'Unione di un Paese determinante quale il nostro. A quel punto l'Italia dovrà aver pronto un eventuale piano di "fuga", che questa volta potrebbe cambiare l'intero paradigma chiamando in causa paesi extra europei. La futura adesione dell'Italia ai BRICS non sarebbe esclusa a priori.
CINZIA PALMACCI
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