venerdì 23 agosto 2019

Huawei, salta il freno. Strigliata degli Usa al governo Lega-M5S

IL FIATO SUL COLLO DEGLI USA SUL GOVERNO GIALLO-VERDE E RELATIVA CRISI. E' IL MOMENTO DI PRENDERE UNA DECISA POSIZIONE GEOPOLITICA PER L'ITALIA?....


La verità nascosta sulla Crisi di Governo: Chi l'ha pretesa e come finirà...

Huawei, stop ai paletti al colosso cinese. L’ambasciatore di Trump piomba nell’ufficio di Giorgetti e convoca Di Maio


L’ambasciatore di Trump piomba nell’ufficio di Giorgetti e convoca Di Maio: non gli sta bene lo stop ai paletti al colosso cinese. Lo scrive il Fatto Quotidiano secondo cui "Lewis Eisenberg, ambasciatore a Roma di Donald Trump, una settimana fa, è piombato nell’ufficio di Giancarlo Giorgetti, il leghista dialogante, il sottosegretario a Palazzo Chigi, e s’è seduto con la flemma di chi non ha fretta e, soprattutto, di chi pretende spiegazioni. Washington assiste stupefatta all’avanzata italiana di Huawei, la multinazionale della telefonia sospettata di spionaggio per i legami col governo di Pechino e messa al bando da Trump. Giorgetti ha accolto un furibondo Eisenberg, stremato dalle continue piroette diplomatiche degli italiani". 

"Eisenberg ha scelto Giorgetti perché Giorgetti, a differenza del capo Matteo Salvini, ha sempre scelto gli Stati Uniti e li ha rassicurati su Huawei sin dal viaggio di marzo a Washington che ha anticipato la visita romana di Xi Jinping e la firma del memorandum per la cosiddetta “Via della Seta”, ha scritto Il Fatto Quotidiano. Secondo cui pochi giorni fa "Eisenberg ha convocato Di Maio nella residenza di Villa Taverna per un chiarimento sul decreto morente. Il vicepremier dei Cinque Stelle ha degradato a evento minore e simbolico il patto con i cinesi e ha promesso all’ambasciatore la collaborazione su Huawei. Discorsi di circostanza che hanno suggerito a Eisenberg di consultare Giorgetti. Washington ha percepito l’influenza cinese sui Cinque Stelle, che al ministero per lo Sviluppo Economico di Di Maio schierano il sottosegretario Michele Geraci, plenipotenziario dei rapporti con Pechino, entrato nel governo per la vicinanza al Carroccio, ormai considerato in perfetta sintonia col Movimento".

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