martedì 9 luglio 2019

TOGHE SPORCHE: NEI GUAI ANCHE IL PROCURATORE GENERALE, MATTARELLA SI DIMETTA


LO SCANDALO DELL’INCHIESTA SUI MAGISTRATI
CORROTTI PER PILOTARE PROCESSI E NOMINE
ARRIVA SINO AI VERTICI DELLA GIUSTIZIA E DEL CSM.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA HA VIGILATO
O DORMIVA SONNI TRANQUILLI ALL’OMBRA DEL PD?

__di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

Soltanto in Italia, e forse in altri pochi paesi del mondo sudamericano o africano sotto il controllo CIA, può capitare che il procuratore generale della Corte di Cassazione, massima autorità requirente della Repubblica Italia e membro di diritto del Consiglio Superiore della Magistratura, faccia lo “spione” per informare un collega togato delle indagini a suo carico approdate al CSM, organismo autonomo che dovrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, di autocontrollo e sorveglianza sulle attività dei magistrati.





Le intercettazioni che fanno balzare agli onori della cronaca il nome del PG della Cassazione Riccardo Fuzio nelle indagini per corruzioni sull’ex consigliere Csm e presidente Anm (Associazione Nazionale Magistrati) non sono soltanto l’ennesima riprova della melma in cui sguazzano le toghe di alto livello, a dispetto dei loro colleghi che in migliaia di migliaia svolgono onestamente i loro lavoro. Sono la certezza che una matrice politica soggiace dietro la carriera anche di quei pubblici ministeri che dovrebbero essere imparziali di fronte alla legge da amministrare “in nome del popolo italiano”.





Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Così la tregenda infernale di rapporti tra politica e magistratura, soprattutto implicata con esponenti rossi del Partito Democratico, sta venendo pian piano a galla. Ciò avviene a distanza di pochi giorni da quando la Procura della Corte d’Apello di Messina ha confermato la proroga delle indagini a carico di due magistrati ritenuti ipotetici reponsabili del depistaggio delle indagini sulla strage di Via d’Amelio in cui il 19 luglio 1992 morirono il giudice Paolo Borsellino con cinque agenti della scorta.




Se a distanza di quasi 27 anni ancora non si conoscono i veri nomi di mandanti ed esecutori di quell’attentato dinamitardo dobbiamo ringraziare la Casta Togata che ha badato prima di tutto a proteggere sè stessa ed i propri colleghi sotto inchiesta: proprio come lo stesso procuratore generale Fuzio ha fatto con Palamara chiedendo al CSM la sospensione “facoltativa” dello stipendio per il magistrato accusato di gravi episodi di corruzione che avrebbero fatto finire dietro le sbarre qualsiasi altro cittadino della Repubblica Italiana. E col quale ora risulta implicato…



Ciò si scopre proprio nel momento in cui la mano dei democratici risulta essere stata complice di altri vergognosi reati come quelli sugli affidamenti giudiziari di bambini e minori strappati alle famiglie, con provvedimenti di giudici onorari nominati dal Ministero di Grazia e Giustizia sulla base dei criteri indicati dal Csm, per essere consegnati a comunità protette dove, secondo varie inchieste, tra cui l’ultima dei Carabinieri di Reggio Emilia, sarebbero avvenuti abusi e torture.




DALLE TOGHE ROSSE ALLE TOGHE MARCE

Cercando di nascondere e in qualche modo tutelare le conseguenze giudiziarie per le Toghe Marce la nomenklatura della magistratura italiana svela all’Italia ed al mondo due lapalissiane certezze: la legge non è uguale per tutti e l’influenza della sinistra nella politica della giustizia è tale da risultare uno scudo antiatomico capace di resistere ad ogni attacco.

Il sostituto procuratore Luca Palamara, ex consigliere del Csm e presidente dell’Anm

Alla luce delle ultime vicende in cui l’inchiesta sui presunti atti corruttivi del magistrato Luca Palamara si mescolano con i suoi tentativi di condizionamento delle nomine dei procuratori capo di Roma e Perugia e con i contatti con l’ex ministro del Pd Luca Lotti a giudizio per violazione di segreto istruttorio in merito alle spiate sulla pesante inchiesta Consip, viene da riflettere a fondo sulla raffica di indagini nei confronti dell’ex premier Silvio Berlusconi e su tutta la strategia di Mani Pulite del 1992 ed i suoi successivi sviluppi.

Da essi prese sempre più potere la corrente di sinistra dello scudocrociato e quella moderata del Partito Comunista di Giorgio Napolitano, accusato dall’ex premier socialista Bettino Craxi di ben conoscere il finanziamento illecito ai partiti. Lo stesso Napolitano che finì nell’occhio del ciclone per le intercettazioni, poi distrutte, con l’ex Ministro dell?interno Nicola Mancino nelle indagini sulle trattative Stato-Mafia.


Nel nuovo corso della magistratura post Tangentopoli ha svolto un ruolo fondamentale il pluriministro ex democristiano Sergio Mattarella che, da indagato assolto per una regalia di buoni benzina ricevuti da un mafioso siciliano, è divenuto Presidente della Repubblica e del CSM dopo essere stato nominato membro dell Corte Costituzionale in virtù della sua esperienza da avvocato e della sua veste da deputato del Partito Democratico, ma non sembra essere stato capace di cancellare le ombre del passato.

Quelle sui presunti orientamenti politici delle inchieste dei Di Pietro di turno,. quanto quelle di evidenti collusioni con esponenti della mafia, come Vito Ciancimino, di suo padre Bernardo Mattarella, introdotto alla carriera politica dai militari angloamericani dell’ex Cia (Oss) quando i servizi segreti Usa collaboravano con il boss dei due mondi Lucky Luciano.




Nonostante ciò oggi gli opinionisti del mainstream giornalistico sperano che sia proprio il presidente Mattarella a fare ordine e pulizia in un sistema di collusoni tra politica di sinistra e magistratura proliferato proprio grazie al Partito Democratico che può vantare nel Consiglio Superiore della Magistratura non solo il Capo dello Stato come presidente ma anche il suo vice, ovvero l’avvocato David Ermini, renziano di lungo corso e già responsabile della Giustizia all’interno del Pd.




Ermini oggi grida allo scandalo per le toghe sporche sospettate di plurimi episodi di corruzione ma egli stesso aveva già politicamente “assolto” il compagno di partito Lotti ritenendo che lo scandalo Consip, per gli appalti miliardari pilottati nelle forniture alla pubblica amministrazione dell’ente del Ministero del Tesoro, fosse soltanto una nuvola di cenere. Ma le relazioni pericolose emerse dalle intercettazioni tra il magistrato indagato Palamara, l’ex ministro Lotti presente ai summit con vari pm e giudici del CSM, ed ora persino le spiate del procuratore generale della Cassazioni svelano ben altro…


LE INTERCETTAZIONI SUL PROCURATORE DELLA CASSAZIONE


«Nei giorni scorsi il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha chiesto la sospensione facoltativa dalle funzioni e dello stipendio di Luca Palamara, il pm di Roma indagato a Perugia per corruzione. Oggi, però, il nome di Fuzio compare – in un ruolo di assoluto protagonista – nelle nuove intercettazioni nella vicenda sulle nomine al Csm – scrive Il Fatto Quotidiano – Dai brogliacci che la Guardia di Finanza ha inviato al Consiglio Superiore della Magistratura su disposizione dei pm umbri, emergono le trascrizioni integrali dei colloqui avvenuti il 21 e 22 maggio scorso tra Fuzio e lo stesso Palamara, durante i quali l’alto magistrato (nonché membro di diritto del Consiglio superiore della magistratura) svela al collega indagato le notizie sull’inchiesta di Perugia. Del contenuto delle intercettazioni ne scrive il settimanale L’Espresso sul proprio sito. I due inoltre parlano anche del futuro capo dell’ufficio di Roma che dovrà succedere a Pignatone: “Il problema è lavorare sui numeri” sottolinea Fuzio. I due discutono, inoltre, dell’esposto del pm di Roma Stefano Fava contro i colleghi Paolo Ielo e Giuseppe Pignatone e affrontano il tema delle nomine dei procuratori capo della Capitale e del capoluogo umbro».

Il procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, implicato nelle intercettazioni con il pm inagato Luca Palamara

«Da un colloquio captato dal trojan installato nel cellulare di Palamara, emerge inoltre che Fuzio informa il pm di Roma dell’arrivo al Csm delle carte della procura umbra ed in particolare dell’informativa redatta dalla Gdf in cui si descrivono i pagamenti effettuati dall’imprenditore Centofanti in favore di Palamara – riporta ancora il quotidiano – Quest’ultimo dice: “Perché almeno l’unico modo per controbattere l’informativa è poter darle l’archiviazione, se no che cazzo faccio giusto? Però rimane l’informativa che mi smerda… nessuno gli dice questa cosa qui, questo è gravissimo…qualcuno glielo deve dire, cioè o gli dici chiaro, sennò veramente io perdo la faccia… mi paga il viaggio, l’informativa non l’ho mai letta, non si sa di che importo si parla…qual è l’importo di cui si parla? Si può sapere. Cioè io non so nemmeno quanto è l’importo di cui parliamo”».


Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Ulteriore fango a conferma dei sospetti di tutti quegli italiani che ritengono le alte sfere della magistratura fortemente politicizzate per l’attività delle correnti delle Toghe Rosse. Altra melma che va ad adombrare il lavoro serio, onesto, scrupoloso di molti magistrati. Come quelli di Roma, Perugia e Messina che per le inchieste Consip, Palamara ed omicidio Borsellino non si sono fatti remore a mettere sotto inchiesta i loro colleghi.

In tale contesto il presidente del Csm Sergio Mattarella, sotto la supervisione del quale sono accadute tutte queste vergogne di stato, non ha che un’unica via per ridare senso e dignità alla giustizia: dare le dimissioni da Presidente della Repubblica e dell’organo di sorveglianza e autocontrollo della magistratura che non ha saputo – o voluto – minimamente controllare.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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La mia esperienza con la mafia, la massoneria e il terrorismo. Di Paolo Franceschetti


Due precisazioni prima di iniziare: 1) tutti i fatti che riporteremo in questo paragrafo sono veri e di scanzonato c’è solo il tono, anche perché ritengo sia l’unico modo per affrontare queste cose; 2) le persone di cui faremo i nomi nell’editoriale, hanno dato il loro consenso, anche perché si tratta di vicende apparse su quotidiani nazionali e locali, TG nazionali e altri programmi.


Oltre tre anni fa si presentò a me la mia attuale praticante, Solange Manfredi, con una storia assolutamente particolare. Suo padre era un avvocato e, dopo la sua morte, avvenuta in circostanze poco chiare, lei era venuta in possesso di documenti, informazioni, e altro, scoprendo che il padre, oltre a fare l’avvocato, era appartenente a varie logge massoniche deviate, e riciclava per loro conto denaro proveniente da traffici di armi e droga. La banca svizzera presso cui il padre movimentava i conti illeciti si rifiutava di consegnare gli estratti conto, per ovvi motivi. Lei effettuò varie denunce penali in varie parti d’Italia, ma misteriosamente i fascicoli vennero persi. Dopo varie minacce di morte, essendo a rischio la sua vita le consigliarono di rifugiarsi all’estero e qualcuno le suggerì il Nicaragua.

In quegli anni in Nicaragua – che è terra dove si rifugiano notoriamente tutti gli ex brigatisti rossi latitanti – Solange raccolse i racconti di un ex Brigatista rosso che fece rivelazioni molto gravi in ordine a diversi fatti che riguardavano quegli anni di sangue, oramai dimenticati. Lei registrò tali dichiarazioni all’insaputa di questo tipo (dato che non le bastavano i casini che già aveva involontariamente….pensò bene di andarsene a cercare altri volontariamente). Ad esempio (ma è solo un esempio) tali dichiarazioni aprivano nuovi scenari sul famoso rogo di Primavalle, tragedia in cui morirono due bambini, i fratelli Mattei, nei primi anni settanta. La vicenda è andata a finire ampiamente su quotidiani nazionali e locali, quindi tralasciamo i particolari, come i nomi e i fatti specifici, ora non ci interessano. Non è mia intenzione fare un articolo di cronaca.

Solange avrebbe voluto tornare in Italia, fare pratica legale e diventare avvocato, ma non riusciva a trovare qualcuno che la accettasse come praticante, dato che prenderla in studio equivaleva in una botta sola a portarsi dentro casa mafia, massoneria e BR.

Una volta venuta nel mio studio, mettemmo la mani sulle sue carte, capimmo a fondo la sua vicenda, e ci rendemmo conto che era troppo intricata perché ce ne potessimo occupare noi colleghi.

Comunque la accettammo a fare pratica e io la ospitai per i primi mesi a casa mia. Dopodiché l’ospitalità si è trasformata in una coabitazione stabile, non perché ci amassimo (anzi, avendo due caratteri difficilmente compatibili litighiamo a intervalli regolari) ma perché mi resi conto che era troppo in pericolo per vivere da sola, e quindi la sistemai al piano inferiore della mia casa insieme ai suoi cani.

Decidemmo così di contattare l’avvocato Carlo Palermo, un ex magistrato che nel 1981, a causa di una serie di inchieste che stava svolgendo, sfuggì per un pelo ad un attentato di mafia a Trapani; in quell’attentato morirono però una donna e due bambini. Lui cambiò lavoro e diventò avvocato, e attualmente si occupa di grandi processi, Ustica (era legale di parte civile nel caso Ustica), Moby Prince, ecc. Tra l’altro io avevo letto i libri di Carlo Palermo, anni prima, e mi resi conto che il destino mi aveva fatto uno scherzo non da poco, perché mi aveva consegnato nelle mani le carte del padre di Solange, che erano collegate alle inchieste di cui l’avvocato in passato si era occupato come magistrato: traffici internazionali di armi, droga, ecc., di cui lui parlava nei suoi libri.

Perché abbiamo accettato un incarico come questo pur non essendo molto esperti di queste cose? Il motivo è semplice. Avete presente il personaggio di Garp nel film “Il mondo secondo Garp?” In una delle scene più esilaranti del film Garp va in giro con un agente immobiliare per acquistare una casa; a un certo punto sulla casa che sta per visitare casca un grosso aereo di linea e la distrugge, allora lui grida “la compro!!! È la casa che sognavo!!!”. L’agente immobiliare gli dice “come scusi… ma se è appena stata distrutta da un aereo… perché la vuole comprare?”. Lui risponde… “semplice. Perché così sono assolutamente sicuro che nessun aereo potrà mai piombarmi sulla casa. E’ statisticamente impossibile che una casa possa essere colpita due volte da un aereo, quindi risparmierò anche sui costi dell’assicurazione”.

Bene. Io accettai l’incarico per gli stessi motivi. Perché quando ti capita nella vita un casino del genere è statisticamente impossibile che te ne possano capitare altri peggiori; quindi mi dissi che se sopravvivevo ad una vicenda del genere, avrei potuto affrontare qualsiasi cosa nella vita.

L’esperienza accanto a Solange, che ha anche collaborato con l’avvocato Palermo, mi ha illuminato su tante cose. Come funzionano le istituzioni, come funziona la massoneria, i rapporti tra mafia e massoneria.

Alcuni aneddoti potranno darvi un quadro abbastanza esaustivo dello stato in cui versa la giustizia italiana nelle situazioni più gravi, cioè proprio quelle dove dovrebbe essere più incisivo il suo intervento, in teoria.

Solange, dopo che la magistratura di Roma aveva iniziato un procedimento penale a carico di vari personaggi appartenenti alle BR, oltre a politici mai implicati penalmente in vicende del genere, riceve, come da copione, una serie di minacce, le concedono il porto d’armi e viene messa sotto regime di protezione da parte delle autorità; in quel periodo era seguita da giorni da un auto di cui abbiamo preso il numero di targa; si segnalò il caso agli organi competenti e la targa, da un rapido accertamento, risultò di un’auto presa a noleggio; dopo sei mesi le autorità di polizia preposte alla protezione stavano ancora “facendo accertamenti” per risalire all’utilizzatore. Probabilmente se facevo fare l’accertamento alla figlia di mia sorella, che ha otto anni e guarda sempre il telefim “Carabinieri”, ottenevamo esiti migliori.

In un’occasione le recapitano un proiettile; fin qui tutto bene, perché chiunque sia implicato in vicende di questo tipo sa che è normale ricevere minacce e avvertimenti vari. Dopo pochi giorni, in cui peraltro succedono avvenimenti inquietanti di vario tipo, rientro in casa la sera tardi e la trovo incosciente, avvelenata da estranei che si sono introdotti in casa. Dopo la notte al pronto soccorso, la mattina un funzionario di polizia, dopo ore che ci parlavamo, lancia lì la sua ipotesi: forse dietro questi fatti c’è una mia ex fidanzata, gelosa del fatto che vivo in casa con una donna e ipotizza un rapporto di coppia tra me e Solange. Al che ho detto al funzionario: “mi permetta se mi intrometto nelle sue ipotesi investigative… a parte che l’ultima fidanzata mi ha lasciato lei e quindi non capisco perché dovrebbe essere gelosa di Solange dopo vari mesi; ma soprattutto come avrebbe fatto ad introdursi in casa senza essere vista, specie considerando che fa l’insegnante di yoga e non l’agente della CIA e che, in teoria, dovrebbe esserci pure un servizio di sorveglianza da parte vostra?”

D’altronde non mi meraviglio… Anche il mio amico Ciro Pacilio, condirettore di Altalexmese, ha un’esperienza di mafia, ma molto più grave della mia. Ricordo che due anni fa suo fratello fu ucciso sotto casa da un commando che lo ha crivellato di colpi; costui era un imprenditore napoletano e fu ucciso dopo pochi giorni che era uscito di galera un capo camorra, il quale era stato incriminato anni prima proprio a seguito della denuncia del fratello; la polizia ipotizzava il “movente passionale”.

Mi domando perché non abbiano mai seguito la pista passionale anche nella strage di Capaci.

Se un giorno tornando a casa troverò morta Solange semplificherò la vita alla polizia fornendo loro da subito il nome delle principali persone sospette: Daniela, Mariapaola, Luisa e Laura.

4. Poche semplici regole per affrontare le Brigate Rosse, la mafia e la massoneria deviata, attuabili da chiunque e comodamente da casa.

Bene. Veniamo allora alla parte più importante di questo editoriale, cioè trattiamo la questione del “cosa fare”. Come si può reagire di fronte al fenomeno della mafia, come si può supplire all’inefficienza degli organi dello stato? Quando viene trattato questo tema, lo si fa da un ottica a mio parere sbagliata, puntando il dito sull’inefficienza delle istituzioni, sulla magistratura e sulla politica.

Noi vi daremo alcune semplici istruzioni, ma particolarmente efficaci. L’efficacia è garantita dal fatto che le abbiamo sperimentate in prima persona e siamo ancora vivi.

Iniziamo col dire che sconsigliamo di fare le seguenti cose:

1) studio della causa;

2) individuazioni delle strategie processuali;

3) individuazioni dei giudici competenti e la denuncia ad una procura;

4) affidarsi alla polizia o alle altre forze dell’ordine.

Per esperienza vi dico che non serve a niente, perché le procure si dichiararono tutte “incompetenti” e vi restituiscono i documenti. Nei rari casi in cui il procedimento viene iniziato viene archiviato e comunque misteriosamente il fascicolo si perde immancabilmente.

Se consegnate il dossier con la documentazione a un organo di polizia giudiziaria anche lì misteriosamente il fascicolo scompare.

Occorre invece rivolgersi ad un avvocato esperto in vicende di mafia e massoneria (categoria quasi inesistente), e fare le seguenti cose:

1) Individuare un lavoro alternativo dove la massoneria non abbia agganci (massaggiatore, cameriere, fiorista ecc…)

2) Individuare un buon corso di yoga; possibilmente convertirsi al Buddismo

3) Affrontare il problema con i genitori senza fargli venire un infarto

4) Studiare come si apre una partita IVA e come si fa un ricorso all’agenzia delle entrate per un’ICI non dovuta;

5) Trovare delle risposte adeguate a chi fa domande idiote sul senso del tuo lavoro

6) Organizzare in proprio un’efficiente task force per fronteggiare il problema dell’ inadeguatezza degli organi di polizia e degli uffici giudiziari, comprendente amici di infanzia, fratelli, ecc...

7) Fare una marea di copie di tutti i documenti e metterli al sicuro a casa di fratelli, genitori, colleghi, amici, parenti, in modo che se vi succede qualcosa non si dica “si è suicidato, poverino, era tanto stressato… la direzione di Altalexmese ultimamente lo aveva reso tanto irritabile e nervoso, specie a causa di quell’Enrico Giannini…. Un tipaccio”.

8) Procurarsi una serie di film e telefilm per i momenti di svago; dal momento che dopo qualche mese di queste vicende avrete delle vere e proprie crisi di rigetto, e non riuscirete mai più a vedere film di spionaggio, gialli, e meno che mai film di mafia o simili, né riuscirete mai più a vedere un telegiornale perché vi accorgerete che ogni giorno parlano di idiozie trascurando le cose importanti, vi dirigerete verso i seguenti telefilm che vi consiglio caldamente: Willy principe di Bel Air, Strega per amore, Friends, Sex and the city, Magnum P.I. Fate comunque attenzione perché stanno per uscire in DVD anche le seguenti serie: Happy Days, Genitori in blue jeans, Casa keaton.

1) La prima mossa da fare è: individuazione di un lavoro alternativo alla professione forense, perché una delle vicende più probabili che ti possono capitare in questi casi è che confezionino un falso dossier, e ti facciano una bella denuncia per metterti in condizione di non lavorare più. La prima cosa per affrontare la situazione fu quindi capire che lavoro avremmo potuto svolgere se qualcuno ci avesse bloccato la possibilità di continuare la professione. Riccardo ha il fratello che lavora in un’ erboristeria. Ilaria avrebbe piacere a fare la massaggiatrice o ad aprire una palestra con me. Su questo fronte eravamo tranquilli!

Al lettore attento non sfuggirà che questa sarebbe un’ottima scusa (con se stessi e con gli altri) per tutti coloro che hanno affrontato la carriera forense spinti dai genitori, o da motivazioni comunque in cui non si riconoscono più; nel momento in cui vi radieranno dall’ordine, ad esempio, potrete sempre dire “accidenti… volevo fare l’avvocato ma mi è stato impedito, ed è per questo che ora dipingo (o suono in un complesso guadagnando al massimo 200 euro a settimana facendo qualche serata durante il week end…)”. Insomma, affrontare una causa di mafia e massoneria non è sempre necessariamente un evento negativo della vita, ma può pure rivelarsi una cosa ottima.

2) Passiamo ora ad una delle fasi più delicate; cioè come organizzare in proprio un’efficiente task force per fronteggiare il problema, reclutando i componenti tra fratelli sorelle e amici di infanzia.

Il gruppo operativo dovrà essere composto di più persone ciascuno dotato di una sua competenza specifica. Naturalmente devono esserci degli avvocati, e in questo mi è stato d’aiuto il mio amico Ciro (sempre lui…. il condirettore di Altalex mese che essendo esperto in diritto bancario è stato l’unico per un po’ di tempo in grado di leggere i report dei conti svizzeri del padre di Solange) e tanti altri colleghi viterbesi. A questo nucleo base deve affiancarsi però un nucleo – per così dire – “esterno”, di esperti. Nel nostro caso tale task force era formata dai seguenti elementi: 1) Barbara (quella che fa i viaggi astrali di cui all’editoriale sull’interesse legittimo. V. sub editoriale numero 3/2007 per capire il soggetto più a fondo), insegnante di Shiatsu, incaricata di spiegare a me e Solange i mantra e le tecniche di meditazione più efficaci per rimanere calmi; 2) Baloo il cane di Solange, un golden retriver di 45 chili addetto alla sicurezza; 3) Il mio amico Ottavio, restauratore; di per sé pare che un restauratore non c’entri niente, ma in realtà è l’unico che legge molti gialli e libri di spionaggio e quindi i consigli migliori ce li ha dati lui (io infatti di romanzi ne leggo pochi e sono un appassionato di fumetti di Tex, Zagor, Julia e dell’Uomo Ragno, che sono inservibili per vicende di questo tipo); 4) padre Rolando, un prete carismatico ed eccezionale che in certi casi prevede il futuro ed è un ottimo consigliere spirituale; il quale ha detto di non preoccuparsi perché tanto c’è il Signore che ci protegge (cosa che ha molto tranquillizzato mia madre, che è pure laureata in Teologia ed è insegnante di religione, ma un po’ meno me che non credo ad un Dio creatore, pur non potendone escludere a priori l’esistenza); 5) Luisa, una cartomante. Una cartomante nel gruppo è di fondamentale importanza, secondo me, perché deve essere addetta a capire quali tra le persone attorno sono da considerarsi negative o positive, nonché ad individuare i momenti di pericolo e quelli invece proficui per agire, attraverso la posizione della luna e degli astri. Caselli, o i politici, hanno la loro scorta, ma io ritengo altrettanto efficiente, se non potete permettervi una protezione adeguata, consultare gli astri che è l’unica forma di difesa che ci siamo potuti permettere per anni; se prima di uscire di casa la mia amica mi dice che ho Venere nel segno esco molto più sereno (invece pare sia pericoloso quando nel segno c’è Saturno). Per la verità talvolta ci sono capitati dei casini anche con Venere nel segno, ma poi, analizzata con oggettività la situazione, dopo un attento confronto anche con colleghi più esperti, ci siamo resi conto che il fattaccio era dovuto ad una nostra leggerezza perché non avevamo considerato Mercurio.

Far entrare nella task force una cartomante per la verità ha creato abbastanza discussioni tra noi, perché c’era qualcuno che diceva che le sue previsioni non erano sempre attendibili. Tuttavia si è dimostrata comunque più precisa della polizia. Infatti molte cose – anche se non tutte - le ha azzeccate… ad esempio a febbraio 2006 mi predisse che mi sarei fidanzato a settembre (sempre del 2006) con una ragazza conosciuta in riva a un lago e così avvenne; il 5 agosto conobbi in riva ad un lago una ragazza di nome Laura e il 2 settembre ci fidanzammo. Certo, direte voi, ma che c’entra questo con una vicenda giudiziaria? Lo so, non c’entra proprio un tubo. Però rispetto alla polizia, che invece ipotizza che le mie ex fidanzate gelose recapitino proiettili ed entrino in casa per avvelenare Solange, mi pare sempre un passo avanti.
3) Frequentare un corso di yoga, o comunque rafforzare le tecniche di controllo di se stessi e rafforzare il proprio senso della vita. Questo passaggio è assolutamente fondamentale per reggere lo stato di tensione che attorno a te vorrebbero crearti. I primi tempi, ad esempio, quando arrivavano delle minacce rimanevo relativamente tranquillo, ma per dormire avevo bisogno del Tavor (che per chi non lo conosce è un ansiolitico eccezionale), altrimenti mi svegliavo continuamente con pensieri non del tutto rosei; ora tramite la meditazione, lo yoga, la pratica buddista ecc…, dormo sonni tranquilli senza ansiolitici anche se è appena arrivata a casa una minaccia di morte. Inoltre le minacce arrivano a Solange, non a me, quindi io me la cavo così: a) penso che in fondo ce l’hanno con lei. b) Visto che ce l’hanno con lei e non con me ho proposto a Solange se comunque, a scanso di equivoci, dormendo su piani separati, non mettiamo una cartello sulla porta con su scritto: “Solange dorme nella stanza al piano di sotto. E per giunta non mi sta neanche molto simpatica e litighiamo spesso”. Per la verità più che lo Yoga consiglio la meditazione buddista, che è ancora più potente. Tra l’altro il buddismo insegna non solo delle tecniche di rilassamento per raggiungere la pace interiore, ma offre una visione della vita e della morte che consentono di affrontare con successo e senza infarto anche le minacce più gravi: ad esempio più volte mi hanno minacciato di morte, ma in genere rispondo “certo che morirò, ma rinascerò pure…”. Solange, invece, che non è buddista, ha chiesto il porto d’armi e si allena al poligono tutte le settimane e le sento dire delle frasi che un buon buddista non direbbe mai, tipo “mi alleno ad estrarre velocemente perché se non ti uccidono al primo colpo, oppure se sbagliano, posso estrarre in un secondo e sparare X colpi in X secondi…”. Del resto è ancora immatura e deve imparare molto; l’esame da avvocato lo darà quest’anno e il compito di un buon dominus non è solo quello di insegnare il diritto, ma il giusto modo per affrontare la professione. Negli anni a venire sono sicuro che cambierà atteggiamento.

5) Far digerire la cosa ai genitori senza fargli venire un infarto. Questo è uno step che i film sulla mafia tipo “La Piovra” non prendono mai in considerazione, eppure vi assicuro che è un problema assolutamente prioritario. Per i primi tempi avevo deciso di non dir nulla ai miei per farli stare tranquilli e ho raccontato un mucchio di balle, quindi alla domanda “ma che cavolo ci fa da te a Viterbo una praticante il cui padre era un avvocato? Ma nello studio del padre non esistevano altri avvocati che potessero farle fare pratica?” Ho detto loro: “ma papà, è da me perchè sono un avvocato abbastanza conosciuto. Collaboro pure con Altalex!” Mi sono sentito come ai tempi in cui misi il carburatore più grosso sulla moto da cross e dicevo loro che era per consumare meno benzina; o quando a 12 anni venni beccato con in un mano un giornale un po’ spinto che si intitolava “Iolanda la figlia del corsaro nero” e dissi loro che mi ero sbagliato, perché pensavo di acquistare un fumetto di pirati; lì per lì, come ai vecchi tempi, hanno bevuto tutto. Poi un giorno hanno notato che Solange va in giro con la pistola sempre appresso; ho provato a dir loro che la pistola è ad aria compressa e nel nostro studio siamo molto giocherelloni e nelle pause giochiamo a soft air; allora mio padre si è arrabbiato e ha iniziato a dire che aveva buttato i soldi per farmi studiare, che sono rimasto il solito cretino che ero a quindici anni, e poi “ma quando ti trovi un lavoro serio anziché stare tutto il giorno su Internet a scrivere su quel sito dove hanno quella chat per rimorchiare…” Quando hanno fatto questo chiaro riferimento ad Altalex (che in effetti la chat ce l’ha, ma finora non ci ho mai rimorchiato) francamente ero tentato di confessare e mi sembrava troppo; ma ho resistito. Infine, a seguito di una serie di telefonate anonime che arrivavano a casa dei miei, ho ceduto e ho raccontato tutto; è toccato spiegare a papà, che è un tipo un po’ ansioso e geloso, che le telefonate anonime non venivano da un amante, anche perché la mamma – peraltro cattolicissima e insegnante di religione – ha settanta anni, ed è anche parecchio sovrappeso, quindi, con tutto il bene che le voglio, e per quanto la veda bellissima, facendo una valutazione oggettiva della situazione, abbiamo dovuto ammettere a malincuore che, non essendo più molto appetibile, era più plausibile la pista massonica.

6) Ma la difficoltà più grande, lo step che definirei lo step degli step, vera chimera per qualunque essere umano con un reddito inferiore al milione di euro l’anno, è trovare il tempo da dedicare a queste vicende. Si perché c’è poco tempo per affrontare la questione di petto come essa meriterebbe, in quanto la vita di ognuno in genere è occupata da altre priorità, ovvero:

a) capire quanto pagare alla cassa forense che comunque, nonostante ore di calcoli, mi manda ugualmente la sanzione;

b) capire se posso scaricare l’IVA dell’auto o no;

c) capire come si fa per adeguarsi a questa maledetta normativa sulla privacy e alle regole del decreto Bersani

d) capire cosa posso scaricare o no per pagare meno tasse (ancora non ho capito se posso scaricare il leasing dell’auto; e devo ancora capire la differenza tra onere deducibile e detraibile, e soprattutto, se il leasing rientra nella prima o seconda categoria);

e) fare ricorso contro l’ufficio delle entrate che inevitabilmente ogni tanto ti manda un avviso di accertamento per cose inspiegabili;

f) scrivere alla RAI che insiste a chiedere il canone nonostante sia stato regolarmente pagato, a Wind che insiste a chiedermi il canone di un contratto disdetto sei anni fa;

g) capire come si apre una partita IVA per un mio cliente che ha un associazione (tempo totale dedicatogli: mezza giornata. Forze impiegate sul campo: una mia amica avvocato incontrata per caso all’ufficio IVA, un mio amico che lavora nel suddetto ufficio, un impiegato che passava di li per caso amico della mia amica e che dopo qualche minuto ha detto “io non ci capisco una mazza; mica possiamo sapere tutto noi che lavoriamo qua dentro” e, infine, superman risolutore del problema, un commercialista incontrato lì per caso che finalmente ci ha dato le dritte giuste);

h) farsi pagare le fatture dai clienti (tempo totale dedicato all’attività: mediamente quattro o cinque giorni al mese…. Il tempo di una vacanza).

Siccome poi ogni tanto, oltre a questi passatempi ameni, sono costretto anche a lavorare, posso dedicare a questa situazione di Solange qualche ora ogni tanto. Anzi, diciamo meglio: della sua situazione se ne occupa lei da sola, mentre noi in studio ci limitiamo a continuare a farle fare pratica legale e darle consigli legali ogni tanto. Non abbiamo tempo, noi, per dedicarci a questi problemi idioti di mafia e terrorismo. Abbiamo la nostra vita noi, e dobbiamo pensare a cose ben più importanti e che diamine!!!

8) Ora c’è un ulteriore step, quello delle discussioni con coloro (non tutti per fortuna) che inevitabilmente ti dicono: “ma perché Solange non lascia perdere tutto e non si dedica ad un’attività più tranquilla, magari a fare solo decreti ingiuntivi e pratiche assicurative? E tu perché la aiuti?” ma il commento a mio parere più demenziale è quello di chi aggiunge con saggezza: “se poi Solange si vuole fare una famiglia forse sarebbe il caso che si trovasse un lavoretto tranquillo”. Questa cosa meriterebbe un più ampio discorso. Mi limito a domandarmi se a Madre Teresa di Calcutta qualcuno le ha mai detto “Ma Teresa, chi te lo fa fare di stare sempre in mezzo a quel branco di cenciosi…? Ma trovati un lavoretto tranquillo in banca e un fidanzato … Ma quando metterai la testa a posto?” o al procuratore Giancarlo Caselli “ma Giancarlo, perché sei andato a Palermo dopo gli omicidi Falcone e Borsellino? Fai domanda come giudice di Pace a Voghera, che almeno li non fai una mazza tutto il giorno e magari ti trovi pure una bella casaliga con cui sistemarti!”

Insomma, cari lettori, applicando le semplici regole sopra esposte, chiunque può affrontare la mafia e la massoneria, senza lamentarsi dell’inefficienza e della corruzione degli organi statali.

Inoltre chiunque può approdare a risultati investigativi più che soddisfacenti in pochi minuti e con minima spesa. Ad esempio, dopo anni di letture specifiche sull’argomento, e forte della mia esperienza, sono giunto alla conclusione che il problema, nel caso Ustica, non è il fatto che si trattasse di un missile lanciato dai servizi segreti francesi, per abbattere l’aereo che viaggiava dietro al DC 9 caduto; né la corruzione degli organi statali, i depistaggi dei servizi segreti, i testimoni che sono tutti morti misteriosamente, suicidandosi ecc... No.

Il problema reale è che l’aereo partì con Saturno nel segno, e se un giorno sugli aerei mettessero anche un astrologo certi fatti non succederebbero più. Ecco perché il PM che ha indagato sul caso Ustica non ha ottenuto una mazza e l’avvocato Carlo Palermo non ha ottenuto nessun risultato.

Lo stesso errore fu fatto anni prima per il caso Moro. Molti hanno detto che ci fu una volontà politica di uccidere Moro. Ma io non sono assolutamente d’accordo e secondo me questa ricostruzione dei fatti è imprecisa, perché non tiene conto che quell’incosciente di Moro uscì di casa con Mercurio che incrociava Marte nella prima casa.

5) Alcuni consigli per affrontare le file in cancelleria e all’Ufficio IVA

Una delle poche cose che non sono mai riuscito a fronteggiare nella vita, a parte il testo di Gazzoni in diritto civile e il Galli di diritto amministrativo, erano le file alla posta, le file in cancelleria, le file nel traffico, la burocrazia idiota. Francamente in questi frangenti la mia visione olistica della vita se ne andava a farsi friggere e mi nascevano pensieri del tipo: ora mi compro un bazooka e sparo ripetuti colpi a queste file di auto e faccio una strage; la prossima volta che vengo all’ufficio IVA mi porto un mitra (qualcuno dei miei clienti potrà fornirmelo, no?), lo occulto sapientemente sotto la tuta da moto ed entro con fare tranquillo, poi appena l’impiegato mi dice che “devo ritornare perché non ho con me il codice X da abbinare all’allegato K, codice che posso trovare sul sito dell’agenzia delle entrate, dopo aver previamente controllato che la mia attività non rientri nell’elenco ministeriale delle apposite attività definite connesse e per cui non occorre la licenza e il nulla osta della ASL” estraggo il mitra e faccio una strage.

Per risolvere il problema delle file ho provato con la meditazione Zen, quattro anni fa, ma non ha funzionato perché la pazienza mi reggeva solo per la prima mezz’ora di fila ma poi passato questo tempo, scoprivo che mi faceva un effetto opposto; in altre parole dopo la prima mezz’ora non riuscivo più a stare calmo e l’effetto peggiorava. Mi capitò di fare una fila alla cancelleria di Roma per effettuare delle notifiche e passato il limite delle due ore mi sono ritrovato a pensare di fare una strage, pianificando metodicamente la nascita di un’ organizzazione dalla sigla BR, composto da colleghi e cancellieri che si sono rotti di questa situazione (da qui il nome: Brigate Rotte); ho pianificato fin nei minimi particolari: basi logistiche (una per ogni cancelleria), capi (le persone più insospettabili: gli stessi cancellieri), metodi di reclutamento; sistema di comunicazione indecifrabile anche ai servizi segreti, cioè frasi in codice scritte negli atti giudiziari degli avvocati (sarebbe sufficiente utilizzare un fraseggio come quello che si trova nel Gazzoni, ad esempio, con subordinate e controsubordinate senza un punto per decine di righe; inserendo qua e là frasi del tipo “procedere piano C: distruzione cancelleria di Bari” nessuno si accorgerebbe del messaggio in codice contenuto nell’atto).

L’estate scorsa, dopo anni di ricerche, ho risolto il problema: un corso di karma yoga che per chi non lo conosce è una forma di yoga che si pratica in movimento. Ora rimango imperturbabile anche quando sono in fila all’ufficio Iva, e così posso dire a 41 anni di aver raggiunto un traguardo importante della mia vita: fare le file senza sbroccare di testa.

6) Consigli finali per migliorare (di poco) il nostro già perfetto sistema giudiziario. E la verità sulla strage di Capaci.

Insomma, cari lettori. Non vi lamentate di come funzionano i nostri uffici giudiziari, il sistema legislativo, la corruzione, ecc… Sono assolutamente contrario ad una riforma della giustizia che, a mio parere, è perfetta così come è.

Per i pignoli, se proprio si vogliono ottenere margini di miglioramento nel funzionamento della giustizia italiana, io farei solo una semplice cosetta: inserire all’università dei corsi di yoga. Ciò che è importante non è come sono fatte le leggi, come sono organizzati gli uffici giudiziari, la riforma della giustizia penale e civile, ecc., ma il controllo della respirazione, risultato che può raggiungersi in poco tempo dedicando agli esercizi di yoga pochi minuti al giorno. Il tempo varia da pochi minuti alle tre ore. Pochi minuti saranno sufficienti per coloro che esercitano la professione forense a Viterbo o Macerata, dove il massimo di una fila in cancelleria è mezz’ora nei giorni di punta; chi invece opera a Napoli deve esercitare diverse ore al giorno.ora nei giorni di punta; chi invece opera a Napoli deve esercitare diverse ore al giorno.,ta, dove il massimo di una fila in can

Se avete problemi più gravi, invece, con mafia e massoneria, o Brigate rosse, non dovete far altro che convertirvi al buddismo. Anche qui il tempo da dedicare agli esercizi è assolutamente personale, e varia da un minimo di un quarto d’ora (un’ora in caso di minacce continue e reiterate) alle tre ore al giorno per i casi più gravi.

Mentre, per risolvere la maggior parte dei misteri italiani, la pianterei di continuare a fare inchieste, processi, ecc…, con un inutile dispendio di soldi pubblici, anche perché si sa che questi processi non hanno mai portato ad alcun risultato giudiziario. La cosa importante da fare sarebbe consultare gli astrologi.

Finora ciò non è stato ancora fatto ma io, grazie alla task force operativa di cui ho parlato al paragrafo 4, ho capito chiaramente perché sono stati uccisi Falcone e Borsellino e finalmente possiamo dire la verità: sono stati uccisi perché avevano Saturno nel segno!

Il vero mistero irrisolto della strage di Capaci invece è perché sia stata uccisa anche la scorta, visto che uno degli agenti era del Capricorno e aveva Venere nel segno, ma ci stiamo lavorando e, se lasciano viva Solange nei prossimi anni, prima o poi lo scopriremo.

L’indecente modo di vestire (anche in Chiesa)



CRISTO SALVATORE

Padre Pio aveva molto a cuore la virtù della purezza, messa, già a quei tempi, a dura prova dalle prime minigonne ed abiti a maniche corte. Egli era, infatti, ben consapevole degli effetti nefasti della moda indecente, che induce molte anime ad acconsentire al peccato grave.

Pio esercitò durante tutta la sua vita la virtù della purezza in grado eroico e, conoscendone il sommo valore per il raggiungimento del Regno dei Cieli, voleva che anche gli altri la conservassero intatta da ogni contaminazione di peccato e la custodissero gelosamente. Della donna Padre Pio aveva un concetto altissimo e ciò lo spingeva a denunciare tutto ciò che denigrava e sviliva la dignità femminile e che riduceva la donna ad un puro oggetto di piacere, in particolare la moda. Già prima degli anni sessanta, quando ancora non imperava la moda delle minigonne lanciata da Mary Quant, prevedendo le future tendenze della moda che avrebbero svestito le donne, Padre Pio si preoccupava di instillare in loro l’amore alla modestia e la decenza nel vestire. Esigeva quindi in modo intransigente che le donne fossero vestite decentemente, come conviene a persone timorate di Dio, prendendo come riferimento di condotta la Madonna, insigne modello di purezza liliale. Il Santo soffrì molto per le mode scandalose, che definiva «un tremendo male» per le anime, perché inducono gli uomini al peccato, ai cattivi pensieri e ai torbidi desideri. Non poteva sopportare che le donne mercificassero il loro corpo vestendo in modo provocante per attirare su di sé l’attenzione maschile con le gonne sopra il ginocchio, con abiti scollati e senza maniche. E a quei tempi non si usavano ancora gli abiti trasparenti, le canottiere che lasciano scoperta la pancia, le gonne e i pantaloni aderenti…

Padre Pio aveva tanto a cuore il problema della purezza che le norme di condotta cristiana riguardo all’abbigliamento diventarono anche oggetto di lettere ai suoi figli spirituali. Si legge infatti nell’Epistolario: «Le donne che cercano la vanità delle vesti non possono mai vestirsi della vita di Gesù Cristo e codeste perdono ogni ornamento dell’anima, non appena entra questo idolo nei loro cuori. Il loro abito, come vuole san Paolo, sia decentemente e modestamente ornato, però senza conciature di crini, senza oro, senza gemme, senza vesti che abbiano sentore di lusso e ostentazione di fasto». In questo, il Santo del Gargano si riallacciava mirabilmente al messaggio della Madonna di Fatima, che aveva preannunciato alla beata Giacinta, la più piccola dei tre pastorelli, la venuta di mode che avrebbero offeso Nostro Signore. Tutte le figlie spirituali di Padre Pio seguirono il suo accorato consiglio di allungare l’orlo della gonna fin sotto il polpaccio per controbilanciare, con questa loro penitenza, il male che facevano le altre donne col portare le minigonne. In confessionale, Padre Pio sbatteva molto spesso lo sportello in faccia alle penitenti che si presentavano in abiti disdicevoli alla sacralità del luogo, in gonne sopra il ginocchio e con camicette senza maniche o a maniche corte. Redarguiva con durezza anche quelle donne che, prima di presentarsi a lui, aprivano la cerniera e facevano scendere la gonna perché sembrasse più lunga. Spesso si sentivano frasi simili: «Pagliaccio…», «Vestiti da cristiana!», «Sciagurata, va ‘ a vestirti!», «Ti segherei le braccia… perché soffriresti di meno di quello che soffriresti in Purgatorio… le carni scoperte bruceranno!» Un giorno, una signora, per andare a confessarsi da lui, si allungò occasionalmente la gonna, ma il Santo se ne accorse e la mandò via. Il pomeriggio la stessa signora fu presentata al Padre come una grande benefattrice, ed egli dispiaciuto disse: «E io stamattina ti ho dato il benservito». Ma la signora, che aveva imparato la lezione, lo ringraziò amabilmente per la riprensione. Neppure gli uomini uscirono indenni dalla crociata di Padre Pio sulla decenza nel vestire. Ad un uomo, che era andato a confessarsi da lui in maglietta a mezze maniche, intimò con una fermezza che non ammetteva repliche: «’Vagliò, o ti allunghi le maniche o ti accorci le braccia!».

Cosa direbbe oggi Padre Pio a quegli uomini che vanno in chiesa e alla Santa Messa in tenuta da spiaggia, in braghette corte e canottiera?

Anche con i bambini, per un fine pedagogico, Padre Pio fu inflessibile. Una volta gli fu condotto un gruppo di bambini per ricevere la sua benedizione. Era estate e faceva molto caldo: i bambini indossavano i pantaloncini corti. Appena Padre Pio li vide in quella tenuta, li mandò via tutti dicendo loro: «Andate prima a vestirvi». Poi spiegò ai presenti: «Devono imparare da piccoli a conservare la loro dignità».

“Desidero che voi tutti, miei carissimi figli spirituali, attacchiate con l’esempio e senza alcun rispetto umano una santa battaglia contro la moda indecente.

Immagine correlata

Dio sarà con voi e vi salverà!…

Le donne che cercano la vanità nelle vesti non possono mai appartenere a Cristo, e codeste perdono ogni ornamento dell’anima non appena questo idolo entra nei loro cuori. Si guardino da ogni vanità nei loro vestimenti, perché il Signore permette la caduta di queste anime per tali vanità”. (San Pio da Pietrelcina).

LITURGIA DI OGGI, PREGHIERE E DEVOZIONI DI LUGLIO


PREGHIERE DEL GIORNO
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Martedì 09 Luglio 2019
  
  


DEVOZIONI DEL GIORNO



 Mese di Luglio dedicato al PREZIOSISSIMO SANGUE

  SANTO ROSARIO  da recitare on-line 


  VANGELI 





LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Gen 32,23-33
Dal libro della Gènesi

In quei giorni, di notte Giacobbe si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi.
Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.
Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.
Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: «Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».
Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all’anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quell’uomo aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.


  SALMO  

Sal 16
Nella giustizia, Signore, contemplerò il tuo volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.

Dal tuo volto venga per me il giudizio,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.

Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.

Custodiscimi come pupilla degli occhi
all’ombra delle tue ali nascondimi.
Io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.


 VANGELO 

Mt 9,32-38
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

lunedì 8 luglio 2019

UN VIDEO CHE MERITA LA MASSIMA DIFFUSIONE!!!


La scrittrice Ornella MARIANI FORNI ha presentato 2 denunce la prima per associazione a delinquere finalizzata alla tratta di immigrazione clandestina contro i quattro/cinque parlamentari del Pd che sono saliti sulla Sea Watch. la seconda nei confronti del Gip Vella di Agrigento. Contatti: informaltvredazione@gmail.com



Vergogna a chi blocca le monetizzazioni di blog e siti perché la verità non è gradita 


UN FUTURO MIGLIORE PER L'AFRICA HA IL VOLTO DI MEGHAN E HARRY D'INGHILTERRA?




C'è l'Africa nel futuro di Meghan e Harry? E non sarebbe una cattiva idea. La coppia starebbe pensando di andare a vivere per qualche anno in Africa, una volta che il bambino sarà svezzato. È quanto scrive il Sunday Times, secondo il quale l'ipotesi nasce da David Manning, ex ambasciatore britannico negli Stati Uniti e oggi consigliere speciale del principe sugli affari internazionali. La sua proposta sarebbe finalizzata a costruire un ruolo "internazionale" per i duchi del Sussex. La trasferta della coppia reale, sulla quale una decisione non sarà presa - anticipa il domenicale britannico - prima del 2020, riguarderà quasi certamente un Paese del Commonwealth. Nel continente africano il consorzio conta ben 19 membri, compresi Sudafrica, Nigeria, Uganda e Ghana. Considerando anche che Meghan è stata recentemente nominata dalla regina Elisabetta II presidente del Queen's Commonwealth Trust, un fondo la cui finalità dichiarata è di promuovere giovani leader che abbiano idee innovative per promuovere un futuro di benessere, usando il network di 53 Paesi che compongono il Commonwealth, pari a un terzo dell'umanità, come sinergia. Meghan, con le sue origini afroamericane, è la donna giusta al posto giusto per fare sue quelle che erano le istanze filantropiche e generose di Lady Diana, alla quale Meghan sarebbe piaciuta molto. Le sue battaglie a favore dell'Africa avrebbero bisogno di eredi, e chi meglio dei suoi figli per portarle avanti? Forse è proprio Meghan, non Kate, la vera erede della principessa Diana. Il destino di Meghan e Harry si lega sempre più a quello dell'Africa, dove la coppia reale ha già intrapreso diverse iniziative di solidarietà. Ora l'Africa può continuare a sperare sul vigore e la freschezza di una giovane coppia innamorata in viaggio sulle orme dell'indimenticabile principessa del popolo.    

Cinzia Palmacci


Grecia, tutte le sfide di Mitsotakis su economia, fisco e immigrazione



SI ALLARGA IL FRONTE SOVRANISTA CON LA GRECIA DI MITSOTAKIS. ADESSO L'ITALIA PUO' CONTARE ANCHE SUL RIGORE GRECO PER ARGINARE IL PROBLEMA DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA. CE LA FARANNO LA GRECIA, L'ITALIA E I PAESI DI VISEGRAD A METTERE ALLE CORDE GERMANIA E FRANCIA EMBLEMI DELL'AUSTERITY UE?....     

Mitsotakis ha promesso snellimento dell’apparato pubblico, lotta al clientelismo, privatizzazioni, liberalizzazioni, taglio delle tasse per aziende e proprietà, investimenti nell’innovazione. L’approfondimento di Pierluigi Mennitti


Alla fine i sondaggi hanno funzionato anche in Grecia e i risultati delle urne hanno ricalcato, voto più voto meno, le previsioni delle ultime settimane. Nessuna sorpresa: dopo 4 anni e mezzo di rivoluzione, prima annunciata poi rinnegata, Alexis Tsipras chiude la sua stagione di governo, almeno per ora. A prendere in mano le redini della Grecia è Kyriakos Mitsotakis, cinquantunenne leader di Nea Demokratia, il partito conservatore che negli anni Novanta aveva trascinato il paese nella crisi finanziaria: a lui e alla sua forza politica in buona parte rinnovata i greci affidano il compito di imboccare una strada diversa per uscire dalla crisi infinita.
Alla ricerca di un orizzonte oltre le strette delle politiche di austerity

Sembra una sorta di ritorno al futuro. La speranza è sempre quella di cinque anni fa, quando Tsipras sbaragliò il sistema politico tradizionale sospinto a furor di popolo: scrollarsi di dosso la tristezza della crisi, immaginare un orizzonte oltre i diktat della Troika. Dopo una breve danza sull’orlo della Grexit, Tsipras ha però allontanato gli elementi più radicali del suo governo allineandosi alle direttive dell’Europa a trazione tedesca: la Grecia ha evitato il collasso ma, se la crisi è stata lunga, la ripresa lo è ancor di più. Così nel paese sono tornate suadenti le ricette del liberalismo moderato e modernizzatore che Mitsotakis ha promesso nei suoi comizi in queste lunghe settimane elettorali: snellimento dell’apparato pubblico, lotta al clientelismo, privatizzazioni, liberalizzazioni, taglio delle tasse per aziende e proprietà, investimenti nell’innovazione. Meno timidezze rispetto a Tsipras nella riduzione della spesa pubblica e utilizzare i margini ora concessi da Bruxelles per attirare gli investimenti dall’estero, dare impulso alla produttività e creare le condizioni perché i tanti disoccupati (soprattutto giovani) e gli esodati dall’amministrazione pubblica vengano assorbiti dal settore privato.

Grecia in controtendenza: la voglia di normalità premia un partito tradizionale e ricette neoliberiste

Suona molto anni Ottanta-Novanta del secolo scorso, quando l’ondata liberista si espandeva un po’ dovunque sull’onda delle rivoluzioni tatcheriane e reaganiane. Ricette poi messe in dubbio proprio allo scoppio della grande crisi, ritenute colpevoli di aver accelerato una globalizzazione senza regole e di aver aperto la strada allo strapotere della finanza e delle multinazionali sulla politica e sui governi nazionali. E che ora tornano vincenti proprio nel paese che ha sì sofferto la crisi più dura, ma che vi era entrato con squilibri socio-economici così pesanti da aver reso tutto più difficile. L’uomo che inaugurerà in Grecia la stagione del post-populismo è un liberale conservatore, moderato e centrista, che intercetta una richiesta nuova, eppure legittima e comprensibile dopo dieci anni e passa di turbolenze drammatiche: quella della normalità. Così mentre altrove si accentuano le spinte particolaristiche e populistiche (di destra e di sinistra), con l’ascesa di partiti monotematici un tempo minori e il crollo dei vecchi partiti di massa totalizzanti, sulle sponde dell’Egeo torna in auge una forza tradizionale. Nea Demokratia ottiene addirittura il 40 per cento, percentuale che altre forze conservatrici possono al momento solo sognare, conquista la maggioranza assoluta dei seggi che gli consentirà di governare da solo e imposta la sfida alla recessione sulla base di precetti neoliberisti.
Il peso della questione migranti

Sul piano sociale non va trascurato un altro tema che ha squassato in molti paesi il sistema dei partiti tradizionali (e in Gran Bretagna ha dato forse il colpo di reni decisivo per la Brexit): l’immigrazione. Il flusso per entrare in Europa attraverso la Grecia non si è mai completamente arrestato, l’accordo stilato dall’Ue (in realtà da Merkel) con la Turchia è, secondo le autorità greche, un colabrodo, il paese in crisi ha potuto destinare poche risorse all’accoglienza e alla gestione burocratica dei migranti e così la popolazione, specie nelle isole egee vicine alla Turchia, ha perso la pazienza e ha votato Mitsotakis che promette più legge e ordine.
La sfida più difficile: resistere alla tradizione clientelar-familista dei partiti greci

Ora il nuovo premier è atteso alla prova più difficile, quella che tutti i capi di governo degli ultimi decenni hanno in Grecia fallito: quella del buon governo e dell’applicazione delle promesse fatte. Il mondo economico e finanziario ha lanciato segnali di speranza, la borsa di Atene ha inanellato una seduta record dietro l’altra da quando il voto europeo di oltre un mese fa aveva fatto intravedere la svolta vicina. C’è la convinzione che solo una politica finalizzata all’aumento della produttività e alla crescita economica possa strappare i giovani dal doppio destino della disoccupazione e dell’emigrazione. C’è da mobilitare un ceto medio nuovo che ha una gran voglia di scrollarsi di dosso gli aggettivi negativi che da anni si accompagnano a qualsiasi cosa sappia di Grecia. C’è da rimettere in moto i grandi progetti infrastrutturali, in parte fermati dalla crisi, in parte messi da parte da Tsipras per diffidenze ideologiche. E augurarsi che Mitsotakis sia capace di sfuggire alla tradizione clientelar-familista che in Grecia non ha risparmiato nessun partito, a cominciare dal suo. I primi mesi saranno decisivi per capire se la carta Mitsotakis potrà funzionare o sarà stata l’ennesima illusione. E se Atene può indicare una diversa via ai paesi europei ancora impigliati in economie stagnanti o se tornerà a percorrere la strada senza orizzonte (oggi neppure elettorale) delle clientele e dell’immobilismo.

LITURGIA E PREGHIERE DEL GIORNO


PREGHIERE DEL GIORNO
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Lunedì 08 Luglio 2018




LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -






  PRIMA LETTURA 

Gen 28,10-22
Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.
Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto».
Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».
La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.
Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio».


  SALMO  

Sal 90
Mio Dio, in te confido.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui».


 VANGELO 

Mt 9,18-26
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.