Il contenuto di plastica dallo stomaco di *una* delle tartarughe morte.
Queste storie non smettono mai di spezzarmi il cuore in mille pezzi, perche' da un lato sono creature che non hanno fatto niente di male, se non seguire i ritmi millenari della natura, e dall'altro ci siamo noi, che pensiamo di essere creature intelligenti, superiori e che invece distruggiamo tutto.
Ecco qui il risultato di cotanza intelligenza. Invece di rendere il mondo migliore lo stiamo distruggendo, e il fatto che accada a nostra insaputa non cambia niente.
La meta'!
E come potrebbe essere altrimenti, visto che dieci milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni anno. Ce n'e' per tutti, dal plankton alle balene, con tutto quello che passa in mezzo, tartarughe comprese.
Gia' negli anni '80 si era notata la presenza di plastica negli stomaci delle tartarughe, principalmente buste di plastica.
Ma poco fu fatto, e poco si sta facendo adesso. Trenta anni almeno di animali di ogni genere che mangiano plastica - a volte il sistema della digestione e' capace di espellere questi corpi estranei, ma spesso, e le abbiamo viste tutti le foto, ci sono casi di animali deformi, di plastica che si accumula nello stomaco, di lacerazioni ai tessuti degli animali.
In alcuni casi arriva anche la morte per fame, perche' gli animali credono di essere sazi, con la pancia piena di plastica, ma in realta' di nutritivo non c'e' niente. Infine occorre notare che le tartarughe per come sono fatte, non possono vomitare niente. O la plastica passa attraverso il sistema digestivo oppure resta in corpo per sempre.
Ed ecco dunque il recente studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports che ha cercato di quantificare gli effetti della plastica sulle tartarughe marine d'Australia. Il lavoro e' stato eseguito da Britta Denise Hardesty del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) in Tasmania che ha esaminato i corpi di 1000 tartarughe morte e trovate in riva al mare per capire il ruolo della plastica nelle loro vite e nelle loro morti.
Il risultato e' che le tartarughe morte giovani, erano quelle con piu' plastica nei loro corpi. La meta' di queste tartarughe morte giovani aveva ingerito quantita' elevate di plastica, mentre lo stesso si poteva dire per il 25% delle tartarughe di eta' media. Infine, le tartarughe morte in eta' piu' avanzata avevano plastica in corpo per il 15% del totale. La vita media di una tartaruga sana e' di 80 anni; il tempo della riproduzione inizia fra i 20 e i 30 anni.
In alcuni casi le tartarughe avevano 300 pezzetti di plastica.
La probabilita' di morire, in media, e' del 50% dopo avere ingerito 14 pezzetti di plastica. A volte pero' ne basta uno solo, per esempio un solo pezzo di plastica e' sufficente a soffocare una tartaruga o a perforarne gli intestini, se il pezzo giusto arriva nel posto giusto.
A livello mondiale si calcola che il 52% delle tartarughe ha ingerito un qualche pezzo di plastica.
Le tartarughe giovani sono le piu' vulnerabili perche' spinte dalla corrente, assieme ai rifiuti, e perche' mangiano con meno discernimento degli adulti.
Quali sono le conseguenze di tutto cio'?
Beh, ovviamente ci sono tante concause, e possibilita' ma alla fine, il 60 percento delle specie di tartarughe note e' in via di estinzione. Un altro dato: duecento anni fa le tartarughe del mare nei Caraibi erano stimate essere decine di milioni. Oggi sono solo decine di migliaia.
E' documentato che 700 specie animali sono messe in pericolo dalla nostra monnezza. Sicuramente il numero vero e' maggiore, e man mano che continueranno gli studi ci si rendera' conto che la plastica non risparmia nessuno: la fauna marina, uccelli, pesci, tartarughe, coralli.
Cosa fare, specie considerato che il Mediterraneo e' fra i piu' inquinati del mondo?
Tutto parte da ciascuno noi.
Raccogliamola quella monnezza al mare, non gettiamo rifiuti a casaccio, riusiamo, ricicliamo, compriamo vestiti fatti di materiale non sintetico -- cotone, lana, seta.
Le tartarughe non hanno fatto niente di male per meritarsi il mare plastificato.
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