IL CAMBIAMENTO CLIMATICO NON DIPENDE DALLE STRAMPALATE PREDIZIONI DEI MEDIA (PER FORTUNA)....
Che cosa dice la Scienza...
Che cosa dice la Scienza...
Le previsioni di una nuova era glaciale degli anni 70 erano in prevalentemente basate su notizie dei media. La maggior parte delle ricerche peer reviewed di allora fornivano previsione di riscaldamento dovuto all’aumento di CO2.
Le argomentazioni degli scettici...
I media hanno diffuso allarmi di un prossimo periodo freddo negli anni 50, e questi allarmi si sono fatti più intensi negli anni ’70. Nel 1975 il raffreddamento divenne uno dei più importanti problemi nella classifica “morte e miseria”. L’annuncio della catastrofe globale era molto simile a quello che ora i media attribuiscono al riscaldamento globale (Fire and Ice).
Quale consenso scientifico ebbe il futuro del Clima negli anni ‘70? L’esempio maggiormente citato circa le previsioni di raffreddamento degli anni ’70 è l’articolo di Newsweek del 1975 "The Cooling World" che indicava che “ il raffreddamento lascia presagire un drastico declino della produzione di cibo” ed inoltre che “ i meteorologi non sono concordi sulle cause e la dimensione del raffreddamento …..ma sono pressoché unanimi nel ritenere che un trend del genere ridurrà la produzione agricola per la parte restante del secolo”. Un altro articolo Another Ice Age della rivista Time magazine del 1974 dipingeva uno scenario similmente buio: “quando i meteorologi ottengono la media delle temperature del pianeta rilevano che l’atmosfera ha subito un crescente raffreddamento negli ultimi 3 decenni e che tale trend non da segnali di inversione. Le Cassandre meteorologiche stanno diventando sempre più preoccupate perché le alterazioni che stanno studiando potrebbero tradursi nell’incubo di una nuova era glaciale”
Occorre precisare che questi sono articoli apparsi sui media e non sono articoli scientifici. Se andiamo a passare in rassegna gli articoli peer reviewed dal 1965 al 1979 troviamo solo 7 articoli che prevedono il raffreddamento globale. Al contrario esistono 42 articoli che prevedono il riscaldamento globale (Peterson 2008). La gran parte delle ricerche climatiche degli anni ’70 prevedevan che la Terra si sarebbe riscaldata in conseguenza dell’aumento di CO2, esattamente l’opposto di quanto prevedevano negli anni ’70.
Figura 1: numero di articoli che prevedono raffreddamento (colore blu), riscaldamento (rosso), neutrali (giallo), In nessun caso i blu superano i rossi. (Peterson 2008).
Negli anni ’70 il più completo studio sul cambiamento climatico ( ed anche quello che raccolse maggior consenso scientifico) fu il Rapporto 1975 US National Academy of Sciences/National Research Council Report. La conclusione di fondo fu “non disponiamo di un grado di comprensione sufficiente della macchina del Clima e di ciò che ne determina l’evoluzione. Senza queste basi non sembra possibile prevedere il Clima…” Ciò appare in forte contrasto con l’attuale posizione della US National Academy of Sciences : “ esiste una forte evidenza che il riscaldamento sta avvenendo….E’ molto probabile che la maggior parte del riscaldamento degli ultimi decenni sia da attribuire alle attività umane …. Il grado di conoscenza del cambiamento climatico è ora sufficientemente chiaro e tale da giustificare le azioni che le nazioni debbono intraprendere”. Esiste anche una affermazione comune delle Accademie scientifiche di Brasile, Francia, Cina, Germania, India, Italia, Russia e Regno Unito.
A differenza degli anni ’70 esiste ora un vasto numero di organismi scientifici che hanno rilasciato dichiarazioni che affermano che il riscaldamento è causato dall’Uomo. Si veda il testo More on scientific consensus...
La previsione di raffreddamento degli anni ’70 salì agli onori della cronaca sulla base di una manciata di articoli scientifici . Questi però furono sopravanzati da un gran numero di articoli che prevedevano riscaldamento a causa della CO2. Al giorno d’oggi esiste una valanga di articoli peer reviewed ed un vastissimo consenso scientifico sulla relazione riscaldamento globale-attività umane. Appare pertanto del tutto inappropriato e fuorviante confrontare l’attuale situazione delle conoscenze con le previsioni degli anni ’70.
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