venerdì 28 settembre 2018

La condizione delle donne in Guinea: matrimoni forzati e violenza domestica

Costrette a sposarsi da adolescenti e spesso sottoposte a violenze e maltrattamenti dai loro stessi mariti: è questa la tragica condizione di molte donne in Guinea, schiave fra le mura domestiche e poco tutelate dalla legge.
La maggioranza delle donne in Guinea non è libera di scegliere il proprio consorte ma viene costretta a sposarsi ancora minorenne con un uomo molto più grande designato ed imposto dalla sua famiglia. Non è un caso se nel Paese l’85% delle violenze perpetrate a danno delle donne si svolgono fra le mura domestiche.

Schiave fra le mura domestiche

Il 67% dei casi riguarda aggressioni in cui gli aguzzini sono i mariti, mentre nel restante 33% si tratta di altri componenti del nucleo familiare. In base ai dati forniti dallo studio “Un ritratto di violenza contro le donne in Guinea- Bissau”, il 41% delle donne intervistate ha dichiarato di non aver scelto liberamente il proprio coniuge.
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I diritti (calpestati) delle donne

Nel 2014 in Guinea Bissau è stata promulgata la legge “sulla criminalizzazione di tutti gli atti di violenza praticati nell’ambito delle relazioni domestiche e familiari” ma a tutt’oggi non esistono casi giudicati, nonostante i dati parlino chiaro circa la condizione delle donne fra le mura domestiche. Fra il 2006 e il 2010 le autorità di sicurezza e giudiziarie hanno registrato ben 23.193 casi di violenza domestica ma la maggioranza delle vittime, il 71%, non ha mai sporto denuncia. Ogni anno in tutto il Paese vengono denunciati in media solo 5 casi di violenza domestica.
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I motivi che spingono una donna a non denunciare è anzitutto la non conoscenza della legge che le tutela e dei diritti legali delle donne, ma anche la mancanza di competenza da parte delle strutture statali e della polizia e l’incapacità dello Stato stesso e delle organizzazioni tradizionali di creare una rete di protezione a favore delle vittime.

I matrimoni forzati e le spose bambine

I matrimoni forzati sono una pratica consolidata in Guinea-Bissau e non esiste una normativa chiara in merito, pertanto molte ragazzine già dall’età di 14 anni vengono costrette a sposarsi e ad essere precocemente madri. Come spiega la coordinatrice del progetto “Mani Tese” Paola Toncich, “Il matrimonio forzato non solo influenza i principi di libertà ed autodeterminazione di una donna, ma mette anche a rischio la sua integrità morale e fisica. La situazione è ancora più grave se associata al matrimonio in tenera età, con conseguenze negative come abusi sessuali, gravidanza precoce, abbandono scolastico e mortalità materna”.
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“Libere dalla violenza”, un progetto in aiuto delle donne della Guinea

In occasione della giornata internazionale della donna ha preso il via il progetto “Libere dalla violenza” finanziato dall’Unione Europea, al fine di sostenere ed accompagnare le donne vittime di maltrattamenti e violenze. L’impossibilità di accedere al sistema giudiziario formale per le donne della Guinea è uno dei grandi scogli da superare per assicurare alle vittime un’adeguata protezione giudiziaria e delle forze di polizia, oltre a garantire i servizi sociali di emergenza in modo da facilitare il recupero e il reinserimento sociale di quelle donne vittime di violenza, incluse le ragazzine che fuggono da un matrimonio forzato.
Nel Paese verranno creati tre centri regionali per il servizio di attenzione alla vittima e una casa rifugio che servirà a garantire assistenza psicologica, sociale, educativa e legale a queste donne”, ha spiegato Paola Toncich. Oltre a questi spazi, ne verranno adibiti altri più informali formati da gruppi di famiglie che in maniera indipendente e autonoma accoglieranno le donne. Il progetto è in collaborazione con un partenariato internazionale.

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