martedì 16 luglio 2019

UN ALTRO GESUITA IN UN POSTO CHIAVE. Germán Arana. I futuri nunzi li sceglie lui.

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Ha fatto molto rumore il precedente post sul gesuita Germán Arana e i suoi cattivi consigli a Francesco, anche perché pochi sapevano dello stretto legame di amicizia e di confidenza che intercorre da tempo tra lui e il papa.

A conferma di questo legame c’è il ruolo molto delicato che padre Arana ricopre in un istituto vaticano particolarmente caro a Francesco: la Pontificia Accademia Ecclesiastica, il cenacolo di formazione dei futuri nunzi apostolici, gli ambasciatori del papa presso gli Stati.

Sono una dozzina, da tutto il mondo, i giovani sacerdoti che ogni anno sono ammessi a questa scuola d’alta diplomazia. E la loro selezione è molto severa.

Ebbene, padre Arana fa parte della ristretta commissione che approva o respinge l’ammissione di ciascun candidato.

Non appare nulla di tutto ciò nel pur voluminoso Annuario Pontificio stampato ogni anno dalla segreteria di Stato, con l’organico dettagliatissimo della curia vaticana e dell’intera Chiesa cattolica mondiale. L’ultima edizione è di questi giorni e fa i nomi, per la Pontificia Accademia Ecclesiastica, soltanto del suo cardinale “protettore”, che è Pietro Parolin in quanto segretario di Stato, e del suo attuale presidente, l’arcivescovo e nunzio apostolico Giampiero Gloder. Ma la commissione di cui Arana è membro c’è, e ne fa parte naturalmente anche Gloder, come pure l’assessore per gli affari generali della segreteria di Stato, monsignor Paolo Borgia.

L’Annuario Pontificio è curiosamente silenzioso anche sulla nuova terza sezione della segreteria di Stato da cui la Pontificia Accademia Ecclesiastica ora dipende. È stata creata lo scorso novembre e di essa l’Annuario dà solo il nome: “Terza sezione – Personale di ruolo diplomatico della Santa Sede”, senza nessun’altra specificazione. Ci è detto solo – ma in un’altra pagina – che la presiede l’arcivescovo e nunzio apostolico Jan Romeo Pawlowski, con il titolo di “delegato per le rappresentanze pontificie”.

Ciò non toglie che la creazione di questa terza sezione risponde a una precisa volontà di papa Francesco, quella di appoggiarsi, nel governo della curia romana e della Chiesa universale, sulla corporazione dei diplomatici, temporaneamente messi in ombra durante il pontificato di Benedetto XVI, quando segretario di Stato era il non diplomatico – e mediocre – cardinale Tarcisio Bertone, e oggi invece più in auge che mai, anche in ruoli estranei alle loro competenze, come nel caso dei cardinali Lorenzo Baldisseri e Beniamino Stella, promossi dall’attuale papa rispettivamente a segretario generale del sinodo dei vescovi e a prefetto della congregazione per il clero.

Jorge Mario Bergoglio conobbe e apprezzò entrambi quando essi erano in servizio come nunzi in America latina. Ed è soprattutto Stella il cardinale di curia che oggi Francesco ascolta di più. Molte nomine importanti in Vaticano, ad esempio quelle degli attuali segretario, Giacomo Morandi, e sottosegretario, Matteo Visioli, della congregazione per la dottrina della fede, sono frutto delle indicazioni da lui date al papa.

Stella fu nunzio a Cuba dal 1992 e poi, dal 1999, in Colombia. Partecipò nel 2007 alla conferenza dei vescovi latinoamericani di Aparecida, nella quale Bergoglio ebbe un ruolo preminente. E nell’ottobre dello stesso anno tornò a Roma a presiedere la Pontificia Accademia Ecclesiastica, prima d’essere fatto cardinale e prefetto della congregazione per il clero – al posto del ratzingeriano Mauro Piacenza, rimosso senza complimenti – dallo stesso Bergoglio nel frattempo divenuto papa.

E chi Stella ha avuto per molti anni come proprio segretario personale? Un diplomatico spagnolo di nome Fernando Chica Arellano, dal 2007 capufficio della sezione spagnola della segreteria di Stato e dall’anno successivo anche “assistente” di Stella alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, un ruolo prima inesistente e creato apposta per lui, con il compito di accompagnare più da vicino i futuri diplomatici nei loro anni di formazione

Dal 2015 monsignor Chica Arellano è osservatore permanente presso la FAO, l’organizzazione dell’ONU per l’alimentazione e l’agricoltura, con sede a Roma. Ma il suo legame con il cardinale Stella è sempre strettissimo. E altrettanto stretto, da tempo, è il legame d’amicizia che egli ha con il gesuita suo connazionale Arana.

L’innesto di Arana nella Pontificia Accademia Ecclesiastica ha qui la sua genesi, nel rapporto confidenziale che lo lega a Chica Arellano e al cardinale Stella, oltre che direttamente a Bergoglio.

Il quale, nel visitare lo scorso 3 maggio la Pontificia Accademia Ecclesiastica, in piazza della Minerva, a due passi dal Pantheon, conversando con superiori e alunni e fermandosi anche a cena, non ha mancato di insistere sulla formazione spirituale, oltre che diplomatica, dei futuri nunzi.

Una formazione spirituale nella quale il gesuita Arana è titolatissimo, visto il suo curriculum di direttore d’anime e grande predicatore di esercizi ignaziani, ora spezzato, però, dalla tremenda sbandata cilena, che ha portato fuori strada sia lui sia soprattutto colui che gli aveva creduto sino in fondo, il papa.

Il nuovo asse di ferro tra Francesco e Angela Merkel

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Al sesto appuntamento, si fa sempre più forte l’intesa tra il papa e la cancelliera. Dall’incontro pre-elettorale con la leader tedesca emerge il profilo di una Germania – e di un’Europa – elevate al rango di “spazio vitale” della Chiesa.

Ci sono giorni nei quali Roma, per coincidenza o “provvidenza”, diventa più eterna che in altri, alzando il sipario degli anni, recenti o remoti, e offrendo un palcoscenico al confronto tra epoche, memorie storiche, leadership politiche. La soglia di San Pietro appare allora una porta temporale: l’ingresso di una galleria dove si calca l’orma e si coglie l’ombra, gigantesca, dei protagonisti.

Accade così che il papa dei confini dell’Orbe, amante di Hölderlin e dell’idealismo tedesco, si trovi all’improvviso esecutore testamentario della eredità incompiuta, tradita di Helmut Kohl, l’ultimo imperatore d’Europa. Deve avere provato questa sensazione Angela Dorothea Merkel, sbarcando in Urbe di ritorno dal Sudamerica e schiudendo davanti a Francesco la sua ventiquattrore di emozioni e riflessioni, a metà tra il cerimoniale e il confessionale.

L’angelo e l’Angela. L’uomo più popolare secondo Time e la donna più potente secondo Forbes. Il Papa della tenerezza e la Cancelliera di ferro. La luterana monetarista e il gesuita keynesiano. La vestale del rigore finanziario e il dissacratore dei dogmi del mercato.

Combinazione di elementi aperta, suscettibile di reazioni multiple. Un esperimento che sulla carta esalterebbe qualunque laboratorio. Anzi lo inviterebbe a nozze.

A maggior ragione se la chimica risulta, diplomi alla mano, il primo amore di ambedue i protagonisti, certificato dalla Escuela Técnica del 18° Distretto di Buenos Aires e dall’Accademia delle Scienze di Berlino – Adleshof. A precedere e a prescindere dalle successive, rispettive vocazioni: religiosa e politica.

Così, al sesto appuntamento tra Francesco e Frau Merkel, la “unione di fatto” Germania-Vaticano, come la definimmo nel 2015 su queste pagine, si completa ed evolve in matrimonio. Benedetto giusto in tempo per la scadenza elettorale. Puntuale viatico e accredito preferenziale all’indirizzo dei cattolici che a settembre voteranno per il rinnovo del Bundestag e rappresentano, dati alla mano, quasi un terzo dei cittadini tedeschi.

Organico e programmatico, il feeling tra Bergoglio e la Cancelliera sfoggia un caldo, smagliante sorriso e rinvia il paragone, sul volto del pontefice, al gelo che di converso ha marcato l’analoga udienza di maggio con Donald Trump. Uno sbalzo di temperatura emotiva prontamente rilevato dai termometri mediatici, che in marzo avevano registrato altrettanta freddezza durante la visita della Merkel alla Casa Bianca.

Distanza “oceanica”, tra Berlino e Washington, che accresce ulteriormente la vicinanza con Roma e funge all’orizzonte da catalizzatore di una intesa sempre più stretta. “I tempi in cui ci potevamo affidare totalmente ad altri sono finiti”: le parole pronunciate a chiosa e chiusura del G7 disegnano lapidarie la svolta e annunciano battaglia in vista del G20 di luglio, ad Amburgo. “Vogliamo lavorare insieme in modo multilaterale, un mondo in cui non vogliamo costruire muri, bensì abbatterli”, ha ribadito ai giornalisti uscendo dal Palazzo Apostolico e ricevendo imprimatur, immediato, nelle righe della Segreteria di Stato.

S’inquadra in siffatta cornice, regale ancorché familiare, scandita da un “noi” che dice plurale maiestatis e recita, contestualmente, perfetta univocità d’intenti, la consacrazione imperiale di Angela Merkel, prescelta da Francesco nel compito audace di anti-Trump. Un gesto che insegue la scia di suggestioni millenarie, solennizzato quanto basta dalle note dei CD di Beethoven e sdrammatizzato, a un tempo, dai barattoli di “dulce de leche”, con un propiziatorio, accattivante omaggio binazionale.

L’immagine di Angela, che giunge in Vaticano all’indomani della morte di Kohl e alla vigilia della campagna d’estate, va oltre il traguardo della riconferma – peraltro scontata dopo il tracollo dei socialdemocratici nel feudo di Düsseldorf – e prelude a una più ampia investitura, concettuale e territoriale.

È questo il senso profondo dell’ammissione, e assunzione, di responsabilità che accomuna entrambi e innesta una duplice consapevolezza sulle rive del Reno e del Tevere.

Il papa che osservava l’Europa dal mare, dalle isole di Lampedusa e Lesbo, e la percorreva in ordine alfabetico, iniziando dall’Albania e dalla Bosnia, senza riguardo per i big, è oggi al contrario portato a rivalutare il baricentro tedesco, gerarchico e continentale. Verrebbe da dire l’asse Roma-Berlino, se il binomio non recasse lo stigma funesto, indelebile del passato.

Meglio parlare di Sacro Romano Impero, per descrivere l’humus e l’animus, la sorprendente alchimia che ha indotto la figlia di un pastore luterano del Baltico a riscoprirsi, suo malgrado, figlia di Roma. E ha condotto altresì “padre Bergoglio”, gesuita del Rio de la Plata, politicamente allievo di Bolivar e di Perón, a ricoprire, inopinatamente, il ruolo di padre dell’Europa.

Mentre si tiene lontano dall’Argentina, per non essere trascinato e strumentalizzato nelle locali diatribe tra governo e opposizione, Francesco non mostra viceversa remore a “ingerire” negli affari europei.

Così, se il discorso al Quirinale ha conferito un upgrade all’Italia – che sembrava fin qui marginalizzata nelle priorità della Santa Sede -, attribuendole la funzione di retroterra strategico del pontificato, dall’incontro pre-elettorale con Angela Merkel emerge il profilo di una Germania, e di una Europa, elevate al rango di “spazio vitale” della Chiesa.

Un terreno che tuttavia non si identifica con l’ambito tradizionale delle “radici cristiane”, ma si qualifica nella difesa del clima e dello stato sociale, muovendo dall’assunto, ribadito in Laudato Si’, che società e ambiente, natura e storia si degradano, e salvaguardano, insieme.

L'INGERENZA FUORI LUOGO DEI GESUITI SUGLI AFFARI TEMPORALI

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In occasione delle elezioni politiche del marzo 2018 la Civiltà Cattolica, prestigiosa rivista gesuita della Compagnia di Gesù, dava indicazioni per orientarsi in vista delle elezioni. A firmare il vademecum era Francesco Occhetta, politologo del giornale diretto da padre Antonio Spadaro, tra gli ideologi, ricorda il Fatto quotidiano, della rivoluzione di Papa Francesco in Vaticano. 


Il "consiglio disinteressato" del politologo dei gesuiti Occhetta è che l'elettore deve fare la sua scelta in base a cinque criteri. Primo: i programmi, che "non sono neutri rispetto ai valori". Secondo: affidabilità e competenza dei candidati, non solo onestà. Terzo: cultura costituzionale che deriva all'articolo 67, contro cioè il vincolo di mandato. Quarto: valutare più le (possibili) coalizioni di governo che quelle elettorali. Quinto: discernere la complessità del voto, contro le semplificazioni del gentismo (populismo). 



Ergo, i gesuiti bocciano le liste ritenute populiste (M5s, Lega e Fratelli d' Italia) e promuovono di fatto una coalizione "di coesione sociale sostenuta dall'area moderata di larghe intese, che garantirebbe anche una cultura istituzionale e più sovranità europea". Ovvero, una coalizione in cui i leader Matteo Renzi e Silvio Berlusconi siano garanti ma non protagonisti e con un Paolo Gentiloni bis più "largo" di adesso. Siamo avvertiti, ora che gli attacchi da più parti contro Salvini si sono intensificati, e possiamo farci un'idea di chi vi sia realmente dietro....

Cinzia Palmacci




VEDI ANCHE: https://verainformazionerealtime.blogspot.com/2019/05/italia-e-germania-una-nuova-legnano.html?spref=tw

https://verainformazionerealtime.blogspot.com/2019/07/il-nuovo-asse-di-ferro-tra-francesco-e.html

(PER CAPIRE L'IMPORTANZA STRATEGICA DELLA LEGA CONTRO LO STRAPOTERE DELLA GERMANIA E DELLA CHIESA GUIDATA DA FRANCESCO IL GESUITA). 


I SERVIZI DI INTELLIGENCE ANGLO-USA PREPARANO UNA CAMPAGNA DI DISINFORMAZIONE CONTRO LA CERCHIA RISTRETTA DEL PRESIDENTE PUTIN


I servizi di intelligence del Regno Unito e degli Stati Uniti sono in una fase attiva della campagna anti-russa con l’obiettivo di screditare le persone alla guida del Ministero della Difesa e della cerchia ristretta del presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto riferito da fonti di stato russe. Lo rivela una fonte diplomatica militare.

“Come parte di azioni provocatorie e malcelate, specialisti di agenzie di intelligence degli Stati Uniti e britanniche stanno prefabbricando fatti falsi sulla leadership russa”, ha detto la fonte citata.

“Come nel caso del caso dei Panama Papers, nonostante l’assurdità delle accuse, la Casa Bianca prevede di utilizzare le contraffazioni per giustificare le sanzioni. Tali azioni sono un’interferenza diretta negli affari interni della Federazione Russa, il cui obiettivo è destabilizzare il paese, indebolire il potenziale economico della Russia e formare le leve dell’influenza politica sulla sua leadership “, ha detto la fonte.

Secondo la fonte, si potevano verificare azioni aggressive nello spazio dell’informazione e le provocazioni non erano nascoste più di tanto . Il rapporto afferma che la disinformazione sarà manipolata attraverso i media controllati da fondazioni create da influenti finanzieri come George Soros e William Browder. La campagna coinvolgerà anche i media finanziati dalle autorità statunitensi. Tra gli altri, Radio Liberty e Current Time.

Va notato che la Russia affronta costantemente le falsificazioni dei media occidentali, la pressione diplomatica indebita dei media tradizionali e quella degli stati occidentali. Pertanto, nuove azioni per screditare la Russia e la sua leadership non saranno come qualcosa di inaspettato.Putin con ministro Esteri iranano Zarif e con Lavrov

Allo stesso tempo, si vuole creare una situazione favorevole per tali campagne di disinformazione, almeno in parte, sulla cerchia di Putin e dei vertici della Russia di , così come dei loro amici e delle famiglie. La linea di abbigliamento creata dal Ministero della Difesa della Russia, in collaborazione con il rapper controverso di un’azienda di abbigliamento, la Timur “Timati” di Yunusov, potrebbe essere un esempio di come creare quell’ambiente di falsificazioni.
Alle falsificazioni dell’Occidente i russi sono ormai da tempo assuefatti.

Fonte: South Front


IL DELIRIO CONTRO LA RUSSIA E' CONTAGIOSO

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Ormai, dopo la delirante storia del PD sui fondi russi alla Lega (come l'ingerenza di Putin alle presidenziali USA), l'isteria comincia a diventare davvero contagiosa. Adesso pure le ONG stanno sviluppando una paranoia: si sentono perseguitate dalla Russia. Dopo una sana risata, leggete e fatevi un'idea della pericolosità vera di certi personaggi. A proposito, anche la prossima presidente della Commissione europea Von Der Leyen e membro storico del Bilderberg, difende a spada tratta l'operato delle ONG.   
Martedì scorso il sito della ong Mediterranea - dove era in corso una raccolta fondi per pagare le multe imposte dopo il sequestro della nave Alex per aver violato le leggi italiane - non era accessibile. Caduto, per lunghe ore, pare per un attacco informatico che sarebbe avvenuto dall'estero. "Il nostro sito ha subito innumerevoli attacchi informatici da server russi che l'anno momentaneamente compromesso e che denunceremo alle autorità competenti", hanno fatto sapere dalla ONG. Figurarsi, insomma, se non tiravano in ballo i russi, proprio nel giorno del caso-Savoini. Dal sito di Liberoquotidiano si apprende che l'attacco sarebbe stato uno dei più classici, ovvero il ddos, che impedisce l'accesso al sito simulando una imponente mole di traffico. Mediterranea ha fatto sapere di star preparando un dossier informatico e Beppe Caccia, armatore della Alex, assicura che "lo porteremo in procura per denunciare. Siamo una piccola ONG, nata non da molto, e riceviamo un'attenzione di questa portata proprio mentre siamo bersaglio del governo", conclude. Insomma, dopo i deliri che sappiamo, adesso vogliono muovere guerra sparando nel mucchio. Solo che neanche loro sanno bene con chi prendersela. Viene in mente il noto gioco lo "schiaffo del soldato" dove se ne prendono di santa ragione ma non si sa mai da chi. Quasi quasi invocare la legge Basaglia resta l'unica cosa logica da fare.

Cinzia Palmacci


Difesa della vita in Ohio


Una buona notizia dall’Ohio, Stati Uniti. I parlamentari di questo Stato stanno esaminando un progetto di legge che mira ad affermare senza ambiguità che il bambino è un essere umano già nel ventre della madre. Secondo la bozza in discussione i funzionari del dipartimento di istruzione, insieme a quelli del dipartimento di sanità, dovranno sviluppare un programma educativo che riguarda l’umanità del concepito, allo scopo di ottenere una società senza più aborti. 

Il programma dovrà contenere informazioni accurate e verificabili scientificamente sulle probabili caratteristiche anatomiche e fisiologiche del concepito a diversi stadi del processo di gestazione. E’ fatto inoltre divieto ai responsabili del programma di consultare le organizzazioni che forniscono aborti. Inoltre, il progetto di legge in questione impone al dipartimento statale di sanità di rilasciare al pubblico materiale che chiaramente e coerentemente asserisca che l’aborto uccide un essere umano, e vieta agli insegnanti di inviare i loro studenti ad un presidio medico per l’esecuzione di aborti.

Il progetto di legge sta ovviamente facendo discutere, ma è dimostrato che la diffusione di informazione corretta su quando comincia la vita ha un forte impatto sul sostegno per la vita. (T. M.)

OGGI 16 LUGLIO: Beata Vergine Maria del Monte Carmelo



Il Monte Carmelo fu, fin dai tempi più remoti, assai famoso in Palestina ma oggi territorio israeliano. Su di esso infatti si ritiravano uomini di santa vita per onorarvi, ancor prima che nascesse, la Vergine Madre di Dio. Venne santificato pure da un lungo soggiorno che vi fece il profeta Elia. 

Continuarono poi sempre pii solitari a ritirarsi sul Monte Carmelo, ma quando la spada di Maometto assoggettò la Palestina, a stento alcuni riuscirono a salvarsi nascondendosi nelle spelonche. 

Verso il secolo XI, un pio sacerdote calabrese eresse sui ruderi di una cappella anteriore una chiesetta alla Vergine, ed, avendo raccolti altri compagni, ebbe dal patriarca di Gerusalemme una regola di vita. Ebbe così inizio l'ordine dei Carmelitani che fu poi approvato dai Sommi Pontefici Onorio II e Gregorio IX.

Ma la festa della Madonna del Carmine è strettamente legata al grande devoto della Vergine, S. Simone Stock. Era questi un inglese che, per onorare la Madre di Dio, si era dato ad austerissime discipline, rinnovando le mortificazioni dei primi eremiti. E quando, sul principio del xm secolo, l'Ordine Carmelitano si estese in Inghilterra, S. Simone, attratto dalla devozione che i Carmelitani professavano a Maria, volle entrare nel loro Ordinè. Accettato, chiese di vedere il Monte Carmelo, e così visitò a piedi nudi tutti i luoghi sacri della Palestina, trattenendovisi per ben sei anni. Solo Iddio è testimonio delle fervorose preghiere che il Santo fece su quel sacro suolo nelle notti silenziose!

Ed appunto in una di quelle notti gli apparve la Vergine che, consegnandogli uno scapolare, gli disse con dolcezza: Figlio, prendi il segnale del mio amore. 

E che questo sia il segnale dell'amore di Maria ce lo dice il seguente versetto, riferito allo scapolare: Protego nunc, in morte juvo, post funera salvo! —Avranno, dice Maria, la mia protezione in vita, saranno da me aiutati in morte e dopo la morte li condurrò in cielo.

S. Simone, per soddisfare il desiderio della Regina del Cielo, con grande zelo propagò questa devozione, che si estese rapidamente.

Anche i Papi si tennero onorati di appartenere alla milizia di Maria, e concessero molte indulgenze agli ascritti. Il Privilegio sabatino che godono gli ascritti all'abitino del Carmine assicura la liberazione dal Purgatorio, per intercessione di Maria, il primo sabato dopo la morte. 

La solennità della Beata Vergine del Carmine si celebra il 16 luglio, in ricordo dell'apparizione e della consegna dello scapolare a S. Simone.

Il Beniamino di Maria, l'apostolo dell'abitino del Carmine, morì proprio il 16 luglio del 1265 in età di oltre cento anni. 

PRATICA. Impariamo ad amare Maria, e portiamo sempre sul nostro corpo l'abitino del Carmine. 

PREGHIERA. O Dío, che decorasti l'ordine del Carmelo del titolo singolare della tua beatissima sempre Vergine e Madre Maria, concedi propizio che mentre oggi ne celebriamo la festa con solenne ufficio, muniti della sua protezione, meritiamo di giungere ai gaudi eterni. 

MARTIROLOGIO ROMANO. Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, dove un tempo il profeta Elia aveva ricondotto il popolo di Israele al culto del Dio vivente e si ritirarono poi degli eremiti in cerca di solitudine, istituendo un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della santa Madre di Dio.


SUPPLICA ALLA MADONNA DEL CARMINE



I. O Vergine Maria, Madre e Regina del Carmelo, in questo giorno che ricorda la tua tenerezza materna per chi piamente indossa il santo Scapolare, innalziamo le nostre preghiere e, con confidenza di figli, imploriamo il tuo patrocinio.


Tu vedi, o Vergine Santissima, quante prove temporali e spirituali ci affliggono: volgi il tuo sguardo di misericordia su tali miserie e da esse libera noi che ti invochiamo, ma liberane anche coloro che non t’invocano, perché imparino a invocarti.

Il titolo con il quale oggi ti celebriamo, richiama il luogo scelto da Dio per riconciliarsi con il suo popolo, quando questo, pentito, volle ritornare a Lui. Dal monte Carmelo, infatti, il profeta Elia innalzò la preghiera che, dopo lunga siccità, ottenne la pioggia ristoratrice, segno del perdono di Dio: la preannunciò con gioia il santo Profeta quando vide levarsi dal mare una nuvoletta bianca che in breve tempo ricoprì il cielo. In quella nuvoletta, o Vergine Immacolata, i tuoi figli Carmelitani hanno visto te, sorta purissima dal mare contaminato dell’umanità, che nel Cristo ci hai dato l’abbondanza di ogni bene e con quella visione nel cuore essi andarono e vanno nel mondo a parlare e a testimoniare te, i tuoi insegnamenti, le tue virtù.

In questo santo giorno sii per noi nuova sorgente di grazie e di benedizioni.

Salve Regina

II. Per dimostrarci più chiaramente il tuo affetto, o Madre nostra, tu riconosci come simbolo della nostra devozione filiale lo Scapolare che piamente portiamo in tuo onore e che tu consideri come tua veste e noi come segno della nostra consacrazione a te.

Vogliamo renderti grazie, o Maria, per il tuo Scapolare. Quante volte, però, ne abbiamo fatto poco conto; quante volte abbiamo trascurato quell’abito che doveva essere per noi simbolo e richiamo alle tue virtù! Ma tu perdonaci e fa’ che il tuo santo Scapolare ci sia di difesa contro i nemici dell’anima e del corpo, richiamandoci il pensiero di te e del tuo amore nel momento della tentazione e del pericolo.

O Madre nostra tutta santa, in questo giorno che ricorda la tua continua bontà verso di noi che viviamo la spiritualità del Carmelo, commossi e fiduciosi, ti ripetiamo la preghiera che da secoli ti rivolge l’Ordine a te consacrato: “Fior del Carmelo – vite fiorente – splendore del Cielo, – tu solamente sei Vergine Madre. – Dolce Madre e intemerata, – ai figli tuoi sii propizia – stella del mare”.

Questa invocazione segni l’aurora di un’era nuova di santità per tutti i popoli, per la Chiesa e per il Carmelo. Desideriamo rimanere saldi in questo nobile proposito, perché diventino realtà le parole che interessano tanto il Carmelo fin dai primi momenti della sua esistenza: “Molte volte e in molte maniere i santi Padri hanno stabilito che ciascuno deve vivere nell’ossequio di Gesù Cristo e servire fedelmente a Lui con cuore puro e buona coscienza”.

Salve Regina

III. O Maria, è grande il tuo amore per tutti i devoti del tuo Scapolare. Non contenta di aiutarli perché vivano in modo da evitare la condanna eterna, ti prendi cura di abbreviare ad essi le pene del Purgatorio, per affrettare l’ingresso in Paradiso. Questa è una grazia, o Maria, che rende più luminose tutte le altre grazie e degna di una madre misericordiosa quale tu sei.

Veramente, come Regina del Purgatorio, tu puoi mitigare le pene di quelle anime ancora lontane dalla gioia di Dio. Pietà ti prenda, dunque, o Maria, di tutti i tuoi figli che pieni di speranza aspettano di entrare in Cielo per vedere e udire ciò che occhio mai vide e orecchio d’uomo mai udì. In questo bel giorno si sveli loro la potenza della tua intercessione materna.

Noi ti supplichiamo, o Vergine, per le anime dei nostri cari e per quelle che in vita furono rivestite del tuo Scapolare e si impegnarono a portarlo con decoro, ma non vogliamo dimenticare tutte le altre che aspettano il dono della visione beata. Per tutte ottieni che, purificate dal Sangue innocente di Cristo, siano ammesse quanto prima alla felicità senza fine.

Anche noi ti preghiamo! Per gli ultimi momenti del nostro pellegrinaggio verso Cristo, perché nulla ci impedisca di accoglierlo nella sua nuova venuta. Prendici per mano e guidaci al godimento dei frutti del tuo Carmelo, giardino di delizie eterne.

Salve Regina

IV. Tante altre grazie vorremmo chiederti, o nostra dolcissima Madre! In questo giorno, che i nostri padri dedicarono alla gratitudine per te, ti supplichiamo di beneficiarci ancora. Impetraci la grazia di non macchiare con la colpa l’anima nostra. Liberaci dai mali del corpo e dello spirito, concedici le grazie d’ordine temporale che vorremmo chiederti per noi e per il nostro prossimo. Tu puoi esaudire le nostre richieste; e abbiamo fiducia che le esaudirai per l’amore che nutri verso il tuo Gesù e verso di noi, che a te siamo stati affidati come figli.

E ora benedici tutti noi, o Madre della Chiesa e Regina del Carmelo. Benedici il Sommo Pontefice che in nome di Gesù guida ai pascoli ubertosi il popolo di Dio; concedigli la gioia di trovare pronta e leale risposta ad ogni sua iniziativa a beneficio dell’uomo. Benedici il vescovi, nostri Pastori; le vocazioni sacerdotali e religiose, speranze della Chiesa; tutti i Sacerdoti. Benedici quanti soffrono a causa delle aridità dello spirito e delle prove della vita. Illumina gli animi tristi e infiamma i cuori inariditi. Sostieni quelli che zelano la tua devozione con il proporre lo Scapolare del Carmelo come richiamo a imitare le tue virtù. Benedici, infine, le anime del Purgatorio: libera con sollecitudine quelle che ti sono state devote. Benedici tutti i tuoi figli, o Madre nostra e nostra Consolatrice. Sii con noi sempre, nel pianto e nella gioia, ora e nel momento in cui il giorno terreno si spegnerà.

L’inno di ringraziamento qui incominciato si muti in canto di lode nei cieli dove tu vivi con Cristo, Re e Signore per tutti i secoli dei secoli. AMEN

Ave, o Maria.

12 Mesi Di Eventi In Regione Lazio

12 Mesi Di Eventi In Regione Lazio

Eventi Regionali Nel Lazio Divisi Per Mese

Da Martedì 01 Gennaio a Martedì 31 Dicembre 2019 - dalle ore 09:00
Lazio - Italia

12 Mesi Di  Eventi In Regione Lazio -

Eventi Regione Lazio divisi per Mese

 

Gennaio Febbraio Marzo


Aprile Maggio Giugno


Luglio Agosto Settembre


Ottobre Novembre Dicembre



La regione e tra le più attive in italia, sono centinaia le feste, le manifestazioni e fiere che durante l'anno vengono organizzate da comuni, pro loco, associazioni ed enti.
Il vasto calendario permette di trascorrere i week end con la famiglia in ogni localita' della regione.

http://www.eventiesagre.it/Eventi_Vari/21150957_12+Mesi+Di+Eventi+In+Regione+Lazio.html

FESTA DELLA MADONNA DEL CARMELO A TERRACINA. PROCESSIONE IN BARCA E FUOCHI PIROTECNICI

Festa Della Madonna Del Carmelo

La Festa Del Mare A Terracina

Da Venerdì 13 a Domenica 22 Luglio 2018 - dalle ore 18:30 
Terracina (LT) 


Festa Madonna del Carmelo a Terracina dal 13 al 22 luglio 2018.

La Festa del Mare in onore della Madonna del Carmelo. Nella terza settimana di luglio la città vive un appuntamento che è diventato negli anni un momento straordinariamente importante di fede religiosa, ma anche di cultura e tradizioni popolari: la Festa del Mare, dedicata alla Madonna del Carmelo, tutrice della locale marineria e di tutti i credenti.

La Confraternita del Carmine fu la prima e gloriosa associazione laicale della Chiesa del Santissimo Salvatore, fondata nel 1852.
Leggendo il primo statuto della Confraternita, si nota immediatamente come la carità, le funzioni sacre, soprattutto i suffragi per le anime purganti, sono i momenti spirituali, salienti e indicativi dei confratelli, nella forte tensione interiore per la salvezza dell'anima.

Nell'archivio diocesano di Terracina, nella busta 228, si conservano quattro voluminosi fascicoli contenenti documenti riguardanti la Confraternita del Carmine.
Sono per lo più elenchi di fratelli e consorelle, ricevute e mandati di pagamento, preventivi di spese per feste, verbali di riunioni o di congregazioni generali e di consiglio.
Ma anche la richiesta, che i soci fondatori, tutti residenti nel Borgo Pio, indirizzarono nell'anno 1852 al Vescovo Guglielmo Aretini Sillani, della Diocesi di Terracina, Sezze e Priverno.
La missiva fa comprendere al Vescovo, che la parrocchia di Borgo Pio aveva bisogno di organizzazione e spazio, costretta per quasi mezzo secolo a vivere dentro la piccola cappella di Santa Maria di Porto Salvo, tanto più che la popolazione, nel frattempo, era raddoppiata rispetto al primo ventennio del secolo.
La stessa lettera poneva in evidenza la fede e la devozione dei padri costituenti la Confraternita verso la Vergine del Carmelo e alle anime del Purgatorio.
Due notevoli motivi spirituali per cui nel passato, in Italia, erano sorte tante pie associazioni.
Specialmente nel sud d'Italia la devozione alla Madonna del Carmine era molto sentita e Terracina avvertiva degli influssi meridionali, soprattutto per l'immigrazione dal Regno di Napoli della gran parte delle famiglie dei pescatori che hanno sempre formato una specie di etnia, di gruppo autonomo nel quadro culturale della Città.

Il Vescovo, il 23 Aprile del 1852, approvò la richiesta della costituzione della Confraternita. Solo il 30 Maggio del 1855, però, la Confraternita ottenne l'autorizzazione ufficiale per l'uso della cappella grande a sinistra del transetto d'ingresso nella Chiesa del Salvatore: da allora la cappella assunse la denominazione di "Cappella del Carmine", dove i fratelli si riunivano per l'esercizio delle loro funzioni sacre.
La cappella sarà l'oratorio del Carmine, ma anche luogo per costruire un altare in legno, la collocazione di banchi, l'edificazione di una nicchia per la statua della Madonna.
Intanto il Comune aveva offerto all'associazione l'uso di un locale in piazza del Semicerchio come deposito degli oggetti di culto della confraternita: banchi, stendardi, lampioni, candele, dal quale fu minacciata di essere sfrattata dopo il 1870, quando cominciarono a spirare venti anticlericali anche a Terracina.

La celebrazione della Madonna del Carmine abbraccia la Festa del Mare.

Per ritornare allo statuto della Confraternita, nel capitolo secondo sono elencate le funzioni religiose, divise in due classi: le obbligatorie, cui tutti sono tenuti a partecipare; le non obbligatorie, giacché dipendenti dalla volontà dei Superiori e a richiesta dei Benefattori, per le quali si stabilivano i turni di partecipazione. Alla prima categoria appartiene la festa del Carmine, stabilita per la terza domenica di Luglio, introdotta dal canto del "Te Deum" e preceduta da un settenario per commemorare le sette allegrezze della Madonna: in sostanza i misteri gaudiosi e gloriosi del S. Rosario. La festa del Carmine, come festa del quartiere della Marina, ha sempre avuto un rapporto culturale con il mare, ma quando all'inizio del secolo scorso la Madonna del Carmine è stata eletta patrona dei pescatori, questo rapporto è divenuto esplicito. Si deve però ricordare che San Rocco è il compatrono dei pescatori, e solo negli anni '50 questa seconda festa della confraternita venne "fusa" con la festa del Carmine, per questo oggi San Rocco è portato in processione con la Madonna. Questa fu certamente una soluzione di ripiego, dettata soprattutto da ragioni economiche. Non è certo quando fu istituita nella parrocchia del Salvatore la festa di San Rocco, ma con molta probabilità ciò avvenne agli inizi del secolo scorso, difatti si trova menzionata per la prima volta nel secondo statuto della confraternita, redatto nel 1910. Un contributo notevole alla devozione verso il Santo degli appestati fu dato dai "Terellani", gli immigrati a Terracina dalle montagne di Cassino.

La Vergine solca il mare alla guida della marineria terracinese.

La processione a mare fu istituita nel 1938 dal parroco Mons. Di Manno, il quale ritornando a Terracina dal Congresso eucaristico internazionale di Budapest, era rimasto entusiasta della processione sul fiume Danubio.
Da questa sua impressione nacque il desiderio di compiere la processione a mare, quando si compose una buona flotta peschereccia, e ciò avvenne verso la fine degli anni '30, fu possibile organizzare una manifestazione religiosa a mare, che peraltro fu subito interrotta dallo scoppio della guerra e le paranze di Terracina furono requisite e utilizzate come dragamine e purtroppo affondate in Tunisia.

Oggi la processione a mare è diventata una tradizione caratteristica, il punto centrale di tutta la festa, alla quale partecipano o come attori o come spettatori migliaia di persone.
La processione conferisce alla festa un tono profondamente turistico.
Vi partecipano non meno di trenta imbarcazioni pavesate a festa; la navigazione nel golfo copre quattro o cinque miglia e la processione rientra in porto dopo due ore circa di navigazione, a notte inoltrata, tra la fantasmagoria dei fuochi d'artificio che si specchiano nel mare e dell'illuminazione della Marina.
Rispetto all'antica processione a terra è caduto un particolare: nei vari punti del quartiere della Marina il parroco benediceva il mare con la reliquia, mentre i portatori alzavano per tre volte la macchina con la statua della Madonna.
Ora è la Vergine stessa che per due ore solca il mare.

La tradizione dei giochi popolari custodita nell’archivio diocesano.

Rispetto al passato la Festa del Mare ha perso per strada diversi momenti caratterizzanti la fase ludica.
Nell'archivio diocesano sono ancora oggi rintracciabili manifesti o stampati che testimoniano i programmi riguardanti le feste del Carmine del secolo passato.
L'estrazione della tombola, che precedeva nel primo pomeriggio il concerto bandistico, era un momento divertente non solo per le possibili vincite, ma soprattutto per il quadro folkloristico in cui si svolgeva.
Sul palco allestito dal Comune, c'era un grande quadro con i numeri che erano girati con una mazza da un addetto, dopo che lo speaker a squarciagola li aveva urlati alla folla.
Anticamente lo spettacolo dei fuochi d'artificio era più romantico e familiare. Erano sparati nella piazza della Marina, dove i fuochisti badavano a piantare i pali delle girandole e delle granate aeree.
La variazione del posto per l'accensione dei fuochi artificiali dalla piazza della Marina alla punta del Porto si rese necessaria per motivi di sicurezza e per l'asfaltatura della piazza e della Via Appia agli inizi del 1930. La corsa dei cavalli o carriera era una gara molto antica a Terracina.

Già alla fine del settecento la carriera dei cavalli era effettuata, per esempio, nella festa del Salvatore, la cui immagine è venerata, in tono minore, nella chiesa dell'Istituto "G. Antonelli".
L'ambiente offriva le possibilità per lo svolgimento di questo palio di Terracina.
Il chilometro di rettifilo cittadino, ultimo tratto della "fettuccia" di Terracina, costituiva una specie di pista naturale, da ippodromo, per una simile competizione, la strada era bianca.
Il Comune disponeva a transennare tutta Via Roma con robuste corde dietro le quali si assiepavano gli spettatori.

I cavalli partivano dal ponte del Salvatore, mentre almeno due trombettieri scaglionati lungo il percorso avvertivano la gente dell'arrivo dei cavalli, che terminavano la loro corsa nella piazza della Marina.
Di solito si correvano tre corse: le prime due manche erano a eliminazione, la terza decretava il vincitore.

Oltre alla corsa dei cavalli la cuccagna a mare stimolava la fantasia e il desiderio dei ragazzi.
Un palo orizzontale di sette-otto metri era piazzato sulla prora di uno dei grossi barconi da trasporto, era spalmato di grasso e su di esso, come equilibristi, dovevano camminare i concorrenti per prendere la bandiera rossa posta alla punta del palo.

La corsa delle barche e la caccia alle oche, conclude la panoramica delle attività ludiche delle vecchie feste del mare.
Il percorso della gara a due o più vogatori si spingeva dall'antico Ufficio doganale del porto fino all'altezza degli scogli dell'acqua Magnesia.
Mezzo miglio marino da percorrere andata e ritorno.
A questa gara, di solito, era abbinata quella della caccia alle oche, lanciate in acqua nello specchio antistante al molo gregoriano.
Non era facile per i nuotatori catturarle. Non di raro le oche andavano a finire oltre il molo Gregoriano o negli anfratti più reconditi degli scogli circostanti.


Everardo Longarini

PREGHIERE E LITURGIA DEL GIORNO


PREGHIERE DEL GIORNO
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Martedì 16 Luglio 2019
  
  


DEVOZIONI DEL GIORNO



 Mese di Luglio dedicato al PREZIOSISSIMO SANGUE

  SANTO ROSARIO  da recitare on-line 


  VANGELI 





LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Es 2,1-15
Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi. La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. La sorella del bambino si pose a osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto.
Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. L’aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva. Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei». La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?». «Va’», rispose la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario». La donna prese il bambino e lo allattò.
Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l’ho tratto dalle acque!».
Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno, colpì a morte l’Egiziano e lo sotterrò nella sabbia.
Il giorno dopo uscì di nuovo e vide due Ebrei che litigavano; disse a quello che aveva torto: «Perché percuoti il tuo fratello?». Quegli rispose: «Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di potermi uccidere, come hai ucciso l’Egiziano?». Allora Mosè ebbe paura e pensò: «Certamente la cosa si è risaputa».
Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian.


  SALMO  

Sal 68
Voi che cercate Dio, fatevi coraggio.

Affondo in un abisso di fango,
non ho nessun sostegno;
sono caduto in acque profonde
e la corrente mi travolge.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.

Io sono povero e sofferente:
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento.

Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.


 VANGELO 

Mt 11,20-24
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».