Dopo un mese di trincea contro la strenua resistenza della sinistra dei "poltronifici", finalmente la RAI ha il suo nuovo presidente: Marcello Foa. Un giornalista stimatissimo che in passato è stato oggetto di feroci strali per il suo modo di vedere sempre la realtà dei fatti da un'angolazione diversa, quella della facciata in penombra che rimane sempre celata e fuori dalla portata dell'opinione pubblica, tenuta colpevolmente all'oscuro di fatti dei quali avrebbe diritto di sapere. Marcello Foa, è stato a lungo firma de Il Giornale, ora dirige il gruppo editoriale svizzero Corriere del Ticino ed è docente di Comunicazione e Giornalismo. Quindi una figura di super garanzia per rinnovare la RAI all'insegna della trasparenza, della qualità e della indipendenza dal "politically correct", che inquina le notizie al punto da far venire una crisi profonda di coscienza a chiunque, giornalisti e operatori della comunicazione, che sentono di non onorare appieno la loro missione di divulgatori. Cominciò a 26 anni la professione di giornalista quando ebbe la fortuna di essere assunto proprio dal grande e indimenticabile Indro Montanelli, del quale lui stesso scrisse: "Era un anarchico conservatore, ma soprattutto un uomo libero che riteneva doveroso per un giornalista pensare con la propria testa, soprattutto quando è scomodo e rischioso uscire dal coro, perché solo così si onora davvero la professione". La lettera che scrisse a Montanelli, e che venne pubblicata nella rubrica "Sul carro degli onesti", fu un attestato di stima e di riconoscenza verso il suo mentore. Un famoso detto recita: "Il discepolo non può essere più grande del suo maestro", ma la grandezza non è comparativa, semmai egualitaria. Tale maestro, tale discepolo. Congratulazioni Presidente Foa.
CINZIA PALMACCI
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