CAROLA RAKETE PRELEVATA DALLA FINANZA
DOPO L’ATTRACCO DELLA NAVE CON I MIGRANTI
I LAMPEDUSANI SUL MOLO GRIDANO “VENDUTA”
ORA RISCHIA FINO A 10 ANNI DI CARCERE
I VIDEO DELL’ARRESTO E DELLE CONTESTAZIONI
ALL’ONG FINANZIATA DAI PROTESTANTI TEDESCHI
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Tanto tuonò che piovve. La frase attribuita a Socrate ben si addice a narrare la saga della Sea Watch che si è conclusa questa notte dopo l’approdo della nave nel porto di Lampedusa con una quarantina di migranti a bordo. Il primo round di questo scontro, che ha assunto le connotazioni di un conflitto socio-politico epocale tra i buonisti del Partito Democratico (con altri esponenti di sinistra) e i fautori della sicurezza delle coste italiane con il Ministro dell’Interno Matteo Salvini in prima linea, è stato vinto per knock-out proprio dal segretario della Lega.
Carola Rakete comandante della Sea Watch 3
Carola Rakete comandante della Sea Watch 3
Secondo quando riferisce l’Ansa e ha mostrato in diretta video Local Team poco dopo le 3 di notte Carola Rackete, la comandante di Sea Watch 3, nave di una ong tedesca con bandiera olandese, è stata prelevata dal natante e arrestata dalla Guardia di Finanza che l’ha portata via su un’auto del 117. La donna, già indagata nei giorni scorsi per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e rifiuto di obbedienza a nave militare, è accusata di un crimine molto pesante: violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione per resistenza o violenza contro nave da guerra, un reato che prevede una pena dai tre ai 10 anni di reclusione.
I LAMPEDUSANI GRIDANO VENDUTA ALLA COMANDANTE
«Venduta! Ti devi vergognare» sono le grida con cui i cittadini di Lampedusa hanno inveito contro la donna mentre scendeva nella nave per essere accompagnata dai militari del servizio marittimo delle Fiamme Gialle sulla loto vettura e portata via in caserma a sirene spiegate.
Il momento dell’arresto di Carlo Rakete intono alle 3 di sabato 29 giugno – clicca sull’immagine per il video
La Sea Watch, ferma da tre giorni al largo di Lampedusa, era entrata nel porto dell’isola per decisione della comandante Rackete nonostante la mancanza di autorizzazioni da parte delle autorità. La nave è rimasta per qualche minuto all’esterno del porto, bloccata da una motovedetta della Gdf, e si è poi diretta verso la banchina, dove ha attraccato. “Basta, dopo 16 giorni entriamo in porto”, aveva scritto la ong su Twitter. Una portavoce dell’organizzazione aveva rilasciato un’intervista ringraziando Salvini per la pubblicità involontaria data alla loro attività che gli ha consentito di ricevere moltissime donazioni negli ultimi giorni, aggiu8ntesi a quelle della Chiesa Protestante tedesca che per stessa ammissione dei membri di Sea Watcdh è la principale finanziatrice.
I migranti al momento sono ancora tutti sul ponte superiore della Sea Watch, dove si trovano anche i cinque parlamentari dell’opposizione che due giorni fa erano saliti a bordo. Anche tutto l’equipaggio è a bordo della nave, mentre sul molo sono schierate le forze dell’ordine. I parlamentari a bordo della Sea Watch sono Matteo Orfini, Nicola Fratoianni, Riccardo Magi, Graziano Delrio e Davide Faraone.
IL MINISTRO DEL PONTE MORANDI SULLA SEA WATCH
Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Del Rio, sulla Sea Watch 3 accanto alla comandante Carola Rakete
L’ex Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Del Rio deve aver frainteso le parole del Papa “non costruiamo muri ma ponti” infatti proprio mentre si trovava sulla nave di soccorso sono stati fatti esplodere gli ultimi resti del Ponte Morandi, precipitato per evidenti carenze di manutenzione avvenute proprio nel periodo in cui il piddino ha governato il Ministero competente
«Scontro tra opposte fazioni sul molo di Lampedusa dopo che la Sea Watch ha violato il divieto d’ingresso e ha attraccato: da una parte i sostenitori della ong che hanno applaudito la scelta della comandante, dall’altra un gruppo di lampedusani tra cui l’ex vicesindaco Angela Maraventano, che ha urlato e inveito contro i volontari dell’organizzazione – riferisce l’Anda – “E’ una vergogna – ha urlato Maraventano rivolta verso la nave -. Qui non si può venire a fare quello che si vuole, non venite nelle nostra isola se no succede il finimondo”. E poi, “fate scendere i profughi – ha aggiunto rivolgendosi alle forze dell’ordine – e arrestateli tutti”. All’ex vicesindaco ha risposto l’ex sindaco Giusi Nicolini: “Che vuoi tu, chi sei tu per decidere chi deve venire e chi no”. Prima di attraccare, una motovedetta della Guardia di Finanza ha tentato più volte di impedire l’ormeggio fino a quando si è dovuta sfilare per non rimanere incastrata fra la Sea Watch e la banchina.
L’ONE DI SEA WATCH FINANZIATA DAI PROTESTANTI TEDESCHI
La nave Sea Watch 3 che opera nel Mediterraneo con bandiera olandese
«Non avevamo scelta, al comandante, iscritto nel registro degli indagati, non è stata data nessuna soluzione di fronte a uno stato di necessità dichiarato trentasei ore fa e quindi era sua responsabilità portare queste persone in salvo – ha riferito all’Ansa la portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi – La violazione non è stata del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni».
Ieri, venerdì 28 giugno la nave è stata perquisita dalla Guardia di Finanza, quando era ferma a mezzo miglio al largo di Lampedusa. I finanzieri sono saliti a bordo su disposizione dei pm di Agrigento e stanno notificando al comandante Carola Rackete anche l’iscrizione nel registro degli indagati.
IL MINISTRO SALVINI TUONA CONTRO GLI OLANDESI
Il vicepremier Matteo Salvini, Ministro dell’Interno, tuona contro il silenzio degli olandesi
«il comportamento del governo olandese è disgustoso, se ne strafregano di una nave che batte bandiera olandese. Ho scritto alla collega agli Interni del governo olandese, senza avere uno straccio di risposta» aveva commentato furente il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, su Rai Radio1 ad Un giorno da Pecora.
Ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi
Fonti della Farnesina avevano fatto sapere che a seguito del lavoro svolto – su istruzioni del ministro Enzo Moavero Milanesi, in stretta correlazione con la Commissione europea – Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Finlandia sono disponibili ad accogliere migranti imbarcati sulla nave Sea Watch. La portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, ha dichiarato che lo “sforzo solidarietà” con la ridistribuzione dei migranti a bordo tra gli Stati membri Ue «può essere messo in atto solo se e quando lo sbarco sarà permesso».
Non va dimenticato che Moavero, già ministro agli Affari Europei nel Governo Monti, era esponente di Scelta Civica, il partito di banchieri e lobbisti dell’alta finanza che sostiene a costo di qualsiasi sacrificio le politiche dei tecnocrati di Bruxelles e della Bce a discapito di ogni sovranità nazionale.
Che il caso Sea Watch 3, anche alla luce delle nuove disposizioni del Decreto Sicurezza bis approvato dal Governo di Lega-5Stelle, avesse preso una piega differente lo si era capito nei giorni scorsi da due importanti segnali di sostegno alla politica di controllo delle acque territoriali italiane.
In primo luogo quando il Cedu, la Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo, ha rigettato il ricorso della nave che chiedeva tutela umanitaria. Una circostanza eloquente in virtù dei ripetuti pronunciamenti di condanna dell’Italia ad esempio sul carcere duro del 41 nis per gli assassini seriali di mafia.
In secondo luogo proprio quando la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo e indagato la comandante Rakete per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il procuratore capo è infatti Luigi Patronaggio che mise sotto inchiesta Salvini per con l’accusa pesantissima di sequestro di persona aggravto per il caso dei migranti rimasti vari giorni sulla nave Diciotti della Guardia Costiera, prima in mare e poi nel porto, perchè il Ministro dell’Interno non ne aveva autorizzato lo sbarco.
Ora è stato invece lo stesso Patronaggio ad indagare la comandante in un atto che può avere una sola lettura: quando è troppo è troppo. Va infatti ricordato che alla nave era stato ordinato di scaricare i migranti in Libia o in Tunisia ritenuti dall’ong porti non sicuri nonostante le coste tunisine siano mèta di milioni di turisti stranieri ogni anno.
Come scritto nell’incipit Salvini vince dunque il primo match conto la paladina dei migranti Rakete. Ma resterà da capire quali saranno i reali sviluppi giudiziari nei suoi confronti e nei confronti della nave Sea Watch 3. O se invece, come nel caso dell’ex Sindaco di Riace, Mimmo Lucano, i provvedimento restrittivo non sia soltanto un modo per farne una presunta vittima in quella propaganda di accoglienza indiscriminata, tanto predicata dai buonisti radical chic dalle ville blindate lontane dalle periferie delle gang di clandestini senza diritto di soggiorno e della mafia nigeriana, che nuoce gravemente alla salute prima ancora che agli italiani ai migranti stessi.
Nuovi schiavi della globalizzazione mondialista del terzo millennio o risorse preziose soprattutto per la malavita organizzata come emerso da molteplici inchieste e reportage.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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