venerdì 25 gennaio 2019

Che facciamo adesso?

DI MARCO GIANNINI

comedonchisciotte.org
MA CONTE DA CHE PARTE STA?....
Il Presidente del Consiglio è stato ripreso mentre in modo confidenziale riferiva alla Merkel le difficoltà di consenso che il M5s sta attraversando rivolgendosi con il “loro” alla forza politica cui, gli ricordo, appartiene.
Conte ha parlato di sondaggi effettuati dai 5s quindi riservati: sono certo che la tedesca questo non lo avrebbe mai fatto. Questo denota scarsa professionalità e soprattutto sottomissione.
Io ho sempre pensato che finché non si ha una carica, finché si è elettori o attivisti si possa e si debba fare “gioco di squadra” fino al limite invalicabile dei propri valori; in altre parole se una forza politica cambia linea su qualcosa, sentito come vitale da un militante, questi deve andarsene, combattere e portare violente critiche contro il suo ex Movimento anche in ragione del fatto che ha speso energie, tempo e…fiducia per essere canalizzato verso gli interessi dei ceti dominanti finanziari.
Attenzione però! Se si ha una carica no! Sarebbe un tradimento verso chi ti ha premiato col voto (ivi compreso chi ti ha dato il simbolo) ed in tale situazione chi è eletto ha un ruolo, una altissima responsabilità e deve “lavare i panni sporchi in casa propria”.
Non mi stupiscono quindi i De Falco, i Fioramonti, i Tridico (io ho memoria) che se ne sono usciti sulle pagine dei giornaloni con dichiarazioni imbarazzanti perché non sono mai stati attivisti, nemmeno Conte.
Ma cosa rivela lo scivolone del “Premier”? Rivela una marcata carenza di una visione ideologica nel 5s, è come chiedesse “che facciamo adesso”?.
Attenzione al 5s non serve una ideologia nel senso tipico (il 5s si pone per natura come “post” rispetto alle ideologie del ‘900 e questo è sacrosanto) ma gli manca qualcosa che lo chiarisca nei valori.
Finora si è presentato come un partito ambientalista, giustizialista, innovatore che interpreta la società con idee radicali (femminismo, diritti civili, antiproibizionismo ecc ecc). Governare però è diverso rispetto al fare opposizione e queste direttive non bastano se si vuole essere un grande partito a lungo.
Gianroberto Casaleggio era un lungimirante mentre suo figlio (persona seria e competente sia chiaro) mi pare solo un abilissimo esperto in marketing elettorale.
Il 5s non ha una linea chiara fratturato in correnti come è tra un Di Battista un po’ Che Guevara e un po’ Emma Bonino (“serve più Europa” da Fazio), un Di Maio-Salvini, un Fico-Soros e un Grillo-elevato (cioè massone contro-iniziatico o libero alla Magaldi?).
Lo stesso, ricordo, avveniva sul territorio quando ero attivista: chi come me era convinto che la questione migranti fosse una invasione insopportabile perché facevano credere agli ingenui che fuggissero tutti dalle guerre, intollerabile perché provocata dal neocolonialismo occidentale e “carolingio” (Aquisgrana) e perché ammassata, disumana, eterodiretta dai “carolingi” veniva isolato, tacciato di fascismo e venivano organizzate ronde (virtuali sia chiaro) per sputtanarlo.
Eppure cosa c’era di strano ad affermare che i centri storici stavano diventando periferie di Nairobi (o di Parigi, evidenza di miseria equamente distribuita) devastando così subliminalmente i nostri “luoghi antropologici”, i nostri punti di riferimento, vere e proprie resistenze all’omologazione globalista (“clintoniana”), veri bisogni innati indispensabili per il benessere e l’equilibrio umano?
Non ho mai dato spiegazioni a queste imboscate, andavo dritto per dritto con sempre più determinazione e vigore perché non ha senso dire niente a persone cattive (termine infantile? Non direi), in cerca di posto al sole (quindi mal disposte e finalizzate a distruggerti) oppure a persone stereotipate (in Italia o sei immigrazionista o sei razzista perché questi due modelli fanno moda); no grazie lasciare i “bastardi limiti” a costoro.
Diverso è esprimere pubblicamente su questo network virtuale, la mia posizione: togliermi la soddisfazione, dopo anni, finalmente (anche se durante la mia conferenza alla Camera bastava un po’ di intelligenza per intuire come la pensavo).
Gli italiani sono ormai convinti che l’euro sia irreversibile perché hanno spento il cerebro, (in parte da secoli), ed i 5s nonostante sia in arrivo una crisi peggiore della precedente li assecondano, credendo così di sostituirsi al PD.
I nostri giovani (o meglio i “polli di allevamento” del neoliberismo consumista) hanno perso le palle, giocano alla playstation disinteressandosi e quei pochi che cercano di capirci qualcosa ” vengono convogliati come al solito nei due solchi emotivi (comunista, fascista) comodi al sistema.
I migranti invece vengono dalla povertà, non hanno mai visto un PC, hanno rischiato la vita e hanno una sanissima dose di incazzatura. Molti di loro intuiscono (ma non capiscono) perché sono costretti a eradicarsi dal loro paese, altri nemmeno quello e magari benedicono Macron, altri ancora muoiono nel deserto per giungere in occidente.
Posseggono tutte le credenziali quindi per capire più degli altri (dei locali).
Devono essere solo tolti dalle fauci di certe associazioni (quelle cosiddette “buoniste”), da certi sindacati e poi formati, evitando che restino degli assistiti o che al contrario inseguano il modello calciatore-velina-cellulare, il “sogno americano” del guadagno facile per intenderci, quello consumistico conformista e stupido che ha reso imbelli le nuove generazioni italiane (“trovati uno ricco” citando Silvio prostata).
L’invasione va fermata e sostituita, una volta che sia pianificato tutto, con flussi consistenti ed organizzati di stranieri. Sì consistenti! Perché la penso proprio così!
No! Non si alzano le tasse per questo, basta emettere moneta a tale scopo (ma non come fa la BCE che ne emette fiumi che si accumulano nelle banche private).
Cosa intendo? Intendo la linea ideologica che dovrebbe seguire il M5s fregandosene se resterà isolato da Lega e PD.
Una interpretazione creativa ma non idealista o inapplicabile: o vince o perde.
Lo Stato deve creare una “Scuola quinquennale interculturale delle Tradizioni e delle Scienze Politico Economiche” destinata agli stranieri, un sistema istituzionalizzato che rilasci un diploma con valore legale e faccia entrare persone con un target nobile e ben preciso: dare loro intanto le basi di italiano, matematica e scienze e poi nel proseguo degli anni, durante il corso di economia, spiegare la visione neo keynesiana (occultata e distorta sia nelle Università che nei media ormai), l’importanza di una moneta nazionale da riconquistare controllata finalmente da una Banca Centrale pubblica, il concetto di area valutaria ottimale, i danni della moneta unica e dei cambi fissi, i danni del neocolonialismo, del neoliberismo, della globalizzazione.
Insegnare loro la nostra lingua, svelare loro la storia d’Italia, i nostri poeti, l’arte e nelle ore di cooperative learning, dove docente e discente pari sono, conoscere le loro esperienze.
Nell’ambito della macroeconomia sveleremo loro come i loro politici, per intascarsi qualche milione di euro (esternalità di mercato) abbiano svenduto ricchezze del valore di miliardi di euro, minerarie, ittiche, territoriali a paesi estranei all’Africa.
Finito il corso questi neodiplomati potranno approdare all’Università ed aiutare noi indigeni (ovvero italiani) a ritrovare la libertà dalla morsa Eurocratico-Carolingia e il “senso” della nostra civiltà; oppure, grazie a questa formazione (che è anche internazionale per natura) scegliere di tornare a casa fornendo nei loro territori una classe politica consapevole e quindi pericolosissima per mafie e nuovo ordine internazionale (cit. Macron).
Sarebbe questa potenziale classe dirigente (e non sempre noi pochi occidentali onesti ed informati) a chiedere la rinazionalizzazione delle risorse espropriate dalle multinazionali, ed un 1 per 1000 per almeno 50 anni, dai paesi occidentali come risarcimento (per fare opere pubbliche mediante ditte africane!).
Questo progetto porrebbe fine al razzismo (anche se credo che in Italia ce ne sia davvero poco, l’italiano è solo infastidito da decenni di stranieri che chiedono soldi per strada, “frutto” delle politiche immigrazioniste neocoloniali assistenzialiste e schiaviste che li ha lasciati nel bisogno) ma anche alla devastazione consumistica dei nostri “luoghi antropologici” (Cit. Augé) coniugando le posizioni conservatrici con quelle progressiste (quelle sane).
Questa linea forse non immediatamente recepita dal consenso ma corretta eticamente e (forse) vincente nel lungo termine renderebbe il 5s una cosa nuova, ritroverebbe nuova linfa ed una identità.
Non mi stupirei se, per l’ennesima volta, i blog dei comici (a cui in passato ingenuamente volevo perfino bene) o i politici 5s ricalcassero qualcosa di questo tipo cambiando alcuni dettagli per apparire inediti, ma pur infastidendomi i plagi ciò che mi preme è il futuro del paese e che se ne impossessi chi ha voce e risonanza (rispetto all’oblio dei semplici cittadini come me).
Lo stesso Salvini che ha compreso che è l’euro che genera il bisogno e la vera corruzione (internazionale e piccola) che smuove i capitali dalla quota salari a quella profitti (speculativi) e dalla periferia al centro Europa non può credere che il nucleo di tutto sia la guerra tra poveri senza mai sottolineare l’importanza di imporre dazi a chi viola i diritti umani nei paesi africani e contro chi non rispetta determinati minimi salariali e diritti sociali.
L’immigrato è una forza molto più istintiva e non indottrinata (e inginocchiata) al tran tran consumistico (status symbol, stereotipi), variegata (parlare di “immigrato” è assurdo visto che provengono da miriadi di realtà diversissime anche quando distanti solo 20 km tra loro) ed imprevedibile.
Non si può parlare bene dei Gilet Gialli (a proposito, come al solito in Francia si fa la Rivoluzione in Italia si fanno partiti) ignorando questo dato di fatto.
I migranti, come detto, di norma hanno una enorme motivazione ad imparare ed un grande interesse alle nostre vicende politiche. Sono quindi energie dalla portata inestimabile per una Rivoluzione sì ma Culturale.
Questa linea ideologica, non post ideologica ma direi “NEO ideologica”, questo progetto valoriale, non solo rende onore alla verità (l’euro è un macigno, un asteroide che non puoi evitare devi solo distruggerlo) e contiene una visione economica di breve (la crisi in arrivo) e lungo termine (direi keynesiana) ma ha in sé un significato non alto ma altissimo del termine “interculturalismo” (al posto del multiculturalismo delle élite).
I migranti non saranno usati come grimaldelli per estinguere i nostri “luoghi antropologici”, bensì saranno rispettati e valorizzati per promuovere, per difendere, riconquistare, approfondire le nostre identità: saranno i nostri custodi.
Marco Giannini
Fonte: comedonchisciotte.org
25.01.2019

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