venerdì 28 settembre 2018

Una rivoluzione a cavallo di banche e startup, così cresce la Blockchain

Sicurezza, trasparenza, decentralizzazione, efficienza nelle transazioni, ma anche facilità di accesso al credito. Sono questi i bisogni principali a cui risponde la tecnologia Blockchain, non solo quando applicata al mondo della finanza. E sono le ragioni per cui le banche guardano con un misto di curiosità e diffidenza a una serie di soluzioni che, sviluppate da terze parti e nuovi competitor, potrebbero mettere a rischio buona parte delle revenue degli istituti tradizionali. Dunque, le banche studiano, cercando di tenere il passo di un manipolo di startup che stanno fungendo da apripista in quello che potrebbe essere il settore più dinamico dei processi autorizzativi nei prossimi anni. Secondo i dati dell’Osservatorio Digital Finance del Politecnico di Milano, sono 63 in 17 Paesi diversi le imprese Fintech attive quest’ambito che hanno raccolto, nel complesso, oltre un miliardo di dollari di finanziamenti (780 milioni solo negli Stati Uniti), declinando i propri sforzi su tre tipi di proposizioni: piattaforme verticali che offrono come servizio la Blockchain (dieci start up secondo il censimento dell’Osservatorio), funzionalità ad hoc costruite su registri esistenti (50 aziende) e infine API e applicazioni accessorie per l’accesso a queste funzionalità (tre aziende).

Dalle banche all’Internet of Things

«Si stanno creando mondi attorno ai quali crescono costellazioni di opportunità per l’offerta di nuovi servizi e use case», conferma Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce, commentando la ricerca. «La Blockchain diventerà essenziale all’interno di sistemi ad alta numerosità di soggetti in cui non esiste conoscenza – e quindi fiducia – tra gli attori. Oltre al Finance, saranno coinvolti settori come il Government e quello delle Assicurazionisenza contare l’impatto che avrà sull’Internet of Things. Qual è l’interpretazione che le banche stanno dando al fenomeno? Esistono gruppi che possono essere definiti scettici, poi ci sono gli esploratori, e infine gli sperimentatori, che hanno addirittura creato team dedicati allo studio della tecnologia. Secondo Coindesk, 14 dei 30 primi istituti a livello internazionale hanno attivato iniziative che fungano come proof of concept legati al lancio di servizi basati sulla Blockchain. Qualunque siano gli sviluppi del settore, una cosa è certa», conclude Portale, «su queste tematiche bisogna lavorare con un approccio cross-industry». E naturalmente sotto l’egida del regolatore.

La Blockchain vista dalla Banca d’Italia

Ma in che modo, attualmente, la Banca d’Italia vede la Blockchain? «Perché un sistema di pagamento possa ricevere il semaforo verde deve garantire efficienza, affidabilità e sicurezza, oltre che scalabilità. In questo senso, secondo le nostre valutazioni la Blockchain non si dimostra sempre all’altezza», spiega Domenico Gammaldi, Direttore Superiore del servizio Supervisione sui Mercati e sul Sistema dei Pagamenti della Banca Italia, il quale tiene a precisare che il regolatore non si limita a bloccare le nuove iniziative, ma anzi funge anzi da facilitatore rispetto a strumenti la cui introduzione è estremamente complessa. «Qualcuno confonde il tempo necessario a ponderare per inattività. Abbiamo cominciato a seguire il fenomeno Bitcoin già dal 2009, studiandolo secondo le finalità che ci ha assegnato la Comunità europea. Si tratta di una vera rivoluzione, perché si passa da un modello piramidale a uno di tipo galattico, o a ragnatela, ed è per questo che occorrono cautela e ulteriori approfondimenti. Il prossimo novembre, per esempio, si terrà a Roma il primo convegno che la Banca d’Italia dedica alla crittografia».

Tra Big Data e IoT

Non è un mistero che anche gli istituti, e persino quelli che si possono definire esploratori, ci stiano andando coi piedi di piombo. «Ci siamo allineati al contesto internazionale che guarda alla Blockchain dal 2014, convinti che il suo valore non risieda solo nel concetto di criptocurrency, ma anche nei principi fondanti della tecnologia», spiega Laura Li Puma, che in Intesa Sanpaolo è numero della divisione ‎Big Data e Internet of Things. «In Italia dunque siamo stati tra i precursori, e nel 2015 abbiamo istituito un team di lavoro permanente guidato dal nostro Innovation center. Nel 2016 sono state completate le prime sperimentazioni, ora la sfida di Intesa è passare dalle applicazioni testate in ambienti sandbox a prodotti scalabili che possano avere ritorni a livello di mercato. Del resto, secondo Matteo Assinnata, Innovator di CheBanca!gli istituti bancari si stanno avvicinando alla Blockchain perché vogliono aumentare i profitti e ridurre i costi dei processi del settlement.

Gli Smart Contract nelle banche e nelle assicurazioni

Demetrio Migliorati conferma che Banca Mediolanum, di cui è Innovation Manager, guarda con attenzione al fenomeno, studiandolo da circa un anno. «Stiamo mettendo al centro delle ricerche le possibili applicazioni che possono generare un ritorno per le nostre attività, sul piano del contenimento costi, dell’interoperabilità delle sinergia all’interno del gruppo, con focus sui temi della moneta di scopo degli Smart contract e delle Speed transaction. I nodi e le implicazioni culturali della questione vengono invece affrontati attraverso workshop erogati a tutti i livelli, coinvolgendo anche il top management. Infine», conclude Migliorati, «c’è il tema legale. Quanto realizzeremo può poi essere sostenuto sul piano delle normative? Per comprendere anche questi aspetti abbiamo avviato un tavolo di lavoro ad hoc con uno dei nostri partner». Una strategia adottata anche in Generali, dove – spiega ‎Ivano Bosisio, Head of Operational Excellence and Head of Procurement – da un anno si tengono convegni per identificare e comprendere use case legati all’utilizzo del protocollo nel settore assicurativo. «Siamo convinti, comunque, che il potenziale insito nell’adozione della Blockchain scaturirà solo facendo rete con altre imprese».

Il ruolo del P2P di Poste e le prospettive di Enel

Non a caso, persino Poste Italiane – che come ricorda Walter Pinci, Responsabile Sistemi di Incasso e Pagamento di Bancoposta, è l’incumbent italiano per quanto riguarda i pagamenti – sta osservando il fenomeno. «In primo luogo perché ci aiuta a comprendere in che direzione stanno andando le tecnologie specialmente negli ambiti delle rimesse e delle transazioni P2P cross-boarder, in seconda istanza perché ci orienta anche rispetto agli investimenti effettuati da Poste sulle start up», precisa Pinci.
Il sostegno alle nuove imprese è un tema centrale pure per Enel, che dispone di un business incubator che risponde direttamente all’amministratore delegato del Gruppo. «Le start up hanno un filo diretto con i livelli apicali dell’azienda, a cui risponderanno anche gli innovation hub di Tel Aviv (appena inaugurato, ndr), Singapore e Silicon Valley», conferma Diego Dal Canto, ‎Innovation Project Manager di Enel. «E il team che si occupa di Blockchain, attivo ormai da un anno, è composto da 15 persone esperte non solo di ICT, ma anche di business. La Blockchain, per noi, non è solo un nuovo protocollo, ma un modo nuovo di vedere le cose».

Blockchain e start up: il fulcro di nuovi modelli di business

Una visione, quella di Dal Canto, confermata dalle nuove imprese che, soprattutto all’estero e in particolare in UK, stanno fiorendo attorno al concetto di consenso distribuito. Christian Miccoli, co-founder di Conio insieme a Vincenzo Di Nicola(già fondatore di GoPago, ceduta ad Amazon) spiega che introdurre le crittovalute e quindi la Blockchain nel mercato significa prima tutto fornire applicazioni semplici che offrano sicurezza (anche sul piano del rispetto delle normative) e semplicità agli utenti finali. Conio va in questa direzione. «Risolve molti problemi di fondo, a partire da quelli di immagine, in quanto è un wallet che permette di acquistare, gestire e spendere Bitcoin in tutta tranquillità, in ottemperanza alle leggi e senza il rischio di finire ingiustamente sotto la lente di ingrandimento di banche e autorità. Le persone non cercano complicazioni, e vogliono essere certe che – anche nel momento in cui lo smartphone viene smarrito o cambia la normativa o, nella peggiore delle ipotesi, Conio chiude – il loro wallet sia comunque disponibile».
Euklid è un’altra start up fintech inglese, ma unica nel suo genere perché unisce alla tecnologia Blockchain l’Intelligenza artificiale. «Abbiamo sviluppato una piattaforma analitica proprietaria che ci permette di prevedere gli andamenti azionari in borsa. La precisione degli insight è talmente elevata che il nostro modello di business si fonda su un meccanismo di remunerazione legato alle performance ottenute dai clienti», dice Giovanni Contini, cofondatore di Euklid, dove la Blockchain funge da cartina di tornasole per i risultati ottenuti dall’azienda. «Il protocollo è garanzia di trasparenza ed etica in una proposizione che è per definizione customer-centric».
Anche Tallysticks punta a innescare una grande rivoluzione: «Le PMI generano il 60% del PIL globale ma ricevono solo il 30% dei finanziamenti complessivi», racconta Nitesh Srivastava, Operations Manager della start up. «Grazie alla Blockchain possiamo reimmaginare il modo in cui vengono gestiti e analizzati i dati finanziari e i processi di finanziamento, collegando le organizzazioni di piccole dimensioni con la grande impresa e gli istituti finanziari per un accesso al credito più semplice».
Ma Blockchain non è solo sinonimo di transazioni: Everledger per esempio sfrutta il protocollo per garantire l’origine e la storia dei beni di lusso, a partire dai diamanti per arrivare ai vini pregiati passando per le opere d’arte. «Everledger è un registro globale fondato sulla Blockchain, la cui immutabilità è alla base dell’identificazione univoca degli oggetti, di cui è possibile conoscere in ogni momento origine, posizione, proprietà attraverso dati incorruttibili», dice Calogero Scibetta, Operations and Business Development Manager della società. «Pur non essendo un’applicazione di natura finanziaria, i nostri clienti sono prevalentemente banche e assicurazioni, per le quali le frodi generano ogni anno perdite per 50 miliardi di euro».

Blockchain e Bitcoin: utilizzo e prospettive future

ll dibattito sulla Blockchain è quanto mai vivo e aperto. Accanto ai grandi temi aperti dalla diffusione di progetti basati sulle Distributed Ledger Technologies DLT si aggiungono anche le questioni più vicine all’attualità alimentate dai fenomeni di interesse che circondano gli sviluppi delle Cryptocurrency e del Bitcoin in particolare. Come contributo a una miglior comprensione dei temi sul tappeto vogliamo segnalare alcuni contributi che aiutano a orientarsi in questo scenario certamente complesso.
Si tratta di approfondimenti che arrivano dal coordinatore editoriale della testata PagamentiDigitali.it Roberto Garavaglia che proprio su questa testata ha analizzato per noi il tema Fork nel servizio intitolato A forza di fork.
Sempre Garavaglia, ma questa volta sulle testate Digital4Trade e Diario del Web  affronta i temi della Blockchain, del suo funzionamento, delle sue caratteristiche e delle prospettive future in materia di sviluppo e regolamentazione.
Vi proponiamo una sintesi di questi servizi che potete leggere in forma integrale su:

Blockchain e Bitcoin

La Blockchain grazie alla marcatura temporale può permettere a persone che non si conoscono di verificare, ad esempio, «il succedersi di scambi di proprietà». A sua volta il Bitcoin, ideato da Satoshi Nakamoto, è uno dei primi esempi (e oggi il più importante) di criptovaluta. Le transazioni vengono registrate su un Distributed Ledger (Libro Mastro Distribuito). I partecipanti che operano sulla rete (attraverso dei «nodi») vi accedono «mettendo a disposizione risorse di calcolo, mediante cui si ottempera alla validazione delle transazioni», senza dover ricorrere a un terzo: con l’acquisizione in questo modo di un ruolo da «Validatori». I costi da essi sostenuti vengono risarciti attraverso delle unità di criptovaluta coniate lungo il processo: per questo, i Validatori sono anche chiamati «Miners». La remunerazione avviene per il lavoro di approvazione solo se verificato da altri nodi, scoraggiando così i tentativi di alterazione illegittima dei blocchi validati.

La programmabilità della criptovaluta

Una qualità intrinseca della criptovaluta è la «programmabilità»: l’impiego di una DLT (Distributed Ledger Technology), infatti, permette che la transazione «avvenga in modo programmato e programmabile». Gli algoritmi della Blockchain consentono inoltre l’abilitazione di «Smart Contracts», un metodo per formare accordi mediante il quale è possibile raggiungere altri scopi: una delle applicazioni dei «Distributed Contracts» sono i «Colored Coins», cioè «dati aggiuntivi (attributi) pubblicati e gestiti sul distributed ledger, che trasformano i “coins” in “token” al fine di poter essere impiegati per rappresentare qualsiasi cosa (anche non una valuta)». Attraverso gli Smart Contract è possibile abilitare servizi di «escrow», asset-trading e supportare progetti di Supply Chain Finance. La DLT si può utilizzare «per applicazioni di inter-banking o intra-banking payments con finalità di settlement», o per soluzioni di instant payment.

Le performance della Blockchain

Il sistema di pagamento della Blockchain, però, non si dimostra sempre all’altezza dal punto di vista di efficienza, affidabilità, sicurezza e scalabilità. Gli utilizzatori di Bitcoin sono penalizzati dai tempi lunghi di cui necessita la conferma delle proprie transazioni e dall’aumento delle commissioni necessarie per dare precedenza ai propri movimenti. Molti Miners sono favorevoli ad accrescere l’efficienza della rete senza intervenire sulle commissioni (aumentando la dimensione dei blocchi); gli utilizzatori, invece, «vorrebbero introdurre in Bitcoin una nuova feature, in grado di aumentare la velocità e diminuire le commissioni, senza modificare la dimensione dei blocchi di transizioni». Il compromesso raggiunto – che prevedeva, in una prima fase, la veicolazione di più transazioni in un blocco e, in una seconda, l’aumento delle loro dimensioni (fino al doppio) – non è stato attuato a causa della «secessione dei Bitcoin» realizzata da parte di un gruppo di utenti, che ha portato alla creazione di una nuova criptomoneta, la Bitcoin Cash, con blocchi anche otto volte più grandi di quelli Bitcoin. Alcuni paesi, inoltre, hanno fermato l’utilizzo dei Bitcoin. La Cina, per esempio, a settembre ha proibito le ICO (Initial Coin Offering), un mezzo con cui le startup prevedevano di finanziarsi ricompensando gli investitori con token cui corrispondono unità di nuove monete digitali, garantite da un sistema Blockchain: una soluzione non regolamentata e che espone a rischi molto alti per i finanziatori.
È necessario, come stanno già cercando di fare molti stati (non solo europei) affrontate il tema (complesso) della regolamentazione dell’utilizzo della criptovaluta. Dei passi importanti, in alcuni settori, sono già stati fatti: basti pensare alla direttiva antiriciclaggio UE 2015/849 (AMLD4) e all’attuazione, prevista in Italia per il prossimo anno, in ordine al Decreto legislativo 25 aggio 2017 n. 90 (decreto di recepimento della AMLD4).

“Tutto su Blockchain” di Roberto Garavaglia

Per chi si occupa di Blockchain in termini di comunicazione e di diffusione della conoscenza la sfida più grande è quella di aiutare a capire. Non tanto perché, magari banalmente, la Blockchain è difficile. Per chi si occupa di tecnologie ci sono state e ci sono innovazioni tecnologicamente più “difficili”. La Blockchain è complessa perché è “rivoluzionaria“, perché cambia o può cambiare anche in modo radicale il modo di gestire transazioni, relazioni e rapporti tra persone, tra aziende o Pubbliche Amministrazioni. Capire la Blockchain è complesso perché vuol dire aprirsi a un nuovo paradigma, profondamente diverso da quello o da quelli nei quali siamo cresciuti e nei quali stiamo lavorando.
Ecco perché è fondamentale guardare con attenzione a contributi che permettono di orientarsi, di fissare dei punti fermi, di comprendere il fenomeno e le sue dimensioni e consentono in questo modo di capirne la portata e il valore. Ecco perché è importante l’opera di Roberto Garavaglia, edita da Hoepli: “Tutto su Blockchain“.
Con questo libro, Garavaglia, che è tra l’altro, autore di Blockchain4Innovation e coordinatore editoriale di PagamentiDigitali.it, risponde a una serie di temi fondamentali, che vanno dall’analisi della tecnologia alle cryptocurrecy, dalle Distributed ledger alle diverse tipologie di Blockchain, partendo da domande centrali su come funziona la Blockchain, su come si lavora con i protocolli del consenso distribuito, su come funzionano gli Smart Contract,  sino ad arrivare alle prospettive legate allo sviluppo delle criptovalute.

La Blockchain come tecnologia, come opportunità di sviluppo a beneficio delle comunità

Sono tanti i temi affrontati dall’autore che nel rispetto della complessità della Blockchain mette a disposizione approfondimenti sulle principali architetture basate su Distributed Ledger oggi disponibili e spiegazioni degli sviluppi sulle aree crossindustry che avranno maggiori possibilità di imporsi.
L’opera guarda al futuro per leggere e analizzare le possibili strategie di sviluppoche potrebbero essere adottate da aziende private, dalle pubbliche amministrazioni e dalle istituzioni, anche allo scopo di cogliere i vantaggi della blockchain e ridistribuirli a beneficio di una più ampia comunità.
Uno dei punti fermi di “Tutto su Blockchain” è nella convinzione che occorre prima di tutto fare chiarezza tra Blockchain e Bitcoin per evitare di fare confusione. E’ importante avere ben chiare le caratteristiche che rendono la Blockchain unica e ed è importante disporre degli strumenti che permettano di sfruttare tutti i suoi vantaggi.
Garavaglia conduce il lettore nell’esame degli ambiti che possono trarre un concreto vantaggio dalla sua adozioneEd è nello stesso tempo attento a sottolineare anche quegli ambiti nei quali questa piattaforma non rappresenta un vero valore o altri ancora dove può addirittura portare impatti negativi.

Importante infine evidenziare il lavoro dell’autore nell’analisi di tutti gli aspetti che contribuiscono al successo o al contrario al fallimento di un progetto innovativo basato sulla Blockchain.

L’autore: Roberto Garavaglia

Roberto Garavaglia, autore di “Tutto sulla Blockchain” è consulente strategico nel settore dei sistemi di pagamento digitali, docente e divulgatore scientifico è Responsabile Editoriale del portale PagamentiDigitali.it e firma di Blockchain4Innovation
Roberto Garavaglia è consulente strategico nel settore dei sistemi di pagamento digitali. Da oltre venticinque anni è attivo nell’ideazione di prodotti innovativi e nella sperimentazione e sviluppo di nuovi modelli di business. In particolare già nel 2014, tra i primi in Italia, si è occupato di progetti Blockchain in ambito finance.
Oltre che come strategic advisor, Garavaglia svolge una intensa attività  di divulgazione scientifica e di docenza presso imprese e università. Dal 2008 collabora con il  Politecnico di Milano – Osservatori Digital Innovation,contribuendo con la propria esperienza all’analisi delle strategie in ambito New Digital Payments e con corsi su Blockchain e sugli scenari di mercato che possono orientarne uno sviluppo cross-industry.
L’autore ha al suo attivo innumerevoli pubblicazioni scientifiche sviluppate nell’ambito degli Osservatori del Politecnico di Milano su temi che riguardano l’innovazione e la regolamentazione dei sistemi di pagamento innovativi. Nell’ambito della divulgazione scientifica ed editoriale Garavaglia ha avviato nel 2013 il portale PagamentiDigitali.it di cui è attualmente coordinatore editorialee nel 2017 ha contribuito al lancio della testata interamente dedicata alla Blockchain Blockchain4Innovation del Gruppo Digital360. 
Per acquistare “Tutto sulla Blockchain” e per avere maggiori informazioni vai alla pagina dedicata sul sito Hoepli
 Leggi le recensioni di libri e white paper dedicati alla trasformazione digitale:  Libri e white paper per capire le potenzialità dell’Industria 4.0 e della digital transformation

I MIGLIORI VIDEO SULLA BLOCKCHAIN E SU COME FUNZIONA

Ci sono tanti modi per spiegare la Blockchain, ci sono tante definizioni  e ci sono tante visioni e differenti punti di accesso per comprenderne le logiche, i vantaggi, i rischi le opportunità nel breve e nel lungo periodo e per avere una visione dei principali ambiti applicativi. Proprio per accelerare il percorso di conoscenza di ciascuno ecco alcuni video che meglio consentono di comprendere la Blockchain, in funzione ovviamente di diverse esigenze e punti di osservazione. Buona visione. Questi i link diretti:
N.B. (Per alcuni video può essere necessario attivare i sottotitoli)



L’Italia entra nella European Blockchain Partnership

Adesso c’è anche l’Italia. E’ stato ufficializzato a Bruxelles l’ingresso dell’Italia nella European Blockchain Partnership, l’iniziativa nata lo scorso aprile con la missione di sviluppare un impegno comune nello sviluppo di una infrastruttura europea dedicata alla blockchain, per favorire la collaborazione tra stati nella realizzazione di servizi digitali sovranazionali e nell’assicurare all’Europa la possibilità di definire e sviluppare standard per la sicurezza e la privacy. Nell’orizzonte della European Blockchain Partnership (EBP) c’è lo sviluppo congiunto della (EBSI) European Blockchain Services Infrastructure che vede a questo punto anche la partecipazione del nostro paese.
(Leggi il servizio Che cos’è la European Blockchain Partnership dove puoi scaricare la dichiarazione ufficiale firmata dai paesi membri)
L’Italia è il paese “numero 27” della partnership e si unisce ai 21 paesi membri e ai 4 paesi UE oltre alla Norvegia, che si sono poi successivamente aggregati. L’annuncio è arrivato dal Ministro allo sviluppo economico e al lavoro Luigi Di Maio che a Bruxelles ha firmato l’ingresso nella partnership e ha nello stesso tempo annunciato l’impegno del Governo ad accompagnare questa azione con investimenti del MISE per favorire lo sviluppo di progetti legati al mondo blockchain, all’Intelligenza Artificiale e all’Internet of Things in coordinamento con le risorse che l’UE sta destinando allo sviluppo del digitale su questi temi.
In occasione della firma, avvenuta in presenza della commissaria Ue al digitale Mariya Gabriel, Luigi di Maio ha evidenziato il ruolo che la blockchain può svolgere come piattaforma per progetti che consentono di tutelare il Made in Italye il valore delle produzioni contro frodi e contraffazioni.
Gli obiettivi della European Blockchain Partnership non si fermano allo sviluppo dell’infrastruttura dal punto di vista tecnologico, ma si estendono anche alle tematiche legate alle modalità di Governance, al confronto sulle normative, all’interoperabilità a livello di definizione e di rispetto di standard comuni e di user experience.

Che cos’è la European Blockchain Partnership

L'ITALIA E' ENTRATA NEL PROGETTO BLOCKCHAIN. UN EVENTO IMPORTANTE E FUTURISTICO CHE PUO' CAMBIARE RADICALMENTE IL NOSTRO MODO DI VIVERE E INTENDERE L'ECONOMIA E IL SISTEMA MONETARIO PER COME LO CONOSCIAMO OGGI. VEDIAMO DI ENTRARE NEL DETTAGLIO E CAPIRE IN COSA CONSISTE. QUESTO BLOG DEDICHERA' PIU' DI UN ARTICOLO ALLA BLOCKCHAIN.





Non ci sono dubbi che la Blockchain è chiamata a svolgere un ruolo sempre più importante a livello di Government e di rinnovamento delle Pubbliche Amministrazioni. La logica decentralizzata permette di rivedere in modo anche molto radicale la struttura operativa delle organizzazioni e il rapporto tra cittadini e istituzioni, sotto tantissimi aspetti. I dubbi, e certamente legittimi oggi, sono sul “Come” la Blockchain possa esprimere tutto il suo potenziale. E più ancora, questi dubbi, riguardano i contenuti e la Governance di questo sviluppo.
Per cercare di orchestrare, favorire e stimolare questa innovazione 23 paesi europei hanno deciso di dare vita alla European Blockchain Partnership, una iniziativa che punta a favorire la collaborazione tra gli stati membri per lo scambio di esperienze e di expertise, sia sul piano tecnico sia su quello della regolamentazione.
Ma il punto più importante di questa partnership riguarda la progettazione e il lancio di una Blockchain dell’Unione Europea da sviluppare in sinergia con i piani del Digital Single Market come base  e infrastruttura per il settore pubblico e per le imprese private.
La tecnologia è già stata testata con successo in tante situazioni, ad oggi primariamente per i servizi finanziari, ma è destinata a diventare operativa e integrata in un numero crescente di servizi digitali, come l’agrifood, la notarizzazione, la certificazione,  l’energia e la logistica.

L’EBP si allarga: da 21 a 24 Paesi per la Blockchain

La European Blockchain Partnership ha anche lo scopo di garantire all’Europa nel suo complesso un ruolo di rilievo nello sviluppo e nella diffusione di soluzioni basate sulla Blockchain. Nel gruppo dei paesi membri della European Blockchain Partnership purtroppo manca l’Italia. Il gruppo dei fondatori era inizialmente composto da Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, UK.
A questi paesi si sono poi aggiunti: GreciaRomania e Danimarca portando il gruppo a 23 paesi
L’Italia e l’European Blockchain Partnership
L’Italia non era presente nel primo gruppo di paesi “fondatori” dell’European Blockchain partnership con un’assenza che aveva fatto discutere. Alla metà di agosto ancora il nostro paese non aveva aderito, ma era era noto l’interesse e l’impegno per muoversi in questa direzione con un gruppo di lavoro impegnato proprio a favorire lo sviluppo della blockchain anche con la partecipazione attiva a iniziative come la EBP. Blockchain4Innovation sta seguendo la vicino questo impegno e sarà nostra cura raccontare tutti i prossimi passaggi che possano portare presto (speriamo) a un’adesione.

27 Settembre: l’Italia entra nella European Blockchain partnership

E’ il 27 il numero dell’Italia nell’Europa della Blockchain. Il nostro paese è il paese “numero 27” della European Blockchain Partnership con una firma del Ministro allo sviluppo economico e al lavoro Luigi Di Maio che arriva il 27 settembre. (leggi il servizio Anche l’Italia entra nella European Blockchain Partnership ). In presenza della Commissaria UE al Digitale Mariya Gabriel il Vice Primo Ministro italiano ha anche annunciato l’impegno del Governo a mettere a disposizione una serie di fondi del MISE da indirizzare allo sviluppo di progetti per la blockchain, per l’Intelligenza Artificiale e per l’Internet of Things.

La blockchain per la Pubblica Amministrazione

In occasione dell’annuncio il commissario per l’economia e la società digitaleMariya Gabriel aveva osservato che tutti i servizi pubblici in futuro potranno utilizzare la tecnologia Blockchain che sta diventando una grande opportunità per l’Europa e per gli Stati membri . Con questa innovazione è arrivato il momento di ripensare ai sistemi informativi, per disporre di soluzioni che permettano di aumentare la fiducia dei cittadini e di garantire sempre meglio la protezione dei dati personali. nello stesso tempo la Blockchain può contribuire a creare nuove opportunità di business e stabilire nuove modalità di relazione a vantaggio dei cittadini, dei servizi pubblici e delle imprese. La European Blockchain Partnership consente agli Stati membri di collaborare con la Commissione Europea per trasformare l’enorme potenziale della tecnologia blockchain in servizi migliori per i cittadini.

L’impegno dell’Europa si sviluppa anche con l’EU Blockchain Observatory and Forum

La European Commission ha lanciato anche l’EU Blockchain Observatory and Forum (leggi il servizio L’Ue punta sulla blockchain: un osservatorio ad hoc per essere “global leader”) e ha investito qualcosa come 80 milioni di EURO in progetti pensati per diffondere l’utilizzo della blockchain. Sono inoltre previsti investimenti per 300 milioni di Euro sino al 2020 proprio per favorire lo sviluppo di progetti blockchain.