IL MALE STA CERCANDO DI DISGREGARE LA CHIESA CATTOLICA ATTRAVERSO GLI SCANDALI E L'ABOLIZIONE DELLA TRADIZIONE LITURGICA. ORA TOCCA ALLA CHIESA ORTODOSSA ATTRAVERSO LO SCISMA DEL PATRIARCATO DI COSTANTINOPOLI DA QUELLO DI MOSCA.
In precedenti articoli su questo argomento ho cercato di impostare il contesto, e spiegare perché la maggior parte delle Chiese Ortodosse sono ancora utilizzate come pedine in macchinazioni puramente politiche, e come la maggior parte dei commentatori che discutono di questi temi oggi usa parole e concetti in modo totalmente contorto, laico e in modo non Cristiano (che è tanto assurdo quanto discutere di medicina usando una terminologia vaga, fraintesa e in generale non medica). Inoltre ho scritto articoli che cercano di spiegare come il concetto di “Chiesa” sia completamente frainteso al giorno d’oggi, e quante Chiese Ortodosse oggi abbiano perso la loro mentalità patristica originaria. Infine, ho cercato di mostrare le antiche radici spirituali della moderna russofobia, e di come l’Impero Anglo-Sionista potrebbe tentare di salvare il regime ucronazista di Kiev innescando una crisi religiosa in Ucraina. Spero che questi articoli forniscano un contesto utile per valutare e discutere dell’attuale crisi tra il Patriarcato di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca.
La mia intenzione oggi è di guardare alla crisi in atto da un punto di vista più “moderno”, e cercare di valutare solo quali potrebbero essere le conseguenze politiche e sociali degli ultimi sviluppi nel breve e medio termine. Inizierò con un breve riassunto.
Il contesto attuale: un riassunto
Il Patriarcato di Costantinopoli ha preso la decisione ufficiale di:
Dichiarare che il Patriarca di Costantinopoli ha il diritto di concedere unilateralmente l’autocefalia (piena indipendenza) a qualsiasi altra Chiesa senza consultarsi con le altre Chiese Ortodosse.
Annullare la decisione del Patriarca di Costantinopoli Dionisio IV del 1686, trasferendo la Metropolia di Kiev (giurisdizione religiosa controllata da un Metropolita) al Patriarcato di Mosca (una decisione che nessun patriarca di Costantinopoli ha contestato per tre secoli!)
Rendere nullo l’anatema pronunciato contro il “Patriarca” Filarete Denisenko dal Patriarcato di Mosca (nonostante il fatto che l’unica autorità che può annullare un anatema è quella che lo ha pronunciato per prima)
Riconoscere come legittima la cosiddetta “Chiesa Ortodossa ucraina – Patriarcato di Kiev” che in precedenza aveva dichiarato illegittima e scismatica.
Concedere un’autentica autocefalia completa ad una futura (e ancora da definire) “Chiesa Ortodossa ucraina Unita”
La maggior parte delle persone si concentra naturalmente su questo ultimo elemento, ma potrebbe essere un errore, perché mentre concedere illegalmente un’autocefalia a un mix di pseudo-Chiese nazionaliste è sicuramente una decisione sbagliata, comportarsi come una sorta di “Papa Ortodosso” e rivendicare diritti che appartengono solo all’intera Chiesa è veramente un errore storico. Non solo, ma questo errore ora costringe ogni Cristiano Ortodosso ad accettare questo come un fatto compiuto e sottomettersi alla megalomania dell’aspirante Orto-Papa del Fener, o rifiutare tale azione unilaterale e totalmente illegale o entrare in aperta opposizione. E questa non è la prima volta che una tale situazione è accaduta nella storia della Chiesa. Userò un parallelo storico per chiarire questo punto.
Il contesto storico:
La Chiesa di Roma e il resto del mondo Cristiano erano già in rotta di collisione da diversi secoli prima della famosa data del 1054, quando Roma si staccò dal mondo Cristiano. Mentre per secoli Roma era stata il baluardo più saldo della resistenza contro le innovazioni e le eresie, l’influenza dei Franchi nella Chiesa di Roma alla fine risultò (dopo numerosi zig-zag su questo argomento) in una decisione veramente disastrosa di aggiungere un’unica parola (filioque [in inglese] – “e col figlio” in latino) al Simbolo della Fede (il Credo in latino). Ciò che rese questa decisione ancora peggiore fu il fatto che anche il Papa di Roma dichiarò di avere il diritto di imporre quell’aggiunta a tutte le altre Chiese Cristiane, senza alcuna discussione o approvazione conciliare. Si dice spesso che la questione del filioque è “oscura” e in gran parte irrilevante, ma questo è solo un riflesso dell’analfabetismo teologico di coloro che fanno affermazioni del genere, poiché, in realtà, l’aggiunta del filioque rovescia completamente il più importante e cruciale dei dogmi Trinitari e Cristologici del Cristianesimo. Ma ciò che *è* vero è che il tentativo di imporre unilateralmente questa eresia sul resto del mondo Cristiano era almeno altrettanto offensivo e, in realtà, altrettanto sacrilego quanto il filioque stesso, perché minava la natura stessa della Chiesa. In effetti, il Simbolo della Fede definisce la Chiesa “Cattolica” (Εἰς μίαν, Ἁγίαν, Καθολικὴν καὶ Ἀποστολικὴν Ἐκκλησίαν) che significa non solo “universale” ma anche “intera” o “che include tutto”. In termini ecclesiologici questa “universalità” si manifesta in due modi cruciali:
Primo, tutte le Chiese sono uguali, non c’è nessun Papa, nessuna “visione storica” che concede alcun primato, così come tutti gli Apostoli di Cristo e tutti i vescovi Ortodossi sono uguali; il capo della Chiesa è Cristo stesso, e la Chiesa è il suo corpo armonico pieno di Spirito Santo. Oh, lo so, dire che lo Spirito Santo riempie la Chiesa è considerato assolutamente ridicolo nel nostro mondo post-Cristiano del XXI secolo, ma date un’occhiata a queste parole del Libro degli Atti: “è parso bene allo Spirito Santo e a noi” (Atti 15:28) che mostrano chiaramente che i membri del Consiglio Apostolico di Gerusalemme credevano chiaramente nello, e proclamavano che le loro decisioni erano guidate dallo, Spirito Santo. Chiunque ancora ci creda capirà immediatamente perché la Chiesa non ha bisogno che il “vicario di Cristo” o qualsiasi “rappresentante terreno” agisca in nome di Cristo durante la sua assenza. Infatti, Cristo stesso ci ha chiaramente detto “Ecco, io sono con voi sempre, fino alla fine dell’età presente. Amen” (Matteo 28:20). Se una Chiesa ha bisogno di un “vicario” – allora Cristo e lo Spirito Santo non sono chiaramente presenti in quella Chiesa. Come volevasi dimostrare.
In secondo luogo, le decisioni cruciali, le decisioni che riguardano l’intera Chiesa, vengono prese solo da un Consiglio di tutta la Chiesa, non unilateralmente da un solo uomo o da una qualsiasi Chiesa. Queste sono in realtà le basi di quella che potremmo chiamare “ecclesiologia Cristiana tradizionale per principianti” e la palese violazione di questo dogma ecclesiologico chiave da parte del Papato nel 1054 fu tanto una causa per lo scisma storico tra Oriente e Occidente (in realtà, tra Roma e il resto del mondo Cristiano) quanto lo fu l’innovazione del Filioque stessa.
Mi affretto ad aggiungere che anche se i Papi furono i primi a rivendicare un’autorità data solo all’intera Chiesa, non furono i soli (a proposito, questa è un’ottima definizione operativa del termine “Papato”: l’attribuzione a un uomo di tutte le caratteristiche appartenenti esclusivamente all’intera Chiesa). All’inizio del XX secolo le Chiese Ortodosse di Costantinopoli, Albania, Alessandria, Antiochia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Polonia e Romania si riunirono e, sotto l’influenza diretta di potenti logge massoniche, decisero di adottare il calendario papale gregoriano (dal nome del papa del sedicesimo secolo Gregorio XIII). L’anno era il 1923, quando l’intera Chiesa Ortodossa russa veniva letteralmente crocifissa sul moderno Golgota del regime bolscevico, ma ciò non impedì a queste Chiese di chiamare il loro incontro “pan-Ortodosso”. Nemmeno il fatto che le Chiese russa, serba, georgiana, di Gerusalemme e la Santa Montagna (alias il “Monte Athos” [in inglese]) abbiano respinto questa innovazione, li fermò. Per quanto riguarda lo stesso calendario papale, gli innovatori lo ribattezzarono “piamente” “Giuliano migliorato” e con altri eufemismi di questo tipo per nascondere la reale intenzione dietro a questa decisione.
Infine, anche il fatto che questa decisione abbia innescato un’ondata di divisioni all’interno delle proprie Chiese non fu motivo per loro di ripensarci o, ancor meno, di pentirsi. Il Professor C. Troitsky aveva assolutamente ragione quando scrisse[in inglese] che “non c’è dubbio che i futuri storici della Chiesa Ortodossa saranno costretti ad ammettere che il Congresso del 1923 fu l’evento più triste della vita della Chiesa nel 20° secolo” (per maggiori informazioni su questa tragedia si veda qui, qui e qui [tutti e tre i link in inglese]). Anche in questo caso, un uomo, il Patriarca Ecumenico Melezio IV (Metaxakis) ha cercato di “fare il Papa” e le sue azioni hanno provocato un enorme sconvolgimento che ha lacerato l’intero mondo Ortodosso.
Più recentemente, il Patriarca di Costantinopoli ha cercato, ancora una volta, di convocare quello che vorrebbe essere un “Concilio Ecumenico” Ortodosso sotto la sua autorità personale quando nel 2016 (ancora un altro) il consiglio “pan-Ortodosso” è stato convocato sull’isola di Creta, hanno partecipato le Chiese di Alessandria, Gerusalemme, Serbia, Romania, Cipro, Grecia, Polonia, Albania e delle terre ceche e della Slovacchia. Le chiese di Russia, Bulgaria, Georgia e Antiochia hanno rifiutato di partecipare (l’OCA statunitense – non è stata invitata). La maggior parte degli osservatori ha concordato sul fatto che il Patriarcato di Mosca ha svolto un ruolo chiave nel minare quello che era chiaramente un consiglio “ladro” che avrebbe introdotto innovazioni importanti (e assolutamente non Ortodosse). Il Patriarca di Costantinopoli non ha mai perdonato i russi per aver silurato il suo consiglio “Ecumenico”.
Alcuni potrebbero aver notato che la maggioranza delle Chiese locali ha partecipato ad entrambi gli aspiranti consigli “pan-Ortodossi” del 1923 e del 2016. Tale osservazione potrebbe essere molto importante in un contesto Latino o Protestante, ma nel contesto Ortodosso è assolutamente priva di significato per i seguenti motivi:
Il contesto teologico:
Nella storia della Chiesa ci sono stati molti consigli “ladri” (cioè illegittimi, falsi, consigli) a cui hanno partecipato una maggioranza di vescovi del tempo, e anche una maggioranza delle Chiese; in questo articolo ho menzionato la vita di San Massimo il Confessore (che potete leggere qui [entrambi i link in inglese] per intero) come un perfetto esempio di come una sola persona (nemmeno un prete!) possa difendere il vero Cristianesimo da ciò che potrebbe apparire in quel momento come il numero schiacciante di vescovi che rappresentano l’intera Chiesa. Ma, come sempre, questi falsi vescovi alla fine sono stati denunciati e la Verità dell’Ortodossia ha prevalso.
Allo stesso modo, alla Falsa Unione di Firenze, quando tutti i delegati greci firmarono l’unione con gli eretici latini, e un solo vescovo rifiutò di farlo (San Marco di Efeso), il Papa Latino dichiarò disperato [in inglese] “e così non abbiamo compiuto nulla!”. Aveva assolutamente ragione: quell’unione fu respinta dal “Corpo” della Chiesa e i nomi di quegli apostati che lo firmarono rimarranno per sempre infamati. Potrei moltiplicare gli esempi, ma qui è fondamentale capire che maggioranze, grandi numeri o, ancor più, il sostegno delle autorità laiche sono assolutamente prive di significato nella teologia Cristiana e nella storia della Chiesa e che, con il tempo, tutti i vescovi decaduti che hanno partecipato ai consigli ladri sono sempre stati infine denunciati e la verità Ortodossa è sempre stata proclamata ancora una volta. È particolarmente importante tenerlo presente durante i periodi di persecuzione o di brutale ingerenza da parte delle autorità laiche, perché anche quando *sembrano* aver vinto, la loro vittoria è sempre di breve durata.
Vorrei aggiungere che la Chiesa Ortodossa russa non è solo “una delle tante” Chiese Ortodosse locali. Non solo la Chiesa Ortodossa russa è di gran lunga la più grande Chiesa Ortodossa, ma Mosca era la cosiddetta “Terza Roma”, qualcosa che conferisce al Patriarcato di Mosca molto prestigio e, quindi, influenza. In termini laici di prestigio e “credibilità”, il fatto che i russi non abbiano partecipato ai congressi del 1923 e del 2016 è un colpo molto più grande per i suoi organizzatori di se, diciamo, lo avessero boicottato i romeni. Questo potrebbe non essere importante per Dio o per i Cristiani veramente devoti, ma vi assicuro che questo è assolutamente cruciale per l’aspirante “Papa orientale” del Fener…
Chi c’è veramente dietro questo ultimo attacco alla Chiesa?
Quindi, iniziamo affermando l’ovvio: nonostante tutti i suoi nobili titoli (“Sua Santissima Divinità l’Arcivescovo di Costantinopoli, Nuova Roma e Patriarca Ecumenico”, nientedimeno!), il Patriarca di Costantinopoli (beh, del Fener, in realtà), non è altro che un burattino nelle mani dell’Impero Anglo-Sionista. Un burattino ambizioso e vanitoso, di sicuro, ma comunque un burattino. Immaginare che l’Uber-perdente Porošenko lo convinca a scegliere una battaglia importante con il Patriarcato di Mosca è assolutamente risibile e totalmente ridicolo. Alcuni sottolineano che il Patriarca di Costantinopoli è un impiegato civile turco. Anche se tecnicamente vero, questo non suggerisce che ci sia Erdogan dietro a questa mossa: in questo momento Erdogan ha davvero bisogno della Russia su così tanti livelli che non guadagnerebbe nulla e rischierebbe di perdere molto alienandosi Mosca. No, il vero promotore dell’intera operazione è l’Impero Anglo-Sionista e, naturalmente, il papato (che ha sempre cercato di creare una “Ucraina Orthodoxerein” dai tempi della “Crociata orientale” e dalle “Crociate nordiche” dei papi Innocenzo III e Gregorio IX fino all’Ucraina nazista di Bandera – si veda qui [in inglese] per i dettagli).
Perché l’Impero dovrebbe spingere per una tale mossa? Qui possiamo trovare un mix di piccole e grandi ragioni geostrategiche. In primo luogo, le più piccole: vanno dal solito riflesso impulsivo di fare qualcosa, qualsiasi cosa, per fare del male alla Russia per compiacere gli emigrati ucronazisti negli Stati Uniti e in Canada. Le strategie geo-strategiche vanno dal tentativo di salvare l’impopolare regime ucronazista a Kiev alla divisione del mondo Ortodosso, indebolendo in tal modo il soft-power e l’influenza russa. Questo tipo di “logica” mostra una fondamentale incomprensione del mondo Ortodosso oggi. Ecco perché:
Il tipico livello di educazione religiosa dei Cristiani Ortodossi è probabilmente ben rappresentato dalla famosa Curva di Bell: alcuni sono veramente e del tutto ignoranti, molti sanno poco e pochi ne sanno molto. Finché le cose erano ragionevolmente pacifiche, tutti questi Cristiani Ortodossi potevano mandare avanti le loro vite quotidiane e non preoccuparsi troppo del quadro generale. Questo vale anche per molte Chiese Ortodosse e vescovi. La maggior parte della gente ama i bei riti (canti, cupole dorate, belle architetture e luoghi storici) mescolati con una buona vecchia superstizione (accendere una candela prima di un incontro di lavoro o giocare alla lotteria) – tale è la natura umana e, ahimè, la maggior parte dei Cristiani Ortodossi non è diversa, anche se la loro vocazione è “non di questo mondo”. Ma ora questa immagine apparentemente pacifica è stata gravemente disturbata dalle azioni del Patriarca di Costantinopoli, che sono in palese e grave violazione di tutti i canoni e delle tradizioni basilari della Chiesa da costringere letteralmente ogni Cristiano Ortodosso, specialmente i vescovi, a rompere il loro silenzio e prendere un posizione: io sto con Mosca o con Costantinopoli?
Oh, certo, inizialmente molti (la maggior parte?) Cristiani Ortodossi, inclusi molti vescovi, cercheranno di distogliere lo sguardo o di limitarsi a insulse espressioni di “rimpianto” con richieste di “unità”. Un buon esempio di quel tipo di linguaggio tiepido e sdolcinato si può già trovare qui [in inglese]. Ma questo tipo di lavarsi le mani in stile Pilato (“non è affar mio” nel linguaggio moderno) è insostenibile, ed ecco perché: nell’ecclesiologia Ortodossa non è possibile costruire “triangoli eucaristici rotti”. Se A non è in comunione con B, allora C non può essere in comunione con A e B allo stesso tempo. È davvero una scelta binaria “o questo o quello”. Almeno in teoria (in realtà, tali “triangoli rotti” sono esistiti, più recentemente tra l’ex ROCA/ROCOR, la Chiesa serba e il Patriarcato di Mosca, ma sono insostenibili, come confermano gli eventi degli anni 2000-2007 per il ROCA/ROCOR). Tuttavia, senza dubbio alcuni (molti?) cercheranno di rimanere in comunione sia con il Patriarcato di Mosca che con il Patriarcato di Costantinopoli, ma questo diventerà sempre più difficile con il passare dei mesi. In alcuni casi specifici, una tale decisione sarà davvero drammatica, penso in particolare ai monasteri sulla Santa Montagna [in inglese].
[Nota a margine: a un livello più cinico, vorrei far notare che il Patriarca di Costantinopoli ha aperto un vero vaso di Pandora che ora ogni movimento separatista in un paese Ortodosso sarà in grado di usare per chiedere la propria “autocefalia”, che minaccerà l’unità della maggior parte delle Chiese Ortodosse. Se tutto ciò che serve per diventare “autocefali” è innescare una sorta di insurrezione nazionalista, allora immaginate quante “Chiese” richiederanno la stessa autocefalia degli ucronazisti oggi! Il fatto che l’etno-filetismo sia un’eresia condannata chiaramente non fermerà nessuno di loro. Dopo tutto, se è abbastanza buono per il Patriarca “Ecumenico”, è sicuramente abbastanza buono per tutti i nazionalisti pseudo-Ortodossi!]
Ciò che l’Impero Anglo-Sionista ha fatto è costringere ogni Cristiano Ortodosso e ogni Chiesa Ortodossa a scegliere di schierarsi con Mosca o Costantinopoli. Questa scelta avrà ovvie conseguenze spirituali, delle quali l’Impero non se ne può fregare, ma avrà anche profonde conseguenze politiche e sociali che, a mio avviso, l’Impero non ha affatto compreso.
Patriarcato di Mosca Patriarcato di Costantinopoli
Dimensioni attuali Molto grandi Piccole
Mezzi finanziari Molto grandi Piccoli
Dipendenza da sostegno dell’Impero e delle sue varie entità Limitata Totale
Relazioni col Vaticano Limitate, soprattutto a causa dei fortissimi sentimenti anti-papisti della popolazione Mutuo sostegno e alleanza de-facto
Vedute della maggioranza dei membri Conservatrici Moderniste
Livello di sostegno della maggioranza dei membri Forte Tiepido
Preoccupazione della maggioranza dei membri per le regole/canoni/tradizioni della Chiesa Media and selettiva Bassa
Dissenso interno Praticamente eliminato (ROCA) Forte (Montagna Sacra, Vecchi Calendaristi)
Il Patriarcato di Mosca contro il Patriarcato di Costantinopoli: analisi sociologica e politica
Permettetemi di essere chiaro, non ho intenzione di confrontare e contrapporre il Patriarcato di Mosca (PM) e il Patriarcato di Costantinopoli (PC) da un punto di vista spirituale, teologico o persino ecclesiologico. Invece, li confronterò e li confronterò da un punto di vista puramente sociologico e politico. Le differenze qui sono veramente profonde.
Dalla tabella qui sopra si può immediatamente vedere che l’unico vantaggio “comparativo” del PC è che ha il pieno sostegno dell’Impero Anglo-Sionista e del Vaticano. Sotto tutti gli altri punti di vista, il PM ha più “potenza di fuoco” del PC.
Ora, all’interno dell’Ucraina occupata dagli ucronazisti, il sostegno dell’Impero e del Vaticano (attraverso i loro Uniati) fornisce davvero un enorme vantaggio al PC e alle sue “Chiese” pseudo-Ortodosse ucronaziste. E anche se Porošenko ha promesso che nessuna violenza verrà usata contro le parrocchie dell’PM in Ucraina, tutti ricordiamo che è stato lui a promettere di fermare la guerra contro il Donbass, quindi perché prestare ancora attenzione a ciò che ha da dire..
I diplomatici e gli analisti statunitensi potrebbero essere abbastanza ignoranti da credere alle promesse di Porošenko, ma se questo è il caso, non si rendono conto che Porošenko ha pochissimo controllo sui gruppi nazisti più accaniti come quello che abbiamo visto domenica scorsa a Kiev. La realtà è molto diversa: il rapporto di Porošenko con i nazisti in Ucraina è grosso modo simile a quello che la Dinastia Saudita ha con i vari affiliati di Al-Qaida in Arabia Saudita: cercano di placarli e controllarli, ma finiscono per fallire ogni volta. L’agenda politica in Ucraina è impostata da nazisti genuini, così come in Arabia Saudita è stabilita dai vari tizi di Al-Qaida. Porošenko e Mohammad Bin Salman sono solo nani impotenti che cercano di salire sulle spalle di diavoli molto più potenti.
Purtroppo, e come sempre, i più a rischio in questo momento sono i semplici fedeli che resistono a qualsiasi tentativo da parte degli squadroni della morte ucronazisti di impadronirsi delle loro chiese ed espellere i loro sacerdoti. Non mi aspetto una guerra civile, non nel solito senso della parola, ma mi aspetto un sacco di atrocità simili a ciò che è accaduto durante il massacro di Odessa del 2014, quando gli ucronazisti bruciarono viva la gente (e spararono a quelli che cercarono di fuggire). Una volta che questi massacri inizieranno, sarà molto, molto difficile per l’Impero giustificarli o dare tutta la colpa all’“interferenza russa”. Ma soprattutto, come notò lo scrittore cristiano (dichiaratamente controverso) Tertulliano fin dal secondo secolo “il sangue dei martiri è il seme della Chiesa”. Potete stare sicuri che il massacro di Cristiani innocenti in Ucraina si tradurrà in un rafforzamento della consapevolezza Ortodossa, non solo all’interno dell’Ucraina, ma anche nel resto del mondo, specialmente tra coloro che sono attualmente “sul confine”, diciamo, tra il tipo di Ortodossia conservatrice proclamata dal PM e il tipo di pseudo-Ortodossia tiepida, annacquata e “decaffeinata” incarnata dal Patriarcato di Costantinopoli. Dopotutto, una cosa è cambiare il Calendario della Chiesa o dare baci e abbracci ai Papi, e un’altra ancora benedire gli squadroni della morte nazisti perché perseguitano i Cristiani Ortodossi.
Per riassumere, direi che con le sue azioni, il Patriarca di Costantinopoli sta costringendo l’intero mondo Ortodosso a fare una scelta tra due tipi molto diversi di “Ortodossie”. Per quanto riguarda l’Impero, sta commettendo un grave errore creando una situazione che polarizzerà ulteriormente parecchio una situazione politica già instabile in Ucraina.
Esiste, almeno potenzialmente, un’altra possibile conseguenza di questi sviluppi che non viene quasi mai discussa: il suo impatto all’interno del Patriarcato di Mosca.
Possibile impatto di questi sviluppi all’interno del Patriarcato di Mosca
Senza entrare nei dettagli, dirò semplicemente che il Patriarcato di Mosca è un’entità molto diversa in cui coesistono “correnti” piuttosto diverse. Nella politica russa parlo spesso di Integrazionisti Atlantici e Sovranisti Eurasiatici. C’è qualcosa di vagamente simile all’interno dell’MP, ma vorrei usare termini diversi. Un campo è quello che definirei degli “Ecumenisti filo-occidentali” e l’altro campo quello dei “Conservatori anti-occidentali”. Da quando Putin è salito al potere, gli Ecumenisti filo-occidentali hanno perso la loro influenza, soprattutto a causa del fatto che la maggior parte dei membri regolari dell’PM sostengono fermamente il movimento conservatore anti-occidentale (vescovi, sacerdoti, teologi ). L’odio rabbioso e la paura di tutto ciò che è russo dell’Occidente, combinato con il sostegno totale a qualsiasi cosa sia anti-russa (inclusi Takfiristi e Nazisti) hanno avuto un impatto anche qui, e pochissime persone in Russia vogliono che il modello di civiltà di Conchita Wurst, John McCain o Papa Francesco influenzi il futuro della Russia. La parola “ecumenismo”, come la parola “democrazia”, in Russia diventa una parola di quattro lettere con un significato approssimativamente simile a “svendita” o “prostituzione”. Ciò che è interessante è che molti vescovi del Patriarcato di Mosca che, in passato, erano divisi tra la pressione conservatrice del proprio gregge e le proprie inclinazioni “ecumeniche” e “democratiche” (meglio incarnate dal Patriarca di Costantinopoli) ora hanno scelto il modello conservatore (a cominciare dal Patriarca Cirillo stesso che, in passato, era piuttosto favorevole al cosiddetto “dialogo ecumenico d’amore” con i Latini).
Ora che PM e PC hanno rotto i legami che in precedenza li univano, sono entrambi liberi di perseguire le loro inclinazioni naturali, per così dire. Il PC può diventare una sorta di “Papato di rito orientale” e crogiolarsi in una festa d’amore senza ostacoli con l’Impero e il Vaticano, mentre il PM non avrà quasi nessun incentivo a prestare attenzione alle future offerte di riavvicinamento da parte dell’Impero o del Vaticano (questi due lavorano sempre mano nella mano [in inglese]). Per la Russia, questo è uno sviluppo molto buono.
Non fate errori, ciò che l’Impero ha fatto in Ucraina costituisce ancora un altro colpo profondamente malvagio e tragico contro il popolo ucraino da tempo sofferente. Nella sua bruttezza e nelle tragiche conseguenze, è paragonabile all’occupazione di queste terre da parte del Papato attraverso i suoi agenti polacchi e lituani. Ma Dio ha la capacità di trasformare anche il peggior orrore in qualcosa che, alla fine, rafforzerà la Sua Chiesa.
La Russia in generale, e il Patriarcato di Mosca in particolare, sono in una fase di transizione su molti livelli, e non possiamo sopravvalutare l’impatto che l’ostilità dell’Occidente avrà sulla futura coscienza del popolo russo e Ortodosso su tutti i fronti, inclusi quelli spirituali. Gli anni ‘90 sono stati anni di totale confusione e ignoranza, non solo per la Russia, ma il primo decennio del nuovo millennio si è rivelato essere il più doloroso, ma anche il più necessario, per coloro che si erano ingenuamente fidati dell’idea che il nemico dell’Occidente fosse solo il Comunismo, non la Russia come modello di civiltà.
Nella loro infinita ignoranza e stupidità, i leader dell’Impero hanno sempre agito solo nel breve termine immediato e non si sono mai presi la briga di pensare agli effetti a medio e lungo termine delle loro azioni. Questo è vero sia per la Russia che per l’Iraq o i Balcani. Quando le cose alla fine, e inevitabilmente, andranno molto male, saranno sinceramente confusi e si chiederanno come e perché tutto sia andato storto. Alla fine, come sempre, incolperanno l’“altro tizio”.
Non ho alcun dubbio che l’ultima manovra dell’Impero Anglo-Sionista in Ucraina produrrà una sorta di “vittoria” (“peremoga” in ucraino) confortante e a breve termine, che sarà seguita da una sconfitta umiliante (“zrada” in ucraino) che avrà profonde conseguenze per molti decenni a venire e che cambierà profondamente l’attuale mondo Ortodosso. In teoria, questi tipi di operazioni dovrebbero attuare l’antico principio di “divide et impera”, ma nel mondo moderno ciò che realmente fanno è unire ulteriormente il popolo russo contro l’Impero e, a Dio piacendo, unirà il popolo Ortodosso contro i vescovi pseudo-Ortodossi.
Conclusione:
In questa analisi ho dovuto descrivere molte, diciamo, “meno che ispiranti” realtà della Chiesa Ortodossa, e non voglio dare l’impressione che la Chiesa di Cristo sia senza indizi e impotente come tutte quelle confessioni che nel corso dei secoli si sono allontanate dalla Chiesa. Sì, i nostri tempi sono difficili e tragici, ma la Chiesa non ha perso il suo “sale”. Quindi quello che voglio fare al posto di una conclusione personale è citare uno dei teologi più illuminati e distinti del nostro tempo, il Metropolita Ieroteo di Lepanto [in inglese], che nel suo libro “La Mente della Chiesa Ortodossa” (che io considero uno dei migliori libri disponibili in inglese sulla Chiesa Ortodossa, e una “lettura obbligatoria” per chiunque sia interessato all’ecclesiologia Ortodossa) ha scritto le seguenti parole:
San Massimo il Confessore dice che, mentre i Cristiani sono divisi in categorie in base all’età e alla razza, la nazionalità, le lingue, i luoghi e gli stili di vita, gli studi e le caratteristiche, e sono “distinti gli uni dagli altri e molto diversi, tutti nati nella Chiesa e rinati e ricreati attraverso di essa nello Spirito” nondimeno “esso conferisce equamente a tutti il dono di una forma e designazione divina, di essere di Cristo e di portare il Suo Nome”. E San Basilio il Grande, riferendosi all’unità della Chiesa, dice in modo caratteristico: “La Chiesa di Cristo è una, anche se Lui viene chiamato da luoghi diversi”. Questi passaggi, e specialmente la vita della Chiesa, eliminano ogni tendenza nazionalistica. Non sono, naturalmente, le nazioni e le patrie che vanno abolite, ma il nazionalismo, che è un’eresia e un grande pericolo per la Chiesa di Cristo.
Il Metropolita Ieroteo è assolutamente corretto. Il nazionalismo, che è di per sé un prodotto puro del laicismo dell’Europa occidentale, è una delle minacce più pericolose che la Chiesa oggi sta affrontando. Nel corso del XX secolo è già costata la vita a milioni di Cristiani devoti e fedeli (detto questo, ciò non significa assolutamente che il tipo di multiculturalismo suicida sostenuto dai leader degenerati dell’Impero Anglo-Sionista oggi sia meglio!). E questo non è un problema “ucraino” (anche il Patriarcato di Mosca è stato profondamente infettato dal virus mortale del nazionalismo). Il nazionalismo e l’etno-filetismo non sono affatto peggiori di eresie come l’iconoclastia o il monofisismo/il monotelismo in passato, e quelle alla fine furono sconfitte. Come tutte le eresie, il nazionalismo non prevarrà mai contro la “Chiesa del Dio vivente” che è “colonna e sostegno della verità” (Prima lettera a Timoteo 3:15) e anche se molti possono cedere, altri non lo faranno mai.
Nel frattempo, i prossimi due mesi saranno assolutamente cruciali. In questo momento mi sembra che la maggioranza delle Chiese Ortodosse cercherà all’inizio di rimanere neutrale, ma dovrà alla fine schierarsi con il Patriarcato di Mosca e contro le azioni del Patriarca Bartolomeo. Ironia della sorte, la situazione negli Stati Uniti sarà molto probabilmente caotica, in quanto le varie giurisdizioni Ortodosse negli Stati Uniti hanno lealtà diverse e sono spesso divise secondo linee conservatrici e modernizzatrici. L’altro posto da tenere d’occhio saranno i monasteri sulla Montagna Sacra, dove mi aspetto che scoppino una grande crisi e un grande scontro.
Con la crisi in Ucraina l’eresia del nazionalismo ha raggiunto un nuovo livello di infamia, e sicuramente ci sarà una reazione molto forte ad essa. L’Impero chiaramente non ha idea di quale tipo di dinamica abbia ora messo in moto.
Il Saker