Carissime compagne e carissimi compagni
dall’articolo de il Fatto Quotidiano del 29 marzo un bell’esempio di trasversalità, metodo usato da ogni combriccola massonica, che realizza nella società la dittatura dei massocapitalisti.
E’ con queste procedure che costoro si fottono le risorse che i proletari, quelli che pagano le tasse e che producono il plusvalore nelle fabbriche pubbliche e private e quindi la ricchezza di un paese, vengono sistematicamente depredati da qualsiasi schieramento filocapitalista li governi, di centrodestra o di centrosinistra che siano.
Per questo noi proponiamo nei loro confronti la realizzazione della dittatura democratica del proletariato attraverso l’autogestione delle fabbriche, la nazionalizzazione di tutte le fonti energetiche, delle banche, dei media e di tutto il territorio della nostra nazione.
Delle spocchiose e corrotte minoranze non devono avere il controllo politico, mediatico ed economico del nostro Paese.
Saluti comunisti
I 43 TOSCANI Ogni giorno ha la sua poltrona
TRA PARTITO, GOVERNO E SOCIETÀ PUBBLICHE: LA CARICA DEI FIORENTINI
I fedelissimi Da sinistra: Luca Lotti, Francesco Bonifazi e Antonella Manzione
di Tommaso Rodano
Le ultime due nomine renziane sono arrivate la scorsa settimana. Riguardano l’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti. Antonio Funiciello non è toscano (rarità) ma è un sostenitore entusiasta del premier: l’uomo che “spiccia” gli affari di Luca Lotti nel settore editoria, tecnicamente parte dell’ ufficio stampa. Palazzo Chigi l’ ha nominato nel cda della cassa dei giornalisti.
L’altra scelta è ricaduta su Raffaella Fantini, inserita nel collegio sindacale. Di lei si sa poco: la professione (commercialista) e la provenienza (Firenze). S’aggiunge alla schiera di conterranei che Renzi ha omaggiato con una poltrona più o meno pesante.
Breve e incompleto elenco.
Iniziamo dal leggendario “Giglio Magico”. Maria Elena Boschi, aretina, è ministro delle Riforme e numero 2 del governo. Luca Lotti, empolese, è sottosegretario a Palazzo Chigi e uomo-macchina del premier. A Francesco Bonifazi, avvocato fiorentino, Renzi ha affidato la delicata responsabilità di gestire le finanze del Pd. Per Marco Carrai, suo amico strettissimo (e presidente dell’aeroporto di Firenze), il premier ha ideato un’ agenzia ad hoc per la cyber security (nomina congelata).
Antonella Manzione invece è di origini irpine ma ha vissuto a Pietrasanta: ex capo dei vigili a Firenze, Renzi l’ha messa alla guida dell’ ufficio legislativo di Palazzo Chigi (suo fratello, Domenico Manzione, è sottosegretario all’interno fin dai tempi di Letta).
A Palazzo Chigi c’è l’economista Tommaso Nannicini da Montevarchi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, dove, ma con tutt’altro incarico, c’è Tiberio Barchielli di Rignano sull’Arno: compaesano di Renzi, ex paparazzo, oggi è il fotografo ufficiale del premier.
Altri toscani di governo: Antonio Giacomelli da Prato, sottosegretario allo Sviluppo con delega alle Tlc; il socialista Riccardo Nencini di Barberino di Mugello, viceministro dei Trasporti, Cosimo Ferri di Pontremoli, sottosegretario alla Giustizia (già con Letta); l’alfaniano Gabriele Toccafondi, fiorentino e sottosegretario all’istruzione (anche lui già dai tempi di Letta) e Silvia Velo, ex bersaniana, sottosegretario all’Ambiente. Lapo Pistelli, di cui Renzi fu prima portaborse e poi antagonista, a giugno ha lasciato l’incarico di viceministro degli Esteri per diventare vicepresidente dell’Eni. l’empolese Rossella Orlandi dirige l’Agenzia delle entrate.
I soldati dell’esercito toscano sono distribuiti in massa nelle partecipate. Marco Seracini, commercialista del premier e fondatore dell’associazione Noi Link che ha finanziato la campagna per le primarie 2009, è stato piazzato nel collegio sindacale di Eni.
Diva Moriani, aretina, già vicepresidente di Intek, la società di Vincenzo Manes (uno tra i più generosi finanziatori del premier), è nel cda di Eni. Il pistoiese Alberto Bianchi, presidente della Fondazione Open di Renzi, è nel cda di Enel (suo fratello Francesco è stato nominato sovrintendente all’opera di Firenze). Fabrizio Landi, commercialista senese e finanziatore renziano, è nel cda di Finmeccanica. l’imprenditrice fiorentina Elisabetta Fabri, rampolla di una famiglia di albergatori, è stata nominata in Poste Italiane. Nel cda di Ferrovie c’è l’avvocato fiorentino Federico Lovadina, che ha lavorato nello stesso studio legale di Boschi e Bonifazi. Luigi Marroni, nato nel Chianti Senese, è stato capo della Asl di Firenze dal 2004 al 2012, Renzi l’ha nominato ad in Consip.
Matteo Del Fante, fiorentino, ex direttore generale della Cassa depositi e prestiti, è a capo di Terna. Gabriele Beni, fiorentino e amico di Renzi, ha una poltrona nel cda di Ismea (finanziamenti alle imprese agricole). Il fiorentino Simone Tani è al Cipe, mentre il pratese Marco Bardarazzi, amico di Renzi sin dai tempi dell’ansa di Firenze, è stato capo comunicazione di Eni.
Poi c’è Mauro Grassi, fiorentino, ex dirigente della Regione Toscana, a Italia Sicura.
Ha sostituito Erasmo D’Angelis, ora all’Unità, con cui introduciamo la categoria dei toscani “acquisiti”, quelli che a vario titolo hanno rapporti con Renzi dai tempi di Firenze:
Antonio Campo Dall’Orto (direttore generale della Rai), Gioia Ghezzi (presidente di Ferrovie dello Stato), Roberta Neri (ad di Enav), Francesco Sperandini (ad del Gestore dei servizi energetici), Ernesto Maria Ruffini (ad di Equitalia), Renato Mazzoncini (ad di Ferrovie), Vincenzo Manes(consigliere pro bono di Palazzo Chigi), Alberto Irace (ad di Acea), Anna Genovese (commissario Consob), Roberto Raggi (direttore del Demanio), Fausto Recchia (ad di Difesa Servizi Spa) e Claudia Brugno (che dirige la campagna per le Olimpiadi di Roma). In tutto, i toscani di nascita e di adozione piazzati da Renzi sono quindi almeno 43.
29 marzo 2016
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