mercoledì 12 settembre 2018


IL DITO E LA LUNA

L’Italia è davvero un paese strano, tra i più strani del mondo. Mentre si continua a recuperare gente in mare nonostante la chiusura dei porti da parte del governo, che era stato sempre chiaro sulla linea dura da adottare verso il problema annoso dell'immigrazione clandestina, le navi della Marina Italiana continuano imperterrite ad attraccare nei porti siciliani con il loro carico di "nuovi schiavi". Ma la cosa più assurda è che di tutto questo la magistratura non ha fatto altro che attribuirne la colpa al ministro Salvini. Avete capito bene, ad un ministro della Repubblica Italiana accampando accuse assurde: sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio, insieme al suo capogabinetto. La procura di Agrigento ha ipotizzato anche i reati di sequestro di persona a scopo di coazione, in quanto secondo i magistrati il titolare del Viminale avrebbe impedito lo sbarco per fare pressione sull'Ue in direzione della ridistribuzione dei migranti; e l'omissione d'atti di ufficio poiché avrebbe ignorato la richiesta della Guardia Costiera di un porto sicuro, indicando Catania solo come scalo tecnico. Il procuratore Luigi Patronaggio ha intenzione di assicurare ai migranti che erano a bordo della 'Diciotti' la piena tutela legale e la possibilità di costituirsi in giudizio contro il ministro dell'Interno. Abbiamo capito bene? Patronaggio intende far costituire i migranti della Diciotti parte lesa in un processo contro Salvini, ammesso che gli immigrati sulla Diciotti capiscano cosa voglia dire "costituirsi parte lesa" in un processo (ci vorrà più tempo a farglielo capire che a mettere su un processo). Anche se i tempi della giustizia, in questo caso, immaginiamo saranno brevissimi nonostante la conclamata generale controtendenza della giustizia in Italia. Il fatto è che se un avvocato andasse in aula arringando su accuse di questo tipo, il giudice potrebbe sollevare molte opportune obiezioni. Trattandosi di un ministro nel pieno delle sue funzioni, le decisioni vengono prese dopo un'attenta valutazione delle circostanze e delle conseguenze giuridiche e politiche, ma sempre avendo cura di dare la priorità a scelte che pongano la sicurezza nazionale e il bene della comunità, che un ministro della Repubblica ha il dovere e l'onore di rappresentare e difendere prima di ogni altra cosa. Quello che invece ha omesso di fare la Guardia Costiera italiana alla quale in primis andrebbe contestato un atteggiamento di assoluta omissione quando, ignorando completamente le direttive del governo sulla chiusura dei porti, ha continuato a raccogliere i migranti costringendo il governo a far attraccare la nave per non essere accusato di omissione di soccorso. L'unica cosa che si potrebbe contestare al governo in carica, è di aver adottato una politica ondivaga e non abbastanza chiara sull'immigrazione. Quando il governo ha deciso di chiudere i porti, avrebbe anche dovuto adottare un opportuno blocco navale per evitare ambasce di questo tipo. E’ evidente che la Guardia Costiera non prende ordini dal governo in carica, ma continua “nostalgicamente” a seguire la linea politica del governo precedente silurato il 4 marzo dalla volontà popolare. Pertanto, sarebbe legittimato il governo in carica a procedere giudizialmente contro la Guardia Costiera per aver ignorato gli ordini precisi di Toninelli e Salvini rispettivamente ministro delle Infrastrutture, dal quale la Guardia Costiera dipende, e ministro degli Interni, ai quali compete vegliare sulla sicurezza interna del paese a cominciare dalla difesa dei confini nazionali. E’ altrettanto assurda l’accusa mossa a Salvini di aver usato la questione della nave Diciotti per far pressione sull’UE circa la redistribuzione dei migranti, perché l’Unione Europea è già di per se colpevole nell’aver omesso di rispettare una sfilza di trattati internazionali sulle migrazioni, a cominciare dal trattato sui diritti fondamentali dell’uomo. I migranti sbarcati finora sulle coste italiane sono migliaia, troppi per assicurare a tutti una permanenza dignitosa sul territorio italiano, che per estensione territoriale e problemi interni, non è in grado di potersi assumere altri carichi e incombenze. Il risultato disastroso è l’abbandono dei migranti a se stessi in balìa della criminalità autoctona, che li sfrutta e li costringe ad accettare condizioni di vita che nessun essere umano sarebbe in grado di sopportare. L’unica colpa del ministro Salvini è quella di operare per evitare che altri esseri umani possano subire la stessa sorte. Ma a muovere accuse contro Salvini ci si è messo anche Macron, strenuo difensore della politica inerte dell’UE, che non può permettersi di dare lezioni a nessuno dati i suoi 40000 respingimenti in atto in questi giorni. Insomma, sia la magistratura italiana che l’Unione Europea si stanno limitando ad indicare la luna guardando il dito.

CINZIA PALMACCI


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