IL DITO E LA LUNA
L’Italia è davvero un paese strano, tra i più strani del
mondo. Mentre si continua a recuperare gente in mare nonostante la chiusura dei
porti da parte del governo, che era stato sempre chiaro sulla linea dura da
adottare verso il problema annoso dell'immigrazione clandestina, le navi della
Marina Italiana continuano imperterrite ad attraccare nei porti siciliani con
il loro carico di "nuovi schiavi". Ma la cosa più assurda è che di
tutto questo la magistratura non ha fatto altro che attribuirne la colpa al
ministro Salvini. Avete capito bene, ad un ministro della Repubblica Italiana accampando
accuse assurde: sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio, insieme
al suo capogabinetto. La procura di Agrigento ha ipotizzato anche i reati di
sequestro di persona a scopo di coazione, in quanto secondo i magistrati il
titolare del Viminale avrebbe impedito lo sbarco per fare pressione sull'Ue in
direzione della ridistribuzione dei migranti; e l'omissione d'atti di ufficio
poiché avrebbe ignorato la richiesta della Guardia Costiera di un porto sicuro,
indicando Catania solo come scalo tecnico. Il procuratore Luigi
Patronaggio ha intenzione di assicurare ai migranti che erano a bordo della
'Diciotti' la piena tutela legale e la possibilità di costituirsi in
giudizio contro il ministro dell'Interno. Abbiamo capito bene? Patronaggio
intende far costituire i migranti della Diciotti parte lesa in un processo
contro Salvini, ammesso che gli immigrati sulla Diciotti capiscano cosa voglia
dire "costituirsi parte lesa" in un processo (ci vorrà più tempo a
farglielo capire che a mettere su un processo). Anche se i tempi della
giustizia, in questo caso, immaginiamo saranno brevissimi nonostante la
conclamata generale controtendenza della giustizia in Italia. Il fatto è che se
un avvocato andasse in aula arringando su accuse di questo tipo, il giudice
potrebbe sollevare molte opportune obiezioni. Trattandosi di un ministro nel pieno
delle sue funzioni, le decisioni vengono prese dopo un'attenta valutazione
delle circostanze e delle conseguenze giuridiche e politiche, ma sempre avendo
cura di dare la priorità a scelte che pongano la sicurezza nazionale e il bene
della comunità, che un ministro della Repubblica ha il dovere e l'onore di
rappresentare e difendere prima di ogni altra cosa. Quello che invece ha omesso
di fare la Guardia Costiera italiana alla quale in primis andrebbe contestato
un atteggiamento di assoluta omissione quando, ignorando completamente le
direttive del governo sulla chiusura dei porti, ha continuato a raccogliere i
migranti costringendo il governo a far attraccare la nave per non essere
accusato di omissione di soccorso. L'unica cosa che si potrebbe contestare al
governo in carica, è di aver adottato una politica ondivaga e non abbastanza
chiara sull'immigrazione. Quando il governo ha deciso di chiudere i porti,
avrebbe anche dovuto adottare un opportuno blocco navale per evitare ambasce di
questo tipo. E’ evidente che la Guardia Costiera non prende ordini dal governo
in carica, ma continua “nostalgicamente” a seguire la linea politica del
governo precedente silurato il 4 marzo dalla volontà popolare. Pertanto,
sarebbe legittimato il governo in carica a procedere giudizialmente contro la
Guardia Costiera per aver ignorato gli ordini precisi di Toninelli e Salvini
rispettivamente ministro delle Infrastrutture, dal quale la Guardia Costiera
dipende, e ministro degli Interni, ai quali compete vegliare sulla sicurezza
interna del paese a cominciare dalla difesa dei confini nazionali. E’
altrettanto assurda l’accusa mossa a Salvini di aver usato la questione della
nave Diciotti per far pressione sull’UE circa la redistribuzione dei migranti,
perché l’Unione Europea è già di per se colpevole nell’aver omesso di
rispettare una sfilza di trattati internazionali sulle migrazioni, a cominciare
dal trattato sui diritti fondamentali dell’uomo. I migranti sbarcati finora
sulle coste italiane sono migliaia, troppi per assicurare a tutti una
permanenza dignitosa sul territorio italiano, che per estensione territoriale e
problemi interni, non è in grado di potersi assumere altri carichi e
incombenze. Il risultato disastroso è l’abbandono dei migranti a se stessi in
balìa della criminalità autoctona, che li sfrutta e li costringe ad accettare
condizioni di vita che nessun essere umano sarebbe in grado di sopportare.
L’unica colpa del ministro Salvini è quella di operare per evitare che altri
esseri umani possano subire la stessa sorte. Ma a muovere accuse contro Salvini
ci si è messo anche Macron, strenuo difensore della politica inerte dell’UE,
che non può permettersi di dare lezioni a nessuno dati i suoi 40000
respingimenti in atto in questi giorni. Insomma, sia la magistratura italiana
che l’Unione Europea si stanno limitando ad indicare la luna guardando il dito.
CINZIA PALMACCI
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