venerdì 24 maggio 2019

LE MANI DI SOROS SUL CALCIO MERCATO

ECCO IL MOTIVO DELLA FELPA DI PEPPE GUARDIOLA CON LA SCRITTA "OPEN ARMS" E DELLA SUA GENEROSA DONAZIONE PER RIPARARE LA NAVE ONG PROACTIVA OPEN ARMS DI SOROS

Risultati immagini per immagini di Pep Guardiola con la felpa open arms


Forbes ha pubblicato la lista dei 25 hedge found ed investitori che hanno guadagnato di piu’ nel 2013. Al primo posto c’e’ George Soros che lo scorso anno ha incassato quattro miliardi di dollari, al secondo posto David Tepper, il fondatore di Appaloosa Management ha guadagnato 3,5 miliardi di dollari; sull’ultimo gradino del podio Steve Cohen con 2,3 miliardi di dollari, mentre John Paulson e’ quarto a 1,9 miliardi e con Carl Icahn che e’ “solo” quinto con 1,7 miliardi. Soros è il fondatore del Soros Fund Management.

Era il 21 agosto 2012 quando i giornali britannici, ed in seguito quelli del resto del mondo, parlavano della grande scommessa del più grande investitore del mondo, una partecipazione del 7,85% nel club inglese del Manchester United, che si tradusse in circa 3,1 milioni in azioni ordinarie di classe A, in un deposito SEC. L’investitore miliardario acquistò i titoli attraverso la sua società di investimento, la Soros Fund Management per mantenerli poi in Quantum Fund. 

Tutto nacque da un IPO attraverso la quale il mitico club vendette 16,6 milioni di azioni di classe A per 14 dollari l’una sollevando circa 233 milioni dollari al lordo delle commissioni e un “giocatore esperto” come Soros non poteva farsi scappare l’occasione di mettere a segno una scommessa così sorprendente, dato che questo tipo di azioni del Manchester United non pagano i dividendi ed essenzialmente non portano ad alcun potere di voto. Come potete leggere nel Database di C&F a partire dall’agosto 2012, infatti, le azioni Manchester United PLC di classe A sono quotate al New York Stock Exchange; a seguito del processo di quotazione, la famiglia Glazer, attraverso la società Red Football LLC, detiene il 57,8% dei titoli di classe A, mentre le azioni Manchester United PLC di categoria B (che incorporano 10 diritti di voto contro un solo diritto di voto delle azioni A) non sono invece quotate e sono detenute integralmente dalla Red Football LLC. Pertanto i diritti di voto della famiglia Glazer nell’assemblea della Manchester United PLC sono pari al 98,7%.

Il colpo di Soros era stato interpretato come un gioco del magnate americano sulla forza del marchio del Manchester United e sui suoi crescenti diritti media relativi alla Premier League inglese; inoltre Soros puntò molto sulla capacità del club di diventare una “macchina di merchandising” attraverso la sua fanbase, stimata all’epoca dei fatti, in 700 milioni di persone in tutto il mondo. Un altro fattore alla base della decisione fu la crescente popolarità del calcio negli Stati Uniti, a cui diede grande impulso la medaglia d’oro vinta dalla nazionale di calcio femminile USA durante le Olimpiadi di Londra. Ora invece l’investitore più famoso e ricco del mondo, colui che nel 1992 costrinse la Banca d’Inghilterra a far uscire la propria moneta dallo SME e a svalutare la sterlina, ritira quasi completamente le sue partecipazioni dal Manchester United, dal 7,85% iniziale al 0,52% attuale, proprio quando i Red Devils si trovano in uno dei momenti calcisticamente e finanziariamente più duri della sua storia.


L’affare Roma sfumato nel 2008

Nel 2008 George Soros fu accostato dalla stampa italiana ad una presunta trattativa per acquistare l’As Roma, un’affare che sembra sia sfumato nell’aprile dello stesso anno a seguito dell’avanzamento di una fantomatica cordata araba disposta ad un’offerta maggiore per l’acquisto del club. Il 10 marzo 2011 l’avvocato Tonucci conferma la trattativa per l’acquisto della società giallorossa e il 16 settembre 2008 durante una conferenza stampa per promuovere l’integrazione dei Rom nell’Unione Europea, ad una domanda precisa in proposito del suo interesse verso il club capitolino Soros risponde così: “curioso ho avuto molta più pubblicità per il mio interesse per la Roma calcio, che per gli anni di devozione dedicati alla causa dei rom”. A chiudere definitivamente le illazioni giornalistiche e le speranze dei tifosi giallorossi.Roma, la stampa estera parla dell’affare Soros
L’indagine della Consob del 2012

Avere il proprio presidente e proprietario in cima alla lista degli investitori più ricchi del mondo molto probabilmente avrebbe giovato alla Roma e alle sue finanze. Ma come mai il fantomatico affare non giunse mai in porto? “Nessuna manifestazione d’interesse, nessuna offerta e nemmeno una partecipazione agli incontri attraverso un rappresentante”. Questo emerse da una indagine Consob in relazione alle azioni dell’As Roma tra il settembre 2007 e il maggio 2008, trama di una storia mai nata tra la società giallorossa e George Soros. L’ipotesi del passaggio del club all’uomo d’affari americano, attraverso la mediazione della merchant bank Inner Circle Sports LLC, non è mai stata concreta. “Le informazioni fornite da ICS alla Consob tramite la SEC (l’organo federale statunitense equivalente della Consob ndr.) hanno confermato quanto sostenuto da Compagnia Italpetroli -si legge negli atti-.


In particolare ICS ha confermato che in nessuno degli incontri con Gianroberto de Giovanni (legale di Compagnia Italpetroli ndr.) e la famiglia Sensi, ha mai partecipato alcun rappresentante di George Soros e che in nessuna occasione è stata mostrata a Gianroberto de Giovanni evidenza documentale degli accordi tra ICS e Soros Fund Management”, così parlavano i documenti della Consob che all’epoca dei fatti furono divulgati da Adnkronos. Alla Consob era inoltre stata inviata dallla SEC la copia del ‘confidentiality agreement’ che avrebbe dovuto vincolare ICS e Soros, ma il documento non era stato firmato dalle parti. Vennero analizzate oltre 80.000 email, ricostruendo le tappe principali della vicenda. “E’ stata rappresentata da parte di terzi, l’esistenza di un possibile interesse di un investitore americano in merito all’investimento nel capitale dell’As Roma; tuttavia, Compagnia Italpetroli non ha mai ricevuto, né direttamente né indirettamente, alcuna manifestazione di interesse, né offerta da parte del suddetto investitore, avente ad oggetto il pacchetto di maggioranza del capitale dell’As Roma”, questo il commento che pose fine ad una trattativa mai nata sui tavoli della finanza e dell’As Roma, ma che ancora doveva scoppiare sulle pagine dei giornali. 

Sarà Steven Horowitz, manager di ICS, in una telefonata all’avv. Gianroberto de Giovanni, legale del gruppo Italpetroli il 25 marzo 2008 ha svelare che il potenziale investitore era George Soros. Il 3 giugno 2008, su richiesta della Consob, Soros Fund Management diffuse un comunicato nel quale il magnate dichiarava di non avere alcun interesse nel condurre l’operazione. La nota ha posto fine a mesi di ipotesi attorno al nome di un personaggio che, secondo la valutazione della Consob, non ha mai manifestato un interesse concreto e tantomeno presentato un’offerta.



PROPONIMENTO DEL GIORNO


Oggi dedicherò tempo all'ascolto degli altri, prima forma di attenzione verso il mio prossimo.


LITURGIA DEL GIORNO


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  




 PRIMA LETTURA 

At 15,22-31
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli.
E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l’assemblea, consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva.


 SALMO 

Sal 56
Ti loderò fra i popoli, Signore.

Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.

Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.


 VANGELO 

Gv 15,12-17
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

giovedì 23 maggio 2019

PROPONIMENTO DI OGGI


Penserò all'occasione che mi ha fatto ricadere nei peccati, e mi adopererò per fuggirla in avvenire.


LITURGIA DI OGGI


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  




 PRIMA LETTURA 

At 15,7-21
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, poiché era sorta una grande discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che, già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede. Ora dunque, perché tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati, così come loro».
Tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro.
Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere dalle genti un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: “Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta; ne riedificherò le rovine e la rialzerò, perché cerchino il Signore anche gli altri uomini e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che fa queste cose, note da sempre”. Per questo io ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio, ma solo che si ordini loro di astenersi dalla contaminazione con gli idoli, dalle unioni illegittime, dagli animali soffocati e dal sangue. Fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe».


  SALMO  

Sal 95
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.


 VANGELO 

Gv 15,9-11
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

mercoledì 22 maggio 2019

Export armi: l’Italia ne vende la metà in Africa e Medio Oriente



Mk 83 installate dalla US Navy sui propri velivoli


La relazione sull'export italiano di armamenti 2018 conferma il trend: gran parte della produzione di armi italiane finisce in regioni calde del mondo, come Africa e Medio Oriente. Il valore delle autorizzazioni è dimezzato, ma è un calo fisiologico. Mentre la vendita di armi continua verso l'Egitto di Al Sisi e l'Arabia Saudita impegnata nella guerra in Yemen



È stata pubblicata il 13 maggio sul sito della Camera dei Deputati la Relazione governativa sull’export italiano di armamenti (qui il primo e qui il secondo volume) che riporta i dati di autorizzazione e delle consegne riferiti al 2018.

La Rete italiana per il disarmo ne ha fatto un’ampia analisi, alla quale rimando. Vorrei concentrare l’attenzione qui su tre questioni che emergono dalla relazione, ma che non sono oggetto di approfondimento da parte degli estensori: la presidenza del Consiglio, i vari ministeri competenti e, soprattutto, l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama).
Italia esportatore di armi: autorizzazioni dimezzate

La relazione segnala che è quasi dimezzato il valore delle autorizzazioni (licenze) all’esportazione, che è sceso dagli oltre 10 miliardi di euro del 2017 a poco più di 5,2 miliardi di euro nel 2018. Questo però non significa che il governo Conte abbia esercitato maggior prudenza o maggiori restrizioni sulle esportazioni e men che meno rappresenta una difficoltà e ancor meno una “crisi” dell’industria del settore.

Si tratta, infatti, di un calo fisiologico dovuto ai consistenti ordinativi di armamenti assunti negli anni scorsi: si tratta di oltre 32 miliardi di euro nel triennio 2015-17, in gran parte per sistemi militari complessi (aerei, elicotteri, navi, ecc.), la cui produzione sta impegnando e terrà impegnate le nostre aziende militari per diversi anni.

Anche nel 2018 le aziende del settore armiero hanno lavorato a pieno ritmo fornendo sistemi militari a più di 90 paesi per un valore complessivo di oltre 2 miliardi e 225 milioni di euro.

Il calo, inoltre, dipende da fattori di mercato: si tratta di sistemi complessi altamente costosi la cui acquisizione rappresenta spesso una spesa considerevole per i paesi acquirenti che viene solitamente spalmata in più anni nel contesto dei programmi militari e di difesa dei vari paesi.

Non è corretto, perciò, cercare di attribuire il calo delle autorizzazioni ad una specifica volontà politica governo Conte che, tra l’altro, è entrato in carica lo scorso giugno: dipende principalmente da fattori connessi alle capacità industriali delle aziende del settore militare e alla domanda di mercato. Non vi è pertanto motivo né di elogiare né di lamentarsi del nuovo governo il cui operato, in questa materia, appare finora in continuità con gli esecutivi degli ultimi anni. Nihil sub sole novum (nulla di nuovo sotto il sole).


Il governo Conte – Foto: Presidenza della Repubblica

Autorizzazioni di esportazioni di materiali d’armamento dall’Italia – Serie storica 1991-2018

Export armi italiane dal 1991 al 2018. Fonte: Relazione sui materiali d’armamento 2018

Export armi: gran parte della vendita ai Paesi a rischio

Che non si tratti di un cambio di indirizzo politico, ma di continuità, lo si evince anche dalle zone di destinazione degli armamenti italiani. Come si era rilevato già negli anni scorsi (leggi “Export armi: Italia sfiora il record vendendo ai regimi autoritari” e “Armi italiane ai regimi autoritari“), la gran parte dei sistemi militari italiani registra anche nel 2018 come destinatari principali i paesi che non appartengono alle alleanze dell’Italia. Si tratta, cioè, di Stati al di fuori dell’Unione europea e della Nato, ai quali sono state rilasciate autorizzazioni (non comprensive dei programmi intergovernativi) per quasi 3,5 miliardi di euro, che corrispondono al 72,8% del totale.
Italia vende armi in Africa del Nord e Medio Oriente

Tra i maggiori acquirenti figurano anche nel 2018 i paesi dell’Africa Settentrionale e del Medio Oriente (Mena). In quest’area, che è la zona di maggior tensione del mondo, è stata destinata la quota maggiore di armamenti: oltre 2,3 miliardi di euro, che rappresentano il 48% delle autorizzazioni all’esportazione. Una quota ben superiore ai poco più di 1,1 miliardi di euro di autorizzazioni rilasciate ai paesi dell’Ue e della Nato (il 23%), che sono i principali alleati politici e militari del nostro paese. La terza posizione è dell’Asia, un’altra zona di forte instabilità, che con oltre 1 miliardo di euro ricopre il 22% delle di autorizzazioni rilasciate nel 2018.

Ancor più preoccupanti sono i paesi destinatari degli armamenti. Si tratta, nell’ordine, del Qatar (1,9 miliardi di euro, soprattutto per l’acquisto di 12 elicotteri NH-90), Pakistan (682 milioni), Turchia (362 milioni), Emirati Arabi Uniti (220 milioni) e India (54 milioni).

Vendita di armi italiane nel mondo

Vendita di armi italiane nel mondo – Fonte: Relazione sui materiali d’armamento 2018

Italia esporta armi anche verso l’Egitto di Al Sisi

All’Egitto sono state autorizzate sei nuove esportazioni di sistemi militari del valore di oltre 69 milioni di euro, che fanno del Paese del generale Al-Sisi il terzo acquirente di armamenti italiani tra gli Stati non appartenenti all’Ue o alla Nato. Non solo: sulla base di licenze rilasciate negli anni scorsi, nel 2018 sono state effettuate ben 61 esportazioni di sistemi militari verso il Cairo del valore complessivo di più di 31 milioni di euro.

Dalla relazione non è possibile conoscere gli specifici modelli degli armamenti esportati, ma è documentata l’autorizzazione per l’esportazione nel 2018 di «armi e armi automatiche di calibro uguale o inferiore a 12,7 mm.», di «bombe, siluri, razzi, missili ed accessori», di «apparecchiature per la direzione del tiro», di «apparecchiature elettroniche» e di «software». Tutto l’arsenale necessario per la repressione interna. E questo nonostante il caso Regeni e il persistere della repressione interna da parte del governo del generale al Sisi.

Bombe italiane impiegate per bombardare lo Yemen

Nella relazione non figurano provvedimenti relativi a sospensioni, revoche o dinieghi per esportazioni di armamenti verso l’Arabia Saudita posti in atto nel 2018 dal Governo Conte. Sono invece riportate nell’allegato del MAECI 11 autorizzazioni per l’Arabia Saudita del valore totale di 13.350.266 euro e, nell’allegato dell’Agenzia delle Dogane (Mef) 816, esportazioni effettuate nel 2018 per un valore di 108.700.337 euro.

Tra queste si evidenziano tre forniture del valore complessivo di oltre 42 milioni di euro che sono attribuibili alle bombe aeree della classe MK80 prodotte dalla Rwm Italia che risalgono a un’autorizzazione rilasciata nel 2016 dal governo Renzi per la fornitura all’Arabia Saudita di 19.675 bombe aeree del valore di oltre 411 milioni di euro. Si tratta delle micidiali bombe aeree della serie MK prodotte a Domusnovas in Sardegna dall’azienda tedesca Rwm Italia, che ha la sua sede legale a Ghedi (Brescia). Questo bombe vengono impiegate dall’aeronautica militare saudita per bombardare indiscriminatamente lo Yemen.

Un rapporto dell’Onu del gennaio del 2017 ha documentato l’utilizzo di queste bombe sulle zone abitate da civili in Yemen e un secondo rapporto redatto da un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha dichiarato che questi bombardamenti possono costituire «crimini di guerra».


Governo Conte: per ora solo parole contro la vendita di armi all’Arabia Saudita

Il Governo Conte deve perciò rispondere a una semplice domanda: è davvero intenzionato a sospendere l’invio delle micidiali bombe aeree all’Arabia Saudita o, come i precedenti governi Renzi e Gentiloni, sta solo cercando ogni scappatoia burocratica per evitare di prendere una decisione?

Come noto, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del 28 dicembre 2018 ha affermato che «il governo italiano è contrario alla vendita di armi all’Arabia Saudita e che si tratta solamente di formalizzare questa posizione». Finora, però, non risulta alcun atto di sospensione nè di revoca delle forniture di armamenti all’Arabia Saudita.

Non solo. Per promuovere nuovi ordinativi militari con i Paesi del Golfo Persico, e in particolare con l’Arabia Saudita, il ministero della Difesa ha promosso la campagna navale della fregata Fremm Carlo Margottini che ha partecipato al “Naval Defence Exhibition” (leggi Armi italiane vendute all’estero per rilanciare il “Sistema Paese”) di Abu Dhabi per promuovere le attività dell’industria militare italiana e successivamente ha fatto scalo a Kuwait City (Kuwait), a Damman (Arabia Saudita) e a Muscat (Oman), ritornando a Gedda (Arabia Saudita) alla fine di aprile.

Come ho cercato di spiegare al sottosegretario agli Esteri, Manlio di Stefano, durante un dibattito nella trasmissione televisiva “Piazza Pulita”, la normativa italiana e il Trattato dell’Onu sul commercio di armi (Att) offrono gli strumenti giuridici e legali per sospendere queste forniture. Non è necessario modificare la legge 185 del 1990. Occorre invece un atto politico del governo e un decreto del ministero degli Esteri.

Se il Movimento 5 Stelle e il “governo del cambiamento” intendono assumersi questa responsabilità, troveranno l’appoggio di tutte le associazioni e delle ong che da anni chiedono il blocco delle forniture militari che l’Arabia Saudita impiega nei bombardamenti indiscriminati in Yemen. Attendiamo una risposta.

TESTIMONIANZA DI UN EX SEGUACE DELLA SETTA SOKA GAKKAI

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KARMA: L' "INSEGNAMENTO" PIU' PERICOLOSO DELLA SETTA SOKA GAKKAI - ATTRAVERSO IL QUALE MILIONI DI VITE VENGONO DISTRUTTE, COSTRETTE A RIMANERE IN RELAZIONI E SITUAZIONI ABUSIVE.

DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE...

L'idea che "devi rimanere in una situazione per cambiare il tuo Karma" in Soka è estremamente pericoloso e consente relazioni abusive. Ho sentito che la gente riceve questa guida troppo spesso, e mi fa star male.


Il concetto di karma in Soka è viziato. Insegna che devi aver fatto qualcosa di terribile in una vita passata per ricevere la punizione ora. E Soka insegna che fino a quando non "infrangerete il vostro deposito karmico" (ovvero: "cambiare il vostro karma"), recitando e facendo attività Soka -- si, facendo attività Soka, magicamente tutte quelle cose terribili che hai fatto in una vita passata scompaiono -- si continuerà a finire nelle stesse situazioni. Il che porta all'idea estremamente tossica che "devi rimanere nella tua situazione e cambiarla, altrimenti ti seguirà ovunque tu vada", e che "un fiore di loto può solo fiorire nel fango". Questo concetto, in pratica, dice alle vittime in relazioni abusive che devono rimanere in esse e in qualche modo cambiare la loro situazione, altrimenti tale situazione li seguirà anche nel loro prossimo rapporto, e che questo, loro se lo meritano, perché devono essere stati abusivi in una vita passata. Capite quali siano le tremende conseguenze di tale "filosofia"? Perchè: ciò NON E' VERO.

Non riesco a immaginare quante persone siano cadute vittime di questo "insegnamento". Questa "guida" dà solo falsa speranza a situazioni estremamente pericolose. Soka Gakkai ha una tendenza ad attrarre individui vulnerabili, soprattutto quelli in situazioni tossiche; ed è per questo che questo argomento è così importante da affrontare. Cavolo, anche io ero una di quelle persone.

Vorrei solo che altre persone guardino il mondo che li circonda al di fuori della Soka. Se il tuo "karma" ti seguisse in relazione alla relazione, come mai ci sono donne e uomini, là fuori, che trovano i loro veri partners dopo aver lasciato relazioni abusive (senza nemmeno recitare una volta)? Come mai ci sono persone felici, là fuori nel mondo, che non sono membri della Soka? Rispondi onestamente a queste domande e ti renderai conto che... FAI PARTE DI UNA SETTA."

(per gentile concessione di SGI Whistleblowers)

Savona, inchiesta sulla pedofilia: le vittime salgono a tre

Savona - Foto e video scambiati via chat e telefonino con loro, le vittime tredicenni spinte a riprendersi nelle parti intime e in atteggiamenti ammiccanti. Aumenta il numero delle presunte vittime di pedofilia nel levante savonese su cui stanno indagando Procura e carabinieri.
Sarebbero almeno tre le ragazzine tra i 13 e i 16 anni che avrebbero subito le “attenzioni” morbose del padre del fidanzatino di una di loro che nella sua denuncia ai carabinieri (fatta con la madre) aveva raccontato le attenzioni subite e le richieste dell’uomo, anche con la moglie. Non solo quelle di avere video e foto via chat, ma anche quelle di poter assistere alle effusioni della ragazzina con il loro figlio coetaneo.
Nel fascicolo d’indagine sono emerse anche precedenti denunce, a carico del padre indagato, per detenzione di materialepedopornografico. Sempre video e foto di ragazzine, amiche della tredicenne fidanzata del figlio che per mandare le immagini aveva utilizzato il telefonino cellulare regalato dal presunto orco all’insaputa dei genitori. Da utilizzare solo per scambiarsi le foto della piccola nuda. Denunce emerse durante le indagini della Procura, seguite dal pubblico ministero Giovanni Battista Ferro e affidate al comandante della stazione dei carabinieri di Savona, Andrea Venditto. Indagini che hanno portato a diversi sequestri di materiale informatico estratto dalle chat watshapp e dalle memorie dei cellulari degli indagati e delle presunte vittime. Acquisite anche le pagine del diario segreto in cui la ragazzina avrebbe riferito le attenzioni morbose del padre del fidanzatino che secondo lei voleva assistere ai baci scambiati dai due.
Una vicenda scabrosa che risale a circa tre anni fa (filone d’indagine finito a Genova) e che si va ad aggiungere a un’altra inchiesta in cui è sempre la stessa adolescente (ora sedicenne) a essere al centro di abusie atti sessuali come potenziale vittima. Un filone, denunciato sempre dalla madre, che ha portato questa volta a iscrivere nel registro degli indagati l’ex marito (quarantenne savonese).
Un’indagine per cui è prevista la prossima settimana un incidente probatorio disposto dal giudice Francesco Meloni finalizzato a verificare anche l’attendibilità dei racconti della presunta vittima sulle attenzioni subite dall’uomo. La ragazzina ha riferito ai carabinieri anche i fatti analoghi che sarebbero capitati alle sue amiche.
Le famiglie delle presunte vittime e degli indagati sarebbero accomunate dalla frequentazione degli stessi oratori, cerimonie religiose e pubbliche assistenze.

PORNO PER BAMBINI A MILANO



AL PEGGIO NON C'E' MAI FINE....L'ITALIA HA PRESO UNA PESSIMA CHINA! 

di Gianni Lannes



Un cancro, anzi una cancrena con radici istituzionali: nel corso della XVII legislatura, ben 60 atti parlamentari non hanno mai ricevuto risposta dal governo italiano. Perché mai? Omertà o collusione? Dopo il TEDx a Firenze con Matteo Renzi ed il pedofilo pluricondannato ma non recluso (nonostante l'ultima condanna in appello a 15 e 10 mesi di galera) Rodolfo Fiesoli, ecco Milano. Infatti, il 13 dicembre prossimo nel capoluogo lombardo verrà inaugurata una mostra denominata «Porno per Bambini» di un “artista” brasiliano. Organizzata dall’agenzia Lampo nella sede della Galleria Lampo in viale Toscana. Per saperne di più, ecco come gli organizzatori presentano l’evento: 


«I social lo censurano, le mamme lo querelano, ma nulla possono contro l'ingenuità del gesto amoroso, la semplicità e l'innocenza del proprio sesso. Ma origine e senso della ricerca stilistica e artistica di P***operbambini è proprio dare sfogo alla sessualità primigenia, erotica e sensuale nella sua naturalezza più viva, contro i nuovi bigottismi o proprio contro l'esibizione e il consumo commerciale dei corpi». E ancora. «Non c'è pornografia, non c'è voyeurismo, solo fantasia e divertimento. Una grande nuova mostra per raccogliere tutta la produzione di P***operbambini, dalle origini ad oggi, con tante nuove produzioni che potrete anche portarvi a casa. In occasione del Natale non c'è migliore regalo che un po' d'amore, o sesso spinto».


È forse l’ennesimo episodio di sdoganamento pubblico della pedofilia, mediante la cosiddetta arte contemporanea? Provocazione? O, piuttosto, omologazione culturale (dentro un'Italia in avanzato declino morale), già auspicata dalle nuove direttive addirittura dell'Unesco. Nel frattempo, la casta intoccabile dei pedofili sbava sugli attributi che non ha.

Si tratta di una paranoia? Per rendersene conto è sufficiente leggere - come già segnalai qualche anno fa - lo “Standard per l'Educazione Sessuale in Europa dell'OMS” (propagandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), che raccomanda per i bambini dagli 0 ai 4 anni la masturbazione e il gioco del dottore, e per quelli dai 6 ai 9 anni la visione di video porno. 


Peraltro, come attestano da tempo i rapporti annuali dell’associazione Meter all’attenzione dell’autorità giudiziaria, la pedopornografia in Italia aumenta sempre più e dilaga ovunque. Le vittime? In particolare: neonati, bambini e adolescenti.


In punta di diritto penale, il delitto di pornografia minorile, previsto e punito dall'articolo 600 ter tutela la libertà e l'integrità psico-fisica del minore. La stessa norma chiarisce che per pornografia minorile si intende "ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore degli anni diciotto per scopi sessuali."


La finestra di Overton è una metodologia di persuasione delle masse, che fa ricadere - e fa evolvere - idee in un semplice quadro di possibilità politiche, dentro al quale si muove l’opinione pubblica e il legislatore. L’oggetto di questa tecnica di manipolazione politica siamo tutti noi. Overton (1960-2003), ex vice-presidente del Centro d’Analisi Mackinac Center For Public Policy, ci mostra con la sua teoria come sia effettivamente possibile - col tempo necessario, con la complicità dei mass media e della politica - fare accettare alle masse l’introduzione e la successiva legalizzazione di qualsiasi idea/fatto sociale, fosse anche la pratica che al momento l’opinione pubblica ritiene maggiormente inaccettabile, come la pedofilia, l’incesto, eccetera. Il funzionamento del modello è semplicissimo: si comincia a parlarne in ragione del progresso. Progredire significa, per la vulgata popolare, negare ogni tabù, superare ogni divieto che non regga all’analisi della critica razionale. È così che si deve poter parlare di tutto, anche di ciò che in linea teorica sarebbe bene tacere. Si procede per piccoli passi, esattamente come ci spiega la metafora della “rana bollita”: per la «strategia della gradualità», occorre cominciare a parlare di ciò che si vuole far accettare in modo apparentemente asettico, imparziale, senza dare nessuna idea del reale obiettivo che ci si è posti (l’accettazione socialmente condivisa). Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. Così il gioco è fatto.


La pornografia è una delle tecniche fondamentali di controllo mentale - esteso al controllo sociale - non solo per la sua drammatica forza simbolica ma per il suo effetto fisiologico misurabile, sul cervello. E di conseguenza sul comportamento. La normalizzazione indotta dal consumo di pornografia agisce su due piani: un primo livello, in cui ci si abitua a considerare il rapporto unitivo tra uomo e donna come prestazione e consumo, nella riduzione dell’altro come dipendente rispetto all’io-spettatore rinchiuso in sé, incapace di un’autentica relazione; un secondo livello deriva dall’assuefazione e dall’abitudine.


Proprio nell'ex belpaese è in atto da lungo tempo, un attacco senza eguali all'infanzia. C'è almeno un giudice a Berlino?


































PEDOFILIA: ATTI PARLAMENTARI SENZA RISPOSTA!




XVIII legislatura:




XVII legislatura: