Sconcertante e disumano: secondo quanto scritto dal quotidiano Libero, che, a sua volta, cita il giornale online Fanpage.it, l’aborto rientrerebbe negli interventi indifferibili, quindi nelle urgenze da sbrigare anche in piena emergenza coronavirus. È questa l’interpretazione, finora non smentita, della circolare emanata lo scorso 29 febbraio dal Ministero della Salute, circolare in cui si specifica con quali pazienti usare il bisturi.
Niente sala operatoria, dunque, per problemi ortopedici, oculistici, neppure per quelli oncologici, quando siano rinviabili senza rischi per il paziente. Ma quando si tratti di uccidere il figlio che si porta in grembo, allora chirurgo assicurato, alla pari di chi lamenti traumi gravi, problemi cardiaci, trapianti o qualsiasi altra situazione clinica, che comporti pericolo immediato di vita.
Gli aborti rientrerebbero insomma nell’ambito della «necessità comprovata», andrebbero comunque effettuati entro il limite previsto, non richiedendo peraltro posti-letto, ma essendo effettuabili in regime di day hospital o farmacologico. La fretta deriva evidentemente in questo caso non da un pericolo di vita, bensì da una volontà di morte, la volontà cioè di evitare a tutti i costi ed in tutti i modi che il bambino nasca. Un’orribile sentenza capitale verso un innocente senza difese…
Qualora a tale notizia non giungessero smentite ufficiali e pubbliche, saremmo costretti ad interrogarci seriamente sulle mostruosità di cui è capace questa civiltà, che di civile ha mantenuto soltanto il nome.
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