sabato 18 luglio 2020

I requisiti per diventare pastore e fare carriera nelle Chiese massonizzate


OGNI VOLTA CHE SENTITE QUESTE CASTRONERIE SULLA BIBBIA SCAPPATE A GAMBE LEVATE! IL DEMONIO E' SUBDOLO.... 

Ecco quello che i massoni con il grembiule e quelli senza il grembiule hanno stabilito affinché tu possa diventare pastore nella denominazione che essi stanno dirigendo: «Non devi credere che la Bibbia è la Parola di Dio, ma devi credere che è piena di errori, leggende, miti, e favolette e idee superstiziose. Non devi predicare l’Evangelo che predicava Paolo, e non devi insegnare la dottrina che Paolo trasmetteva alle Chiese, ma il vangelo e la dottrina della nostra denominazione. Dimentica l’ira di Dio e le vendette di Dio di cui parla la Bibbia, dimentica sia l’Ades che lo stagno ardente di fuoco e di zolfo, come anche il giorno del giudizio. Elimina dal tuo vocabolario parole come ravvedimento, conversione, salvezza, peccato, trasgressione, espiazione e propiziazione, spargimento di sangue. Predica che Dio ama tutti, che non odia e non castiga nessuno e alla fine salverà tutti o quasi tutti. Esalta l’uomo, metti al centro di tutto l’uomo e il suo «libero arbitrio», affinché le Chiese disprezzino l’idea di un Dio che guida i passi dell’uomo, che regna sulle nazioni, che fa tutto quello che gli piace, che fa grazia a chi Lui vuole fare grazia. Non devi prendere ad esempio l’apostolo Paolo, ma i dirigenti della nostra denominazione. Devi quindi amare il mondo e le cose che sono nel mondo, devi amare la sapienza di questo mondo, devi essere vanaglorioso e superbo in cuore tuo, arrogante, e soprattutto astuto e bugiardo, pronto a falsificare la Parola e a contorcere le Scritture e compiere ogni azione disonesta e sleale e ingiusta a danno di chicchessia per amore della nostra denominazione. Devi odiare la santificazione con tutto il tuo cuore, e devi farla odiare alle Chiese. Se farai così avrai assicurato il pastorato e farai sicuramente carriera in mezzo a noi».


Massoneria e Cosa nostra, un antico patto

IN ONORE E RICORDO DI DUE GRANDI UOMINI DI GIUSTIZIA: GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO. UN CONTRIBUTO RICCO DI SPUNTI IMPORTANTI PER NON DIMENTICARE IL LORO PREZIOSO LAVORO....

Flash mob per Falcone e Borsellino: 23 maggio 2020


I rapporti tra massoneria e mafia risalgono già al periodo della seconda guerra mondiale, quando il ‘pastore’ protestante Frank Bruno Gigliotti, massone ed agente dell’OSS (poi CIA), preparò lo sbarco in Sicilia degli alleati attraverso i rapporti con la mafia e la massoneria. Quindi la massoneria siciliana ha avuto un ruolo ‘fondamentale, insieme a elementi della mafia, nel preparare lo sbarco degli Alleati in Sicilia’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 37). Ma questi rapporti sono proseguiti nel tempo e si sono rafforzati.

L’ex Gran Maestro del GOI Giuliano Di Bernardo racconta che mentre era Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Armando Corona (1982-1990), siccome Corona fece riscrivere i regolamenti interni, le costituzioni del GOI, trasformando – come dice lui – ‘la massoneria in una specie di società per azioni in cui la giunta è diventata un consiglio d’amministrazione’ (Ibid., pag. 35), avvenne che la massoneria americana tolse il riconoscimento al GOI, e a questo punto rivela dei particolari a dir poco inquietanti: ‘La riforma della costituzione massonica voluta da Corona fece perdere al Grande Oriente il riconoscimento da parte della massoneria americana. I gran maestri regionali, soprattutto del Sud, che erano molto irritati, avevano rapporti molto stretti con la Gran Loggia di New York. Quindi anche con la mafia, infiltrata nella famosa loggia Garibaldi: un concentrato di esponenti dell’area grigia tra massoneria e malavita. Ricordo che una volta, quando andai in visita a quella loggia, pensai di avere intorno a me tutti i capi di Cosa nostra in America’ (Ibid., pag. 36-37).

Altre concrete prove sui rapporti tra Massoneria e Mafia provengono dal processo sull’omicidio di Roberto Calvi, infatti nella requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo ‘Omicidio di Roberto Calvi’, si legge a proposito di Angelo Siino, ex «ministro dei lavori pubblici» di Cosa nostra ed ora collaboratore di giustizia: «Gran Maestro dell’Oriente di Palermo della loggia massonica Camea, con il grado di trentatré, Angelo Siino ha riferito di aver incontrato per caso Roberto Calvi a Santa Margherita Ligure all’interno della sede della loggia, una chiesa sconsacrata, adibita a tempio massonico, mentre stava parlando con l’allora Gran Maestro della loggia, Aldo Vitale, personaggio importante in quella zona, medico condotto. Siino si era recato a Santa Margherita con Giacomo Vitale, cognato di Stefano Bontate, massone parimenti appartenente alla loggia Camea» (Requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo «Omicidio di Roberto Calvi», Procura della Repubblica, Tribunale di Roma, P.p. 13034/95 RG Noti, Roma, 9 Marzo 2007, parte I, p. 106; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 544). Siino descrisse quell’incontro in questa maniera: ‘Aldo Vitale, sempre espansivo, gentile ed accogliente nei suoi confronti, gli aveva detto di ‘aspettare un attimo’. Si era meravigliato ed aveva domandato al suo accompagnatore ‘ma chi è questo che è in compagnia di Vitale?’. Questi gli aveva risposto che era Calvi, ‘un banchiere di Milano’ ‘un personaggio importante’, ‘anche perchè gestisce dei soldi nostri’. Aveva usato il plurale maiestatis per fargli intendere che ‘gestiva dei soldi di Cosa nostra’. Nell’occasione, aveva detto che gestiva anche denaro di altri. Aveva usato l’espressione ‘e non solo’. Si era meravigliato del fatto che Aldo Vitale conoscesse Roberto Calvi. Era, però, un personaggio importante, anche amico di Licio Gelli, circostanza che aveva potuto constatare personalmente’ (Requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo «Omicidio di Roberto Calvi», Procura della Repubblica, Tribunale di Roma, P.p. 13034/95 RG Noti, Roma, 9 Marzo 2007, parte I, p. 106; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 544-545).

Oltre al Siino, anche un altro ex mafioso ora collaboratore di giustizia che si chiama Gioacchino Pennino è un massone, infatti nella requisitoria si legge a suo proposito: «Uomo d’onore riservato, medico specialista, Gioacchino Pennino ha fatto parte di una loggia appartenente all’obbedienza di Palazzo Giustiniani e, prima ancora, sin dagli anni Sessanta, all’ordine di Rito Scozzese antico e accettato di cui era Gran Sovrano il principe Giovanni Alliata di Monreale, che aveva sede a Roma, in via del Gesù, e che si rifaceva alla loggia del Mondo di Washington. Negli anni Sessanta aveva ricevuto il titolo massonico di ‘dumitis’ dell’Ordine del gladio e dell’aquila» (Verbale del 12 aprile 2006, Procedimento penale n. 13034/95 RG Noti, p. 8; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 545-546), ed ha rivelato delle cose sulla massoneria che vale la pena trascrivere: ‘Il principe Gianfranco Alliata è appartenuto alla famiglia mafiosa di Brancaccio e, al contempo, ha rivestito il ruolo di Grande Sovrano della massoneria di piazza del Gesù, con il ruolo di sovrano dell’ordine di Rito scozzese antico ed accettato, che aveva come riferimento il duca di Kent, la Gran Loggia Unita di Inghilterra e, in America, la loggia del Mondo di Washington. E’ stato uno dei mandanti della strage di Portella delle Ginestre per conto del partito monarchico e della massoneria. Facevano parte di questa massoneria Michele Sindona e Antonino Schifando; ed era frequentata da alcuni associati a Cosa nostra, quali Angelo Cosentino, responsabile della famiglia di Santa Maria del Gesù a Roma, con il ruolo di capo decina; da Giuseppe Calò e Luigi Faldetta. Aveva appreso le circostanze sull’appartenenza e le frequentazioni massoniche di questi boss nel corso degli anni, da Stefano Bontate e dal cognato Giacomo Vitale, entrambi defunti e massoni. Non era in grado di precisare a quale massoneria apparteneva Bontate. Giacomo Vitale, dapprima, apparteneva alla massoneria di piazza del Gesù e, successivamente, aveva aderito alla Camea, loggia di origine ligure, con alcune logge in Sicilia e a Palermo soprattutto. Gianfranco Alliata aveva presentato Michele Sindona a Stefano Bontate» (Ibidem).

E proseguiamo, perchè di prove ce ne sono altre molto importanti. Infatti nell’aprile del 1986 la squadra mobile di Trapani fece irruzione nel Centro, situato in via Carreca, sequestrando gli elenchi di sette logge massoniche (circa 200 gli iscritti). Dopo un attento esame si scoprì che una delle sette logge era ‘coperta’ e i suoi quasi cento affiliati non erano presenti in alcun elenco o registro ufficiale. Dopo qualche settimana emersero i primi nomi degli affiliati segreti: funzionari del comune e della provincia, un burocrate della prefettura, imprenditori edili, commercianti, un famoso deputato della Democrazia Cristiana, e boss mafiosi. Il giornalista Attilio Bolzoni scrisse allora su La Repubblica: «Alcuni ‘fratelli’, ammette un investigatore, oltre ad essere in buoni rapporti con i boss, occupano posti importanti nella Pubblica amministrazione. Altri, forse, hanno anche in mano le chiavi della città … Un sospetto inquietante’ (La Repubblica, 3 Dicembre 1986).
Di quel Centro si occupò pure la Commissione parlamentare antimafia. Nel resoconto stenografico della seduta del 4 dicembre 1992, che era presieduta dall’onorevole Luciano Violante si legge: ‘Nell’aprile del 1986 la magistratura trapanese dispose il sequestro di molti documenti presso la locale sede del Centro studi Scontrino. Il centro studi, di cui era presidente Giovanni Grimaudo – con precedenti penali per truffa, usurpazione di titolo, falsità in scrittura privata e concussione – era anche la sede di sei logge massoniche: Iside, Iside 2, Osiride, Ciullo d’Alcamo, Cafiero ed Hiram. L’esistenza di un’altra loggia segreta, trovò una prima conferma nel rinvenimento, in un’agenda sequestrata al Grimaudo, di un elenco di nominativi annotati sotto la dicitura ‘loggia C’; tra questi quello di Natale L’Ala, capomafia di Campobello di Mazara. Nella loggia Ciullo d’Alcamo risultano essere stati affiliati: Fundarò Pietro, che operava in stretti rapporti con il boss mafioso Natale Rimi; Pioggia Giovanni, della famiglia mafiosa di Alcamo; Asaro Mariano, imputato nel procedimento relativo all’attentato al giudice Carlo Palermo». La relazione della Commissione antimafia dice ancora quanto segue: «Nel procedimento trapanese contro Grimaudo vari testimoni hanno concordato nel sostenere l’appartenenza alla massoneria di Mariano Agate; dagli appunti rinvenuti nelle agende sequestrate al Grimaudo risultano poi collegamenti con i boss mafiosi Calogero Minore e Gioacchino Calabrò, peraltro suffragati dai rapporti che alcuni iscritti alle logge intrattenevano con gli stessi. Alle sei logge trapanesi ed alla ‘loggia C’ erano affiliati amministratori pubblici, pubblici dipendenti (comune, provincia, regione, prefettura), uomini politici (l’onorevole Canino ha ammesso l’appartenenza a quelle logge, pur non figurando il suo nome negli elenchi sequestrati), commercialisti, imprenditori, impiegati di banca. Gli affiliati a questo sodalizio massonico interferivano sul funzionamento di uffici pubblici, si occupavano di appalti e di procacciamento di voti in occasione delle competizioni elettorali, tentavano di favorire posizioni giudiziarie e di corrompere appartenenti alle forze dell’ordine amici. Il Grimaudo risulta aver chiesto soldi agli onorevoli Canino (Dc) e Blunda (Pri) per sostenerne la campagna elettorale; la moglie di Natale L’Ala ha testimoniato che, su richiesta del Grimaudo, il marito si attivò per favorire l’elezione degli onorevoli Nicolò Nicolosi (Dc) e Aristide Gunnella (Pri)» (Commissione parlamentare antimafia, resoconto stenografico della seduta del 4 dicembre 1992 [n. 38, XI legislatura] presieduta dall’onorevole Luciano Violante, pp. 1833-1834; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 561-562), e riferisce pure: «Particolare rilevanza assume, infine, nel contesto descritto, il rapporto di Grimaudo con Pino Mandalari. Mandalari fu arrestato nel 1974 per favoreggiamento nei confronti di Leoluca Bagarella e nel 1983, fu imputato con Rosario Riccobono. E’ legato a Totò Riina e socio fondatore nel 1974, con il mafioso Giuseppe Di Stefano, della società Stella d’Oriente di Mazara del Vallo, della quale fece parte dal 1975 Mariano Agate. Della società facevano parte parenti del boss camorristico Nuvoletta, membro di Cosa nostra. Mandalari è un esponente significativo della massoneria e riconobbe, nel 1978, le logge trapanesi che facevano capo a Grimaudo» (Ibidem; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 562-563). Il giornalista Antonio Nicaso definisce il Mandalari ‘il commercialista di Totò Riina’ e ‘Gran Maestro dell’Ordine e Gran Sovrano del Rito scozzese antico e accettato, un uomo al centro di mille sospetti e di altrettanti misteri’ (in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 533).

Anche negli atti del processo Dell’Utri emergono collusioni tra la Massoneria e la Mafia, infatti nella lunga requisitoria pronunciata dai pubblici ministeri Antonio Ingroia e Nico Gozzo nel corso di diverse udienze viene detto dai pm: «Il tema della massoneria è centrale in questa parte della requisitoria che riguarda la fine degli anni ’70. E’ fondamentale per l’associazione mafiosa, e specie per Bontate, che voleva svezzare Cosa nostra ed introdurla ancora di più negli ambienti che contano. Tramite la massoneria viene acquisita una serie di contatti […]. La massoneria – ed in particolare proprio Licio Gelli, fondatore della loggia massonica coperta Propaganda 2 – in quel periodo si trova al centro di una serie di interessi, che avevano come propri terminali associati mafiosi» (Testo della requisitoria relativa al procedimento penale numero 4578/96 N.R. nei confronti di Gaetano Cinà e Marcello Dell’Utri, pubblicato in Peter Gomez e Marco Travaglio, L’amico degli amici, Rizzoli-Bur, Milano 2005, p. 227). Ed in effetti, come dice Ferruccio Pinotti, ‘in Sicilia, tra il 1976 e il 1980, i mafiosi fanno a gara per entrare nella massoneria. Cosa nostra offre ai massoni l’efficacia della propria macchina militare, ma soprattutto una formidabile carta di pressione politica: il denaro. I massoni offrono ai boss i canali legali per riciclare e investire i soldi, i contatti politici giusti per concludere grandi affari e i magistrati adatti per l’«aggiustamento» dei processi. Le logge, negli anni Ottanta, fioriscono. Solo a Palermo, dopo la Camea, la Armando Diaz, la Normanni di Sicilia. Nella sola Sicilia all’epoca si contano più di centosettanta logge’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 576).
Questa commistione tra Massoneria e Mafia è stata confermata dal collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara, l’ex capo mafioso di Castelvetrano (Trapani). Ecco infatti cosa riporta la requisitoria del PM Tescaroli (nel processo sull’omicidio di Calvi) sulle sue dichiarazioni in merito ai rapporti tra mafia e massoneria: «Appare utile, per poter apprezzare l’attendibilità delle sue dichiarazioni dibattimentali, riportare quanto ha riferito Calcara sui temi d’interesse del presente processo. In data 2.12.1992, ha riferito: ‘Voglio adesso parlare di un argomento del quale avevo già iniziato a parlare con il Giudice Borsellino ma solo a voce. E con il quale avevamo rimandato la verbalizzazione di tali fatti. Esiste infatti un grosso collegamento tra la Loggia Massonica di Castelvetrano, Campobello e Trapani e l’organizzazione mafiosa che milita in quella zona. Infatti il Vaccarino è un massone, e anche l’avv. Pantaleo di Campobello. Voglio essere molto preciso nel parlare di queste cose perchè chiaramente sono cose molto delicate. So per certo che molti uomini d’onore delle famiglie di cui ho parlato sono appartenenti alle Logge Massoniche. Una volta il Vaccarino parlando di tale argomento, mi disse che la Massoneria era una cosa grande, più grande di noi. E mi disse che il suo piacere era che io facessi parte di tale organizzazione. Fu lo stesso Vaccarino a dirmi che lo Schiavone è massone e nell’ambito delle famiglie si diceva che anche il giudice Carnevale era massone. Ricordo, che una volta mi recai a Roma e lì andai a trovare lo Schiavone il quale mi accompagnò a Montecitorio perchè io dovevo consegnare per conto di Pantaleo una grande busta sigillata, da consegnare a mano all’on.le Miceli dell’Msi. A Montecitorio la Segreteria dell’on.le Miceli mi disse che l’onorevole non era in sede. Io allora uscii da Montecitorio (fuori mi aspettava lo Schiavone) e chiamai per telefono il Pantaleo che mi aveva consegnato la busta. Questi mi disse di consegnarla allo Schiavone. Di tali fatti chiesi spiegazione al Vaccarino che mi disse: ‘Cose di Massoni’ e in quell’occasione aggiunse che parlavano di una cosa più grande di noi. Sono argomenti estremamente difficili e delicati perchè di difficile riscontro. Bisogna anche considerare che i probabili anzi più che probabili elenchi dopo tutti questi fatti siano stati occultati. Ricordo che il giorno prima che Borsellino morisse, conversammo, per telefono; Borsellino in quella occasione mi disse che dovevamo vederci presto per parlare di quelle ‘cose importanti’ e chiaramente intendeva riferirsi a quei discorsi sulla Massoneria che insieme avevamo fatto. Voglio aggiungere sull’argomento che ho anche sentito dire che l’on.le Culicchia era massone e comunque ribadisco che moltissimi uomini d’onore delle famiglie di cui ho parlato fanno parte della Loggia Massonica e ciò perchè per la realizzazione di determinati traffici tale condizione li aiutava, e anche per quello che è la vita sociale in genere. Voglio però precisare che non intendo affermare che, per quanto a mia conoscenza, il semplice fatto di essere massone significhi essere legato all’organizzazione mafiosa. Certo è comunque, come ho già detto, che i mafiosi che fanno parte della Loggia Massonica evidentemente ne ricevevano i loro vantaggi» (Requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo «Omicidio di Roberto Calvi», Procura della Repubblica, Tribunale di Roma, P.p. 13034/95 RG Noti, Roma, 9 Marzo 2007, parte II, pp. 288-289; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 585-586).


Come ha scritto giustamente un giornalista su La Repubblica: «Le affiliazioni massoniche offrono all’organizzazione mafiosa uno strumento formidabile per estendere il proprio potere per ottenere favori e privilegi in ogni campo, sia per la conclusione di grandi affari sia per l’aggiustamento di processi, come hanno rilevato numerosi collaboratori della giustizia’ (La Repubblica, 23 aprile 1993). E io aggiungo, non solo all’organizzazione mafiosa, ma anche a quei pastori evangelici corrotti che si affiliano alla massoneria – non importa se a logge ufficiali o coperte – per ricevere ‘aiuti’ dai criminali, che poi loro puntualmente presenteranno alle loro Chiese come aiuti provenienti da Dio! E di cosa bisogna meravigliarsi sapendo quanta corruzione e malvagità esiste nelle denominazioni evangeliche e che ci sono pastori in esse che si alleerebbero pure con il diavolo in persona per perseguire i loro interessi personali? Questi sono tra quei pastori amici di malfattori, che cercano il loro proprio interesse e non ciò che è di Cristo, e di cui il profeta Isaia dice: “I guardiani d’Israele son tutti ciechi, senza intelligenza; son tutti de’ cani muti, incapaci d’abbaiare; sognano, stanno sdraiati, amano sonnecchiare. Son cani ingordi, che non sanno cosa sia l’esser satolli; son dei pastori che non capiscono nulla; son tutti vòlti alla loro propria via, ognuno mira al proprio interesse, dal primo all’ultimo. ‘Venite’, dicono, ‘io andrò a cercare del vino, e c’inebrieremo di bevande forti! E il giorno di domani sarà come questo, anzi sarà più grandioso ancora!’” (Isaia 56:10-12). Guai a loro!

La commistione tra Massoneria e mafia in Sicilia è tale che dopo le stragi di Capaci e di Via d’Amelio, avvenute nel 1992, in cui furono uccisi dalla mafia i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ‘il professor Orazio Catarsini, uno dei massimi esponenti del mondo accademico, presidente del collegio dei Maestri Venerabili, sottopone ai confratelli delle logge un documento di condanna delle stragi, ma il documento non passa’ (http://www.alfiocaruso.com/milano_ordina.html).


L’ex Gran Maestro del GOI Giuliano Di Bernardo, a tale proposito, ‘ha raccontato al Procuratore di Palmi che, in una riunione del Collegio dei Gran Maestri delle logge siciliane, il 26 luglio 1992, il suo presidente, il professor Catarsini «aveva ritenuto opportuno far approvare un documento che attestasse la presa di posizione della massoneria rispetto alla mafia, anche alla luce dei gravi fatti accaduti con l’uccisione di Falcone e Borsellino. Subito dopo la riunione, Catarsini mi telefonò alle Canarie» ricorda Di Bernardo «dove mi trovavo in vacanza, comunicandomi, turbato, la mancata approvazione del documento, che lo aveva disorientato e non sapeva come interpretare»’ (Francesco Forgione & Paolo Mondani, Oltre la cupola: massoneria mafia politica, pag. 211).

Tratto dal libro “La massoneria smascherata” di G. Butindaro

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"Un vero e proprio potere parallelo in grado di inquinare l'attività amministrativa e la gestione della cosa pubblica": è quanto emerso dall'informativa redatta da Questura e Procura di Trapani, i cui passaggi sono stati pubblicati, martedì 31 maggio 2016, dall'edizione palermitana di Repubblica.

Dal report emergerebbe una diffusione pressoché capillare delle logge massoniche - segrete o scoperte - sul territorio trapanese: 19, e di diverse obbedienze, in tutta la provincia, per un totale di 460 iscritti su 400mila abitanti — tra cui boss, membri delle forze dell'ordine, funzionari di prefettura, medici, imprenditori, politici, amministratori.

Ben sei di queste logge sarebbero attive nel territorio di Castelvetrano, il paese d'origine di Matteo Messina Denaro, l'ultimo grande latitante di Cosa Nostra. Il comune siciliano risulta essere quello con più iscritti, in proporzione alla popolazione: c'è la Loggia Italo Letizia 345, la Loggia Demetra, la Loggia Enoch, la Loggia Oriente, la Francisco Ferrer, la Hypsas.

Tra i "fratelli" delle logge di zona - la Iside 2, tra le più note - emerge infatti il nome dell'ex ministro Calogero Mannino, la stessa frequentata da boss mafiosi del calibro di Mariano Agate, Natale L'Ala, Gioacchino Calabrò e Antonino Melodia.

Se vi state chiedendo ancora chi protegge e nasconde certi personaggi da qui avrete tutte le risposte....

P. C.

Riferimenti:



VEDI ANCHE:

MAFIA ESERCITO DELLA C.I.A., SPUNTANO LE PROVE


(di Giuseppe Barcellona)
20/03/17 


Nel 1942 la guerra pendeva dalla parte dei nazifascisti, il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt non dormiva sogni tranquilli; i sottomarini di Hitler erano appostati poco fuori la baia di Hudson pronti a silurare qualunque convoglio che dall’America partisse a sostegno degli alleati d’oltreoceano, i cittadini della grande mela osservavano preoccupati l’ammasso di ferraglia e residui oleosi che si estendeva lungo tutta la baia, testimonianza dell’efficacia militare dei nazisti probabilmente supportati da un’efficace rete di spionaggio di immigrati tedeschi e soprattutto italiani, specie quelli di origine siciliana che avevano in mano la flottiglia di pescatori del porto.

Quando venne appiccato un incendio all’interno della baia al transatlantico Normandie (foto), il presidente andò su tutte le furie, convocò il comandante della Marina Militare Haffenden e fu categorico: “A qualunque costo dobbiamo cambiare il corso della guerra”.

Haffenden convocò gli informatori dei servizi segreti i quali all’unisono gli indicarono i mangia spaghetti quali responsabili dei recenti eventi bellici, erano loro a rifornire gli U-Boot nazisti appostati poco fuori le acque territoriali americane ed i pescatori quasi tutti siciliani a fornire indicazioni sulla data di partenza dei vari convogli.


Il porto di New York era tutto in mano alla mafia siciliana, Lucky Luciano (foto apertura), il capo dei mammasantissima, era stato arrestato ed erano stati presi provvedimenti durissimi verso l’organizzazione criminale che poteva vantare centinaia di migliaia di affiliati e fiancheggiatori in tutto il Nord America; questa era la vendetta dei siculo americani verso il governo degli Stati Uniti.

Haffenden aprì immediatamente un canale con Lucky Luciano e si pervenne ad un accordo segreto; immediatamente fu smantellata la rete di spionaggio e nessun sommergibile tedesco si avvicinò più alla rada del fiume Hudson; in cambio la mano nera americana vide allentarsi il cappio del governo centrale.

Cominciò così il connubio mafia-servizi segreti americani e quando l’estate successiva si dovette pianificare lo sbarco alleato in Europa i vertici militari americani non ebbero dubbi sulla scelta; in Sicilia le famiglie mafiose avevano radici solide ed attendevano con ansia la fine del fascismo per tornare ai fasti di un tempo; quando Lucky Luciano chiamò a raccolta tutte le famiglie d’America e di Sicilia fu un plebiscito di consensi e lo sbarco, pianificato dagli Yankee con l’ausilio di migliaia di picciotti fu un successo.

In cambio di questo appoggio il governo americano promise il governo dell’isola, la nomina di sindaci, funzionari, amministratori appartenenti alle famiglie mafiose; un segno di riconoscenza verso i padrini ma anche la costituzione di un avamposto americano nel mediterraneo in previsione della disputa con l’Unione Sovietica di Stalin.


Erano i tempi in cui il braccio destro di Winston Churchill definì il maresciallo Tito “Un mascalzone, ma il nostro mascalzone” ed il leader britannico liquidò le rimostranze di un suo funzionario sul futuro dei Balcani così “Ha per caso intenzione di trasferirsi in Jugoslavia nei prossimi anni?”

Insomma a qualunque costo si doveva fermare l’avanzata rossa in Europa, così nacque in Italia il connubio Democrazia Cristiana-mafia, un progetto anticomunista costantemente supportato dai vari governi stelle e strisce che sarebbe durato fino alla caduta del muro di Berlino; in questa operazione segreta (ma non tanto) che durò quasi quarant’anni gli americani hanno sperimentato le tecniche di infiltrazione in un paese straniero, concetto poi esteso ad altre nazioni dove gli americani hanno esteso la loro influenza, spesso con azioni militari più eclatanti.

In Italia grazie alla mafia sono riusciti ad arrivare alla politica, ancora oggi molti si chiedono come è stato possibile un così stretto connubio tra due realtà che in teoria avrebbero dovuto essere antitetiche, a distanza di anni sono arrivate le ammissioni da parte degli uomini della C.I.A., ed in una certa parte sono spuntati i documenti che comprovano questa scottante verità.

William Colby ex capo della C.I.A. in una intervista rilasciata a Gianni Bisiach ha riconosciuto l’incredibile errore del governo americano che ha stretto rapporti troppo stretti con l’organizzazione criminale italiana condizionando in negativo la storia del paese, segnatamente della Sicilia.

“Noi abbiamo avuto rapporti con la mafia, questo è stato un terribile errore”, la clamorosa ammissione dell’ex capo C.I.A. riscrive la storia, il potere enorme concesso alla mafia nell’immediato dopoguerra è stato il terreno di coltura di una pletora di criminali che hanno insanguinato l’isola del mediterraneo condizionandone in negativo lo sviluppo e la storia, i Bontate, i Riina, i Provenzano, i Badalamenti, i Leggio, si formano in quegli anni di impunità garantita per legge dallo stato italiano.

Si, per legge, oggi possiamo affermarlo.

Sepolta tra cumuli di polvere, dimenticata (volutamente) negli archivi segreti, riaffiora dal passato il documento incriminante, quello che ha condannato a morte la Sicilia e con essa l’Italia ad un quarantennio di mafia e di connubio tra istituzioni e malavita e del quale ancora oggi non riusciamo a liberarci, perché dopo la Democrazia Cristiana venne un imprenditore milanese ed i successori di costui coinvolti in scandali di corruzione infinita sembrano gli ideali continuatori di una storia che cominciò tanti anni fa.


Ne parlò il presidente della Commissione Antimafia Carraro il 20 giungo 1974 rivolgendosi al ministro degli esteri Aldo Moro: “La commissione è stata informata dell’esistenza di un documento, fino ad ora non reso pubblico, che sarebbe allegato all’articolo 16 del trattato di armistizio (l’armistizio lungo) stipulato nel 1943 tra l’Italia e le potenze alleate. Poiché detto documento- che conterrebbe l’indicazione di numerosi elementi mafiosi cui sarebbe stata assicurata l’impunità- si rivela di enorme interesse ai fini della ricostruzione del fenomeno mafioso in Sicilia …, la Commissione ha deliberato di acquisirlo agli atti”.

Si fa riferimento all’armistizio siglato da Badoglio ed Eisenhower il 29 settembre 1943 a Malta, ma dalla ricerca negli archivi che ne susseguì si scoprì la strana mancanza di questa postilla, ovviamente da allora non se ne parlò più, la carriera di Carraro venne stroncata all’istante.

Ma nel trattato di pace stipulato a Parigi nel febbraio 1947 l’articolo 16 imposto dagli Stati Uniti recita così: “L’Italia non perseguirà, ne disturberà i cittadini italiani, particolarmente i componenti delle Forze Armate, per il solo fatto di avere, nel corso del periodo compreso tra il 10 giungo 1940 e la data dell’entrata in vigore del presente Trattato, espresso la loro simpatia per la causa delle potenze Alleate ed Associate od avere condotto un’azione a favore di detta causa”.

Il riferimento ai civili e non ai soli militari non lascia dubbi, si tratta dei mafiosi e di tutta la pletora di massoni, ex-fascisti ed anticomunisti riuniti dai servizi segreti americani nel complotto anticomunista.

L’impunità di cui ha goduto la mafia è presto spiegata, quella stessa impunità che oggi hanno ereditato i politici italiani, specie quelli coinvolti negli scandali legati alla corruzione; dunque non deve sorprendere l’andazzo delle cose italiche, in Italia l’impunità è legge, il nostro paese è una vasta area criminale dove gli americani in mezzo secolo e le multinazionali oggi imperversano indisturbate.


Negli anni che seguirono il dopoguerra la C.I.A. (costituita daTruman nel 1947, riformando l'Office of Strategic Services, ndr) fidelizzò i picciotti della mafia anche in altre operazioni militari e paramilitari, celeberrima l’operazione Mongoose nota anche come The Cuban Project dove è provato il coinvolgimento di un piccolo esercito di picciotti che avrebbero dovuto spazzare via Fidel Castro; l’operazione fallì miseramente e John Fitzgerald Kennedy abbandonò sull’isola i siculo americani che vennero successivamente rimpatriati in cambio di viveri, trattori e medicine.

La mafia se la legò al dito. Nella ricostruzione di Gianni Bisiach nel suo libro “Il presidente, la lunga storia di una breve vita” sono evidentissime le prove che collegano l’assassinio di tutti e due i Kennedy alla mala siciliana, segnatamente nelle figure dei boss Sam Giancana e Charles Nicoletti; si tratta di personaggi legati a doppio filo alla C.I.A. opportunamente tolti di mezzo assieme ad un’infinità di testimoni morti in circostanze strane poco prima di deporre nelle aule dei tribunali.

Si arriva al Golpe Borghese in Italia nel 1970, vi sono prove certe del coinvolgimento della mafia nelle operazione militari del golpe fallito, prove innegabili nel libro di Camillo Arcuri, Colpo di Stato; si parla di migliaia di picciotti armati di tutto punto; da chi?

Si arriva alle stragi del 92, due magistrati siciliani stavano arrivando alle alte sfere del connubio stato mafia, l’esplosivo utilizzato in ambedue le stragi era di tipo militare e di produzione americana o inglese; un’altra incredibile coincidenza.

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Sabato 18 Luglio 2020

Sabato della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Bosto] 13/02/2011 - Santa Messa 11.30
Vangelo (21 Luglio 2018) Impose loro di non divulgarlo, perché si ...

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Sal 17,15)

Colletta
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità,
perché possano tornare sulla retta via,
concedi a tutti coloro che si professano cristiani
di respingere ciò che è contrario a questo nome
e di seguire ciò che gli è conforme.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Mi 2,1-5)
Sono avidi di campi e li usurpano, di case e se le prendono.


Dal libro del profeta Michèa

Guai a coloro che meditano l’iniquità
e tramano il male sui loro giacigli;
alla luce dell’alba lo compiono,
perché in mano loro è il potere.
Sono avidi di campi e li usurpano,
di case e se le prendono.
Così opprimono l’uomo e la sua casa,
il proprietario e la sua eredità.
Perciò così dice il Signore:
«Ecco, io medito contro questa genìa
una sciagura da cui non potranno sottrarre il collo
e non andranno più a testa alta,
perché sarà un tempo di calamità.
In quel tempo
si intonerà su di voi una canzone,
si leverà un lamento e si dirà:
“Siamo del tutto rovinati;
ad altri egli passa l’eredità del mio popolo,
non si avvicinerà più a me,
per restituirmi i campi che sta spartendo!”.
Perciò non ci sarà nessuno
che tiri a sorte per te,
quando si farà la distribuzione
durante l’assemblea del Signore».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 9)
Rit: Non dimenticare i poveri, Signore!

Oppure:
Ascolta, Signore, le suppliche dei poveri.

Perché, Signore, ti tieni lontano,
nei momenti di pericolo ti nascondi?
Con arroganza il malvagio perseguita il povero:
cadano nelle insidie che hanno tramato!

Il malvagio si vanta dei suoi desideri,
l’avido benedice se stesso.
Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore:
«Dio non ne chiede conto, non esiste!»;
questo è tutto il suo pensiero.

Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca,
sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza.
Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l’innocente.

Eppure tu vedi l’affanno e il dolore,
li guardi e li prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell’orfano tu sei l’aiuto.

Canto al Vangelo (2Cor 5,19)
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.

VANGELO (Mt 12,14-21)
Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Dio ci ha dato la grazia di essere tra quelli che seguono Gesù. Egli ci guarisce e ci dona la speranza. Per questo lo preghiamo per noi e per tutto il mondo, dicendo:
Ascoltaci, o Signore.

Perché lo Spirito Santo operi fortemente nella sua Chiesa, rendendola annuncio di giustizia e di salvezza. Preghiamo:
Perché chi chiede e chi amministra la giustizia, sia capace di farlo con amore e comprensione verso tutti. Preghiamo:
Perché i sacerdoti che confessano sappiano far sentire ai peccatori la pazienza, la misericordia e l'amore del Padre. Preghiamo:
Perché i malati, mentre sperano dal Signore la guarigione, sappiano soffrire in unione con Gesù. Preghiamo:
Perché tutti noi, sacerdoti, religiosi e laici di questa comunità, non desideriamo mai il successo di essere tanti o bravi, ma di essere piccolo gruppo che spera tutto dal Signore.
Preghiamo:
Per chi sente la propria croce pesante e gravosa.
Per chi sta trascorrendo il periodo delle ferie.

Signore, che ci ami e che passi notti di veglia per ognuno di noi, apri i nostri cuori a comprendere l'altezza, la larghezza, la profondità del tuo amore, e rendici generosi e attenti verso i nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Guarda, Signore, i doni della tua Chiesa in preghiera,
e trasformali in cibo spirituale
per la santificazione di tutti i credenti.
Per Cristo nostro Signore.


Antifona di comunione
Il passero trova la casa, la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.
Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi. (Sal 84,4-5)

Oppure:
Dice il Signore: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue,
rimane in me e io in lui”. (Gv 6,56)


Preghiera dopo la comunione
Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che per la comunione a questi santi misteri
si affermi sempre più nella nostra vita
l’opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore.



Commento
Il Vangelo di oggi ci dice che Dio vuole la nostra felicità. Capisco veramente che cosa significa ciò? Dio vuole la felicità di noi tutti, qualunque siano i nostri limiti. Ciò che è straordinario è che tutto ciò che costituisce la nostra sofferenza o la nostra felicità si trova espresso nella Bibbia. Noi vi ci ritroviamo interamente: noi e le nostre esperienze. È in Gesù che la parola decisiva di Dio ci è rivelata, ed è in lui che ci è rivelato il “Sì” di Dio. Dio non può dirci di più, e con maggiore insistenza, che attraverso Gesù, suo Figlio, nostro Salvatore. Gesù ci ha detto prima di tutto questo: siamo accettati nella nostra vita. Ecco ciò che esprime la parola di Dio. Lo capiamo? Gesù dice: “Voglio la tua felicità infinita. Nella tua vita l’afflizione non avrà l’ultima parola quando sarai a pezzi, il tuo lume di speranza si sarà spento, e tu dirai: ‘‘Io sono cattivo”. Colui che accoglie le parole di Dio imparerà che, al di là di queste parole che gli sfuggono, la vita rinasce. La Chiesa non vive, se la Bibbia non raggiunge la vita nel cuore delle comunità. E la nostra vita è così spesso gelata! Le cose che escono dal congelatore sembrano spesso scipite, senza gusto, riconoscibili solo dalla loro etichetta. Ma è sufficiente che siano riscaldate perché riprendano gusto. Anche la nostra vita è spesso gelata, come pure le nostre relazioni.
Ma la parola di Dio riscalda. La Bibbia ci dice: per quanto la sua situazione sia disperata, ciascuno di noi può ripartire da zero. Perché è chiamato, e può cominciare a sentire che cos’è la vita, la sapienza, la capacità d’amare. Troverà un senso nella sua vita, se questa sarà impregnata d’amore per la parola che l’ha raggiunto e l’ha reso capace di aprirsi sempre più a se stesso. Egli non ha niente di meglio da dire su ciò che può essere la vita.
Metti la tua vita sotto il segno della parola, e vedrai tu stesso il risultato.

venerdì 17 luglio 2020

BANNON: “LA GENTE RIMARRA’ SCIOCCATA: SCIENZIATI FUGGITI DA WUHAN STANNO COLLABORANDO CON L’FBI”


QUELLO CHE TANTI AVREBBERO VOLUTO SENTIRE STA FORSE ACCADENDO?... 

Il giorno dopo il rapporto secondo cui un rispettato virologo cinese è fuggito da Hong Kong per accusare Pechino di una copertura sul COVID, l’ex stratega di Trump Steve Bannon ha riferito al Daily Mail che gli scienziati del Wuhan Institute of Virology e altri laboratori hanno disertato in Occidente e stanno portando le prove contro il Partito Comunista Cinese (PCC) per il loro ruolo nella pandemia di COVID-19 che ha causato oltre 560.000 vittime in tutto il mondo dallo scorso dicembre.


“Le persone saranno scioccate “, ha detto Bannon al Mail (“da uno yacht al largo della costa orientale americana”).

Il 66enne ha poi affermato che i disertori stanno collaborando con agenzie di intelligence in America, Europa e Regno Unito, che hanno raccolto prove per contestare il PCC, affermando che la pandemia non ha avuto origine in un mercato ma in un laboratorio, in modo accidentale.

“Penso che le agenzie di spionaggio abbiano una serie di dati e che abbiano fatto un inventario completo di chi ha avuto accesso a quel laboratorio. Penso che abbiano prove molto convincenti. E ci sono stati anche disertori“, ha detto. “Le persone intorno a questi laboratori hanno lasciato la Cina e Hong Kong a metà febbraio. L’intelligence americana insieme a MI5 e MI6 stanno cercando di costruire un caso legale molto approfondito, che potrebbe richiedere molto tempo . Non è come in James Bond.“

Bannon ha anche suggerito che il governo francese, che ha contribuito a costruire l’istituto, si era lasciato alle spalle i sistemi di monitoraggio dopo che Pechino li aveva esclusi dal progetto prima che fosse aperto nel 2017.

“La cosa è stata costruita con l’aiuto francese, quindi non penso non ci siano dispositivi di monitoraggio. Penso che si scoprirà che questi ragazzi stavano facendo esperimenti per i quali non erano completamente autorizzati o non sapevano cosa stavano facendo e che in qualche modo, o per errore involontario, o di un tecnico di laboratorio, uno di queste cose sono uscite“, ha continuato Bannon. “Non è così difficile far uscire questi virus. Ecco perché questi laboratori sono così pericolosi. “

“Avevi essenzialmente una Chernobyl biologica a Wuhan, ma il baricentro, il Ground Zero, era attorno al laboratorio di Wuhan, in termini di percentuali di vittime. E come Chernobyl, ha avuto la copertura dell’apparato statale, che ha protetto se stesso“.

Bannon, che ha stretti legami con Guo Wengui, un miliardario cinese in esilio, ha detto a questo giornale: ‘Indipendentemente dal fatto che sia uscito dal mercato o dal laboratorio di Wuhan, le successive decisioni del partito comunista cinese li rendono colpevoli di omicidio premeditato.

“Lo sappiamo perché Taiwan, il 31 dicembre, ha formalmente informato l’OMS che c’era una specie di epidemia in uscita dalla provincia di Hubei [dove si trova Wuhan]. Il CDC di Pechino è stato informato il 2 o 3 gennaio e hanno deciso di trattenere tali informazioni e quindi firmare un accordo commerciale con gli Stati Uniti il ​​15 gennaio.

‘Se fossero stati diretti e sinceri nell’ultima settimana di dicembre, il 95% delle vite perse e la carneficina economica sarebbero stati contenuti.

continua Bannon:

“Questa è una tragedia. Hanno usato il tempo per raccogliere tutti i dispositivi di protezione individuale del mondo. Questa è una dittatura omicida. Il sangue è anche nelle mani delle corporazioni mondiali – le banche di investimento, gli hedge funds e i fondi pensione – ed è tempo di iniziare a dirlo prima che porti alla distruzione dell’Occidente”, ha detto Bannon. “Siamo nella crisi più straordinaria della storia americana moderna, più del Vietnam, della Guerra Fredda, persino della Seconda Guerra Mondiale. Una pandemia globale e un inferno economico. Non ho fiducia nell’OMS, la leadership dovrebbe affrontare accuse penali ed essere chiusa“.

FARMACI COMUNI, GLI INIBITORI DELLA POMPA PROTONICA, POTREBBERO AUMENTARE IL RISCHIO DI COVID19

Poiché l’acido gastrico è importante per prevenire l’infezione da molti patogeni, “una delle potenziali preoccupazioni con l’uso diffuso di farmaci che sopprimono l’acido, e in particolare gli IPP, è che i loro effetti sull’acido gastrico possono predisporre alcuni individui a infezioni che ottengono l’accesso al corpo attraverso il tratto gastrointestinale. Il tratto gastrointestinale è stato implicato come una potenziale fonte di ingresso per SARS-CoV-2“.

  



I dati dell’indagine suggeriscono un collegamento con plausibilità biologica

L’assunzione giornaliera di inibitori della pompa protonica (PPI) è stata associata ad un aumento delle probabilità di test positivi per COVID-19, secondo un sondaggio online basato sulla popolazione.

Rispetto ai non utenti, quelli che assumevano PPI una volta al giorno avevano un odds ratio (OR) per positività di 2,15 (IC 95% 1,90-2,44) e negli utenti due volte al giorno l’OR è aumentato a 3,67 (IC 95% 2,93-4,60) , ha riferito Christopher V. Almario, MD, MSHPM, del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, e colleghi.

L’uso di antagonisti del recettore dell’istamina-2, tuttavia, non ha aumentato il rischio, il team ha riferito in un manoscritto pubblicato dall’American Journal of Gastroenterology.

“Abbiamo sviluppato questa ipotesi all’inizio della pandemia di COVID-19 quando abbiamo iniziato a vedere un’alta incidenza di sintomi gastrointestinali e abbiamo appreso che il virus si diffonde nella saliva e quindi può essere ingerito nello stomaco”, ha spiegato Almario in una dichiarazione. “Abbiamo ora testato l’ipotesi in uno studio rigoroso di oltre 50.000 americani e l’abbiamo trovato valido, anche se in uno studio osservazionale.”

Se causale, il rischio è probabilmente correlato all’ipocloridria indotta da PPI, il team ha ipotizzato, sottolineando che anche i soppressori degli acidi dello stomaco sono stati collegati ad un aumentato rischio di gastroenterite virale durante le epidemie stagionali.

Almario e co-autori hanno notato che ricerche precedenti hanno indicato che un pH intragastrico inferiore a 3 inattiva la malattia del virus gemello di COVID-19, SARS-CoV-1, mentre il virus sopravvive a un pH più neutro come quello indotto dai PPI . SARS-CoV-2, il virus COVID-19, utilizza gli abbondanti recettori dell’enzima 2 di conversione dell’angiotensina GI per replicarsi rapidamente all’interno degli enterociti e un aumento del pH dello stomaco di oltre 3 da PPI potrebbe consentire al virus di raggiungere più facilmente il tratto gastrointestinale , portando a enterite, colite e diffusione sistemica ad altri organi, inclusi i polmoni.

Dettagli dello studio

Il sondaggio, condotto dal 3 maggio al 24 giugno 2020, è stato inviato per e-mail a un totale di 264.058 adulti negli Stati Uniti, a cui è stato detto che il questionario era un “sondaggio sanitario nazionale”.

Degli 86.602 intervistati ammissibili che hanno completato il sondaggio, 53.130 (61,3%) hanno riferito di avere reflusso acido e sintomi simili e sono stati interrogati sul loro uso di farmaci anti-secretori. In questo gruppo, le età andavano da 18 a oltre 60; Il 51% erano donne e il 64,8% era bianco non ispanico. Tra questi, 3.386 (6,4%) hanno riferito di avere un test COVID-19 positivo e di questi, il 71,9% ha riferito di un uso giornaliero o inferiore di PPI, mentre il 5,8% ha riferito di un uso due volte al giorno.

“Esiste una plausibilità biologica per i nostri risultati in quanto il SARS-CoV-1 simile è sensibile al pH e rimane infettivo a un pH> 3”, hanno spiegato i ricercatori. “L’uso di PPI due volte al giorno può portare a pH intragastrico mediano di 24 ore> 6 e sostenere pH> 4 per più di 20 ore (20-22).”

Per quanto riguarda la scoperta di un rischio dose-dipendente, il team ha indicato una meta-analisi del 2017 che ha dimostrato che l’uso due volte al giorno di PPI non ha offerto benefici clinicamente significativi rispetto al dosaggio una volta al giorno per la malattia da reflusso gastroesofageo. “I nostri risultati sottolineano ulteriormente che gli IPP dovrebbero essere utilizzati solo quando indicato clinicamente alla dose efficace più bassa”, hanno detto Almario e i coautori.

Hanno chiesto ulteriori studi per chiarire l’associazione tra PPI e COVID-19 e il loro potenziale per aumentare eventualmente il rischio di malattie più gravi.

Alla domanda per la sua prospettiva, Brooks Cash, MD, direttore della divisione di gastroenterologia, epatologia e nutrizione presso l’Università del Texas Health Science Center di Houston, che non era coinvolto nello studio, ha dichiarato: “Mentre questi dati sono intriganti e provocatori , apportare modifiche diffuse al nostro uso di PPI o altri farmaci che sopprimono l’acido non è supportato da questo rapporto. “

Ha detto che gli IPP forniscono benefici significativi se usati in modo appropriato e mentre i rapporti di probabilità relativamente modesti riportati in questo studio suggeriscono una possibile associazione con COVID-19, non dovrebbero essere interpretati come equivalenti a una relazione causa-effetto. “Quindi non appoggerei il cambiamento della terapia per i pazienti che stanno beneficiando di farmaci che sopprimono l’acido per condizioni appropriate”, ha dichiarato Cash a MedPage oggi . “In effetti, ora ci sono diversi rapporti che suggeriscono che alcuni farmaci che sopprimono l’acido, in particolare la famotidina, un antagonista del recettore dell’istamina-2, potrebbero effettivamente avere un effetto benefico nei pazienti infetti da SARS-CoV-2.”

I limiti dello studio, hanno affermato gli investigatori, includevano la sua natura osservativa e la suscettibilità a confusione residua e distorsioni di selezione poiché i pazienti con COVID-19 gravemente malati non avevano probabilmente preso il sondaggio. Lo studio è stato anche soggetto a distorsioni protopatiche (chiamate anche causalità inversa) poiché alcuni intervistati potrebbero aver effettivamente iniziato un PPI in risposta a determinati sintomi COVID-19 come nausea e dolore addominale o per alleviare gli effetti di trattamenti correlati come anti- non steroidei farmaci infiammatori per la febbre. Inoltre, i ricercatori hanno continuato a rilevare potenziali rischi di errori di classificazione e distorsioni di richiamo, poiché i dati sui farmaci e sui test COVID-19 sono stati auto-riportati. E poiché il sondaggio è stato amministrato online e solo in inglese e non ha valutato la capacità di lettura.

Android, nuovo malware in grado di rubare password e dati carte di credito attraverso 337 App

Android, il malware BlackRock ruba password e carte di credito: ha  infettato 337 app - Multiplayer.it

Il sistema operativo di Google Android ha oltre 2,5 miliardi di utenti in tutto il mondo. Al contrario di iOS di Apple, Android possiede un sistema operativo più indulgente in termini di Autorizzazioni app e download, attirando gli hacker.

ThreatFabric, una società di sicurezza mobile di Amsterdam, ha recentemente rivelato che un nuovo "ceppo" di malware chiamato "BlackRock" è emerso per minacciare gli utenti del sistema operativo Android. Il malware è caricato con un codice aggiuntivo che permette di farsi strada nei sistemi Android tramite le applicazioni e rubare informazioni personali, tra cui i dati della carta di credito e le password presenti sul dispositivo.

ThreatFabric ha osservato che BlackRock è un Trojan bancario. Nel suo rapporto, la società di sicurezza mobile ha anche evidenziato che il malware potrebbe attaccarsi a circa 337 app, tra cui Gmail e Uber, che sono ampiamente disponibili su PlayStore.

"Il #Trojan si basa sul famigerato LokiBot che include sovrapposizioni ampiamente utilizzate nelle dating app, sui social, su comunicazione, cripto e app finanziarie", ha osservato ThreatFabric.

Ecco le categorie di altre applicazioni con cui il malware potrebbe allinearsi ed estrarre le informazioni personali degli utenti Android.

New Android #Trojan called #BlackRock will steal both login credentials (username and passwords), where available, but also prompt the victim to enter payment card details if the apps support financial transactions.@ThreatFabric @SputnikInt pic.twitter.com/71IYvCdNR9— Radhika Parashar (@_RadhikaReports) July 17, 2020

Come funziona il malware BlackRock

​Secondo ThreatFabric, che ha individuato per la prima volta il malware a maggio, la raccolta dei dati di BlackRock avviene attraverso un metodo chiamato “overlay”. Il processo comporta il rilevare quando un utente sta tentando di interagire con un'app e la visualizzazione di una finestra falsa sulla parte superiore dello schermo. Quella finestra falsa raccoglie i dettagli di accesso e altre informazioni prima di lasciare che l'utente inizi davvero a utilizzare l'app principale.

Una volta installato su un dispositivo tramite una qualsiasi delle 337 app, BlackRock utilizza un'app infetta per cercare le autorizzazioni di "accesso" del dispositivo per iniziare.

Il Trojan viene disperso nello spazio Android travestito da falsi pacchetti di aggiornamento offerti da siti di terze parti. Non è stato ancora trovato nel PlayStore.

DEEP WEB DELL’ORRORE PAGATO CON BITCOIN: BAMBINI ABUSATI, TORTURATI E UCCISI


Scoperte nel deep web le stanze degli orrori dove vengono abusati, torturati e uccisi bambini in tenera età. I carabinieri hanno arrestato 25 persone tra cui 19 sono minorenni.

Il reparto investigativo dei Carabinieri di Siena l’hanno chiamata operazione ‘Delirio’, ed è quello che si è spalancato davanti ai loro occhi accedendo alle “red room” del deep web, il web profondo e nascosto dove si accede solo con particolari software criptati.

I carabinieri hanno così scoperto una organizzazione pedo-pornografica asiatica con ramificazioni globali che abusano di minori, li torturano e li uccidono.

Quanto raccontato dai giudici della Procura dei minori di Firenze è raccapricciante ed orrendo. Gli adulti pagavano per vedere spettacoli dal vivo in cui i bambini venivano torturati e abusati, gli stessi “spettatori” potevano interagire con chi stava materialmente compiendo i crimini disumani chiedendogli di fare questo o quello al bambino, spesso di pochi anni.

Gli spettacoli dell’orrore terminavano quasi sempre con l’uccisione del bambino.

Secondo gli investigatori gli spettacoli disumani venivano pagati a caro prezzo e in prevalenza utilizzando criptovalute come il bitcoin.

Sono 25 gli indagati in Italia, di cui 19 sono minorenni e 6 i maggiorenni residenti in 13 province italiane. In particolare due minori di 17 anni piemontesi, un ragazzo e una ragazza, raccontavano in chat riservate la loro esperienza nel deep web ed è lì che hanno raccontato quanto avveniva nelle “red room” degli orrori.

Perquisizioni e sequestri

L’attività investigativa è iniziata lo scorso ottobre 2019 e si è conclusa ora con le perquisizioni e il sequestro di materiale detenuto dagli indagati.

I 25 sono accusati di detenzione di materiale pedo-pornografico ed istigazione a delinquere.

Il ritorno alla normalità non ci sarà. Parola dell’Oms

SECONDO L'OMS NON CI SARA' UN RITORNO ALLA NORMALITA' (ALMENO FINO A QUANDO LA CINA NON AVRA' ESTESO IL SUO CONTROLLO SUL MONDO INTERO?).... 

Preoccupa più di tutto il “caso Americhe”, che da sole registrano il 50% dei nuovi casi giornalieri. Vaccino e ritorno alla normalità sono ancora lontani. Per il dg Oms Ghebreyesus è l’ora dei messaggi chiari da parte dei leader mondiali



Bisogna ammetterlo, l’emergenza coronavirus è ben lungi dall’essere conclusa. Quel ritorno alla normalità in cui si confidava non si profilerà ancora per molto. Questo il messaggio che è trapelato ieri dalla conferenza stampa dell’Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra. In un giorno 230 mila nuovi casi, di cui «quasi l’80% segnalato da soli 10 Paesi, il 50% da soli due», ha annunciato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. In cima a questa triste classifica le due Americhe, ad oggi le più colpite nel mondo.

Bisogna agire in fretta e prendere le giuste decisioni, ha detto il direttore generale, dando messaggi chiari alla popolazione. «Tutti i Paesi sono a rischio, ma non tutti i Paesi sono stati colpiti allo stesso modo – ha proseguito -. Al momento ci sono quattro situazioni nel mondo: alcuni Paesi vigili e consapevoli si sono preparati e hanno risposto rapidamente ed efficacemente ai primi casi. Di conseguenza, finora hanno evitato grandi focolai».

Poi la combinazione che riguarda l’Italia: «Ci sono poi i Paesi in cui si è verificato un grave focolaio, che è stato messo sotto controllo attraverso una combinazione di leadership politica forte e di popolazioni che aderivano a misure chiave di sanità pubblica». Poi ci sono Paesi che hanno allentato le misure troppo in fretta, «e si trovano a gestire nuovi aumenti di casi». Infine «in diverse aree in tutto il mondo stiamo assistendo a pericolosi aumenti di casi di Covid e i reparti ospedalieri si stanno riempiendo di nuovo. Sembrerebbe che molti stiano perdendo quanto ottenuto, poiché le misure efficaci per ridurre il rischio non vengono attuate o seguite».

Sul caso Americhe Ghebreyesus ha usato il termine «trasmissione esplosiva». «Se i governi non comunicano in modo chiaro con la popolazione – ha dichiarato – e questa non segue le misure di base, che si sono rivelate efficaci, la situazione andrà peggiorando. Ma non deve andare per forza così». È il momento delle strategie e dei messaggi chiari, lo ha ribadito anche il capo delle emergenze sanitarie Oms, Mike Ryan. «Dobbiamo essere stringenti nelle misure adottate. Con il distanziamento sociale, contact tracing, test e controlli sappiamo che si può contrastare efficacemente la circolazione del virus», ha rincarato.
IL VACCINO? NON PRESTO

Il vaccino non è una soluzione vicina. Su questo l’Oms tiene a ribadire la propria linea. «Non è realistico pensare di avere un vaccino subito e accessibile a tutti. Si sta facendo il massimo, ma ribadisco che non è realistico pensare una cosa simile. Abbiamo però misure efficaci e sistemi per sopprimere la trasmissione», ha chiarito Ryan. «Dobbiamo arrivare a una situazione sostenibile – ha chiesto Ghebreyesus – in cui abbiamo un controllo adeguato di questo virus senza spegnere completamente la nostra vita o passare da un lockdown all’altro, cosa che ha un impatto estremamente dannoso sulle società».

Non è al “prima” che bisogna puntare. «Voglio essere sincero con voi: non ci sarà un ritorno alla “vecchia normalità” nel prossimo futuro». Il dg si è mostrato aperto anche a dipingere scenari più mesti. «Esiste però una tabella di marcia per arrivare a una situazione in cui possiamo controllare la malattia e andare avanti con la nostra vita. Ma questo richiederà tre cose: la riduzione della mortalità e la soppressione della trasmissione; in secondo luogo, una comunità coinvolta e consapevole che adotta misure comportamentali corrette nell’interesse reciproco; e in terzo luogo abbiamo bisogno di una forte leadership governativa e del coordinamento di strategie globali che siano comunicate in modo chiaro e coerente».

Il virus è il nemico numero uno e l’unico suo obbiettivo è trovare persone da infettare, così lo ha descritto Ghebreyesus. Anche il desiderio di ritorno alla normalità può minare la nostra sicurezza. «I messaggi contrastanti dei leader – ha concluso – stanno minando l’elemento più critico di qualsiasi risposta: la fiducia. Se le misure di base non vengono seguite, c’è solo un modo in cui questa pandemia potrà andare: peggio, peggio, e ancora peggio».

BILL GATES: “PER I RISCHI DA VACCINO VERRANO COINVOLTI I GOVERNI, SI POTREBBERO AVERE ANCHE 700 MILA CASI AVVERSI”


A protester wears a mask which says in German and English: "GIB GATES KEINE CHANCE DON'T PAY THE BILL"

In un’intervista rilasciata alla CNBC, il filantropo Bill Gates fa sapere che, se ci fosse un solo caso avverso (dopo la somministrazione del vaccino per il coronavirus) ogni 10 mila persone, allora si avrebbero più di 700 mila casi di effetti collaterali per quanto riguarda l’intera popolazione mondiale.

Alcuni sostengono che tali affermazioni di Bill GATES non siano veritiere.

Vediamo cosa ha scritto la BBC in un suo articolo in merito all’argomento:


TRADUZIONE:

Bill Gates non ha detto questo a proposito di un vaccino

Il miliardario di Microsoft è stato il bersaglio di diverse false voci sui vaccini.

Un recente post su un account Twitter con sede nel Regno Unito ha dichiarato: “Bill Gates ammette che il vaccino ucciderà senza dubbio 700.000 persone” e si collega a un video con il teorico della cospirazione di destra Alex Jones.

L’affermazione nel tweet, che ha avuto più di 45.000 retweet e Mi piace, è falsa e travisa le parole di Gates.

Nel video, Gates sta parlando dell’efficacia dei vaccini negli anziani e mette in guardia sul rischio di effetti collaterali.

Descrive una situazione ipotetica sul potenziale danno da effetti collaterali, dicendo: “Se abbiamo 1 effetto collaterale su 10.000, allora molte più di 700.000 persone ne soffriranno”.

Non “ammette” che 700.000 moriranno per un vaccino.

Le teorie della cospirazione su Bill Gates hanno raggiunto il Parlamento italiano, dove un parlamentare indipendente ha chiesto che Bill Gates fosse deferito al Tribunale penale internazionale per crimini contro l’umanità.