martedì 16 luglio 2019

UN ALTRO GESUITA IN UN POSTO CHIAVE. Germán Arana. I futuri nunzi li sceglie lui.

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Ha fatto molto rumore il precedente post sul gesuita Germán Arana e i suoi cattivi consigli a Francesco, anche perché pochi sapevano dello stretto legame di amicizia e di confidenza che intercorre da tempo tra lui e il papa.

A conferma di questo legame c’è il ruolo molto delicato che padre Arana ricopre in un istituto vaticano particolarmente caro a Francesco: la Pontificia Accademia Ecclesiastica, il cenacolo di formazione dei futuri nunzi apostolici, gli ambasciatori del papa presso gli Stati.

Sono una dozzina, da tutto il mondo, i giovani sacerdoti che ogni anno sono ammessi a questa scuola d’alta diplomazia. E la loro selezione è molto severa.

Ebbene, padre Arana fa parte della ristretta commissione che approva o respinge l’ammissione di ciascun candidato.

Non appare nulla di tutto ciò nel pur voluminoso Annuario Pontificio stampato ogni anno dalla segreteria di Stato, con l’organico dettagliatissimo della curia vaticana e dell’intera Chiesa cattolica mondiale. L’ultima edizione è di questi giorni e fa i nomi, per la Pontificia Accademia Ecclesiastica, soltanto del suo cardinale “protettore”, che è Pietro Parolin in quanto segretario di Stato, e del suo attuale presidente, l’arcivescovo e nunzio apostolico Giampiero Gloder. Ma la commissione di cui Arana è membro c’è, e ne fa parte naturalmente anche Gloder, come pure l’assessore per gli affari generali della segreteria di Stato, monsignor Paolo Borgia.

L’Annuario Pontificio è curiosamente silenzioso anche sulla nuova terza sezione della segreteria di Stato da cui la Pontificia Accademia Ecclesiastica ora dipende. È stata creata lo scorso novembre e di essa l’Annuario dà solo il nome: “Terza sezione – Personale di ruolo diplomatico della Santa Sede”, senza nessun’altra specificazione. Ci è detto solo – ma in un’altra pagina – che la presiede l’arcivescovo e nunzio apostolico Jan Romeo Pawlowski, con il titolo di “delegato per le rappresentanze pontificie”.

Ciò non toglie che la creazione di questa terza sezione risponde a una precisa volontà di papa Francesco, quella di appoggiarsi, nel governo della curia romana e della Chiesa universale, sulla corporazione dei diplomatici, temporaneamente messi in ombra durante il pontificato di Benedetto XVI, quando segretario di Stato era il non diplomatico – e mediocre – cardinale Tarcisio Bertone, e oggi invece più in auge che mai, anche in ruoli estranei alle loro competenze, come nel caso dei cardinali Lorenzo Baldisseri e Beniamino Stella, promossi dall’attuale papa rispettivamente a segretario generale del sinodo dei vescovi e a prefetto della congregazione per il clero.

Jorge Mario Bergoglio conobbe e apprezzò entrambi quando essi erano in servizio come nunzi in America latina. Ed è soprattutto Stella il cardinale di curia che oggi Francesco ascolta di più. Molte nomine importanti in Vaticano, ad esempio quelle degli attuali segretario, Giacomo Morandi, e sottosegretario, Matteo Visioli, della congregazione per la dottrina della fede, sono frutto delle indicazioni da lui date al papa.

Stella fu nunzio a Cuba dal 1992 e poi, dal 1999, in Colombia. Partecipò nel 2007 alla conferenza dei vescovi latinoamericani di Aparecida, nella quale Bergoglio ebbe un ruolo preminente. E nell’ottobre dello stesso anno tornò a Roma a presiedere la Pontificia Accademia Ecclesiastica, prima d’essere fatto cardinale e prefetto della congregazione per il clero – al posto del ratzingeriano Mauro Piacenza, rimosso senza complimenti – dallo stesso Bergoglio nel frattempo divenuto papa.

E chi Stella ha avuto per molti anni come proprio segretario personale? Un diplomatico spagnolo di nome Fernando Chica Arellano, dal 2007 capufficio della sezione spagnola della segreteria di Stato e dall’anno successivo anche “assistente” di Stella alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, un ruolo prima inesistente e creato apposta per lui, con il compito di accompagnare più da vicino i futuri diplomatici nei loro anni di formazione

Dal 2015 monsignor Chica Arellano è osservatore permanente presso la FAO, l’organizzazione dell’ONU per l’alimentazione e l’agricoltura, con sede a Roma. Ma il suo legame con il cardinale Stella è sempre strettissimo. E altrettanto stretto, da tempo, è il legame d’amicizia che egli ha con il gesuita suo connazionale Arana.

L’innesto di Arana nella Pontificia Accademia Ecclesiastica ha qui la sua genesi, nel rapporto confidenziale che lo lega a Chica Arellano e al cardinale Stella, oltre che direttamente a Bergoglio.

Il quale, nel visitare lo scorso 3 maggio la Pontificia Accademia Ecclesiastica, in piazza della Minerva, a due passi dal Pantheon, conversando con superiori e alunni e fermandosi anche a cena, non ha mancato di insistere sulla formazione spirituale, oltre che diplomatica, dei futuri nunzi.

Una formazione spirituale nella quale il gesuita Arana è titolatissimo, visto il suo curriculum di direttore d’anime e grande predicatore di esercizi ignaziani, ora spezzato, però, dalla tremenda sbandata cilena, che ha portato fuori strada sia lui sia soprattutto colui che gli aveva creduto sino in fondo, il papa.

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