martedì 9 luglio 2019

La mia esperienza con la mafia, la massoneria e il terrorismo. Di Paolo Franceschetti


Due precisazioni prima di iniziare: 1) tutti i fatti che riporteremo in questo paragrafo sono veri e di scanzonato c’è solo il tono, anche perché ritengo sia l’unico modo per affrontare queste cose; 2) le persone di cui faremo i nomi nell’editoriale, hanno dato il loro consenso, anche perché si tratta di vicende apparse su quotidiani nazionali e locali, TG nazionali e altri programmi.


Oltre tre anni fa si presentò a me la mia attuale praticante, Solange Manfredi, con una storia assolutamente particolare. Suo padre era un avvocato e, dopo la sua morte, avvenuta in circostanze poco chiare, lei era venuta in possesso di documenti, informazioni, e altro, scoprendo che il padre, oltre a fare l’avvocato, era appartenente a varie logge massoniche deviate, e riciclava per loro conto denaro proveniente da traffici di armi e droga. La banca svizzera presso cui il padre movimentava i conti illeciti si rifiutava di consegnare gli estratti conto, per ovvi motivi. Lei effettuò varie denunce penali in varie parti d’Italia, ma misteriosamente i fascicoli vennero persi. Dopo varie minacce di morte, essendo a rischio la sua vita le consigliarono di rifugiarsi all’estero e qualcuno le suggerì il Nicaragua.

In quegli anni in Nicaragua – che è terra dove si rifugiano notoriamente tutti gli ex brigatisti rossi latitanti – Solange raccolse i racconti di un ex Brigatista rosso che fece rivelazioni molto gravi in ordine a diversi fatti che riguardavano quegli anni di sangue, oramai dimenticati. Lei registrò tali dichiarazioni all’insaputa di questo tipo (dato che non le bastavano i casini che già aveva involontariamente….pensò bene di andarsene a cercare altri volontariamente). Ad esempio (ma è solo un esempio) tali dichiarazioni aprivano nuovi scenari sul famoso rogo di Primavalle, tragedia in cui morirono due bambini, i fratelli Mattei, nei primi anni settanta. La vicenda è andata a finire ampiamente su quotidiani nazionali e locali, quindi tralasciamo i particolari, come i nomi e i fatti specifici, ora non ci interessano. Non è mia intenzione fare un articolo di cronaca.

Solange avrebbe voluto tornare in Italia, fare pratica legale e diventare avvocato, ma non riusciva a trovare qualcuno che la accettasse come praticante, dato che prenderla in studio equivaleva in una botta sola a portarsi dentro casa mafia, massoneria e BR.

Una volta venuta nel mio studio, mettemmo la mani sulle sue carte, capimmo a fondo la sua vicenda, e ci rendemmo conto che era troppo intricata perché ce ne potessimo occupare noi colleghi.

Comunque la accettammo a fare pratica e io la ospitai per i primi mesi a casa mia. Dopodiché l’ospitalità si è trasformata in una coabitazione stabile, non perché ci amassimo (anzi, avendo due caratteri difficilmente compatibili litighiamo a intervalli regolari) ma perché mi resi conto che era troppo in pericolo per vivere da sola, e quindi la sistemai al piano inferiore della mia casa insieme ai suoi cani.

Decidemmo così di contattare l’avvocato Carlo Palermo, un ex magistrato che nel 1981, a causa di una serie di inchieste che stava svolgendo, sfuggì per un pelo ad un attentato di mafia a Trapani; in quell’attentato morirono però una donna e due bambini. Lui cambiò lavoro e diventò avvocato, e attualmente si occupa di grandi processi, Ustica (era legale di parte civile nel caso Ustica), Moby Prince, ecc. Tra l’altro io avevo letto i libri di Carlo Palermo, anni prima, e mi resi conto che il destino mi aveva fatto uno scherzo non da poco, perché mi aveva consegnato nelle mani le carte del padre di Solange, che erano collegate alle inchieste di cui l’avvocato in passato si era occupato come magistrato: traffici internazionali di armi, droga, ecc., di cui lui parlava nei suoi libri.

Perché abbiamo accettato un incarico come questo pur non essendo molto esperti di queste cose? Il motivo è semplice. Avete presente il personaggio di Garp nel film “Il mondo secondo Garp?” In una delle scene più esilaranti del film Garp va in giro con un agente immobiliare per acquistare una casa; a un certo punto sulla casa che sta per visitare casca un grosso aereo di linea e la distrugge, allora lui grida “la compro!!! È la casa che sognavo!!!”. L’agente immobiliare gli dice “come scusi… ma se è appena stata distrutta da un aereo… perché la vuole comprare?”. Lui risponde… “semplice. Perché così sono assolutamente sicuro che nessun aereo potrà mai piombarmi sulla casa. E’ statisticamente impossibile che una casa possa essere colpita due volte da un aereo, quindi risparmierò anche sui costi dell’assicurazione”.

Bene. Io accettai l’incarico per gli stessi motivi. Perché quando ti capita nella vita un casino del genere è statisticamente impossibile che te ne possano capitare altri peggiori; quindi mi dissi che se sopravvivevo ad una vicenda del genere, avrei potuto affrontare qualsiasi cosa nella vita.

L’esperienza accanto a Solange, che ha anche collaborato con l’avvocato Palermo, mi ha illuminato su tante cose. Come funzionano le istituzioni, come funziona la massoneria, i rapporti tra mafia e massoneria.

Alcuni aneddoti potranno darvi un quadro abbastanza esaustivo dello stato in cui versa la giustizia italiana nelle situazioni più gravi, cioè proprio quelle dove dovrebbe essere più incisivo il suo intervento, in teoria.

Solange, dopo che la magistratura di Roma aveva iniziato un procedimento penale a carico di vari personaggi appartenenti alle BR, oltre a politici mai implicati penalmente in vicende del genere, riceve, come da copione, una serie di minacce, le concedono il porto d’armi e viene messa sotto regime di protezione da parte delle autorità; in quel periodo era seguita da giorni da un auto di cui abbiamo preso il numero di targa; si segnalò il caso agli organi competenti e la targa, da un rapido accertamento, risultò di un’auto presa a noleggio; dopo sei mesi le autorità di polizia preposte alla protezione stavano ancora “facendo accertamenti” per risalire all’utilizzatore. Probabilmente se facevo fare l’accertamento alla figlia di mia sorella, che ha otto anni e guarda sempre il telefim “Carabinieri”, ottenevamo esiti migliori.

In un’occasione le recapitano un proiettile; fin qui tutto bene, perché chiunque sia implicato in vicende di questo tipo sa che è normale ricevere minacce e avvertimenti vari. Dopo pochi giorni, in cui peraltro succedono avvenimenti inquietanti di vario tipo, rientro in casa la sera tardi e la trovo incosciente, avvelenata da estranei che si sono introdotti in casa. Dopo la notte al pronto soccorso, la mattina un funzionario di polizia, dopo ore che ci parlavamo, lancia lì la sua ipotesi: forse dietro questi fatti c’è una mia ex fidanzata, gelosa del fatto che vivo in casa con una donna e ipotizza un rapporto di coppia tra me e Solange. Al che ho detto al funzionario: “mi permetta se mi intrometto nelle sue ipotesi investigative… a parte che l’ultima fidanzata mi ha lasciato lei e quindi non capisco perché dovrebbe essere gelosa di Solange dopo vari mesi; ma soprattutto come avrebbe fatto ad introdursi in casa senza essere vista, specie considerando che fa l’insegnante di yoga e non l’agente della CIA e che, in teoria, dovrebbe esserci pure un servizio di sorveglianza da parte vostra?”

D’altronde non mi meraviglio… Anche il mio amico Ciro Pacilio, condirettore di Altalexmese, ha un’esperienza di mafia, ma molto più grave della mia. Ricordo che due anni fa suo fratello fu ucciso sotto casa da un commando che lo ha crivellato di colpi; costui era un imprenditore napoletano e fu ucciso dopo pochi giorni che era uscito di galera un capo camorra, il quale era stato incriminato anni prima proprio a seguito della denuncia del fratello; la polizia ipotizzava il “movente passionale”.

Mi domando perché non abbiano mai seguito la pista passionale anche nella strage di Capaci.

Se un giorno tornando a casa troverò morta Solange semplificherò la vita alla polizia fornendo loro da subito il nome delle principali persone sospette: Daniela, Mariapaola, Luisa e Laura.

4. Poche semplici regole per affrontare le Brigate Rosse, la mafia e la massoneria deviata, attuabili da chiunque e comodamente da casa.

Bene. Veniamo allora alla parte più importante di questo editoriale, cioè trattiamo la questione del “cosa fare”. Come si può reagire di fronte al fenomeno della mafia, come si può supplire all’inefficienza degli organi dello stato? Quando viene trattato questo tema, lo si fa da un ottica a mio parere sbagliata, puntando il dito sull’inefficienza delle istituzioni, sulla magistratura e sulla politica.

Noi vi daremo alcune semplici istruzioni, ma particolarmente efficaci. L’efficacia è garantita dal fatto che le abbiamo sperimentate in prima persona e siamo ancora vivi.

Iniziamo col dire che sconsigliamo di fare le seguenti cose:

1) studio della causa;

2) individuazioni delle strategie processuali;

3) individuazioni dei giudici competenti e la denuncia ad una procura;

4) affidarsi alla polizia o alle altre forze dell’ordine.

Per esperienza vi dico che non serve a niente, perché le procure si dichiararono tutte “incompetenti” e vi restituiscono i documenti. Nei rari casi in cui il procedimento viene iniziato viene archiviato e comunque misteriosamente il fascicolo si perde immancabilmente.

Se consegnate il dossier con la documentazione a un organo di polizia giudiziaria anche lì misteriosamente il fascicolo scompare.

Occorre invece rivolgersi ad un avvocato esperto in vicende di mafia e massoneria (categoria quasi inesistente), e fare le seguenti cose:

1) Individuare un lavoro alternativo dove la massoneria non abbia agganci (massaggiatore, cameriere, fiorista ecc…)

2) Individuare un buon corso di yoga; possibilmente convertirsi al Buddismo

3) Affrontare il problema con i genitori senza fargli venire un infarto

4) Studiare come si apre una partita IVA e come si fa un ricorso all’agenzia delle entrate per un’ICI non dovuta;

5) Trovare delle risposte adeguate a chi fa domande idiote sul senso del tuo lavoro

6) Organizzare in proprio un’efficiente task force per fronteggiare il problema dell’ inadeguatezza degli organi di polizia e degli uffici giudiziari, comprendente amici di infanzia, fratelli, ecc...

7) Fare una marea di copie di tutti i documenti e metterli al sicuro a casa di fratelli, genitori, colleghi, amici, parenti, in modo che se vi succede qualcosa non si dica “si è suicidato, poverino, era tanto stressato… la direzione di Altalexmese ultimamente lo aveva reso tanto irritabile e nervoso, specie a causa di quell’Enrico Giannini…. Un tipaccio”.

8) Procurarsi una serie di film e telefilm per i momenti di svago; dal momento che dopo qualche mese di queste vicende avrete delle vere e proprie crisi di rigetto, e non riuscirete mai più a vedere film di spionaggio, gialli, e meno che mai film di mafia o simili, né riuscirete mai più a vedere un telegiornale perché vi accorgerete che ogni giorno parlano di idiozie trascurando le cose importanti, vi dirigerete verso i seguenti telefilm che vi consiglio caldamente: Willy principe di Bel Air, Strega per amore, Friends, Sex and the city, Magnum P.I. Fate comunque attenzione perché stanno per uscire in DVD anche le seguenti serie: Happy Days, Genitori in blue jeans, Casa keaton.

1) La prima mossa da fare è: individuazione di un lavoro alternativo alla professione forense, perché una delle vicende più probabili che ti possono capitare in questi casi è che confezionino un falso dossier, e ti facciano una bella denuncia per metterti in condizione di non lavorare più. La prima cosa per affrontare la situazione fu quindi capire che lavoro avremmo potuto svolgere se qualcuno ci avesse bloccato la possibilità di continuare la professione. Riccardo ha il fratello che lavora in un’ erboristeria. Ilaria avrebbe piacere a fare la massaggiatrice o ad aprire una palestra con me. Su questo fronte eravamo tranquilli!

Al lettore attento non sfuggirà che questa sarebbe un’ottima scusa (con se stessi e con gli altri) per tutti coloro che hanno affrontato la carriera forense spinti dai genitori, o da motivazioni comunque in cui non si riconoscono più; nel momento in cui vi radieranno dall’ordine, ad esempio, potrete sempre dire “accidenti… volevo fare l’avvocato ma mi è stato impedito, ed è per questo che ora dipingo (o suono in un complesso guadagnando al massimo 200 euro a settimana facendo qualche serata durante il week end…)”. Insomma, affrontare una causa di mafia e massoneria non è sempre necessariamente un evento negativo della vita, ma può pure rivelarsi una cosa ottima.

2) Passiamo ora ad una delle fasi più delicate; cioè come organizzare in proprio un’efficiente task force per fronteggiare il problema, reclutando i componenti tra fratelli sorelle e amici di infanzia.

Il gruppo operativo dovrà essere composto di più persone ciascuno dotato di una sua competenza specifica. Naturalmente devono esserci degli avvocati, e in questo mi è stato d’aiuto il mio amico Ciro (sempre lui…. il condirettore di Altalex mese che essendo esperto in diritto bancario è stato l’unico per un po’ di tempo in grado di leggere i report dei conti svizzeri del padre di Solange) e tanti altri colleghi viterbesi. A questo nucleo base deve affiancarsi però un nucleo – per così dire – “esterno”, di esperti. Nel nostro caso tale task force era formata dai seguenti elementi: 1) Barbara (quella che fa i viaggi astrali di cui all’editoriale sull’interesse legittimo. V. sub editoriale numero 3/2007 per capire il soggetto più a fondo), insegnante di Shiatsu, incaricata di spiegare a me e Solange i mantra e le tecniche di meditazione più efficaci per rimanere calmi; 2) Baloo il cane di Solange, un golden retriver di 45 chili addetto alla sicurezza; 3) Il mio amico Ottavio, restauratore; di per sé pare che un restauratore non c’entri niente, ma in realtà è l’unico che legge molti gialli e libri di spionaggio e quindi i consigli migliori ce li ha dati lui (io infatti di romanzi ne leggo pochi e sono un appassionato di fumetti di Tex, Zagor, Julia e dell’Uomo Ragno, che sono inservibili per vicende di questo tipo); 4) padre Rolando, un prete carismatico ed eccezionale che in certi casi prevede il futuro ed è un ottimo consigliere spirituale; il quale ha detto di non preoccuparsi perché tanto c’è il Signore che ci protegge (cosa che ha molto tranquillizzato mia madre, che è pure laureata in Teologia ed è insegnante di religione, ma un po’ meno me che non credo ad un Dio creatore, pur non potendone escludere a priori l’esistenza); 5) Luisa, una cartomante. Una cartomante nel gruppo è di fondamentale importanza, secondo me, perché deve essere addetta a capire quali tra le persone attorno sono da considerarsi negative o positive, nonché ad individuare i momenti di pericolo e quelli invece proficui per agire, attraverso la posizione della luna e degli astri. Caselli, o i politici, hanno la loro scorta, ma io ritengo altrettanto efficiente, se non potete permettervi una protezione adeguata, consultare gli astri che è l’unica forma di difesa che ci siamo potuti permettere per anni; se prima di uscire di casa la mia amica mi dice che ho Venere nel segno esco molto più sereno (invece pare sia pericoloso quando nel segno c’è Saturno). Per la verità talvolta ci sono capitati dei casini anche con Venere nel segno, ma poi, analizzata con oggettività la situazione, dopo un attento confronto anche con colleghi più esperti, ci siamo resi conto che il fattaccio era dovuto ad una nostra leggerezza perché non avevamo considerato Mercurio.

Far entrare nella task force una cartomante per la verità ha creato abbastanza discussioni tra noi, perché c’era qualcuno che diceva che le sue previsioni non erano sempre attendibili. Tuttavia si è dimostrata comunque più precisa della polizia. Infatti molte cose – anche se non tutte - le ha azzeccate… ad esempio a febbraio 2006 mi predisse che mi sarei fidanzato a settembre (sempre del 2006) con una ragazza conosciuta in riva a un lago e così avvenne; il 5 agosto conobbi in riva ad un lago una ragazza di nome Laura e il 2 settembre ci fidanzammo. Certo, direte voi, ma che c’entra questo con una vicenda giudiziaria? Lo so, non c’entra proprio un tubo. Però rispetto alla polizia, che invece ipotizza che le mie ex fidanzate gelose recapitino proiettili ed entrino in casa per avvelenare Solange, mi pare sempre un passo avanti.
3) Frequentare un corso di yoga, o comunque rafforzare le tecniche di controllo di se stessi e rafforzare il proprio senso della vita. Questo passaggio è assolutamente fondamentale per reggere lo stato di tensione che attorno a te vorrebbero crearti. I primi tempi, ad esempio, quando arrivavano delle minacce rimanevo relativamente tranquillo, ma per dormire avevo bisogno del Tavor (che per chi non lo conosce è un ansiolitico eccezionale), altrimenti mi svegliavo continuamente con pensieri non del tutto rosei; ora tramite la meditazione, lo yoga, la pratica buddista ecc…, dormo sonni tranquilli senza ansiolitici anche se è appena arrivata a casa una minaccia di morte. Inoltre le minacce arrivano a Solange, non a me, quindi io me la cavo così: a) penso che in fondo ce l’hanno con lei. b) Visto che ce l’hanno con lei e non con me ho proposto a Solange se comunque, a scanso di equivoci, dormendo su piani separati, non mettiamo una cartello sulla porta con su scritto: “Solange dorme nella stanza al piano di sotto. E per giunta non mi sta neanche molto simpatica e litighiamo spesso”. Per la verità più che lo Yoga consiglio la meditazione buddista, che è ancora più potente. Tra l’altro il buddismo insegna non solo delle tecniche di rilassamento per raggiungere la pace interiore, ma offre una visione della vita e della morte che consentono di affrontare con successo e senza infarto anche le minacce più gravi: ad esempio più volte mi hanno minacciato di morte, ma in genere rispondo “certo che morirò, ma rinascerò pure…”. Solange, invece, che non è buddista, ha chiesto il porto d’armi e si allena al poligono tutte le settimane e le sento dire delle frasi che un buon buddista non direbbe mai, tipo “mi alleno ad estrarre velocemente perché se non ti uccidono al primo colpo, oppure se sbagliano, posso estrarre in un secondo e sparare X colpi in X secondi…”. Del resto è ancora immatura e deve imparare molto; l’esame da avvocato lo darà quest’anno e il compito di un buon dominus non è solo quello di insegnare il diritto, ma il giusto modo per affrontare la professione. Negli anni a venire sono sicuro che cambierà atteggiamento.

5) Far digerire la cosa ai genitori senza fargli venire un infarto. Questo è uno step che i film sulla mafia tipo “La Piovra” non prendono mai in considerazione, eppure vi assicuro che è un problema assolutamente prioritario. Per i primi tempi avevo deciso di non dir nulla ai miei per farli stare tranquilli e ho raccontato un mucchio di balle, quindi alla domanda “ma che cavolo ci fa da te a Viterbo una praticante il cui padre era un avvocato? Ma nello studio del padre non esistevano altri avvocati che potessero farle fare pratica?” Ho detto loro: “ma papà, è da me perchè sono un avvocato abbastanza conosciuto. Collaboro pure con Altalex!” Mi sono sentito come ai tempi in cui misi il carburatore più grosso sulla moto da cross e dicevo loro che era per consumare meno benzina; o quando a 12 anni venni beccato con in un mano un giornale un po’ spinto che si intitolava “Iolanda la figlia del corsaro nero” e dissi loro che mi ero sbagliato, perché pensavo di acquistare un fumetto di pirati; lì per lì, come ai vecchi tempi, hanno bevuto tutto. Poi un giorno hanno notato che Solange va in giro con la pistola sempre appresso; ho provato a dir loro che la pistola è ad aria compressa e nel nostro studio siamo molto giocherelloni e nelle pause giochiamo a soft air; allora mio padre si è arrabbiato e ha iniziato a dire che aveva buttato i soldi per farmi studiare, che sono rimasto il solito cretino che ero a quindici anni, e poi “ma quando ti trovi un lavoro serio anziché stare tutto il giorno su Internet a scrivere su quel sito dove hanno quella chat per rimorchiare…” Quando hanno fatto questo chiaro riferimento ad Altalex (che in effetti la chat ce l’ha, ma finora non ci ho mai rimorchiato) francamente ero tentato di confessare e mi sembrava troppo; ma ho resistito. Infine, a seguito di una serie di telefonate anonime che arrivavano a casa dei miei, ho ceduto e ho raccontato tutto; è toccato spiegare a papà, che è un tipo un po’ ansioso e geloso, che le telefonate anonime non venivano da un amante, anche perché la mamma – peraltro cattolicissima e insegnante di religione – ha settanta anni, ed è anche parecchio sovrappeso, quindi, con tutto il bene che le voglio, e per quanto la veda bellissima, facendo una valutazione oggettiva della situazione, abbiamo dovuto ammettere a malincuore che, non essendo più molto appetibile, era più plausibile la pista massonica.

6) Ma la difficoltà più grande, lo step che definirei lo step degli step, vera chimera per qualunque essere umano con un reddito inferiore al milione di euro l’anno, è trovare il tempo da dedicare a queste vicende. Si perché c’è poco tempo per affrontare la questione di petto come essa meriterebbe, in quanto la vita di ognuno in genere è occupata da altre priorità, ovvero:

a) capire quanto pagare alla cassa forense che comunque, nonostante ore di calcoli, mi manda ugualmente la sanzione;

b) capire se posso scaricare l’IVA dell’auto o no;

c) capire come si fa per adeguarsi a questa maledetta normativa sulla privacy e alle regole del decreto Bersani

d) capire cosa posso scaricare o no per pagare meno tasse (ancora non ho capito se posso scaricare il leasing dell’auto; e devo ancora capire la differenza tra onere deducibile e detraibile, e soprattutto, se il leasing rientra nella prima o seconda categoria);

e) fare ricorso contro l’ufficio delle entrate che inevitabilmente ogni tanto ti manda un avviso di accertamento per cose inspiegabili;

f) scrivere alla RAI che insiste a chiedere il canone nonostante sia stato regolarmente pagato, a Wind che insiste a chiedermi il canone di un contratto disdetto sei anni fa;

g) capire come si apre una partita IVA per un mio cliente che ha un associazione (tempo totale dedicatogli: mezza giornata. Forze impiegate sul campo: una mia amica avvocato incontrata per caso all’ufficio IVA, un mio amico che lavora nel suddetto ufficio, un impiegato che passava di li per caso amico della mia amica e che dopo qualche minuto ha detto “io non ci capisco una mazza; mica possiamo sapere tutto noi che lavoriamo qua dentro” e, infine, superman risolutore del problema, un commercialista incontrato lì per caso che finalmente ci ha dato le dritte giuste);

h) farsi pagare le fatture dai clienti (tempo totale dedicato all’attività: mediamente quattro o cinque giorni al mese…. Il tempo di una vacanza).

Siccome poi ogni tanto, oltre a questi passatempi ameni, sono costretto anche a lavorare, posso dedicare a questa situazione di Solange qualche ora ogni tanto. Anzi, diciamo meglio: della sua situazione se ne occupa lei da sola, mentre noi in studio ci limitiamo a continuare a farle fare pratica legale e darle consigli legali ogni tanto. Non abbiamo tempo, noi, per dedicarci a questi problemi idioti di mafia e terrorismo. Abbiamo la nostra vita noi, e dobbiamo pensare a cose ben più importanti e che diamine!!!

8) Ora c’è un ulteriore step, quello delle discussioni con coloro (non tutti per fortuna) che inevitabilmente ti dicono: “ma perché Solange non lascia perdere tutto e non si dedica ad un’attività più tranquilla, magari a fare solo decreti ingiuntivi e pratiche assicurative? E tu perché la aiuti?” ma il commento a mio parere più demenziale è quello di chi aggiunge con saggezza: “se poi Solange si vuole fare una famiglia forse sarebbe il caso che si trovasse un lavoretto tranquillo”. Questa cosa meriterebbe un più ampio discorso. Mi limito a domandarmi se a Madre Teresa di Calcutta qualcuno le ha mai detto “Ma Teresa, chi te lo fa fare di stare sempre in mezzo a quel branco di cenciosi…? Ma trovati un lavoretto tranquillo in banca e un fidanzato … Ma quando metterai la testa a posto?” o al procuratore Giancarlo Caselli “ma Giancarlo, perché sei andato a Palermo dopo gli omicidi Falcone e Borsellino? Fai domanda come giudice di Pace a Voghera, che almeno li non fai una mazza tutto il giorno e magari ti trovi pure una bella casaliga con cui sistemarti!”

Insomma, cari lettori, applicando le semplici regole sopra esposte, chiunque può affrontare la mafia e la massoneria, senza lamentarsi dell’inefficienza e della corruzione degli organi statali.

Inoltre chiunque può approdare a risultati investigativi più che soddisfacenti in pochi minuti e con minima spesa. Ad esempio, dopo anni di letture specifiche sull’argomento, e forte della mia esperienza, sono giunto alla conclusione che il problema, nel caso Ustica, non è il fatto che si trattasse di un missile lanciato dai servizi segreti francesi, per abbattere l’aereo che viaggiava dietro al DC 9 caduto; né la corruzione degli organi statali, i depistaggi dei servizi segreti, i testimoni che sono tutti morti misteriosamente, suicidandosi ecc... No.

Il problema reale è che l’aereo partì con Saturno nel segno, e se un giorno sugli aerei mettessero anche un astrologo certi fatti non succederebbero più. Ecco perché il PM che ha indagato sul caso Ustica non ha ottenuto una mazza e l’avvocato Carlo Palermo non ha ottenuto nessun risultato.

Lo stesso errore fu fatto anni prima per il caso Moro. Molti hanno detto che ci fu una volontà politica di uccidere Moro. Ma io non sono assolutamente d’accordo e secondo me questa ricostruzione dei fatti è imprecisa, perché non tiene conto che quell’incosciente di Moro uscì di casa con Mercurio che incrociava Marte nella prima casa.

5) Alcuni consigli per affrontare le file in cancelleria e all’Ufficio IVA

Una delle poche cose che non sono mai riuscito a fronteggiare nella vita, a parte il testo di Gazzoni in diritto civile e il Galli di diritto amministrativo, erano le file alla posta, le file in cancelleria, le file nel traffico, la burocrazia idiota. Francamente in questi frangenti la mia visione olistica della vita se ne andava a farsi friggere e mi nascevano pensieri del tipo: ora mi compro un bazooka e sparo ripetuti colpi a queste file di auto e faccio una strage; la prossima volta che vengo all’ufficio IVA mi porto un mitra (qualcuno dei miei clienti potrà fornirmelo, no?), lo occulto sapientemente sotto la tuta da moto ed entro con fare tranquillo, poi appena l’impiegato mi dice che “devo ritornare perché non ho con me il codice X da abbinare all’allegato K, codice che posso trovare sul sito dell’agenzia delle entrate, dopo aver previamente controllato che la mia attività non rientri nell’elenco ministeriale delle apposite attività definite connesse e per cui non occorre la licenza e il nulla osta della ASL” estraggo il mitra e faccio una strage.

Per risolvere il problema delle file ho provato con la meditazione Zen, quattro anni fa, ma non ha funzionato perché la pazienza mi reggeva solo per la prima mezz’ora di fila ma poi passato questo tempo, scoprivo che mi faceva un effetto opposto; in altre parole dopo la prima mezz’ora non riuscivo più a stare calmo e l’effetto peggiorava. Mi capitò di fare una fila alla cancelleria di Roma per effettuare delle notifiche e passato il limite delle due ore mi sono ritrovato a pensare di fare una strage, pianificando metodicamente la nascita di un’ organizzazione dalla sigla BR, composto da colleghi e cancellieri che si sono rotti di questa situazione (da qui il nome: Brigate Rotte); ho pianificato fin nei minimi particolari: basi logistiche (una per ogni cancelleria), capi (le persone più insospettabili: gli stessi cancellieri), metodi di reclutamento; sistema di comunicazione indecifrabile anche ai servizi segreti, cioè frasi in codice scritte negli atti giudiziari degli avvocati (sarebbe sufficiente utilizzare un fraseggio come quello che si trova nel Gazzoni, ad esempio, con subordinate e controsubordinate senza un punto per decine di righe; inserendo qua e là frasi del tipo “procedere piano C: distruzione cancelleria di Bari” nessuno si accorgerebbe del messaggio in codice contenuto nell’atto).

L’estate scorsa, dopo anni di ricerche, ho risolto il problema: un corso di karma yoga che per chi non lo conosce è una forma di yoga che si pratica in movimento. Ora rimango imperturbabile anche quando sono in fila all’ufficio Iva, e così posso dire a 41 anni di aver raggiunto un traguardo importante della mia vita: fare le file senza sbroccare di testa.

6) Consigli finali per migliorare (di poco) il nostro già perfetto sistema giudiziario. E la verità sulla strage di Capaci.

Insomma, cari lettori. Non vi lamentate di come funzionano i nostri uffici giudiziari, il sistema legislativo, la corruzione, ecc… Sono assolutamente contrario ad una riforma della giustizia che, a mio parere, è perfetta così come è.

Per i pignoli, se proprio si vogliono ottenere margini di miglioramento nel funzionamento della giustizia italiana, io farei solo una semplice cosetta: inserire all’università dei corsi di yoga. Ciò che è importante non è come sono fatte le leggi, come sono organizzati gli uffici giudiziari, la riforma della giustizia penale e civile, ecc., ma il controllo della respirazione, risultato che può raggiungersi in poco tempo dedicando agli esercizi di yoga pochi minuti al giorno. Il tempo varia da pochi minuti alle tre ore. Pochi minuti saranno sufficienti per coloro che esercitano la professione forense a Viterbo o Macerata, dove il massimo di una fila in cancelleria è mezz’ora nei giorni di punta; chi invece opera a Napoli deve esercitare diverse ore al giorno.ora nei giorni di punta; chi invece opera a Napoli deve esercitare diverse ore al giorno.,ta, dove il massimo di una fila in can

Se avete problemi più gravi, invece, con mafia e massoneria, o Brigate rosse, non dovete far altro che convertirvi al buddismo. Anche qui il tempo da dedicare agli esercizi è assolutamente personale, e varia da un minimo di un quarto d’ora (un’ora in caso di minacce continue e reiterate) alle tre ore al giorno per i casi più gravi.

Mentre, per risolvere la maggior parte dei misteri italiani, la pianterei di continuare a fare inchieste, processi, ecc…, con un inutile dispendio di soldi pubblici, anche perché si sa che questi processi non hanno mai portato ad alcun risultato giudiziario. La cosa importante da fare sarebbe consultare gli astrologi.

Finora ciò non è stato ancora fatto ma io, grazie alla task force operativa di cui ho parlato al paragrafo 4, ho capito chiaramente perché sono stati uccisi Falcone e Borsellino e finalmente possiamo dire la verità: sono stati uccisi perché avevano Saturno nel segno!

Il vero mistero irrisolto della strage di Capaci invece è perché sia stata uccisa anche la scorta, visto che uno degli agenti era del Capricorno e aveva Venere nel segno, ma ci stiamo lavorando e, se lasciano viva Solange nei prossimi anni, prima o poi lo scopriremo.

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