venerdì 26 ottobre 2018

L’Unione Europea ‘mafiosa’ e la bomba al padre dei globalisti



di Gianmarco Landi
Diciamocelo chiaramente:
l’Ue è solo una brutta copia della Mafia, senza fantasia, senza codice di onore, senza tradizione medievale e senza il fascino diabolico e intellettivamente sofisticato che la Mafia siciliana in tutto il Mondo ha avuto fino agli anni 60/70, quando poi é diventata solo crimine e becera gestione criminale e si é perciò liquefatta.

La bocciatura di oggi della manovra è un atto da aspiranti mafiosi che ci deve far sorridere, perché la Mafia Mitteleuropea contro di noi, e senza apporto degli Angloamericani dalla loro parte come quando c’erano Obama e Hillary, ci fa solo il solletico e ci deve far ridere.
La UE non è certo una manifestazione di potere legittimo né tantomeno di potere mafioso, è un’esibizione di scemenza da parte di una generazione di burocrati e politicanti stupidotti. Essi stanno cercando di calpestare la sovranità del popolo italiano per mortificare l’alzata di testa del Governo Conte come se noi fossimo il piccolo e povero popolo greco recalcitrante rispetto alle affermazioni apodittiche della globalizzazione. Ciò mette in chiaro la vera natura della Ue, una struttura a cupola verticistica contraria al principio democratico e a quello dell’autodeterminazione dei popoli. L’Ue é un’aspirazione di Mafia senza però forza, perché senza cultura storica, senza testa, senza identità, senza continuità di potere. . .
Gli ignoranti di Bruxelles, aspiranti mafiosi nell’ inconscio, non conoscono la storiache in realtà non capiscono e perciò disprezzano. Forse non sanno che la Pace in Europa iniziò con uno sbarco degli angloamericani in Sicilia nel luglio del 43, cosa che avvenne grazie alla Mafia siciliana in America, la quale scassò l’asse in tutta Europa occupata, creando le condizioni per la sconfitta di Hitler privandolo di Mussolini. Lo sbarco in Sicilia fu reso possibile da Lucky Luciano e le successive dimissioni di Mussolini il mese dopo circa, furono suggerite non solo dal Gran Consiglio del Fascismo, un organo che non contava una beneamata cippa, ma da suggeritori calorosi e puntigliosi.
Ma prima di ciò, Lucky Luciano aveva fatto altro e sebbene fosse un sanguinario senza tanta scuola, aveva dimostrato grande intelligenza. Negli anni 20 e 30 aveva stretto rapporti con il suo amico Kennedy Senior, dal 1940 ambasciatore Usa a Londra e padre della futura icona Dem JFK, il quale si era arricchito con il contrabbando durante il Protezionismo andando a braccetto proprio con il capomafia siciliano. Lucky Luciano tirato fuori dal carcere duro fece un lavoro oscuro ma essenziale in tutti i porti dell’Atlantico Americano e la storia narra del capolavoro politico di Churchill che convinse kennedy senior a tirarsi dietro Roosevelt, ma non narra che questi usò la Mafia, peraltro assimilandola nella costituenda Cia, per battere i tedeschi.
Fu solo grazie ai ripristinati controlli dei porti Usa che gli statunitensi riuscirono a vincere in Atlantico i siluri dei 700 Uboat di Doenitz contro cui stavano straperdendo fino alla discesa in campo di Lucky Luciano. Gli U boat tedeschi erano imbeccati da spioni sulle partenze dei convogli, e perciò i sommergibili più lenti li acchiappavano nell’Oceano e li affondarono sistematicamente dal 40 al 42, così consentendo il dilagare dei nazi-tedeschi in tutta Europa che approfittarono di mezzi e soldati inglesi non rifocillati. Questa tendenza fu invertita quando gli spioni dei nazisti in America furono buttati a mare con metodologie ampiamente praticate in Sicilia verso coloro i quali disprezzavano gli interessi generali delle comunità in cui vivevano. Solo così le navi mercantili poterono giungere nel Regno Unito e ribaltare l’esito della 2°Guerra.
La Cia, infatti, prende corpo in quegli anni assimilando il meglio della cultura di mero esercizio di potere della Mafia Siciliana, la quale con Lucky Luciano, diede anche l’ossatura dell’Onu dopo la Guerra. Il braccio destro di Lucky Luciano era il capo mafia degli ebrei Usa, e questi spiegò dopo il 1945 ai politici Americani di come Luciano fosse riuscito a pacificare le lotte territoriali delle varie famiglie ed etnie criminali Usa, assicurando pace e prosperità a tutti i delinquenti americani grazie ad un suo modello di risoluzione dei conflitti, con una commissione, con il divieto di aggressione di altri territori, con 5 famiglie potenti come membri permanenti etc… Tutto ciò fu mutuato a New York creando l’Onu ed é molto ‘imbarazzante’ e politicamente scorretto, ma è la Storia, qualcosa di molto ma molto più importante delle storielle, per poter capire da dove siamo venuti e dove possiamo andare
Oggi l’Ue dei cialtroni mitteleuropei quasi si arroga i meriti di aver cacciato il nazismo e assicurato 70 anni di pace in questi anni ma non é assolutamente vero. Stamattina lorsignori puntano anche il dito contro il nostro Popolo vecchio di oltre 2000 anni di Storia e intelligenza ordinando al nostro Governo Democratico il da farsi.
Ma loro chi cazzo si credono di essere per comandarci e minacciarci se non ubbidiremo ai loro supplizi?
L’Ue non è l’Europa, son due cose ben diverse e la vera nemica sanguinaria dell’Europa è proprio la Ue franco-tedesca, un mix di cocciuta arroganza imperitura che ha sempre scatenato guerre e creato conflitti per oltre due secoli.
In conclusione il Governo Italiano se ne deve sbattere di questo richiamo e non penso occorra considerare che grazie a Noi, agli Usa e al Regno Unito, e non certo alla Mitteleuropa siamo uno Stato Democratico, libero e prospero, con un risparmio due volte il debito e un’economia reale rigonfia di eccellenze che vorrebbero portarci via una letterina alla volta.
Non so cosa penserà in proposito il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, un italoamericano che non parla mai ai giornali come faceva la piripacchia radical chic Hillary Clinton, e che prima di essere preso da Trump era numero 1 della Cia. Non lo so ma forse lo intuisco, pensando ad un adagio siciliano che recita più o meno così: le persone intelligenti sono quelle che capiscono le cose e agiscono senza troppo spiegare a quelli che invece parlano e parlano.
Al Contrario del Segretario di Stato Usa questi ominicchi dalla ‘sontuosa’ Ue parlano e parlano quando dovrebbero considerare più che il 2.4 % di deficit italiano, come e chi possa stamattina aver messo nella buca delle lettere di casa Soros in Usa una bella bomba. Per inciso: gli artificeri non sono riusciti a disinnescare l’ordigno e hanno dovuto farlo esplodere. BOOOM! Credo il botto sia stato udito dal signor George Soros, lui sì il capo dei Dem, uomo potentissimo e intelligentissimo, notorio gran puparo dell’ Europa globalizzata che sono certo abbia capito bene il pregno contenuto del suggerimento implicito nella missiva a lui destinata.
P.S. Il fatto che tutti i giornali Dem, dal New York Times a Repubblica non diano il minimo risalto a questa bomba a casa della ‘tessera’ numero 1 dei Dem del Mondo, ci fa capire che il suggerimento dovrebbe essere stato recepito.


L’Impero divide il mondo Ortodosso – possibili conseguenze


IL MALE STA CERCANDO DI DISGREGARE LA CHIESA CATTOLICA ATTRAVERSO GLI SCANDALI E L'ABOLIZIONE DELLA TRADIZIONE LITURGICA. ORA TOCCA ALLA CHIESA ORTODOSSA ATTRAVERSO LO SCISMA DEL PATRIARCATO DI COSTANTINOPOLI DA QUELLO DI MOSCA.

In precedenti articoli su questo argomento ho cercato di impostare il contesto, e spiegare perché la maggior parte delle Chiese Ortodosse sono ancora utilizzate come pedine in macchinazioni puramente politiche, e come la maggior parte dei commentatori che discutono di questi temi oggi usa parole e concetti in modo totalmente contorto, laico e in modo non Cristiano (che è tanto assurdo quanto discutere di medicina usando una terminologia vaga, fraintesa e in generale non medica). Inoltre ho scritto articoli che cercano di spiegare come il concetto di “Chiesa” sia completamente frainteso al giorno d’oggi, e quante Chiese Ortodosse oggi abbiano perso la loro mentalità patristica originaria. Infine, ho cercato di mostrare le antiche radici spirituali della moderna russofobia, e di come l’Impero Anglo-Sionista potrebbe tentare di salvare il regime ucronazista di Kiev innescando una crisi religiosa in Ucraina. Spero che questi articoli forniscano un contesto utile per valutare e discutere dell’attuale crisi tra il Patriarcato di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca.



La mia intenzione oggi è di guardare alla crisi in atto da un punto di vista più “moderno”, e cercare di valutare solo quali potrebbero essere le conseguenze politiche e sociali degli ultimi sviluppi nel breve e medio termine. Inizierò con un breve riassunto.

Il contesto attuale: un riassunto

Il Patriarcato di Costantinopoli ha preso la decisione ufficiale di:
Dichiarare che il Patriarca di Costantinopoli ha il diritto di concedere unilateralmente l’autocefalia (piena indipendenza) a qualsiasi altra Chiesa senza consultarsi con le altre Chiese Ortodosse.
Annullare la decisione del Patriarca di Costantinopoli Dionisio IV del 1686, trasferendo la Metropolia di Kiev (giurisdizione religiosa controllata da un Metropolita) al Patriarcato di Mosca (una decisione che nessun patriarca di Costantinopoli ha contestato per tre secoli!)
Rendere nullo l’anatema pronunciato contro il “Patriarca” Filarete Denisenko dal Patriarcato di Mosca (nonostante il fatto che l’unica autorità che può annullare un anatema è quella che lo ha pronunciato per prima)
Riconoscere come legittima la cosiddetta “Chiesa Ortodossa ucraina – Patriarcato di Kiev” che in precedenza aveva dichiarato illegittima e scismatica.
Concedere un’autentica autocefalia completa ad una futura (e ancora da definire) “Chiesa Ortodossa ucraina Unita”

La maggior parte delle persone si concentra naturalmente su questo ultimo elemento, ma potrebbe essere un errore, perché mentre concedere illegalmente un’autocefalia a un mix di pseudo-Chiese nazionaliste è sicuramente una decisione sbagliata, comportarsi come una sorta di “Papa Ortodosso” e rivendicare diritti che appartengono solo all’intera Chiesa è veramente un errore storico. Non solo, ma questo errore ora costringe ogni Cristiano Ortodosso ad accettare questo come un fatto compiuto e sottomettersi alla megalomania dell’aspirante Orto-Papa del Fener, o rifiutare tale azione unilaterale e totalmente illegale o entrare in aperta opposizione. E questa non è la prima volta che una tale situazione è accaduta nella storia della Chiesa. Userò un parallelo storico per chiarire questo punto.

Il contesto storico:

La Chiesa di Roma e il resto del mondo Cristiano erano già in rotta di collisione da diversi secoli prima della famosa data del 1054, quando Roma si staccò dal mondo Cristiano. Mentre per secoli Roma era stata il baluardo più saldo della resistenza contro le innovazioni e le eresie, l’influenza dei Franchi nella Chiesa di Roma alla fine risultò (dopo numerosi zig-zag su questo argomento) in una decisione veramente disastrosa di aggiungere un’unica parola (filioque [in inglese] – “e col figlio” in latino) al Simbolo della Fede (il Credo in latino). Ciò che rese questa decisione ancora peggiore fu il fatto che anche il Papa di Roma dichiarò di avere il diritto di imporre quell’aggiunta a tutte le altre Chiese Cristiane, senza alcuna discussione o approvazione conciliare. Si dice spesso che la questione del filioque è “oscura” e in gran parte irrilevante, ma questo è solo un riflesso dell’analfabetismo teologico di coloro che fanno affermazioni del genere, poiché, in realtà, l’aggiunta del filioque rovescia completamente il più importante e cruciale dei dogmi Trinitari e Cristologici del Cristianesimo. Ma ciò che *è* vero è che il tentativo di imporre unilateralmente questa eresia sul resto del mondo Cristiano era almeno altrettanto offensivo e, in realtà, altrettanto sacrilego quanto il filioque stesso, perché minava la natura stessa della Chiesa. In effetti, il Simbolo della Fede definisce la Chiesa “Cattolica” (Εἰς μίαν, Ἁγίαν, Καθολικὴν καὶ Ἀποστολικὴν Ἐκκλησίαν) che significa non solo “universale” ma anche “intera” o “che include tutto”. In termini ecclesiologici questa “universalità” si manifesta in due modi cruciali:

Primo, tutte le Chiese sono uguali, non c’è nessun Papa, nessuna “visione storica” che concede alcun primato, così come tutti gli Apostoli di Cristo e tutti i vescovi Ortodossi sono uguali; il capo della Chiesa è Cristo stesso, e la Chiesa è il suo corpo armonico pieno di Spirito Santo. Oh, lo so, dire che lo Spirito Santo riempie la Chiesa è considerato assolutamente ridicolo nel nostro mondo post-Cristiano del XXI secolo, ma date un’occhiata a queste parole del Libro degli Atti: “è parso bene allo Spirito Santo e a noi” (Atti 15:28) che mostrano chiaramente che i membri del Consiglio Apostolico di Gerusalemme credevano chiaramente nello, e proclamavano che le loro decisioni erano guidate dallo, Spirito Santo. Chiunque ancora ci creda capirà immediatamente perché la Chiesa non ha bisogno che il “vicario di Cristo” o qualsiasi “rappresentante terreno” agisca in nome di Cristo durante la sua assenza. Infatti, Cristo stesso ci ha chiaramente detto “Ecco, io sono con voi sempre, fino alla fine dell’età presente. Amen” (Matteo 28:20). Se una Chiesa ha bisogno di un “vicario” – allora Cristo e lo Spirito Santo non sono chiaramente presenti in quella Chiesa. Come volevasi dimostrare.

In secondo luogo, le decisioni cruciali, le decisioni che riguardano l’intera Chiesa, vengono prese solo da un Consiglio di tutta la Chiesa, non unilateralmente da un solo uomo o da una qualsiasi Chiesa. Queste sono in realtà le basi di quella che potremmo chiamare “ecclesiologia Cristiana tradizionale per principianti” e la palese violazione di questo dogma ecclesiologico chiave da parte del Papato nel 1054 fu tanto una causa per lo scisma storico tra Oriente e Occidente (in realtà, tra Roma e il resto del mondo Cristiano) quanto lo fu l’innovazione del Filioque stessa.

Mi affretto ad aggiungere che anche se i Papi furono i primi a rivendicare un’autorità data solo all’intera Chiesa, non furono i soli (a proposito, questa è un’ottima definizione operativa del termine “Papato”: l’attribuzione a un uomo di tutte le caratteristiche appartenenti esclusivamente all’intera Chiesa). All’inizio del XX secolo le Chiese Ortodosse di Costantinopoli, Albania, Alessandria, Antiochia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Polonia e Romania si riunirono e, sotto l’influenza diretta di potenti logge massoniche, decisero di adottare il calendario papale gregoriano (dal nome del papa del sedicesimo secolo Gregorio XIII). L’anno era il 1923, quando l’intera Chiesa Ortodossa russa veniva letteralmente crocifissa sul moderno Golgota del regime bolscevico, ma ciò non impedì a queste Chiese di chiamare il loro incontro “pan-Ortodosso”. Nemmeno il fatto che le Chiese russa, serba, georgiana, di Gerusalemme e la Santa Montagna (alias il “Monte Athos” [in inglese]) abbiano respinto questa innovazione, li fermò. Per quanto riguarda lo stesso calendario papale, gli innovatori lo ribattezzarono “piamente” “Giuliano migliorato” e con altri eufemismi di questo tipo per nascondere la reale intenzione dietro a questa decisione.

Infine, anche il fatto che questa decisione abbia innescato un’ondata di divisioni all’interno delle proprie Chiese non fu motivo per loro di ripensarci o, ancor meno, di pentirsi. Il Professor C. Troitsky aveva assolutamente ragione quando scrisse[in inglese] che “non c’è dubbio che i futuri storici della Chiesa Ortodossa saranno costretti ad ammettere che il Congresso del 1923 fu l’evento più triste della vita della Chiesa nel 20° secolo” (per maggiori informazioni su questa tragedia si veda qui, qui e qui [tutti e tre i link in inglese]). Anche in questo caso, un uomo, il Patriarca Ecumenico Melezio IV (Metaxakis) ha cercato di “fare il Papa” e le sue azioni hanno provocato un enorme sconvolgimento che ha lacerato l’intero mondo Ortodosso.

Più recentemente, il Patriarca di Costantinopoli ha cercato, ancora una volta, di convocare quello che vorrebbe essere un “Concilio Ecumenico” Ortodosso sotto la sua autorità personale quando nel 2016 (ancora un altro) il consiglio “pan-Ortodosso” è stato convocato sull’isola di Creta, hanno partecipato le Chiese di Alessandria, Gerusalemme, Serbia, Romania, Cipro, Grecia, Polonia, Albania e delle terre ceche e della Slovacchia. Le chiese di Russia, Bulgaria, Georgia e Antiochia hanno rifiutato di partecipare (l’OCA statunitense – non è stata invitata). La maggior parte degli osservatori ha concordato sul fatto che il Patriarcato di Mosca ha svolto un ruolo chiave nel minare quello che era chiaramente un consiglio “ladro” che avrebbe introdotto innovazioni importanti (e assolutamente non Ortodosse). Il Patriarca di Costantinopoli non ha mai perdonato i russi per aver silurato il suo consiglio “Ecumenico”.

Alcuni potrebbero aver notato che la maggioranza delle Chiese locali ha partecipato ad entrambi gli aspiranti consigli “pan-Ortodossi” del 1923 e del 2016. Tale osservazione potrebbe essere molto importante in un contesto Latino o Protestante, ma nel contesto Ortodosso è assolutamente priva di significato per i seguenti motivi:

Il contesto teologico:

Nella storia della Chiesa ci sono stati molti consigli “ladri” (cioè illegittimi, falsi, consigli) a cui hanno partecipato una maggioranza di vescovi del tempo, e anche una maggioranza delle Chiese; in questo articolo ho menzionato la vita di San Massimo il Confessore (che potete leggere qui [entrambi i link in inglese] per intero) come un perfetto esempio di come una sola persona (nemmeno un prete!) possa difendere il vero Cristianesimo da ciò che potrebbe apparire in quel momento come il numero schiacciante di vescovi che rappresentano l’intera Chiesa. Ma, come sempre, questi falsi vescovi alla fine sono stati denunciati e la Verità dell’Ortodossia ha prevalso.

Allo stesso modo, alla Falsa Unione di Firenze, quando tutti i delegati greci firmarono l’unione con gli eretici latini, e un solo vescovo rifiutò di farlo (San Marco di Efeso), il Papa Latino dichiarò disperato [in inglese] “e così non abbiamo compiuto nulla!”. Aveva assolutamente ragione: quell’unione fu respinta dal “Corpo” della Chiesa e i nomi di quegli apostati che lo firmarono rimarranno per sempre infamati. Potrei moltiplicare gli esempi, ma qui è fondamentale capire che maggioranze, grandi numeri o, ancor più, il sostegno delle autorità laiche sono assolutamente prive di significato nella teologia Cristiana e nella storia della Chiesa e che, con il tempo, tutti i vescovi decaduti che hanno partecipato ai consigli ladri sono sempre stati infine denunciati e la verità Ortodossa è sempre stata proclamata ancora una volta. È particolarmente importante tenerlo presente durante i periodi di persecuzione o di brutale ingerenza da parte delle autorità laiche, perché anche quando *sembrano* aver vinto, la loro vittoria è sempre di breve durata.

Vorrei aggiungere che la Chiesa Ortodossa russa non è solo “una delle tante” Chiese Ortodosse locali. Non solo la Chiesa Ortodossa russa è di gran lunga la più grande Chiesa Ortodossa, ma Mosca era la cosiddetta “Terza Roma”, qualcosa che conferisce al Patriarcato di Mosca molto prestigio e, quindi, influenza. In termini laici di prestigio e “credibilità”, il fatto che i russi non abbiano partecipato ai congressi del 1923 e del 2016 è un colpo molto più grande per i suoi organizzatori di se, diciamo, lo avessero boicottato i romeni. Questo potrebbe non essere importante per Dio o per i Cristiani veramente devoti, ma vi assicuro che questo è assolutamente cruciale per l’aspirante “Papa orientale” del Fener…

Chi c’è veramente dietro questo ultimo attacco alla Chiesa?

Quindi, iniziamo affermando l’ovvio: nonostante tutti i suoi nobili titoli (“Sua Santissima Divinità l’Arcivescovo di Costantinopoli, Nuova Roma e Patriarca Ecumenico”, nientedimeno!), il Patriarca di Costantinopoli (beh, del Fener, in realtà), non è altro che un burattino nelle mani dell’Impero Anglo-Sionista. Un burattino ambizioso e vanitoso, di sicuro, ma comunque un burattino. Immaginare che l’Uber-perdente Porošenko lo convinca a scegliere una battaglia importante con il Patriarcato di Mosca è assolutamente risibile e totalmente ridicolo. Alcuni sottolineano che il Patriarca di Costantinopoli è un impiegato civile turco. Anche se tecnicamente vero, questo non suggerisce che ci sia Erdogan dietro a questa mossa: in questo momento Erdogan ha davvero bisogno della Russia su così tanti livelli che non guadagnerebbe nulla e rischierebbe di perdere molto alienandosi Mosca. No, il vero promotore dell’intera operazione è l’Impero Anglo-Sionista e, naturalmente, il papato (che ha sempre cercato di creare una “Ucraina Orthodoxerein” dai tempi della “Crociata orientale” e dalle “Crociate nordiche” dei papi Innocenzo III e Gregorio IX fino all’Ucraina nazista di Bandera – si veda qui [in inglese] per i dettagli).

Perché l’Impero dovrebbe spingere per una tale mossa? Qui possiamo trovare un mix di piccole e grandi ragioni geostrategiche. In primo luogo, le più piccole: vanno dal solito riflesso impulsivo di fare qualcosa, qualsiasi cosa, per fare del male alla Russia per compiacere gli emigrati ucronazisti negli Stati Uniti e in Canada. Le strategie geo-strategiche vanno dal tentativo di salvare l’impopolare regime ucronazista a Kiev alla divisione del mondo Ortodosso, indebolendo in tal modo il soft-power e l’influenza russa. Questo tipo di “logica” mostra una fondamentale incomprensione del mondo Ortodosso oggi. Ecco perché:

Il tipico livello di educazione religiosa dei Cristiani Ortodossi è probabilmente ben rappresentato dalla famosa Curva di Bell: alcuni sono veramente e del tutto ignoranti, molti sanno poco e pochi ne sanno molto. Finché le cose erano ragionevolmente pacifiche, tutti questi Cristiani Ortodossi potevano mandare avanti le loro vite quotidiane e non preoccuparsi troppo del quadro generale. Questo vale anche per molte Chiese Ortodosse e vescovi. La maggior parte della gente ama i bei riti (canti, cupole dorate, belle architetture e luoghi storici) mescolati con una buona vecchia superstizione (accendere una candela prima di un incontro di lavoro o giocare alla lotteria) – tale è la natura umana e, ahimè, la maggior parte dei Cristiani Ortodossi non è diversa, anche se la loro vocazione è “non di questo mondo”. Ma ora questa immagine apparentemente pacifica è stata gravemente disturbata dalle azioni del Patriarca di Costantinopoli, che sono in palese e grave violazione di tutti i canoni e delle tradizioni basilari della Chiesa da costringere letteralmente ogni Cristiano Ortodosso, specialmente i vescovi, a rompere il loro silenzio e prendere un posizione: io sto con Mosca o con Costantinopoli?

Oh, certo, inizialmente molti (la maggior parte?) Cristiani Ortodossi, inclusi molti vescovi, cercheranno di distogliere lo sguardo o di limitarsi a insulse espressioni di “rimpianto” con richieste di “unità”. Un buon esempio di quel tipo di linguaggio tiepido e sdolcinato si può già trovare qui [in inglese]. Ma questo tipo di lavarsi le mani in stile Pilato (“non è affar mio” nel linguaggio moderno) è insostenibile, ed ecco perché: nell’ecclesiologia Ortodossa non è possibile costruire “triangoli eucaristici rotti”. Se A non è in comunione con B, allora C non può essere in comunione con A e B allo stesso tempo. È davvero una scelta binaria “o questo o quello”. Almeno in teoria (in realtà, tali “triangoli rotti” sono esistiti, più recentemente tra l’ex ROCA/ROCOR, la Chiesa serba e il Patriarcato di Mosca, ma sono insostenibili, come confermano gli eventi degli anni 2000-2007 per il ROCA/ROCOR). Tuttavia, senza dubbio alcuni (molti?) cercheranno di rimanere in comunione sia con il Patriarcato di Mosca che con il Patriarcato di Costantinopoli, ma questo diventerà sempre più difficile con il passare dei mesi. In alcuni casi specifici, una tale decisione sarà davvero drammatica, penso in particolare ai monasteri sulla Santa Montagna [in inglese].


[Nota a margine: a un livello più cinico, vorrei far notare che il Patriarca di Costantinopoli ha aperto un vero vaso di Pandora che ora ogni movimento separatista in un paese Ortodosso sarà in grado di usare per chiedere la propria “autocefalia”, che minaccerà l’unità della maggior parte delle Chiese Ortodosse. Se tutto ciò che serve per diventare “autocefali” è innescare una sorta di insurrezione nazionalista, allora immaginate quante “Chiese” richiederanno la stessa autocefalia degli ucronazisti oggi! Il fatto che l’etno-filetismo sia un’eresia condannata chiaramente non fermerà nessuno di loro. Dopo tutto, se è abbastanza buono per il Patriarca “Ecumenico”, è sicuramente abbastanza buono per tutti i nazionalisti pseudo-Ortodossi!]

Ciò che l’Impero Anglo-Sionista ha fatto è costringere ogni Cristiano Ortodosso e ogni Chiesa Ortodossa a scegliere di schierarsi con Mosca o Costantinopoli. Questa scelta avrà ovvie conseguenze spirituali, delle quali l’Impero non se ne può fregare, ma avrà anche profonde conseguenze politiche e sociali che, a mio avviso, l’Impero non ha affatto compreso.
Patriarcato di Mosca Patriarcato di Costantinopoli
Dimensioni attuali Molto grandi Piccole
Mezzi finanziari Molto grandi Piccoli
Dipendenza da sostegno dell’Impero e delle sue varie entità Limitata Totale
Relazioni col Vaticano Limitate, soprattutto a causa dei fortissimi sentimenti anti-papisti della popolazione Mutuo sostegno e alleanza de-facto
Vedute della maggioranza dei membri Conservatrici Moderniste
Livello di sostegno della maggioranza dei membri Forte Tiepido
Preoccupazione della maggioranza dei membri per le regole/canoni/tradizioni della Chiesa Media and selettiva Bassa
Dissenso interno Praticamente eliminato (ROCA) Forte (Montagna Sacra, Vecchi Calendaristi)


Il Patriarcato di Mosca contro il Patriarcato di Costantinopoli: analisi sociologica e politica

Permettetemi di essere chiaro, non ho intenzione di confrontare e contrapporre il Patriarcato di Mosca (PM) e il Patriarcato di Costantinopoli (PC) da un punto di vista spirituale, teologico o persino ecclesiologico. Invece, li confronterò e li confronterò da un punto di vista puramente sociologico e politico. Le differenze qui sono veramente profonde.

Dalla tabella qui sopra si può immediatamente vedere che l’unico vantaggio “comparativo” del PC è che ha il pieno sostegno dell’Impero Anglo-Sionista e del Vaticano. Sotto tutti gli altri punti di vista, il PM ha più “potenza di fuoco” del PC.

Ora, all’interno dell’Ucraina occupata dagli ucronazisti, il sostegno dell’Impero e del Vaticano (attraverso i loro Uniati) fornisce davvero un enorme vantaggio al PC e alle sue “Chiese” pseudo-Ortodosse ucronaziste. E anche se Porošenko ha promesso che nessuna violenza verrà usata contro le parrocchie dell’PM in Ucraina, tutti ricordiamo che è stato lui a promettere di fermare la guerra contro il Donbass, quindi perché prestare ancora attenzione a ciò che ha da dire..

I diplomatici e gli analisti statunitensi potrebbero essere abbastanza ignoranti da credere alle promesse di Porošenko, ma se questo è il caso, non si rendono conto che Porošenko ha pochissimo controllo sui gruppi nazisti più accaniti come quello che abbiamo visto domenica scorsa a Kiev. La realtà è molto diversa: il rapporto di Porošenko con i nazisti in Ucraina è grosso modo simile a quello che la Dinastia Saudita ha con i vari affiliati di Al-Qaida in Arabia Saudita: cercano di placarli e controllarli, ma finiscono per fallire ogni volta. L’agenda politica in Ucraina è impostata da nazisti genuini, così come in Arabia Saudita è stabilita dai vari tizi di Al-Qaida. Porošenko e Mohammad Bin Salman sono solo nani impotenti che cercano di salire sulle spalle di diavoli molto più potenti.

Purtroppo, e come sempre, i più a rischio in questo momento sono i semplici fedeli che resistono a qualsiasi tentativo da parte degli squadroni della morte ucronazisti di impadronirsi delle loro chiese ed espellere i loro sacerdoti. Non mi aspetto una guerra civile, non nel solito senso della parola, ma mi aspetto un sacco di atrocità simili a ciò che è accaduto durante il massacro di Odessa del 2014, quando gli ucronazisti bruciarono viva la gente (e spararono a quelli che cercarono di fuggire). Una volta che questi massacri inizieranno, sarà molto, molto difficile per l’Impero giustificarli o dare tutta la colpa all’“interferenza russa”. Ma soprattutto, come notò lo scrittore cristiano (dichiaratamente controverso) Tertulliano fin dal secondo secolo “il sangue dei martiri è il seme della Chiesa”. Potete stare sicuri che il massacro di Cristiani innocenti in Ucraina si tradurrà in un rafforzamento della consapevolezza Ortodossa, non solo all’interno dell’Ucraina, ma anche nel resto del mondo, specialmente tra coloro che sono attualmente “sul confine”, diciamo, tra il tipo di Ortodossia conservatrice proclamata dal PM e il tipo di pseudo-Ortodossia tiepida, annacquata e “decaffeinata” incarnata dal Patriarcato di Costantinopoli. Dopotutto, una cosa è cambiare il Calendario della Chiesa o dare baci e abbracci ai Papi, e un’altra ancora benedire gli squadroni della morte nazisti perché perseguitano i Cristiani Ortodossi.

Per riassumere, direi che con le sue azioni, il Patriarca di Costantinopoli sta costringendo l’intero mondo Ortodosso a fare una scelta tra due tipi molto diversi di “Ortodossie”. Per quanto riguarda l’Impero, sta commettendo un grave errore creando una situazione che polarizzerà ulteriormente parecchio una situazione politica già instabile in Ucraina.

Esiste, almeno potenzialmente, un’altra possibile conseguenza di questi sviluppi che non viene quasi mai discussa: il suo impatto all’interno del Patriarcato di Mosca.

Possibile impatto di questi sviluppi all’interno del Patriarcato di Mosca

Senza entrare nei dettagli, dirò semplicemente che il Patriarcato di Mosca è un’entità molto diversa in cui coesistono “correnti” piuttosto diverse. Nella politica russa parlo spesso di Integrazionisti Atlantici e Sovranisti Eurasiatici. C’è qualcosa di vagamente simile all’interno dell’MP, ma vorrei usare termini diversi. Un campo è quello che definirei degli “Ecumenisti filo-occidentali” e l’altro campo quello dei “Conservatori anti-occidentali”. Da quando Putin è salito al potere, gli Ecumenisti filo-occidentali hanno perso la loro influenza, soprattutto a causa del fatto che la maggior parte dei membri regolari dell’PM sostengono fermamente il movimento conservatore anti-occidentale (vescovi, sacerdoti, teologi ). L’odio rabbioso e la paura di tutto ciò che è russo dell’Occidente, combinato con il sostegno totale a qualsiasi cosa sia anti-russa (inclusi Takfiristi e Nazisti) hanno avuto un impatto anche qui, e pochissime persone in Russia vogliono che il modello di civiltà di Conchita Wurst, John McCain o Papa Francesco influenzi il futuro della Russia. La parola “ecumenismo”, come la parola “democrazia”, in Russia diventa una parola di quattro lettere con un significato approssimativamente simile a “svendita” o “prostituzione”. Ciò che è interessante è che molti vescovi del Patriarcato di Mosca che, in passato, erano divisi tra la pressione conservatrice del proprio gregge e le proprie inclinazioni “ecumeniche” e “democratiche” (meglio incarnate dal Patriarca di Costantinopoli) ora hanno scelto il modello conservatore (a cominciare dal Patriarca Cirillo stesso che, in passato, era piuttosto favorevole al cosiddetto “dialogo ecumenico d’amore” con i Latini).

Ora che PM e PC hanno rotto i legami che in precedenza li univano, sono entrambi liberi di perseguire le loro inclinazioni naturali, per così dire. Il PC può diventare una sorta di “Papato di rito orientale” e crogiolarsi in una festa d’amore senza ostacoli con l’Impero e il Vaticano, mentre il PM non avrà quasi nessun incentivo a prestare attenzione alle future offerte di riavvicinamento da parte dell’Impero o del Vaticano (questi due lavorano sempre mano nella mano [in inglese]). Per la Russia, questo è uno sviluppo molto buono.

Non fate errori, ciò che l’Impero ha fatto in Ucraina costituisce ancora un altro colpo profondamente malvagio e tragico contro il popolo ucraino da tempo sofferente. Nella sua bruttezza e nelle tragiche conseguenze, è paragonabile all’occupazione di queste terre da parte del Papato attraverso i suoi agenti polacchi e lituani. Ma Dio ha la capacità di trasformare anche il peggior orrore in qualcosa che, alla fine, rafforzerà la Sua Chiesa.

La Russia in generale, e il Patriarcato di Mosca in particolare, sono in una fase di transizione su molti livelli, e non possiamo sopravvalutare l’impatto che l’ostilità dell’Occidente avrà sulla futura coscienza del popolo russo e Ortodosso su tutti i fronti, inclusi quelli spirituali. Gli anni ‘90 sono stati anni di totale confusione e ignoranza, non solo per la Russia, ma il primo decennio del nuovo millennio si è rivelato essere il più doloroso, ma anche il più necessario, per coloro che si erano ingenuamente fidati dell’idea che il nemico dell’Occidente fosse solo il Comunismo, non la Russia come modello di civiltà.

Nella loro infinita ignoranza e stupidità, i leader dell’Impero hanno sempre agito solo nel breve termine immediato e non si sono mai presi la briga di pensare agli effetti a medio e lungo termine delle loro azioni. Questo è vero sia per la Russia che per l’Iraq o i Balcani. Quando le cose alla fine, e inevitabilmente, andranno molto male, saranno sinceramente confusi e si chiederanno come e perché tutto sia andato storto. Alla fine, come sempre, incolperanno l’“altro tizio”.

Non ho alcun dubbio che l’ultima manovra dell’Impero Anglo-Sionista in Ucraina produrrà una sorta di “vittoria” (“peremoga” in ucraino) confortante e a breve termine, che sarà seguita da una sconfitta umiliante (“zrada” in ucraino) che avrà profonde conseguenze per molti decenni a venire e che cambierà profondamente l’attuale mondo Ortodosso. In teoria, questi tipi di operazioni dovrebbero attuare l’antico principio di “divide et impera”, ma nel mondo moderno ciò che realmente fanno è unire ulteriormente il popolo russo contro l’Impero e, a Dio piacendo, unirà il popolo Ortodosso contro i vescovi pseudo-Ortodossi.

Conclusione:

In questa analisi ho dovuto descrivere molte, diciamo, “meno che ispiranti” realtà della Chiesa Ortodossa, e non voglio dare l’impressione che la Chiesa di Cristo sia senza indizi e impotente come tutte quelle confessioni che nel corso dei secoli si sono allontanate dalla Chiesa. Sì, i nostri tempi sono difficili e tragici, ma la Chiesa non ha perso il suo “sale”. Quindi quello che voglio fare al posto di una conclusione personale è citare uno dei teologi più illuminati e distinti del nostro tempo, il Metropolita Ieroteo di Lepanto [in inglese], che nel suo libro “La Mente della Chiesa Ortodossa” (che io considero uno dei migliori libri disponibili in inglese sulla Chiesa Ortodossa, e una “lettura obbligatoria” per chiunque sia interessato all’ecclesiologia Ortodossa) ha scritto le seguenti parole:


San Massimo il Confessore dice che, mentre i Cristiani sono divisi in categorie in base all’età e alla razza, la nazionalità, le lingue, i luoghi e gli stili di vita, gli studi e le caratteristiche, e sono “distinti gli uni dagli altri e molto diversi, tutti nati nella Chiesa e rinati e ricreati attraverso di essa nello Spirito” nondimeno “esso conferisce equamente a tutti il dono di una forma e designazione divina, di essere di Cristo e di portare il Suo Nome”. E San Basilio il Grande, riferendosi all’unità della Chiesa, dice in modo caratteristico: “La Chiesa di Cristo è una, anche se Lui viene chiamato da luoghi diversi”. Questi passaggi, e specialmente la vita della Chiesa, eliminano ogni tendenza nazionalistica. Non sono, naturalmente, le nazioni e le patrie che vanno abolite, ma il nazionalismo, che è un’eresia e un grande pericolo per la Chiesa di Cristo.

Il Metropolita Ieroteo è assolutamente corretto. Il nazionalismo, che è di per sé un prodotto puro del laicismo dell’Europa occidentale, è una delle minacce più pericolose che la Chiesa oggi sta affrontando. Nel corso del XX secolo è già costata la vita a milioni di Cristiani devoti e fedeli (detto questo, ciò non significa assolutamente che il tipo di multiculturalismo suicida sostenuto dai leader degenerati dell’Impero Anglo-Sionista oggi sia meglio!). E questo non è un problema “ucraino” (anche il Patriarcato di Mosca è stato profondamente infettato dal virus mortale del nazionalismo). Il nazionalismo e l’etno-filetismo non sono affatto peggiori di eresie come l’iconoclastia o il monofisismo/il monotelismo in passato, e quelle alla fine furono sconfitte. Come tutte le eresie, il nazionalismo non prevarrà mai contro la “Chiesa del Dio vivente” che è “colonna e sostegno della verità” (Prima lettera a Timoteo 3:15) e anche se molti possono cedere, altri non lo faranno mai.

Nel frattempo, i prossimi due mesi saranno assolutamente cruciali. In questo momento mi sembra che la maggioranza delle Chiese Ortodosse cercherà all’inizio di rimanere neutrale, ma dovrà alla fine schierarsi con il Patriarcato di Mosca e contro le azioni del Patriarca Bartolomeo. Ironia della sorte, la situazione negli Stati Uniti sarà molto probabilmente caotica, in quanto le varie giurisdizioni Ortodosse negli Stati Uniti hanno lealtà diverse e sono spesso divise secondo linee conservatrici e modernizzatrici. L’altro posto da tenere d’occhio saranno i monasteri sulla Montagna Sacra, dove mi aspetto che scoppino una grande crisi e un grande scontro.

Con la crisi in Ucraina l’eresia del nazionalismo ha raggiunto un nuovo livello di infamia, e sicuramente ci sarà una reazione molto forte ad essa. L’Impero chiaramente non ha idea di quale tipo di dinamica abbia ora messo in moto.

Il Saker







Denunciaeuropa.it


Qualche volta sognare è bello, anche quando il sogno è impossibile. Apprendo che due giornalisti hanno denunciato Moscò WC e Oettinger (nella foto) per agiotaggio e turbativa d'asta. So bene che la magistratura quando si tratta di fare una giustizia gradita al popolo non esiste e quando si tratta  invece di angariarlo con sentenze pro-sistema è sempre all'opera; che le toghe (specie del nostro paese) sono altri mattoni del muro della repressione, ma è bello pensare che questo sito Denuciaeuropa.it potrebbe aprirsi, operare un vasto consenso di massa e creare un effetto valanga. Che questi due esseri spregevoli che hanno volutamente sentenziato contro il nostro paese a "mercati aperti" possano pagare il fio delle loro colpe. 
Intanto è da segnalare la mossa di Angelo Ciocca,l'eurodeputato leghista che ha lordato in pubblico i fogli di Moscò calpestandoli in modo da mostrare disprezzo per il suo discorso.  Insomma, il Ciocca ha fatto dei timbri sui fogli di Moscovici con le impronte delle  sue scarpe. 
Ma vengo alla denunzia e alla sua eventuale entità. Esiste la manipolazione dei mercati come possibilità di reato? Sì, secondo l'art. 185 del Testo unico sulla finanza è punibile con la reclusione da uno a sei anni. Lo dice un articolo di Maurizio Tortorella comparso ieri 25 ottobre su "La Verità". Nel mirino dovrebbe entrare le dichiarazioni dei due commissari rese alla stampa e quindi da non considerarsi "comunicazioni ufficiali" come il loro ruolo imporrebbe, dato che "hanno modificato l'andamento degli stessi, incidendo in modo significativo sulla fiducia e l'affidamento che il pubblico pone nella stabilità patrimoniale di banche e gruppi bancari, alterando contestualmente il valore dello spread italiano".
A firmare tale denunzia sono i due giornalisti Francesco Palese e Lorenzo Lo Basso collaboratori esterni di "La vita in diretta" della RAI. Oltre alla turbativa d'asta è ipotizzabile in linea teorica anche quella di aggiotaggio. Perché l'hanno fatto? La loro risposta: "Perché siamo sbigottiti per la noncuranza con cui venivano fatte quelle dichiarazioni. Vedremo ora cosa farà la Procura".

Angelo Ciocca eurodeputato leghista, imbratta il discorso di Moscovic con la scarpa
Sarebbe interessante che ci fosse una volta tanto una vera onesta coraggiosa Procura in grado di istruire  un procedimento contro questi due figuri ripugnanti perfino alla vista. La denuncia è breve ma accurata e contiene pure uno specchietto sulle dichiarazioni di Moscò e Oettinger e il loro immediato effetto sullo "spread". Ecco le dichiarazioni del 28 settembre del primo dei due: "L'Italia sta facendo scelte che rischiano l'impoverimento dei suoi cittadini". E ancora. "Fare rilancio economico quando uno è indebitato si ritorce sempre contro chi lo fa e alla fine paga sempre il popolo". Uhmm, lo si direbbe un "populista" e "sovranista". Come pure faceva il sovranista (si fa per dire) quando collaborava con l'Eliseo in veste di ministro delle Finanze e sforava di brutto (oltre il 3%) dichiarando :"Vogliamo ridurre il deficit, ma a un ritmo compatibile con la crescita. Meno austerità, più investimenti".  Per la Francia soltanto, ovviamente,  e che tutti gli altri s'impicchino!

E invece macché, quel giorno del 28 settembre scorso, dopo le sue dichiarazioni il dannato spread partito da 236 punti, schizza a 282.
"Le dichiarazioni" - sottolineano i due citati cronisti, "sono state rese prima che i due commissari Ue, ricevessero l'intera documentazione da parte del governo italiano avvenuto il 16 ottobre col Documento programmatico di Bilancio. 
L'ultima dichiarazione incriminata è di Gunther Oettinger che il 17 ottobre scorso ha dichiarato allo Spiegel: "La Commissione rigetta la manovra di bilancio italiana". La denuncia dei due giornalisti sottolinea che in realtà, la lettera della Commissione viene recapitata a Roma solo nella tarda serata e a mercati chiusi. Intanto lo spread schizza in un sol colpo da 292 a 308 punti. 
"Ora ci aspettiamo che molti ci seguano", annuncia il giornalista Lo Basso. Io non ci giurerei, ma come sul dirsi la speranza è l'ultima a morire.  Un modulo con la denuncia da copiare e inoltrare a qualsiasi Procura della Repubblica sarà on line nel sito denunciaeuropa.it
Chissà,  forse potrebbe essere l'inizio di qualcosa di travolgente. 

Una raccomandazione al governo giallo-verde: abbassare la testa serve solo a farsela calpestare. La prova? La solita povera Grecia. Ha eseguito tutti i compiti voluti dalla Troika e il risultato più recente? il taglio delle pensioni



Dopo una sconfitta umiliante, la NATO e la UE provano ad alterare la realtà in Macedonia

SOLIDARIETA' AL POPOLO MACEDONE CHE NON VUOLE RINUNCIARE ALLA PROPRIA IDENTITA' NAZIONALE ADERENDO A NATO E UE MA CHE, IN MODO ASSOLUTAMENTE ANTIDEMOCRATICO, VIENE COSTRETTO E VESSATO AD ADERIRE FORZOSAMENTE DALLE STESSE NATO E UE. IL RISULTATO DEL REFERENDUM E' STATO UN FLOP A CAUSA DELLA FORTE ASTENSIONE AL VOTO DEL POPOLO MACEDONE, MA NATO E UE SI RIFIUTANO DI PRENDERE ATTO DELLA VOLONTA' SOVRANA DI UN POPOLO!

"Il nome della Macedonia non è in vendita"

Anche in Macedonia, la UE conferma la sua vocazione antidemocratica. I cittadini hanno disertato il referendum proposto per cambiare nome del Paese e accedere a NATO e UE, mandando l’affluenza ben al di sotto della soglia minima del 50%. Nonostante ciò, le autorità di queste organizzazioni sovranazionali preferiscono fare finta che il referendum sia stato un successo, e spingono per portare avanti processi di adesione che i cittadini non desiderano. La reazione del popolo macedone non tarderà a farsi sentire. 

Il referendum tenutosi il 30 settembre in Macedonia – che avrebbe dovuto sancire il cambiamento di nome dello Stato e metterlo su una traiettoria di ingresso (sicuro) nella NATO e (allegramente sbandierato ma molto meno sicuro) nella UE – è fallito miseramente, avendo raggiunto un’affluenza di appena il 36,91% dei votanti, ben al di sotto della quota del 50% + 1 necessaria per essere valido, ma nessuno potrebbe rendersene conto dalle reazioni dei suoi promotori occidentali e dagli impazienti beneficiari. In realtà, ci sarà bisogno di coniare un nuovo termine per descrivere adeguatamente le reazioni dei rappresentanti principali del reliquiae reliquiarum del mondo unipolare post-guerra fredda dominato dall’occidente. “Fake news” non sarebbe sufficiente. Magari “fake reality”?

Il dipartimento di Stato USA ha negato fermamente la realtà, rilasciando il seguente comunicato: “Gli USA accolgono i risultati del referendum del 30 settembre della Repubblica di Macedonia, nel quale i cittadini hanno espresso il loro appoggio all’appartenenza a NATO e UE accettando l’Accordo Prespa tra la Macedonia e la Grecia. Gli USA sostengono fortemente la piena implementazione dell’accordo, che permetterà alla Macedonia di occupare il posto che le spetta nella NATO e nella UE, contribuendo alla stabilità della regione, alla sicurezza e alla prosperità. Mentre il parlamento macedone inizia le deliberazioni e i cambiamenti costituzionali, incoraggiamo i leader a mettere da parte la politica partigiana e approfittare dell’opportunità storica di assicurare un futuro più luminoso al paese come pieno partecipante alle istituzioni occidentali”.

Il commissario UE per la politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento Johannes Hahn non è stato da meno nel suo disprezzo per il 63% dei “deplorevoli” macedoni che sono rimasti a casa per manifestare il loro disaccordo alla rinuncia della loro identità nazionale e del nome del loro paese (che doveva diventare “Macedonia del Nord”) in cambio della doppia gioia di: a) diventare la carne da cannone della NATO nel sempre più pericoloso gioco di potere con la Russia e b) diventare il nuovo servo debitore della UE: “Referendum in Macedonia: mi congratulo con quei cittadini che hanno votato nel referendum consultivo odierno e hanno fatto uso delle loro libertà democratiche. Con una vittoria molto significativa dei “sì”, esiste un ampio supporto all’accordo Prespa e al percorso del paese nella zona Euroatlantica. Mi aspetto ora che tutti i leader politici rispettino questa decisione e la portino avanti con la più alta responsabilità e unità tra tutti i partiti, nell’interesse del paese”. Hahn è stato assecondato il giorno seguente, con un comunicato congiunto, da Federica Mogherini, Alto Rappresentante per gli affari esteri UE e le politiche di sicurezza e Vice Presidente della Commissione UE.

Manovra italiana: Moscovici e Oettinger denunciati per manipolazione del mercato


(AGENPARL) – Mercoledì 24 ottobre 2018 – Una denuncia contro i commissari europei Pierre Moscovici e Guenther Oettinger per manipolazione del mercato in relazione alle loro dichiarazioni sulla manovra del Governo italiano. E’ stata presentata questa mattina presso la Procura della Repubblica di Roma da due giornalisti Francesco Palese e Lorenzo Lo Basso.
“Nelle ultime settimane – si legge nella denuncia – alcune dichiarazioni dei commissari europei Pierre Moscovici e Guenther Oettinger hanno pesantemente turbato i mercati italiani. Dichiarazioni rese alla stampa (non quindi comunicazioni ufficiali come il loro ruolo istituzionale imporrebbe) a mercati aperti che hanno manifestamente modificato l’andamento degli stessi, incidendo in modo significativo sulla fiducia e l’affidamento che il pubblico pone della stabilità patrimoniale di banche e gruppi bancari, alterando contestualmente il valore dello spread italiano.
Tali dichiarazioni sono state rese PRIMA che detti commissari ricevessero l’intera documentazione da parte del Governo italiano, avvenuta in data 16/10/2018 con il Documento programmatico di bilancio. In tal modo hanno diffuso notizie false e posto in essere operazioni simulate sulle conseguenze per l’Italia da tale manovra di bilancio provocando l’alterazione del prezzo di strumenti finanziari (violazione art. 185 TUF E ART. 501 C.P.) Lo Spread, che incide sui risparmiatori italiani, è infatti cominciato a salire. Si consideri che a fine Settembre era sul livello di 240 punti mentre è cominciato a salire vertiginosamente unitamente alle dichiarazioni dei due funzionari.
Nella denuncia vengono citate le dichiarazioni di Moscovici dello scorso 28 Settembre alla tv francese Bfm, riprese dalle agenzie di stampa italiane alle ore 10. “Fare rilancio economico – disse Moscovici – quando uno è indebitato si ritorce sempre contro chi lo fa, ed è sempre il popolo che paga alla fine”. Quel giorno lo spread, partito a 236, arrivò a toccare i 282 punti per poi chiudere a 267.
E ancora le dichiarazioni sempre di Moscovici del primo Ottobre parlando con i giornalisti in Lussemburgo. ‘Il 2,4% – affermò il commissario – una deviazione molto molto ampia”. Dopo queste affermazioni lo spread chiuse a 282 punti, partendo da 267.
E infine le dichiarazioni del 17 Ottobre di Oettinger allo Spiegel on line: “La commissione Ue rigetterà la manovra del bilancio italiano”. La lettera ufficiale della Commissione – si fa notare nella denuncia – sarà recapitata al Governo italiano in serata (a mercati chiusi) ma Oettinger avverte la necessità di anticiparne i contenuti nel primo pomeriggio ad un giornale tedesco on-line!” Lo spread passò da 292 a 308 punti”.

Italia-U€: Nessuna moneta è eterna!


Dal 1918, ben 67 Paesi sono usciti da unioni monetarie - E la vita continua...
Le unioni monetarie non sono state mai eterne, durano quel che durano. La storia conferma che non esiste segno monetario immutabile o che ci abbia accompagnato dai tempi di Adamo ed Eva. Neppure dall'epoca dell'antica Roma o -piú modestamente- da Napoleone. 
Neppure quelli in cui la potenza marittima britannica consolidó la sterlina e un breve ma redditizio impero. L'Europa sopravviverá alla UE perché il millenario crogiolo di civiltá-popoli-nazioni é cosa altra dal neototalitarismo liberista di fine millenio. No, il potere economico non deve assolutamente annettersi il potere politico: unica arma rimasto alla portata della glebe.
L'UE é l'impotente spettatrice del crollo dell'utopia della fede nei "macroindicatori" di Maastricht, come cemento per edificare un blocco continentale con un elevato livello di consumi. Oggi passano i diritti sociali sotto la mannaia della ghigliottina.


 

Un'altra cosa é certa: l'Italia sopravviverá alla UE perché -tra l'altro- ha una divisa che non ha mai fatto bancarotta, com'é il caso della Germania e della Francia, e perché continua ad esportare in misura comparativamente maggiore alla Germania, Francia e Olanda. Tacer non sanno, né possono, i cattivi maestri che hanno accaparrato la Commissione di Bruxelles per volere germanico.
Berlino si sbarazza della terza economia della UE?

Scenario: vittoria di Pirro sull'Italia e accelerazione della disgregazione-implosione del blocco. Perde il fronte del Mediterraneo, sottomisione crescente ai micro-Stati del Baltico e ipoteca piú paralizzante da parte del gruppo Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia).

Non é proprio esaltante, ma a Washington la contentezza fa fregar le mani. In fondo, l'unica politica che seguono é la frammentazione del resto del mondo, innalzando il livello delle insidie e ostilitá. Fino alla riedizione dei squadroni dela morte sudamericani.

Briglia sciolta a Soros e Bannon per "filosofare" fuori porta: non sono neppure l'ombra reincarnata di Machiavelli o Guicciardini, ma l'ammirazione allucinata la dice lunga sullo statusdecrepito della cultura in UE. Rockstars e "ideologi" lberisti pari sono, purché sopravviva lo spettacolo e il provincialismo (imperiale).

Berlino ripiega così a tappe forzate sull'euro luterano, limitato alle repubblichette monarchiche del nord e alla Francia (finché dura Macron). Castigo esemplare all'Italia? Risalterà a lettere di fuoco l'incapacitá di essere il perno idoneo ad articolare l'unitá geopolitica della penisola occidentale europea. Compito troppo grande per gli l'ossessionati dal proprio passato. Pervicace reiterazione -eroica e tragica- fino all'epilogo della debacle totale. Poca lungimiranza e grandezza, troppa ragioneria truffaldina, ergo nessuna capacitá di quagliare egemonia duratura. Troppo arrendevoli con gli USA e spietati con gli "europei" non banchieri, e i popoli eretici perché si discostano dal liberismo.

Dall'altra sponda, siamo al tramonto parallelo del biglietto verde sorto con l'annichilamento delle due economie egemoniche della Germania e del Giappone negli anni '40. Su questo potere distruttivo, USA disegnó il mondo alla misura dei propri appetiti onnivori. Dopo una breve parentesi terminata negli anni '60, perduto il primato mondiale delle esportazioni, tornarono all'essenza della forza marziale. A "Hiroshima, mon amour"come unico fondamento del dollaro. L'abbandono unilaterale dell'oro come copertura ha svelato una vuota autoreferenzialitá, che non giova piú alla convivenza fruttifera e pacifica delle genti.

La UE, fondata sulla sudditanza alla grande banca, ha una moneta fittizia e  tributaria del dollaro. Serve per applicare gabelle e tribolazioni ai suoi popoli, ma non per pagare la fattura petrolifera all'Iran. Il patto di sangue tra Washington e la petromonarchia saudita: io stampo la cartamoneta dollaro, voi mettete gli idrocarburi. Chi deve comprare petrolio -e tutte le altre materie prime- deve rifornirsi di dollari. Il multipolarismo, peró, sta svincolando le principali materie prime dal dollaro. I giochi si sono riaperti.

Tutto questo mondo recante il marchio del 1945 é in via di archiviazione ma i
"saggi" yesman di Bruxelles -adusi solo a numeri e tabelline- assomigliano troppo a quei patrizi che alla quarta invasione e sacco dei Barbari, giuravano che Roma sprizzava di salute. Hanno perso la bussola, per questo non sopportano la critica. Non trattengono piú il livore contro tutto quel che evoca la parola popolo.  

Fonte: Selvas.org

La mamma di Pamela: invece di fare gli antirazzisti difendete i nostri figli


«Voglio parlare con la mamma di Desirée, perché so molto bene quello che sta provando in questo momento, perché so che posso aiutarla». Intervistata da il Messaggero, Alessandra Verni, la mamma di Pamela, la ragazza romana fuggita da una comunità di recupero di Macerata, stuprata e fatta a pezzi da carnefici nigeriani, “si confessa” senza filtri: «Senta, qui si parla ancora di razzismo. Io e Pamela non eravamo razziste, ma quando mai. I razzisti sono loro, gli extracomunitari, che non si integrano. Noi li accogliamo, sono loro che non ci accolgono. In una intercettazione come dicevano? Abbiamo una bianca da stuprare. Una bianca capito?».
La mamma di Pamela è un fiune in piena e attacca la retorica antirazzista sollevata a orologeria: «Sì fanno tante manifestazioni antirazziste, ma piuttosto difendessero i nostri figli», dice prima di confessare di riuscire a resistere al dolore straziante grazie alla fede. «Io Pamela la sento, mi manda segnali. Ora penso anche a Desirée, ridotta in quel modo. E alla sua mamma. Lo so solo io come sta».


La mamma di Pamela: razzisti sono gli immigrati
San Lorenzo? Alessandra Verni, romana doc, sa di cosa parla: «È un posto, in un contesto di degrado sociale che andava evitato, si poteva evitare. Anche stavolta non mancano gli imbecilli che dicono che se l’è andata a cercare, quasi che la colpa è della vittima e non del carnefice. Basta chiudere gli occhi di fronte a dati che sono oggettivi: sono tutti immigrati i protagonisti dei più orribili fatti di cronaca degli ultimi tempi».

Intervento del Sottosegretario Picchi alla Conferenza Mediterranea dell’OSCE


Maeci

Si è conclusa oggi a Malaga l’edizione 2018 della Conferenza Mediterranea dell’OSCE, che riunisce i 57 Stati Partecipanti dell’Organizzazione e i sei Paesi partner mediterranei dell’OSCE (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Marocco, Tunisia). La Conferenza, quest’anno si è tenuta sotto la Presidenza slovacca del Gruppo di Contatto Mediterraneo dell’OSCE ed è stata dedicata al tema della cooperazione energetica nel Mediterraneo.


Nella sessione di alto livello odierna, che ha visto la presenza dei Ministri degli Esteri di Spagna e Slovacchia, è intervenuto per la Presidenza italiana dell’OSCE il Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Guglielmo Picchi. Nel suo intervento, Picchi ha ricordato l’importanza per l’Italia del rafforzamento della cooperazione tra gli Stati partecipanti dell’OSCE e i partner mediterranei, specialmente su temi che sono al centro delle rispettive agende, come la gestione dei flussi migratori, la lotta alla tratta degli esseri umani, il contrasto al terrorismo e la cooperazione energetica.

“La dimensione di sicurezza mediterranea”, ha sottolineato il Sottosegretario Picchi, “presenta sfide da affrontare e opportunità da cogliere: per farlo, occorre una partnership rafforzata e una visione di lungo termine”. Picchi ha evidenziato anche il concreto impegno dell’Italia nell’OSCE a favore di progetti ed iniziative volte a rafforzare i legami di cooperazione con i Paesi della “Sponda Sud” del Mediterraneo.

Intervenendo ieri nella sessione di apertura, il Coordinatore per la Presidenza italiana dell’OSCE 2018, Amb. Vinicio Mati, aveva ricordato la specifica attenzione del nostro Paese per il rafforzamento della dimensione di sicurezza mediterranea dell’Organizzazione, che costituisce una delle priorità dell’azione dell’Italia alla guida dell’OSCE nel corrente anno, nella consapevolezza – ha aggiunto l’Ambasciatore Mati - che “la dimensione di sicurezza euro-mediterranea è indivisibile e complementare rispetto alla dimensione di sicurezza euro-atlantica ed euro-asiatica dell’OSCE”. La dimensione mediterranea della sicurezza sarà al centro anche del prossimo Consiglio Ministeriale OSCE, che si svolgerà a Milano il 6 e 7 dicembre, sotto la Presidenza italiana. 

In occasione della prossima Presidenza italiana del 6 e 7 dicembre del Consiglio Ministeriale OSCE che si terrà a Milano, si auspica che l'agenda all'ordine del giorno possa includere anche un primo giro di consultazioni sulle strategie di difesa esterna ed interna dei Paesi europei membri della NATO, in vista di un futuro smantellamento o dismissione dei siti di stoccaggio di armi nucleari nelle basi militari USA presenti sul territorio di alcuni Paesi europei primo fra tutti l'Italia, che percepisce l'urgenza di trovare al più presto una soluzione ad un problema incombente di Sicurezza Nazionale. L'Italia dovrebbe prendere in considerazione l'idea di abbandonare la NATO in forza della violazione del trattato di non proliferazione nucleare da parte degli USA. La NATO si è resa responsabile di aver disseminato l'intero territorio italiano, da nord a sud, di pericolosi ordigni nucleari che mettono in serio pericolo l'incolumità dell'intera popolazione italiana, oltre ad aver inabissato nei nostri mari tonnellate di scarti radioattivi.

CINZIA PALMACCI

Myanmar: pubblicato piano per attrazione investimenti. Si aprono buone prospettive per l'Italia con il mercato asiatico

Il governo del Myanmar ha pubblicato il Piano per la promozione degli investimenti 2018 (Mipp), un documento elaborato dalla Myanmar Investment Commission (Mic) in collaborazione con la Japan International Cooperation Agency che, partendo dalla legge sugli investimenti del 2016, sostituisce il Fdi Promotion Plan varato nel 2014  presentando un percorso ventennale di attrazione degli investimenti.
Il programma si pone tre obiettivi: la trasformazione del Myanmar in un Paese a reddito medio entro due decenni; l'incremento del Pil pro capite dai 1.451 dollari del 2017  a 4.400 dollari nel 2035 e il miglioramento del clima imprenditoriale. Il piano governativo per la promozione degli investimenti approfondisce sia le criticità (tra cui rischio politico, crisi nel Rakhine, incertezza del quadro regolamentare, debolezza del settore finanziario, assenza di infrastrutture), che le opportunità (collocazione geografica strategica tra Cina e India e nell'Asean, abbondanza di risorse naturali, crescita del mercato interno e costo contenuto della manodopera) connesse con la possibilità di investire in Myanmar. Riconoscendo la necessità di sostenere gli investimenti attraverso la creazione di un sistema regolamentare chiaro e prevedibile, la Commissione per gli investimenti ha individuato cinque "percorsi di crescita a lungo termine" incentrati su: aumento delle esportazioni, fronte sul quale il Myanmar auspica di poter trarre vantaggio dal costo contenuto della propria manodopera; potenziamento del mercato interno e del tessuto economico locale; sviluppo infrastrutturale; promozione del terziario, con un'attenzione particolare alle tecnologie per l'informazione e la comunicazione; sfruttamento delle risorse naturali. In particolare, il Governo stima che il settore Oil & Gas riceverà una quota rilevante degli investimenti esteri il prossimo anno, grazie al previsto avvio di nuove gare d'appalto. Dal punto di vista organizzativo, sarà istituito un nuovo Comitato per la promozione degli investimenti, che dovrebbe essere presieduto dal ministro per l'Unione U Thaung Tun e che, avvalendosi del Directorate of Investment and Company Administration, valutera' su base quinquennale l'attuazione del Mipp. Il Governo riserverà grande attenzione alla protezione della proprietà intellettuale degli investimenti stranieri; verrà data priorità agli investimenti e alle attività economiche in grado di alimentare le esportazioni o di sostituire le importazioni. 
Con il Piano per la promozione degli investimenti per il 2018 del Myanmar, si aprirebbe per l'Italia un importante e allettante sbocco delle esportazioni verso questo Paese in costante sviluppo che, grazie all'amministrazione capace e lungimirante della sua leader Aung San Su Khi, sta ricevendo nuovo slancio e nuove prospettive di crescita. La posizione geostrategica del Myanmar in Asia, con tutti i vantaggi che comporta, unita al basso costo della manodopera, e alla necessità di infrastrutture per modernizzare il Paese, può rappresentare per l'Italia un ottimo biglietto di ingresso negli scambi commerciali da e verso i paesi asiatici. L'Italia sarebbe orgogliosa di promuovere nuovi affari con il Governo del Myanmar, attraverso opportuni investimenti atti a favorire e sostenere la ripresa economica di questo bellissimo e affascinante Paese. 
CINZIA PALMACCI