mercoledì 24 ottobre 2018

Il Rapporto di Veterans Today ha confermato: Khashoggi su "Lista dei bersagli" di Trump data a MBS da Kushner

Nota del redattore: Il seguente rapporto è tratto dal Daily Mail del Regno Unito dell'aprile 2018. Ha confermato che Jared Kushner ha portato al principe ereditario saudita una lista di "nemici combinati", tra cui Jamal Khashoggi, "da trattare" con le forze di sicurezza saudite.

  • Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha incontrato Jared Kushner in ottobre
  • Da allora Salman si è vantato di usare l'intelligence segreta di Kushner come parte di un giro di vite sui principi "corrotti" e sugli uomini d'affari in Arabia Saudita
  • Ha detto che l'intelligence di Kushner includeva informazioni su coloro che erano sleali verso Salman e chi erano i suoi "nemici", dicono gli addetti ai lavori a DailyMail 
  • Il portavoce dell'avvocato di Kushner ha detto che era "falso" che il genero del presidente ha divulgato segreti e che era "ben consapevole delle regole"
  • Il principe ereditario ha lanciato il giro di vite sulla corruzione a novembre, giorni dopo aver incontrato Kushner per i colloqui a Riyadh
  • Furono radunati centinaia di principi, tra cui parti rivali della famiglia reale saudita e alcuni degli uomini d'affari più ricchi del paese
  • Ma la repressione ha visto accuse di tortura e almeno una denuncia di morte 
Il governante de facto della più grande economia del Medio Oriente è attualmente in un tour negli Stati Uniti che lo ha visto incontrare il presidente Donald Trump alla Casa Bianca, tenere colloqui con una serie di persone più ricche e influenti del paese e prenotare l'intero Four Seasons a Beverly Hills per se stesso e il suo entourage.
Fonti hanno dichiarato a DailyMail.com che il principe - noto con le iniziali MBS - si è vantato del suo stretto rapporto con il genero e consigliere del presidente Kushner.
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman si è vantato del suo stretto rapporto con il genero e il consigliere del presidente, Jared Kushner (nella foto), secondo fonti DailyMail.com

La repressione della "corruzione" nel regno saudita fu guidata da MBS e iniziò a novembre, giorni dopo che aveva incontrato Kushner per i colloqui a Riyadh.
Ma ha visto accuse di tortura quando centinaia di persone sono state radunate, compresi i principi delle parti rivali della famiglia reale saudita e alcuni degli uomini d'affari più ricchi del paese.
DailyMail.com ha rivelato una fotografia che mostra i detenuti che dormono sul pavimento di una sala da ballo al Riyadh Ritz Carlton, e ha rivelato che alcuni erano stati torturati.
Il New York Times in seguito ha riferito che uno dei detenuti era morto per le ferite riportate. 
La maggior parte si dice che abbia raggiunto "insediamenti" con il governo saudita, e lo stesso MBS si è vantato in un'intervista di 60 minuti che il governo aveva recuperato almeno 100 miliardi di dollari da loro. Kushner ha sostenuto tramite il suo avvocato Abbe Lowell che si trattava di una "falsa storia".
Peter Mirijanian, portavoce di Lowell, ha dichiarato: "Il presunto scambio non è mai accaduto. Il sig. Kushner era ed è ben consapevole delle regole che regolano l'informazione e segue tali regole ".
Nonostante le fonti di negazione di Kushner abbiano detto a DailyMail.com come la MBS si vantasse in privato che Kushner fosse la fonte dell'intelligence usata nel rastrellamento.
Ha anche detto ai membri della sua cerchia che l'intelligence includeva informazioni su chi era sleale nei suoi confronti. Non c'è modo di verificare in modo indipendente la verità del vanto.
"Jared ha preso una lista di nomi di spie americane di persone che erano presumibilmente nemici di MBS", ha detto una fonte, descrivendo come MBS ha parlato delle informazioni.
"Ha fatto una lista di queste persone che stavano rovinando MBS in telefonate e ha detto" questi sono i tuoi nemici ".
'MBS si stava vantando in Arabia Saudita quando è successo, che lui e Jared si sono seduti fino alle 4 del mattino discutendo di cose, e Jared gli ha portato questa lista.'
La fonte di Riyadh ha detto: "Si sono seduti per diverse ore insieme. Hanno letteralmente preparato la mappa futura dell'intera regione, per questo sono rimasti fino alle prime ore del mattino dal pomeriggio precedente. "
L'intelligence presumibilmente discussa durante la visita di Kushner in Medio Oriente lo scorso ottobre è stata trasmessa dalle intercettazioni degli Stati Uniti sulle conversazioni tra i reali arabi negli hotel di Londra, nelle principali città statunitensi e persino sugli yacht ormeggiati nei pressi di Monte Carlo, un parco giochi preferito del super ricco.
Una fonte separata ha dichiarato a DailyMail.com che nel Golfo era stato detto che il genero del presidente ha preso una copia delle informazioni dal briefing quotidiano fornito dalla comunità dell'intelligence alla Casa Bianca e ha condiviso il suo contenuto con MBS.
L'intelligence ha nominato diversi membri della famiglia che erano contrari alla sua ascesa, è stato detto.
'Kushner ha ottenuto un briefing di intelligence', ha detto la fonte del palazzo di Riyadh, raccontando la versione originaria di MBS. "A quel tempo aveva un alto livello di sicurezza e aveva accesso a quello. Lo ha copiato e ha fornito i suoi contenuti a MBS.
"La CIA sta facendo il suo lavoro informando il presidente su ciò che sta accadendo a livello internazionale.
"Questo è un briefing della CIA per dire al presidente che alcuni membri della famiglia reale saudita stanno tramando in questo e quel paese.
'Kushner ha preso quella parte del briefing e è volato in Arabia Saudita per impressionare MBS.'
La rivelazione arriva dopo che The Intercept ha riferito che Kushner ha avuto un incontro a tarda notte con Salman e ha discusso i nomi dei sauditi che si sono opposti alla sua presa di potere.
MBS si è vantato con il suo più stretto alleato regionale, il principe ereditario di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed - il governante congiunto de facto degli Emirati Arabi Uniti - e altri che Kushner era "in tasca", ha detto una fonte a The Intercept.
L'accesso al brief giornaliero del presidente è strettamente sorvegliato, ma Trump ha l'autorità legale per consentire a Kushner di rivelare le informazioni contenute in esso in quanto il presidente è l'ultima autorità declassificante e legalmente libero di farlo in qualsiasi momento.
Tuttavia se Kushner, 37 anni, avesse trasmesso dei nomi ai sauditi, la mossa sarebbe stata un sorprendente intervento degli Stati Uniti negli affari interni di una nazione alleata.
Se il genero di Trump, tuttavia, ha discusso i nomi con il principe saudita senza il permesso specifico di Trump, potrebbe aver violato le leggi federali in merito alla condivisione delle informazioni riservate.
L'accesso di Kushner all'intelligence è un problema che è arrivato a tormentare la Casa Bianca.
Non è stato in grado di ottenere un'autorizzazione di sicurezza permanente, per ragioni che rimangono sconosciute.
Nel mese di febbraio il capo dello staff John Kelly si è mosso per impedire a qualsiasi funzionario della Casa Bianca di disporre solo di un nulla osta di sicurezza provvisorio per avere accesso a informazioni segrete / riservate, il che significa che Kushner può accedere solo al materiale "top secret".
Di conseguenza, non ha più accesso al briefing giornaliero dell'intelligence.
La segretaria stampa della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, ha affermato che non avrebbe influito sulla sua capacità di fare "l'importante lavoro che ha svolto".

https://www.veteranstoday.com/2018/10/23/vt-report-confirmed-khashoggi-on-trump-target-list-given-to-mbs-by-kushner-in-april-2018/

I monarchi sauditi e la loro religione wahhabita hanno origini ebraiche.

Il fondatore della setta wahhabita saudita dell'Islam, Muhammad ibn Abdul Wahhab era un cripto-ebreo.

Un rapporto dell'intelligence irachena del 2002 e pubblicata nel 2008 dalla Defense Intelligence Agency USA, indica le radici ebraiche del Wahhab.
Lo scopo della setta wahhabita e' stato quello di realizzare una rivolta araba contro gli Ottomani e spianare la strada per uno stato ebraico in Palestina.
Nel libro 'Gli ebrei Donmeh' D. Mustafa Duran scrive che il nonno di Wahhab, Tjen Sulay Man era in realtal' Tjen Shulman, un membro della comunita' ebraica di Bassora, in Iraq.
Nel libro 'I Donmeh ebrei e l'origine dei Wahhabiti sauditi' Rifat Salim Kabar rivela che Shulman si stabili' in quella che oggi e' l'Arabia Saudita dove il suo nipote Muhammad Wahhab fondo' la setta
wahhabita dell'Islam.
Un rapporto dell'Intelligence irachena dichiara che Shulman era stato bandito da Damasco, Cairo e La Mecca, per la sua ciarlanteria.
Il re Abdul Aziz Ibn Saud, il primo monarcha saudita, discendeva da Mordechai Bin Ibrahim Bin Moische un mercante ebreo di Bassora.
Moische cambio' il suo nome e fece sposare il suo figlio con una donna di una tribu' saudita.
Il ricercatore Mohammad Sakher e' stato ucciso per il suo esame nelle radici ebraiche dei Saud.
Nel libro di Said Nasir, ''La storia della famiglia Saud'' si sostiene che nel 1943, l'ambasciatore saudita in Egitto Abdullah bin Ibrahim al Muffadad pago' Muhammad al Tamari per forgiare un'albero genealogico in cui Saud e Wahhab erano una famiglia che discende da Maometto.
I Saud hanno fatto del wahhabismo la religione di stato dell'Arabia Saudita.


Ex-ufficiale saudita forma un movimento di liberazione della penisola araba

Un ex-ufficiale dell'esercito saudita ha annunciato la formazione di un movimento volto a scalzare la dinastia Al Saud in Arabia Saudita.
In un video messaggio Dakheel Al-Qahtani ha annunciato la creazione del movimento di liberazione della penisola arabica con lo scopo di rovesciare il governo di Al Saud ed ha inviato il popolo ad iniziare una rivolta popolare contro il regime per il bene di una nazione distrutta dalla corruzione di Al Saud.
Qahtani ha denunciato la politica 'sporca' del regime saudita che lavora contro gli interessi della nazione, che ha sostenuto l'invasione USA in Iraq nel 2003 e finanziato gruppi estremisti in Siria ed il colpo di stato in Egitto nel 2013.
I sauditi non hanno voce nella nomina della leadershipo del Regno, che ha portato ad un aumento del malcontento sciale negli ultimi anni.
I primi posti in Arabia Saudita sono nelle mani della prima generazione dei figli di Abdul Aziz Al Saud fondatore del Regno.
La famiglia regnante ha distribuito tutti i posti chiave del paese tra fratelli del re defunto e dei loro figli.
Il paese e' stato teatro di numerose proteste anti-regime nel corso degli ultimi anni.






IL PRINCIPE SAUDITA AVEVA CERCATO DI CONVINCERE ABBAS AD ACCETTARE IL PIANO USA PER GERUSALEMME

LA MONARCHIA SAUDITA HA ORIGINI EBRAICHE. QUESTO POTREBBE SPIEGARE MOLTE COSE! 

Si svela il piano di pressioni e ricatti di cui era stato protagonista il principe saudita Mohammed bin Salman (MbS) il quale aveva richiesto in forma perentoria al presidente dell’Autorità palestinese, Mahmud Abbas, di dare il suo appoggio al piano di pace patrocinato dagli Stati Uniti per Israele e la Palestina.
Secondo un report del sito “Middle East Eye”, Abbas era stato invitato a Rijad, il martedì scorso dove aveva avuto  conversazioni “riservate”  con il re Salman e con  MbS.
L’invito si era avuto poco dopo una riunione della Organizzazione della Cooperazione Islamica (OCI) ad Istambul, dove Abbas aveva annunciato che già non avrebbe più accettato gli Sati Uniti come intermediario nel processo di pace (dopo la dichiarazione di Trump su Gerusalemme).
Tuttavia il martedì MbS aveva setto ad Abbas che, secondo lui, gli USA “erano l’unica possibilità disponibile per il processo di pace.
“Gli Stati Uniti sono l’unica potenza che ha una influenza reale su Israele, è l’unico paese che può fare pressioni su Israele in qualsiasi processo di pace e nessuno potrebbe fare questo, nè la UE, nè la Russia, nè la Cina”, aveva detto MbS ad Abbas, secondo quanto riferito dai funzionari palestinesi presenti alla riunione.
In una visita precedente fatta all’inizio di questo mese, MbS aveva riferito ad Abbas che gli Stati Uniti “si stavano preparando per un accordo di pace e che questo accordo potrebbe non essere ben visto al principio ma che alla fine sarebbe stato buono” (buono per Israele ed i suoi alleati non certo per i palestinesi).
Il principe saudita aveva anche domandato ad Abbas in quel momento se i palestinesi nel Libano si sarebbero allineati con il campo pro saudita e se si sarebbero con l’occasione allontanati dal campo pro iraniano comandato da Hezbollah (il grande nemico dei sauditi e di Israele), come hanno riferito i funzionari palestinesi che accompagnavano Abbas.
In un qualche momento, bin Salaman aveva avvertito Abbas che, se questi non avesse realizzato il lavoro di convincimento dei palestinesi del Libano, “ci sarebbero stati altri a farlo” (con una velata minaccia), come ha riferito un funzionario, riferendosi ad un altro politico palestinese dissidente da al Fatah.
Secondo il report, nella riunione più recente tenutasi con Abbas, MbS ha cercato di utilizzare la “diplomazia blanda” per cercare di convincere il presidente dell’Autorità palestinese a ritornare al processo di pace patrocinato dagli USA ed a ricevere il vice presidente USA Mike Pence nella sua prossima visita nella regione. Abbas si era rifiutato di riceverlo.
Il presidente Abbas ha mantenuto la porta aperta, dicendo al principe ereditario, “se gli Stati Uniti sono disposti a dichiarare che un processo di pace si deve basare sulla soluzione dei due stati nei confini del ’67, inclusa Gerusalemme orientale come capitale dello Stato di Palestina, allora siamo pronti a partecipare nell’immediato, ma se vogliono  trascinarci sulla versione israeliana della pace e della resa, noi non possiamo”.
I funzionari palestinesi hanno riferito che Abbas conosceva il nuovo piano di pace USA ma lo ha considerato come non altro che una copia della visione del premier israeliano Benjamín Netanyahu: un ministato nella metà della Cisgiordania occupata e la striscia di Gaza senza Gerusalemme, senza accesso dei rifugiati, senza frontiere senza fonti d’acqua.
“Il presidente non accetterà alcun accordo parziale e l’unico accordo che si potrà accettare deve essere basato sulle frontiere del ’67” , come riferito da un funzinario palestinese.
Nota:  Da queste rivelazioni, si è reso evidente il ruolo del principe saudita, già in accordo con  Kushner e con Netanyahu, per imporre la “soluzione israel” statunitense al problema palestinese,obbligando il premier palestinese a riconoscere l’annessione dei territori da parte del regime sionista e accettando di firmare gli accordi a nome dei palestinesi. Il tutto con minacce velate e ricatti dove il principe Salman ha messo sul piatto la possibilità di sostituire il premier palestinese con altro personaggio fantoccio conforme agli interessi sauditi e israeliani.
In sostanza l’Arabia saudita  ha venduto  la Palestina ad Israele ed agli Stati Uniti in cambio di un accordo per attaccare l’Iran ed Hezbollah in Libano, i veri nemici giurati della monarchia saudita.
Se ci si chiede perchè lo abbia fatto e come mai sia sorta una alleanza di ferro (prima sotterranea)  tra la monarchia saudita e lo Stato di Israele, si deve andare alle origini della famiglia dei Saud e si potrebbe scoprire che questa dinastia,  messa dall’Impero Britannico a guardia dei pozzi di petrolio nell’Arabia, aveva le sue origini collegate…..
Secondo lo storico ed analista Wayne Madsen, bisogna considerre che i monarchi sauditi e la loro religione wahabita hanno origini ebraiche.  Madsen ha scritto a proposito delle connessioni ebraiche all’Arabia Saudita.
“l’Impero turco ottomano, che comprendeva parti chiave dell’Arabia Saudita, aveva un gran numero di cripto-ebrei (ebrei che fingevano di essere musulmani) questi cripto-ebrei (chiamati anche Donmeh) avevano collegamenti con la famiglia reale saudita e la religione Saudita. I Sauditi seguivano la forma wahabita dell’Islam, la più assolutista, intollerante  e retrograda.
Secondo quanto riferito, il fondatore della setta wahabita Saudita dell’Islam,  era un cripto-ebreo. Una relazione dell’ intelligence irachena, datata 2002 e pubblicata nel 2008 dalla US Defense Intelligence Agency, puntava sulle radici ebraiche di questa dinastia dei Wahhabis.
Il rapporto utilizzava le memorie di un tal sig. Hempher , una spia britannica che sosteneva di essere un azzero. Nella metà del XVIII secolo, Hempher prese contatto con Wahhab al fine di istituire la setta wahabita. Secondo quanto riferito, lo scopo della setta wahabita era di suscitare una grande rivolta araba contro gli Ottomani e spianare la strada per uno stato ebraico in Palestina.
muhammad bin abdulwahab fondatore setta wahabita
Le memorie di Hempher sono raccontate dallo scrittore ottomano Ayyub Sabri Pasha nella sua ricerca storica del 1888, “Inizio e Diffusione del Wahhabismo”. Vedi: Radici storiche del wahabismo.Nel suo libro, ‘Gli ebrei Dunmeh ‘, d. Mustafa Turan scrive che il nonno di quel Wahhab, Tjen Sulayman, era in realtà Tjen Shulman, un membro della comunità ebraica di Bassora, in Iraq. Nel suo libro, “Gli ebrei Dunmeh e l’origine del Wahhabismo in Arabia Saudita”, Rifat Salim Kabar rivela che Shulman si stabilì in quella che oggi è l’Arabia Saudita, dove suo nipote, Muhammad Wahhab, fondò la setta wahabita dell’Islam……” Vedi: “Il sionismo islamista” di casa Saud
Queste origini, se confermate come sembra da varie prove documentate, spiegherebbero la vicinanza della Monarchia saudita ad Israele ed alla causa sionista.
Fonte: Al Mayadeen
Traduzione e nota: Luciano Lago

Il giallo Mohammad bin Salman. E’ stato segretamente in Israele?



di Yair Shalom

Prima un rapporto della Israel Broadcasting Corporation, poi la rivista IUVM Online, una indiscrezione che ha presso man mano corpo nelle ultime. Ma davvero un importante membro della famiglia reale saudita nei giorni scorso ha tenuto colloqui ad alto livello con i funzionari israeliani durante un viaggio clandestino nello Stato ebraico? E tutto questo nonostante il rifiuto del suo paese di riconoscere lo stato ebraico.


Mohammad bin Salman con Putin

E al centro dell’incontro ci sarebbe stato un piano per riavviare il moribondo processo di negoziazione tra Israele e l’Autorità palestinese e nel contempo, una crescente pressione sul governo saudita, di riconoscere Israele.

Sia chiaro, non c’è alcuna conferma ufficiale della indiscrezione. I ministri degli Esteri israeliani e sauditi hanno rifiutato di commentare la relazione.


Mohammad bin Salman con Trump

Certo è che molti analisti politici hanno la sensazione che qualcosa stia piano piano cambiando. Benjamin Netanyahu soltanto due giorni fa ha affermato che le relazioni tra Israele e il mondo arabo non sono mai state migliori. “Ciò che sta succedendo adesso con gli stati del blocco arabo non è mai accaduto nella nostra storia – anche quando abbiamo firmato accordi” ha sottolineato Netanyahu.

L’uomo che si sarebbe recato ad Israele sarebbe stato individuato nel principe della corona Mohammad bin Salman, ministro della Difesa dell’Arabia Saudita e erede apparente al trono.

Kushner e Mohammed bin Salman: i due strateghi del nuovo Israele





Il principe ereditario Mohammed bin Salman ha avvicinato l’Arabia Saudita a Israele. I due Paesi, almeno sulla carta, non hanno relazioni diplomatiche, eppure negli ultimi tre mesi qualcosa è cambiato. E parecchio. Prima l’erede al trono visita segretamente lo Stato ebraico, poi membri dell’intelligence di Riad raggiungono Tel Aviv , poi, per la prima volta nella storia di Israele, un capo di stato maggiore ebraico concede un’intervista a un organo di stampa saudita e, infine, il ministro dell’Energia israeliano, Yuval Steinit, conferma: “Stiamo sviluppando rapporti sia con l’Arabia Saudita che con altri Paesi arabi o musulmani e c’è molto di più, ma lo teniamo segreto”.

Una parte di questo segreto è stata svelata, se si ha la pazienza di ricostruire il puzzle di ciò che è successo in Medio Oriente negli ultimi mesi. L’avvicinamento tra Arabia Saudita e Israele è infatti andato di pari passo con i viaggi di Jared Kushner, consigliere del presidente americano Donald Trump, a Riad. Viaggi passati in sordina, dei quali forse di comprende l’importanza solamente oggi.
A inizio novembre, il giornalista Rami Khouri anticipava su L’Internazionale gli argomenti trattati dal rampollo americano e da Salman durante i loro incontri: “Kushner starebbe insistendo sul tentativo di convincere l’Arabia Saudita, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti, la Giordania e altri Paesi a prendere parte a una grande trattativa di pace tra palestinesi e israeliani, che permetterebbe anche di tenere a bada l’influenza dell’Iran nella regione. Una simile collaborazione regionale risolverebbe, in questo senso, il conflitto israelo-palestinese e quello arabo-israeliano più in generale, promuovendo dei legami più forti tra Israele e molti Stati arabi della regione, e creando un’alleanza unica arabo-israelo-statunitense in grado di opporsi e ‘far arretrare’ l’influenza iraniana nella regione”. E proprio a quest’ultimo punto, ovvero il nuovo ruolo di Teheran, Foreign Policy dedicava un’analisi approfondita in cui si ipotizzava che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu stesse pianificando assieme a Kushner e Salman una strategia per arginare gli ayatollah.
Si era a novembre, un mese fa, quando ancora nessuno pensava che Trump potesse proclamare lo spostamento dell’ambascita statunitense in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme.
Un articolo pubblicato la scorsa domenica sul New York Times approfondisce ancora di più il piano di Kushner e Salman. Secondo quanto scrive il quotidiano statunitense, i due rampolli avrebbero pensato di concedere Gerusalemme Est a Israele, mentre i palestinesi avrebbero potuto proclamare Abu Dis, un sobborgo della Città Santa, come loro capitale.
Inoltre, il principe saudita avrebbe proposto al leader palestinese Mahmoud Abbas la creazione di uno Stato separato comprendente Gaza e quella parte di Cisgiordania dove non sono presenti gli insediamenti israeliani. Richieste irricevibili per Abbas, che infatti, secondo quanto riporta il Nyt, avrebbe protestato vivacemente senza però ottenere alcun ripensamento da parte del principe saudita.

Dov’è finito il principe ereditario Bin Salman?

Mohammed_bin_SalmanIn un rapporto pubblicato mercoledì da Fars News Agency, si afferma che Mohammed bin Salman non è stato visto in pubblico dal 21 aprile, quando dei video pubblicati online sui social media, mostrano esplosioni e colpi d’arma da fuoco intorno ai palazzi reali. Le autorità saudite hanno negato fermamente ogni grave violazione della sicurezza, dichiarando che le forze saudite avevano abbattuto un drone non autorizzato vicino al palazzo reale della capitale.
Ma le immagini che circolavano sui social media hanno mostrato esplosioni e colpi d’arma da fuoco, dando origine a speculazioni su un possibile tentativo di colpo di Stato o una rappresaglia da parte degli avversari della Casa di Saud.
L’Arabia Saudita, il principale esportatore di petrolio al mondo, ha assistito a una serie di cambiamenti politici radicali nel corso dell’ultimo anno, quando Mohammed bin Salman ha spodestato suo cugino come principe ereditario e ha imprigionato princìpi noti con una presunta purga anti-corruzione. Inoltre, bin Salman supervisiona le riforme sociali ed economiche che sono state censurate da alcuni potenti ecclesiastici wahhabiti.
L’Arabia Saudita è anche coinvolta in un lungo conflitto nel suo ex “cortile di casa” dello Yemen, che ha causato secondo le Nazioni Unite la peggiore crisi umanitaria del mondo. La scomparsa di Mohammed bin Salman per una settimana è piuttosto misteriosa, in considerazione del fatto che è noto per essere molto attivo sulla scena politica.

Bin Salman assente all’incontro con Mike Pompeo

In particolare, bin Salman non ha fatto alcuna apparizione durante la visita del 28 aprile del nuovo segretario di Stato americano Mike Pompeo a Riyadh, il suo primo viaggio all’estero del diplomatico statunitense. Durante il suo soggiorno a Riyadh, i media sauditi hanno pubblicato le immagini degli incontri di Pompeo con il re Salman e il ministro degli Esteri Adel al-Jubeir. Questo mentre gli uffici gestiti dallo Stato pubblicano le immagini degli incontri a Riyadh tra bin Salman e l’ex segretario di Stato americano Rex Tillerson.
Pochi giorni dopo l’incidente del 21 aprile, i media sauditi hanno pubblicato filmati e immagini di bin Salman che incontra diversi funzionari sauditi e stranieri. Ma la data degli incontri non può essere verificata, quindi l’uscita dei video potrebbe essere finalizzata a dissipare le voci sulle condizioni del principe. Non è chiaro se la scomparsa di bin Salman sia dovuta a ragioni legati alla sicurezza interna o a conseguenze causate dagli incidenti del 21 aprile. Solo un’apparizione televisiva dal vivo potrebbe dissipare le voci sul destino di bin Salman.
di Giovanni Sorbello

L'ARABIA SAUDITA HA RUBATO DALLA TEXANA PANTEX UNA DOZZINA DI BOMBE H?

Secondo le nostre fonti, le più accreditate nelle agenzie di sicurezza nucleare, ci sarebbe stata un'irruzione da parte di una potenza straniera in un sito americano di stoccaggio per armi nucleari dismesse (come da trattato). La potenza straniera si ritiene possa essere l'Arabia Saudita.


Un account Twitter non verificato che sembra appartenere allo stabilimento Pantex di Amarillo, in Texas, una struttura per armi nucleari, ha twittato che martedì un "evento di sicurezza" "si è concluso senza incidenti".




Secondo quanto riferito, l'evento non specificato ha comportato l'attivazione di un team di intervento di emergenza. Questa storia è in via di aggiornamento man mano che maggiori informazioni saranno disponibili.


Storia originale:

Un impianto di armi nucleari del Texas ha convocato un team di intervento di emergenza martedì per affrontare un "evento inaspettato", ha riferito l'agenzia locale KAMR / KCIT.

KAMR / KCIT ha riferito che non vi era alcun impatto sul sito, lo stabilimento Pantex di Amarillo, in Texas, ma che alcune strade locali erano state chiuse per un'emergenza. Un account Twitter non verificato che sembrava appartenere allo stabilimento Pantex inizialmente ha definito la situazione un'emergenza operativa. Ha twittato che l'Emergency Response Organization, un gruppo di dipendenti appositamente formati, era stata attivata. Successivamente l'account ha twittato che "le precauzioni vengono prese a causa di un evento di sicurezza".

La Pantex Plant assembla, smonta e stocca armi nucleari.

PUTIN INCONTRA IL PRINCIPE DELLE TENEBRE AMERICANO, JOHN BOLTON


Mentre molti potrebbero pensare che Putin sia pazzo a incontrare Trump, Putin si dimostra lungimirante. Trump non lo incontrerebbe se non volesse qualcosa, e quindi avrebbe qualcosa da offrire.


È già trapelato che Trump cercherà di rinnovare il Trattato dell'INS se includerà la Cina, che non è mai stata firmataria. Forse Trump pensa di poter sfruttare Putin con la Cina.

Sebbene il commercio USA-Russia sia cresciuto nell'ultimo anno durante il crescente clima ostile di Trump-Bolton, la crescita del commercio Cina-Russia ha un futuro molto più ampio, e anche l'UE sta girando il commercio verso la Cina per bilanciare la stretta dagli Stati Uniti.

Il loro incontro sarebbe a margine della commemorazione della prima guerra mondiale, è uno sfondo storico interessante, forse un colpo di fortuna, e forse no. L'ultima volta che si sono incontrati non abbiamo saputo molto, per il dispiacere di molti.

Una cosa che sappiamo, il complesso industriale militare statunitense sta rimescolando le cose ovunque sia possibile per giustificare i grandi bilanci della difesa, e non sentiamo nessuno al Congresso, o nei media che offre un'altra direzione, verso la deescalation, perché sanno che la squadra di Trump non ha nessun interesse in tutto ciò.



- Prima pubblicazione ... 23 ottobre 2018 -



Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole incontrare il presidente russo Vladimir Putin quando i due leader visiteranno Parigi l'11 novembre per le commemorazioni della prima guerra mondiale, secondo il consigliere della sicurezza nazionale americana John Bolton.

"Penso che il Presidente Trump non vedrà l'ora di vedervi a Parigi a margine della celebrazione del 100° anniversario dell'Armistizio", ha detto Bolton a Putin a Mosca, dove hanno avuto un incontro martedì, riferisce AFP .

Putin ha detto: "Sarebbe utile continuare un dialogo diretto con il presidente degli Stati Uniti ... ad esempio a Parigi, se la parte americana è interessata". "È possibile e necessario trovare punti di convergenza", ha detto il leader russo, aggiungendo che nonostante le sanzioni americane gli scambi commerciali tra i due paesi erano effettivamente aumentati.

Circa 60 capi di stato e di governo, tra cui Trump e Putin, presumibilmente parteciperanno alle commemorazioni della prima guerra mondiale dell'11 novembre a Parigi.

Prima di tenere colloqui con Putin, Bolton ha incontrato diversi alti funzionari russi lunedì scorso. La sua visita arriva dopo che Trump ha annunciato che stava progettando di abbandonare il secolare trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF), a causa delle accuse di violazione da parte di Mosca. Il trattato chiave sul controllo delle armi nucleari fu firmato dal presidente Ronald Reagan e Mikhail Gorbachev, l'ultimo leader sovietico, nel 1986. Il trattato del 1986 vietava tutti i missili terrestri con distanze da 500 a 5.500 chilometri (da 310 a 3.420 miglia) e includeva missili con testate nucleari e convenzionali. Il divieto originario tra Mosca e Washington ha portato all'eliminazione di 2692 missili.

Gli Stati Uniti sostengono che i nuovi missili da crociera Novator 9M729 della Russia rientrano nella categoria vietata e rappresentano una minaccia diretta per i membri dell'alleanza militare della NATO. La Russia ha finito di testare il missile nel 2014.

DOPO AVER DATO CALCI ALL'ITALIA, L'UE SI PREPARI A RICEVERLI

Come volevasi dimostrare, la manovra del governo italiano ha ricevuto una sonora bocciatura dall'Unione euroburocrate. Ma, in realtà, non è successo niente che il governo non avesse già preventivato. Anzi, la bocciatura si inserisce in una strategia di medio/lungo termine che potrebbe portare presto l'Italia a infischiarsene delle oscillazioni di spread, che come sappiamo sono manovrate dalle agenzie di rating non solo in base al differenziale dei titoli tedeschi, ma soprattutto in relazione all'andamento del dollaro americano e, in generale, dell'economia anglosassone d'oltreoceano. Dunque, liberarsi dalla ghigliottina incombente dello spread comporterebbe allontanare le economie europee dalla morsa del dollaro americano. Ma chi oserebbe tanto? In Europa nessuno, almeno finora. Ma in Russia e nei paesi Visegrad l'idea è in fase di elaborazione. In Russia, il capo della VTB Andrey Kostin ha detto che il presidente Vladimir Putin ha sostenuto l'iniziativa di de-dollarizzazione dell'economia russa. Ha precisato che non si parla del totale abbandono del dollaro. Il piano del dirigente della VTB in precedenza è già stato sostenuto dal ministro dello sviluppo economico Maxim Oreshkin e dal vice Ministro delle finanze Alexei Moiseev. Andrey Kostin ha proposto un'iniziativa appropriata nel caso in cui gli Stati Uniti vietassero alle banche russe di effettuare pagamenti in dollari. Ufficialmente, il Cremlino ha detto che tali iniziative non sono in via di elaborazione, anche se i rappresentanti dei vari dipartimenti hanno sostenuto pubblicamente la riduzione della dipendenza dalla valuta americana. Inoltre, l'introduzione del sistema di blockchain e del bitcoin potrebbero contribuire a dare una bella spallata al sistema dollarocratico attuale. Dunque, sul piano delle alleanze, il governo italiano può contare su alcuni paesi che in questa fase, stanno rivestendo solo il ruolo di "osservatori" esterni per vedere se l'Italia e le prossime elezioni europee saranno in grado di forzare il blocco. Per quanto riguarda la Francia e i forti legami che la Lega può vantare con Marine Le Pen, anche lei orientata verso la Russia di Putin, si auspica che la politica di acquisizione del consenso del Rassemblement National di Marine stia lavorando alacremente per far capire ai francesi quale errore madornale sia stato mandare Macron al potere. I francesi devono rendersi conto che il loro Paese, oltre ad essere molto strategico e importante dal punto di vista geopolitico, detiene anche un arsenale nucleare sul cui bottone rosso grava la mano incerta e inaffidabile di un personaggio potenzialmente pericoloso come Macron. Ma chi è Macron, e soprattutto chi c'è dietro la sua elezione? Macron è salito al potere sicuramente non per meriti personali, ma grazie all'influente e potente mano dei Rothschild. Il ramo francese dei Rothschild è molto forte e radicato da secoli in Francia. Siamo negli anni Cinquanta quando Guy de Rothschild punta su un rampante insegnante di letteratura francese, tale Georges Pompidou, decidendo di fargli fare carriera, fino a farlo diventare direttore generale della Banque de Rothschild. Poi, non contento, lo raccomanda direttamente a Charles de Gaulle, che lo prende sotto la propria ala. Quando, nel 1959, il vecchio generale divenne Presidente della Repubblica, Pompidou cominciò la sua irrefrenabile ascesa verso la Presidenza del Consiglio, che ottenne nell’aprile 1962. Nel 1969 l’uomo dei Rothschild sarebbe diventato Presidente della Repubblica francese. Un successo dovuto in gran parte a Guy, il cui sostegno Pompidou non dimenticò mai. Probabilmente nemmeno il neopresidente Emmanuel Macron ha dimenticato a chi deve il ruolo che ricopre. Nel 2008, infatti, viene assunto presso la Rothschild & Cie banque. Il 2010 segna una svolta definitiva grazie alla promozione ad associato all’interno della banca d’affari e all’affidamento della responsabilità di una delle più importanti negoziazioni di tutti i tempi: quella tra Nestlé e Pfizer. Questa transazione fu valutata più di 11,9 miliardi di euro. Per la campagna elettorale per la corsa all’Eliseo di Macron il trio Rothschild/Soros/Goldman Sachs avrebbe anche sostenuto Emmanuel con un solido aiuto di 5,5 milioni di euro. 
Ma la longa manus dei Rothschild è passata anche per l'Italia. Vediamo come. È il 1744 quando, in un’anonima casetta del ghetto ebraico di Francoforte, nasceva Mayer Amschel Rothschild, discendente da un’antica stirpe di rabbini che esercitava l’attività di cambiavalute. Sin da giovanissimo, grazie alla sua conoscenza delle monete antiche, divenne consulente e fornitore di importanti collezionisti. La sua proverbiale abilità nel trattare il denaro gli permise di stringere forti legami con le più facoltose famiglie del tempo, prima tra tutte quella dei toscani Montefiore. A rafforzare l’unione con gli ebrei londinesi emigrati a Livorno fu il matrimonio contratto da Henriette, una delle figlie di Mayer Amschel, con Abraham Montefiore. Un’unione che diede il via a un imponente sodalizio finanziario tra i Rothschild e i Montefiore, a cominciare dalla compagnia di assicurazione Alliance (oggi divenuta una delle maggiori multinazionali del mondo), che i due fondarono nel 1824.  Alla fine dell’Ottocento la famiglia di banchieri era presente – nelle sue varie diramazioni – in Inghilterra, Stati Uniti, Francia, Italia. Nella Penisola da poco riunificata il senatore Giovanni Siotto Pintor, durante un’accesa discussione parlamentare, proferì queste parole: «Il malcontento è grave, un senso di malessere si diffonde in tutte le classi della società. Le sorgenti della ricchezza vanno a disseccarsi. Noi facciamo il lavoro di Tantalo o di Penelope. Il signor Rothschild, re del milione, è, finanziariamente parlando, re dell’Italia». 
Ma c'è di più. Nella trama intricata tessuta da questa potente famiglia, si intreccia anche una parte di cronaca recente: il crack di Banca Etruria. Nel dicembre del 2013 il consiglio di amministrazione di Banca Etruria ha nominato Rothschild e Lazard quali advisor finanziario e coadvisor finanziari nel processo di integrazione o aggregazione della banca. I risultati sono noti, con buona pace dei risparmiatori rovinati. Dunque, un famoso motto di Sun Tzu recita: “Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia”. Un motto che, a quanto pare, non vale solo per l'Italia. 

CINZIA PALMACCI

Riferimenti: