lunedì 28 gennaio 2019

T-72, la bestia corazzata russa che difende Nicaragua e Venezuela

Dal momento che il T-72 iniziò ad essere prodotto in serie nel 1974, Uralvagonzavod ne ha prodotto 20544 unità fino ad oggi. La produzione di questi carri armati fu autorizzata anche in Jugoslavia, Polonia, Cecoslovacchia e India. È uno dei carri armati in servizio più prodotti al mondo, dopo il T-34. In America Latina, è utilizzato da due Paesi.
Venezuela
A metà aprile 2012, la Russia completò la consegna in Venezuela di 92 carri armati T-72B1 contratti nel 2009, così come dei veicoli corazzati BMP-3M e BTR-80. Gli equipaggi dei corazzati venezuelani ricevettero nel 2010, a Omsk, un corso sui sistemi T-72 nell’ambito di un programma di scambio militare. I carri armati venezuelani parteciparono ai famosi campionati mondiali Tank Biathlon (dal 2014, quando si svolsero nella regione di Mosca), insieme ad equipaggi provenienti da Angola, Armenia, Bielorussia, India, Kazakistan e Kirghizistan. Questo arsenale richiede manutenzione costante, effettuata da esperti russi in Patria o che visitano il Paese latinoamericano.
Nicaragua
Il volume totale dei mezzi russi acquisiti dal governo di Daniel Ortega era di 50 T-72B1, modernizzate nella fabbrica di riparazione dei blindati di Strelna, presso San Pietroburgo, prima di essere inviate nel Paese centroamericano. Conosciuto come “Aquila Bianca”, è dotato di un sistema di controllo di tiro diurno/notturno e di una per visione panoramica diurna / notturna, denominato “Occhio di Falco”. Inoltre, i carri armati hanno un dispositivo per il tracciamento automatico dei bersagli, sistema di navigazione e protezione contro munizioni cinetiche. Forse nell’acquisizione di queste unità in qualche modo influenzò la buona impressione che i carri armati del Nicaragua diedero durante la manifestazione Tank Biathlon del 2015. Due anni fa, la notizia della presenza di questi potenti corazzati in Nicaragua destò la curiosità degli Stati Uniti, facendo sì che l’ambasciatrice statunitense a Managua, Laura F. Dogu, chiedesse al governo del Nicaragua le ragioni per cui aveva acquisito i T-72 .
Traduzione di Alessandro

Terza Guerra Mondiale: la profezia di Irlmaier e la fine dell’Europa

IL FUTURO DELL'EUROPA IN QUESTE PROFEZIE CHE SI STANNO AVVERANDO?



Profezia Irlmaier terza guerra mondiale europa

Tre armate russe piomberanno sull’Europa e la distruggeranno. Così narra la profezia di un curioso contadino bavarese a metà del secolo scorso. I suoi ammonimenti riecheggiano nei nostri tribolati tempi più che mai.

Cercare di risalire alla vera profezia di Alois Irlmaier (1894-1959), il contadino che visse a Freisslassing in Baviera, è difficile. Bisogna (soprattutto non sapendo il tedesco) affidarsi a traduzioni e resoconti su discutibili pubblicazioni e siti che non si sa come definire (“profetistici”?) dove alcune frasi del contadino bavarese sono messe a confortare quartine di Nostradamus, profezie della Madonna di Anguera, visioni di Hezra e di Rasputin, che temo siano “entità” evocate in sedute spiritiche; difficile, in quei guazzabuglio, sceverare le sue frasi reali.

Oltre che fare il contadino, Alois aiutava i compaesani come rabdomante, e dopo la seconda guerra mondiale molti chiesero le sue doti di chiaroveggenza per ritrovare familiari che la tragedia aveva disperso. Nel 1947 fu denunciato per esercizio abusivo della ciarlataneria; egli disse al giudice distrettuale di Salzachper alcuni particolari della sua vita che solo il giudice poteva sapere, e fu non solo assolto, ma ebbe un attestato giudiziario delle sue capacità. L’attestato di profetitudine.


Era una persona semplice, cattolico praticante. Previde la data della propria morte, nel 1959: “Sono lieto di andarmene adesso – disse – perché non dovrò provare quello che ho visto”.

La tomba di Irlmaier

Ciò che vide, era la terza guerra mondiale, con eserciti corazzati russi che filano verso Roma, ed occupano la Germania fino al Reno, e l’uso di armi orribili e potentissime, che faranno stragi inenarrabili. Il collasso dell’URSS pareva aver tolto ogni credibilità a queste previsioni. Ma ora la Russia ha la guerra nella “sua” Ucraina, è provocata in tutti i modi dai sistemi missilistici americani, la NATO – alleanza militare – avanza sotto i suoi confini storici; dovunque l’impero americano abusa della sua condizione di unica superpotenza rimasta.

Irlmaier fu colpito dalla rapidità con cui, nella sua visione, si passerà dalla pace alla guerra:

“Tutti invocano pace, Shalom! E allora avverrà – una nuova guerra in Medio Oriente divampa improvvisa, grosse forze navali fronteggiano ostilità nel Mediterraneo; la situazione è tesa”. Ma la scintilla vera scoppierà nei Balcani: “Vedo ‘uno grosso’ cadere, un pugnale insanguinato giace dietro di lui”- È un attentato ad un leader politico: “Due uomini ammazzano un terzo di alto rango. Sono pagati da altri. Uno degli assassini è un piccolo uomo nero, l’altro un po’ più alto coi capelli colorati”.

Apparentemente sono tre gli assassini politici, che avvengono o nello stesso luogo o in rapida successione.

“Dopo l’omicidio del terzo comincia, immediatamente. Vedo abbastanza chiaramente tre numeri due otto e un nove. Ma non so cosa significano, e non posso dire una data.

La guerra comincia all’alba (o all’Oriente?) e avanza molto rapidamente. I bavaresi siedono a giocare a carte al Wirthaus, e i soldati stranieri occhieggeranno dalle finestre e dalle porte. Una nerissima colonna viene da Est. Tutto molto rapido.


“Dalla Città d’Oro muove fuori (l’ovvia deduzione, da Praga)...Unità ammassate marciano da Belgrado e avanzano verso l’Italia. Poi tre cunei blindati avanzano immediatamente con la velocità del lampo nel Nord del Danubio sopra la Germania occidentale verso il Reno – senza preallarme. Sarà così inatteso che la popolazione fuggirà nel panico ad occidente. Troppe auto bloccano le strade – magari fossero rimasti a casa o non avessero preso le vie principali. Tutto ciò che è d’ostacolo ai carri armati sulle autostrade verrà schiacciato…Non vedo più ponti sul Danubio sopra Regensburg. La grande città di Francoforte, non rimane quasi niente. La valle del Reno sarà devastata, per lo più dal cielo.


“…i russi non si fermano da nessuna parte mentre corrono in questi tre cunei. Corrono giorno e notte per raggiungere il distretto della Ruhr, dove sono molte fornaci e fuochi. Giorno e notte corrono i russi.

“Immediatamente la vendetta viene dal di là della grande acqua. Anche se il drago giallo invade Alaska e Canada allo stesso tempo. Ma non va lontano.

L’uso di armi di distruzione di massa

E poi piove polvere gialla in una linea. Quando la città d’oro è distrutta, comincia. Come una linea gialla va su alla città nella baia. Sarà una notte chiara, quando cominciano a gettarla, I carri armati stanno ancora avanzando, ma quelli che siedono in quei carri diventano come neri. Dove cade, tutto diventa morto; nessun albero, nessun cespuglio, niente erba, tutto appassisce e annerisce. Le case esistono ancora. Io non so cos’è. Chi passa sopra questa linea, muore. Tutto nelle tre punte avanzanti si scompone. Nessuno tornerà più a casa”. Dal cielo: “I piloti lanciano le piccole scatole nere. Esplodono prima di toccare il suolo e spargono un fumo giallo o nero. Ciò che viene in contatto con questo diventa morto, sia umano, animale o pianta. Per un anno a nessun organismo è consentito entrare nella zona, altrimenti si esporrà al più grande pericolo mortale. Queste scatole sono sataniche….gli umani diventano neri e la carne si stacca dalle ossa. Nessuno di queste tre armate tornerà più a casa”:

Qualcosa avviene a una “Isola superba”, in cui si vuol riconoscere l’Inghilterra.

“Vedo qualcuno che vola, venendo dell’Est, che lancia qualcosa nella grande acqua, così che avviene qualcosa di strano. L’acqua si alza da sé come una torre e ricade, allora tutto è inondato. C’è un terremoto e metà della grande isola affonderà (…) I paesi vicino al mare sono in grave pericolo, il mare è molto inquieto, le onde diventano alte come una casa; spumeggia come se fosse bollito dal sottosuolo. Le isole scompaiono e il clima cambia”.

“Vedo una mezza luna che vuole divorare tutto”.

Una rivoluzione scoppia in Francia? (gilet gialli?) “La grande città con l’alta torre di ferro è in fiamme, ma questo è stato fatto dalla propria gente, non da quelli che sono venuti dall’est. Posso vedere esattamente che la città è rasa al suolo e anche in Italia sta andando selvaggiamente”.

Ma anche “In den USA kommt es zu Aufständen” (negli USA si arriva alle rivolte).

Cattolico praticante, Irlmeier vede un Pontefice in fuga da Roma:

“Nel “paese a stivale” scoppia una rivoluzione in cui uccidono il clero, vedo dei preti dai capelli bianchi giacere morti a terra. Dietro il Papa c’è un pugnale insanguinato, ma penso che scampa vestito in una cappa di pellegrino”.

La gente sarà mossa da odio per la Chiesa e il clero (un odio che monsignor Galantino fa’ del suo meglio, oggi, per accendere)

La guerra “Non durerà molto”.

Ma prima, avverranno tre giorni di buio. Vari veggenti, credibili o meno, hanno previsto lo stesso misterioso evento. E’ interpretabile come una metafora: i “tre giorni di buio” possono evocare una interruzione del sacramento eucaristico. Ma Irlmaier è molto concreto:

“Durante la guerra verrà il grande buio, che durerà 72 ore. Diverrà buio di giorno…un colpo grandinante, consistente in lampo e tuono, e un sisma fa’ vibrare la terra. Vi prego di non uscire di casa in quel tempo. Le luci non si accendono, solo luce di candela, non c’è corrente. (…) Ogni fonte di acqua esposta sarà avvelenata ed anche tutto il cibo esposto che non è sigillato. Anche cibi che sono in vasi di vetro saranno contaminati. Fuori la morte invade le strade, molte creature umane moriranno.

“Chi respira la polvere, ha un crampo e muore. Non aprite le finestre, coprite completamente di carta nera. Fuori la morte da polvere va’ in giro, non guardate fuori dalle finestre e tenete accese le candele. E pregate. Da un giorno all’altro moriranno più uomini che nelle due guerre mondiali di prima”:

La guerra volge alla fine (“Non durerà molto”). In Russia accade qualcosa come una guerra civile: “I grandi fra i capi del partito si suicidano e nel sangue la grande colpa è lavata via. Vedo una massa rossa, mescolata con facce gialle, c’è una rivolta generale e un'uccisione orribile”.

La Pace

L’immane sciagura induce ad una rinascita religiosa. “La croce viene di nuovo onorata”. I russi "cantano la canzone di Pasqua e bruciano candele davanti a immagini sacre. Per le preghiere della cristianità il mostro dell’inferno muore; anche i giovani credono di nuovo nell’intercessione della Madre di Dio".

Ci sarà “un modo diverso” di credere: “La gente è timorata di Dio in modo diverso. Le leggi, che portano morte ai bambini, vengono invalidate”. (vaccini obbligatori?)

Si instaura un ordine politico nuovo – e molto antico.

“Un imperatore sarà incoronato dal Papa fuggitivo”. Il Papa infatti “che non era fuggito attraverso l’acqua per lungo tempo, tornerà. Quando i fiori cominceranno a fiorire nei campi, il Papa tornerà a farà lutto per i fratelli assassinati”.

“Un buon tempo. Vedo tre corone lampeggiare, un vecchio scarno sarà il nostro re. Anche la antichissima corona del Sud sarà di nuovo in onore”. Dopo questi eventi, “viene un lungo tempo felice. Quelli che saranno sopravvissuti si rallegreranno e stimeranno fortunati. Ma devono cominciare laddove han cominciato i loro nonni”.

Gli avvertimenti prima della Terza Guerra Mondiale

Farà molto caldo, le arance matureranno in Baviera. I contadini bavaresi potranno mietere in marzo.

Uno dei segni premonitori di questa guerra sarà, infatti, il gran caldo. La montagna Watzmann (presso Berchtesgaden, che Irlmaier aveva davanti agli occhi tutti i giorni) era ai suoi tempi innevata anche d’estate: quando non ci sarà più neve sul Walzman comincerà. “A gennaio le zanzare balleranno” (!). I fiumi avranno così poca acqua che si potranno guadare camminando.

Quando visse Irlmeier, il pericolo veniva dall’Unione Sovietica. Apparentemente, le sue visioni hanno qualcosa di una guerra dell’epoca, e qualcosa di fantascientifico, come se due periodi si sovrapponessero. Il veggente disse che aveva rimandato la terza guerra mondiale alla dichiarazione, da parte di Pio XII, del dogma dell’Assunzione di Maria al cielo, nel novembre 1950. Poco prima che morisse, gli fu chiesto se non era il caso di correggere le sue profezie. Rispose che no, non era cambiato niente.

Che dire? Fra le molte altre profezie attribuite al contadino bavarese, ce ne sono di pittoresche: “La gente parlerà avvicinandosi alla scatola Zuban, per giocarci”. La Zuban era una fabbrica di sigarette di Monaco; un pacchetto di sigarette dentro cui parlare...e giocare, somiglia un pochino allo smartphone. Un vicino gli chiese il parere sul D-mark, che entrò in vigore nel 1948. Andremo bene con questa moneta? Questa va bene, rispose Irlmaier; è con quella che verrà dopo che dovrete stare attenti. (euro?)
In sunto, ecco quelli che Irlmaier avvertiva come segni premonitori, con speciale riguardo alla Germania:

1. In primo luogo, una prosperità mai vista

2. Poi, un’apostasia come mai vista prima.

3. Poi una corruzione morale come non mai (Quasi tutti i governi saranno governati da Satana) .

4. Poi arrivano un gran numero di stranieri nel paese.

5. C’è una grande inflazione. Il denaro perderà sempre più valore.

Come abbiamo visto, tra i segni che Irlmaier indicavano la guerra vicina, registrò il cambiamento del clima, il grande caldo in Baviera.

DIREI CHE CI SIAMO QUASI!



I militari russi svelano un nuovo bombardiere invisibile

Le prime immagini emergono sul nuovo bombardiere stealth senza equipaggio russo schierato in Siberia, in ciò che sembra essere di gran lunga il più considerevole investimento del Paese su un velivolo da combattimento senza pilota avanzato. Denominato Okhotnik, l’aviogetto stealth è stato realizzato dall’ufficio progettazione Sukhoi, anche responsabile dello sviluppo del primo caccia stealth del Paese, Su-57. Il grande nuovo velivolo vedrà i primi test nell’estate del 2019, e il suo dispiegamento da parte dell’esercito russo è destinato ad avere notevoli implicazioni per le capacità di attacco del Paese. Si prevede che l’Okhotnik svolga un ruolo di bombardamento tattico a corto e medio raggio, complementare al ruolo strategico a lungo raggio del nuovo bombardiere stealth PAK-DA. Il bombardiere si avvale di un modello ad ala volante simile a quello del Spada Affilata cinese svelato nel 2018. Il progetto è similare alle piattaforme più leggere schierate dall’Iran e basate sul drone da ricognizione degli USA RQ-170 catturato dalla Repubblica Islamica nel 2011. Le capacità dell’Okhotnik e l’ambizioso ruolo avanzato cui sembra destinato sono in netto contrasto coi precedenti progetti di UAV da combattimento russi, visto che le capacità del Korsar appaiono ben lungi da quelli dei droni di Cina e Stati Uniti. Gli analisti occidentali ipotizzavano che il nuovo drone russo sarà probabilmente più potente di qualsiasi altra piattaforma occidentale attualmente in servizio, cogli Stati Uniti che effettuavano relativamente pochi investimenti nelle capacità furtive dei propri droni da combattimento.
Sembra che l’Okhotnik sia progettato per penetrare nello spazio aereo nemico per colpire i principali siti tattici dietro le linee nemiche: obiettivi NATO in Europa o infrastrutture militari degli Stati Uniti nell’Artico, Corea del Sud o Giappone. Anche lo sviluppo della capacità antinave rimane una possibilità considerevole, col profilo furtivo del drone che ridurrebbe considerevolmente il tempo di allarme per le navi da guerra nemiche attaccate. Investire nella capacità stealth avanzata per droni senza pilota, sembra essere un mezzo potenzialmente molto più economico di acquisire una capacità di penetrazione avanzata rispetto a un bombardiere stealth pesante e con equipaggio, come lo statunitense B-2 Spirit, piattaforma che costa oltre 2 miliardi di diollari per velivolo. L’uso di velivoli senza pilota per missioni ad alto rischio li rende anche sacrificabili, riducendo notevolmente il rischio di dispiegare aerei da combattimento nello spazio aereo nemico. Se gli Okhotnik entreranno in servizio in prima linea nel prossimo futuro, la Russia schiererà avanzati aerei da combattimento di cui la NATO manca completamente portando probabilmente il blocco occidentale a cercare di sviluppare un analogo proprio. Il drone da combattimento Predator statunitensi, sebbene formidabile non ha la velocità e la capacità di sopravvivenza necessarie per penetrare nello spazio aereo nemico ben difeso che hanno le piattaforme stealth. Da parte sua, gli Stati Uniti sono molto probabilmente in grado di sviluppare una piattaforma simile, cogli UAV da combattimento invisibili come l’RQ-170, in servizio da oltre un decennio. L’obiettivo antiterroristico e di ricognizione del programma dei droni negli Stati Uniti ha significato che tali piattaforme progettate per il conflitto contro avversari vicini, dovranno integrare funzionalità avanzate come l’Okhotnik, ma che devono ancora essere sviluppate.
Traduzione di Alessandro Lattanzio

L'ASSE PARIGI-BERLINO SI RIVELA PERICOLOSO PER LA POSIZIONE ITALIANA

E' NATO UN NUOVO STATO DAL PATTO DI AQUISGRANA: LA FRAMANIA (FRANCIA/GERMANIA) ALTRO CHE UNIONE EUROPEA! CONTINUANDO A STARE NELL'UE DELLA FRAMANIA L'ITALIA RISCHIA DI PERDERE AUTOREVOLEZZA AGLI OCCHI DEI PAESI EMERGENTI QUALI CINA E RUSSIA, E COME AGO DELLA BILANCIA IN EUROPA, IL PATTO DI AQUISGRANA MIRA PROPRIO A INDEBOLIRE L'ITALIA PER LA SUA POSIZIONE IMPORTANTE


[sette+] Il Patto di Aquisgrana, la guerra civile in Venezuela e i Savi di Sion




Giulietto Chiesa: l'asse Berlino-Parigi cambia le carte in tavola





ESCLUSIVO! NOTIZIE CENSURATE DAI MEDIA




Ponte Morandi, la perizia svizzera: non fu la rottura degli stralli a causare il crollo

Ponte Morandi, la perizia svizzera: non fu la rottura degli stralli a causare il crollo

Quindi il ponte non ha ceduto affatto… e noi saremo i complottisti? 

La Procura di Genova ha il filmato originale del crollo che però crollo non è pertanto non lo farà mai vedere a nessuno e chi ha sempre sostenuto la demolizione viene definito dispregiativamente complottista? Ma allora chi invece nasconde la verità cos’è? Complice, criminale, o peggio?
Personalmente ho cercato di raccogliere qualche video sull’argomento in calce all’articolo “Ponte "Morandi": l’11 settembre tutto italiano?” e i filmati di Rosario Marcianò sono tra i più “incisivi”.

(da Marcello Salas https://plus.google.com/u/0/)


All'epoca dell'abbattimento del ponte Morandi affermai che il "cedimento degli stralli non era la causa da imputare al crollo della struttura genovese". Ora i tecnici svizzeri, smontando le baggianate del Governo pentastellato, confermano quanto da me asserito nelle settimane successive all'inside job del 14 agosto 2018. Infatti, gli esperti elvetici affermano: "Gli stralli si sono rotti dove non erano corrosi, quindi le cause del crollo vanno cercate altrove". In effetti, prove alla mano, il viadotto Morandi crollò ben quattro minuti dopo il dichiarato ed il Procuratore Capo della Procura di Genova, Dott. Cozzi, si è ben guardato dal rendere pubblico il filmato del crollo che, aveva spiegato, non poteva essere mostrato per non influenzare i testimoni. I testimoni sono stati ascoltati, ma il video è rimasto chiuso in un cassetto. Insomma... è tutto passato in cavalleria, come prevedibile, e le vere cause del crollo (esplosivo? Armi esotiche?) non saranno mai comunicate agli ignari ed ingenui cittadini.



Clamoroso! Il ponte Morandi era intatto ben oltre le 11:36:33! :



Libia, le carte di Hillary Clinton: "La Francia distrusse l'Italia"

La guerra di Libia - un'altra - cent'anni dopo. Correva l'anno 2011, i dodici mesi che cambiarono il mondo ma soprattutto la storia d'Italia.




Eravamo ormai abituati a ricordarlo come l'anno della caduta del governo Berlusconi IV e dell'arrivo dell'ultra-europeista Mario Monti a Palazzo Chigi dopo mesi di attacchi politici e finanziari (non senza speculazioni assai poco trasparenti).

Tutti ricordiamo gli insopportabili risolini di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy al Consiglio Europeo del 23 ottobre 2011. Ebbene, ora su quei giorni cruciali potremmo apprendere qualcos'altro. Se possibile, qualcosa di ancora più inquietante.

Come ha rilevato Scenarieconomici, spulciando fra le mail dell'allora Segretario di Stato Usa Hillary Clinton si scopre che l'attacco internazionale che portò alla caduta del regime di Muhammar Gheddafi e all'uccisione del Colonnello venne lanciato solo ed esclusivamente per rispondere a precisi interessi geostrategici francesi, con l'avallo statunitense. A tutto detrimento degli interessi italiani.

Certo, sapevamo già che la guerra voluta da Sarkozy era un mezzo per estromettere il nostro Paese dal controllo del petrolio libico, ma vederlo scritto nero su bianco resta comunque impressionante.

E allora vediamo cosa contengono, quelle mail famigerate. Il 2 aprile del 2011 l'attuale candidata democratica alla Casa Bianca riceveva un messaggio dal suo consigliere per il Medio Oriente Sidney Bluementhaldai toni assai espliciti. Da quelle righe emerge infatti che il presidente francese dell'epoca, Sarkozy, ha finanziato e aiutato in ogni modo le fazioni anti gheddafiane con denaro, armi e addestratori, allo scopo di strappare più quote di produzione del petrolio in Libia e rafforzare la propria posizione tanto sul fronte politico esterno quanto su quello geostrategico globale.

Di più. A motivare definitivamente la decisione dell'Eliseo di entrare nel conflitto sarebbe stato il progetto del raìs di soppiantare il franco francese africano con una nuova divisa pan-africana, nell'ottica di un'ascesa della Libia come potenza regionale in grado di raccogliere intorno a sè un'alleanza regionale di Stati. Sostituendo così proprio la Francia, a suon di oro e di argento (Gheddafi ne avrebbe conservate poco meno di trecento tonnellate).

Le conseguenze dell'intervento sono storia nota, con la Libia precipitata in un'atroce guerra civile, l'Isis che spadroneggia sulle coste meridionali del Mediterraneo e un'ondata di migranti senza precedenti che si riversa sulle nostre coste. All'epoca l'Italia, all'oscuro di tutto, prese addirittura parte alla guerra contro Gheddafi, sia pure a malincuore.

Ora però è chiaro che quella manovra, insieme all'attacco speculativo portatoci dalla Germania, aveva un solo obiettivo: l'Italia. Che ancora oggi ne sconta le terribili conseguenze.

Sovranisti, elites finanziarie e generazione Erasmus

Sovranisti, elites finanziarie e generazione Erasmus
Fonte: oltre la linea
Paolo Borgognone classe 1981, laureato in Scienze Storiche all’Università degli Studi di Torino, saggista e lavoratore del campo giornalistico ed editoriale. Collaboratore, tra gli altri, dei siti “Blondet&Friends”, “Controinformazione.info”, “Pandora TV”, e del quotidiano “La Verità”. Autore di diversi saggi sul sistema della (dis)informazione e sul fallimento della sinistra “radicale”. Importante anche il suo saggio “Generazione Erasmus. I cortigiani della società del capitale e la “guerra di classe” del XXI secolo” (Oaks Editrice, 2017).

Pensi che il movimento populista/sovranista, nazionale ed europeo, sia in grado di generare una nuova Europa? E che, anzi, sia proprio esso a generare una vera Europa, frutto di necessità “effettive”, come unire le innumerevoli nazionalità del continente alla luce di principî comuni, alti e condivisi, e che quindi non abbia nulla a che fare con l’Europa della moneta, dell’“economia al centro di tutto” e più in generale del “disvalore”?

Nel momento in cui le categorie antifascismo e anticomunismo saranno inequivocabilmente rimosse dal lessico e dall’immaginario politico di chi si proclama oppositore del regime neoliberale vigente, potranno sorgere nuovi soggetti in grado di realizzare l’unione del populismo e del sovranismo come blocco politico antiglobalista in grado di sfidare i banchieri internazionali e i loro lacchè nel ceto politico, accademico e mediatico occidentale.
I populisti sono infatti riusciti, come spiega il politologo Marco Tarchi, a individuare e recepire alcuni temi cari a un discorso che poteva essere definito, negli anni Settanta-Ottanta del XX secolo, di Nuova Destra e, oggi, di Nuove Sintesi oltre la destra e la sinistra, come «identità contro cosmopolitismo, popoli contro oligarchie, specificità culturali contro omologazione, ecc.».
Per questa ragione, io credo che l’attuale governo italiano (M5S-Lega) sia il meno peggiore che la storia repubblicana ci abbia riservato e, tuttavia, non si tratta di un esecutivo entusiasmante poiché, nonostante alcune prese di posizione effettivamente in controtendenza rispetto alle politiche di chi lo ha preceduto, rimane prono, spaventato e talvolta complice di fronte ai poteri finanziari che ne hanno determinato la possibilità di costituirsi. È anche vero che l’esecutivo “giallo-verde” non ha alcun interesse, non trarrebbe alcun vantaggio e sarebbe rovesciato immediatamente dai poteri di cui sopra se si ponesse effettivamente in un’ottica di scontro aperto con gruppi e apparati oligarchici di pressione internazionale spaventosamente più grandi e influenti di esso, come la NATO, Israele, le banche d’affari private anglo-americane tipo JP Morgan e Goldman Sachs, il FMI, la BCE stessa…
Dal punto di vista dell’elaborazione teorico-politica, non pensi che sia chiuso anche il capitolo del superamento della dicotomia destra/sinistra o di alleanza trasversale tra parti della destra e della sinistra? Non trovi sia il caso, dunque, di procedere con la creazione di una nuova sintesi che unisca a monte il “pensiero” che dovrà guidare un processo politico di trasformazione? Questo anche per evitare l’etichettamento, tipo “rossobruni”, che poi sarebbe la morte di una spinta propulsiva “teorica” perché inserisce il tutto in nicchie ideologico-politiche che, per quanto rivoluzionarie, possono essere  addomesticabili, o comunque depotenziate.
Sì, è quello che sostenevo rispondendo alla domanda di cui sopra. Bisogna portare la sinistra a destra sul piano culturale e la destra a sinistra sul piano economico. E costruire l’ipotesi di nuove sintesi populiste/sovraniste che producano emancipazione dei popoli in lotta contro l’imperialismo del caos non soltanto geopolitico e finanziario, ma anche etico e morale. Ovviamente, per fare ciò occorre sbarazzarsi dei legami precedenti con le ideologie novecentesche, ovvero con il fascismo e con il comunismo, per poter combattere a fondo il nemico principale dei popoli in questo secolo, cioè il liberalismo, il capitalismo postmoderno e la società di mercato.
La categoria di popolo, in questo senso, dev’essere riportata alle sue origini metafisiche, ossia il popolo come prodotto concreto, realmente esistente, del Dasein, cioè dell’intelletto sovrarazionale, puro. In questo senso, la grande dicotomia contemporanea non si articola sulla linea di faglia destra/sinistra, né su quella città/campagna, bensì nella lotta senza quartiere tra il sovraumano (Dasein) e l’inumano (o post-umano, o addirittura trans-umano, cioè il liberalismo). Non a caso, in Italia, i liberali più estremisti, come quelli del defunto (ma puntualmente redivivo a ogni appuntamento elettorale) Partito radicale, hanno intrapreso, negli anni, una retorica distruttiva centrata sulla particella maligna “trans” (transnazionale, transpartito, transessuale, transgender, transumano, ecc.) con cui usavano storpiare a piacimento le identità.
Di fronte a questa prospettiva, i partiti e i movimenti, presenti e futuri, che si richiamano alle categorie del Dasein e del Geviert, devono unirsi, oltre la destra e la sinistra che sono ormai sprofondate nel baratro del globalismo e della biopolitica debilitante, per ricostituire il katechon, il potere costituente e di freno all’immoralità e alla mediocrità trionfanti. L’interprete politico primario dell’idea di katechon è certamente il Soggetto Radicale duginiano, ovvero l’imperatore occultato (il Mahdi nella tradizione islamica sciita), il sacro romano imperatore dormiente nella montagna incantata detta Kyffhäuser. Il Soggetto Radicale, il sacro romano imperatore occultato della saga di Kyffhäuser, non è una persona fisica ma un’intelligenza pura, un ideale organico di giustizia e verità.
Quando i patrioti della giustizia si ritroveranno e daranno vita a un blocco eterogeneo di legionari della ricerca del vero, cioè di guerrieri filosofi hegeliani ma anche heideggeriani e viceversa, allora l’imperatore occultato tornerà nel mondo e sopprimerà per sempre ogni forma di oppressione, arroganza e prepotenza. Naturalmente, le categorie storiche di destra e di sinistra hanno nulla a che vedere con l’antitesi odierna tra sostenitori e oppositori del transumanesimo e dei processi di disumanizzazione del mondo, tant’è vero che destra e sinistra sono state, sono e saranno, alleati imprescindibili per chi vuole costruire un mondo di ingiustizie. Destra e sinistra sono il frutto di un processo di separazione su basi contrapposte della società mentre la società o è organica o non è.

Pensi che questa “proposta” possa creare un paradigma “nuovo” che sostituisca il principio dell’“economia al centro di tutto”, e dunque ci si possa avviare ad una fase che rimetta le cose in ordine, per così dire, e quindi lo “spirito” e l’“idea” come guida di una “nuova Europa”?

Sì ma, come ripeto, siamo soltanto all’alba di una “rivoluzione populista” in Europa e i passi da fare sono ancora molti prima di poter stilare un bilancio in attivo di tanto lavoro. Il populismo italiano, leghista, è stato molto reattivo ma si trova, insieme al M5S, a dover fare i conti con un avversario temibile e sleale, ossia il partito dello spread. Questo partito è internazionale, di matrice cosmopolita-oligarchico, è guidato dai banchieri della BCE e del FMI, dagli speculatori dei fondi d’investimento privati transnazionali e dalle agenzie private di rating di Usa e Ue.
In Italia, questo partito ha dei manutengoli riprovevoli nel ceto politico, accademico e mediatico, anche tra gli artisti e i comici di regime. Sono quelli che ogni giorno ci ricordano le presunte e pretese, ma indimostrate, virtù “salvifiche” dell’euro e della Ue e che ci rimproverano perché, in fin dei conti, non siamo abbastanza liberal e clintoniani… I banchieri che hanno in mano gli Stati della Ue e l’Unione stessa tengono per le palle il governo “giallo-verde” e Salvini e Di Maio, sapendo di non avere la forza per attuare politiche espansive che siano davvero risolutive della crisi in corso, hanno delegato la trattativa con la Ue a dei tecnici neoliberali in doppiopetto che, a differenza dei leader leghista e pentastellato, non devono rispondere al giudizio degli elettori dei loro cedimenti e cambi di passo ideologico repentini.
Hai scritto un libro sulla generazione Erasmus (Generazione Erasmus. I cortigiani della società del capitale e la “guerra di classe” del XXI secolo, Oaks Editrice, 2017) che, sintetizzando, parla di questa nuova generazione come di una “nuova cortigianeria”, programmata, o meglio “formattata” prendendo in prestito un linguaggio a loro caro, sulle norme del competitivismo neo-liberale, dell’edonismo libertario, o forse sarebbe più corretto dire commerciale, e su tutta una serie di dogmi che sono tanto cari al mondialismo in atto (ideologia del progresso, fine delle frontiere, svilimento delle identità individuali e collettive). Non pensi che a questa generazione si opponga sempre più con forza la generazione del movimento sovranista/populista, ovvero dei dannati della globalizzazione, degli esclusi, ma forse soprattutto delle nuove élite illuminate che meglio di tutte si sono rese conto dello sfacelo “spirituale” della nostra era?

Il libro parla del conflitto di classe contemporaneo e si ispira al testo “La France périphérique. Comment on a sacrifié les classes populaires”, del sociologo Christophe Guilluy. È un lavoro dai contenuti incompatibili con quella che è la nuova morale immorale imposta dai ceti politically correct alle masse precarizzate come sorta di sovrastruttura ideologica del capitalismo liberale e, per questa ragione, non ha trovato alcuna forma di accoglimento presso i media mainstream.
Tutto questo per dire che non ci potrà essere alcuna coscienza politica e di classe fintantoché il mainstream sarà in mano ai guitti della società dello spettacolo e del giornalismo di sistema che ci ripetono all’unisono che dobbiamo, ogni giorno, rendere grazie alla BCE per ciò che ha fatto e sta facendo “per noi”. O gli oppositori del regime riescono a dar vita a media alternativi e performanti capaci di porre in discussione il dominio del mainstream ideologico liberale, o l’agenda del dibattito pubblico sarà dettata dai soliti noti, quelli che ci chiedono di sacrificarci per la continuità del regime internazionale di banchieri, investitori miliardari e speculatori.
Tra l’altro, il mainstream esercita, a tutt’oggi, forme di dominio senza egemonia perché i giornali sono in netta perdita (da 6 a 2 milioni di copie giornaliere vendute dal 2007 al 2018) e sono puntellati esclusivamente dai finanziamenti pubblici che ricevono e i talk show televisivi hanno un pubblico rappresentato, ormai, soltanto da pochi e indefessi aficionados da tifo politico-calcistico. Per cui, volendo, spezzare il dominio di chi non detiene alcuna forma di egemonia non sarebbe neppure difficile. Peccato che, dalla parte di chi si oppone, il settarismo e l’imbecillità che pullulano, a destra come a sinistra, impediscano di dare concretezza a tante buone intenzioni espresse da singoli o da gruppi meritori ma ristrettissimi e, soprattutto, il più delle volte pure in difficoltà dal punto di vista dei mezzi economici atti a finanziare le loro attività.
Sempre rimanendo sul tema gioventù, cosa pensi dell’altro pezzo della gioventù nostrana, che si rifà sostanzialmente sempre ai valori del globalismo, seppur nella versione radical e “socialisteggiante”… alludo a centri sociali e formazioni della sinistra radicale. Non trovi siano, in un modo o nell’altro, anche essi un supporto allo status quo?

Penso che sia sopravvalutata. Questa gioventù è rilevante sui media (ci credo, sono i pretoriani del regime…) ma è a sua volta vittima del complesso inestricabile di fragilità e debolezze psico-fisiche introdotte dal sistema per dominarli e per dominare. Per cui, il regime deve sapere, ma lo sa perfettamente a mio avviso, di essersi dotato di un esercito pretoriano di qualità scadente e numericamente irrilevante.
Nel momento in cui le cose dovessero realmente cambiare registro, la “Generazione Erasmus”, ne sono sicuro, non muoverà un dito per salvare il sistema che l’ha allevata, coccolata, fatta “divertire”, dominata e sfruttata. Rimarrà semplicemente chiusa in casa, tremante di paura, o si riallineerà al nuovo corso come se nulla fosse, alla chetichella. Il sistema, infatti, per difendersi da eventuali scossoni portatigli da contestatori incazzati di turno, farà ricorso a strumenti molto più collaudati e tristemente efficaci (golpe finanziario, mediatico, giudiziario e militare) che non il canto lamentoso belato ostensivamente da chi, in vacanza-studio permanente, chiede al sistema sopraccitato ciò che il sistema vuole gli sia chiesto, ovvero di dargli “più mercato”, “più divertimenti” e “più Europa”.

(a cura di Roberto Siconolfi)



Francia e Germania contro l’Europa

LA POSIZIONE DELL'UE PILOTATA DA FRANCIA E GERMANIA NELLE QUESTIONI GEOPOLITICHE CRUCIALI, COME NEL CASO DEL VENEZUELA, POTREBBE CAUSARE AGLI ALTRI PAESI MEMBRI DEI GRAVI PROBLEMI DIPLOMATICI E DI SICUREZZA NAZIONALE. ORMAI E' CHIARO CHE LA VOCE DEGLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE EUROPEA E' STATA COMPLETAMENTE ESAUTORATA DALL'ARROGANZA FRANCO-TEDESCA  

Francia e Germania contro l’Europa

Fonte: Marcello Veneziani
Dunque, la Germania al posto dell’Europa nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il franco francese anziché l’euro nei paesi africani. L’accordo economico-politico bilaterale tra Macron e la Merkel sulla testa dell’Europa e dei suoi accordi.
Lo sfondamento dei limiti europei del debito da parte dei francesi, col placet dei tedeschi. La conquista dell’economia italiana soprattutto da parte di aziende francesi. Lo sfaldarsi di ogni piano comune europeo per affrontare i flussi migratori, e il deliberato sfilarsi di Germania e Francia dalle responsabilità che loro competono. E si potrebbe ancora continuare. Come giudicare complessivamente questi fattori, dove portano? Alla dichiarazione di fallimento dell’Europa, anzi all’autocertificazione, al prevalere degli interessi nazionali sugli interessi europei, all’egemonia delle potenze nazional-coloniali sull’unione tra stati membri. In una parola, chi affossa l’Europa non sono coloro che escono, come i britannici; e nemmeno chi tuona, a volte in modo greve, contro chi comanda in Europa, come fanno gli italiani grilloleghisti. Ma sono proprio loro, i presunti padroni di casa. Sono loro, quelli di Aquisgrana, quelli dell’asse carolingio, i franco-tedeschi, a uscire dall’Europa. O se preferite, si sentono i genitori d’Europa e considerano gli altri stati come minorenni; loro possono uscire di casa e rientrare, loro possono avere le chiavi di casa, loro possono concedersi libertà che agli altri sono negate. Quando sento il solito refrain sugli amici e i nemici dell’Europa, la solita condanna dei nazionalismi e dei sovranismi, mi chiedo: e questi due sarebbero i garanti dell’Europa? Non sono loro i primi fautori di nazionalismo e sovranismo, con l’aberrante precisazione che lo sono a prescindere dai loro popoli, puro kratos senza demos, nonostante siano in palese, schiacciante minoranza nei loro paesi? Simbolicamente grave è l’accordo tra Macron e Merkel per chiedere che il seggio assegnato all’Europa nel consiglio di sicurezza venga invece dato alla Germania. È la sconfessione dell’Unione Europea, l’abdicazione dell’Unione, la vanificazione della rappresentanza europea nel mondo, nel timore che nuovi equilibri, nuove ondate “sovraniste” possano nominare rappresentati dell’Europa non conformi e non graditi all’establishment dominante.
Ora non si tratta d’inventarsi nuove crociate antifrancesi o antitedesche né si tratta di alimentare la guerra civile europea e l’Eurexit, cioè l’uscita dell’Europa da se stessa, come se fosse posseduta da un demonio. Niente toni scomposti, nessuna caccia al nemico come capro espiatorio delle difficoltà interne. Si tratta prima di ricomporsi e poi di ricomporre, ovvero di assumere un contegno adeguato e poi puntare a una rigenerazione del patto europeo, una ridefinizione. Si tratta di pensare a una cosa: c’è bisogno d’inventarsi un sovranismo europeo, fondato su un patriottismo europeo. Cioè su un sentire comune, su un’appartenenza condivisa ad una civiltà. L’Europa di oggi, proprio come il governo Salvini-Di Maio, regge su un contratto. Ovvero su un patto economico-finanziario, sulla firma di un accordo e di alcuni obblighi legati a quell’accordo. Ma non c’è, e si vede a occhio nudo, nessun afflato europeo, nessun fervore identitario comune, nessuna percezione di vivere in una casa comune. Sarebbe quello il salto di qualità da compiere a questo punto.
Un patriottismo europeo, come un sovranismo europeo, non sostituirebbe il patriottismo e la sovranità delle nazioni, ma ne sarebbe in qualche modo la sintesi, il garante dei singoli stati e dei loro patriottismi nazionali. Un patriottismo europeo, un sovranismo europeo, dovrebbe esercitarsi rispetto al mondo esterno prima che sugli Stati membri, e dovrebbe occuparsi della concorrenza commerciale esterna, della comune difesa europea, dell’egemonia planetaria delle superpotenze, dei flussi migratori e delle minacce all’Europa e agli europei. Insomma dovrebbe essere proiettato sull’esterno, più che essere vessatorio e oppressivo al suo interno. Dovrebbe proteggere i popoli europei più che sottometterli ai diktat economico-finanziari o ai dogmi dell’accoglienza.
Ci sono tre patriottismi, uno dentro l’altro come matrioska e come cerchi concentrici: il patriottismo locale, vorrei dire a chilometro zero, quello del territorio più prossimo, della provincia e del proprio habitat; il patriottismo nazionale, fondato sulla storia, la lingua, gli stati e le tradizioni nazionali; il patriottismo europeo, inteso come patriottismo delle civiltà europea e dei suoi confini verso l’esterno. Non si può pensare di sopprimere uno senza poi sopprimere o vanificare gli altri.
E se il compito dei nostri giorni, paradossale ma non troppo, sia quello di difendere l’Europa dagli europeisti?

LITURGIA E PROPONIMENTO DI OGGI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




  PRIMA LETTURA 

Eb 9,15.24-28
Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, Cristo è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore.
E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.
E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.


  SALMO  

Sal 97
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.


 VANGELO 

Mc 3,22-30
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».


Oggi prometto di confessarmi regolarmente, almeno una volta al mese, per essere sempre in grazia di Dio