sabato 20 ottobre 2018

Modificazione genetica degli embrioni: il percorso diretto al design infantile

Il consiglio britannico per la bioetica ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che l'introduzione di modifiche nel DNA dell'embrione umano possono essere consentite solo nel caso in cui questo viene fatto nell'interesse del bambino.
Gli autori chiedono di dedicare più tempo a studiare la sicurezza e l'efficacia della modificazione genetica di una persona. Il reporter dell'agenzia Sputnik ha discusso la questione con il capo gruppo della Human Genetics Alert, il dottor David King.
Sputnik: Cosa ne pensate della modificazione genetica in generale?
David King: Il rapporto pubblicato è davvero vergognoso. Nel corso degli ultimi 50 anni la comunità internazionale lo ha messo in chiaro, questo è indicato nelle leggi di molti stati, non abbiamo bisogno di farlo, l'esistenza di queste regole ha la sua ragione, perché nella prima metà del XX secolo in Europa esisteva una dottrina che aveva il nome di eugenetica, di cui a suo tempo hanno goduto i nazisti, una dottrina che afferma che dovremmo escludere dalla società quelle persone che, come si credeva, erano geneticamente di livello più basso. Proprio questo è stato il motivo dell'Olocausto. Ecco perché per lungo tempo ci sono state queste regole, il Consiglio dichiara semplicemente: "non importa, se questo è nell'interesse del benessere del bambino". Mi dispiace, ma questo non basta. Abbiamo sempre pensato fosse la base per aiutare a prevenire la nascita di bambini malati, ma in realtà ci sono affidabili tecnologie. Se fosse necessario fare qualcosa nella famiglia, abbiamo già i metodi di selezione genetica, per questo metodo in realtà non c'è alcun uso medico, e lo riconoscono. Con questa nuova tecnologia è possibile fare qualcosa che non consentono le tecnologie esistenti, ovvero creare i cosiddetti bambini-progetto, una forma tecnicamente più complessa dell'eugenetica del 20esimo secolo. Oggi hanno scritto un gran numero di lavori scientifici, da scenari futuristici, l'eugenetica è molto facile nel mercato libero.
I genitori hanno un naturale desiderio di fornire ai loro figli il miglior inizio possibile in questa vita, e in condizioni di libero mercato  il desiderio si trasforma in un tentativo di dare ai loro figli un vantaggio competitivo rispetto ad altri bambini. Il problema è che le persone saranno in grado di farlo a differenza delle persone con basso reddito, i cui figli saranno ancora più svantaggiati. Senza dubbio, a causa delle forze di mercato si verificherà l'eugenetica del libero mercato.
Sputnik: Lei ha detto che attualmente sono già disponibili alcune procedure esistenti per la modifica dei geni, di che metodo si tratta e perché ritenete che questo tipo di modifiche non sia utilizzato, anche se con questo aiuto si è in grado di eliminare malattie gravi?
David King: Se sappiamo che gene è, sappiamo che tipo di mutazione ha, possiamo considerare tutti i geni e capire quale contiene una mutazione, e non entrare nel corpo femminile, nell'embrione, per mutarlo. Questo ci permette di evitare malattie genetiche nei bambini. Ma con l'aiuto di questa tecnologia non si potranno mai migliorare i geni, dare alla gente per ulteriori, nuove o migliori caratteristiche, perché i metodi di selezione funzionano solo con i geni presenti. Ecco perché la creazione di bambini con geni modificati è pericolosa.
Sputnik: Che cosa si può dire della prima fase dei test del feto per verificare la presenza di anomalie e di condizioni particolari, quelle che a volte portano all'interruzione di gravidanza?
David King: Si tratta di una questione molto complessa. Devo innanzitutto dire che io non sono religioso e non sono contrario all'aborto. Mi preoccupa non l'aborto o la distruzione di embrioni, o in che misura dobbiamo permettere ai genitori di interrompere la gravidanza, ma quando, forse, il feto è in grado di sviluppare un'anomalia genetica; è molto complessa la questione etica; io, naturalmente, non sono contro di essa. Tuttavia, io sono disabile, ho molta esperienza con i combattenti per i diritti dei disabili nel Regno Unito, molti sono molto spaventati dal fatto che il mondo sta cercando di fermare la nascita di queste persone, non è altro che la continuazione dell'eugenetica. Penso che per questo vale la pena di essere solidali e allo stesso tempo, sappiamo che alcune malattie genetiche sono davvero terribili sia per il bambino che per la sua famiglia. Abbiamo davvero bisogno di prestare attenzione alle persone con disabilità.

La ludopatia è ormai una piaga sociale

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La ludopatia è una piaga sociale sempre più estesa in Italia, con oltre trenta milioni di giocatori pronti ad affidare le proprie fortune all’azzardo.
Un popolo di giocatori d’azzardo: a giudicare da quanto è stato affermato in Parlamento, il nostro Paese ha un problema non da poco con la ludopatia. Nel 2016 nel corso di una interrogazione parlamentare presentata da Elena Carnevali, deputata del Partito Democratico, è venuto fuori un dato che fa letteralmente paura: 30 milioni di giocatori d’azzardo. A tanto ammonterebbe il numero complessivo di persone che in Italia si affidano al gioco o alle scommesse, sperando di svoltare dal punto di vista economico. Un sogno che nella stragrande maggioranza dei casi si trasforma in incubo.

Cos’è la ludopatia?

Per ludopatia si intende quella dipendenza da gioco che si trasforma ben presto in una vera e propria forma di schiavitù. Si partirebbe per passare il tempo, ma si finirebbe per diventare dipendenti, alla stessa stregua di chi dipende dalla sigaretta, dall’alcool o dalla droga. In particolare la droga delle persone afflitte da questa turba comportamentale è rappresentato da tutto ciò su cui si può scommettere, diventando così l’unica ragione di vita del giocatore compulsivo. L’interessato perde rapidamente ogni resistenza e capacità di porre dei limiti al proprio comportamento. L’esito finale di questa deviazione dai binari logici è l’accumularsi di gravi problemi che rischiano infine di travolgerlo del tutto. Va anche ricordato come la ludopatia sia stata inclusa nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) già a partire dal 2012, grazie al decreto Balduzzi.

Dati sulla ludopatia in Italia

La ludopatia in Italia riguarda oltre il 2% della popolazione, in base agli ultimi calcoli disponibili. Sembrano però calcoli per difetto, se si pensa che già il rapporto Eurispes del 2009 indicava in una forbice compresa tra l’1,3 e il 3,8 la percentuale dei soli giocatori problematici. Coloro che ne vengono colpiti sono soliti manifestare una necessità fisiologica di giocare d’azzardo; si puntano cifre sempre più alte proprio per poter alzare in continuazione l’asticella e trarne crescente eccitazione. Le persone che tentano di “smettere” sono colpite da irritazione e forte senso di instabilità, uniti alla caduta di ogni remora di carattere etico di fronte alla necessità di procurarsi le risorse finanziarie in grado di sostentarla.
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Aiuti concreti per i giocatori compulsivi

Per aiutare il giocatore compulsivo esistono attualmente dei trattamenti messi in campo da una lunga serie di organismi. Basti pensare in tal senso che le istituzioni hanno varato servizi territoriali sempre più organizzati e numerosi, resi necessari anche dal fatto che a cadere vittime della ludopatia siano sempre più spesso i giovani. I trattamenti utilizzati in questo quadro vanno dalla psicoterapia al varo di strutture residenziali, sino all’utilizzo di farmaci. Sull’esempio di quanto già accade per altre dipendenze si sono formati gruppi di sostegno, tra i quali vanno ricordati gli Scommettitori Anonimi. Va anche sottolineato come le strutture territoriali siano in grado di offrire interventi sociali e tutela economica, tesi a ripianare la situazione debitoria degli interessati. Il paniere di servizi che ne risulta si è comunque dimostrato un’efficace rete di protezione, pur non escludendo il rischio di ricadute.
Il Team di BreakNotizie

E se gran parte delle malattie fosse causata dall’inquinamento ambientale?

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Si guarda ancora con un certo sospetto alla teoria secondo cui varie malattie siano causate dall’inquinamento ambientale, eppure molti studi la confermano.
E se fosse l’inquinamento dell’ambiente che ci circonda la causa della maggior parte delle malattie con cui ci troviamo a dover fare i conti (e che ci stanno uccidendo)? Per molte persone questa teoria è ancora priva di fondamento, eppure gli studi a suo supporto sono numerosi e si aggiornano di anno in anno. A rafforzare ulteriormente tale tesi c’è anche quella che viene definita rivoluzione epigenetica, ovvero i cambiamenti che hanno riguardato l’attività dei geni senza però alterare le sequenze del Dna.

L’inquinamento influisce sul nostro DNA

L’attività dei geni viene modificata a seconda delle informazioni che essi ricevono dall’esterno, per cui anche dall’ambiente nel quale si vive. L’epigenetica è quel settore della medicina che studia le modifiche che riguardano l’attività dei geni e molti studiosi di questa branca hanno sottolineato come ogni giorno le nostre cellule ricevano informazioni dall’ambiente esterno – molecolecorrenti di tipo elettromagneticosostanze chimiche di sintesi e altro ancora – che interagiscono con l’epigenoma del Dna.
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Come ben sappiamo, sono miliardi le persone al mondo che devono fare i conti con un ambiente inquinato. Le informazioni che le loro cellule ricevono dall’esterno possono essere definite anch’esse “inquinate” e portano il Dna a funzionare in maniera differente rispetto a come dovrebbe fare. In breve ciò significa che un ambiente inquinato influisce negativamente sull’attività che svolge il nostro Dna. Tale influenza negativa si esplicita attraverso un incremento notevole di patologie di tipo cronico-degenerativo, malattie tumorali e infiammatorie.

La specie umana rischia l’estinzione: che fare?

Queste patologie hanno fatto registrare una crescita significativa nei Paesi industrializzati e in quelli dove le percentuali di inquinamento dell’ambiente risultano elevate. Quali sono i rischi per gli esseri umani? Senza mezzi termini, sono tanti gli studiosi che hanno parlato apertamente di rischio di estinzione per la specie umana. Sarà inevitabile se non si interverrà in tempi brevi con misure efficaci – che esistono, ne è un esempio l’Isde, il documento programmatico su ambiente e salute – per ridurre l’inquinamento dell’ambiente, che ci sta modificando dall’interno e ci rende più deboli ogni giorno che passa, uccidendoci sempre più rapidamente.
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Il Team di BreakNotizie

La Banca Mondiale «contribuisce» al land grabbing

Vogliamo far fronte all'emigrazione di massa dall'Africa? Cominciamo ad aiutare gli africani a combattere l'odioso land grabbing, o furto di terre ai contadini. Che il fenomeno dell’accaparramento di terre coltivabili da parte di grandi compagnie straniere porti fame, violenze, repressioni, sgomberi e perdita dei mezzi di sostentamento per i piccoli agricoltori in Etiopia, e più in generale nei paesi in via di sviluppo, è qualcosa di cui si parla da qualche anno. Quello che è meno noto, invece, è che tra i complici di questo processo ci sarebbero anche enti che, per loro natura, dovrebbero remare nella direzione opposta. «Stanno contribuendo a questo disastro l’Unione europea, la Banca Mondiale e il Dfid», il Dipartimento per lo sviluppo internazionale del governo del Regno Unito. C’è tutto questo in “Dead Donkeys Fear no Hyenas” (Gli asini morti non temono le iene), un recente documentario del regista svedese Joakim Demmer dedicato al land grabbing.
La vicenda che ha portato alla realizzazione di questo video è piuttosto interessante ed è lunga parecchi d’anni. Il film, si legge nella nota di presentazione ufficiale scritta da Demmer, «fu innescato da una scena a prima vista di poco conto all’aeroporto di Addis Abeba, sei anni fa». Era notte e il regista stava aspettando un volo. «Mi è capitato di vedere alcuni lavoratori stanchi che stavano caricando alimenti su un aereo destinato all’Europa», scrive Demmer, «e, allo stesso tempo, un altro gruppo era occupato a scaricare sacchi con aiuti alimentari da un secondo aereo». Il regista ammette quindi che «ci è voluto un po’ di tempo per realizzare il vero significato della scena, cioè che questo paese colpito dalla fame, dove milioni di persone dipendono da aiuti alimentari, sta esportando cibo verso di noi».

Foto WG Film

Indagando su questa situazione – ricostruisce il sito svedese Arbetet Global – Demmer incontrò un giornalista locale che si occupava di temi ambientali e che stava cercando informazioni sul parco nazionale Gambela. I due iniziarono a collaborare e scoprirono così che gli investitori di Saudi Star Agricultural Development avevano avviato una azienda agricola di riso. E proprio per permettere la vendita della terra agli investitori, il governo etiope aveva cacciato la popolazione locale. «In Etiopia il land grabbing è fatto anche con la forza», ha detto il regista alla testata svedese, «la gente non se ne va volontariamente dalle proprie case».
Le condizioni per continuare a seguire la storia furono parecchio complicate. Come spiega ancora Demmer. «L’Etiopia è una vera dittatura anche se si svolgono elezioni. L’apparato governativo è ovunque. Se quattro persone si riuniscono in un posto, per lo meno una di loro andrà a fare un rapporto alla polizia segreta. Per questo motivo, sin dall’inizio, abbiamo dovuto chiederci se fosse possibile raccontare questa storia senza compromettere la sicurezza di altri».
Ebbene, durante lo svolgimento del documentario è capitato anche che due giornalisti svedesi fossero arrestati in Etiopia, Martin Schibbye e Johan Persson, mentre Demmer continuava a filmare «sotto il radar del regime etiope», scrive l’Arbetet Global. Che aggiunge che il paese africano dipende dagli aiuti alimentari d’emergenza, che vanno a circa 3 milioni di abitanti, e che la Banca Mondiale ha supportato il programma di sviluppo “Protezione di servizi di base” con miliardi di dollari. Ed è proprio a questo proposito che il documentario mostra le complicità della Banca Mondiale con il land grabbing.
«In diverse parti dell’Etiopia il programma di sviluppo ha funzionato, ma in molte regioni il regime ha usato queste risorse disponibili per mandare via le persone limitando gli aiuti solo ai nuovi insediamenti», dice ancora il regista. «Nuovi villaggi che servono come una sorta di alibi per il governo etiope».
Quanto al ruolo della Banca Mondiale, il regista ha specificato che l’organizzazione «era informata della situazione sin dall’inizio, ma ha scelto di ignorarla. Alla fine fu avviata un’inchiesta interna, ma hanno ignorato le testimonianze degli abitanti locali».
Nel documentario ci sono racconti di violenze e tradimenti fatti da diversi testimoni. Secondo Demmer, dunque, le popolazioni locali non sono più solo dipendenti dagli aiuti alimentari, ma a risentirne è la loro identità culturale, che sta morendo visto che non hanno più accesso alle terre legate alla loro storia.

Il Potere della Gentilezza

Cercherò di spiegare, in poche parole, il potere della gentilezza.

Avete presente quando qualcuno vi fa un dono inaspettato e voi vi sentite in debito, percependo quasi un obbligo morale nel dover ricambiare il regalo, nonostante l’altro non vi chieda né si aspetti nulla in cambio?
La gentilezza
La gentilezza
In psicologia si chiama “meccanismo della reciprocità“, con un chiaro riferimento all’etica della reciprocità, ed è lo stesso meccanismo che viene innescato con  gesti gentili.
Quando riceviamo una gesto gentile è naturale sentire la necessità di ricambiare, anche senza esserne del tutto consapevoli.
Questo conferisce alla gentilezza un enorme potere, essa ha la capacità di cambiare le persone e, di conseguenza, il mondo.
Semplicemente ognuno di noi può quindi dare inizio a qualcosa di straordinario, contagiando con piccole gentilezze quotidiane diverse persone che, a loro volta, potrebbero fare lo stesso con altri.
Essere gentili non costa nulla e, con un po’ di buona volontà, se ne può diffondere moltissima.
Mi piacerebbe tanto sapere di condividere questa idea con sempre più persone che ci credono e che lavorano ogni giorno per un mondo migliore, usando la gentilezza, la pazienza, l’ascolto, l’umiltà ed il rispetto per tutti gli esseri viventi.

Diffondi La Gentilezza

La storia insegna che è sempre stato un piccolo gruppo di persone a dare inizio ai grandi cambiamenti dell’umanità. Con i modi gentili ed il sorriso possiamo cambiare il mondo, ma ognuno di noi deve cominciare subito a fare la sua parte.
Per trasformare le parole in fatti è sufficiente impegnarsi a compiere gesti gentili e disinteressati il più spesso possibile. Può perfino diventare un gioco o una sfida con noi stessi.
Impegnandoci a compiere piccoli gesti gratuiti, con il tempo, attraverso la gentilezzavedremo cambiare il nostro approccio alla vita e porteremo positività nella giornata di qualcuno, anche solo per qualche istante.
Esistono moltissimi modi diversi per essere gentili ogni giorno. Nella maggior parte dei casi per realizzare un’idea gentile bastano davvero pochi minuti o qualche spicciolo. Se oggi non hai ancora avuto l’occasione di compiere un gesto gentile, se non sai da dove cominciare o se sei alla ricerca di qualche nuova idea, puoi trovare qualche spunto in questa pagina.

La regola base

Tra tutti i gesti gentili che possiamo compiere quotidianamente ce n’è uno, il più importante di tutti, che dovremmo tenere sempre a mente. Questo dovrebbe essere la guida base per il nostro comportamento durante tutta la vita:
Gesto gentile
Sembra un’idea troppo ambiziosa? Eppure se ognuno di noi si impegnasse, nel suo piccolo, nel cercare di fare sempre qualcosa di buono, di giusto o di bello, nel giro di poco tempo tutto quello che ci circonda cambierebbe notevolmente.
Il sincero desiderio di migliorare il mondo può davvero fare la differenza.
Per questa gentilezza cerca di essere la migliore versione possibile di te stesso: colora il mondo con le buone azioni!
Cerca sempre di essere tu la differenza tra una buona ed una cattiva giornata per chi ti circonda.
Perle di saggezza, frasi famose
Bisogna volere l’impossibile  perché l’impossibile accada.  

Eraclito

Repubblica democratica del Congo: a tre ditte italiane costruzione piattaforme agroalimentari. Progetto della Banca Mondiale, la stessa che ruba le terre ai contadini

Land-grabbing in Uganda. Foto Flickr dell'utente Friends of the Earth International. Licenza CC.

Sono stati avviati i lavori per la realizzazione di tre piattaforme di trasformazione agro-alimentare nella città di Lukula, nel distretto del Bas Fleuve nella provincia del Kongo Centrale, al confine con l'enclave angolana di Kabinda, che saranno interamente realizzate da un raggruppamento di tre imprese italiane: la Societa' Italiana di Monitoraggio, Sovimp e Crono servizi. Il progetto è promosso dalla Banca Mondiale con un finanziamento di 11 milioni di dollari. Il raggruppamento di imprese italiane che ha progettato gli impianti è incaricato di ristrutturare gli stabilimenti industriali, di fornire i macchinari per la produzione di olio di palma, farina di manioca e riso decorticato, di gestire per i successivi tre anni la piattaforma agro-industriale, oltre a favorire l'organizzazione in cooperative dei produttori agricoli e l'accesso al mercato dei prodotti trasformati. La filiera agro-alimentare coinvolgerà circa 20.000 agricoltori, di cui il 40% rappresentato da donne; il progetto rappresenta il primo importante insediamento industriale nella zona. Una buonissima notizia non c'è alcun dubbio, se non fosse che a capo del progetto c'è la Banca Mondiale. Avete capito bene. La stessa Banca Mondiale responsabile di quell'odioso fenomeno conosciuto come Land grabbing, ovvero furto di terre. Un'accusa tendenziosa? Tutt'altro, a giudicare dalle fonti autorevoli e accreditate dalle quali proviene. Le organizzazioni Inclusive Development International, Accountability Counsel, e gli Istituti Urgewald e Oakland hanno recentemente pubblicato il rapporto “Unjust Enrichment: How the IFC Profits from Land Grabbing in Africa” (Indebito arricchimento: come la Società finanziaria internazionale trae profitti dal land-grabbing in Africa). 
Elargire denaro alle banche commerciali che sono motivate esclusivamente dai profitti non rappresenta un modo per promuovere uno sviluppo sostenibile”, ha affermato Marc Ona Essangui, direttore esecutivo della ONG Brainforest del Gabon e vincitrice del premio Goldman per l’ambiente nel 2009.In Gabon, questo modello di sviluppo ha consentito una forte espansione dell’olio di palma industriale che costituisce una minaccia per la sicurezza alimentare e l’equilibrio ambientale delle antiche foreste pluviali del Bacino del fiume Congo.”
Negli ultimi anni nel continente africano sono stati espropriati decine di milioni di ettari di terreno da parte di investitori esteri. Ciò ha comportato la perdita di vite, di terreni e di mezzi di sussistenza per milioni di persone e sta continuando a minacciare la sopravvivenza di intere comunità e gruppi indigeni”, ha commentato Anuradha Mittal, direttore esecutivo dell’Oakland Institute. La Banca Mondiale deve riconoscere che non si tratta affatto di sviluppo, né di riduzione della povertà, ma di investimenti per i profitti delle aziende che sfruttano e, indirettamente, aumentano il numero degli sfollati.”
Il rapporto si basa su un’indagine durata un anno eseguita dall’Inclusive Development International. Nel corso delle ricerche si è scoperto che le banche commerciali e i fondi d’investimento azionario privati sostenuti dall’IFC (International Finance Corporation) hanno finanziato in tutto il mondo progetti che hanno avuto come conseguenza lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone, la deforestazione e danni ambientali diffusi. L’indagine ha tra l’altro portato alla luce che in Africa, a causa di 11 progetti sostenuti da clienti dell’IFC, sono stati trasferiti circa 700.000 ettari di terreno ad investitori stranieri.
Tali progetti comprendono concessioni per l’industria agroalimentare nella regione di Gambela in Etiopia, i cui abitanti sono stati trasferiti forzatamente durante un’aggressiva campagna di espropriazione; le piantagioni di olio di palma in Gabon che hanno distrutto 15.000 ettari di foreste pluviali e violato i diritti fondiari delle comunità locali; le miniere d’oro in Guinea che hanno comportato lo sfratto forzato di 380 famiglie.
Tali progetti sono in netto contrasto con la missione della Banca Mondiale di combattere la povertà attraverso lo sviluppo sostenibile”, ha affermato David Pred, direttore amministrativo di Inclusive Development International. “In questo modo gli standard di performance sociale e ambientale dell’IFC sono una farsa, standard che dovrebbero rappresentare le regole per le attività del settore privato sostenute dagli intermediari dell’IFC”.
Il rapporto rappresenta il quarto della serie di indagini “Outsourcing Development: Lifting the Veil on the World Bank’s Lending Through Financial Intermediaries“, che seguono le tracce del denaro dell’IFC e verificano in che modo l’investimento di questo denaro influenza le comunità in tutto il mondo.
L’indagine di Inclusive Development International ha portato alla luce 134 progetti rischiosi e potenzialmente pericolosi sostenuti da 29 clienti dell’IFC del settore finanziario, progetti presenti in 28 nazioni e in ogni continente, fatta eccezione per l’Antartide.
In risposta alle preoccupazioni sollevate dall’indagine, il vice presidente dell’IFC Philippe Le Hoérou, di recente ha riconosciuto l’esigenza della Banca Mondiale di riesaminare il proprio lavoro con gli istituti finanziari. Il 10 aprile scorso Le Hoérou ha scritto che l’IFC apporterà “alcune modifiche importanti al proprio modo di lavorare” impegnandosi tra le altre cose a ridimensionare gli investimenti ad alto rischio da parte degli istituti finanziari, a rafforzare i propri controlli sui clienti intermediari finanziari e a utilizzare più trasparenza riguardo a tali investimenti.
L’IFC ha anche eliminato gli investimenti in alcune banche che sono state segnalate nell’indagine, comprese la ICIC e la Kotak Mahindra in India e la BDO Unibank nelle Filippine.
Siamo soddisfatti del nuovo impegno dell’IFC ad incoraggiare un sistema bancario più responsabile, aumentando i controlli e rafforzando le capacità dei clienti del settore finanziario d’ora in avanti”, ha affermato Pred. “Tuttavia piuttosto che semplicemente disinvestire, vogliamo che l’IFC collabori con i propri clienti per porre rimedio ai gravi danni che le comunità hanno subito a seguito degli investimenti che la nostra organizzazione ha portato alla luce.”
La collusione dell’IFC nel land-grabbing in Africa è un fatto profondamente scioccante, pertanto il suo impegno a ridurre i finanziamenti ad alto rischio alle banche è ben visto”, ha affermato Kate Geary, manager della Forest Campaign per il Bank Information Center europeo. “Ma come facciamo ad essere sicuri se non viene divulgato dove finisce il 90% del denaro dell’IFC investito attraverso soggetti terzi? Per i clienti del settore finanziario dell’IFC deve essere chiaro quali progetti stanno finanziando in modo che in seguito possano rendere conto del proprio impegno ad investire in modo responsabile.”
I finanziamenti del settore finanziario rappresentano un cambiamento radicale nel modo di fare business dell’IFC. Dopo decenni di finanziamenti direttamente alle aziende e ai progetti, i membri del gruppo della Banca Mondiale adesso forniscono la maggior parte dei propri fondi a Istituti finanziari a scopo di lucro, che investono il denaro a proprio piacimento, con controlli minimi. Tra il 2011 e il 2015, l’IFC ha fornito 40 miliardi di dollari a intermediari finanziari, come ad esempio le banche commerciali e i fondi di investimento privati, e altri istituti finanziari per lo sviluppo ne seguono l’esempio. Insomma, se i progetti a favore dell'Africa non provengono da "banche etiche", è ben difficile pensare che i grandi gruppi finanziari mondiali concepiscano progetti per il bene degli africani e del loro continente.


CINZIA PALMACCI
Dati riportati da: https://vociglobali.it/

La Russia guida con l'esempio - Condona ai Paesi Africani più poveri 20 Miliardi di dollari di debito



La Russia ha cancellato i debiti verso i paesi più poveri del continente africano per un importo di $ 20 miliardi, ha detto il primo vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky.

"Il nostro paese sta prendendo provvedimenti per alleviare il debito pubblico dei paesi africani. Il debito per i paesi poveri pesantemente indebitati è stato ammortizzato da oltre $ 20 miliardi, compresi i programmi di "debito per lo sviluppo", ha detto Polyansky durante il suo discorso alla riunione del Consiglio di sicurezza sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo.

Ha aggiunto che la Federazione russa stanzia fondi per l'attuazione di programmi di assistenza internazionale per i paesi africani attraverso il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, l'OMS, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, il Programma alimentare mondiale e l'Organizzazione internazionale della protezione civile.

"Facciamo anche assistenza nel campo delle cure sanitarie, il nostro paese è stato uno dei primi a reagire all'epidemia della febbre da Ebola, destinando oltre 60 milioni di dollari per combatterlo", ha osservato il diplomatico russo.


Le predizioni di Nikola Tesla sul futuro dell’umanità

Nikola Tesla, oltre ad essere un genio dei suoi tempi, è stato anche un grande visionario. In più di uno scritto ha mostrato di saper vedere oltre la sua epoca e ha previsto per il futuro eventi ed invenzioni che poi realmente hanno avuto riscontri del nostro presente, lasciandoci ancora una volta a bocca aperta.

Tesla aveva previsto lo smartphone

Partiamo con un oggetto che ormai diamo per scontato: lo smartphone. Possiamo asserire che questo tipo di device fa parte ormai della nostra quotidianità. Attraverso gli smartphone si possono controllare altri apparecchi, accedere ad internet, comunicare in tempo reale con altre persone, guardare un film o accedere ad altri servizi. Un secolo fa sarebbe sembrato fantascienza per la maggior parte delle persone ma Tesla, già nel 1926, immaginava un futuro molto simile a oggi. “L’uomo porterà il telefono in tasca, potrà comunicare istantaneamente con gli altri, vedere e sentire le cerimonie delle apertura dei Presidenti guardare le finali di baseball e dal vivo, come se fossero lì”.
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Tesla descrisse, in poche parole, un telefono cellulare capace di mostrare video in diretta streaming. Ai tempi il telefono fisso era già stato inventato da Alexander Bell nel 1876 ed in seguito era sorta la società di telecomunicazioni AT & T, che poi divenne un vero e proprio colosso del settore. Fu invece nel 1973 che venne introdotto il primo telefono cellulare ad opera di Martin Cooper, della Motorola. I primi servizi di telefonia mobile apparirono soltanto nel 1983. Il primo smartphone a tutti gli effetti, IBM Simon, venne rilasciato nel 1994 ma la vera rivoluzione in questo campo avvenne col rilascio di Apple nel 2007.

Internet

Non solo, nel corso di un’intervista rilasciata nel 1926 al reporter statunitense John B. Kennedy del Time, anticipò non soltanto l’avvento degli smartphone ma anche di Internet e delle tecnologie ad esso legate come Skype. “Quando la telefonia senza fili sarà perfettamente applicata, l’intera Terra si trasformerà in un enorme cervello e tutte le cose saranno parte di un intero reale e pulsante. Saremo in grado di comunicare l’uno con l’altro in modo istantaneo, indipendentemente dalla distanza. Attraverso la tele-visione e la tele-fonia riusciremo a vederci e sentirci esattamente come se ci trovassimo faccia a faccia, anche se lontani migliaia di chilometri; e gli strumenti che ci permetteranno di fare ciò saranno incredibilmente semplici, in confronto al telefono che usiamo ora. Un uomo sarà capace di tenerli nel taschino del gilet”.
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Epurazione dell’umanità

In un articolo pubblicato nel 1935 sulla rivista americana Liberty, Tesla avrebbe espresso le sue opinioni riguardo il futuro sino al 2100 e le relative implicazioni nel corso di un’intervista concessa al giornalista George Sylvester Viereck. A detta dello scienziato in futuro la razza umana sarebbe stata “depurata” e che quanti non possedevano un adeguato livello di intelligenza o malviventi come criminali, pedofili, stupratori sarebbero stati eliminati. Questa previsione dovrebbe verificarsi entro il 2100 ed è spesso stata accostata alla filosofia di Adolf Hitler.

Tecnologia Wireless e droni

Riguardo la tecnologia, Tesla si è avvicinato molto alla realtà attuale, spingendosi anche oltre. “Il maggior beneficio deriva dallo sviluppo tecnico che conduce all’armonia e all’unificazione ed in questa linea rientra la trasmissione senza fili (wireless). Un sacco di energia sarà trasmessa senza fili. Tramite questo sistema la voce umana potrà essere riprodotta ovunque e le fabbriche forniranno energia off-shore dalle centrali idroelettriche. I velivoli gireranno intorno alla Terra senza fermarsi e l’energia del Sole sarà controllata per creare laghi e fiumi o grandi deserti”. Tesla aveva anche previsto i droni, dichiarando: “Gli aerei voleranno senza piloti, guidati da terra tramite onde radio”.
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L’estrema lungimiranza dell’inventore serbo croato ci dimostra ancora una volta come il suo spirito visionario abbia potuto ispirare imprenditori moderni come Elon Musk, fondatore dell’omonima casa automobilistica Tesla e Larry Page, cofondatore di Google.
Il Team di BreakNotizie

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,8-12.

In quel tempo, Gesu' disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio;
ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.
Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire;
perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire".


"Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire"

Quando Policarpo entrò nello stadio, risuonò una voce dal cielo: "Coraggio Policarpo, sii forte". Nessuno vide chi parlava, ma quelli dei nostri che erano presenti avevano sentito la voce... Quando la folla seppe chi era il prigioniero, le grida raddoppiarono. Il proconsole gli chiese se era lui Policarpo. Sì, rispose. E l'altro, per cercare di strappargli la sconfessione: "Abbi pietà della tua età avanzata... Giura per la fortuna di Cesare, ritratta ... Maledici Cristo". Policarpo rispose: "Sono ottantasei anni che lo servo e non mi ha fatto alcun male. Come potrei oltraggiare il mio re e il mio salvatore?" E siccome l'altro tornava alla carica..., Policarpo riprese: "Poiché ti sei messo in testa di farmi giurare per la fortuna di Cesare, come dici tu, e fingi di non sapere chi sono, ascoltami bene: io sono cristiano. E se vuoi sapere la sapienza della mia religione, concedimi un giorno e ascoltami". "Convinci il popolo", replicò il proconsole. "Con te penso che posso discutere. Poiché noi abbiamo imparato a dare alle autorità ed ai magistrati stabiliti da Dio il rispetto che è loro dovuto, a condizione che ciò non si rivolga contro di noi. Ma questa gente manca troppo di dignità perché io possa spiegarmi davanti a loro". "Ho delle belve, riprese il proconsole, ti getterò in pasto a loro, se non abiuri. - Chiamale, rispose Policarpo - Disprezzi le belve? Ti ostini? Ti darò alle fiamme". Policarpo gli disse: "Mi minacci col fuoco che brucia un'ora e poi si spegne. Perché tu non conosci il fuoco del giudizio futuro e il castigo eterno che attende gli empi. Ma perché aspetti? Fa' secondo la tua idea". Gli eventi precipitarono; in meno tempo che ci vuole per dirlo, con slancio verso le botteghe e i bagni la gente andò a raccogliere legna e fastelli... Innalzato il rogo, Policarpo si spogliò lui stesso degli abiti e sciolse la cintura. Volle anche slegarsi i sandali, cosa che non faceva abitualmente, perché i fedeli correvano in suo aiuto... Questo grande santo aveva suscitato, molto prima il suo martirio, un'immensa venerazione.