Un ospedale del Regno Unito sta vagliando la causa della morte di un paziente dopo il primo intervento chirurgico alla valvola cardiaca assistito da un robot della Gran Bretagna. E’ stata la mancanza di allenamento del chirurgo? L’allontanamento anticipato dei suoi supervisori? Problemi di comunicazione? O … il robot stesso? La pionieristica riparazione della valvola mitrale assistita da robot si è conclusa con una tragedia, con una cascata di fallimenti che ha provocato la morte del dirigente in pensione Stephen Pettitt al Freeman Hospital di Newcastle, secondo un’inchiesta riportata sul Daily Mail.
Il capo-chirurgo Sukumaran Nair e il chirurgo d’assistenza Thasee Pillay non riuscivano sentirsi a vicenda a causa di un suono “metallico” emanato dalla consolle del robot in cui operava Nair. Nair ha dovuto urlare per avvertire il suo collega che il robot, chiamato Da Vinci, stava ricucendo la valvola in modo non corretto – e poi ha urlato di nuovo quando vide che il robot “picchiava” su un braccio degli operatori chirurgici. Il robot ha danneggiato l’aorta del paziente, facendo sgorgare sangue dappertutto, anche sulla fotocamera che aveva usato per “vedere”. Man mano che gli eventi sono sfuggiti al controllo, i due supervisori – esperti di robotica normalmente a disposizione per intervenire in una complicazione – non si trovavano da nessuna parte, essendo tornati a casa durante una parte della procedura. I chirurghi hanno isolato il robot ormai cieco e iniziato un intervento chirurgico al petto per riparare lo strappo, ma a questo punto il cuore di Pettitt funzionava “molto male”. E’ morto pochi giorni per il danneggiamento a più organi.
Il chirurgo cardiotoracico consulente Kevin Brennan ha incolpato i proctors per essere andati via troppo presto, affermando che «la perdita di quell’assistenza vitale è stata il problema maggiore in un momento critico». Il funzionario del Trust dell’NHS Trust Barry Speker ha letto la valutazione di di un professore che ha criticato la decisione di Nair di propendere per gli interventi robotici, definendo un voler «correre prima che di saper camminare». Nair ha ammesso di aver perso diverse sessioni di formazione con il robot perché stava conducendo degli interventi altrove. I chirurghi dovrebbero eseguire 40 operazioni robotiche sui manichini prima di passare ai pazienti.
Nair avrebbe anche omesso di informare il paziente del rischio aggiuntivo di essere il primo sottoposto a chirurgia robotica del Regno Unito. Secondo il consulente anestesista dottor Anthony George, Nair sapeva che i consulenti se ne sarebbero andati presto e ha scelto di continuare comunque l’operazione. George sostiene anche che sono state ignorate le sue perplessità sul fattto che l’intervento stava andando male, ma che non ha enfatizzato la questione in quanto “non era il mio ruolo quello di tormentare i chirurghi”. Il NHS ha 60 robot chirurgici nei suoi ospedali e ha operato con gli stessi più di 2.500 volte ma mai prima su una valvola mitrale. Il coroner Karen Dilks ha detto che era “più probabile che il contrario” che il paziente potesse sopravvivere alla chirurgia a cuore aperto convenzionale.
Report by Russia Today
Italian version by Gospa News
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