martedì 30 giugno 2020

STATI GENERALI, GRUPPO BILDERBERG E MOVIMENTO 5 STELLE




E ALLA FINE, ANCHE I GRILLINI SBARCARONO AL BILDERBERG. NEL 2018 IL CLUB DEI POTENTI DEL MONDO SI RIUNIVA A TORINO. TRA I 128 PARTECIPANTI, IL TRANSUMANISTA PETER THIEL, IL FONDATORE DI LINKEDIN, HOFFMAN, POI SALVATORE ROSSI (DG DI BANKITALIA) E IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO PAROLIN....


La pandemia del Covid-19 ha interrotto, almeno per il momento, una delle più ferree tradizioni dell’élite economico-finanziaria: la riunione del Gruppo Bilderberg. Il meeting a porte chiuse nato nel 1954, spesso al centro di investigazioni e teorie del complotto, si tiene abitualmente fra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Quest’anno il sito ufficiale del Bilderberg, che informa sulla lista dei partecipanti, sulla location, sugli argomenti e sulla data delle riunioni non è stato ancora aggiornato. L’unico avviso, del tutto ovvio, è che "l’incontro è stato posposto".

Ad alimentare l’idea che i colloqui del Bilderberg possano avere una qualche influenza sul corso degli eventi è la qualità degli invitati: top manager, ministri delle Finanze, accademici e leader politici (che in gran parte cambiano ogni anno).
Ma anche il vincolo di riservatezza sottoscritto dai partecipanti: nessuno può rivelare i contenuti delle discussioni – inclusi i selezionati giornalisti invitati a partecipare. Ufficialmente, i microfoni spenti servono a incoraggiare un confronto più franco fra i partecipanti, svincolandoli dalle posizioni assunte pubblicamente in precedenza.

In Italia si è tornati a chiacchierare di Bilderberg anche perché uno dei frequentatori ricorrenti del forum riservato, Mario Monti, si è spinto a definire gli Stati Generali organizzati in questi giorni dal governo (a porte chiuse) come "il Bildeberg dei 5 Stelle" (che comunque al Bilderberg erano andati già nel 2018).

"Avendo abbracciato la via delle porte chiuse, forse bisognerebbe imitare Bilderberg sul piano della qualità e della rapidità del dibattito", ha dichiarato ieri il senatore ed ex premier in collegamento con la trasmissione Agorà su Rai3. Qualche giorno prima, il 12 giugno, lo stesso Monti aveva affermato a La7: "Gli Stati generali? Si potrebbero definire la Bilderberg dei 5 Stelle, direi io". 

Benché non vi sia alcun comunicato ufficiale a confermarlo, anche la popolare fashion blogger Chiara Ferragni sarebbe stata invitata a partecipare a un’edizione del Bilderberg. A raccontarlo è stato il marito, Fedez, secondo il quale la Ferragni avrebbe rinunciato a partecipare, in seguito alle sue pressioni: "Una volta ho litigato con Chiara per colpa del Bilderberg. L’avevano invitata e io le ho detto di non andare. Mi sembra una di quelle cose verso cui io sono contro, un circolo elitario dove persone si scambiano confidenze. Non è un posto dove si tramano le cose brutte del mondo, però ci sono anche dei gran banchieri e delle grandi personalità", aveva raccontato su Twitch. E Fedez è uno che non le manda a dire. Parafrasando le sue parole "Non è un posto dove si tramano le cose alle spalle delle masse, però ci sono dei grandi....personaggi".

L’ultima edizione dell’incontro la “delegazione” italiana vedeva per la prima volta la partecipazione di Matteo Renzi. In merito, il senatore aveva affermato nella sua enews: “Altro che complotti e logge internazionali: un luogo di alta discussione, di confronti su intelligenza artificiale e cybersecurity, rapporti con la Cina e conquista dello spazio, futuro dell’Europa e relazioni con gli Stati Uniti. Purtroppo siamo sommersi da banalità e pregiudizi: se solo si potesse discutere di cose serie, anche in Italia”. E di cose serie Renzi se ne intende....

Ad aver offerto uno dei più dettagliati resoconti dall’interno sullo svolgimento delle riunioni del Bilderberg è stato l’allora vicedirettore del Fatto Quotidiano, Stefano Feltri, ora direttore del nascente giornale Domani (guarda caso). Al termine della sua partecipazione nel 2019 aveva affermato in un suo articolo: “Quella che dall’esterno pare segretezza, da dentro risulta assenza di distrazioni e formalità. Manager, primi ministri e accademici che di norma non hanno cinque minuti per una telefonata, per un intero weekend si dedicano a riflessioni ad ampio spettro e incontri con persone che mai avrebbero incrociato altrove. La ‘selezione all’ingresso’ dovrebbe garantire che non sarà tempo sprecato. Di complotti, io non ne ho visti”. Cosa? Selezione all'ingresso poi invitano la Ferragni? C'è selezione e selezione evidentemente....


A fare da padrone di casa l'anno scorso Massimo Lapucci, segretario della Fondazione CRT e Chairman di European Foundation Centre. Tra i partecipanti Peter Thiel famoso transumanista caro a Casaleggio e fondatore di paypal, Reid Hoffman (fondatore Linkedin) Riccardo Zacconi (Candy Crush), Diego Piacentini (commissario per il digitale). Top secret la presenza di Davide Casaleggio con qualche esponente della piattaforma Rousseau che vorrebbero spiegare la strategia del Movimento 5 Stelle.

Riguardo al transumanista Peter Thiel, consigliere scientifico di Trump, è un personaggio dalle mille sfaccettature. Il miliardario transumanista alla corte di Trump Peter Thiel è un radicale anticonformista nelle definizioni pure dei due termini: ha raccolto più di molti altri i frutti dorati della Silicon Valley, ma non ha mai nascosto di considerare quest’epoca come concettualmente limitata, e per conseguenza tecnologicamente insoddisfacente. Sì, dunque, per usare le sue stesse parole «anche se ci sono aspetti di Trump che sono retrogradi e sembrano volerci ricondurre al passato, credo che molte persone vogliano tornare a un passato futuristico: Star Trek, I Jetson». I Jetson: ecco spiegato perché anche un iperlibertario gay della valle più liberal-progressista del mondo può schierarsi con chi vuole «Make America Great Again». Thiel ha donato 1.25 milioni di dollari alla campagna di Trump che lo ha nominato consigliere scientifico nella sua amministrazione.

Circa quindici anni fa Peter Thiel ha deciso con l’amico Elon Musk di quotare in borsa la loro azienda, Paypal, ottenendone cinquantacinque milioni di dollari; due anni dopo ha puntato sull’idea di un ex studente di Harvard, Mark Zuckerberg, con cinquecentomila dollari che oggi valgono più del Pil di molti Paesi. Non ha mai fatto mancare motivi per parlare di lui, anche prima di Trump: in un essay del 2009 ha portato il suo nichilismo politico fino alla messa in dubbio del senso di far votare le donne. È pur sempre l’uomo dietro Seasteads, il progetto tecno-futurista finale che si propone di costruire città-Stato galleggianti sugli oceani in grado di sfuggire utopicamente a tasse e burocrazie, e una persona attivamente impegnata nel superamento del vecchio problema della morte, attraverso finanziamenti di esperimenti sulla parabiosi e un manipolo di altre attività collaterali (senza contare che si è personalmente iscritto a un programma di criogenia). 
Per capire la pericolosa deriva transumanista del movimento 5 stelle rimando agli articoli in descrizione sotto l'articolo.

Cinzia Palmacci

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