ATTENZIONE. QUESTE PROFEZIE NON SONO PER INCUTERE PAURA, MA SPERANZA NEI GIUSTI CHE ASPETTANO LA GIUSTIZIA IMPLACABILE DI DIO VERSO GLI EMPI CHE NON SCAMPERANNO....
Esodo capitolo 10, versetti: 21 Poi il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano verso il cielo: verranno tenebre sul paese di Egitto, tali che si potranno palpare!». 22 Mosè stese la mano verso il cielo: vennero dense tenebre su tutto il paese d'Egitto, per tre giorni. 23 Non si vedevano più l'un l'altro e per tre giorni nessuno si potè muovere dal suo posto. Ma per tutti gli Israeliti vi era luce là dove abitavano.
Is 13:1 Oracolo su Babilonia, ricevuto in visione da Isaia figlio di Amoz.
9 Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile,
con sdegno, ira e furore,
per fare della terra un deserto,
per sterminare i peccatori.
10 Poiché le stelle del cielo e la costellazione di Orione
non daranno più la loro luce;
il sole si oscurerà al suo sorgere
e la luna non diffonderà la sua luce.
11 Io punirò il mondo per il male,
gli empi per la loro iniquità;
farò cessare la superbia dei protervi
e umilierò l'orgoglio dei tiranni.
12 Renderò l'uomo più raro dell'oro
e i mortali più rari dell'oro di Ofir.
13 Allora farò tremare i cieli
e la terra si scuoterà dalle fondamenta
per lo sdegno del Signore degli eserciti,
nel giorno della sua ira ardente.
Gioe 3:4 Il sole si cambierà in tenebre
e la luna in sangue,
prima che venga il giorno del Signore,
grande e terribile.
Gioe 4:15 Il sole e la luna si oscurano
e le stelle perdono lo splendore.
Matteo, capitolo 24, versetto 29
Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce,
gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
Mc 13:24 In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà
e la luna non darà più il suo splendore
Atti 2: 16 Accade invece quello che predisse il profeta Gioele:
17 Negli ultimi giorni, dice il Signore,
Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.
18 E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi
profeteranno.
19 Farò prodigi in alto nel cielo
e segni in basso sulla terra,
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
20 Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue,
prima che giunga il giorno del Signore,
giorno grande e splendido.
21 Allora chiunque invocherà il nome del Signore
sarà salvato.
L' ESPERIENZA CHE VIVRA' L'ANIMA NEI TRE GIORNI DI BUIO E TENEBRA RACCONTATA NEL LIBRO DELLA SAPIENZA
Sap 17:1 I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
2 Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3 Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
4 Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
5 Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
6 Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
7 Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
8 Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
9 Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
10 La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
11 Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
12 quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
13 Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
14 ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
15 Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
16 fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
17 Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
18 la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
19 Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
20 Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.
Sap 18:17 Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili
li atterrivano;
timori impensabili piombarono su di loro.
18 Cadendo mezzi morti qua e là,
ognuno mostrava la causa della morte.
19 I loro sogni terrificanti li avevano preavvisati,
perché non morissero ignorando
il motivo delle loro sofferenze.
Mc 13:30 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. 31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 32 Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
33 State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.
"Il divino Mosè nel sesto della Genesi dice che, vedendo Dio che la malvagità degli uomini era giunta al colmo, che le intenzioni dei cuori erano volte al male e che tutta la carne si era corrotta sulla Terra, mandò allora il Diluvio Universale che affogò tutti i viventi salvo quelli che erano sull'Arca.
E nel secondo dei Re è scritto che per il peccato di Davide Iddio mandò la peste che uccise la terza parte del suo popolo; e il profeta Ezechiele dice che, poiché il popolo si era ribellato alla volontà di Dio gli fu mandata la peste. Nel cap. 39 dell'Ecclesiastico è scritto che il fulmine, la grandine, la carestia e le malattie sono create per vendetta; similmente San Paolo dice che per colpa dei peccati giungono le avversità.
Le suddette autorità dimostrano chiaramente che Dio manda le tribolazioni e le calamità per i peccati degli uomini. Essendo dunque i peccati la causa delle avversità, e le cause maggiori sempre producono maggiori effetti, essendo le cause proporzionate con gli effetti, ne consegue che tanto maggiori sono i peccati tanto maggiori le avversità; e le calamità di oggi esistono a causa dei grandi peccati della nostra epoca e non mi sarà difficile provarlo essendo a tutti note le scelleratezze pubbliche che generalmente si commettono senza rispetto di Dio, dei Santi e della Religione e anche senza il rispetto del proprio onore. [...] Oggi la ricchezza, il fasto e le pompe sono a tal livello che essendo le spese di molto superiori ai guadagni e alle entrate si susseguono danni e rovine nelle case, nelle famiglie e per gli eredi.
Non si vede che per l'ingordigia di possedere le cose si commettono ogni genere di inganni, frodi, rapine, simonie, usura, furti ed altre perverse azioni; oggi gli uomini sono così libidinosi senza rispetto per l'onore di Dio, del parente, del compagno o dell'amico, non si nascondono le pubbliche fornicazioni, stupri, adulteri, incesti e sacrilegi e ogni altro nefandissimo atto di lussuria. La crapula e l'ubriachezza sono così in uso che Sileno e Bacco sono di gran lunga inferiori agli odierni crapulatori; l'invidia, l'ira, le contese, le inimicizie, le risse e le discordie sono così tante fra gli uomini che contro ogni legge divina, mondana e naturale, privi di umanità, si danno ferite e spargimenti di sangue e si commettono pubblici e segreti omicidi, tradimenti e assassinii, non risparmiando alcuna empietà verso la vita, l'onore o le cose del prossimo.
Anche le opere sante sono poste in oblio, non si hanno più compassione e amore per gli afflitti, la carità si è tramutata in crudeltà; i templi e le cose sacre sono profanati, la santa religione e i religiosi perseguitati, l'onore della Santa Chiesa calpestato, le sante istituzioni dilaniate e ogni malvagità viene condonata. Non sono forse queste, potentissime cause, che ci chiamano contro la giustissima ira di Dio e che ci meritano una universale distruzione del seme umano, non meno della stirpe di Noè, se la infinita misericordia non ci sovvenisse a farci umili e penitenti dei tanti errori commessi?
[…]
Intendo ora scrivere i rimedi ai sopraddetti mali attesi per gli anni a venire.
E' scritto in Ezechiele: se l'empio si convertirà vivrà di vita vera. E nel primo dei Proverbi: fate penitenza dei vostri peccati e non avrete la rovina di calamità e pestilenze. E nel secondo dei Paralipomeni si dice: se manderò al popolo le tribolazioni e si convertirà io l'esaudirò dal Cielo. E San Paolo ci avvisa che Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Queste autorità ci certificano che abbandonando il peccato Dio ci libera da ogni afflizione promessa e di ciò ne è vero esempio il libro di Giona che profeta contro Ninive che, con la penitenza, revoca il flagello annunciato.
[…]
Se ostinatamente si vorrà ancora perseverare nelle attuali e abominevoli scelleratezze non si potrà resistere alle rovine e alle calamità descritte in questi Pronostici e ancora peggio; se al contrario con vera compunzione e cordiale contrizione si farà penitenza dei passati errori, con ferma intenzione per l'avvenire di non tornare più al vomito e al peccato, e con ardente carità si cercherà di adempiere alle sante opere di misericordia sia spirituali che temporali sarà certo che l'Unica Fonte di Pietà perdonerà gli errori commessi, rimuoverà le future calamità e ci renderà mondi al cospetto del Padre Eterno perchè maggiore è la sua misericordia rispetto alla nostra iniquità”.
Michele Nostradamus
Il Castigo di Dio è l'Abbandono di Dio che permette che l'uomo vada incontro alle estreme conseguenze delle proprie azioni onde comprendere i propri errori e pentirsi degli stessi emendando la propria vita.
Se l'uomo, personalmente e socialmente, irride Dio, lo insulta e disconosce e lo allontana da se credendosi sufficiente a se stesso, o peggio ancora lo tradisce fingendosi suo discepolo ecco che attira il giusto castigo, ovvero l'abbandono.
Senza Dio la natura prende il sopravvento, sia quella umana afflitta dal peccato originale ed aizzata dal tentatore, sia quella dei fenomeni terrestri. In balia di queste forze, dinanzi al fallimento della scienza, l'uomo che ripudia Dio finisce per tornare ad essere pagano. Sopraffatto da crisi sociali, belliche, sanitarie o naturali come i terremoti finisce per sentirsi schiacciato da eventi non dominabili, senza speranza di fede, e si abbandona alla violenza verso gli altri o verso se stesso con il suicidio disperato.
Solo il pentimento salva, ricreando il perduto equilibrio fra Creatore e creatura, guarendo la ferita spirituale dell'uomo e permettendo ad un cuore ridivenuto docile di ascoltare la voce di Dio, il suo richiamo.
In questo tempo di chiese chiuse e Sacrificio se non interrotto quantomeno eclissato il mondo si trova sull'orlo della catastrofe. Qualche voce flebile comincia ad alzarsi, ma molto più fragorose sono le voci degli increduli, maldestri adoratori della Scienza, che ancora non sanno cosa li aspetta.
La descrizione del tempo di Nostradamus è sostanzialmente la descrizione del nostro tempo.
Se ostinatamente si continuerà a tradire il Signore, a rinnegarlo e ad irriderlo, fra non molto penseremo a questi giorni di “lockdown” come ad una salutare e riposante vacanza.
Coronavirus, Papa: "Già si sente la fame per colpa della pandemia" | Al Sud si teme la rivolta sociale, supermercati sotto scorta
Abbiamo cominciato ad inizio Febbraio l’analisi di questa emergenza sanitaria partita dalla Cina con il commento alla quartina 237 del Ramo III del 2000 che a sua volta chiama in collegamento la 167. Un’analisi elaborata nel Gennaio 2018.
“A causa di una forte peste in gran numero saranno condannati a morire soffocati; la grande fame che seguirà sarà universale”
Da allora l’emergenza che era solo cinese è divenuta mondiale portando l’Italia in primo piano.
Si è detto di come l’epidemia sembri essere quell’evento mancante e scatenante, il detonatore, che deve dare il via al tempo di caos e rivolte che colpiranno il mondo e l’Europa in particolare.
Vediamo davanti a noi la naturale fine dell’Unione Europea, frantumata sotto i colpi delle storiche e reciproche diffidenze, colpita dagli atavici mali “genetici” di alcuni particolari popoli che mostrano una singolare tensione verso l’autodistruzione.
Il nostro Governo, insieme al suo sponsor il Presidente della Repubblica, continua purtroppo a navigare a vista, del tutto incapace a ripensare gli strumenti di salvezza necessari. Come avevo facilmente previsto il patto sociale su cui si fonda l’unione e la pace sociale della nazione si sta sfaldando. Il piattume intellettuale di quelli che dovrebbero guidare il Paese lascia sgomenti.
Anche l’azione del papa lascia interdetti: da un lato l’indulgenza plenaria, dall’altro ancora una volta una preoccupazione politica, più che spirituale, che emerge dai suoi discorsi aggiunta ad una cinematografica rappresentazione dell’evento che sembra ricercata e volta più a dare forma che sostanza.
Ma tant’è, a caval donato…
In molti stanno morendo soffocati e l’inazione dei governi sta preparando il collasso delle economie. In Italia si teme la rivolta, chi viveva lavorando in nero, soprattutto al sud, si trova adesso senza tutele e reddito, esposto massimamente alla crisi. C’è il problema della criminalità organizzata e di tutta quella manovalanza straniera che non è certo scomparsa nel nulla. Un fuoco che cova sotto la cenere.
Ma la rabbia cresce anche nel ceto produttivo, costretto alla serrata e con la sensazione di essere stato abbandonato.
Il consiglio è di rimanere molto, ma molto calmi.
Di seguito espongo alcune quartine e presagi presi dal Proemio del III Millennio e dal Ramo V del 2000.
Non hanno bisogno di molti commenti, perché sembrano scritte per questi tempi.
Dal Ramo V del 2000 “La Guerra investe l’Europa”
116
Faux à l'estang ioinct vers le Sagittaire,
En son haut auge de l'exaltation,
Peste, famine, mort de main militaire,
Le siecle approche de renouation.
116
Falce nell’Acquario verso il Sagittario congiunta
Nell’alto suo AUGE d’esaltazione,
Peste, carestia, morte per mano militare:
S’avvicina il rinnovamento del secolo.
Falce, ovvero Saturno, in Acquario verso il Sagittario. Ancora una volta una descrizione tolemaica. Saturno per Tolomeo rappresenta l’Oriente e le tempeste secche apportatrici di malanni che da lì giungono. In senso astrologico quando raggiunge il suo auge significa che assume la massima potenza del suo aspetto malefico.
In Tritemio invece, sotto una veste analitica completamente diversa, Saturno rappresenta l’età dell’oro e del benessere, il tempo atteso della pace.
L’Acquario in Tolomeo rappresenta la Scizia, per noi la Russia, mentre il Sagittario il confine occidentale dell’Europa, la penisola Iberica.
La Russia che si mette in cammino e che da Est ad Ovest travolge l’Europa.
I mali sono specificati nel terzo verso: peste, carestia e guerra.
La speranza all’ultimo verso. Nonostante l’auge del malefico Saturno si avvicina il rinnovamento atteso.
A peste, fame et bello libera nos Domine.
Presage 130 1567 Sur ladite annee
Mort, maladie aux ieunes femmes, rhumes,
De teste aux yeux mal heur marchads de terre:
De mer infaust. semes mal. vin par brumes,
Prou huile trop de pluye. aux fruits molest guerre.
Pre 130 1567 All’inizio dell’anno
Morte e malattia per le giovani, raffreddate,
Dalla testa agli occhi, alla malora i mercanti della terra:
Mare infausto, vino e semi andati a mal per le brume,
Poco olio per l’abbondanza di piogge, pochi frutti, guerra.
Il presagio elenca velocemente tutti i mali della precedente quartina: le malattie da raffreddamento, il dissesto economico per i mercanti della terra e i loro commerci marittimi, così come per i prodotti della terra. Carestia e guerra.
Dal Proemio del III Millennio “La Grande Tribolazione e la Nuova Era”
Presage 79 1563 sur ladite annee
Lever sain, sang, mais esmeu. rien d'accord.
Infinis meurtres. captifs, morts, prevenus.
Tant d'eau & peste. peu de tout, sonnez cors.
Pris, morts, fuits, grands devenir, venus.
PRE 79 1563 all’inizio dell’anno
Sollevarsi il sano, ma in rivolta nel sangue, nessun d'accordo
Infinite uccisioni, prigionieri, morti, accusati.
Abbondanza d'acqua e peste, poco di tutto, suonati i corni
I grandi, fuggiti, venuti catturati, divenuti morti.
Di questo presagio incuriosisce il primo verso. Nostradamus parla della sollevazione dei sani che sfocia nel sangue. Sembra proprio che descriva una rivolta dopo un’epidemia dove i malati, evidentemente, non possono ribellarsi. Mancanza di accordo, o pace sociale, accuse, uccisioni e morti.
Carestia per il maltempo, peste e un avviso: suonano i corni. I corni di allarme che annunciano l’invasione del villaggio, ma direi anche, e forse soprattutto, i corni soprannaturali degli avvisi divini che annunciano il tempo della purificazione.
All’ultimo verso un tema che torna negli ultimi capitoli: i capi fuggono, ma non trovano salvezza. Moriranno anche loro nella rivoluzione generale che verrà.
Se vediamo quello che i capi stanno facendo in questi giorni non vi è dubbio che si stiano scavando la fossa da soli.
Le ultime due quartine riguardano la Chiesa.
972
Encor seront les saincts temples pollus,
Et expillez par senat Tholosain,
Saturne deux trois cicles reuollus.
Dans Auril, May, gens de nouueau leuain.
972
Ancora oltraggiati saranno i sacri templi,
E depredati dal senato Tolosano,
In due, tre rivoluzioni di Saturno,
In Aprile, Maggio, gente ancora in fermento.
Il Senato di Tolosa è uno dei più antichi parlamenti europei, di origine medievale. Rappresenta il potere politico del popolo che si rivolge contro la Chiesa. Sono le leggi contro gli ecclesiastici.
All’ultimo verso uno dei vari riferimenti ai mesi di Primavera che negli ultimi Rami del Poema sono indicati come estremamente problematici.
Dal Ramo V del 2000 “La Guerra investe l’Europa”
144
En bref seront de retour sacrifices,
Contreuenans seront mis à martyre:
Plus ne seront moines, abbes, ne nouices,
Le miel sera beaucoup plus cher que cire.
144
Tra poco saranno di nuovo i sacrifici,
Chi vi si opporrà sarà portato al martirio:
Più non vi saranno monaci abati né novizi:
Il miele sarà assai più caro della cera.
La quartina annuncia un tempo di persecuzione come ai tempi dell’antica Roma: torna il paganesimo, chi si oppone diviene martire. Carenza di sacerdoti, apostasia e, ovviamente, carestia e crisi economica.
Ancora una volta vediamo quindi elencati i mali che si preparano nel nostro tempo.
Ricordo poi l’elaborato degli acrostici uniti del Ramo III e del Ramo IV del 2000 che evidenziano il tema della crisi economica, della fame e delle rivolte che si accompagna a quello della crisi della Chiesa.
“A Marzo un confronto ben grande si avvicina. Ci sarà il terzo papa (Francesco) e verrà presentata una legge che dividerà. Avverrà allora una completa sedizione, sangue e divisioni per la Legge della Gioia (Amoris Laetitia); i nemici saranno al seggio (Trono papale). Morte e rovina per via del segreto, per fatti che riguardano il Sacro. Quando la morte si avvicina al Terzo, sorgerà un Grande Prelato. Dal Cielo sangue nascerà. Tornano furiose sedizioni popolari per il grano, per i muri e chi è lasciato fuori. Nelle città troppe genti furiose si approssimeranno (immigrati?); assediate dai nemici saranno allora esiliate (perseguitate?) con la forza le genti della Dama Celeste (cristiani fedeli). Contro l’assedio e la lotta per il grano nascerà allora una Potenza. La Pompa e il Re saranno in assemblea, avran tempi tormentati. Il Re vedrà la fede unita sui monti: allora verrà un nuovo tempo.”
Il capo d’accusa è presentato, “il dado è tratto”, “le sorti d’azzardo gettate” e “lo scenario è pronto”.
Una cometa dalle dimensioni gigantesche passera' tra le Terra e il Sole nel mese di maggio 2020. Quali potranno essere le conseguenze? Padre Pio avvisava di stare attenti al mese di maggio. Anche nella Cent. X.57 Nostradamus avvisava riguardo al mese di maggio. Cosa ci riserva il prossimo mese di maggio?
C.II Q.62 (Nostradamus)
Mabus [plustost][puis tôt] alors mourra, viendra,
De gens & bestes vn horrible defaite:
Puis tout à coup la vengeance on verra,
Cent, [main][soif], faim quand courra la comete.
Mabus [piuttosto][poi presto/celermente] allora morirà, verrà/per volontà,
Di gente e bestie una orribile disfatta:
Poi tutto d'un colpo la vendetta si vedrà,
Cent-o-esimi, [mano][sete], fame quando correrà/passerà la cometa.
C.6 Q.6
Apparoistra vers le Septentrion
Non loing de Cancer l'estoille cheuelue:
Suze, Sienne, Boëce, Eretrion,
Mourra de Rome grand, la nuict disperue.
Oserei dire... più che interessante... Intrigante...
Astronomia, la cometa Atlas si dirige verso la Terra:
“evento rarissimo, sarà luminosa come la Luna.
Spettacolo straordinario ad Aprile e Maggio”
Astronomia, uno spettacolo straordinario tra Aprile e Maggio nei cieli di tutto il mondo
TRE GIORNI DI BUIO E TENEBRA – PROFEZIE DELLA MADONNA DI ANGUERA - 110 – 3 dicembre 1988 "Presto CI SARANNO TRE GIORNI CONSECUTIVI DI OSCURITÀ, CHE NEPPURE LA SCIENZA SAPRÁ SPIEGARE. TUTTI VOI SOFFRIRETE MOLTO IN QUESTI GIORNI. PROMETTO A TUTTI COLORO CHE SONO AL MIO FIANCO CHE NON MANCHERANNO DI LUCE. VI CHIEDO DI TENERE SEMPRE IN CASA VOSTRA DELLE CANDELE BENEDETTE DA UN SACERDOTE." 2.836 - 12/05/2007 "Il Signore invierà. Gli uomini vedranno e durerà tre giorni. Molti diventeranno ferventi nella fede e la pace si stabilirà per il bene dei miei poveri figli. Coraggio. Dio vuole salvarvi." 3.101 - 30/12/2008 "Dio lo permetterà: tutti gli uomini vedranno i propri errori e, pentiti, torneranno a servire l’unico e vero Signore. Tre giorni dopo il grande miracolo avverrà, il Trionfo definitivo del mio Cuore Immacolato e la pace regnerà per sempre." 2.793 - 31.01.2007 "Cari figli, la Terra sarà ricoperta dalle tenebre. L’oscurità uscirà dall’immensa luce. Un mistero esistente nella grande luce brillante sarà rivelato." 3.186 - 13 luglio 2009 "Conoscerete ancora grandi prove. Arriverà il giorno in cui la Terra sarà avvolta in dense tenebre. Gli uomini imploreranno aiuto e non sapranno dove andare. Sarà un tempo doloroso per i miei poveri figli." 2.894 - 25/09/2007 DIO INVIERÀ E GLI UOMINI CONTEMPLERANNO. IL SOLE PERDERÀ LA SUA LUMINOSITÀ E SI MUOVERÀ DAVANTI AI VOSTRI OCCHI." 2.492 - 08.03.2005 “Cari figli, ecco il tempo del vostro ritorno. Non restate con le mani in mano. ARRIVERÀ IL GIORNO IN CUI IL SOLE E LA LUNA NON COMPIRANNO PIÙ IL LORO CORSO COME NELLE VOSTRE GIORNATE.” 2.707 - 15/07/2006 “Fuggite dal peccato e abbracciate la grazia di Dio. Sappiate che l’umanità vivrà MOMENTI DI GRANDE tribolazione. Ci sarà una grande inclinazione nell’asse dell’eclittica, che si ripercuoterà sulla vita degli uomini e degli animali. Il dolore sarà grande.” 2.787 - 18.01.2007 “CARI FIGLI, STATE ATTENTI AI SEGNI DI DIO. ARRIVERÀ IL GIORNO IN CUI LA TERRA PERDERÀ IL SUO MOVIMENTO NATURALE; IL SOLE SI TRASFORMERÀ IN TENEBRE E NULLA SARÀ COME PRIMA.” 2.895 - 27 settembre 2007 CIÒ CHE È STATO ANNUNCIATO VERRÀ. GLI UOMINI SARANNO SORPRESI. NON SPERERANNO, MA SARANNO GRAZIATI E, AL CONTEMPLARLO, CAMBIERANNO VITA. 2.471 - 18.01.2005 CARI FIGLI, LA LUCE PERDERÀ LA SUA BRILLANTEZZA IN PIENO MEZZOGIORNO E GLI UOMINI CADRANNO A TERRA DALLA PAURA. La morte di UN UOMO provocherà grande ira e molti innocenti soffriranno. Aprite i vostri cuori alla grazia del Signore. Il pentimento è il primo passo che vi porterà a Dio. Non restate con le mani in mano. Date il meglio di voi a Colui che vede nel SEGRETO e vi conosce per nome. Coraggio.
MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA
ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA
8 OTTOBRE 2015
Figli Miei:
GIUNGERA’ UNA COMETA SULLA TERRA E PROVOCHERA’ I TRE GIORNI DI OSCURITA’ CHE IO HO TANTO ANNUNCIATO. Tre giorni durante i quali dovrete rimanere nelle vostre case, con le finestre ben chiuse, così che la luce dei fulmini terribili e delle scintille che cadranno dall’alto, non vi arrechino danno, visto che tra i fulmini e le scintille, i demoni uccideranno un gran numero dei Miei figli, ed Io, con grande dolore, spargerò le Mie lacrime su di loro.
MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA
ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA
30 AGOSTO 2017
A causa dell’instabilità, i popoli si solleveranno ed allora il fratello si solleverà contro il fratello, ignorando la consanguineità e, A CAUSA DI QUESTO GRAVE PECCATO, VERRANNO I TRE GIORNI DI OSCURITÀ SULLA TERRA.
L’epidemia sta percorrendo tutta la terra, come il vento, rendetevene conto. Il momento in cui verrete allertati, non vi esponete, perché non guarderà in faccia a nessuno, non avrà compassione.
Egregio direttore, le scrivo a proposito del nuovo decreto legge annunciato la sera del 06.04.2020 dal nostro presidente del Consiglio coadiuvato da alcuni ministri.
Sono un libero professionista, una così detta partita Iva, che finalmente è riuscito a dormire dopo notti e notti insonni per il problema che ci sta attanagliando: niente lavoro, niente fatturato, soprattutto niente incassi.
La mattina però, alla lettura dei termini del nuovo decreto legge, ho dovuto fare i conti con la cruda realtà.
In una situazione di grossa difficoltà come quella che stiamo vivendo, generare un’aspettativa e poi tradirla è la cosa più crudele che possa accadere!
Alcuni esempi:
I versamenti che, con sprezzo del ridicolo, erano stati spostati dal 16 al 20 marzo, non sono passibili di sanzione ed interessi solo se eseguiti entro il 16 aprile: ma se, ad andar bene, le aziende potranno iniziare a produrre dopo Pasqua, come si può pensare che possano avere liquidità per quella data?
Per chi come me ha un fatturato inferiore ai 50.000.000 di euro la condizione per poter accedere alla sospensione dei versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio è che possa documentare un calo di fatturato di almeno il 33% rispetto all’anno precedente. Il problema non è il fatturato, ma quello che si incasserà realmente in questa situazione. Lo Stato sa che gente come me, lavorando con le piccole e medie imprese, ha pagamenti dai propri clienti a 90-120-150 giorni? Come può basarsi sul fatturato e non sull’incassato? Io in questo momento non mi sento nemmeno di presentare il conto alle aziende per cui ho lavorato in questi ultimi mesi, sapendo che sono chiuse.
Mi occupo di comunicazione per le aziende e la maggior parte del lavoro era stato fatto per le fiere che sono state tutte annullate.
Quale vantaggio può essere lo spostamento di due mesi?
Non posso nemmeno avere accesso al sussidio 600 euro di marzo e 800 euro di aprile perché incompatibile con un’eventuale pensione. Infatti ho i requisiti per averla da dicembre del 2019, ma non la percepisco perché la mia domanda, presentata nel mese di ottobre 2019, risulta ancora “giacente” e non c’è nessuna possibilità di comunicare con l’Inps per avere informazioni.
La vera soluzione sarebbe che, visto che abbiamo perso 4-5 mesi di lavoro, tutto venisse traslato almeno di 4-5 mesi, per cui non ci sarebbe nemmeno accumulo tra arretrato e dovuto.
Oppure accedere al prestito semplificato. Anche no, di mutui nella vita ne ho pagati abbastanza, ho 64 anni.
Questo sarebbe lo Stato che ha a cuore la situazione dei propri cittadini?
Vi benedico, vi accolgo nel Mio Cuore, perché lì rimaniate al sicuro.
Amati figli, rimanere al sicuro non vuol dire sfuggire a quello che verrà, ma affrontarlo in pace, senza disperarsi, avendo Fede che, essendo figli che rispettano la Legge Divina, che si affidano a Mio Figlio, che sono amore nei confronti dei loro fratelli e che vivono la Speranza e la Carità, che perdonano di cuore e continuano a pregare non solo a parole, ma mettendo in pratica la preghiera e proteggendo il fratello, CONTINUANO AD UBBIDIRE ALLE RICHIESTE DIVINE E LA LUCE DIVINA VI ILLUMINERÀ IL CAMMINO.
Amati figli, in questo momento dovete vivere la Comunione Spirituale in modo profondo, pienamente, con tutta l’anima, con tutte le potenze e con tutti i sensi, con un cuore traboccante d’amore per Mio Figlio, cosicché Lui continui ad essere ADORATO DAL SUO POPOLO.
LA FORZA DEL POPOLO DI DIO È INFINITA QUANDO QUESTO POPOLO VIVE IN SPIRITO E VERITÀ INTIMITÀ CON MIO FIGLIO, QUANDO IL POPOLO DI MIO FIGLIO HA IN SÈ QUEL TESORO DEL CIELO CHE LE TARME NON POSSONO CORRODERE E I LADRI NON POSSONO RUBARE (Mt. 6,19-21), QUANDO QUEL POPOLO CAMMINA IN ARMONIA, NELLA FEDE E NELL’AMORE, PERCHÉ POTRANNO UCCIDERE IL CORPO, MA L’ANIMA NON POTRANNO UCCIDERLA.
AMATI, TEMETE CHI VI PORTA ALLA PERDIZIONE DELL’ANIMA.
Non perdete la Fede, non dite: “a che scopo vivere anticipatamente il futuro” invece, persone di poca Fede, disponetevi a meritare la Vita Eterna, disponetevi a vivere quello che sarà la Volontà Divina in unità e con compassione, affinché vi possiate meritare la Misericordia Divina.
Amati figli del Mio Cuore Immacolato, coloro che leggono queste Rivelazioni e non danno seguito a quanto viene detto, è perché continuano ad avere il cuore indurito e quindi non guardano, non vedono, le loro orecchie sono otturate!
Questo è il momento in cui dovete essere cauti, in cui di fronte al dolore in cui sta vivendo l’umanità, dovete traboccare d’Amore Divino.
Siate cauti con quelli che vi dicono di considerare questo virus come qualcos’altro, quando sapete che è uscito da mani umane allo scopo di ridurre la popolazione mondiale.
DEDICATE LE VOSTRE PREGHIERE ALL’UMANITÀ E CHE SIANO PREGHIERE NATE DA UN CUORE PURO, FATELE PER TUTTI I VOSTRI FRATELLI AFFINCHÈ RIFLETTANO IN QUESTA SETTIMANA SANTA IN CUI SI COMMEMMORA LA PASSIONE, LA MORTE E LA RISURREZIONE DI MIO FIGLIO.
Vedo tante persone che, senza saperlo, sono i Cirenei della Croce di Mio Figlio (Cfr. Mt 27,32), i Cirenei dei loro fratelli che stanno soffrendo e se ne occupano con amore!
QUESTA È LA CROCE DI MIO FIGLIO, È QUESTO CHE SI TROVA NELLA CROCE DI MIO FIGLIO: “AMORE, DONAZIONE, SPERANZA, DEDIZIONE, FEDE.” TUTTI COLORO CHE SONO CIRENEI DEI LORO FRATELLI NEL MONDO INTERO, VI STANNO DICENDO: LA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO È ATTIVA E PALPITANTE IN CIASCUNO DEI SUOI FIGLI.
Per questo, coloro che si sono impegnati nel radunare il Popolo di Mio Figlio, i Miei figli, lo hanno fatto crescere nell’umiltà, nell’amore, nella pietà, nella donazione, nella carità, nella Volontà Divina ed il Popolo di Mio Figlio è cresciuto. Alcuni che non credevano ora credono, hanno visto miracoli con i loro occhi e sono rinati nella Fede, quella Fede di un Popolo che non viene meno, ma cresce e commemora non solo la Passione di Mio figlio, ma la Sua Risurrezione ed in quella Risurrezione nascono i figli che sono passati per cammini difficili e avevano dimenticato l’AMORE ed ora si rivolgono a Mio Figlio e Gli dicono: “Eccomi Signore Gesù Cristo, sono qui per servire i miei fratelli, per fare la Tua Volontà”.
Coloro che hanno scelto il demonio come loro dio, stanno nascosti, mentre il Popolo di Mio Figlio prega e si incontra nella prassi dell’Amore Divino, pregando senza sosta, gli uni per gli altri.
ED È NELLA PRASSI DELL’AMORE PER IL FRATELLO CHE IL FRATELLO È UN ALTRO CRISTO, DOVE SBOCCIA QUELLO CHE ERA NASCOSTO, QUELLO CHE SI ERA DIMENTICATO… DOVE SBOCCIA L’AMORE PER MIO FIGLIO E LE PERSONE INIZIANO A GERMINARE PER LA VITA ETERNA.
NON TEMETE FIGLI, NON TEMETE!
È nel dolore che nasce l’AMORE di Mio Figlio nei Suoi figli.
PER QUESTO, LA TRINITÀ SACROSANTA HA INVIATO LE LEGIONI CELESTI A METTERE IL SIGILLO AL SUO POPOLO E QUESTA GRAZIA DIVINA VIENE DONATA A POCO A POCO, FINO A QUANDO, IL POPOLO FEDELE ORMAI PURIFICATO, SARÀ UNA COSA SOLA CON IL SUO SIGNORE E SUO DIO.
NON TEMETE! NON CI SONO FORSE QUI IO CHE SONO VOSTRA MADRE?
In luogo adatto, fuori della chiesa, si prepara un fuoco che divampi. Quando il popolo si è radunato, viene il sacerdote con i ministri, uno dei quali porta il cero pasquale.
Il sacerdote saluta il popolo e quindi tiene una breve esortazione sulla Veglia pasquale con queste parole:
Fratelli, in questa santissima notte, nella quale Gesù Cristo nostro Signore passò dalla morte alla vita, la Chiesa, diffusa su tutta la terra, chiama i suoi figli a vegliare in preghiera.
Rivivremo la Pasqua del Signore nell’ascolto della Parola e nella partecipazione ai Sacramenti; Cristo risorto confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte e di vivere con lui in Dio Padre.
Preghiamo.
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici + questo fuoco nuovo, fa’ che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno. Per Cristo nostro Signore.
Preparazione del cero
Il sacerdote incide una croce sul cero pasquale per configurarlo a Gesù Cristo; poi incide l’alfa e l’omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, per indicare che Cristo è il principio e la fine di tutte le cose; infine incide le cifre dell’anno per significare che Gesù - Signore del tempo e della storia - vive oggi per noi. Nel compiere tali riti il sacerdote dice:
Il Cristo ieri e oggi:
Principio e Fine, Alfa e Omega.
A lui appartengono il tempo e i secoli.
A lui la gloria e il potere per tutti i secoli in eterno. Amen.
Per mezzo delle sue sante piaghe gloriose,
ci protegga e ci custodisca il Cristo Signore. Amen.
Al fuoco nuovo il sacerdote accende il cero pasquale, dicendo:
La luce del Cristo che risorge glorioso
disperda le tenebre del cuore e dello spirito.
Processione
Il diacono o, in sua assenza, il sacerdote prende il cero pasquale e, tenendolo elevato, da solo canta:
Lumen Christi.
Tutti rispondono:
Deo grátias.
Oppure:
Cristo, luce del mondo.
Rendiamo grazie a Dio.
Tutti si avviano verso la chiesa: li precede il diacono (o il sacerdote) con il cero acceso. Se si usa l’incenso, il turiferario con il turibolo fumigante incede davanti al diacono.
Il canto viene ripetuto sulla soglia della chiesa e davanti all’altare. Poi si accendono le luci nella chiesa, non però le candele dell’altare.
Annunzio Pasquale
Il sacerdote, giunto all’altare, si reca alla sede. Il diacono pone il cero pasquale sul candelabro, preparato nel mezzo del presbiterio o presso l’ambone.
Il diacono o, in sua assenza, lo stesso sacerdote, dopo aver eventualmente incensato il libro e il cero, proclama il preconio pasquale dall’ambone o dal pulpito: tutti i presenti stanno in piedi e tengono in mano la candela accesa.
Esulti il coro degli angeli,
esulti l’assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.
Gioisca la terra inondata da così grande splendore:
la luce del Re eterno
ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa,
splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.
[E voi, fratelli carissimi,
qui radunati nella solare chiarezza
di questa nuova luce,
invocate con me la misericordia di Dio onnipotente.
Egli che mi ha chiamato, senza alcun merito,
nel numero dei suoi ministri,
irradi il suo mirabile fulgore,
perché sia piena e perfetta la lode di questo cero.]
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.]
V. In alto i nostri cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
R. È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta
esprimere con il canto l’esultanza dello spirito,
e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente,
e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.
Egli ha pagato per noi all’eterno Padre
il debito di Adamo,
e con il sangue sparso per la nostra salvezza
ha cancellato la condanna della colpa antica.
Questa è la vera Pasqua,
in cui è ucciso il vero Agnello,
che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.
Questa è la notte
in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell’Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.
Questa è la notte
in cui hai vinto le tenebre del peccato
con lo splendore della colonna di fuoco.
Questa è la notte
che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all’amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.
Questa è la notte
in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.
(Nessun vantaggio per noi essere nati,
se lui non ci avesse redenti.)
O immensità del tuo amore per noi!
O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!
Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa,
che meritò di avere un così grande redentore!
(O notte beata,
tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora
in cui Cristo è risorto dagli inferi.
Di questa notte è stato scritto:
la notte splenderà come il giorno,
e sarà fonte di luce per la mia delizia.)
Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe,
restituisce l’innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
(Dissipa l’odio,
piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.)
O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo
e l’uomo al suo creatore!
In questa notte di grazia
accogli, Padre santo, il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.
(Riconosciamo nella colonna dell’Esodo
gli antichi presagi di questo lume pasquale
che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio.
Pur diviso in tante fiammelle
non estingue il suo vivo splendore,
ma si accresce nel consumarsi della cera
che l’ape madre ha prodotto
per alimentare questa preziosa lampada.)
Ti preghiamo dunque, Signore,
che questo cero, offerto in onore del tuo nome
per illuminare l’oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.
Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
quella stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
In questa Veglia, vengono proposte nove letture, cioè sette dall’Antico e due (Epistola e Vangelo) dal Nuovo Testamento.
Se circostanze pastorali lo richiedono, il numero delle letture dell’Antico Testamento può essere ridotto; si abbia tuttavia sempre presente che la lettura della parola di Dio è parte fondamentale della Veglia pasquale.
Si leggono almeno tre letture dell’Antico Testamento; in casi eccezionali, almeno due.
Non si ometta mai la lettura del cap. 14 dell’Esodo.
Spente le candele, tutti seggono. Prima di iniziare la lettura della parola di Dio, il sacerdote si rivolge all’assemblea con queste parole:
Fratelli carissimi,
dopo il solenne inizio della Veglia, ascoltiamo ora in devoto raccoglimento la parola di Dio.
Meditiamo come nell’antica alleanza Dio salvò il suo popolo e, nella pienezza dei tempi, ha inviato il suo Figlio per la nostra redenzione.
Preghiamo perché Dio nostro Padre conduca a compimento quest’opera di salvezza incominciata con la Pasqua.
Prima lettura
Gen 1,1 - 2,2
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.
Dal libro della Gènesi
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque brùlichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltìplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.
Parola di Dio.
Forma breve (Gen 1, 1.26-31):
Dal libro della Gènesi
In principio Dio creò il cielo e la terra.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.
Parola di Dio.
Salmo responsoriale
Sal 103
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.
Egli fondò la terra sulle sue basi:
non potrà mai vacillare.
Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.
Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.
Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.
Orazione
Dio onnipotente ed eterno,
ammirabile in tutte le opere del tuo amore,
illumina i figli da te redenti
perché comprendano che, se fu grande all’inizio
la creazione del mondo,
ben più grande, nella pienezza dei tempi,
fu l’opera della nostra redenzione,
nel sacrificio pasquale di Cristo Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Oppure, dopo la lettura breve sulla creazione dell’uomo:
O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine
e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti,
fa’ che resistiamo con la forza dello spirito
alle seduzioni del peccato,
per giungere alla gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Seconda lettura
Gen 22,1-18
Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Parola di Dio.
Forma breve (Gen 22,1-2.9.10-13.15-18):
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Parola di Dio.
Salmo responsoriale
Sal 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Orazione
O Dio, Padre dei credenti,
che estendendo a tutti gli uomini il dono dell’adozione filiale,
moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli,
e nel sacramento pasquale del Battesimo
adempi la promessa fatta ad Abramo
di renderlo padre di tutte le nazioni,
concedi al tuo popolo di rispondere degnamente
alla grazia della tua chiamata.
Per Cristo nostro Signore.
>
Terza lettura
Es 14,15- 15,1
Gli Israeliti camminarono sull’asciutto in mezzo al mare.
Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò dietro. Andò a porsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».
Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:
Salmo responsoriale
Es 15,1-7a.17-18
Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria!
«Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!
Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar Rosso.
Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.
La tua destra, Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico.
Tu lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che per tua dimora,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani,
Signore, hanno fondato.
Il Signore regni
in eterno e per sempre!».
Orazione
O Dio, anche ai nostri tempi
vediamo risplendere i tuoi antichi prodigi:
ciò che facesti con la tua mano potente
per liberare un solo popolo dall’oppressione del faraone,
ora lo compi attraverso l’acqua del Battesimo
per la salvezza di tutti i popoli;
concedi che l’umanità intera sia accolta tra i figli di Abramo
e partecipi alla dignità del popolo eletto.
Per Cristo nostro Signore.
Oppure:
O Dio, tu hai rivelato nella luce della nuova alleanza
il significato degli antichi prodigi:
il Mar Rosso è l’immagine del fonte battesimale
e il popolo liberato dalla schiavitù è un simbolo
del popolo cristiano.
Concedi che tutti gli uomini, mediante la fede,
siano fatti partecipi del privilegio del popolo eletto,
e rigenerati dal dono del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
Quarta lettura
Is 54,5-14
Con affetto perenne il Signore, tuo redentore, ha avuto pietà di te
Dal libro del profeta Isaìa
Tuo sposo è il tuo creatore,
Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo d’Israele,
è chiamato Dio di tutta la terra.
Come una donna abbandonata
e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore.
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?
– dice il tuo Dio.
Per un breve istante ti ho abbandonata,
ma ti raccoglierò con immenso amore.
In un impeto di collera
ti ho nascosto per un poco il mio volto;
ma con affetto perenne
ho avuto pietà di te,
dice il tuo redentore, il Signore.
Ora è per me come ai giorni di Noè,
quando giurai che non avrei più riversato
le acque di Noè sulla terra;
così ora giuro di non più adirarmi con te
e di non più minacciarti.
Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né vacillerebbe la mia alleanza di pace,
dice il Signore che ti usa misericordia.
Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata,
ecco io pongo sullo stibio le tue pietre
e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta.
Farò di rubini la tua merlatura,
le tue porte saranno di berilli,
tutta la tua cinta sarà di pietre preziose.
Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore,
grande sarà la prosperità dei tuoi figli;
sarai fondata sulla giustizia.
Tieniti lontana dall’oppressione, perché non dovrai temere,
dallo spavento, perché non ti si accosterà.
Parola di Dio.
Salmo responsoriale
Sal 29
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza;
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
Orazione
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
moltiplica a gloria del tuo nome
la discendenza promessa alla fede dei patriarchi,
e aumenta il numero dei tuoi figli,
perché la Chiesa veda pienamente adempiuto
il disegno universale di salvezza,
nel quale i nostri padri avevano fermamente sperato.
Per Cristo nostro Signore.
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Quinta lettura
Is 55,1-11
Venite a me e vivrete; stabilirò per voi un’alleanza eterna
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite;
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele, che ti onora.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocàtelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Parola di Dio.
Salmo responsoriale
Is 12,2-6
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Orazione
Dio onnipotente ed eterno,
unica speranza del mondo,
tu hai preannunziato con il messaggio dei profeti
i misteri che oggi si compiono;
ravviva la nostra sete di salvezza,
perché soltanto per l’azione del tuo Spirito
possiamo progredire nelle vie della tua giustizia.
Per Cristo nostro Signore.
Sesta lettura
Bar 3,9-15.32 - 4,4
Cammina allo splendore della luce del Signore
Dal libro del profeta Baruc
Ascolta, Israele, i comandamenti della vita,
porgi l’orecchio per conoscere la prudenza.
Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica
e sei diventato vecchio in terra straniera?
Perché ti sei contaminato con i morti
e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi?
Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!
Se tu avessi camminato nella via di Dio,
avresti abitato per sempre nella pace.
Impara dov’è la prudenza,
dov’è la forza, dov’è l’intelligenza,
per comprendere anche dov’è la longevità e la vita,
dov’è la luce degli occhi e la pace.
Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è penetrato nei suoi tesori?
Ma colui che sa tutto, la conosce
e l’ha scrutata con la sua intelligenza,
colui che ha formato la terra per sempre
e l’ha riempita di quadrupedi,
colui che manda la luce ed essa corre,
l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore.
Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia
e hanno gioito;
egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!»,
e hanno brillato di gioia per colui che le ha create.
Egli è il nostro Dio,
e nessun altro può essere confrontato con lui.
Egli ha scoperto ogni via della sapienza
e l’ha data a Giacobbe, suo servo,
a Israele, suo amato.
Per questo è apparsa sulla terra
e ha vissuto fra gli uomini.
Essa è il libro dei decreti di Dio
e la legge che sussiste in eterno;
tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita,
quanti l’abbandonano moriranno.
Ritorna, Giacobbe, e accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
Non dare a un altro la tua gloria
né i tuoi privilegi a una nazione straniera.
Beati siamo noi, o Israele,
perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto.
Parola di Dio.
Salmo responsoriale
Sal 18
Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.
Orazione
O Dio, che accresci sempre la tua Chiesa
chiamando nuovi figli da tutte le genti,
custodisci nella tua protezione
coloro che fai rinascere dall’acqua del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.
Settima lettura
Ez 36,16-17a.18-28
Vi aspergerò con acqua pura e vi darò un cuore nuovo
Dal libro del profeta Ezechièle
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava la sua terra, la rese impura con la sua condotta e le sue azioni. Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato. Li ho dispersi fra le nazioni e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni.
Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti e profanarono il mio nome santo, perché di loro si diceva: “Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese”. Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che la casa d’Israele aveva profanato fra le nazioni presso le quali era giunta.
Perciò annuncia alla casa d’Israele: “Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni presso le quali siete giunti. Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.
Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”».
Parola di Dio.
Salmo responsoriale
Sal 41
Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio? .
Avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa.
Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.
Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.
Oppure (quando si celebra il Battesimo):
Da Is 12, 1-6
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Orazione
O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta,
volgi lo sguardo alla tua Chiesa,
ammirabile sacramento di salvezza,
e compi l’opera predisposta nella tua misericordia:
tutto il mondo veda e riconosca
che ciò che è distrutto si ricostruisce,
ciò che è invecchiato si rinnova
e tutto ritorna alla sua integrità,
per mezzo del Cristo,
che è principio di tutte le cose.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Oppure:
O Dio, che nelle pagine dell’Antico e Nuovo Testamento
ci hai preparati a celebrare il mistero pasquale,
fa’ che comprendiamo
l’opera del tuo amore per gli uomini,
perché i doni che oggi riceviamo
confermino in noi la speranza dei beni futuri.
Per Cristo nostro Signore.
Il sacerdote intona l’inno Gloria a Dio, che viene cantato da tutti. Si suonano le campane, secondo gli usi locali.
Colletta
O Dio, che illumini questa santissima notte
con la gloria della risurrezione del Signore,
ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione,
perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell’anima,
siano sempre fedeli al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Epistola
Rm 6,3-11
Cristo risorto dai morti non muore più.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione.
Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.