giovedì 5 novembre 2020

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Giovedi 5 Novembre 2020

Giovedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde


Antifona d'ingresso
Non abbandonarmi, Signore mio Dio,
da me non stare lontano;
vieni presto in mio aiuto,
Signore, mia salvezza. (Sal 38,22-23)

Colletta
Dio onnipotente e misericordioso,
tu solo puoi dare ai tuoi fedeli
il dono di servirti in modo lodevole e degno;
fa’ che camminiamo senza ostacoli
verso i beni da te promessi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Fil 3,3-8)
Queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, i veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, sebbene anche in essa io possa confidare.
Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile.
Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 104)
Rit: Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Cantate al Signore, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Canto al Vangelo (Mt 11,28)
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.

VANGELO (Lc 15,1-10)
Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte.


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Dio è nostra forza e baluardo, difesa nella tentazione, bontà nella sconfitta. A lui ci presentiamo, una volta ancora bisognosi del suo aiuto. Diciamo insieme:
Signore, ascolta ed esaudisci.

Perché nessun peccato diminuisca in noi la gioiosa certezza che Cristo è alla nostra ricerca per accoglierci tra le sue braccia, come la pecora smarrita. Preghiamo:
Perché nel nostro paese le risorse che Dio ci ha dato, siano investite nella costruzione di una società attenta agli ultimi e giusta con tutti. Preghiamo:
Perché i genitori e gli educatori sappiano trasmettere alle nuove generazioni il gusto d'una vita in armonia con Dio e con il prossimo. Preghiamo:
Perché i cristiani discriminati o perseguitati a motivo della fede, vivano la loro emarginazione con fortezza, umiltà e senza rancori. Preghiamo:
Perché la nostra comunità riesca a plasmarsi un cuore che non giudica e non cede a grettezze e parzialità. Preghiamo:
Per gli orfani e le vedove.
Per i ragazzi in cammino verso il sacramento della penitenza, dell'eucaristia, della cresima.

Tu conosci, Padre, ciò di cui abbiamo bisogno prima ancora che apriamo la bocca. A quanto qui espresso, aggiungi tu ciò che sai essere buono e utile per ciascuno di noi. Per Cristo Gesù nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Questo sacrificio che la Chiesa ti offre, Signore,
salga a te come offerta pura e santa,
e ottenga a noi la pienezza della tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione
Tu mi indichi il sentiero della vita, Signore,
gioia piena nella tua presenza. (Sal 16,11)

Oppure:
Dice il Signore: “Come il Padre che ha la vita ha mandato me
e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me”. (Gv 6,57)


Preghiera dopo la comunione
Continua in noi, o Dio, la tua opera di salvezza,
perché i sacramenti che ci nutrono in questa vita
ci preparino a ricevere i beni promessi.
Per Cristo nostro Signore.

Commento
Non è facile oggi riconoscere la necessità di convertirsi. L’educazione e la catechesi ce ne danno una prova. Bisogna essere soddisfatti delle proprie azioni e non rimettere in questione né se stessi né gli altri. Perché far sprofondare l’uomo nel dubbio di sé, dal momento che porta già il pesante fardello della vita? Fa male riconoscersi peccatore, rompere con il proprio passato e ripartire in direzione opposta.
Far sì che il fedele riconosca i propri sbagli non è più l’interesse prioritario dei pastori della Chiesa. Nel migliore dei casi, l’invito alla conversione viene lanciato indirettamente, poiché i pastori temono che le chiese vengano disertate ancora di più. Anche nella nostra vita privata, spesso, chiudiamo gli occhi di fronte agli sbagli dei fratelli, perché non vogliamo rischiare di perderli.
L’illusione della non colpevolezza imprigiona anche i cristiani. Ma l’approvare o lo scusare va contro tutta la tradizione biblica, a cominciare dai profeti dell’Antico Testamento fino alla predicazione dell’ultimo apostolo. Ma non è tutto: tale tendenza pastorale non ha un sostegno spirituale realistico né un fondamento nella catechesi. È raro che l’uomo sia felice come quando risponde all’invito alla conversione. “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8,11). Che cosa potrebbe darci una gioia più profonda del ritorno al Padre che ci ama, che già ci attende e ci offre il suo perdono senza nulla chiederci in cambio?
Se il senso del peccato e della conversione tende a scomparire del tutto dai messaggi pastorali, bisogna cercarne la ragione nella società che ci circonda, che si è allontanata da Dio. Solo chi è toccato dalla maestà e dalla santità di Dio prende coscienza del peccato, in se stesso e negli altri. La conversione diventa allora la sua parola chiave non soltanto perché essa concede agli uomini di pregustare la felicità eterna, ma perché allora Dio esulta di gioia. Quando Gesù parla del “cielo” (Lc 15,7), allude in realtà a Dio. E nella corte celeste (Lc 15,10) si effonde una gioia di cui molti cristiani non sanno conoscere l’intensità e la profondità.
Questo brano di Vangelo è davvero una Buona Novella. Chi non se ne dimentica, non può mai perdere la speranza, in qualunque situazione si trovi. E tale Buona Novella esorterà gli uomini a seguire maggiormente Gesù per annunciare alle pecore smarrite la misericordia del Padre affinché Dio ne abbia gioia.

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