giovedì 27 settembre 2018

Sottomessi all'uomo iniquo

Il Leader supremo Xi Jinping è uno di questi uomini iniqui. Si è mostrato deciso a «opporsi e ad esaltare se stesso contro ogni cosiddetto dio o oggetto di culto», sopprimendo spietatamente la libertà di religione in Cina, spogliando le case di culto delle loro croci o altri simboli e sottoponendo tutto e tutti agli interessi del partito. Questo è l'uomo con cui il cardinale Parolin e i suoi colleghi della Segreteria di Stato, per volere di Papa Francesco, sono pronti a fare accordi. Il papa tradisce i cristiani di ogni tempo e luogo che hanno coraggiosamente resistito ai tentativi di rendere la Chiesa di Gesù Cristo piegata allo Stato.

San Paolo ci dice nella Seconda lettera ai Tessalonicesi che il Giorno del Signore non può venire prima che avvenga «l’apostasia» e «l'uomo dell'iniquità, il figlio della perdizione», sia rivelato. Ma «il mistero dell'iniquità è già in atto», aggiunge. L'uomo che dà piena espressione a quel mistero, che completa l'evoluzione dell'umanità iniqua e la guida all’ultima ribellione, è l'ultimo ma non certo il primo di questi uomini. Pertanto, l'avvertimento di Paolo è utile oggi come alla fine dei tempi.
Il Leader supremo Xi Jinping è uno di questi uomini iniqui. Si è mostrato deciso a «opporsi e ad esaltare se stesso contro ogni cosiddetto dio o oggetto di culto», sopprimendo spietatamente la libertà di religione in Cina, spogliando le case di culto delle loro croci o altri simboli e sottoponendo tutto e tutti agli interessi del partito. La politica di Xi di "sinicizzare" tutte le espressioni religiose rende la religione interamente asservita allo Stato. Paolo disse che l'uomo dell'iniquità alla fine si sarebbe seduto nel tempio come se fosse Dio - alcuni Padri credevano che con ciò intendesse la Chiesa, che Paolo insegnava fosse il nuovo tempio di Dio - e sembra che Xi stia facendo proprio questo.
Questo è l'uomo con cui il cardinale Parolin e i suoi colleghi della Segreteria di Stato, per volere di Papa Francesco, sono pronti a fare "affari". Sabato hanno firmato un accordo che secondo quanto riferito darà al Partito il ruolo principale e la decisione finale di nominare i vescovi cinesi nella Chiesa cattolica. Questo accordo richiede alla Chiesa di cancellare le precedenti scomuniche, permettendo al Partito di dettare anche la disciplina sacramentale. Porta il Partito direttamente nelle deliberazioni e azioni interne della Chiesa, sia amministrative che evangeliche o sacramentali. Sarebbe fondamentalmente sbagliato anche se lo Stato in questione fosse il Sacro Romano Impero invece di uno Stato senza Dio, spietato e omicida come è la Cina comunista. L'unità di cui il cardinale Parolin ha parlato sarà un'unità, non sotto Dio, ma sotto Xi, che eliminerà le chiese sotterranee e costringerà tutti in un recinto approvato dal Partito.
Il diritto canonico e Christus Dominus dichiarano questa azione non solo imprudente, ma anche illegittima. Francesco non ha revocato o sospeso il canone 377 § 5, che afferma che "in futuro nessun diritto o privilegio di elezione, nomina, presentazione o designazione di vescovi è concesso alle autorità civili". Lui e i suoi rappresentanti stanno agendo illegalmente nel fare questo accordo con l'uomo cinese dell’iniquità.
Inoltre, come ha detto coraggiosamente il cardinale Zen, nella loro iniquità stanno «dando il gregge in pasto ai lupi». Tradiscono i martiri cinesi e i testimoni viventi della Cina che hanno sofferto così a lungo per la fedeltà a Cristo. «I fratelli e le sorelle della Cina continentale», come aveva detto Zen in precedenza, non hanno paura della povertà, della prigione, di effondere il loro sangue; la loro più grande sofferenza è vedere se stessi traditi dalla «famiglia».
Il papa tradisce i cristiani di ogni tempo e luogo che hanno coraggiosamente resistito ai tentativi di rendere la Chiesa di Gesù Cristo piegata allo Stato. In passato, tutto ciò che era richiesto era un pizzico di incenso all'imperatore, che i cristiani rifiutavano di offrire, spesso a costo della loro vita. Ma ora ai cattolici cinesi non viene solo chiesto di offrire il pizzico di incenso al Leader supremo, ma anche di permettere ai suoi funzionari di controllare e nominare i vescovi e il clero che faranno questo a loro nome. La scandalosa pratica delle investiture laiche è tornata, e in una forma più scandalosa di quanto non fosse accaduto in passato. La strada che ha portato a Enrico VIII e alla Costituzione Civile del clero in Francia sarà di nuovo percorsa.
Questa non è una semplice questione di giudizio prudenziale. Se lo Stato ha la supervisione della Chiesa, rende falso il Vangelo della Chiesa. Mette la menzogna alla confessione fondamentale della Chiesa, "Gesù è il Signore", poiché anche nella Chiesa lo Stato diventa Signore. E in cambio della confessione del Vaticano che in Cina lo Stato è Signore, la Cina riconoscerà il Papa come il capo nominale di tutti i suoi cattolici. Che valore ha tutto questo? In realtà, i cattolici cinesi, come i cattolici di qualunque paese, hanno un solo capo: Gesù Cristo. Il Papa non è il capo dei cattolici, è il capo del collegio apostolico. E la sua funzione di capo del collegio apostolico è proprio ciò di cui lo sta privando Xi.
Com'è che abbiamo un Pontefice e una Segreteria di Stato che non capiscono queste cose o non se ne danno cura? Revocare o sospendere il canone 377 § 5 avrebbe reso la loro azione meno iniqua da un punto di vista mondano, almeno non avrebbe contravvenuto alla legge della Chiesa. Ma non l'avrebbe resa neanche un po’ meno iniqua a livello teologico. Perché questa azione è in contrasto con la legge divina, il decreto che fece risorgere Gesù dai morti e lo pose alla destra del Padre. Inoltre contraddice la natura stessa della Chiesa.
Cos’è la Chiesa, se non una missione di ambasciatori incaricata di dichiarare ai governanti e governati di questo mondo che ogni autorità è passata a Colui che siede alla destra del Padre e verrà di nuovo nella gloria per giudicare i vivi e i morti? Ma l'Associazione Patriottica Cattolica Cinese è stata istituita dalle autorità cinesi per garantire che questo messaggio non venisse ascoltato correttamente in Cina. È stata istituita in modo che fosse lo Stato a dirigere e gestire l'ambasciata ecclesiale di Gesù Cristo.
Coloro che sono inclini a dire di Francesco «Beh, dopotutto lui è il papa, e può fare ciò che vuole», dovrebbero pensarci bene. Faranno appello al canone 1404, "La prima Sede non è giudicata da nessuno", per giustificare la loro acquiescenza e inazione? Quel canone condanna lo stesso pontefice in questa faccenda. Sì, egli è responsabile direttamente al Signore piuttosto che ai tribunali umani. Ma ciò significa che non può rendere conto, né decidere di rendere conto, a Xi Jinping o a qualsiasi altro leader secolare in tutto ciò che riguarda la Chiesa in quanto Chiesa. Significa invece che è tenuto a confessare il vero Signore come Signore. A parte quel costante e fedele atto di confessione, in realtà non agisce affatto come “Pietro”, occupante della prima Sede.
Nelle parole della Commissione teologica del Vaticano II, poiché il papa è particolarmente responsabile nei confronti del Signore, è «anch'esso legato alla rivelazione stessa, alla struttura fondamentale della Chiesa, ai sacramenti, alle definizioni dei precedenti concili e ad altri obblighi troppo numerosi da citare». Tutto questo è in gioco nella decisione di Francesco di dare al Partito Comunista Cinese il diritto di avviare e supervisionare le nomine episcopali. I vescovi fedeli sono obbligati, da parte loro, a rifiutarsi di riconoscere la legittimità di questo concordato e a riconoscere come vescovi fratelli coloro che sono stati nominati prima dell’accordo e non quelli nominati in base ad esso. Oppure il mistero dell'iniquità è progredito così tanto perfino nella stessa Chiesa al punto che la luce può essere compagna delle tenebre e Cristo accordarsi con Belial, solo perché lo dice la Segreteria di Stato?
Douglas Farrow

TALE MAESTRO TALE DISCEPOLO. CONGRATULAZIONI AL PRESIDENTE RAI FOA


Dopo un mese di trincea contro la strenua resistenza della sinistra dei "poltronifici", finalmente la RAI ha il suo nuovo presidente: Marcello Foa. Un giornalista stimatissimo che in passato è stato oggetto di feroci strali per il suo modo di vedere sempre la realtà dei fatti da un'angolazione diversa, quella della facciata in penombra che rimane sempre celata e fuori dalla portata dell'opinione pubblica, tenuta colpevolmente all'oscuro di fatti dei quali avrebbe diritto di sapere. Marcello Foa, è stato a lungo firma de Il Giornale, ora dirige il gruppo editoriale svizzero Corriere del Ticino ed è docente di Comunicazione e Giornalismo. Quindi una figura di super garanzia per rinnovare la RAI all'insegna della trasparenza, della qualità e della indipendenza dal "politically correct", che inquina le notizie al punto da far venire una crisi profonda di coscienza a chiunque, giornalisti e operatori della comunicazione, che sentono di non onorare appieno la loro missione di divulgatori. Cominciò a 26 anni la professione di giornalista quando ebbe la fortuna di essere assunto proprio dal grande e indimenticabile Indro Montanelli, del quale lui stesso scrisse: "Era un anarchico conservatore, ma soprattutto un uomo libero che riteneva doveroso per un giornalista pensare con la propria testa, soprattutto quando è scomodo e rischioso uscire dal coro, perché solo così si onora davvero la professione". La lettera che scrisse a Montanelli, e che venne pubblicata nella rubrica "Sul carro degli onesti", fu un attestato di stima e di riconoscenza verso il suo mentore. Un famoso detto recita: "Il discepolo non può essere più grande del suo maestro", ma la grandezza non è comparativa, semmai egualitaria. Tale maestro, tale discepolo. Congratulazioni Presidente Foa.

CINZIA PALMACCI

DAVID ERMINI DEL PD ELETTO VICEPRESIDENTE DEL CSM. ALLA FACCIA DELL'INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA!

Con Ermini alla vicepresidenza del CSM "qualcuno/a" si sarà voluto tutelare con l'impunità per un po' di tempo? 


Dal governo durissima reazione alla scelta del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. "Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd e' appena stato eletto. Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov'e' l'indipendenza? E avevano pure il coraggio di accusare noi per Foa che non ha mai militato in nessun partito. E' incredibile", scrive su Facebook il vicepremier DI Maio. David Ermini, 59 anni, deputato del Pd per due legislature e avvocato penalista, è il nuovo vicepresidente del Csm. È stato eletto dal plenum di Palazzo dei marescialli, presieduto dal capo dello Stato. Una scelta che ha suscitato forti reazioni e polemiche. 

L'elezione al terzo tentativo 

Ermini è stato eletto alla terza votazione, con 13 voti. Un fatto inusuale nella prassi di Palazzo dei Marescialli: nelle consiliature passate, infatti, il vice presidente è quasi sempre passato alla prima votazione, perché si era raggiunta prima l'intesa tra i suoi componenti. 

Ermini: "Ho chiesto sospensione dal PD" 

"Ho chiesto la sospensione dal mio partito politico a cui sono iscritto perché ritengo che quando si assume un incarico istituzionale bisogna avere la possibilità di essere liberi" ha detto il neo vicepresidente del Csm Ermini, deputato del Pd, appena eletto in plenum con 13 voti. 

Di Maio: "Incredibile. Il sistema è contro di noi" 

"E' incredibile! Avete letto? Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd e' appena stato eletto presidente di fatto del Consiglio superiore della magistratura. Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov'e' l'indipendenza? E avevano pure il coraggio di accusare noi per Foa che non ha mai militato in nessun partito. E' incredibile". Scrive vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio su Facebook commentando l'elezione di Ermini. "Il Sistema e' vivo e lotta contro di noi", conclude. 

Il ministro Bonafede: "Il CSM fa politica" 

"Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!". Lo scrive su facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede commentando l'elezione di David Ermini a vicepresidente Csm. "Penso che la franchezza sia un valore nelle relazioni istituzionali! Non posso non prendere atto che i magistrati del Csm hanno deciso di affidare la vice presidenza del loro organo di autonomia ad un esponente di primo piano del Pd, unico politico eletto in questa legislatura tra i laici del Csm", scrive. "n questi anni, da deputato mi sono sempre battuto affinché, a prescindere dallo schieramento politico, il Parlamento individuasse membri laici non esposti politicamente. Una battaglia essenziale, a mio avviso, per salvaguardare l’autonomia della magistratura dalla politica". "Evidentemente sta più a cuore al ministro della Giustizia che alla maggioranza dei magistrati", conclude. 

Mattarella, auguri a Ermini
 
"Auguri per il suo lavoro. Inizia la nuova pagina del Csm che è un organo collegiale, che porta insieme la responsabilità dei compiti che gli sono assegnati dalla Costituzione". Lo ha detto Sergio Mattarella dopo aver espresso i suoi auguri al neo eletto vicepresidente del Cam, David Ermini. 

Dal Pd di Renzi alla vicepresidenza del Csm 

Avvocato penalista, ex responsabile Giustizia del Pd, David Ermini sarà il vice del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla guida del Csm per i prossimi 4 anni. Nato a Figline Valdarno (Firenze) 58 anni fa, si è laureato all'università del capoluogo toscano con una tesi sul diritto di voto degli italiani all'estero. La sua prima esperienza politica risale agli anni Ottanta come consigliere comunale di Figline Valdarno, incarico che ha rivestito anche tra il 2001 e il 2006. Nel 2004, e fino al 2009, Ermini è stato capogruppo della Margherita alla Provincia di Firenze durante la presidenza di Matteo Renzi e, tra il 2009 e il 2013, presidente del consiglio provinciale di Firenze. È stato per la prima volta eletto deputato nel 2013, e il 16 settembre 2014 nominato responsabile Giustizia del Pd guidato da Renzi. Dal 2015 al 2017 è stato commissario regionale del Pd Liguria. Rieletto deputato nelle file del Partito democratico il 4 marzo scorso, il 19 luglio Ermini è stato scelto dalle Camere tra gli 8 laici della nuova consiliatura di Palazzo dei Marescialli, che terminerà il suo mandato nel 2022. In passato, Ermini ha svolto funzioni di vicepretore onorario e di giudice sportivo presso la Figc per il settore giovanile.
Con Ermini alla vicepresidenza del CSM "qualcuno/a" si sarà tutelato con l'impunità per un po' di tempo. 

La benedizione del Santissimo Sacramento che ha fermato lo tsunami.

La benedizione del Santissimo Sacramento che ha fermato lo tsunami. Grazie alla fede di un parroco e del suo popolo.
Lo tsunami del 2010, che ha colpito la costa del Cile dopo un terremoto causato dal movimento delle placche continentali e oceaniche, è un tipo di evento che è stato ripetuto per secoli in vari luoghi del pianeta.
Qualche decennio fa, nella piccola isola di Tumaco (Colombia), quello che è successo a uno tsunami ha insegnato ai suoi abitanti che Dio, presente nel Santissimo Sacramento, agisce quando i suoi sacerdoti e fedeli lo invocano con amore e fede .
L’evento si verificò il 31 gennaio 1906. Alle dieci del mattino, gli abitanti di questa piccola isola del Pacifico sentirono un forte terremoto, che durò circa 10 minuti. Poi tutto il popolo corse in chiesa per chiedere al parroco, padre Gerardo Larrondo, e padre Julián di organizzare immediatamente una processione con il Santissimo Sacramento.
Nel frattempo, il mare continuava a ritirarsi, con la minaccia di un’ondata immensa. Gerardo, spaventato, consumò tutti le ostie consacrate della pisside e conservò solo l’Ostia grande. 



Poi, rivolgendosi alla gente, esclamò: “Venite, figli miei, andiamo tutti alla spiaggia, e che Dio abbia pietà di noi!”

Sentendosi sicuri della presenza di Gesù Eucaristia, tutti camminavano, con lacrime e acclamazioni a Dio. Quando padre Larrondo arrivò in spiaggia, andò audacemente sulla riva con il Santissimo nelle sue mani.
Nel momento in cui l’onda stava arrivando, sollevò l’ostia consacrata, con mano ferma e cuore pieno di fede, e davanti a tutti tracciava il segno della croce. È stato un momento di solennità.
L’ondata continuò ad avanzare, ma, prima che padre Larrondo e padre Julián potessero percepire quello che stava accadendo, la gente, commossa e stupita, gridò: “Miracolo! Miracolo! “.
Infatti, come se fosse stato fermato da una forza invisibile e superiore alla natura, l’onda potente che minacciava di spazzare via l’isola di Tumaco aveva iniziato la sua ritirata mentre il mare tornava al suo livello normale.
Gli abitanti di Tumaco, tra l’euforia e la gioia di essere salvati dalla morte grazie a Gesù Sacramentato , manifestarono la loro gratitudine. Il miracolo di Tumaco è conosciuto in tutto il mondo e anche padre Larrondo ricevette dal continente numerose lettere da persone che chiedevano le sue preghiere.

Invocate San Charbel per i malati di cancro. Medico italiano in fin di vita sogna il monaco e guarisce.

Due anni fa, un gruppo di media cristiani ha viaggiato dal Libano a Roma per condurre interviste e rapporti sui maroniti d’Italia e per preparare relazioni religiose sui santi d’Italia. 


Il gruppo ha fatto delle foto di San Charbel con scritte in italiano e, ogni volta che sono entrati nelle chiese, o nei luoghi religiosi distribuivano ai fedeli le immagini del Santo del Libano, quasi sconosciuto in Italia. 

In Vaticano, a Cascia, ad Assisi … le immagini di San Charbel riempivano le sedie dei fedeli: in pochi secondi i fedeli si affrettavano a fotografare il santo e a informarsi su di lui. È stato un evento meraviglioso e un segno di fede nella Chiesa e nel Libano.
Dopo giorni di riprese continue, il team ha deciso di prendersi una pausa dal lavoro e dirigersi verso un’area turistica fuori Roma, respirando l’aria di Roma e godendosi il sole nella primavera del 2013.
I libanesi sono saliti su un taxi e, a circa mezz’ora da Roma, hanno deciso di raggiungere uno dei magnifici laghi dove si radunano molte persone. Si sono diretti poi verso un ristorante per pranzo.
Nel  ristorante scelto hanno deciso di sedersi all’esterno per godersi i panorami meravigliosi, uno di loro aveva intenzione di vedere il ristorante interno per curiosare sul modi di cucinare italiano e mentre tornava dai suoi amici ebbe uno choc. 
Vide sul muro del ristorante una grande immagine di San Charbel, si fermò di fronte al quadro e disse in libanese ridendo: “Correte dentro!” 
I suoi amici, come lui, sono rimasti sorpresi nel vedere questa grande foto e hanno chiesto  cosa stesse facendo quella foto lì.
Il proprietario del ristorante, un medico italiano in pensione, ha raccontato tra lo stupore di tutti loro che 10 anni prima aveva il cancro e, sebbene fosse uno specialista in questo tipo di malattia, non poteva guarire se stesso e sapeva che i suoi giorni erano contati e ha cominciato a pregare Dio.
Il dottore ha raccontato che un giorno, mentre stava dormendo, un monaco che non  conosceva parlò in italiano di se stesso, Sharbel Makhlouf dal Libano, e gli disse: “La tua fede ti ha salvato”.
Il secondo giorno il dottore spinto dalla curiosità si recava all’ospedale e si sottopose a tutti gli esami medici possibili e si accorse che era sano e in salute libero da ogni metastasi e ogni malattia.
Una settimana dopo era in Libano con sua moglie e alcuni amici nella tomba di San Charbel a rendere grazie. 
Questo monaco libanese quasi sconosciuto in occidente è instancabile, guarisce persone dal Libano a Roma come visitatori di tutti i paesi.
Preghiera :
O grande taumaturgo San Charbel, che hai trascorso la vita in solitudine in un eremo umile e nascosto, rinunciando al mondo e ai suoi vani piaceri, e ora regni nella gloria dei Santi, nello splendore della Santissima Trinità, intercedi per noi.
Illuminaci mente e cuore, aumenta la nostra fede e fortifica la nostra volontà.
Accresci il nostro amore verso Dio e verso il prossimo.
Aiutaci a fare il bene e ad evitare il male.
Difendici dai nemici visibili e invisibili e soccorrici per tutta la nostra vita.
Tu che compi prodigi per chi ti invoca e ottieni la guarigione di innumerevoli mali e la soluzione di problemi senza umana speranza,
guardaci con pietà e, se è conforme al divino volere e al nostro maggior bene,
ottienici da Dio la grazia che imploriamo…,
ma soprattutto aiutaci ad imitare la tua vita santa e virtuosa.
Amen. Pater, Ave, Gloria

Miracolo ad Enna, una statua di San Filippo “suda” un liquido misterioso.

Miracolo ad Enna, una statua di San Filippo “suda” un liquido misterioso.
E’ accaduto ad Agira, in provincia di Enna, la Statua di san Filippo ha iniziato a “sudare”. 

Si è gridato subito al miracolo, il fedeli e i credenti, devotissimi del Santo, patrono della città, ricordano che, in passato, l’evento si era già verificato.

Il liquido che è fuoriuscito dalla statua, in quantità abbastanza considerevole, ha portato tanti fedeli e curiosi ad osservare la statua, che si trova nella Reale Abbazia, che raffigura il “Santo nero”.
In primo momento la notizia è stata nascosta, in quanto il vescovo di Nicosia, Monsignor Salvatore Muratore, aveva chiesto riserbo e prudenza, ma la notizia del prodigio si è diffusa velocemente.
San Filippo, santo proveniente dalla Siria, è, con San Calogero in Agrigento, uno dei diversi santi «neri» adorati sull’isola siciliana . Egli, santo esorcista, venne ad Agira nel V secolo dopo Cristo, per sconfiggere le forze del male e il paganesimo diffuso.
LA POSIZIONE DELLA CHIESA
Da sempre il Vaticano è sempre stato estremamente cauto su eventi paranormali di questo tipo, ben sapendo quanto possa essere suggestionabile l’animo di un fedele.
Il vescovo di Nicosia Salvatore Muratore, informato del fenomeno, ha chiesto la massima cautela nell’affrontare la questione con i suoi: perché il sudore del predicatore esorcista venga eventualmente riconosciuto come espressione di un messaggio divino, saranno necessari tempi lunghi e rigorosi accertamenti tecnici e teologici da parte di un’apposita commissione.
Basti pensare che neanche al famoso scioglimento del sangue di San Gennaro a Napoli, che si è ripetuto mercoledì scorso (e che il Cicap ha peraltro spiegato scientificamente), ha mai riconosciuto lo status di «miracolo», ma di “semplice” «prodigio»; consentendone la venerazione popolare, più a furor di popolo che per un’attenta diagnosi del rito della liquefazione.
Ma Dio manda segni anche con questi prodigi, il tempo e lo Spirito Santo ci faranno capire il suo significato.
fonte: Papaboys

mercoledì 26 settembre 2018

Terra dei Fuochi: c’era una volta la Campania Felix

Terra dei Fuochi – C’era una volta la Campania Felix, la stessa che Publio Annio Floro, tra i tanti che l’hanno decantata, aveva definito il luogo più bello del mondo, una terra che si ricopriva di fiori due volte all’anno e che non aveva rivali in quanto a fertilità del terreno.
inquinamento_terra dei fuochiMa, da trent’anni a questa parte, le cose sono cambiate. Le organizzazioni criminali hanno intuito l’enorme opportunità di lucrare sullo smaltimento illecito dei rifiuti e con la connivenza scellerata delle istituzioni, locali e nazionali, hanno trasformato il paesaggio, ammorbandolo al punto da rendere necessario coniare un nuovo termine per definire queste terra.
Terra dei Fuochi pare persino poco, perché non restituisce pienamente la catastrofe ecologica, l’ecocidio che si sta consumando in questi luoghi. Sono oltre sessanta i comuni, in quella fascia di territorio a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, che si sono visti espropriati della fertilità delle loro terre, dopo che le diverse famiglie camorriste hanno interrato centinaia di tonnellate di rifiuti tossici provocando l’irrimediabile devastazione dell’ambiente.
Si tratta di una vera e proprio mattanza. Centinaia di migliaia di persone sono condannate a vivere in una terra dove i rifiuti tossici e nocivi sono ovunque: nel terreno, nell’aria, nell’acqua e negli alimenti che in quelle zone si coltivano.
E’ tutta la catena alimentare che è stata compromessa. Su centinaia di ettari di terreno, nonostante molti di essi siano stati posti sotto sequestro, si continua a coltivare e si irriga con acqua altamente inquinata.
Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, che hanno effettuato prelievi proprio sotto le coltivazioni di ortaggi che riforniscono i mercati di quelle zone, hanno scoperto che, a pochi metri di profondità, erano stati interrati grandi quantità di solventi chimici, materiale di scarto edile, lamiere di eternit. Si tratta di una moltitudine di rifiuti altamente tossici che avrebbero dovuto seguire un iter speciale per il loro smaltimento, ma che hanno trovato dentro queste buche il loro nascondiglio.
In quelle zone l’aria è calda, appiccicosa, maleodorante, tutto trasuda insalubrità e morte. Ecco perché l’appellativo di Terra dei Fuochi non rende minimamente la follia e la gravità della situazione. Il dramma è che l’aspetto più evidente e quello che più arreca immediato fastidio alla popolazione, ossia i mille focolari accesi per bruciare rifiuti, è anche quello meno grave e meno minaccioso.
Il vero problema non è tanto il rifiuto urbano, che certo è comunque un fattore altamente inquinante, ma il rifiuto industriale. Quest’ultimo è anche quantitativamente maggiore e arreca danni più temibili e duraturi. Fare l’elenco di quel che si può trovare a pochi metri di profondità è praticamente impossibile, tanto varia è la natura dei rifiuti che vengono interrati in queste zone.
Si tratta di rifiuti altamente tossici, solventi chimici, liquami velenosi, scorie industriali e radioattive, rifiuti ospedalieri, farmaceutici, fanghi termonucleari e altre numerose sostanze venefiche.
Il triste pellegrinaggio degli scarti industriali inizia con un’organizzazione criminale che si presenta come ditta specializzata nello smaltimento rifiuti e si offre di provvedere al loro trattamento per cifre molto competitive. Una volta ricevuto l’incarico, da ogni parte d’Europa, si procede al trasporto dei rifiuti e quindi al loro smaltimento con modalità illegali, senza dar peso alla compattazione, alla copertura giornaliera, o alle più elementari tra le norme vigenti in tema di smaltimento dei rifiuti. Semplicemente si scavano delle buche, anche a pochissimi chilometri dai centri abitati, e in quelle bare di terra si riversa una quantità di materiali tale da condannare a morte tutto e tutti per il raggio di diversi chilometri.
Le indagini della Magistratura hanno evidenziato come le ecomafie, da oltre vent’anni, hanno riversato tonnellate di rifiuti particolarmente pericolosi, molto spesso volutamente mescolati tra loro per rendere più complessa la ricerca e l’individuazione dei diversi materiali. Ma la conseguenza peggiore di questo inumano camuffamento è che le reazioni chimiche che si innescano da simili miscele rendono ancora più nocivo, instabile e spesso perennemente fumante la poltiglia che ne deriva.
Una trattazione a parte meriterebbe la qualità dell’acqua di quelle zone. Decine di Tribunali italiani se ne sono occupati e molti dei procedimenti penali sono già andati a sentenza. Non si contano più i pozzi artesiani, tra Napoli e Caserta, sequestrati dalla Magistratura per evitare che il liquame ivi contenuto venga utilizzato per l’irrigazione di campi.
Le falde acquifere di molte località sono seriamente compromesse e per alcune si teme l’irreversibilità del danno da inquinamento, tanto è stato intenso ed è perdurato l’ininterrotto afflusso di solventi e liquami filtrati nelle profondità dei terreni.
Attraverso l’inquinamento delle falde acquifere e della vegetazione, tanto delle coltivazioni umane quanto dei pascoli di cui si nutre il bestiame, si sono riscontrati frequenti e gravi casi di sostanze cancerogene nel sangue del bestiame, tanto che, per il tramite della catena alimentare, si è presto arrivati a riscontrare le medesime patologie anche tra gli abitanti.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avuto modo di effettuare studi e rilievi, e quello che ha evidenziato è un’alta percentuale di morti per patologie riconducibili all’inquinamento ambientale e la nascita di diversi individui con malformazioni congenite, derivanti sempre dalla presenza di sostanze altamente chimiche in terra, aria e acqua.
Tuttavia sono dati che necessitano di ulteriori studi, conferme ed approfondimenti prima di convincere i più scettici che esiste un nesso tra l’elevata mortalità nella Terra dei Fuochi e l’inquinamento di quelle aree. Sono stati censiti non pochi bambini che dalla nascita non avevano la tiroide, che è certamente un campanello dall’allarme. Ma non sono solo i tumori a insinuarsi nelle vite dei residenti, c’è tutta una serie di gravi patologie non tumorali, che prima erano rare e che ora sono diventate comuni. Occorre guardarle bene tutte queste persone. Occorre che si valutino bene le loro patologie, che ci si interessi ai loro tumori e alle loro malformazioni congenite. Guardatele bene, perché quello è il futuro che attende tutti coloro che non avranno la fortuna di andare a vivere altrove e che tra una decina di anni seguiranno lo stesso calvario.
A negare lo stretto legame tra malattia e inquinamento ambientale è spesso la stessa Magistratura italiana. I Giudici non sempre ritengono provato il nesso di causalità da sempre denunciato dai numerosi coordinamenti di cittadini della zona che, allarmati dai rischi o già vittime dell’ecomafia, chiedono di essere risarciti o di essere meglio tutelati. A titolo di esempio si pensi alla recente sentenza del Tribunale di Nola che ha ritenuto di rigettare la richiesta di riconoscimento del danno biologico avanzata da un operatore del nucleo ecologico del Comune di Marigliano. L’uomo, trovandosi in servizio in piena emergenza rifiuti, ha respirato per diverse ore al giorno gas e fumi tossici che si innalzavano in colonne di fumo nero a seguito dell’incendio di cumuli di immondizia. Per il Tribunale di Nola non è dunque provato il nesso di causalità tra l’inquinamento ambientale e le centinaia di manifestazioni tumorali. In altre e più comprensibili parole: nella Terra dei Fuochi non si muore per inquinamento ambientale!
Qual è invece la posizione dello Stato italiano? Per lustri ha minimizzato la questione, arrivando a negare l’esistenza di un allarme di natura ambientale in quelle zone. Quando genocidio ed ecocidio erano troppo evidenti e non era più sufficiente voltarsi dall’altra parte e fare finta di nulla, ecco che la politica nazionale ha dato segnali di interessamento.
Eppure la connivenza tra Stato e Mafia è evidente. Basta considerare che molte discariche abusive, la cui illegalità è nota a tutti, vengono utilizzate periodicamente per riversare tonnellate di spazzatura, durante le diverse emergenze rifiuti che vedono protagonisti la città di Napoli e i comuni limitrofi. In altre parole, durante le emergenze rifiuti, i camion della nettezza urbana comunale vengono svuotati in discariche che non dovrebbero neanche esistere perché del tutto abusive.
Ma basta meno per individuare la responsabilità che lo Stato ha avuto nel genocidio ambientale che caratterizza la Terra dei Fuochi. Basta solo farsi alcune domande. Come può accadere che queste cose avvengano senza che nessuna autorità decida di intervenire? Che fine hanno fatto e come hanno operato coloro che per proprio istituto (in quanto tecnico o dirigente politico) erano tenuti a monitorare il territorio e a controllare la qualità degli alimenti, dell’acqua, dell’aria e della terra? Com’è possibile che da tutta Europa centinaia di camion abbiano trasportato milioni di tonnellate di rifiuti tutte lì in Campania e nessuno mai si sia preoccupato di verificare la rintracciabilità di quei materiali, andando anche a vedere con precisione dove e come venivano smaltiti?
E ora che succede? Ora la parola d’ordine è “bonifica”. Occorre ripulire, ripristinare, restituire la fertilità alla terra, mettere in sicurezza quei tanti appezzamenti di terreno in cui il livello di inquinamento è palesemente irreversibile. Sul versante delle bonifiche lo Stato e molto di più l’Ue elargiranno cifre miliardarie. Saranno davvero alcuni miliardi quelli che nei prossimi anni si spenderanno nell’intento di liberare il terreno dai mille veleni.
Ma i miliardi per l’emergenza rifiuti non sono una novità in Campania. Secondo l’On. Ermete Realacci, Presidente della Commissione ambiente della Camera, si è già speso moltissimo per fare pochissimo, il presidente riferisce di “un enorme sperpero di denaro pubblico, si parla di circa 4 miliardi di euro che sono stati spesi nell’emergenza rifiuti in Campania, anche se noi sappiamo che purtroppo un sistema adeguato di smaltimento rifiuti in Campania e un sistema di raccolte differenziate sono molto lontani dall’essere raggiunti”.
Un’altra cosa noi sappiamo: la mafia è una Holding e si dirige sempre dove ci sono soldi. Basta poco e finiamo per fare arricchire ulteriormente le persone che hanno creato questa ecocidio. Che non sia solo una fantasiosa e remota ipotesi, lo dimostrano alcune interessanti inchieste, condotte dai Magistrati antimafia della Procura di Napoli, dalle quali emerge che: “Molti protagonisti delle ecomafie, che fino a ieri si sono arricchiti seppellendo rifiuti tossici, oggi si candidano per acquisire gli appalti per le bonifiche, con nuove aziende appositamente costituite”. E simili timori potrebbero ottenere già da subito una conferma, come si legge su L’Espresso di questi giorni: “Le mani di Carminati sulla Terra dei Fuochi. La Camorra l’ha avvelenata, Mafia Capitale ha ottenuto la bonifica per ripulirla”. Non partiamo certo con il piede giusto…
La Terra dei Fuochi è qualcosa che non ha pari in tutta Europa. Dare una mano a coloro che vivono in quei comuni, anche semplicemente parlando del genocidio e dell’ecocidio che li coinvolge, è uno dei doveri che la società civile ha nei loro confronti. Diversamente, ignorando ogni cosa, li condanneremmo ad essere tutti interrati vivi, sepolti insieme a quei velenosi rifiuti che hanno già condizionato tanto le loro vite.
di Adelaide Conti

Mine antiuomo e violazione dei diritti dei bambini

Alla malvagità umana, si sa, non ci sono limiti, ma questi sono stati ampiamente superati da quando le mine antiuomo vengono rese sempre più “attraenti”, come giocattoli che attirano la naturale curiosità dei bambini che toccandole saltano in aria con mefistofelica soddisfazione dei soliti carnefici. Non solo. Le mine così come altri residui bellici inesplosi (Erw) uccidono, feriscono e rendono orfani questi bimbi. In molti Paesi colpiti da tale fenomeno, i bambini rappresentano un terzo di tutte le vittime.
mine-antiuomoSecondo la Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo, circa 6mila persone sono state uccise o mutilate da queste stesse mine nel 2006, il numero più basso di incidenti registrati dall’entrata in vigore nel 1997 del Trattato per la messa al bando delle mine.
I bambini sono le principali vittime delle mine e degli ordigni bellici inesplosi, incluse le bombe a grappolo, spesso colorate, luccicanti e quindi attraenti ai loro occhi perchè considerate come possibili giocattoli. Per la loro piccola corporatura hanno più probabilità di morire in seguito alle esplosioni di mine rispetto agli adulti. Circa l’85% dei bambini vittime delle mine muoiono prima di raggiungere l’ospedale.
I bambini ed in particolare quelli rifugiati e sfollati sono quelli più in pericolo e i principali bersagli delle mine antiuomo perchè ignari dei pericoli derivanti dal giocare o attraversare zone pericolose. Le lesioni provocate dalle mine antiuomo includono la perdita degli arti, la vista o l’udito con la conseguente inabilità permanente.
Senza adeguate cure mediche, i bambini feriti dalle mine antiuomo sono spesso tolti dalle scuole. Hanno quindi limitate prospettive future in campo educativo e professionale e sono spesso considerati un onere per le loro stesse famiglie.
Tali mine antiuomo rovinano la vita di questi bambini quando gli stessi genitori o coloro che si prendono cura di loro vengono anch’essi feriti e uccisi. Nel caso in cui le loro madri siano uccise o mutilate hanno meno probabilità di ricevere un’alimentazione adeguata, di essere protetti da un eventuale sfruttamento ed abuso. Quando i padri sono le vittime delle mine antiuomo, i bambini sono spesso costretti ad abbandonare la scuola e ad iniziare a lavorare per integrare il reddito familiare.
Il costo di prevedere la cura a lungo termine per i bambini vittime delle mine antiuomo può rivelarsi proibitivo. Le cliniche di riabilitazione sono spesso troppo costose se non addirittura difficili da raggiungere. Le mine antiuomo non ancora identificate impediscono la costruzione di case, strade, scuole, strutture sanitarie ed altri servizi essenziali. Impediscono inoltre l’accesso ai terreni agricoli e l’irrigazione.
Le mine antiuomo e i residui bellici inesplosi violano manifestamente la maggior parte degli articoli della Convenzione sui Diritti dei Bambini: il diritto di un bambino alla vita, ad un ambiente sicuro in cui giocare, il diritto alla salute, all’acqua potabile, a condizioni sanitarie e ad un’educazione adeguata.
di Cinzia Palmacci

Le predizioni di Nikola Tesla sul futuro dell’umanità

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Smartphone, droni, internet, wi-fi: il geniale Tesla aveva già previsto tutto questo quasi un secolo fa.
Nikola Tesla, oltre ad essere un genio dei suoi tempi, è stato anche un grande visionario. In più di uno scritto ha mostrato di saper vedere oltre la sua epoca e ha previsto per il futuro eventi ed invenzioni che poi realmente hanno avuto riscontri del nostro presente, lasciandoci ancora una volta a bocca aperta.

Tesla aveva previsto lo smartphone

Partiamo con un oggetto che ormai diamo per scontato: lo smartphone. Possiamo asserire che questo tipo di device fa parte ormai della nostra quotidianità. Attraverso gli smartphone si possono controllare altri apparecchi, accedere ad internet, comunicare in tempo reale con altre persone, guardare un film o accedere ad altri servizi. Un secolo fa sarebbe sembrato fantascienza per la maggior parte delle persone ma Tesla, già nel 1926, immaginava un futuro molto simile a oggi. “L’uomo porterà il telefono in tasca, potrà comunicare istantaneamente con gli altri, vedere e sentire le cerimonie delle apertura dei Presidenti guardare le finali di baseball e dal vivo, come se fossero lì”.
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Tesla descrisse, in poche parole, un telefono cellulare capace di mostrare video in diretta streaming. Ai tempi il telefono fisso era già stato inventato da Alexander Bell nel 1876 ed in seguito era sorta la società di telecomunicazioni AT & T, che poi divenne un vero e proprio colosso del settore. Fu invece nel 1973 che venne introdotto il primo telefono cellulare ad opera di Martin Cooper, della Motorola. I primi servizi di telefonia mobile apparirono soltanto nel 1983. Il primo smartphone a tutti gli effetti, IBM Simon, venne rilasciato nel 1994 ma la vera rivoluzione in questo campo avvenne col rilascio di Apple nel 2007.

Internet

Non solo, nel corso di un’intervista rilasciata nel 1926 al reporter statunitense John B. Kennedy del Time, anticipò non soltanto l’avvento degli smartphone ma anche di Internet e delle tecnologie ad esso legate come Skype. “Quando la telefonia senza fili sarà perfettamente applicata, l’intera Terra si trasformerà in un enorme cervello e tutte le cose saranno parte di un intero reale e pulsante. Saremo in grado di comunicare l’uno con l’altro in modo istantaneo, indipendentemente dalla distanza. Attraverso la tele-visione e la tele-fonia riusciremo a vederci e sentirci esattamente come se ci trovassimo faccia a faccia, anche se lontani migliaia di chilometri; e gli strumenti che ci permetteranno di fare ciò saranno incredibilmente semplici, in confronto al telefono che usiamo ora. Un uomo sarà capace di tenerli nel taschino del gilet”.
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Epurazione dell’umanità

In un articolo pubblicato nel 1935 sulla rivista americana Liberty, Tesla avrebbe espresso le sue opinioni riguardo il futuro sino al 2100 e le relative implicazioni nel corso di un’intervista concessa al giornalista George Sylvester Viereck. A detta dello scienziato in futuro la razza umana sarebbe stata “depurata” e che quanti non possedevano un adeguato livello di intelligenza o malviventi come criminali, pedofili, stupratori sarebbero stati eliminati. Questa previsione dovrebbe verificarsi entro il 2100 ed è spesso stata accostata alla filosofia di Adolf Hitler.

Tecnologia Wireless e droni

Riguardo la tecnologia, Tesla si è avvicinato molto alla realtà attuale, spingendosi anche oltre. “Il maggior beneficio deriva dallo sviluppo tecnico che conduce all’armonia e all’unificazione ed in questa linea rientra la trasmissione senza fili (wireless). Un sacco di energia sarà trasmessa senza fili. Tramite questo sistema la voce umana potrà essere riprodotta ovunque e le fabbriche forniranno energia off-shore dalle centrali idroelettriche. I velivoli gireranno intorno alla Terra senza fermarsi e l’energia del Sole sarà controllata per creare laghi e fiumi o grandi deserti”. Tesla aveva anche previsto i droni, dichiarando: “Gli aerei voleranno senza piloti, guidati da terra tramite onde radio”.
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L’estrema lungimiranza dell’inventore serbo croato ci dimostra ancora una volta come il suo spirito visionario abbia potuto ispirare imprenditori moderni come Elon Musk, fondatore dell’omonima casa automobilistica Tesla e Larry Page, cofondatore di Google.