L’Europa soffre di una grave malattia chiamata corruzione. Non è un mistero su chi sia ad influenzare pesantemente le istituzioni europee: George Soros, ancora lui.
Di recente è stata resa pubblica la lista dei fedelissimi del finanziere George Soros: nel documento figurano ben 226 parlamentari europei provenienti da ogni ala politica, a partire da Martin Schulz, ex Presidente del Parlamento europeo, passando per Guy Verhofstadt, ex presidente del Belgio, a sette vicepresidenti, commissari e persino questuanti. Queste figure seguono le idee del Soros-pensiero, ossia accogliere più migranti in Europa, l’integrazione dell’Ucraina in seno alla UE e la contrapposizione alla Russia. I membri del Parlamento europeo, com’è noto, sono 751, ciò significa che i fedeli di Soros occupano più di un terzo dei seggi.
L’influenza di George Soros sul Parlamento Europeo
Ma vediamo in che modo i “tentacoli” di Soros riescano a raggiungere il Parlamento europeo e ad influenzarne la politica. Il proprietario della ONG Open Society Foundation ha avuto modo di incontrare “a porte chiuse e senza alcuna agenda ufficiale” Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, fattore che dà molto da pensare considerando che le proposte della UE per ridistribuire le quote di migranti fra i diversi Paesi somiglino molto ai programmi elaborati da Soros per fronteggiare la crisi. Secondo il finanziere, infatti, l’Unione Europea sarebbe tenuta ad accogliere milioni di immigrati in arrivo dall’Africa settentrionale e dal Medio Oriente, dando a queste persone un aiuto annuale di 15 mila euro e collocandoli in uno degli stati membri in cui desiderano stanziarsi, non necessariamente dove possono essere accolti.
Ungheria fermo oppositore della politica occulta di Soros
Il premier ungherese Victor Orbán ha tacciato l’Unione Europea di essere manipolata da Soros e ritiene che la politica delle “frontiere aperte” proposta dal magnate (di origini ungheresi) sia il motivo della campagna contro l’Ungheria. Il governo ungherese sta tentando di intraprendere un’azione legale tramite una nuova legge che prevede che le ONG sostenute da stranieri, molte di queste appartenenti a Soros, debbano indicare con trasparenza i nomi dei loro finanziatori d’oltremare su un registro pubblico, così come le fonti dei finanziamenti.
Il governo inoltre vorrebbe far chiudere l’Università centrale Europea di Budapest, ateneo fondato da Soros. “L’intera Unione Europea è in difficoltà perché i suoi capi ed i suoi burocrati adottano decisioni come queste. La popolazione appoggia l’ideale dell’Unione Europea. Allo stesso tempo, però, non può sopportare la sua leadership, quando insulta gli Stati membri con cose del genere e quando abusa dei suoi poteri. Tutti in Europa possono vederlo e per questo la leadership europea non viene rispettata”, ha dichiarato il Primo Ministro ungherese.
I fedelissimi di Soros, pro migranti e anti Russia
Il Gruppo di Visegrád, alleanza fra Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, sta tentando di resistere alle pressioni dell’Unione Europea per quanto concerne la politica degli immigrati. La European Commission of Migration and Home Affairs sta cercando di imporre un nuovo disegno di legge per rendere obbligatori i contingenti di migranti in ogni Paese europeo e almeno 30 “amici fidati” di Soros stanno lavorando per questa commissione.
Molte delle figure citate nel documento sono conosciute per i loro attacchi alla Russia. La deputata tedesca del partito dei Verdi Rebecca Harms, ad esempio, chiede costantemente al Parlamento europeo delle sanzioni ancora più dure verso Mosca. Il politico liberale belga Guy Verhofstadt non perde occasione per accusare la Russia per qualsiasi cosa vada male nel territorio europeo: esemplificativo il suo articolo “Putting Putin in his Place” dello scorso anno. Tonino Picula, ex premier croato, nel 2012, quando era a capo di un progetto di osservatori dell’OCSE, aveva sostenuto che le elezioni presidenziali russe quell’anno erano state manipolate per favorire l’elezione di Vladimir Putin.
Il cittadino europeo è morto, restano solo ciechi sudditi
La lista degli alleati di Soros mette tristemente in luce perché le politiche attuate dalla UE siano contrarie agli interessi dei cittadini europei. In una parola: corruzione. I politici “ammaestrati” da Soros perseguono i suoi obbiettivi e lottano contro i tentativi di alcuni premier di proteggere gli interessi della propria gente. Chi si oppone a tali politiche deve poi confrontarsi con la resistenza delle élite politiche del proprio Paese. Ne è un esempio lampante lo scontro fra il premier Orbán e la rete di Soros.
Democrazia europa: falso mito
La democrazia europea è dunque soltanto una facciata che nasconde le attività di un sistema gerarchico che ricorda un po’ il feudalesimo, in cui il signorotto locale tiene le redini e comanda su tutto. I politici, così come le persone, sono di sua proprietà, il moderno concetto di “cittadino” è totalmente snaturato, ancora di più quello di “cittadino europeo”. Non si parla più di “potere al popolo”. La pubblicazione dell’elenco di Soros dà una chiave d’interpretazione per comprendere chi davvero governa l’Unione Europea. Un’istituzione che pare ormai lontana dagli ideali iniziali e che sembra diventata un giocattolo in mano ad un uomo appartenente alle forze USA. Che sia giunto il momento, per gli europei, di alzare la testa e cominciare a pensare di cambiare il sistema per evitare altre ingerenze esterne?
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