venerdì 28 settembre 2018

Blockchain, tutto quello che c’è da sapere e che non osi chiedere

Secondo Alex Tapscott, co-autore del bestseller “The blockchain revolution” la blockchain ha il potenziale per rivoluzionare tutta la finanza globale, la pubblica amministrazione, la sanità, l’istruzione.
E’ un argomento molto ricorrente oggi nei media che trattano di tecnologia e innovazione, tuttavia essendo un tema complesso e tecnico, per la maggior parte dei non addetti ai lavori la comprensione di questa nuova tecnologia è piuttosto approssimativa.
Vogliamo quindi consigliare la lettura di un articolo molto completo realizzato sull’argomento dalla testata Blockchain4Innovation (Gruppo Digital360, come Startupbusiness), un articolo che parte dalla definizione di blockchain per andare al suo funzionamento, ai diversi campi di applicazione, alle diversificazioni tecnologiche. Abbiamo estratto una sintesi per dare risposta alle domande più comuni.

Introduzione

Per alcuni la Blockchain è la nuova generazione di Internet, o meglio ancora è la Nuova Internet. Per maggior precisione si ritiene che possa rappresentare una sorta di Internet delle Transazioni e per coloro che guardano oltre al concetto di transazione può rappresentare la Internet del Valore. Per altri è la rappresentazione digitale di quattro concetti molto chiari e forti: decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità.Per altri ancora, come accennato, è la chiara declinazione in digitale di un nuovo concetto di Trust. E per queste ragioni alcuni ritengono che la Blockchain possa assumere anche un valore quasi “politico“, ovvero come piattaforma che consente lo sviluppo e la concretizzazione di una nuova forma di democrazia, realmente decentralizzata e realmente in grado di garantire a tutti la possibilità di verificare, di “controllare”, di disporre di una totale trasparenza, di dare vita ad archivi immutabili e condivisi e dunque per questo inalterabiliimmodificabili e dunque immuni da corruzione.
Per un certo periodo la Blockchain è stata confusa, o meglio identificata con la Bitcoin, ovvero con una declinazione della Blockchain e in particolare a quella che sta alla base della digital currency o criptomoneta bitcoin. Forse per quest’ultima ragione la Blockchain appare spesso associata a un concetto di monetica, di digital currency e di payment. In realtà, come vedremo, la Blockchain può essere utilizzata anche come piattaforma di payment o come strumento per creare delle digital currency a partire dall’esempio appunto più conosciuto rappresentato dal bitcoin, ma non è necessariamente limitata a questo campo di applicazione.

Definizione – Che diavolo vuol dire catena dei blocchi?

La blockchain è un protocollo di comunicazione, che identifica una tecnologia basata sulla logica del database distribuito (un database in cui i  dati non sono memorizzati su un solo computer ma su più macchine collegate tra loro, chiamate nodi).
Si tratta di una base di dati fatta di blocchi che memorizzano blocchi di transazioni valide correlate da un marcatore temporale (timestamp). Ogni blocco include l’hash (una funzione algoritmica informatica non invertibile che mappa una stringa di lunghezza arbitraria in una stringa di lunghezza predefinita) del blocco precedente, collegando i blocchi insieme. I blocchi collegati formano una catena, con ogni blocco addizionale che rinforza quelli precedenti.
La Blockchain è anche un registro pubblico e condiviso costituito da una serie di client. La Blockchain è organizzata per aggiornarsi automaticamente su ciascuno dei client che partecipano al network. Ogni operazione effettuata deve essere confermata automaticamente da tutti i singoli nodi attraverso software di crittografia, che verificano un pacchetto di dati definiti a chiave privata o seme, che viene utilizzato per firmare le transazioni. Garantendo l’identità digitale di chi le ha autorizzate.

Chi ha inventato la blockchain?

La blockchain pare essere stata ideata da Satoshi Nakamoto (pseudonimo dell’inventore della blockchain e del suo codice sorgente), e resa famosa dal suo protocollo più conosciuto, la moneta virtuale Bitcoin.
Satoshi Nakamoto rivela il proprio progetto e la propria visione nell’ottobre del 2008 con la pubblicazione di un white paper che parla e descrive la possibilità di sviluppare una digital currency indipendente da ogni ente o istituzione centrale nella forma di bitcoin. Il tutto con un percorso di sviluppo del codice che Nakamoto ha iniziato nel 2007.
Il white paper denominato Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System incontra subito un grande interesse, in particolare perché apre una prospettiva per gli scambi monetari e finanziari in forma decentralizzata. Al white paper segue nel gennaio 2009 il lancio del primo software bitcoin con la inaugurazione della digital currency nella forma della prima unità di bitcoin cryptocurrency in versione 0.1 sulla piattaforma di sviluppo Sourceforge
Con quel primo importante white paper Nakamoto punta l’attenzione sul core design del modello Blockchain che appare in grado o nella condizione di supportare un ampio numero di tipologie di transazioni. Il white paper è stato poi accompagnato dal rilascio di un website denominato bitcoin.org (qui la versione italiana Bitcoin.org/it ): e promuove un modello di sviluppo basato sulla collaborazione con altri sviluppatori.

Ma perché la Blockchain è così speciale?

Ecco le caratteristiche che rendono così importante questa tecnologia:
  • Affidabilità: la blockchain è affidabile. Non essendo governata dal centro, ma dando a tutti i partecipanti diretti una parte di controllo dell’intera catena, la blockchain diventa un sistema meno centralizzato, meno governabile, ed allo stesso tempo molto più sicuro e affidabile, ad esempio da attacchi di malintenzionati. Se infatti soltanto uno dei nodi della catena subisce un attacco e si danneggia, tutti gli altri nodi del database distribuito continueranno comunque ad essere attivi ed operativi, saldando la catena e non perdendo in questo modo informazioni importanti.
  • Trasparenza: le transazioni effettuate attraverso la blockchain sono visibili a tutti i partecipanti, garantendo così trasparenza nelle operazioni.
  • Convenienza: effettuare transazioni attraverso la blockchain è conveniente per tutti i partecipanti, in quanto vengono meno interlocutori di terze parti, necessari in tutte le transazioni convenzionali che avvengono tra due o più parti (ovvero le banche ed altri enti simili).
  • Solidità: le informazioni già inserite nella blockchain non possono essere modificate in alcun modo. In questo modo le informazioni contenute nella blockchain sono tutte più solide ed attendibili, proprio per il fatto che non si possono alterare e quindi restano così come sono state inserite la prima volta.
  • Irrevocabilità: con la blockchain è possibile effettuare transazioni irrevocabili, e allo stesso tempo più facilmente tracciabili. In questo modo si garantisce che le transazioni siano definitive,  senza alcuna possibilità di essere modificate o annullate.
  • Digitalità: con la blockchain tutto diventa virtuale. Grazie alla digitalizzazione, gli ambiti applicativi di questa nuova tecnologia diventano tantissimi

Chi sono i miner?

Perché un nuovo blocco di transazioni sia aggiunto alla Blockchain è necessario appunto che sia controllato, validato e crittografato. Solo con questo passaggio può poi diventare attivo ed essere aggiunto alla Blockchain. Per effettuare questo passaggio è necessario che ogni volta che viene composto un blocco venga risolto un complesso problema matematico che richiede un cospicuo impegno anche in termini di potenza e di capacità elaborativa. Questa operazione viene definita come “mining” ed è svolta dai “miners“.
Il lavoro dei “miners” è assolutamente fondamentale nell’economia della gestione delle Blockchain. Chiunque può diventare un “miner” e può competere per essere il primo a risolvere il complesso problema matematico legato alla creazione di ogni nuovo blocco di transazioni in modo valido e crittografato che possa essere aggiunto alla Blockchain.
Trattandosi di un impegno importante, come detto con importante dispendio di energie, è un impegno che necessita di essere remunerato e incentivato. Nelle Blockchian “private” o Permissioned questo ruolo è svolto, in funzione della goveranance, dall’autorità che attiva la Blockchain stessa.
Nelle Blockchain pubbliche o Permissionless questo ruolo può essere svolto da qualsiasi partecipante alla Blockchain e il miners viene incentivato con delle forme di remunerazione che dipendono dal tipo di regole o governance definite da ciascuna Blockchain.
Nella maggior parte dei casi il primo miner che crea un blocco valido e lo aggiunge alla catena viene ricompensato con la somma delle commissioni per le sue transazioni. Le commissioni fanno riferimento a valori unitari per ogni singola transazione, ma i blocchi vengono aggiunti regolarmente e possono contenere migliaia di transazioni dunque il valore del miner può essere anche molto significativo. I miner possono inoltre ricevere nuove valute create e messe in circolazione come meccanismo di inflazione, come ad esempio nel caso della Blockchain Bitcoin.

Ma chi è che la usa davvero?

Una lista dei settori economici e industriali in cui la blockchain sta già dispiegando i suoi effetti:
1) Blockchain in finanza e banche
2) Blockchain nelle Assicurazioni
3) Blockchain nei Pagamenti digitali
4) Blockchain nell’Agrifood
5) Blockchain nell’Industry 4.0
6) Blockchain nell’IoT
7) Blockchain nella Sanità
8) Blockchain nella Pubblica amministrazione
9) Blockchain nel Retail

Blockchain è uguale a Bitcoin?

L’associazione con il concetto di Bitcoin può ancora generare qualche equivoco tra i non addetti ai lavori, ma la blockchain – la tecnologia sottostante ai meccanismi che regolano le transazioni in criptovalute (di cui la più nota è appunto il Bitcoin) – sembra destinata ad avere tutt’altro ruolo nelle prossime fasi di sviluppo della finanza mondiale. E non solo.
In particolare il Bitcoin intesa come digital currency utilizza la tecnologia peer-to-peer e attiva transazioni che non necessitano di autorità o istituzioni centrali. L’emissione del Bitcoin è effettuato dalla Rete e la stessa gestione delle transazioni è governata dalla Rete. Si tratta di una operazione “collettiva” cui tutti coloro che lo desiderano possono partecipare aderendo al progetto. La tecnologia Bitcoin è basata su software open source e lo sviluppo è pubblico e condiviso. In altre parole e nel rispetto della visione indicata da Satoshi Nakamoto nel suo White Paper ila Rete Bitcoin non è posseduta o controllata da nessuno, ovvero è posseduta e controllata da tutti coloro che intendono aderire al progetto.

Ethereum, è una specie di bitcoin?

Ethereum è una piattaforma di tipo computazionale che viene “remunerata” attraverso scambi basati su una cryptocurrecny calcolata in Ether. E’ una piattaforma che può essere adottata da tutti coloro che desiderano entrare a far parte della Rete e che in questo modo avranno a disposizione una soluzione che consente a tutti i partecipanti di disporre di un archivio immutabile e condiviso di tutte le operazioni attuate nel corso del tempo e che nello stesso tempo è concepita per non poter essere fermata, bloccata o censurata.
Ethereum potrebbe essere presentato come il più grande computer condiviso che è in grado di erogare una enorme potenza disponibile ovunque e per sempre. Dunque con Ethereum si passa dal concetto di Distributed Database a Distributed Computing.

Ethereum è progettata per essere adattabile e flessibile e per creare facilmente nuove applicazioni. Ethereum è cioè una Programmable Blockchain che non si limita a mettere a disposizione “operations” predefinite e standardizzate, ma permette agli utenti di creare le proprie “operations“. Di fatto è una Blockchain platform che permette di dare vita a diverse tipologie di applicazioni Blockchain decentralizzate non necessariamente limitate alle sole cryptocurrencies.

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