di Gianni Lannes
Va tutto bene? Il cancro industriale è una cancrena istituzionale: quello bellico (ignorato) è anche peggio. Un esempio? Taranto dove i cinquestelle avevano promesso la chiusura della micidiale acciaieria in campagna elettorale solo per raccattare voti. Nel belpaese aumentano le malattie oncologiche nelle zone più inquinate con tanto di autorizzazione dello Stato italiano e delle regioni, mentre sale l’incidenza tra i più giovani. Altro che morbillo e vaccini obbligatori. A proposito: l'aerosolchemioterapia bellica della NATO che perdura in Italia dal 2002, influisce ad ammorbare l'aria?
Molfetta (24 settembre 2018) - foto MP |
La comunità scientifica è al corrente da tempo: l’inquinamento di acqua, terra e aria ha ricadute pesanti sul benessere e rappresenta un fattore di rischio acclarato per lo sviluppo di malattie a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare e, per l’appunto, di malattie oncologiche. Se ne è discusso il 19 settembre scorso alla Camera dei Deputati in occasione del convegno “Emergenza cancro – fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti”, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) in collaborazione con Confassociazioni Ambiente.
Molfetta (24 settembre 2018) - foto MP |
I dati ufficiali parlano chiaro, basta compulsarli fino in fondo: già nel 2016 il ministero della Salute aveva diffuso una mappa delle aree più contaminate d’Italia, associata al rischio di sviluppare malattie oncologiche: dai dati emergeva un incremento che arrivava fino al 90% in soli 10 anni, in particolare per tumore alla mammella, alla tiroide e mesotelioma, notoriamente legati all’esposizione a diossina, amianto, petrolio, policlorobifenili e mercurio. Ma c’è dell’altro: gli effetti dell’inquinamento colpiscono soprattutto i più piccoli. Uno studio condotto nel 2017 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, attestano ancora gli scienziati al convegno capitolino, ha evidenziato una maggiore incidenza di tumori nei bambini tra 0 e 14 anni e negli adolescenti tra 15 e 19 anni nell’area europea che comprende Italia, Cipro, Malta, Croazia, Spagna e Portogallo. la tendenza è confermata dall’ultimo rapporto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) dell’Istituto Superiore di Sanità, che rileva un’“emergenza cancro” tra i più giovani, con un aumento medio del 9% dei tumori maligni infantili (soprattutto linfomi non-Hodgkin, sarcomi e leucemie) in 28 dei 45 siti italiani maggiormente inquinati.
Molfetta (24 settembre 2018) - foto MP |
I tumori infantili non sono così rari come si vuol far credere alla popolazione: “Generalmente si pensa al cancro come a una malattia della terza età e si sostiene che il trend continuo di incremento di tumori nel corso del XX secolo in tutti i Paesi industrializzati possa essere spiegato mediante la teoria dell’accumulo progressivo di lesioni genetiche stocastiche e il miglioramento continuo delle nostre capacità diagnostiche”, ha dichiarato Ernesto Burgio, membro dell’European Cancer and Environment Research Institute (Eceri) di Bruxelles. “In genere si afferma che i tumori infantili sono una patologia rara. È opportuno però ricordare come, in termini assoluti, uno su 5-600 nuovi nati si ammalerà di cancro prima del compimento del quindicesimo anno d’età; come, nonostante i significativi miglioramenti prognostici degli ultimi decenni, il cancro rappresenti la prima causa di morte per malattia nei bambini che hanno superato l’anno d’età; come anche in questa fascia d’età, a partire dagli anni 1980-90, si sia assistito a un aumento significativo della patologia tumorale”.In ogni caso, l'avvelenamento dell'aria è uno dei fattori inquinanti più pericolosi e più taciuti.
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