lunedì 28 gennaio 2019

I militari russi svelano un nuovo bombardiere invisibile

Le prime immagini emergono sul nuovo bombardiere stealth senza equipaggio russo schierato in Siberia, in ciò che sembra essere di gran lunga il più considerevole investimento del Paese su un velivolo da combattimento senza pilota avanzato. Denominato Okhotnik, l’aviogetto stealth è stato realizzato dall’ufficio progettazione Sukhoi, anche responsabile dello sviluppo del primo caccia stealth del Paese, Su-57. Il grande nuovo velivolo vedrà i primi test nell’estate del 2019, e il suo dispiegamento da parte dell’esercito russo è destinato ad avere notevoli implicazioni per le capacità di attacco del Paese. Si prevede che l’Okhotnik svolga un ruolo di bombardamento tattico a corto e medio raggio, complementare al ruolo strategico a lungo raggio del nuovo bombardiere stealth PAK-DA. Il bombardiere si avvale di un modello ad ala volante simile a quello del Spada Affilata cinese svelato nel 2018. Il progetto è similare alle piattaforme più leggere schierate dall’Iran e basate sul drone da ricognizione degli USA RQ-170 catturato dalla Repubblica Islamica nel 2011. Le capacità dell’Okhotnik e l’ambizioso ruolo avanzato cui sembra destinato sono in netto contrasto coi precedenti progetti di UAV da combattimento russi, visto che le capacità del Korsar appaiono ben lungi da quelli dei droni di Cina e Stati Uniti. Gli analisti occidentali ipotizzavano che il nuovo drone russo sarà probabilmente più potente di qualsiasi altra piattaforma occidentale attualmente in servizio, cogli Stati Uniti che effettuavano relativamente pochi investimenti nelle capacità furtive dei propri droni da combattimento.
Sembra che l’Okhotnik sia progettato per penetrare nello spazio aereo nemico per colpire i principali siti tattici dietro le linee nemiche: obiettivi NATO in Europa o infrastrutture militari degli Stati Uniti nell’Artico, Corea del Sud o Giappone. Anche lo sviluppo della capacità antinave rimane una possibilità considerevole, col profilo furtivo del drone che ridurrebbe considerevolmente il tempo di allarme per le navi da guerra nemiche attaccate. Investire nella capacità stealth avanzata per droni senza pilota, sembra essere un mezzo potenzialmente molto più economico di acquisire una capacità di penetrazione avanzata rispetto a un bombardiere stealth pesante e con equipaggio, come lo statunitense B-2 Spirit, piattaforma che costa oltre 2 miliardi di diollari per velivolo. L’uso di velivoli senza pilota per missioni ad alto rischio li rende anche sacrificabili, riducendo notevolmente il rischio di dispiegare aerei da combattimento nello spazio aereo nemico. Se gli Okhotnik entreranno in servizio in prima linea nel prossimo futuro, la Russia schiererà avanzati aerei da combattimento di cui la NATO manca completamente portando probabilmente il blocco occidentale a cercare di sviluppare un analogo proprio. Il drone da combattimento Predator statunitensi, sebbene formidabile non ha la velocità e la capacità di sopravvivenza necessarie per penetrare nello spazio aereo nemico ben difeso che hanno le piattaforme stealth. Da parte sua, gli Stati Uniti sono molto probabilmente in grado di sviluppare una piattaforma simile, cogli UAV da combattimento invisibili come l’RQ-170, in servizio da oltre un decennio. L’obiettivo antiterroristico e di ricognizione del programma dei droni negli Stati Uniti ha significato che tali piattaforme progettate per il conflitto contro avversari vicini, dovranno integrare funzionalità avanzate come l’Okhotnik, ma che devono ancora essere sviluppate.
Traduzione di Alessandro Lattanzio

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