La notizia è clamorosa, eppure in Italia pare che nessuno se ne sia accorto. Il 12 aprile 2016 la Gran Loggia di Francia ha sporto denuncia contro ignoti presso la Procura di Parigi con le accuse di pirateria informatica, nonché sottrazione e diffusione di dati personali dopo la fuga incontrollata di informazioni sul web relative ad alcune migliaia di documenti interni e riservati.
A darne notizia, è stato il settimanale L’Express. Il dossier è stato diffuso per la prima volta il 10 aprile 2016 dal sito Stop Mensonges, che promette «rivelazioni sul governo occulto che regge le sorti del nuovo ordine mondiale». Si tratta della maggior raccolta di testi mai sottratta, oltre 6 mila, più di 6 gigabyte di materiale segreto, almeno fino a quel giorno. Contiene decenni di rituali, elenchi, progetti, programmi, contabilità, riviste interne, domande di adesione con tanto di dettagliati curricula vitae, estratti di casellari giudiziari e copie di carte d’identità, corrispondenza interna e lettere mai inviate. Il quotidiano Le Monde è riuscito a prenderne visione.
Come operativamente queste informazioni siano uscite non è dato sapere, almeno non in questa fase dell’inchiesta. Ciò che è certo è che lo spyware, utilizzato per trasportare quest’immensa mole di dati verso uno spazio di archiviazione on line, è stato individuato nel sistema informatico della Gran Loggia di Francia, i cui computer hanno segnalato il giorno 4 aprile 2016 un file-spia intrufolatosi nel cloud il giorno 2. Alcuni file piratati sono datati aprile 2016.
Il gestore del blog, da diversi anni residente in una villa a Las Vegas con la sua famiglia, si è limitato a specificare di non poter spiegare come si sia procurato i documenti «per la sicurezza delle persone implicate» ed ha rifiutato di lasciarsi intervistare dalla rivista Society, temendo «rappresaglie». Ma tutto pare far pensare ad una talpa interna. Sollecitata di un parere sull’accaduto, anche la Gran Loggia di Francia ha preferito non esprimersi. Pare che i pirati informatici non siano riusciti ad entrare in possesso però della lista completa dei 34 mila membri della Gran Loggia di Francia, benché molti dei loro nomi figurino ampiamente nei documenti apparsi on line.
Subito dopo la denuncia è stato attivato l’Oclctic, complicatissimo acronimo corrispondente a Ufficio centrale della lotta alla criminalità legata alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dipartimento di Polizia specializzato nella cybercriminalità. In attesa di saperne di più, v’è anche da sottolineare come la notizia si riferisca in ogni caso soltanto ad una delle otto obbedienze massoniche attualmente attive in Francia. Obbedienze, che, pare, dopo l’accaduto, si trovino in stato di allerta per prevenire attacchi analoghi. Di certo, tutto questo non ha fermato la loro attività, soprattutto su due fronti ritenuti particolarmente “caldi”: aborto e gender.
Il Godf, Grand’Oriente di Francia, ad esempio, è tornato a sottolineare l’importanza attribuita dalla massoneria alla pratica abortiva, assegnando lo scorso 8 aprile il riconoscimento Marianne Jacques France a Simone Veil, 88 anni, ex-ministro, primo presidente del Parlamento europeo eletto direttamente e primo presidente donna, ma soprattutto autrice della legge che ha legalizzato l’aborto in Francia. È stato il Gran Maestro in persona, Daniel Keller, a consegnare l’ambito busto ai due figli della premiata, Jean e Pierre-François, alla presenza del presidente del Senato, Gérard Larcher. Busto, che vuol essere «testimonianza dell’affetto e della riconoscenza del Grand’Oriente di Francia verso Simone Veil, nostra sorella di cuore».
Nella circostanza, Keller non ha usato giri di parole, è andato dritto al cuore del problema, elogiando, di Veil, l’«attivismo repubblicano», la «lotta per l’emancipazione delle donne, figlia della laicità che costituisce il fulcro dell’impegno massonico», nonché la sua legge sull’aborto, «simbolo di quel miglioramento dell’Uomo e della società, cui i massoni stanno lavorando; questa legge resta un pilastro della nostra società». Commenta giustamente l’agenzia Médias-Presse-Info: «Dunque, uccidere ogni giorno in Francia centinaia di bambini nel ventre delle loro madri costituisce un pilastro della società voluta dalla setta massonica»… Ma non basta: anche il tema del gender tiene banco, per uniformare le sacche di resistenza intestina ancora presenti tra i “grembiulini”, i cui vertici promuovono ad ogni pié sospinto l’ideologia Lgbt. Non esitando a punire chi non si adegui. Così la Glrb ovvero la Gran Loggia Regolare del Belgio ha rotto le proprie relazioni internazionali con la Gran Loggia del Tennessee per il rifiuto opposto da quest’ultima ad accogliere le richieste di adesione presentate da candidati omosessuali. Una decisione non isolata, già la Glrb si era comportata allo stesso modo e per lo stesso motivo lo scorso 8 marzo con i “confratelli” della Georgia.
Si legge in una lettera della Loggia belga, scritta il 19 aprile scorso: «Riteniamo che chiunque debba essere rispettato indipendentemente dal proprio orientamento sessuale», principio a suo dire oggi violato. Non può pertanto accettare di vedere «la propria credibilità e la propria serenità minate» dal fatto che nella stessa Catena universale della massoneria regolare di cui essa fa parte, vengano riconosciuti anche membri «con simili attitudini discriminatorie». Per la verità, lo scorso 8 marzo la Gran Loggia del Belgio aveva inviato una missiva d’avvertimento ai “grembiulini” del Tennessee, chiedendo spiegazioni circa l’esclusione dei candidati Lgbt, ma non è stata neppure data loro risposta. Da qui, la dura presa di posizione pubblica, che crea spaccature importanti e crepe significative all’interno dei consessi massonici internazionali, nel tentativo d’imporre il “massonicamente corretto” all’insegna del gay friendly più spinto.
(Mauro Faverzani)
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