QUANDO C'ERA IL "BUON GOVERNO" DI RENZI...
Aberrante: è un segreto di Stato tricolore, anche se non riconosciuto formalmente: sui portali della presidenza del consiglio dei ministri e del garante per la protezione dei dati personali non c'è nulla in barba alla trasparenza amministrativa. Nel Memorandum of Understanding siglato il 31 marzo 2016 a Boston da Matteo Renzi, allora primo ministro sia pure di un governo senza mandato elettorale palesemente telecomandato da interessi finanziari stranieri, è scritto:
«Come presupposto per realizzare il programma ed effettuare l’investimento Ibm si aspetta di poter avere accesso – in modalità da definire – al trattamento dei dati sanitari dei circa 61 milioni di cittadini italiani (intesi come dati sanitari storici, presenti e futuri) in forma anonima e identificata, per specifici ambito progettuali, ivi incluso il diritto all’uso secondario dei predetti atti sanitari per finalità ulteriori rispetto ai progetti».
All’insaputa degli italiani, il capo di un governo eterodiretto dall’estero, in cambio di un investimento a Milano, si mette d’accordo con una famigerata multinazionale già in affari con Hitler per schedare gli ebrei da sterminare nei lager.
Il punto di forza di un regime totalitario è il controllo capillare e centralizzato delle informazioni personali e sensibili di ogni persona, fin dalla nascita. Ormai il paradigma politico dell’occidente non è più la società, ma il campo di concentramento, non Atene bensì Auschwitz. Il trattamento sanitario obbligatorio mediante ben 12 vaccini a neonati, bambini e adolescenti - mediante un infimo decreto legge incostituzionale - è un pericoloso esempio nostrano sottovalutato.
Un comunicato stampa del 3 maggio 2017 segnala: «Sanità, Maroni: sistema Watson Ibm è innovazione importante per salute nostri cittadini… Infatti, ha osservato il Governatore, nel memorandum firmato con l'azienda Usa, Palazzo Chigi, lo definisce uno strumento che serve 'per ammodernare il servizio sanitario nazionale e la pubblica amministrazione, con conseguenti benefici in termini di efficienza e qualità'. "Io credo - ha affermato - che sia un investimento utile e importante, che insieme a Human Tecnopole e Città della Salute, farà di Milano un punto di riferimento in Europa per la sanità del futuro"… Il garante della Privacy, ha ricordato Maroni, "è intervenuto, visto che si tratta di una questione di grande rilevanza. Ma - ha sottolineato il Presidente lombardo - non ha detto di no o che non si può fare. Con una lettera inviata al Governo e alla Regione Lombardia, ha specificato che 'il trattamento dei dati personali, effettuato da soggetti diversi dal titolare del trattamento deve essere posto in essere da soggetti appositamente delineati, responsabili esterni del trattamento, individuati fra soggetti che per esperienza, capacità e affidabilità, forniscano idonee garanzie del pieno rispetto delle vigenti disposizioni in materia di trattamento ivi compreso il profilo relativo alla sicurezza. Ciò premesso, al fine di garantire a questo ufficio di valutare compiutamente il trattamento dei dati personali in oggetto, si chiede di fornire precise indicazioni'. Cosa che noi - fa sapere Maroni - abbiamo fatto, il 20 di marzo, con una nostra lettera che specifica alcuni punti". Nella sua missiva, la Regione, ha proseguito Maroni, specifica che "noi non siamo parte sottoscrittrice dell'accordo. Sono stati il Governo e Ibm a identificare in Milano il luogo dove intervenire. Noi però abbiamo fatto sapere di essere fortemente interessati a questa prospettiva e valuteremo la proposta del Governo nell'ottica delle interessanti e postive ricadute che potrebbe portare alla collettività lombarda in termini di investimenti e riduzione del rischio e imprecisione nella diagnosi. Siamo consapevoli - ha aggiunto - di quanto precisato dal Garante della Privacy e prima di assumere impegni formali, avremo cura di effettuare, d'intesa con il Governo, una condivisione della procedura con il Garante della Privacy. Fino ad ora il Garante non ha risposto, attendiamo fiduciosi la sua replica, perché - ha ribadito - riteniamo che questo sia un investimento molto importante per la Lombardia e per l'Italia"».
Dunque, l’ultima brutta notizia documentata - un accordo di vendita sottoscritto da Renzi nel 2016 quando era presidente del Consiglio, per la cessione dei dati sanitari degli italiani all’IBM - è gravida di follia istituzionale dimostra, ancora una volta, la completa sottomissione del nostro Paese agli Stati Uniti d’America, ma anche l'assenza di una pur minima opposizione politica a livello parlamentare. Non solo il governo italidiota si è impegnato a fornire i dati sanitari degli italiani, a cominciare da quelli della Lombardia, ma avrebbe anche elargito 60 milioni di euro all’IBM, in cambio dell’apertura sui terreni dell’Expo del centro europeo di Watson Healt, un cervellone elettronico che elabora dati medici, si occupa di genomica e di invecchiamento della popolazione. Un’azienda privata statunitense, insomma, che fa ricerca sulla pelle degli italiani, finanziata con soldi pubblici, mentre il servizio sanitario nazionale subisce sempre maggiori tagli, così come il settore della ricerca.
L'IBM che fabbrica microchip da tempo, con i suoi potenti server controlla in Italia di tutto e di più, la sua centrale operativa si trova in puglia nella cittadella tecnologica di TECNOPOLIS che in tempo reale trasmette dati via satellite al cervellone dello zio Sam.
Ce n’è abbastanza per porre sotto processo Renzi e metterlo al bando dall’Italia, unitanente a tutti quelli che hanno consentito una simile mostruosità a danno della nostra intima sovranità.
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