lunedì 28 gennaio 2019

Russia e Cina bloccano un piano statunitense sul Venezuela

Una fonte diplomatica confermava ai media che il progetto presentato da Mike Pompéo “di persona” è stato opportunamente seppellito e sostituito da un altro presentato dalla Russia che difende il dialogo politico, “inaccettabile” secondo Washington. Come previsto, il progetto statunitense di “Dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul Venezuela”, coll’intento di portare “pieno sostegno” all’autoproclamato presidente Juan Guaido, al posto del legittimo Presidente Nicolas Maduro, veniva bloccato da Russia e Cina. Lo scopo del testo era ottenere il sostegno della comunità internazionale a tale colpo di Stato dell’opposizione al fine, diceva, di ripristinare la democrazia e lo stato di diritto in Venezuela, col pretesto della mancanza di legittimità dell’ultimo processo elettorale nel Paese. Tali affermazioni nel testo nordamericano venivano rigettate dalla Russia che, col sostegno della Cina, interrompeva una procedura di silenzio coi 15 membri del Consiglio chiamati ad adottare il documento. Una fonte diplomatica confermava ai media che il progetto presentato dal segretario di Stato Mike Pompéo “di persona” veniva opportunamente seppellito, e sostituito da un altro presentato dalla Russia che invoca il dialogo politico, approccio inaccettabile per Washington, i cui sforzi erano mirati da diversi mesi semplicemente alla caduta di Maduro e del governo bolivariano.
Gli Stati Uniti erano in qualche modo confortati dall’approccio di Parigi e Berlino che, dopo un periodo di esitazione durante cui i due Paesi chiesero di negoziare, finiva per minacciare in una settimana di agire se Maduro “non indirà una nuova elezione”. Nel frattempo, il capo di Stato bolivariano ha incaricato il Ministro degli Esteri Jorge Arreaza di visitare le Nazioni Unite a New York per ripristinare “la verità sul Venezuela”. Va notato che durante queste giostre difficilmente diplomatiche, gli Stati Uniti erano l’unico dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza ad aver riconosciuto formalmente Juan Guaido “presidente” al posto di Nicolas Maduro. Né Francia né Regno Unito facevano tale passo, anche se espressero “sostegno” a Guaido, mentre Russia e Cina denunciavano con forza “interferenze estere”.
Imposte illegittimamente da Stati Uniti, Unione Europea e Paesi membri dell’organizzazione latinoamericana, le recenti elezioni presidenziali vinte da Nicolas Maduro esasperavano i sostenitori della sovversione del regime bolivariano. Così, l’oppositore autoproclamato presidente provvisorio rifiutava un’offerta di Maduro, appoggiata dal Messico, di essere pronto al “dialogo nazionale” ed incontrare Juan Guaido che rifiutava. Quindi sullo sfondo di intensi negoziati diplomatici e del suono allarmante degli stivali del gigante petrolifero in America Latina e nel mondo vengono tracciati scenari indicibili. Con la proposta del Messico di accogliere i due protagonisti della crisi per avviare discussioni venire prontamente liquidata, era difficile vedere come la crisi sia superata senza lo scontro brutale che subirà il popolo venezuelano mentre la ricchezza petrolifera verrà effettivamente confiscata. “Se le parti lo richiedono, siamo nella posizione migliore per aiutarli ad avere il dialogo”, proponeva il Presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador, il cui Paese è uno dei pochi in America Latina, a non avere riconosciuto Juan Guaido. Quest’ultimo sceglie consapevolmente lo scontro nella speranza del ribaltamento dell’esercito, per il momento mobilitato attorno le istituzioni legali. Criticando lo scenario, il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov accusava gli Stati Uniti di portare avanti una “politica distruttiva” in Venezuela. “Tutti noi vediamo gli appelli aperti al colpo di Stato”, dichiarava, indicando il comportamento “inammissibile” contrario alla Carta delle Nazioni Unite.
Traduzione di Alessandro Lattanzio

Variazioni magnetiche, elettriche, elettromagnetiche e terremoti

In diverse occasioni si è riscontrato che terremoti e attività vulcanica sono associati a variazioni, o segnali, magnetici, elettrici ed elettromagnetici (che chiameremo in generale segnali EM) di origine naturale. Su questo argomento è disponibile una vastissima letteratura e in diversi testi di geofisica si trovano capitoli che trattano di sismo-magnetismo e/o vulcano-magnetismo, termini usati per classificare le discipline che studiano questi aspetti. Negli ultimi decenni osservazioni effettuate in molte aree del mondo hanno permesso di raccogliere una grande quantità di segnali che mostrano variazioni EM associabili a eventi tettonici e vulcanici. Molti ricercatori si sono impegnati a trovare meccanismi teorici per mettere in relazione questi segnali EM con gli eventi tettonici e vulcanici che li genererebbero.


Sono passati più di 400 anni da quando William Gilbert pubblicò il suo ‘De Magnete, Magneticisque Corporibus, et de Magno Magnete Tellure’ (Sul magnete, i corpi magnetici e sul grande magnete Terra), nel quale si concludeva che il magnetismo della Terra era una proprietà planetaria permanente e che proveniva dal suo interno. Pochi decenni più tardi Henry Gellibrand mostrò che il campo magnetico terrestre mostrava anche una lenta variazione temporale, detta in seguito variazione secolare.

Oggi le nostre conoscenze sul magnetismo, in generale, e sul magnetismo terrestre in particolare, sono notevolmente accresciute ma, come spesso accade, più si conosce e più problemi si aprono.


Infatti oggi sappiamo che il campo magnetico terrestre è generato nel profondo interno della Terra, nel nucleo fluido e che, oltre ad essere soggetto alla variazione secolare, è anche soggetto a moltissime altre variazioni temporali che sono connesse all’ambiente nel quale siamo immersi. Un ambiente permeato da segnali EM, per la maggior parte originanti dall’interazione tra Sole e Terra, ma anche nell’atmosfera (ad esempio dai fulmini) o comunque nello spazio circum-terrestre (vedi ad es.: Bianchi and Meloni, 2007). In breve un ambito molto ricco di segnali EM al quale, da circa un secolo o poco più, abbiamo aggiunto anche quelli di origine artificiale (TV, radio, linee di alta tensione, etc.).


Densità spettrale del Rumore EM naturale sulla Terra in funzione della frequenza f. L’intervallo di frequenza da 10E-4 to 10E4 Hz è caratterizzato da un rumore che decresce in ampiezza in modo evidente. Questa decrescita può bene essere confinata tra due linee rette rispettivamente in caduta esponenziale come fE-1 and fE-1.5.

Quindi, un’indagine sui fenomeni sismo-magnetici non può essere correttamente effettuata prima di aver “isolato” l’eventuale contributo tettonico dal segnale EM che vogliamo studiare. Solo una volta separato il segnale di nostro interesse dal fondo EM, possiamo provare a cercare una relazione fra i due fenomeni. Nell’ambito del tema che stiamo trattando è utile anche precisare che le variazioni EM riportate in letteratura, ricadono in una vasta gamma di frequenza (da DC a VHF), e gli effetti osservati sono legati all’intensità del fenomeno, per i terremoti ad esempio dalla Magnitudo M, e dalla distanza tra la sorgente del segnale e le apparecchiature di monitoraggio EM. I fenomeni riportati sono più evidenti se le Magnitudo sono elevate e se l’osservazione EM è effettuata in vicinanza dell’area epicentrale.

Come già accennato, nella letteratura scientifica internazionale si trovano molti esempi di relazioni fra segnali EM e terremoti. Uno dei primi riguarda il terremoto dell’Alaska (M 9.2) del 27 marzo 1964. Questo terremoto è stato il più grande a colpire gli Stati Uniti in epoca moderna e uno dei più grandi mai registrati sulla Terra. Nello stesso anno Moore (1964), in un articolo sorprendentemente poco citato, ha riportato la presenza di perturbazioni del campo magnetico nella banda (ULF; ≤ 10 Hertz) a Kodiak, in Alaska, circa 1 – 2 ore prima del terremoto. A questo lavoro ne sono seguiti molti altri che riportavano la presenza di segnali ULF anomali registrati da magnetometri in occasione di altri terremoti (es.: Fraser-Smith et al., 1990; Molchanov et al., 1992; Hayakawa et al., 2000; Simpson and Taflove, 2005, Bleier et al 2009).

I lavori citati sono stati prodotti da diversi gruppi di ricerca e i risultati pubblicati in riviste scientifiche ‘peer review’ ben note. Esistono quindi prove ragionevoli dell’esistenza di fluttuazioni del campo EM naturale, associabili (addirittura a precedere) grandi terremoti. Dobbiamo comunque anche ricordare che alcuni dei lavori in oggetto sono stati contestati da altri ricercatori, nel pieno spirito del normale dibattito scientifico (si veda ad es.: Campbell, 2009, Thomas et al., 2012, etc.). Tralasciando per ora l’ipotesi, comunque molto interessante, secondo cui le misurazioni indicano che segnali magnetici ULF possono anche essere usate come precursori di un evento sismico, limitiamoci al fatto che questi segnali possano, in determinate circostanze, emergere dall’interno della Terra proprio in associazione a eventi sismici.

Un esempio interessante è proposto in Bleier et al. (2009); questi autori riportano che alla fine dell’ottobre 2007, prima del terremoto di Alumn Rock, California, USA (30 Ottobre, 2007, M5.4) il tasso di impulsi magnetici registrato dalla loro strumentazione, posta in una stazione di misura collocata a 2 km dall’epicentro, è cresciuto ed è rimasto al nuovo livello per circa 2 settimane, per decrescere ai livelli precedenti solo dopo l’evento. La figura sotto riporta questa situazione con un grafico nel quale al passare del tempo (sull’asse delle x) viene mostrata l’evoluzione del numero degli impulsi magnetici (sull’asse delle y). Gli eventi sismici più significativi sono riportati ai tempi ai quali sono avvenuti.


Conteggio degli impulsi magnetici nella direzione E-W registrati a Milipitas, a 2 km dall’epicentro del terremoto di Alumn rock (vedi testo). Nella parte superiore (a) il grafico riporta tutti i conteggi, nella parte inferiore (b) il grafico riporta i conteggi depurati a seguito della rimozione degli effetti antropici, rimuovendo tali effetti si noti anche il cambio di scala.

Ma come vengono generati questi impulsi? Se si osservano fenomeni a bassa frequenza (es: ULF) le spiegazioni più supportate per la variazione del campo magnetico locale, che generalmente non supera pochi nanoTesla nel campo magnetico, chiamano in causa gli effetti piezomagnetico e/o elettrocinetico, che possono avere luogo nei volumi di roccia dove avviene la fase di preparazione dell’evento tettonico. Ma sono stati suggeriti anche altri meccanismi. Tra questi, possibili rapporti fra stress e conducibilità elettrica delle rocce e la conseguente ridistribuzione delle correnti telluriche, o processi di separazione di cariche elettriche e conseguente generazione di campo elettrico, fenomeni magneto-idrodinamici, effetti di magnetizzazione e smagnetizzazione termica, e altro ancora. In buona sostanza quindi, almeno finora, spiegazioni variegate e ragionevoli ma non completamente soddisfacenti sui meccanismi fisici collegati ai fenomeni osservati.

Per descrivere gli impulsi magnetici unipolari, Freund (2008, 2009) ha proposto un modello nel quale le rocce vengono assimilate a semiconduttori e il meccanismo si baserebbe su un accoppiamento di drift e diffusione nel semiconduttore associabile alla generazione di campi magnetici in relazione alle correnti elettriche che fluiscono all’interno delle rocce. Tuttavia nel caso di campioni nei quali ci sia saturazione di fluidi, secondo altri autori (come ad esempio Dahlgren et al., 2014) non appare possibile un significativo accumulo di carica elettrica in risposta al lento accumulo di stress che precede i terremoti. Nell’insieme una materia quindi ancora difficile da trattare e sulla quale un’interpretazione univoca sembra ancora difficile da raggiungere.

Negli ultimi decenni l’INGV, in collaborazione in particolare con l’Università dell’Aquila, ha avviato attività di osservazione di segnali elettromagnetici in Italia nell’ambito di diversi programmi di ricerca in geomagnetismo. In alcuni casi i dati rilevati sono anche stati usati nella ricerca di possibili fenomeni tettono-magnetici. Come esempio più rilevante vogliamo ricordare quello del terremoto di L’Aquila. Tutti ricordano che il 6 aprile 2009 alle 01:32 UTC la città dell’Aquila e i suoi dintorni hanno subìto un forte terremoto la cui scossa principale ha fatto registrare una Magnitudo (Mw) 6.3. L’epicentro della scossa principale era a soli 6 km dall’Osservatorio Geomagnetico dell’Aquila, che forniva dati EM in varie bande di frequenza da DC a ULF. Questi dati sono stati utilizzati per indagare su possibili relazioni con il terremoto. Per l’indagine sono stati utilizzati anche i dati di una seconda stazione di osservazione EM situata a Duronia, circa 100 km a SE di L’Aquila.

L’analisi dei dati dei magnetometri nella banda ULF in operazione all’Aquila, ha permesso di raggiungere le seguenti conclusioni (i risultati qui riportati si trovano principalmente nei lavori di Villante et al., 2010 e Di Lorenzo et al., 2011). A) non si è rilevato alcun aumento nel rumore di fondo precedentemente al terremoto in tutta la gamma ULF (questo effetto si era ad esempio trovato in studi analoghi nel caso di terremoti avvenuti a Loma Prieta, Spitak, Guam e Alum rock; vedi bibliografia citata); B) nessun aumento di attività nel campo ≈10-50 mHz a partire poche ore prima del sisma (caso invece riscontrato a Loma Prieta e Spitak). C) nessuna variazione del “parametro di polarizzazione” R2 = PZ/PH prima del terremoto (PZ e PH sono le potenze integrate della componente verticale, Z, e della componente nord/sud magnetica, H, in un intervallo di frequenza ≈10-100 mHz, caso questo riscontrato a Guam e Bovec; vedi bibliografia citata).

Confrontando i dati dei magnetometri ottenuti dalle stazioni dell’Aquila e Duronia, e analizzandone la differenza, si è osservato un effetto cosismico (ossia avvenuto contemporaneamente al o immediamente dopo il sisma) molto debole (100-200 picoTesla, percepibile probabilmente perché l’evento ha avuto luogo di notte e quindi il rumore artificiale era molto basso). Questo effetto può essere attribuibile a un fenomeno di origine sismica. Il decadimento della differenza nel campo magnetico, nel transitorio cosismico, mostra una costante di tempo di 50-100 s, tipico di un’origine elettrocinetica del fenomeno.

Quindi, nell’unica occasione utilizzabile (fortunatamente!) per studi sulle variazioni EM in Italia, in anni nei quali sono disponibili osservazioni magnetiche di dettaglio e eventi sismici, la fenomenologia osservata non consente di affermare di aver rilevato inequivocabilmente una relazione tra questo evento sismico e segnali elettromagnetici (a parte un segnale EM cosismico molto debole in ampiezza).

In conclusione non possiamo al momento pensare di poter considerare i segnali EM come utilizzabili nella previsione dei terremoti, per l’incertezza che ancora esiste in questo campo e comunque per l’incompletezza di informazioni che queste variazioni da sole potrebbero fornire. Rimane tuttavia la necessità di approfondire, al livello di ricerca scientifica, questo campo di indagine. È quindi utile al progresso della conoscenza procedere con le misure EM e con questi studi, includendo, quando possibile, queste misure nel novero dei parametri da tenere sotto controllo in ambito tettonico.

A cura di: Antonio Meloni, Cesidio Bianchi (INGV, Roma) e Paolo Palangio (INGV, L’Aquila)

BIBLIOGRAFIA CITATA

Bianchi, C., and A. Meloni, Natural and man-made terrestrial electromagnetic noise: an outlook, Annals of Geophysics, 50, 3, 435-445, 2007

Bleier T., C.Dunson, M.Maniscalco, N.Bryant, R.Bambery, and F.Freund (2009): Investigation of ULF magnetic pulsations, air conductivity changes, and infra red signatures associated with the 30 October Alum Rock M5.4 earthquake, Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 9, 585-603, www.nat-hazards-earth-syst-sci.net/9/585/2009/doi:10.5194/nhess-9-585-2009.

Campbell W. (2009): Natural Magnetic Disturbance Fields, Not Precursors, Preceded the Loma Prieta Earthquake, Jour. Geophys. Res., 114, A05307 doi:10.1029/2008JA013932.

Di Lorenzo C., P. Palangio, G. Santarato, A. Meloni, U. Villante, and L. Santarelli (2011): Non-inductive components of electromagnetic signals associated with L’Aquila earthquake sequences estimated by means of inter-station impulse response functions, Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 11, 1047–1055.

Fraser-Smith, A. C., A. Bernardi, P. R. McGill, M. E. Ladd, R. A. Helliwell, and O. G. Villard, Jr., (1990): “Low-Frequency Magnetic Field Measurements near the Epicenter of the Ms 7.1 Loma Prieta Earthquake,” Geophys. Res. Letters, 17,1465-1468.

Freund, F.T. (2008). Earthquake probabilities and pre-earthquake signals, Current Sci., 94, 1-2.

Freund, F. T. (2009). Stress-activated positive hole charge carriers in rocks and the generation of pre-earthquake signals. In: Hayakawa, M. (Ed.), Electromagnetic Phenomena Associated with Earthquakes. Research Signpost, India, 41-96, ISBN: 978-81-7895-297-0.

Hayakawa, M., Ito, T., Hattori, K., and Yumoto, K. (2000): ULF electromagnetic precursors for an earthquake at Biak, Indonesia on 17 February 1996, Geophys. Res. Lett., 27, 1531–1534.

Molchanov, O.A., Kopytenko, Y. A., Voronov, P.M., Kopytenko, E.A., Matiashvili, T.G., Fraser-Smith, A.C. and Bernardi, A. (1992). Results of ULF magnetic field measurements near the epicenters of the Spitak (Ms = 6.9) and Loma Prieta (Ms = 7.1) earthquakes: Comparative analysis. Geophysical Research Letters 19: doi: 10.1029/92GL01152. issn: 0094-8276.

Moore, G. W. (1964), Magnetic disturbances preceding the 1964 Alaska earthquake, Nature, 203, 508–509.

Simpson, J. J. and Taflove, A (2005): Electrokinetic effect of the LomaPrieta earthquake calculated by an entire-Earth FDTD solution of Maxwell’s equations, Geophys. Res. Lett., 32, L09302, doi:10.1029/2005GL022601.

Thomas, J. N., Love, J. J., Komjathy, A., Verkhoglyadova, O. P., Butala, M. & Rivera, N., (2012). On the reported ionospheric precursor of the 1999 Hector Mine, California earthquake, Geophys. Res. Lett., 39, L06302, doi:10.1029/2012GL051022.

Villante U., M. De Lauretis, C. De Paulis, P. Francia, A. Piancatelli, E. Pietropaolo, M. Vellante, A. Meloni, P. Palangio, K. Schwingenschuh, G. Prattes, W. Magnes, and P. Nenovski (2010): The 6 April 2009 earthquake at L’Aquila: a preliminary analysis of magnetic field measurements, Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 10, 203–214.

T-72, la bestia corazzata russa che difende Nicaragua e Venezuela

Dal momento che il T-72 iniziò ad essere prodotto in serie nel 1974, Uralvagonzavod ne ha prodotto 20544 unità fino ad oggi. La produzione di questi carri armati fu autorizzata anche in Jugoslavia, Polonia, Cecoslovacchia e India. È uno dei carri armati in servizio più prodotti al mondo, dopo il T-34. In America Latina, è utilizzato da due Paesi.
Venezuela
A metà aprile 2012, la Russia completò la consegna in Venezuela di 92 carri armati T-72B1 contratti nel 2009, così come dei veicoli corazzati BMP-3M e BTR-80. Gli equipaggi dei corazzati venezuelani ricevettero nel 2010, a Omsk, un corso sui sistemi T-72 nell’ambito di un programma di scambio militare. I carri armati venezuelani parteciparono ai famosi campionati mondiali Tank Biathlon (dal 2014, quando si svolsero nella regione di Mosca), insieme ad equipaggi provenienti da Angola, Armenia, Bielorussia, India, Kazakistan e Kirghizistan. Questo arsenale richiede manutenzione costante, effettuata da esperti russi in Patria o che visitano il Paese latinoamericano.
Nicaragua
Il volume totale dei mezzi russi acquisiti dal governo di Daniel Ortega era di 50 T-72B1, modernizzate nella fabbrica di riparazione dei blindati di Strelna, presso San Pietroburgo, prima di essere inviate nel Paese centroamericano. Conosciuto come “Aquila Bianca”, è dotato di un sistema di controllo di tiro diurno/notturno e di una per visione panoramica diurna / notturna, denominato “Occhio di Falco”. Inoltre, i carri armati hanno un dispositivo per il tracciamento automatico dei bersagli, sistema di navigazione e protezione contro munizioni cinetiche. Forse nell’acquisizione di queste unità in qualche modo influenzò la buona impressione che i carri armati del Nicaragua diedero durante la manifestazione Tank Biathlon del 2015. Due anni fa, la notizia della presenza di questi potenti corazzati in Nicaragua destò la curiosità degli Stati Uniti, facendo sì che l’ambasciatrice statunitense a Managua, Laura F. Dogu, chiedesse al governo del Nicaragua le ragioni per cui aveva acquisito i T-72 .
Traduzione di Alessandro

Terza Guerra Mondiale: la profezia di Irlmaier e la fine dell’Europa

IL FUTURO DELL'EUROPA IN QUESTE PROFEZIE CHE SI STANNO AVVERANDO?



Profezia Irlmaier terza guerra mondiale europa

Tre armate russe piomberanno sull’Europa e la distruggeranno. Così narra la profezia di un curioso contadino bavarese a metà del secolo scorso. I suoi ammonimenti riecheggiano nei nostri tribolati tempi più che mai.

Cercare di risalire alla vera profezia di Alois Irlmaier (1894-1959), il contadino che visse a Freisslassing in Baviera, è difficile. Bisogna (soprattutto non sapendo il tedesco) affidarsi a traduzioni e resoconti su discutibili pubblicazioni e siti che non si sa come definire (“profetistici”?) dove alcune frasi del contadino bavarese sono messe a confortare quartine di Nostradamus, profezie della Madonna di Anguera, visioni di Hezra e di Rasputin, che temo siano “entità” evocate in sedute spiritiche; difficile, in quei guazzabuglio, sceverare le sue frasi reali.

Oltre che fare il contadino, Alois aiutava i compaesani come rabdomante, e dopo la seconda guerra mondiale molti chiesero le sue doti di chiaroveggenza per ritrovare familiari che la tragedia aveva disperso. Nel 1947 fu denunciato per esercizio abusivo della ciarlataneria; egli disse al giudice distrettuale di Salzachper alcuni particolari della sua vita che solo il giudice poteva sapere, e fu non solo assolto, ma ebbe un attestato giudiziario delle sue capacità. L’attestato di profetitudine.


Era una persona semplice, cattolico praticante. Previde la data della propria morte, nel 1959: “Sono lieto di andarmene adesso – disse – perché non dovrò provare quello che ho visto”.

La tomba di Irlmaier

Ciò che vide, era la terza guerra mondiale, con eserciti corazzati russi che filano verso Roma, ed occupano la Germania fino al Reno, e l’uso di armi orribili e potentissime, che faranno stragi inenarrabili. Il collasso dell’URSS pareva aver tolto ogni credibilità a queste previsioni. Ma ora la Russia ha la guerra nella “sua” Ucraina, è provocata in tutti i modi dai sistemi missilistici americani, la NATO – alleanza militare – avanza sotto i suoi confini storici; dovunque l’impero americano abusa della sua condizione di unica superpotenza rimasta.

Irlmaier fu colpito dalla rapidità con cui, nella sua visione, si passerà dalla pace alla guerra:

“Tutti invocano pace, Shalom! E allora avverrà – una nuova guerra in Medio Oriente divampa improvvisa, grosse forze navali fronteggiano ostilità nel Mediterraneo; la situazione è tesa”. Ma la scintilla vera scoppierà nei Balcani: “Vedo ‘uno grosso’ cadere, un pugnale insanguinato giace dietro di lui”- È un attentato ad un leader politico: “Due uomini ammazzano un terzo di alto rango. Sono pagati da altri. Uno degli assassini è un piccolo uomo nero, l’altro un po’ più alto coi capelli colorati”.

Apparentemente sono tre gli assassini politici, che avvengono o nello stesso luogo o in rapida successione.

“Dopo l’omicidio del terzo comincia, immediatamente. Vedo abbastanza chiaramente tre numeri due otto e un nove. Ma non so cosa significano, e non posso dire una data.

La guerra comincia all’alba (o all’Oriente?) e avanza molto rapidamente. I bavaresi siedono a giocare a carte al Wirthaus, e i soldati stranieri occhieggeranno dalle finestre e dalle porte. Una nerissima colonna viene da Est. Tutto molto rapido.


“Dalla Città d’Oro muove fuori (l’ovvia deduzione, da Praga)...Unità ammassate marciano da Belgrado e avanzano verso l’Italia. Poi tre cunei blindati avanzano immediatamente con la velocità del lampo nel Nord del Danubio sopra la Germania occidentale verso il Reno – senza preallarme. Sarà così inatteso che la popolazione fuggirà nel panico ad occidente. Troppe auto bloccano le strade – magari fossero rimasti a casa o non avessero preso le vie principali. Tutto ciò che è d’ostacolo ai carri armati sulle autostrade verrà schiacciato…Non vedo più ponti sul Danubio sopra Regensburg. La grande città di Francoforte, non rimane quasi niente. La valle del Reno sarà devastata, per lo più dal cielo.


“…i russi non si fermano da nessuna parte mentre corrono in questi tre cunei. Corrono giorno e notte per raggiungere il distretto della Ruhr, dove sono molte fornaci e fuochi. Giorno e notte corrono i russi.

“Immediatamente la vendetta viene dal di là della grande acqua. Anche se il drago giallo invade Alaska e Canada allo stesso tempo. Ma non va lontano.

L’uso di armi di distruzione di massa

E poi piove polvere gialla in una linea. Quando la città d’oro è distrutta, comincia. Come una linea gialla va su alla città nella baia. Sarà una notte chiara, quando cominciano a gettarla, I carri armati stanno ancora avanzando, ma quelli che siedono in quei carri diventano come neri. Dove cade, tutto diventa morto; nessun albero, nessun cespuglio, niente erba, tutto appassisce e annerisce. Le case esistono ancora. Io non so cos’è. Chi passa sopra questa linea, muore. Tutto nelle tre punte avanzanti si scompone. Nessuno tornerà più a casa”. Dal cielo: “I piloti lanciano le piccole scatole nere. Esplodono prima di toccare il suolo e spargono un fumo giallo o nero. Ciò che viene in contatto con questo diventa morto, sia umano, animale o pianta. Per un anno a nessun organismo è consentito entrare nella zona, altrimenti si esporrà al più grande pericolo mortale. Queste scatole sono sataniche….gli umani diventano neri e la carne si stacca dalle ossa. Nessuno di queste tre armate tornerà più a casa”:

Qualcosa avviene a una “Isola superba”, in cui si vuol riconoscere l’Inghilterra.

“Vedo qualcuno che vola, venendo dell’Est, che lancia qualcosa nella grande acqua, così che avviene qualcosa di strano. L’acqua si alza da sé come una torre e ricade, allora tutto è inondato. C’è un terremoto e metà della grande isola affonderà (…) I paesi vicino al mare sono in grave pericolo, il mare è molto inquieto, le onde diventano alte come una casa; spumeggia come se fosse bollito dal sottosuolo. Le isole scompaiono e il clima cambia”.

“Vedo una mezza luna che vuole divorare tutto”.

Una rivoluzione scoppia in Francia? (gilet gialli?) “La grande città con l’alta torre di ferro è in fiamme, ma questo è stato fatto dalla propria gente, non da quelli che sono venuti dall’est. Posso vedere esattamente che la città è rasa al suolo e anche in Italia sta andando selvaggiamente”.

Ma anche “In den USA kommt es zu Aufständen” (negli USA si arriva alle rivolte).

Cattolico praticante, Irlmeier vede un Pontefice in fuga da Roma:

“Nel “paese a stivale” scoppia una rivoluzione in cui uccidono il clero, vedo dei preti dai capelli bianchi giacere morti a terra. Dietro il Papa c’è un pugnale insanguinato, ma penso che scampa vestito in una cappa di pellegrino”.

La gente sarà mossa da odio per la Chiesa e il clero (un odio che monsignor Galantino fa’ del suo meglio, oggi, per accendere)

La guerra “Non durerà molto”.

Ma prima, avverranno tre giorni di buio. Vari veggenti, credibili o meno, hanno previsto lo stesso misterioso evento. E’ interpretabile come una metafora: i “tre giorni di buio” possono evocare una interruzione del sacramento eucaristico. Ma Irlmaier è molto concreto:

“Durante la guerra verrà il grande buio, che durerà 72 ore. Diverrà buio di giorno…un colpo grandinante, consistente in lampo e tuono, e un sisma fa’ vibrare la terra. Vi prego di non uscire di casa in quel tempo. Le luci non si accendono, solo luce di candela, non c’è corrente. (…) Ogni fonte di acqua esposta sarà avvelenata ed anche tutto il cibo esposto che non è sigillato. Anche cibi che sono in vasi di vetro saranno contaminati. Fuori la morte invade le strade, molte creature umane moriranno.

“Chi respira la polvere, ha un crampo e muore. Non aprite le finestre, coprite completamente di carta nera. Fuori la morte da polvere va’ in giro, non guardate fuori dalle finestre e tenete accese le candele. E pregate. Da un giorno all’altro moriranno più uomini che nelle due guerre mondiali di prima”:

La guerra volge alla fine (“Non durerà molto”). In Russia accade qualcosa come una guerra civile: “I grandi fra i capi del partito si suicidano e nel sangue la grande colpa è lavata via. Vedo una massa rossa, mescolata con facce gialle, c’è una rivolta generale e un'uccisione orribile”.

La Pace

L’immane sciagura induce ad una rinascita religiosa. “La croce viene di nuovo onorata”. I russi "cantano la canzone di Pasqua e bruciano candele davanti a immagini sacre. Per le preghiere della cristianità il mostro dell’inferno muore; anche i giovani credono di nuovo nell’intercessione della Madre di Dio".

Ci sarà “un modo diverso” di credere: “La gente è timorata di Dio in modo diverso. Le leggi, che portano morte ai bambini, vengono invalidate”. (vaccini obbligatori?)

Si instaura un ordine politico nuovo – e molto antico.

“Un imperatore sarà incoronato dal Papa fuggitivo”. Il Papa infatti “che non era fuggito attraverso l’acqua per lungo tempo, tornerà. Quando i fiori cominceranno a fiorire nei campi, il Papa tornerà a farà lutto per i fratelli assassinati”.

“Un buon tempo. Vedo tre corone lampeggiare, un vecchio scarno sarà il nostro re. Anche la antichissima corona del Sud sarà di nuovo in onore”. Dopo questi eventi, “viene un lungo tempo felice. Quelli che saranno sopravvissuti si rallegreranno e stimeranno fortunati. Ma devono cominciare laddove han cominciato i loro nonni”.

Gli avvertimenti prima della Terza Guerra Mondiale

Farà molto caldo, le arance matureranno in Baviera. I contadini bavaresi potranno mietere in marzo.

Uno dei segni premonitori di questa guerra sarà, infatti, il gran caldo. La montagna Watzmann (presso Berchtesgaden, che Irlmaier aveva davanti agli occhi tutti i giorni) era ai suoi tempi innevata anche d’estate: quando non ci sarà più neve sul Walzman comincerà. “A gennaio le zanzare balleranno” (!). I fiumi avranno così poca acqua che si potranno guadare camminando.

Quando visse Irlmeier, il pericolo veniva dall’Unione Sovietica. Apparentemente, le sue visioni hanno qualcosa di una guerra dell’epoca, e qualcosa di fantascientifico, come se due periodi si sovrapponessero. Il veggente disse che aveva rimandato la terza guerra mondiale alla dichiarazione, da parte di Pio XII, del dogma dell’Assunzione di Maria al cielo, nel novembre 1950. Poco prima che morisse, gli fu chiesto se non era il caso di correggere le sue profezie. Rispose che no, non era cambiato niente.

Che dire? Fra le molte altre profezie attribuite al contadino bavarese, ce ne sono di pittoresche: “La gente parlerà avvicinandosi alla scatola Zuban, per giocarci”. La Zuban era una fabbrica di sigarette di Monaco; un pacchetto di sigarette dentro cui parlare...e giocare, somiglia un pochino allo smartphone. Un vicino gli chiese il parere sul D-mark, che entrò in vigore nel 1948. Andremo bene con questa moneta? Questa va bene, rispose Irlmaier; è con quella che verrà dopo che dovrete stare attenti. (euro?)
In sunto, ecco quelli che Irlmaier avvertiva come segni premonitori, con speciale riguardo alla Germania:

1. In primo luogo, una prosperità mai vista

2. Poi, un’apostasia come mai vista prima.

3. Poi una corruzione morale come non mai (Quasi tutti i governi saranno governati da Satana) .

4. Poi arrivano un gran numero di stranieri nel paese.

5. C’è una grande inflazione. Il denaro perderà sempre più valore.

Come abbiamo visto, tra i segni che Irlmaier indicavano la guerra vicina, registrò il cambiamento del clima, il grande caldo in Baviera.

DIREI CHE CI SIAMO QUASI!



I militari russi svelano un nuovo bombardiere invisibile

Le prime immagini emergono sul nuovo bombardiere stealth senza equipaggio russo schierato in Siberia, in ciò che sembra essere di gran lunga il più considerevole investimento del Paese su un velivolo da combattimento senza pilota avanzato. Denominato Okhotnik, l’aviogetto stealth è stato realizzato dall’ufficio progettazione Sukhoi, anche responsabile dello sviluppo del primo caccia stealth del Paese, Su-57. Il grande nuovo velivolo vedrà i primi test nell’estate del 2019, e il suo dispiegamento da parte dell’esercito russo è destinato ad avere notevoli implicazioni per le capacità di attacco del Paese. Si prevede che l’Okhotnik svolga un ruolo di bombardamento tattico a corto e medio raggio, complementare al ruolo strategico a lungo raggio del nuovo bombardiere stealth PAK-DA. Il bombardiere si avvale di un modello ad ala volante simile a quello del Spada Affilata cinese svelato nel 2018. Il progetto è similare alle piattaforme più leggere schierate dall’Iran e basate sul drone da ricognizione degli USA RQ-170 catturato dalla Repubblica Islamica nel 2011. Le capacità dell’Okhotnik e l’ambizioso ruolo avanzato cui sembra destinato sono in netto contrasto coi precedenti progetti di UAV da combattimento russi, visto che le capacità del Korsar appaiono ben lungi da quelli dei droni di Cina e Stati Uniti. Gli analisti occidentali ipotizzavano che il nuovo drone russo sarà probabilmente più potente di qualsiasi altra piattaforma occidentale attualmente in servizio, cogli Stati Uniti che effettuavano relativamente pochi investimenti nelle capacità furtive dei propri droni da combattimento.
Sembra che l’Okhotnik sia progettato per penetrare nello spazio aereo nemico per colpire i principali siti tattici dietro le linee nemiche: obiettivi NATO in Europa o infrastrutture militari degli Stati Uniti nell’Artico, Corea del Sud o Giappone. Anche lo sviluppo della capacità antinave rimane una possibilità considerevole, col profilo furtivo del drone che ridurrebbe considerevolmente il tempo di allarme per le navi da guerra nemiche attaccate. Investire nella capacità stealth avanzata per droni senza pilota, sembra essere un mezzo potenzialmente molto più economico di acquisire una capacità di penetrazione avanzata rispetto a un bombardiere stealth pesante e con equipaggio, come lo statunitense B-2 Spirit, piattaforma che costa oltre 2 miliardi di diollari per velivolo. L’uso di velivoli senza pilota per missioni ad alto rischio li rende anche sacrificabili, riducendo notevolmente il rischio di dispiegare aerei da combattimento nello spazio aereo nemico. Se gli Okhotnik entreranno in servizio in prima linea nel prossimo futuro, la Russia schiererà avanzati aerei da combattimento di cui la NATO manca completamente portando probabilmente il blocco occidentale a cercare di sviluppare un analogo proprio. Il drone da combattimento Predator statunitensi, sebbene formidabile non ha la velocità e la capacità di sopravvivenza necessarie per penetrare nello spazio aereo nemico ben difeso che hanno le piattaforme stealth. Da parte sua, gli Stati Uniti sono molto probabilmente in grado di sviluppare una piattaforma simile, cogli UAV da combattimento invisibili come l’RQ-170, in servizio da oltre un decennio. L’obiettivo antiterroristico e di ricognizione del programma dei droni negli Stati Uniti ha significato che tali piattaforme progettate per il conflitto contro avversari vicini, dovranno integrare funzionalità avanzate come l’Okhotnik, ma che devono ancora essere sviluppate.
Traduzione di Alessandro Lattanzio

L'ASSE PARIGI-BERLINO SI RIVELA PERICOLOSO PER LA POSIZIONE ITALIANA

E' NATO UN NUOVO STATO DAL PATTO DI AQUISGRANA: LA FRAMANIA (FRANCIA/GERMANIA) ALTRO CHE UNIONE EUROPEA! CONTINUANDO A STARE NELL'UE DELLA FRAMANIA L'ITALIA RISCHIA DI PERDERE AUTOREVOLEZZA AGLI OCCHI DEI PAESI EMERGENTI QUALI CINA E RUSSIA, E COME AGO DELLA BILANCIA IN EUROPA, IL PATTO DI AQUISGRANA MIRA PROPRIO A INDEBOLIRE L'ITALIA PER LA SUA POSIZIONE IMPORTANTE


[sette+] Il Patto di Aquisgrana, la guerra civile in Venezuela e i Savi di Sion




Giulietto Chiesa: l'asse Berlino-Parigi cambia le carte in tavola





ESCLUSIVO! NOTIZIE CENSURATE DAI MEDIA




Ponte Morandi, la perizia svizzera: non fu la rottura degli stralli a causare il crollo

Ponte Morandi, la perizia svizzera: non fu la rottura degli stralli a causare il crollo

Quindi il ponte non ha ceduto affatto… e noi saremo i complottisti? 

La Procura di Genova ha il filmato originale del crollo che però crollo non è pertanto non lo farà mai vedere a nessuno e chi ha sempre sostenuto la demolizione viene definito dispregiativamente complottista? Ma allora chi invece nasconde la verità cos’è? Complice, criminale, o peggio?
Personalmente ho cercato di raccogliere qualche video sull’argomento in calce all’articolo “Ponte "Morandi": l’11 settembre tutto italiano?” e i filmati di Rosario Marcianò sono tra i più “incisivi”.

(da Marcello Salas https://plus.google.com/u/0/)


All'epoca dell'abbattimento del ponte Morandi affermai che il "cedimento degli stralli non era la causa da imputare al crollo della struttura genovese". Ora i tecnici svizzeri, smontando le baggianate del Governo pentastellato, confermano quanto da me asserito nelle settimane successive all'inside job del 14 agosto 2018. Infatti, gli esperti elvetici affermano: "Gli stralli si sono rotti dove non erano corrosi, quindi le cause del crollo vanno cercate altrove". In effetti, prove alla mano, il viadotto Morandi crollò ben quattro minuti dopo il dichiarato ed il Procuratore Capo della Procura di Genova, Dott. Cozzi, si è ben guardato dal rendere pubblico il filmato del crollo che, aveva spiegato, non poteva essere mostrato per non influenzare i testimoni. I testimoni sono stati ascoltati, ma il video è rimasto chiuso in un cassetto. Insomma... è tutto passato in cavalleria, come prevedibile, e le vere cause del crollo (esplosivo? Armi esotiche?) non saranno mai comunicate agli ignari ed ingenui cittadini.



Clamoroso! Il ponte Morandi era intatto ben oltre le 11:36:33! :



Libia, le carte di Hillary Clinton: "La Francia distrusse l'Italia"

La guerra di Libia - un'altra - cent'anni dopo. Correva l'anno 2011, i dodici mesi che cambiarono il mondo ma soprattutto la storia d'Italia.




Eravamo ormai abituati a ricordarlo come l'anno della caduta del governo Berlusconi IV e dell'arrivo dell'ultra-europeista Mario Monti a Palazzo Chigi dopo mesi di attacchi politici e finanziari (non senza speculazioni assai poco trasparenti).

Tutti ricordiamo gli insopportabili risolini di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy al Consiglio Europeo del 23 ottobre 2011. Ebbene, ora su quei giorni cruciali potremmo apprendere qualcos'altro. Se possibile, qualcosa di ancora più inquietante.

Come ha rilevato Scenarieconomici, spulciando fra le mail dell'allora Segretario di Stato Usa Hillary Clinton si scopre che l'attacco internazionale che portò alla caduta del regime di Muhammar Gheddafi e all'uccisione del Colonnello venne lanciato solo ed esclusivamente per rispondere a precisi interessi geostrategici francesi, con l'avallo statunitense. A tutto detrimento degli interessi italiani.

Certo, sapevamo già che la guerra voluta da Sarkozy era un mezzo per estromettere il nostro Paese dal controllo del petrolio libico, ma vederlo scritto nero su bianco resta comunque impressionante.

E allora vediamo cosa contengono, quelle mail famigerate. Il 2 aprile del 2011 l'attuale candidata democratica alla Casa Bianca riceveva un messaggio dal suo consigliere per il Medio Oriente Sidney Bluementhaldai toni assai espliciti. Da quelle righe emerge infatti che il presidente francese dell'epoca, Sarkozy, ha finanziato e aiutato in ogni modo le fazioni anti gheddafiane con denaro, armi e addestratori, allo scopo di strappare più quote di produzione del petrolio in Libia e rafforzare la propria posizione tanto sul fronte politico esterno quanto su quello geostrategico globale.

Di più. A motivare definitivamente la decisione dell'Eliseo di entrare nel conflitto sarebbe stato il progetto del raìs di soppiantare il franco francese africano con una nuova divisa pan-africana, nell'ottica di un'ascesa della Libia come potenza regionale in grado di raccogliere intorno a sè un'alleanza regionale di Stati. Sostituendo così proprio la Francia, a suon di oro e di argento (Gheddafi ne avrebbe conservate poco meno di trecento tonnellate).

Le conseguenze dell'intervento sono storia nota, con la Libia precipitata in un'atroce guerra civile, l'Isis che spadroneggia sulle coste meridionali del Mediterraneo e un'ondata di migranti senza precedenti che si riversa sulle nostre coste. All'epoca l'Italia, all'oscuro di tutto, prese addirittura parte alla guerra contro Gheddafi, sia pure a malincuore.

Ora però è chiaro che quella manovra, insieme all'attacco speculativo portatoci dalla Germania, aveva un solo obiettivo: l'Italia. Che ancora oggi ne sconta le terribili conseguenze.

Sovranisti, elites finanziarie e generazione Erasmus

Sovranisti, elites finanziarie e generazione Erasmus
Fonte: oltre la linea
Paolo Borgognone classe 1981, laureato in Scienze Storiche all’Università degli Studi di Torino, saggista e lavoratore del campo giornalistico ed editoriale. Collaboratore, tra gli altri, dei siti “Blondet&Friends”, “Controinformazione.info”, “Pandora TV”, e del quotidiano “La Verità”. Autore di diversi saggi sul sistema della (dis)informazione e sul fallimento della sinistra “radicale”. Importante anche il suo saggio “Generazione Erasmus. I cortigiani della società del capitale e la “guerra di classe” del XXI secolo” (Oaks Editrice, 2017).

Pensi che il movimento populista/sovranista, nazionale ed europeo, sia in grado di generare una nuova Europa? E che, anzi, sia proprio esso a generare una vera Europa, frutto di necessità “effettive”, come unire le innumerevoli nazionalità del continente alla luce di principî comuni, alti e condivisi, e che quindi non abbia nulla a che fare con l’Europa della moneta, dell’“economia al centro di tutto” e più in generale del “disvalore”?

Nel momento in cui le categorie antifascismo e anticomunismo saranno inequivocabilmente rimosse dal lessico e dall’immaginario politico di chi si proclama oppositore del regime neoliberale vigente, potranno sorgere nuovi soggetti in grado di realizzare l’unione del populismo e del sovranismo come blocco politico antiglobalista in grado di sfidare i banchieri internazionali e i loro lacchè nel ceto politico, accademico e mediatico occidentale.
I populisti sono infatti riusciti, come spiega il politologo Marco Tarchi, a individuare e recepire alcuni temi cari a un discorso che poteva essere definito, negli anni Settanta-Ottanta del XX secolo, di Nuova Destra e, oggi, di Nuove Sintesi oltre la destra e la sinistra, come «identità contro cosmopolitismo, popoli contro oligarchie, specificità culturali contro omologazione, ecc.».
Per questa ragione, io credo che l’attuale governo italiano (M5S-Lega) sia il meno peggiore che la storia repubblicana ci abbia riservato e, tuttavia, non si tratta di un esecutivo entusiasmante poiché, nonostante alcune prese di posizione effettivamente in controtendenza rispetto alle politiche di chi lo ha preceduto, rimane prono, spaventato e talvolta complice di fronte ai poteri finanziari che ne hanno determinato la possibilità di costituirsi. È anche vero che l’esecutivo “giallo-verde” non ha alcun interesse, non trarrebbe alcun vantaggio e sarebbe rovesciato immediatamente dai poteri di cui sopra se si ponesse effettivamente in un’ottica di scontro aperto con gruppi e apparati oligarchici di pressione internazionale spaventosamente più grandi e influenti di esso, come la NATO, Israele, le banche d’affari private anglo-americane tipo JP Morgan e Goldman Sachs, il FMI, la BCE stessa…
Dal punto di vista dell’elaborazione teorico-politica, non pensi che sia chiuso anche il capitolo del superamento della dicotomia destra/sinistra o di alleanza trasversale tra parti della destra e della sinistra? Non trovi sia il caso, dunque, di procedere con la creazione di una nuova sintesi che unisca a monte il “pensiero” che dovrà guidare un processo politico di trasformazione? Questo anche per evitare l’etichettamento, tipo “rossobruni”, che poi sarebbe la morte di una spinta propulsiva “teorica” perché inserisce il tutto in nicchie ideologico-politiche che, per quanto rivoluzionarie, possono essere  addomesticabili, o comunque depotenziate.
Sì, è quello che sostenevo rispondendo alla domanda di cui sopra. Bisogna portare la sinistra a destra sul piano culturale e la destra a sinistra sul piano economico. E costruire l’ipotesi di nuove sintesi populiste/sovraniste che producano emancipazione dei popoli in lotta contro l’imperialismo del caos non soltanto geopolitico e finanziario, ma anche etico e morale. Ovviamente, per fare ciò occorre sbarazzarsi dei legami precedenti con le ideologie novecentesche, ovvero con il fascismo e con il comunismo, per poter combattere a fondo il nemico principale dei popoli in questo secolo, cioè il liberalismo, il capitalismo postmoderno e la società di mercato.
La categoria di popolo, in questo senso, dev’essere riportata alle sue origini metafisiche, ossia il popolo come prodotto concreto, realmente esistente, del Dasein, cioè dell’intelletto sovrarazionale, puro. In questo senso, la grande dicotomia contemporanea non si articola sulla linea di faglia destra/sinistra, né su quella città/campagna, bensì nella lotta senza quartiere tra il sovraumano (Dasein) e l’inumano (o post-umano, o addirittura trans-umano, cioè il liberalismo). Non a caso, in Italia, i liberali più estremisti, come quelli del defunto (ma puntualmente redivivo a ogni appuntamento elettorale) Partito radicale, hanno intrapreso, negli anni, una retorica distruttiva centrata sulla particella maligna “trans” (transnazionale, transpartito, transessuale, transgender, transumano, ecc.) con cui usavano storpiare a piacimento le identità.
Di fronte a questa prospettiva, i partiti e i movimenti, presenti e futuri, che si richiamano alle categorie del Dasein e del Geviert, devono unirsi, oltre la destra e la sinistra che sono ormai sprofondate nel baratro del globalismo e della biopolitica debilitante, per ricostituire il katechon, il potere costituente e di freno all’immoralità e alla mediocrità trionfanti. L’interprete politico primario dell’idea di katechon è certamente il Soggetto Radicale duginiano, ovvero l’imperatore occultato (il Mahdi nella tradizione islamica sciita), il sacro romano imperatore dormiente nella montagna incantata detta Kyffhäuser. Il Soggetto Radicale, il sacro romano imperatore occultato della saga di Kyffhäuser, non è una persona fisica ma un’intelligenza pura, un ideale organico di giustizia e verità.
Quando i patrioti della giustizia si ritroveranno e daranno vita a un blocco eterogeneo di legionari della ricerca del vero, cioè di guerrieri filosofi hegeliani ma anche heideggeriani e viceversa, allora l’imperatore occultato tornerà nel mondo e sopprimerà per sempre ogni forma di oppressione, arroganza e prepotenza. Naturalmente, le categorie storiche di destra e di sinistra hanno nulla a che vedere con l’antitesi odierna tra sostenitori e oppositori del transumanesimo e dei processi di disumanizzazione del mondo, tant’è vero che destra e sinistra sono state, sono e saranno, alleati imprescindibili per chi vuole costruire un mondo di ingiustizie. Destra e sinistra sono il frutto di un processo di separazione su basi contrapposte della società mentre la società o è organica o non è.

Pensi che questa “proposta” possa creare un paradigma “nuovo” che sostituisca il principio dell’“economia al centro di tutto”, e dunque ci si possa avviare ad una fase che rimetta le cose in ordine, per così dire, e quindi lo “spirito” e l’“idea” come guida di una “nuova Europa”?

Sì ma, come ripeto, siamo soltanto all’alba di una “rivoluzione populista” in Europa e i passi da fare sono ancora molti prima di poter stilare un bilancio in attivo di tanto lavoro. Il populismo italiano, leghista, è stato molto reattivo ma si trova, insieme al M5S, a dover fare i conti con un avversario temibile e sleale, ossia il partito dello spread. Questo partito è internazionale, di matrice cosmopolita-oligarchico, è guidato dai banchieri della BCE e del FMI, dagli speculatori dei fondi d’investimento privati transnazionali e dalle agenzie private di rating di Usa e Ue.
In Italia, questo partito ha dei manutengoli riprovevoli nel ceto politico, accademico e mediatico, anche tra gli artisti e i comici di regime. Sono quelli che ogni giorno ci ricordano le presunte e pretese, ma indimostrate, virtù “salvifiche” dell’euro e della Ue e che ci rimproverano perché, in fin dei conti, non siamo abbastanza liberal e clintoniani… I banchieri che hanno in mano gli Stati della Ue e l’Unione stessa tengono per le palle il governo “giallo-verde” e Salvini e Di Maio, sapendo di non avere la forza per attuare politiche espansive che siano davvero risolutive della crisi in corso, hanno delegato la trattativa con la Ue a dei tecnici neoliberali in doppiopetto che, a differenza dei leader leghista e pentastellato, non devono rispondere al giudizio degli elettori dei loro cedimenti e cambi di passo ideologico repentini.
Hai scritto un libro sulla generazione Erasmus (Generazione Erasmus. I cortigiani della società del capitale e la “guerra di classe” del XXI secolo, Oaks Editrice, 2017) che, sintetizzando, parla di questa nuova generazione come di una “nuova cortigianeria”, programmata, o meglio “formattata” prendendo in prestito un linguaggio a loro caro, sulle norme del competitivismo neo-liberale, dell’edonismo libertario, o forse sarebbe più corretto dire commerciale, e su tutta una serie di dogmi che sono tanto cari al mondialismo in atto (ideologia del progresso, fine delle frontiere, svilimento delle identità individuali e collettive). Non pensi che a questa generazione si opponga sempre più con forza la generazione del movimento sovranista/populista, ovvero dei dannati della globalizzazione, degli esclusi, ma forse soprattutto delle nuove élite illuminate che meglio di tutte si sono rese conto dello sfacelo “spirituale” della nostra era?

Il libro parla del conflitto di classe contemporaneo e si ispira al testo “La France périphérique. Comment on a sacrifié les classes populaires”, del sociologo Christophe Guilluy. È un lavoro dai contenuti incompatibili con quella che è la nuova morale immorale imposta dai ceti politically correct alle masse precarizzate come sorta di sovrastruttura ideologica del capitalismo liberale e, per questa ragione, non ha trovato alcuna forma di accoglimento presso i media mainstream.
Tutto questo per dire che non ci potrà essere alcuna coscienza politica e di classe fintantoché il mainstream sarà in mano ai guitti della società dello spettacolo e del giornalismo di sistema che ci ripetono all’unisono che dobbiamo, ogni giorno, rendere grazie alla BCE per ciò che ha fatto e sta facendo “per noi”. O gli oppositori del regime riescono a dar vita a media alternativi e performanti capaci di porre in discussione il dominio del mainstream ideologico liberale, o l’agenda del dibattito pubblico sarà dettata dai soliti noti, quelli che ci chiedono di sacrificarci per la continuità del regime internazionale di banchieri, investitori miliardari e speculatori.
Tra l’altro, il mainstream esercita, a tutt’oggi, forme di dominio senza egemonia perché i giornali sono in netta perdita (da 6 a 2 milioni di copie giornaliere vendute dal 2007 al 2018) e sono puntellati esclusivamente dai finanziamenti pubblici che ricevono e i talk show televisivi hanno un pubblico rappresentato, ormai, soltanto da pochi e indefessi aficionados da tifo politico-calcistico. Per cui, volendo, spezzare il dominio di chi non detiene alcuna forma di egemonia non sarebbe neppure difficile. Peccato che, dalla parte di chi si oppone, il settarismo e l’imbecillità che pullulano, a destra come a sinistra, impediscano di dare concretezza a tante buone intenzioni espresse da singoli o da gruppi meritori ma ristrettissimi e, soprattutto, il più delle volte pure in difficoltà dal punto di vista dei mezzi economici atti a finanziare le loro attività.
Sempre rimanendo sul tema gioventù, cosa pensi dell’altro pezzo della gioventù nostrana, che si rifà sostanzialmente sempre ai valori del globalismo, seppur nella versione radical e “socialisteggiante”… alludo a centri sociali e formazioni della sinistra radicale. Non trovi siano, in un modo o nell’altro, anche essi un supporto allo status quo?

Penso che sia sopravvalutata. Questa gioventù è rilevante sui media (ci credo, sono i pretoriani del regime…) ma è a sua volta vittima del complesso inestricabile di fragilità e debolezze psico-fisiche introdotte dal sistema per dominarli e per dominare. Per cui, il regime deve sapere, ma lo sa perfettamente a mio avviso, di essersi dotato di un esercito pretoriano di qualità scadente e numericamente irrilevante.
Nel momento in cui le cose dovessero realmente cambiare registro, la “Generazione Erasmus”, ne sono sicuro, non muoverà un dito per salvare il sistema che l’ha allevata, coccolata, fatta “divertire”, dominata e sfruttata. Rimarrà semplicemente chiusa in casa, tremante di paura, o si riallineerà al nuovo corso come se nulla fosse, alla chetichella. Il sistema, infatti, per difendersi da eventuali scossoni portatigli da contestatori incazzati di turno, farà ricorso a strumenti molto più collaudati e tristemente efficaci (golpe finanziario, mediatico, giudiziario e militare) che non il canto lamentoso belato ostensivamente da chi, in vacanza-studio permanente, chiede al sistema sopraccitato ciò che il sistema vuole gli sia chiesto, ovvero di dargli “più mercato”, “più divertimenti” e “più Europa”.

(a cura di Roberto Siconolfi)