Incinta, con la pancia piena di rifiuti: così muore una balena in Costa Smeralda.
La plastica, denuncia il Wwf, è uno dei peggiori nemici delle specie marine, insieme a pesca intensiva, inquinamento acustico e cambiamenti climatici. Il 95% dei rifiuti che soffocano i nostri mari è costituito proprio da plastica. Con il ritrovamento a Porto Cervo in Sardegna della giovane femmina di capodoglio di 8 metri, il Wwf ha ricostruito alcuni dei casi più recenti di spiaggiamenti di cetacei con presenza di plastica nello stomaco.
Plastica nello stomaco: i casi più recenti
A febbraio 2018 in Spagna (spiaggia di Cabo de Palos), un capodoglio maschio di 10 metri è stato trovato spiaggiato con nello stomaco un enorme bidone di plastica, sporte di plastica, boe, corde, pezzi di rete e immondizia di ogni tipo. In totale, 29 chili di rifiuti prodotti dagli umani finiti nello stomaco di un singolo capodoglio.
A maggio 2018 in Grecia, un capodoglio con 100 sacchetti di plastica dallo stomaco è stato trovato morto al largo dell'isola di Mykonos.
A giugno 2018 in Thailandia, un globicefalo è morto nelle acque della Thailandia per aver fatto indigestione di 80 grossi sacchi di plastica abbandonati in mare.
A novembre 2018 in Indonesia, un capodoglio è stato trovato morto dopo aver ingerito un'inquietante raccolta di rifiuti di plastica, tra cui 115 bicchieri, 25 sacchetti di plastica, bottiglie, due infradito e una busta contenente più di 1.000 pezzi di spago. In tutto, il contenuto di plastica nello stomaco del cetaceo, arrivava a pesare circa 6 chili.
A dicembre 2018 in Italia, il capodoglio Leopoldo trovato la mattina del 24 dicembre spiaggiato senza vita a Ischia non è morto a causa della plastica. Tuttavia, all'interno del suo stomaco sono state trovate diverse borse di plastica e uno spesso filo di nylon.
A gennaio 2017, uno zifio è stato soppresso dopo essersi spiaggiato su un'isola norvegese. L'esame autoptico ha rivelato ben 30 sacchi di plastica all'interno del suo stomaco.
Secondo il Wwf, senza provvedimenti, entro il 2050, nei mari del mondo ci sarà più plastica che pesce e il Mediterraneo rappresenta un'area trappola con livelli record di inquinamento da microplastiche che minacciano la vita marina e la salute umana. Oltre il 90% dei danni provocati dai nostri rifiuti alla fauna selvatica marina è dovuto alla plastica, che non solo può essere ingerita dalle specie ma che può anche intrappolarle.
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