domenica 12 aprile 2020

DEI PECCATI, DEI CASTIGHI E DELLE PENITENZE



"Il divino Mosè nel sesto della Genesi dice che, vedendo Dio che la malvagità degli uomini era giunta al colmo, che le intenzioni dei cuori erano volte al male e che tutta la carne si era corrotta sulla Terra, mandò allora il Diluvio Universale che affogò tutti i viventi salvo quelli che erano sull'Arca.

E nel secondo dei Re è scritto che per il peccato di Davide Iddio mandò la peste che uccise la terza parte del suo popolo; e il profeta Ezechiele dice che, poiché il popolo si era ribellato alla volontà di Dio gli fu mandata la peste. Nel cap. 39 dell'Ecclesiastico è scritto che il fulmine, la grandine, la carestia e le malattie sono create per vendetta; similmente San Paolo dice che per colpa dei peccati giungono le avversità.

Le suddette autorità dimostrano chiaramente che Dio manda le tribolazioni e le calamità per i peccati degli uomini. Essendo dunque i peccati la causa delle avversità, e le cause maggiori sempre producono maggiori effetti, essendo le cause proporzionate con gli effetti, ne consegue che tanto maggiori sono i peccati tanto maggiori le avversità; e le calamità di oggi esistono a causa dei grandi peccati della nostra epoca e non mi sarà difficile provarlo essendo a tutti note le scelleratezze pubbliche che generalmente si commettono senza rispetto di Dio, dei Santi e della Religione e anche senza il rispetto del proprio onore. [...] Oggi la ricchezza, il fasto e le pompe sono a tal livello che essendo le spese di molto superiori ai guadagni e alle entrate si susseguono danni e rovine nelle case, nelle famiglie e per gli eredi.
Non si vede che per l'ingordigia di possedere le cose si commettono ogni genere di inganni, frodi, rapine, simonie, usura, furti ed altre perverse azioni; oggi gli uomini sono così libidinosi senza rispetto per l'onore di Dio, del parente, del compagno o dell'amico, non si nascondono le pubbliche fornicazioni, stupri, adulteri, incesti e sacrilegi e ogni altro nefandissimo atto di lussuria. La crapula e l'ubriachezza sono così in uso che Sileno e Bacco sono di gran lunga inferiori agli odierni crapulatori; l'invidia, l'ira, le contese, le inimicizie, le risse e le discordie sono così tante fra gli uomini che contro ogni legge divina, mondana e naturale, privi di umanità, si danno ferite e spargimenti di sangue e si commettono pubblici e segreti omicidi, tradimenti e assassinii, non risparmiando alcuna empietà verso la vita, l'onore o le cose del prossimo.
Anche le opere sante sono poste in oblio, non si hanno più compassione e amore per gli afflitti, la carità si è tramutata in crudeltà; i templi e le cose sacre sono profanati, la santa religione e i religiosi perseguitati, l'onore della Santa Chiesa calpestato, le sante istituzioni dilaniate e ogni malvagità viene condonata. Non sono forse queste, potentissime cause, che ci chiamano contro la giustissima ira di Dio e che ci meritano una universale distruzione del seme umano, non meno della stirpe di Noè, se la infinita misericordia non ci sovvenisse a farci umili e penitenti dei tanti errori commessi?
[…]
Intendo ora scrivere i rimedi ai sopraddetti mali attesi per gli anni a venire.
E' scritto in Ezechiele: se l'empio si convertirà vivrà di vita vera. E nel primo dei Proverbi: fate penitenza dei vostri peccati e non avrete la rovina di calamità e pestilenze. E nel secondo dei Paralipomeni si dice: se manderò al popolo le tribolazioni e si convertirà io l'esaudirò dal Cielo. E San Paolo ci avvisa che Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Queste autorità ci certificano che abbandonando il peccato Dio ci libera da ogni afflizione promessa e di ciò ne è vero esempio il libro di Giona che profeta contro Ninive che, con la penitenza, revoca il flagello annunciato.
[…]
Se ostinatamente si vorrà ancora perseverare nelle attuali e abominevoli scelleratezze non si potrà resistere alle rovine e alle calamità descritte in questi Pronostici e ancora peggio; se al contrario con vera compunzione e cordiale contrizione si farà penitenza dei passati errori, con ferma intenzione per l'avvenire di non tornare più al vomito e al peccato, e con ardente carità si cercherà di adempiere alle sante opere di misericordia sia spirituali che temporali sarà certo che l'Unica Fonte di Pietà perdonerà gli errori commessi, rimuoverà le future calamità e ci renderà mondi al cospetto del Padre Eterno perchè maggiore è la sua misericordia rispetto alla nostra iniquità”.

Michele Nostradamus

Il Castigo di Dio è l'Abbandono di Dio che permette che l'uomo vada incontro alle estreme conseguenze delle proprie azioni onde comprendere i propri errori e pentirsi degli stessi emendando la propria vita.
Se l'uomo, personalmente e socialmente, irride Dio, lo insulta e disconosce e lo allontana da se credendosi sufficiente a se stesso, o peggio ancora lo tradisce fingendosi suo discepolo ecco che attira il giusto castigo, ovvero l'abbandono.
Senza Dio la natura prende il sopravvento, sia quella umana afflitta dal peccato originale ed aizzata dal tentatore, sia quella dei fenomeni terrestri. In balia di queste forze, dinanzi al fallimento della scienza, l'uomo che ripudia Dio finisce per tornare ad essere pagano. Sopraffatto da crisi sociali, belliche, sanitarie o naturali come i terremoti finisce per sentirsi schiacciato da eventi non dominabili, senza speranza di fede, e si abbandona alla violenza verso gli altri o verso se stesso con il suicidio disperato.
Solo il pentimento salva, ricreando il perduto equilibrio fra Creatore e creatura, guarendo la ferita spirituale dell'uomo e permettendo ad un cuore ridivenuto docile di ascoltare la voce di Dio, il suo richiamo.
In questo tempo di chiese chiuse e Sacrificio se non interrotto quantomeno eclissato il mondo si trova sull'orlo della catastrofe. Qualche voce flebile comincia ad alzarsi, ma molto più fragorose sono le voci degli increduli, maldestri adoratori della Scienza, che ancora non sanno cosa li aspetta.
La descrizione del tempo di Nostradamus è sostanzialmente la descrizione del nostro tempo.

Se ostinatamente si continuerà a tradire il Signore, a rinnegarlo e ad irriderlo, fra non molto penseremo a questi giorni di “lockdown” come ad una salutare e riposante vacanza.

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