giovedì 9 maggio 2019

Come gli Ebrei Controllano Entrambe le Fazioni “Opposte”, ed Entrambe Lavorano per i loro Scopi

L'ALTRA FACCIA DELLA STORIA. QUELLA CELATA....

L’articolo seguente è un estratto dalla “Bibbia dell’Uomo Bianco” di Ben Klassen. Sebbene la URSS non esista più a livello di stato comunista, questo articolo, che è stato scritto prima della caduta del comunismo Russo, è molto rivelatore.

RUSSIA, ISRAELE, E GLI STATI UNITI 

Gli USA non combattono il comunismo. Uno degli inganni più duraturo e plateale che è stato attuato sul popolo Americano sin dalla rivoluzione Russa del 1917 è che il governo Americano stia disperatamente lottando, anche se in modo vano e senza vittoria, “contro il comunismo”. Dopo oltre sei decadi, la maggior parte degli Americani crede ancora a questo inganno, e rimane perennemente confusa sul perché gli Stati Uniti, ricchi, potenti, moralmente superiori al comunismo, perdano continuamente. 

Gli Ebrei Americani Centro di Potere del Comunismo 

La verità brutale è che la fondazione del potere Americano – governativo, finanziario, e di propaganda (tutte dominate dagli Ebrei) non ha combattuto il comunismo. Il fatto è che il comunismo è Ebraico sin dal suo primo concepimento. Il comunismo è solo uno dei tanti potenti mezzi che vengono utilizzati nel programma Ebraico di conquista del mondo. Non solo gli Stati Uniti non hanno combattuto il comunismo come la maggior parte degli Americani sono indotti a credere, ma al contrario, gli Stati Uniti sono stati il primo finanziatore, promotore e pianificatore del comunismo, non solo in Russia, ma in tutto il mondo. Senza il supporto finanziario e l’aiuto tecnico degli Stati Uniti, l’oltraggio Ebreo-comunista contro il popolo Russo sarebbe fallito sin dall’inizio, e poi ancora altre volte da allora. Infatti, non sarebbe mai stato inaugurato.

Addestrati e Finanziati a New York 

E’ un fatto storico che il colpo finale per la presa della Russia da parte dei comunisti fu generosamente finanziato e pianificato con attenzione da capitalisti Ebrei benestanti, proprio lì nei buoni vecchi USA. Lì, nella parte Est di New York, Trotsky e 3.000 tagliagole Ebrei sono stati attentamente addestrati per affondare il colpo di grazia finale. L’impresa fu finanziata per 20 milioni di dollari da Jacob Schiff (Ebreo), lo stesso dell’azienda di New York Kuhn, Loeb & Co., una filiale Americana della rete dei Rotschild. Quando venne il momento, Trotsky ed i suoi rivoluzionari Ebrei addestrati sono stati imbarcati su una nave. Una volta lì seppero esattamente cosa fare, ossia quando si arrivò ad aver ucciso oltre 30 milioni di Russi Bianchi e gli Ebrei erano già in sella. 

Il Comunismo è una Truffa Ebraica 

Dobbiamo ricordare ancora ed ancora che il comunismo non è altro che un programma Ebraico orribile e violento per conquistare il mondo, camuffato con quell’ingannevole propaganda “umanitaria”, come la maggior parte degli altri programmi Ebraici. Pagato dai contribuenti Americani. Il progetto Ebraico-Comunista-Marxista-Sionista è tutta parte dello stesso programma. Viene ben finanziato non solo con denaro Ebraico, ma in maniera maggiore con denaro dei contribuenti, e di cui i contribuenti Americani pagano lo scotto maggiore. Non c’è maggior fonte di beni, benessere e produttività che il lavoratore contribuente Americano, ed il potenziale Ebraico di saccheggio di questa tremenda fonte di produttività sembra non avere limiti. 

Dietro di esso l’intero Network Ebraico 

Il movimento Ebraico-Comunista-Marxista-Sionista è tremendamente potente. Dietro di esso ci sono tutti i poteri Ebraici del mondo. Questo include il loro enorme network di propaganda – televisioni, giornali, canali di informazione, riviste, libri, istruzione e tutte le altre attrezzature che non solo influenzano, ma decidono “l’opinione pubblica”. Dietro a questo movimento Ebraico c’è anche il potente sistema “capitalista” della Federal Reserve con il suo potere illimitato di stampare carta moneta senza alcun costo. In breve, dietro c'è la “mano nascosta” degli Ebrei del mondo. 

La Politica Americana Ostile agli Zar 

E’ questa fondazione di potere che ha progettato il capovolgimento della dinastia Romanov, una dinastia Vichinga che ha governato la Russia per oltre tre secoli, ed è stata rimpiazzata da una tirannia Ebraica dal pugno di ferro. Per quanto riguarda la politica Americana verso la Russia, è interessante notare che prima della rivoluzione del 1917, la politica degli Stati Uniti era ostile verso la Russia (così come lo erano gli Ebrei). Favorì drasticamente il Giappone nella guerra RussoGiapponese del 1904-05, che i Giapponesi vinsero. Una volta che gli Ebrei misero la loro corazza infida sulla Russia e sulle sue molte risorse nel 1917, la politica estera degli Stati Uniti fece un'inversione drammatica (ma coperta) e divenne anti-Giapponese e pro-Russa. 

Benevolenza dopo la Presa di Potere Comunista 

Nonostante tutta la propaganda, il camuffamento, e la facciata opposta, è stato molto pro-Russia (in realtà pro-Ebrei) da sempre. Fu l’America che appoggiò il governo comunista precario nella decade del 1920, tramite cibo ed altri aiuti. Fu la tecnologia americana che costruì le loro dighe e le loro centrali elettriche, che scavò i pozzi petroliferi e costruì le raffinerie nel 1920 e nel 1930. Quando, nonostante tutto questo aiuto, il gigante Russo stava per collassare sotto il suo stesso peso e marcescenza nei primi anni 30, fu il riconoscimento ufficiale di Roosvelt e l’estensione dei crediti finanziari che la salvò ancora dall’oblio. Quando le eroiche armate di Hitler erano alle porte di Leningrado, Mosca e Stalingrado, ancora una volta fu l’aiuto militare Americano ed il suo diretto intervento che salvò la Russia comunista da essere spazzata via dalle mappe. Prima che la Guerra fosse finita, gli Stati Uniti cominciarono già a spedire grandi quantità di aiuti, oggetti civili – trattori, macchine, cibo, per la cifra di 13 miliardi di dollari. Questo, ancora una volta, venne fatto totalmente a spese dei contribuenti americani, che pagano per la maggior parte del costo della conquista del mondo Ebraica. 

Salvati dall’America ancora ed ancora 

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale sono stati gli Stati Uniti ad incoraggiare e promuovere la presa di potere Russa-Comunista nell’Europa dell’Est. Infatti, quando la Russia ha nervosamente esitato ad inviare i suoi carri armati in Ungheria durante l’infelice rivolta del 1956 in quel paese, fu il Presidente Eisenhover che inviò specificamente al premier Khrushchev un incoraggiante telegramma che gli assicurava che gli Stati Uniti non avrebbero alzato un dito per aiutare gli Ungheresi. 

Facciata Falsa ed Ingannevole 

E’ stato questo il modus operandi delle relazioni Stati Uniti – Russia a partire dal 1917. Ufficialmente gli Stati Uniti hanno una facciata “anticomunista”. Dietro le scene hanno aiutato, favorito, pianificato, finanziato e promosso le prese di potere comuniste in tutto il mondo, sia che fosse in paesi adiacenti alla Russia nell’Europa dell’Est, sia che si trattasse di paesi sparsi nel mondo che erano temporaneamente oltre il raggio d’azione delle truppe Russe.

L’America aiutò la Presa di Potere di Cuba 

Un ottimo esempio di questo è la presa di potere “Comunista” di Cuba. Senza l’aiuto della propaganda della stampa Americana (leggasi Ebraica), Fidel Castro sarebbe morto come un personaggio sconosciuto, mai sentito, e mai decantato. Fu la stampa Americana, specialmente il New York Times Ebraico, che ha dipinto Castro come un eroe, un liberatore, come l’Abramo Lincoln di Cuba, il George Washington della Sierra Maestra, come un riformatore agricolo non-comunista, e lo ha temporaneamente venduto al popolo Americano come tale. Nello stesso momento il governo Americano mise segretamente pressione sul capo del governo Cubano pro Americano, Fulgencio Batista, in modo che lasciasse Cuba. Poiché fu tradito dal governo Americano e gli fu messa fretta, Batista volò via dal paese e Castro prese il suo posto con il pieno supporto del governo Americano e della stampa Americana (Ebraica). E’ un interessante esempio di ipocrisia vedere come abbiamo “lentamente” scoperto che Castro era un comunista, un fatto ben noto al governo Americano ed alla cospirazione Ebraica, e la prima ragione alla base della rivoluzione. 

Ripetuto Tradimento degli interessi Americani 

Non è mia intenzione qui, in questa breve dissertazione, rivedere la storia del tradimento Ebraico degli interessi Americani e le prese di potere comuniste di tutto il mondo. Questo richiederebbe letteralmente un’intera enciclopedia. Vorrei solo puntualizzare alcuni eventi storici che anche il più ingenuo lettore di notizie Americano conosce. Per questo motivo voglio puntare il dito contro alcuni piccoli ovvi esempi che chiunque può capire. 

Tradimento della Cina 

Uno dei tradimenti più evidenti e di più grande significato mondiale fu manipolato dagli Stati Uniti appena dopo la Seconda Guerra Mondiale, e si trattava del tradimento del Generalissimo Chiang Kai-Shek e di molti Cinesi, Chiang Kai-Shek ha combattuto i comunisti Cinesi nei primi anni 20 e finalmente si sconfisse al loro stesso gioco. Ha assunto il controllo del governo Cinese nel 1926 ed era senza dubbio il più devoto leader anticomunista in Asia. Era fortemente pro-Americano e combattè i Giapponesi a fianco dell’America nella Seconda Guerra Mondiale. Non appena questa guerra (Ebraica) finì, venne tradito in maniera ingannevole dagli Stati Uniti.

Marshall una Facciata Comunista 

Il Generale George C. Marshall, a cui venne accordato qualsiasi onore possibile per un uomo militare tranne diventare presidente, venne inviato in Cina per fare il lavoro sporco nel Novembre del 1945. Sebbene ai tempi avesse 65 anni, fosse in cattiva salute e pronto ad andare in pensione, restò in quel miserabile paese per 14 mesi, vendendo Kai-Shek ai comunisti. Alla sua età questo sacrificio personale è indicazione della stretta disciplina comunista a cui fu sottoposto, per la maggior parte della sua vita da adulto. 

Non possibile senza la perfidia Americana 

Quando Marshall lasciò la Cina, negoziò un “governo di colazione” tra i Nazionalisti di Kai-Shek ed i comunisti di Mao Tse-tung, e disarmò l’armata Nazionalista, cosa che poi disse di aver fatto “con un colpo di penna”. Non c’è bisogno nemmeno di dirlo, con i Nazionalisti Cinesi disarmati e traditi dagli Stati Uniti, Mao Tse-tung ed la sua gang di comunisti tagliagole espulsero rapidamente Chiang Kai-Shek ed i Nazionalisti dalla terra Cinese. Nel 1949 Mao era il capo comunista indiscusso della Cina, il paese più popolato al mondo. La Cina, con i suoi 800 milioni di persone, è stata messa sotto il controllo del comunismo Ebraico attraverso gli inganni Americani. Quindi un altro paese è caduto per un tradimento, fatto dagli Stati Uniti d’America. 

Seguirono Enormi Bagni di Sangue 

Poco dopo la presa di potere comunista in Cina, si verificarono tremendi bagni di sangue. Viene stimato che almeno 60 milioni di Cinesi furono uccisi nella pulizia che Mao Tse-tung fece per consolidare il suo brutale regime. Morte di un traditore. Il Generale George C. Marshall, che aveva portato fedelmente a termine il suo ingannevole dovere per conto dei suoi capi comunisti, morì poco dopo. Altri esempi più recenti dovrebbero essere sufficienti per mostrare la trama. Osserviamo cosa stava accadendo nell’emisfero Occidentale. 

Tradimento del Cile. 

Nel 1970, in Cile si era stabilito un governo interamente comunista, capeggiato da Salvador Allende. Questo è stato ottenuto con l’aiuto di enormi somme di denaro di “aiuti” Americani, specialmente con la connivenza della CIA Americana. Quindi nel 1974 accadde qualcosa di inaspettato. I popoli del Cile, capeggiati dagli ufficiali dell’esercito, si rivoltarono, uccisero Allende e si ripresero il loro governo. Gli Stati Uniti erano contenti del trionfo sul comunismo? Al contrario, interruppero ogni aiuto, chiusero le linee di credito, ed hanno portato avanti un malefico boicottaggio ed una propaganda contro il Cile come mai prima di allora. 

Il Canale di Panama viene dato ai comunisti 

Nel 1979 il Senato degli Stati Uniti traditori e il corpo esecutivo si rivoltarono contro il Canale di Panama, costruito dagli Americani e di loro proprietà, in favore di un governo comunista di spacciatori di erba e di ladri capeggiato dal Generale Torrejos. Non solo lo consegnarono in mano a questi criminali gratis e su un piatto d’argento, ma pagarono li pagarono miliardi affinché si prendessero la via d’acqua più strategica del mondo. Questo nonostante il fatto che ci fosse un rapporto di 200 a 1 fra i Senatori contro questa evidente ed ingannevole svendita.

Svendita ingannevole in Nicaragua.

Mentre questa svendita ingannevole veniva proposta al popolo Americano, la CIA era impegnata ad usare Panama come una base per far entrare armi e rivoluzionari nel vicino Nicaragua, ed istigare la rivoluzione. Anche qui il perfido governo Americano si mostrò chiaramente. Sebbene la famiglia Somoza, che aveva governato il Nicaragua per oltre 40 anni, fosse fortemente pro-Americana ed anticomunista, lo stesso anno in cui fu ceduto il Canale di Panama, Anastosia Somoza venne chiaramente tradito e gettato nel fiume. Con l’organizzazione della CIA, armi e denaro, il paese venne gettato nel peggiore dei caos e dei tumulti, ed infine gli Stati Uniti dissero a Somoza di andarsene ed anche lui volò via dal paese. Il comunista “Sandinistas” prese il potere ed un altro paese anti-comunista venne tradito e convertito al gigante comunista con l’aiuto dei democratici, “anti-comunisti” Stati Uniti d’America. ***** 

La CIA gioca un ruolo vitale. 

A questo punto sarebbe utile puntualizzare la tremenda importanza della Central Intelligence Agency nella maggior parte delle prese di potere comuniste. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’Ufficio dei Servizi Strategici venne organizzato come un’agenzia di super intelligence che coordinava e soprassedeva le diverse agenzie di intelligence militari degli Stati Uniti. Venne riempita di Ebrei che ci lavoravano, ed in realtà era una sorta di polizia segreta Ebraica in tutto il mondo. Allo stesso modo della sua controparte Russa, la Cheka, l’ OGPU, il NKVD, il KGB ed altre modifiche dei nomi, come il nome di OSS, venne cambiato in CIA. Ma di base il suo ruolo e scopo rimase invariato – restò (ed è anche oggi) una polizia segreta mondiale ed un network di spie al servizio dell’Ebraismo mondiale, mentre i contribuenti Americani pagano ancora il conto. Non solo la CIA è un network di spie, ma agisce anche come un potente esercito di intrighi ed inganni, una lunga mano che non solo spia, ma forza gli avvenimenti. 

Grande Potere, Fondi Illimitati. 

Il conto per i contribuenti Americani è enorme. Con fondi praticamente illimitati a sua disposizione ed un enorme esercito di uomini di potere al suo servizio, il potere e l’influenza della CIA nel mondo è grande e spaventoso. Né il Congresso né il presidente sanno veramente quanti miliardi vengono spesi ogni anno da questa potente agenzia di polizia segreta. Né sono a conoscenza di quali macchinazioni stanno portando avanti. Tutto questo viene canalizzato sotto la definizione di “segretezza”, “sicurezza nazionale”, “proteggere i nostri agenti”. La CIA è completamente fuori dal controllo sia delle corti, del congresso o del potere esecutivo. Infatti, i membri visibili del governo sono essi stessi spaventati da essa, oppure alla mercé della CIA. Un Esercito Criminale Nè c’è alcun limite alle tattiche che la CIA può utilizzare. Assassini, fare falsa propaganda, mentire, rubare, massacrare, tradire, pianificare rivoluzioni, e “colpi bassi” di qualsiasi natura sono nel loro arsenale di routine, promuovendo il programma Ebraico. Non è tutto qui. Creare stupide corporazioni, falsi movimenti politici, stampare un giornale temporaneo, truccare le elezioni, supportare candidati e movimenti politici, distruggere gli altri, tutto questo fa parte del loro bagaglio di trucchetti. 

Operativi anche sul suolo Americano. 

Le loro operazioni non si limitano al suolo straniero. Qualsiasi cittadino Americano che sia leale verso il suo paese, o verso la Razza Bianca, o che voglia denunciare la cospirazione Ebraica, o sia anticomunista, è un gioco da ragazzi per la potente ed ingannevole CIA proprio qui nel territorio di casa. Lo fanno in perfetta collaborazione con la FBI. Mano nella mano, infiltrano le organizzazioni nazionali, i partiti politici e costruiscono o distruggono ogni gruppo, fazione o individuo che vedono pericoloso per gli Ebrei. 

Un Mezzo per gli Ebrei 

Ciò che per loro va bene è sempre nel miglior interesse degli Ebrei, e va verso la distruzione della Razza Bianca. Prima di abbandonare l’argomento dell’intelligence, ci sono un paio di altri Ebrei spie su cui a questo punto devo fare luce. 

Polizia della Mente 

Poiché gli Ebrei, nelle ultime migliaia di anni, hanno portato avanti la cospirazione più terribile della storia, ossia la distruzione e la schiavizzazione degli altri popoli – sono fanatici al punto di essere paranoici per quanto riguarda lo spionaggio e la raccolta di informazioni sui loro nemici. Questo è comprensibile. Poiché il crimine che stanno perpetrando è totalmente basato sulla segretezza e sull’inganno, tenere nascosta la loro cospirazione è una cosa molto preziosa. Quindi entrano freneticamente in qualsiasi dispositivo, organizzazione di spionaggio, e mezzo di raccolta di intelligence che possa far vacillare i limiti della mente dei Gentili. Gli Ebrei non solo vogliono sapere cosa stanno facendo i loro nemici (tutti sono loro nemici), ma vogliono sapere che cosa stanno progettando. Infatti, per quanto possibile, vogliono sapere cosa sta pensando ogni persona prima ancora che il pensiero si traduca in azioni. 

Rete di Giochi di Spionaggio 

Quindi essi possiedono ogni tipo di spia e di rete di intelligence che opera in tutto il mondo. Dietro alla CIA, la FBI, il KGB Russo ed altri che abbiamo già menzionato ci sono altri due che vorrei sottolineare, uno in America ed uno in Israele. La ADL. ADL è l’abbreviazione per Anti-Defamation League (Lega Anti Diffamazione), che è in America. Apparentemente, sostiene di salvaguardare gli interessi Ebraici e di evitare la diffusione dell’ “antisemitismo”. Per quale motivo gli Ebrei lo trovino necessario, mentre gli Inglesi, i Tedeschi, gli Italiani ed altri gruppi etnici trovino non necessaria questo tipo di salvaguardia, non lo hanno mai spiegato. In realtà la ADL è molto, molto di più di questo. Presumibilmente è una derivazione della B’nai B’rith Ebraica, che è in realtà la prima fonte di potere di questa squadra Ebraica. In realtà è una potente e ben finanziata operazione di spionaggio all’interno dei confini Americani, che non solo raccoglie informazioni su politici, organizzazioni civili, individui particolari, ma su qualsiasi cosa che anche solo sospettino possa sollevare il velo sulla cospirazione Ebraica. Hanno grandi archivi e potenti computer che rivaleggiano con gli stessi FBI e CIA., ed ogni informazione che la FBI o la CIA possono avere che venga considerata utile per la ADL viene prontamente inviata a quest’ultima. 

Operazione Censura 

Le attività della ADL si estendono molto oltre. Sono estremamente attivi in politica – promuovendo le persone utili agli Ebrei e distruggendo quelli che vengano giudicati non collaborativi. Monitorano anche tutti i libri, riviste, giornali, media, movimenti o qualsiasi cosa – qualunque cosa che possa affliggere la cospirazione Ebraica – e questo include qualsiasi cosa significativa che accade in questo paese. 

Propaganda Impiantata 

Inventano in maniera aggressiva, se necessario, delle notizie e le impiantano nel flusso dei notiziari sui media – TV, giornali, etc. Non solo pubblicano un gran numero di articoli in modo che siano disseminati, ma pubblicano anche un gran numero di libri che siano sia favorevoli a Israele che agli Ebrei, o che attaccano brutalmente i loro nemici. 

La Mossad, Super Rete di Spionaggio 

L’altra organizzazione di spionaggio Ebraica che è di grande importanza mondiale ha il suo quartier generale in Israele. E’ nota come la Mossad. E’ la intelligence centrale degli Ebrei che raccoglie le attrezzature per tutto il mondo. E’ la rete di spionaggio super-superiore di tutta la storia. Qualsiasi cosa che la CIA Americana sa che sia utile per gli Ebrei (quasi tutto) viene inviato alla Mossad. Ogni cosa che il KGB Russo sa che si utile viene inviato alla Mossad. Lo stesso accade con ogni apparato di raccolta di intelligence in Germania, Francia, Italia ed in tutto il mondo. Viene tutto inviato alla Mossad. E’ difficile che ci sia qualcosa di significativo che accada in qualche parte del mondo oltre a quello che viene catalogato negli enormi computer della Mossad in Israele. 

Criminali Mortali. 

Ma la Mossad va molto più in là del semplice spionaggio e raccolta di informazioni da tutto il mondo. Come la ADL, è molto aggressiva e sempre all’attacco. Possiede squadre di assassini ben addestrati che dilagano incontrollate nella maggior parte dei paesi del mondo, specialmente negli Stati Uniti. Mettono in piedi organizzazioni paramilitari come la Lega per la Difesa Ebraica, o club di tiro Ebraici addestrati ad uccidere i Gentili. I membri della Mossad hanno il controllo degli Stati Uniti senza alcun controllo dal “loro” sistema legale, mentre spiano telefoni, ambasciate, diplomatici stranieri, addirittura la Casa Bianca ed ogni settore del governo degli Stati Uniti. In breve, non solo gli Stati Uniti ma il mondo intero è il loro indiscusso territorio, e l’Uomo Bianco (la loro vittima principale) non solo non si oppone a loro, ma ne paga il conto e nemmeno sa che esistono. Corrono Incontrollati sui Governi del Mondo Senza dubbio la Mossad è la gang più pericolosa, crudele ed assetata di sangue di criminali internazionali che il mondo abbia mai visto, che agisce brutalmente al di sopra di tutte le leggi e di tutti i governi del mondo, con poca o nulla opposizione. Come la CIA, è diffusa in tutto il mondo e segue molte delle sue operazioni con questa differenza: mentre la CIA ha la sua sede centrale negli Stati Uniti, la Mossad ha la sua sede centrale in Israele; mentre la CIA è gestita da un misto di Gentili ed Ebrei, la Mossad è tutta Ebraica; mentre la CIA condivide liberamente le sue informazioni con la Mossad, quest’ultima non dà nulla alla CIA. E’ una strada a senso unico, che porta soltanto all’esclusiva supremazia Ebraica ed alla tirannia sui “goym” del mondo. Prima di lasciare questa folle cospirazione di Russia, Israele, e del Governo USA, ci sono altri due aspetti di questa nefasta combinazione che devo chiarire. 

Aiuti Esteri per Chiunque 

Uno è il problema dell’America che dispensa aiuti esteri (denaro dei contribuenti) ad ogni squallido accattone nel mondo. Oggi capisco che stanno dando aiuti esteri a 116 paesi del mondo. Questo è uno dei peggiori atti di pirateria mai imposti su un gruppo di contribuenti che pagano le tasse nella storia del mondo. I contribuenti Americani non hanno mai avuto l’opportunità di votare o di esprimere la loro opinione su questo evidente latrocinio, che continua anno dopo anno. Per 35 anni i contribuenti Americani sono stati prosciugati, ed oggi non c’è nessuna indicazione che questo processo si fermi o almeno diminuisca. Si suppone per corrompere i Paesi affinché escano dal Comunismo. Il trucco in tutto questa truffa è questo: il Piano Marshall è stato inaugurato per evitare che dei paesi “diventino comunisti”. Il suo nobile obiettivo sembrava quello di lottare contro il comunismo. In altre parole hanno cercato di corromperli, di comprarli, di lusingarli affinché escano dal comunismo con il denaro, e quindi di farsi degli amici. Questa apparentemente era l’idea, così ci hanno detto. Attualmente stiamo sostenendo il comunismo. La realtà è in qualche modo diversa. Al momento stiamo spingendo degli incerti paesi comunisti, incluso il gigante, la Russia. Prima che la Seconda Guerra Mondiale fosse finita gli USA hanno inviato oltre 13 miliardi di dollari di oggetti civili, inclusi trattori, frigoriferi, e cose che abbiamo tutti. Se stavamo cercando di lottare contro il comunismo, perché sostenerlo? 

Ostile ai Paesi Anti-Comunisti 

In pratica stavamo alimentando il comunismo, non lottando contro di esso. Abbiamo usato il nostro tremendo benessere come un mezzo per spingere dei paesi al comunismo. Lo abbiamo usato come un cuneo per mettere la CIA in mezzo a loro e manovrare i loro politici in una maniera che gli Ebrei ed i comunisti prendessero prima o poi il controllo. Nei paesi come il Cile dove espulsero i comunisti da soli (non grazie al governo USA) li abbiamo schiacciati, boicottati (come anche in Rodesia) ed usato la pressione economica per riportarli nel controllo Ebraico. 

Gli USA Tradiscono gli Amici, Ricompensano I Nemici 

Come risultato di tutto questo dare, che ammonta a centinaia di miliardi di dollari, la maggior parte dei paesi del mondo hanno completamente perso il rispetto per l’America. Non ci credono per nulla e non siamo mai stati odiati così tanto da così tante persone. Questo per una buona ragione. Gli Stati Uniti (controllati dagli Ebrei) hanno ripetutamente ingannato, sia le loro stesse genti che i loro amici stranieri. Hanno tradito e punto i loro amici (come la Rodesia, Somoza, Batista, il Cile, etc.) e generosamente ricompensato i suoi “nemici” comunisti. Non c’è da stupirsi se il resto del mondo non crede agli USA e li disprezza. 

La Germania sotto Occupazione Militare 

L’altro punto è l’aver mantenuto le forze di occupazione Americana in Germania per l’interminabile periodo di 35 anni dopo la sconfitta di un nemico unico, cosa che gli Stati Uniti non avevano mai fatto prima nella loro storia. Anche questo è una gigantesca truffa. Si supponeva che gli USA avessero messo lì le truppe per “proteggere” la Germania da un violento attacco della Russia. Il fatto è che la Germania avrebbe potuto proteggersi molto bene dalla Russia comunista, ed avrebbe potuto ripulire quel covo di vipere nei primi anni 40 se l’America non avesse interferito. 

Motivo Reale: Per proteggere gli Ebrei. 

La vera ragione per cui le truppe USA sono state tenute in Germania per quei 35 anni – ed indubbiamente resterebbero per altri 35 anni – è di mantenere il popolo Tedesco sottomesso in modo che non potessero far rivivere il movimento di Hitler e rivoltarsi ancora verso gli Ebrei. In breve, le truppe sono lì per il solo motivo di protezione degli Ebrei dai Tedeschi e di evitare che i Tedeschi potessero creare un governo di loro scelta. Sì, questa è la vera e sola ragione, non per proteggere la Germania dalla Russia comunista.  

Stato Bandito Artificiale 

Adesso veniamo al prossimo covo di vipere, lo stesso stato bandito di Israele. Questa mostruosità artificiale deve la sua stessa esistenza al potere combinato del denaro dell’Ebraismo internazionale, della CIA, dei notiziari sui media, e della facciata nota come governo degli “Stati Uniti”. 

Parassiti Totali 

Dobbiamo ricordare che gli Ebrei sono dei totali parassiti, e non vogliono in realtà vivere in un paese tutto loro. I parassiti non possono vivere l’uno sull’altro e devono vivere su di un ospite produttivo. Per questa ragione gli Ebrei non vogliono, e non possono nemmeno se lo volessero, vivere in un paese da soli. Per migliaia di anni, più di chiunque altro, hanno avuto ampie opportunità di unirsi e costruire un paese da soli. Non hanno mai voluto farlo e non lo faranno mai. Restano in eterno ciò che sono sempre stati – dei parassiti. 

Ragioni dell’Insediamento 

Perché hanno attraversato tali sofferenze per rubare la Palestina agli Arabi e mettere in piedi questa mostruosità artificiale chiamata Israele? Le ragioni sono molte, tutte allo scopo di aiutare il programma Ebraico di conquista del mondo. 
1. Probabilmente il motivo più importante era di rinforzare ed unificare la contorta ideologia dei ranghi Ebraici. Le recenti generazioni di Ebrei sono diventate talmente di successo e benestanti che molti degli Ebrei più giovani hanno fraternizzato con i Gentili e li hanno sposati. Dobbiamo tenere a mente che ostilità, odio e conflitto sono state storicamente le basi su cui si è costruita la razza e la religione Ebraica, fino a creare un ariete che gli ha portati al fenomenale successo di cui godono adesso. Nel troppo successo può anche esserci il seme della propria autodistruzione. Tramite il “Sionismo”, la loro “Patria” Israele, e la battaglia per difendere ed espandere Israele gli Ebrei hanno creato nuovi nemici ed hanno riguadagnato una enorme spinta di fervore e solidarietà che apparentemente ha “confermato” i loro miti religiosi e li ha resi una tangibile realtà.  
2. Israele è stato progettato per diventare il centro del Governo Mondiale. E’ un loro progetto spostare le Nazioni Unite a Gerusalemme e governare il mondo da Sion. “La legge proverrà da Sion”. E’ loro intenzione governare i goyim da “Sion” dove posso farlo senza alcuna interferenza da disturbi esterni o sorveglianza. 
3. Avere “Israele” e Gerusalemme come base ha dato una qualità mistica e religiosa al loro movimento di conquista del mondo. Convince molte delle loro genti come anche milioni di goym che “Dio” è dalla loro parte e che gli Ebrei sono “il Popolo Eletto da Dio”. Questa è una cosiddetta profezia che si avvera da sola che gli Ebrei sono stati sufficientemente astuti da convertire in un reale potere ed in miliardi di dollari e centesimi.
4. Fornisce un rifugio pacifico e indisturbato per quella agenzia di sovra-intelligence, la Mossad, che abbiamo già descritto. C’è un numero di altre ragioni che sono state avanzate, come (a) il tremendo valore dei metalli preziosi contenuti nella acque salmastre del Mar Morto, (b) gli ebrei (con l’aiuto del potere degli Stati Uniti) si espanderanno e conquisteranno le terre Arabe ricche di pozzi di petrolio del Golfo Persico, (c) è un luogo di rifugio se le condizioni del mondo diventassero troppo ostili per gli Ebrei, (d) altre ragioni minori. E’ mia opinione che le prime quattro ragioni elencate sono le più importante che la quinta è di minore importanza in confronto, specialmente il punto (c) ossia il rifugio in fase di crisi. Resta il fatto che gli Ebrei saranno sempre un mortale parassita sulla schiena delle nazioni produttive del mondo, oppure non sarebbero niente. Una volta che siano allontanati dal potere delle nazioni Bianche del mondo, la loro intera struttura di potere collasserebbe rapidamente. Israele collasserà rapidamente insieme a loro. Infatti, gli stessi Arabi farebbero molta attenzione allo stato di Israele non appena gli Ebrei perdessero il loro potere sui centri delle nazioni Bianche del mondo, specialmente gli Stati Uniti. Israele ha vita breve senza il loro supporto. Il fatto è che nello stesso Israele c’è agitazione, dissenso, odio e disintegrazione. Gli Ebrei non hanno provato di poter costruire una loro nazione, o di poter vivere fra loro. Al contrario, senza le continue trasfusioni di denaro da Germania, USA, ed altri paesi “goym”, Israele durerebbe sei mesi. Anche con tutti i tremendi aiuti ricevuti dall’esterno, ha uno dei tassi di inflazione più alti del mondo. Solo gli Stati Uniti nel 1979 hanno sostenuto Israele per 10.000 dollari per ogni famiglia di quattro persone in Israele. In cima a tutto questo la Germania sta pagando i danni per il falso “olocausto” per circa un miliardo di dollari all’anno. Gli Ebrei di New York, Miami Beach e di altri luoghi raccolgono 300 milioni di dollari l’anno per “bond di Israele” (una fregatura) e li inviano esentasse in Israele. Nonostante tutti gli enormi aiuti esteri, il parassita è in continuo subbuglio politico ed in una precaria situazione finanziaria, un vero parassita senza un proprio futuro. 

Riassunto 

In chiusura possiamo concludere con certezza: 
1. Che comunismo, Marxismo e Sionismo si combinano con il capitalismo per portare a termine lo stesso scopo – la conquista del mondo degli Ebrei. 
2. Che gli Stati Uniti non stanno combattendo il comunismo, ma al contrario sono nella stretta morsa della rete Ebraica che utilizza il benessere, il potere ed il prestigio degli USA per tradire e conquistare un paese dopo l’altro, tutti nella finta battaglia della “lotta al comunismo”. 
3. La CIA e la FBI sono entrambe Polizie segrete e lunghe mani della rete Ebraica. Non credete mai ad i loro agenti e non collaborate mai con loro in alcun modo. 
4. Non dobbiamo guardare alla Russia come il vero nemico degli Stati Uniti. Il popolo Russo vorrebbe togliersi di dosso la scimmia dell’ Ebreo-Comunismo come chiunque altro e ci sarebbe riuscito molto tempo fa se non fosse stato per le macchinazioni degli Stati Uniti. Il vero nemico siede qui direttamente negli USA,specialmente a New York e Washington. Soltanto radunando il potere totale della Razza Bianca ed organizzandolo sotto una potente religione razziale come la CREATIVITA’ potremo mai sperare di spezzare la schiena alla tirannia Ebraica Marxista-Comunista-Sionista.

Né con i Rom né contro i Rom ma a favore dei doveri del cittadino

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ARTICOLO 3 DELLA COSTITUZIONE: PERFINO I ROM AGITANO SOTTO IL NASO LA CARTA FONDAMENTALE DEGLI ITALIANI PER RIVENDICARE I LORO DIRITTI, MA SENZA CONSIDERARNE I CONSEGUENTI DOVERI.... 




Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (1) e sono eguali davanti alla legge (2), senza distinzione di sesso [29, 31, 37 1, 48 1, 51; c.c. 143, 230bis], di razza, di lingua [6], di religione [8, 19, 20], di opinioni politiche [21, 49], di condizioni personali e sociali (3).

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico [24 3, 34, 36, 40] e sociale [30 2, 31, 32, 37], che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana [37, 38] e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori [35] all'organizzazione politica [48, 49], economica [39, 45-47] e sociale [31, 34] del Paese (4).

L'articolo 3 primo comma della Costituzione recita che siamo tutti uguali con pari dignità sociale davanti alla legge e senza distinzioni di ogni genere. Tuttavia, il comma secondo che nessuno si è mai preoccupato di esaminare in dettaglio quando si parla di Rom e immigrati, ribadisce il concetto fondamentale per cui i cittadini e i lavoratori debbono partecipare "all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Parla di lavoratori, cioè di persone che dignitosamente onorano il loro essere cittadini italiani con il proprio lavoro contribuendo in modo onesto alla prosperità del Paese natìo o che li ospita. Dunque parla di doveri. Invece capita spesso di sentire rivendicare i propri diritti anche con una certa veemenza, senza considerare che dai diritti scaturiscono naturalmente dei doveri. Nel caso specifico dei Rom e degli immigrati, a molti di loro (la maggioranza), è stato riconosciuto il diritto a percepire il reddito di cittadinanza e ad avere una casa popolare. In molti si sono chiesti legittimamente come possono usufruire di un ausilio statale persone che non sono rimaste disoccupate per eventi indipendenti dalla loro volontà, ma solo perché non hanno mai lavorato e cercato un lavoro fattivamente. Rubare rame e rivenderlo, o rivendere oggetti rubati non è lavoro: è furto. Comprensibile anche l'atteggiamento di cautela dei datori di lavoro italiani a mettersi un Rom sul libro paga. Come biasimarli con tutto quello che si sente in giro? Allora la questione è molto più complessa di quanto si pensi. Non si può impedire a qualcuno di rivendicare un diritto quando esiste una legislazione che glielo garantisce. Bisogna agire a monte del problema: nessuna legge può essere emanata a tutela di etnie che per tradizioni e cultura sono completamente incompatibili con la nostra. Se non ci si stabilisce in un Paese straniero per lavorare e comportarsi da cittadini onesti, non si può essere degni di ospitalità. Questo potrebbe essere il terzo comma dell'articolo 3. E questo non vale solo per l'Italia. In tutti i paesi nei quali sono presenti i Rom, la gente protesta perché non si sente tranquilla nemmeno in casa propria. Dunque, il problema è a livello europeo, non solo italiano. I campi nomadi sono diventati enormi discariche a cielo aperto, dove i roghi tossici vengono appiccati un giorno si e l'altro pure facendo alzare i livelli di diossine e veleni nell'aria, e provocando disturbi di salute sempre più frequenti nella popolazione. Il fatto è che loro sviluppano resilienza a tutto questo, mentre la popolazione autoctona abituata a rispettare le comuni regole igieniche, ne paga le conseguenze. Ma a Roma hanno trovato una soluzione: è stata sommersa la città di spazzatura varia e topi per solidarietà con i campi nomadi. Trovata geniale non c'è che dire. Per solidarietà questo ed altro! C'è da aggiungere, che chi si scandalizza delle proteste a Casal Bruciato, è perché non considera il disagio delle persone che si trovano costrette ogni giorno a fare i conti con un vicinato "problematico". Ma a chi vive ai Parioli o in quartieri iper protetti cosa può interessare? Essere meno egoisti e più empatici con le varie situazioni di difficoltà che non ci toccano direttamente potrebbe migliorare tante cose in Italia e nel mondo. 


CINZIA PALMACCI

IL SERVILISMO DELLA POLITICA ITALIANA NEI CONFRONTI DEL SIONISMO

Dico “nei confronti del sionismo” e non solo “nei confronti di Israele” perché il diffuso atteggiamento condiscendente e complice riguarda non solo lo Stato ebraico ma il complessivo progetto sionista in corso di realizzazione: non sappiamo fin dove intende espandersi territorialmente; certamente mira a uno Stato esclusivamente ebraico; certamente ambisce avere l’intera città di Gerusalemme come propria capitale.
Trump con la sua dichiarazione a favore di Gerusalemme capitale ha sbagliato la tempistica, forse mal consigliato dal genero Kushner; o forse ha volutamente forzato la mano, come è nel suo stile. Confidava in una reazione meno ostile della comunità internazionale o forse già sapeva che la reazione si sarebbe limitata alle parole. L’Italia è stata uno dei pochi Stati che non ha condannato la dichiarazione; ha parlato, e duramente, contro la dichiarazione, alla presenza di Netanyahu, Mogherini nella sua veste di alto rappresentante della UE ma dopo pochi giorni la stessa Mogherini ha ribadito il ruolo indispensabile degli USA nel cosiddetto “processo di pace”, a fronte della richiesta di Abu Mazen di estromissione degli USA dalle trattative.
Prendendo spunto da questa vicenda di Gerusalemme, ho ripercorso le tappe che hanno portato l’Italia ad essere il più fidato alleato di Israele in Europa.
Mi è stato chiesto di ricordare anche l’epoca in cui l’Italia ha avuto una politica diversa rispetto alla Palestina e al M.O. in generale. Lo posso fare, senza però dimenticare quell’appello a favore di Israele nel 1967 firmato da centinaia di intellettuali democratici: Balestrini, Sapegno, Lattuada, Monicelli, Lizzani, Rosi, Calvino, Fellini, Montale, Cassola, Sciascia, Camilla Cederna, Inge Feltrinelli, Nuto Revelli e tanti altri. Tutti, o quasi, caduti nella trappola della falsa rappresentazione della guerra dei sei giorni come guerra preventiva nella imminenza dell’attacco arabo.
Poi ci sono stati effettivamente episodi di segno contrario. Ricordiamo il famoso discorso di Pertini nel 1983, reduce dai campi ancora insanguinati di Sabra e Chatila. Ancora più famosa è la contrapposizione armata del 1985 a Sigonella, voluta da Craxi, allora primo ministro, tra 200 incursori USA e centinaia di carabinieri ed avieri italiani. Contrapposizione in difesa non tanto e non solo di Abu Abbas e dei dirottatori dell’Achille Lauro quanto soprattutto della nostra autonomia, politica e giurisdizionale (tutti sanno che la nave è territorio della bandiera, in questo caso italiana). Oltre alla prova di forza, occorre ricordare il discorso di Craxi in Parlamento quando rivendicò la legittimità della lotta armata dei palestinesi, rivendicazione del tutto conforme al diritto internazionale ma impensabile ai giorni nostri.
Posso ricordare anche la politica complessiva di Andreotti di apertura verso il M.O. e i Paesi arabi in generale nonché l’autonomia del suo pensiero rispetto alla NATO: nel 1999 criticò il Nuovo Concetto strategico della NATO che aveva aperto la strada agli interventi armati nel mondo a tutela dei propri interessi. Disse allora: “ E’ illegittimo il cambiamento del Patto Atlantico senza le procedure previste per i Trattati”.
Dal 2001 tutto è cambiato sino alla situazione attuale in cui abbiamo al governo un partito che neppure partecipa ai lavori della Commissione ONU per la messa al bando delle armi nucleari assumendo che la nostra adesione alla NATO ce lo impedisce ( cosa peraltro perlomeno discutibile). Continuiamo, così, ad essere deposito di armi nucleari per conto di USA e NATO in violazione del Trattato di non proliferazione mentre le coraggiose organizzazioni che fanno capo all’ICAN ricevono il premio Nobel (peraltro nel silenzio stampa più assoluto) per la loro vittoriosa battaglia che ha portato al recente Trattato di messa al bando delle armi nucleari..
Torniamo al tema principale e vediamo come si manifesta oggi questo cambiamento di atteggiamento nei confronti del disegno sionista. Partiamo dalla collaborazione nella propaganda sionista (hasbara).
E’ noto il tentativo in atto di far partire le prime tre tappe del prossimo Giro d’Italia da Israele. Non credo che sia stato scelto il Giro invece del Tour de France o della Vuelta spagnola solo perché il Giro parte a Maggio, in coincidenza con il 70° anniversario della nascita dello Stato ebraico. Israele sapeva di poter contare sulla più completa collaborazione (debitamente foraggiata) degli organizzatori italiani. E così è stato. Lo dimostra un fatto. Alla presentazione del Giro trasmesso dalla RAI il 29 Novembre 2017 il direttore del Giro, Vegni, ha commesso due errori agli occhi degli israeliani: ha definito Tel Aviv capitale di Israele e ha parlato di Gerusalemme Ovest, implicitamente ammettendo l’esistenza di una parte Est non israeliana. Il giorno dopo sono insorti due ministri israeliani e gli organizzatori sono stati costretti a rimuovere dai pannelli la scritta “Ovest” e a giustificarsi dicendo che quel punto cardinale “non aveva alcuna valenza politica”. Non solo, ma pensate che gli organizzatori non sapessero perché era stata scelta la data del 29 Novembre per la presentazione? Il 29 Novembre è la giornata internazionale ONU di solidarietà col popolo palestinese. La scelta di quella data è una palese esibizione di arroganza, eppure nulla è stato obiettato ( cosa impediva di spostare di un giorno?).
Veniamo ai piani alti della politica. E’ noto che l’Italia ha accordi economici e militari con Israele, con ricadute anche sul piano accademico. Questi accordi non sono giustificati neppure da un eventuale interesse economico perché, a ben vedere, non comportano neppure un ritorno vantaggioso. Posso portare l’esempio della vendita dei 30 aerei cacciabombardieri M346 dell’Aermacchi. Il contratto è stato firmato nel 2012 mentre era in corso l’eccidio a Gaza, e i primi due aerei sono stati consegnati nel 2014 mentre era in corso il successivo eccidio a Gaza (Margine protettivo). Il corrispettivo per gli aerei consiste in tecnologia israeliana in materia di sicurezza per un importo superiore al prezzo degli aerei. Insomma restiamo debitori. Una denuncia mia e di altri all’autorità giudiziaria per violazione della legge 185/90 che vieta la fornitura di armi a Paesi in fase di conflitto è stata archiviata e neppure siamo riusciti a conoscere i nomi dei due intermediari nell’affare che hanno intascato cifre iperboliche ( oltre 11 milioni di euro solo di provvigioni). Insomma, facciamo con Israele affari sporchi, illegali e lucrosi (per pochi).
Gli accordi militari consentono ai caccia con la stella di David di addestrarsi nei nostri cieli, soprattutto quelli della Sardegna, prima di andare a bombardare Gaza, Siria e altrove.
Sul piano legislativo abbiamo fulgidi esempi: il disegno di legge anti-BDS che ci è stato richiesto espressamente dagli israeliani ed è in linea con la legge israeliana che vieta l’ingresso nel Paese ai sostenitori del BDS e l’aggravante di pena per il reato di istigazione all’odio razziale.
Il disegno di legge anti-BDS pende in attesa di approvazione dall’Agosto 2015 e va a colpire gli attivisti del BDS. La legge è palesemente incostituzionale per molteplici motivi benchè tra i proponenti vi siano illustri giuristi che, evidentemente, mettono da parte il loro sapere e fanno prevalere la ragione di Stato sulla ragione di diritto.
Secondo questo disegno di legge coloro che praticano uno strumento di lotta pacifico come il boicottaggio, che vanta l’illustre precedente storico del Sudafrica, rischiano pene sino a 6 anni di reclusione.
L’aggravante di pena, invece, è già operativa e intende colpire i responsabili del reato di istigazione all’odio razziale quando questo riguarda la Shoah. Compare espressamente il termine Shoah nonostante già fosse stato citato nell’articolo il termine genocidio, categoria giuridica in cui certamente rientra la Shoah. La legge è del tutto superflua perché vi erano già la legge del 1975 (art.3) e la legge Mancino. L’art.3bis della nuova legge eleva la pena ad anni 6 ma il vero e proprio omaggio a Israele consiste nella citazione della Shoah, citazione tecnicamente inutile ma politicamente significativa. Questa sorta di diritto “pubblicitario” vede attivi parlamentari di vari partiti ( il filosionismo è trasversale) ma in prima fila e proponenti sono sempre quelli del PD.
L’estate del 2015 ha ispirato un’altra singolare iniziativa filosionista: il conferimento della medaglia d’oro al valore militare alla Brigata ebraica. Non è possibile ripercorrere in questa sede la storia della Brigata ebraica, operativa solo negli ultimi due mesi prima della Liberazione e coinvolta in operazioni militari non significative nella zona di Ravenna. Preme osservare come, pur di concedere questo alto riconoscimento alla Brigata in chiara risposta alla contestazione della sua presenza ai cortei del 25 Aprile, è stato violato il Codice di ordinamento militare. Il Codice, infatti, prevede che non debbano trascorrere più di sei mesi tra l’azione meritoria e il riconoscimento ( qui siamo oltre i 70 anni) e la proposta deve pervenire dai superiori militari ( qui proviene da Quartapelle e Fiano passando per Cicchitto, giungendo a Scotto: ampia trasversalità).
Non possiamo non ricordare, infine, la recente legge n. 86/2017 che ha ratificato l’Accordo tra Italia e Israele in materia di pubblica sicurezza. Israele ci insegnerà a gestire l’ordine pubblico in occasione di grandi eventi e manifestazioni di massa. Prevedo già cariche a cavallo, pallottole di gomma e poi vere, infiltrati e provocatori. Chi è stato relatore? Paolo Corsini che si è spostato a sinistra del PD aderendo a MDP art. 1 e che è reduce dalla firma della proposta di legge anti-BDS di cui si è detto.
La contrattualistica e la produzione legislativa servile ed ossequiente sono affiancate da comportamenti concreti significativi. Il nostro consolato, ad esempio, è a dir poco inattivo quando dovrebbe intervenire a favore di connazionali che vengono espulsi da Israele immotivatamente al loro arrivo all’aeroporto Ben Gurion; è accaduto recentemente con una piccola compagnia teatrale di giovani attori, respinta all’aeroporto dopo l’arresto , con un particolare accanimento nei confronti di uno di loro italiano ma di origine marocchina.
La cosiddetta unica democrazia del Medio Oriente si erge a carceriere della popolazione sotto occupazione e decide chi può fargli visita e chi no, con la differenza che in carcere c’è un regolamento da rispettare, in Israele vige l’arbitrio più assoluto. In carcere, inoltre, ci sono persone condannate o in attesa di giudizio perché imputate per crimini, in Palestina ci sono persone colpevoli solo di essere palestinesi.
Non si può non ricordare anche il recente caso di Leila Khaled: i funzionari di Fiumicino hanno eseguito l’ordine di Israele e Leila è stata respinta appena sbarcata dall’aereo . Ancora una volta l’Italia spicca nel panorama europeo perché solo un mese prima Leila era stata accolta in Spagna e in Belgio, ove aveva addirittura tenuto una conferenza al parlamento europeo.
Infine una notizia di questi giorni: il Senato ha approvato in via definitiva una legge per l’istituzione della “Giornata in memoria dei giusti dell’umanità” ed è stata scelta la data del 6 Marzo. Le parole di Gabriele Nissim in lode della legge ci consentono di avviarci alle conclusioni; dice Nissim: “ La legge ha un valore particolare di fronte alle recenti derive dell’oggi: nazionalismi, razzismi, rischi di guerra, terrorismo. E‘ necessario riaffermare i valori del dialogo, della pace, dell’inclusione”. Come possa Israele e chi lo sostiene ergersi a paladino di questi valori non è dato capire. Lasciamo pure stare la vecchia questione dell’assimilazione sionismo-razzismo di cui tanto si è discusso nel 1975 nella Assemblea dell’ONU che ha dichiarato il sionismo forma di razzismo, dichiarazione revocata nel 1991 e poi riaffermata a Durban nel 2001. Prendiamo esempi più recenti provenienti dall’interno di Israele.
L’Alta Corte di giustizia israeliana svolge un ruolo politico significativo ed è uno strumento di legittimazione della occupazione ma in modo raffinato: cerca di accreditare una immagine democratica dello Stato attraverso il simulacro della tripartizione dei poteri ( legislativo, esecutivo e giudiziario). Si pensi alla condanna del 2004 di una piccola porzione del Muro di separazione ( ovviamente non un briciolo di cemento è stato mai tolto).Talvolta, invece, non ci sono margini di compromesso tra volontà politica e decisione giudiziaria. Recentemente la Corte ha avuto modo di ribadire, conformemente alle scelte politiche del governo, la natura etnico, razziale, confessionale dello Stato di Israele.
Lo ha fatto nel 2013 respingendo la domanda del prof. Uzzi Ornan che voleva vedersi riconoscere la cittadinanza israeliana non in forza della religione ma in forza della residenza ( nel suo caso dal 1923!). Lo ha ribadito nel caso dei beduini del Negev, affermando la necessità che costoro lascino il posto a “ebrei etnicamente puri”. Sic !
Israele applica nei Territori Occupati leggi che Begin nel 1945 definì “peggiori delle leggi naziste” quando le subivano anche gli ebrei durante il mandato britannico. Israele pratica la tortura, si veda il recente rapporto di B’Tselem e Ha Moked pubblicato da Zambon editore. Israele viola costantemente il diritto internazionale e lo fa impunemente da sempre. Eppure si propone come modello!
Ecco il punto decisivo. Lottare per i diritti del popolo palestinese non è solo una forma di solidarietà ( un tempo avremmo detto internazionalista). E’ anche un modo di difendere i nostri interessi di democratici rispetto al tentativo di esportazione di un modello ispirato a valori antitetici a quelli della nostra Costituzione ( legge fondamentale che non a caso Israele non ha).
La recrudescenza nazista in Ungheria e in Polonia non è tranquillizzante; ora è il turno anche dell’Austria. Israele ha criticato il nuovo governo austriaco di estrema destra ma come concilia questa critica con il fatto che la nuova ministra degli esteri austriaca, Kneissl, è favorevole allo spostamento della ambasciata a Gerusalemme? Come concilia questa critica con il fatto che anche l’Austria ora pretende la cittadinanza su base etnica? Il nostro sottosegretario agli esteri Della Vedova ha definito questa pretesa “ crisma del pugno di ferro etnonazionalista; sdoganare la cittadinanza su base etnica avrebbe effetti gravissimi”. Perché non è mai stato detto nulla di simile a proposito di Israele?
Ho riletto uno scritto di Warschawsky (ebreo israeliano antisionista) del 2012 in cui spiega perché è legittimo definire Israele Stato fascista oltre che coloniale. Io ho sempre avvertito resistenza a farlo, mentre non ne ho mai avuta nel definirlo razzista. Warschawsky ora mi ha convinto perché non si deve far prevalere l’aspetto formale di democrazia parlamentare su quello sostanziale, che è il solo che conta.
Se allora è giusta questa definizione si pongono problemi al limite della schizofrenia: a destra come possono conciliare il loro antisemitismo con il loro filosionismo? E a sinistra come possono conciliare il loro asserito antifascismo con il filosionismo?
Quando l’ANPI si deciderà a rispettare l’art. 2 del suo Statuto che gli impone la solidarietà verso le lotte di liberazione e si schiererà a fianco del popolo palestinese, operando finalmente una cesura netta tra i crimini subiti dagli ebrei e i crimini posti in essere dalle bande terroristiche ebraiche prima e dallo Stato ebraico dopo?
Emanuele Fiano cerca di accreditare una immagine antifascista sua e del suo partito con una ennesima proposta di legge su un tema già molto legiferato ( legge Scelba del 1952 e legge Mancino del 1993). Il PD lo fa anche con operazioni “maquillage” come quella di Como in risposta alla irruzione degli skinhead nella sede di “Como senza frontiere”. L’antifascismo va praticato costantemente, non solo inserito in un disegno di legge o declamato ai microfoni.
Concludiamo. Israele è uno Stato che pratica colonialismo da insediamento, tendente alla espulsione dei nativi e di chi ebreo non è. E’ stato detto anche da voci ebraiche (Pegna, Peled) che è uno Stato a vocazione genocidiaria. Ma Israele è anche una entità politica, militare, economica, mediatica estremamente pervasiva. Da sempre si accredita come potenza europea nonostante la sua collocazione geografica: alla BIT (Borsa italiana turismo), all’Artigiano in fiera, nell’Europa League, ovunque, sino al recente ridicolo autoinvito di Netanyahu a un summit di ministri degli esteri europei.
E’ evidente il suo tentativo di esportare il suo modello di società, fortemente militarizzato (anche nelle menti) e razzista. In Palestina si espande territorialmente, nell’Europa ideologicamente. Dobbiamo respingere con forza il modello Israele, occorre una svolta netta nelle relazioni con questo Paese.
Siamo già un avamposto, cerchiamo di non diventare una colonia.
Ugo Giannangeli

“La hasbara sionista sta vincendo in Italia”


Di Romana Rubeo e Ramzy Baroud.


Un disegno di legge depositato presso il Senato della Repubblica Italiana prevede pene severe per coloro che intendano boicottare Israele. In passato, una simile iniziativa sarebbe stata inconcepibile. Purtroppo, la politica italiana, storicamente solidale con la causa palestinese, è cambiata in modo sensibile negli ultimi anni. E, cosa ancor più sorprendente, la Sinistra e la Destra si equivalgono nel tentativo di compiacere Tel Aviv, a scapito dei diritti dei Palestinesi.

La triste realtà è che l’Italia è ormai tra i Paesi più vicini a Israele e questo non riguarda solo le decisioni politiche, ma anche il dibattito pubblico. Le priorità di Tel Aviv, così come articolate dalla hasbara (propaganda ufficiale sionista), sono diventate parte integrante del vocabolario dei media e della classe politica, determinando una sostanziale convergenza tra gli obiettivi perseguiti dai due Paesi.

L’Italia, nata dalla Resistenza anti-fascista e dalla lotta contro un’occupazione militare, è oggi affidata a una classe politica che non si fa scrupoli a piegarsi alle pressioni delle lobby filo-israeliane, la cui influenza è in continua crescita.

Reinterpretare la storia.

Durante la cosiddetta “Prima Repubblica” (1948-1992), l’Italia era considerata il Paese europeo più solidale nei confronti della lotta Palestinese; non solo per un sentimento diffuso tra la popolazione, ma anche per l’effettivo orientamento politico dell’epoca. L’Italia era consapevole del suo ruolo nel Mediterraneo: le forze di governo dimostravano lealtà al Patto Atlantico, ma non esitavano a intrattenere rapporti proficui con il mondo arabo. Un delicato equilibrio, questo, non sempre facile da mantenere, che ha condotto a scelte giudicate “radicali”e che in seguito sono state condannate e rinnegate.

L’avvicinamento alle posizioni filo-israeliane è iniziato già da anni. In una famosa intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth nel 2008, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga si rivolse agli ebrei italiani, dichiarando: “Vi abbiamo venduto”. Cossiga si riferiva al cosiddetto “Lodo Moro”, un patto segreto la cui esistenza non è mai stata comprovata. Fu presumibilmente siglato negli anni ’70 dall’allora primo ministro Aldo Moro e dai leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), a cui sarebbe stata garantita una certa libertà di movimento sul territorio italiano; in cambio, essi assicuravano che non avrebbero colpito il Paese con attentati terroristici. Il “Lodo Moro” è stato citato a più riprese dalla hasbara israeliana per condannare le scelte politiche del passato e continuare ad associare la Resistenza palestinese al terrorismo.

Nell’intervista, Cossiga si spinge oltre, accusando il PFLP della Strage di Bologna, che devastò la stazione ferroviaria della città nel 1980, uccidendo 85 persone. Le accuse, per quanto aderenti alla retorica filo-israeliana, sono assolutamente infondate: gli esecutori dell’attentato furono infatti i neofascisti del NAR. Purtroppo però, le dichiarazioni di questo controverso personaggio non sono isolate e la sua parabola è rappresentativa del cambiamento di sensibilità nei confronti della Palestina e di Israele, che si fonda anche su una reinterpretazione dei fatti storici.

Tra passato e presente.

Nel 1974, il Governo Italiano sostenne con forza la partecipazione del leader palestinese Yasser Arafat all’Assemblea Generale dell’ONU. Nel 1980, aderì alla Dichiarazione di Venezia, che riconosceva il diritto dei Palestinesi alla “autodeterminazione” e che fu ovviamente ostacolata da Israele e dagli USA.

Negli anni ’80, l’atteggiamento dei vari governi che si sono succeduti in Italia era così apertamente filo-palestinese che si determinarono spesso tensioni con Israele e i benefattori americani, in particolar modo durante la Crisi di Sigonella nel 1985. Durante un intervento dinanzi al Parlamento italiano, il primo ministro socialista Bettino Craxi sostenne che la lotta armata dei Palestinesi era legittima. Nel 1982, il presidente della Repubblica parlò a lungo del massacro di Sabra e Shatila durante il tradizionale discorso di fine anno.

Le forze più progressiste della Democrazia cristiana sostenevano la Palestina per ragioni di opportunità e per mantenere un rapporto privilegiato con i Paesi arabi. I partiti di sinistra, invece, erano mossi anche dal principio della lotta anti-imperialista. Oggi, il quadro è decisamente cambiato: viviamo in un’era “post-ideologica”, in cui gli ideali sono stati dichiarati morti. I partiti di sinistra non avvertono più l’esigenza di schierarsi al fianco delle nazioni che resistono. In un mondo dominato dalla globalizzazione, l’interesse nazionale viene barattato per assicurarsi il beneplacito di Washington, che spesso passa per quello di Tel Aviv.

L’unica ideologia ancora in piedi sembra essere quella neo-liberale del mercato universale che ha devastato l’Europa nel corso degli ultimi anni e l’Italia non si sottrae a questa logica.

Nell’ottobre del 2016, si è astenuta dal voto sulla risoluzione UNESCO che condannava l’occupazione israeliana di Gerusalemme Est. Questa posizione, seppur cauta, ha scatenato le ire di Israele, suscitando le proteste dell’ambasciatore israeliano a Roma.

L’allora primo ministro Matteo Renzi si è affrettato a rassicurare Israele, spendendo parole dure nei confronti della proposta dell’UNESCO. “Allucinante”, aveva detto, “la decisione su Israele. Basta con queste risoluzioni che penalizzano Gerusalemme”. Un anno prima, invitato al Knesset, Renzi aveva ribadito la vicinanza dell’Italia a Israele, definendo il BDS “sterile e stupido”.

Nel suo discorso inaugurale, l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affrontato il tema della “minaccia del terrorismo internazionale” scegliendo di citare l’attentato del 1982 alla Sinagoga di Roma. Le sue parole hanno “profondamente commosso gli ebrei italiani”, secondo il giornale di destra Jerusalem Post.

L’influenza sionista è sempre più forte.

I gruppi sionisti compiono un’azione incessante, nel tentativo di condizionare l’opinione pubblica italiana, con una strategia che si fonda su due linee direttrici: da un lato, con un reiterato senso di vittimismo, che dipinge Israele come una “povera nazione” che lotta per la sopravvivenza in un universo ostile di Arabi e Musulmani; dall’altro, facendo leva sulla carta dell’anti-semitismo, sfoderata contro chiunque osi sfidare la narrazione israeliana. Le armi della hasbara sono efficaci al punto che la politica e la cultura italiane sono sempre più vicine a Israele. Il sentimento filo-israeliano è sempre più diffuso anche nei partiti di sinistra.

Secondo Ugo Giannangeli, illustre avvocato penalista che si dedica da anni alla difesa dei diritti dei Palestinesi, il Parlamento italiano sta lavorando a una serie di leggi (che egli definisce “norme spot”), il cui unico scopo sarebbe quello di compiacere Israele. Tra queste, il Disegno di legge 2043 (Norme contro le discriminazioni). Si tratta, in sostanza, di un provvedimento anti Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. I firmatari paragonano apertamente il boicottaggio di Israele a una forma “mascherata di antisemitismo”, accogliendo pienamente il vocabolario e la retorica dei gruppi sionisti. Qualora fosse approvata, la norma prevederebbe sanzioni esemplari per gli attivisti italiani del movimento per il BDS.

Tra i firmatari figurano anche Emma Fattorini, membro del Partito Democratico e della “Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani”. I diritti umani dei Palestinesi, evidentemente, non figurano tra le sue priorità.

Un altro firmatario è Paolo Corsini, che ha lasciato il Partito Democratico per aderire a MDP – Articolo 1. Corsini era stato anche relatore dell’ “Accordo tra Italia e Israele in materia di pubblica sicurezza”, già ratificato dal Parlamento italiano con la legge 86/2017. Le relazioni tra i due Paesi diventano più forti e si prevede anche uno “scambio di esperienze relative alla gestione dell’ordine pubblico in occasione di grandi eventi e manifestazioni di massa”.

Sono poche e isolate le voci che si levano a contestare questo rapporto di subordinazione culturale e politica nei confronti di Israele e che, quanto meno, oppongono delle criticità. L’ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema, ad esempio, ha fortemente criticato il mutato atteggiamento italiano. In una recente intervista rilasciata all’Huffington Post, ha espresso le sue perplessità in merito al tentativo costante dell’Italia e di altri Paesi Europei di compiacere Israele, richiamando anche la sinistra al suo ruolo storico di sostegno al popolo palestinese.

L’esperienza italiana dovrebbe servire da monito per attivisti e politici di tutto il mondo: la solidarietà con la Palestina inizia dal proprio Paese. Bisogna opporsi strenuamente ai tentativi di criminalizzazione del BDS e adottare misure che contrastino la hasbara israeliana, che sta permeando ogni aspetto della nostra società.






PROPONIMENTO DI OGGI


Oggi leggerò un brano della Bibbia o uno dei Salmi, che sono le preghiere a Dio per eccellenza.


LITURGIA DI OGGI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  
  



 PRIMA LETTURA 

At 8,26-40
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etíope, eunùco, funzionario di Candàce, regina di Etiòpia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaìa.
Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaìa, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.
Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:“Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”.
Rivolgendosi a Filippo, l’eunùco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù.
Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunùco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò.
Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunùco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.


  SALMO  

Sal 65
Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.

Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.


 VANGELO 


Gv 6,44-51
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

mercoledì 8 maggio 2019

LA NUOVA MINACCIA DI UNA GUERRA ALL’IRAN: IL DESIDERIO IRRESISTIBILE DEI NEOCON USA DI DISTRUGGERE L’IRAN



di Luciano Lago


Il pretesto di una presunta minaccia iraniana, ventilando la possibilità di un attacco contro le proprie forze in Medio Oriente, ha spinto l’Amministrazione USA ad inviare una possente forza d’attacco contro l’Iran costituita da portaerei , unità navali e bombardieri strategici.
Gli analisti internazionali si domandano cosa spinga gli USA a muovere una guerra contro l’Iran in questo momento quando già altri fronti sono aperti, dal Venezuela, alla Siria, all’Afghanistan, All’Ucraina.
Le risposte a questo interrogativo che spiegano la mossa di Washington sono quelle che riguardano la completa subordinazione di Washington agli interessi di Israele e la aspirazione dell’Impero USA di cancellare per sempre l’esistenza di un paese indipendente e non subordinato alla dominazione americano sionista, come lo sono invece i paesi alleati del Golfo e i paesi europei. Un’altra spiegazione è quella della necessità dell’Amministrazione Trump di inviare un segnale di intransigenza, destinato proprio ai suoi alleati europei, alcuni dei quali recalcitranti ad obbedire ai diktat trasmessi da Washington sull’Iran, in particolare di bloccare tutti gli acquisti di petrolio e qualsiasi rapporto economico con la Repubblica Islamica dell’Iran. 
Un grosso favore questo per la dirigenza israeliana che non aspettava altro dal presidente Trump, considerato ormai il miglior benefattore di Israele per i passi da lui fatti su Gerusalemme capitale ed il riconoscimento dell’annessione del Golan. La guerra all’Iran corrisponde all’ultima pressante richiesta fatta da Netanyahu a Trump e di cui Kushner (genero ultra sionista di Trump) ed i neocon come Bolton e Pompeo sono strenui sostenitori.
La politica di espansione della propria influenza, condotta dall’Iran in questi ultimi anni (conseguenza delle guerre fallite nella regione da parte degli anglo USA) e la sua funzione di perno, assieme alla Siria di Assad, nell’asse della Resistenza anti sionista ed anti imperialista, non viene tollerata da Washington e da Tel Aviv che cercavano un pretesto per l’attacco e lo strangolamento economico del paese persiano. Poichè quest’ultima non si dimostra una strada efficace, viste le relazioni costruttive che Teheran mantiene con Cina, Russia, Turchia, India ed un certo numero di paesi, gli Stati Uniti ricorrono al loro consueto linguaggio della forza, quello di presentarsi con una flotta d’attacco e minacciare l’aggressione armata. Il diritto internazionale e la carta dell’ONU non contano nulla per la dirigenza neocon di Washington che piuttosto presenta il comportamento tipico dei Gangster: non accetti la nostra “protezione”? Ti puniremo.


Forza al-Quds iraniana

Potrebbe essere un bluff ? E’ quello che si chiedono in molti.
L’attacco contro l’Iran “sarebbe implacabile”ha detto John Bolton, si può interpretare questo messaggio dei super falchi USA con la loro volontà di riaffermare l’egemonia degli USA sul Medio Oriente e sui paesi che non vogliono piegarsi al dominio neo-coloniale americano.
Un fatto è certo: la sete di guerra e di sangue che manifestano i neocon statunitensi è la stessa che dimostrano i loro soci israeliani nella loro costante aggressione contro la Palestina, a Gaza in particolare, non a caso Trump ha solidarizzato al 100% con Netanyahu, cercando di far credere che gli aggrediti siano sempre gli israeliani e gli aggressori i palestinesi, nonostante la evidente sproporzione di mezzi e di vittime fra le due parti.
L’Iran in questo momento è sottoposto ad una pressione ed un assedio senza precedenti da parte degli USA e dei sui alleati e le sanzioni e l’embargo sono l’ultimo gradino prima di una guerra diretta.
Questa sete di aggressione e di sangue da parte dei neocon USA si dimostra e si esprime anche con le altre azioni aggressive patrocinate dagli USA e dai loro alleati e soci Sauditi e Israeliani, dallo Yemen alla Palestina, con le stragi ed i bombardamenti contro civili, case, scuole e ospedali, in spregio a qualsiasi regola umanitaria.
In questo contesto gli USA spostano questa flotta possente per minacciare l’Iran con una serie di messaggi fuori da qualsiasi tono diplomatico e con un atteggiamento arrogante che dimostra la loro totale inclinazione ad aggredire qualsiasi paese sovrano che non dimostri di essere obbediente alla linea dell’egemonia americana. Chiunque non obbedisce loro diventa un nemico da colpire e da punire, prima con il tentativo di strangolamento economico mediante il blocco e le sanzioni, poi, se questo non basta, con l’aggressione miltare diretta.
Non esistono altre considerazioni per la dirigenza USA e tanto meno quelle di carattere umanitario, i responsabili di Washington hanno riguardo soltanto per i loro interessi economici ed egemonici, come per quelli dei propri alleati in una regione che subisce guerre ed aggressioni continue da parte del trio USA-Israele-Arabia Saudita. 
Il gruppo di potere neocon negli USA disprezza qualsiasi regola internazionale e manifesta in tutta evidenza quello che si potrebbe definire un “comportamento sociopatico” ispirato dall’ideologia messianica che è una mescola tra sionismo ed evangelismo cristiano, la confessione prevalente fra i personaggi che siedono alla Casa Bianca.
Non esiste una razionalità di calcolo che abbia cura di prevedere quali possano essere le conseguenze di queste azioni che possono determinare effetti pregiudizievoli per gli stessi Stai Uniti e per il mondo occidentale, che sono facili da intuire. Fra questi, tutti gli analisti anticipano che ci sarà una drastica inpennata dei prezzi del crudo che potrebbero derivare da una nuova guerra nella regione ed ancora peggio dalla minaccia di chiusura (ventilata dall’Iran) dello Stretto di Hormuz. , in rapresaglia per il blocco della esportazione del petrolio iraniano. Fattori che determinerebbero una crisi economica di enormi proporzione per i paesi occidentali e che inducono all’allarme fra gli operatori economici. 
Inoltre si prevede che l’aumento della produzione di greggio del principale alleato degli USA, l’Arabia Saudita, non potrà soddisfare la domanda totale di crudo nel caso in cui vengano impedite le esportazioni iraniane.
La politica USA in questa fase si dimostra del tutto illegale ed arbitraria, manifestandosi in una forma di aggressione sfacciata che mette allo scoperto la volontà di sopraffazione e di dominio della superpotenza americana in modo tale da mettere in difficoltà anche i rapporti degli USA con i propri alleati. 
L’Iran in tale frangente ha il pieno diritto di ricorrere alla sua difesa contro i provvedimenti degli USA ed a reagire ad una aggressione che sarebbe del tutto immotivata e pretestuosa. 
Non si può escludere un intervento della Russia che considera l’Iran un suo alleato strategico e questo potrebbe essere il fattore dissuasivo per le intenzioni belicose di Washington.

Arrivati a questo punto, soltanto la Russia potrebbe scoprire il “bluff” di Washington. Ancora una volta il pallino della situazione per fermare una prossima guerra distruttiva si trova nelle mani di Vladimir Putin.

GLI STATI UNITI INVIANO UNA PORTAEREI E BOMBARDIERI VERSO LE COSTE DELL’IRAN


Gli Stati Uniti stanno inviando un gruppo di attacco di portaerei e una task force con i bombardieri in Medio Oriente con un messaggio “chiaro e inconfondibile” all’Iran, ha dichiarato John Bolton, il falso consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.


“Gli Stati Uniti stanno schierando l’USS Abraham Lincoln Carrier Strike Group e una task force per i bombardieri nella regione del Comando Centrale degli Stati Uniti”, ha detto Bolton in una dichiarazione domenicale.

La mossa, ha detto, è finalizzata a inviare un messaggio “chiaro e inconfondibile” all’Iran secondo cui “qualsiasi attacco agli interessi degli Stati Uniti o su quelli dei nostri alleati sarà incontrato con una forza inesorabile”.

Bolton ha detto che la decisione è stata “in risposta a un numero di indicazioni e avvertimenti preoccupanti e intensificanti”.

Bolton ha continuato dicendo che gli Stati Uniti “non cercano la guerra” con l’Iran, ma sono “pienamente preparati a rispondere a qualsiasi attacco”, sia per procura, il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC) che con le forze iraniane regolari, ha detto Bolton in una dichiarazione.

Bolton non ha fornito ulteriori dettagli, ma un funzionario USA ha detto che “le forze sono state ordinate nella regione come deterrenza per quelli che sono stati visti come potenziali preparativi da parte delle forze iraniane e i loro delegati che potrebbero indicare possibili attacchi alle forze statunitensi nella regione “.

Il funzionario, parlando a condizione di anonimato, ha detto che gli Stati Uniti non si aspettavano alcun imminente attacco alle forze statunitensi, secondo quanto riferito da Reuters .

La mossa degli Stati Uniti arriva come aveva promesso in precedenza di ridurre le esportazioni di petrolio dell’Iran fino a zero, spingendo Teheran ad avvertire che non permetterà ad alcun altro paese di esportare petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz se Teheran non può vendere il suo greggio.

Nel frattempo, il dispiegamento sembra essere stato “programmato regolarmente” dalla Marina degli Stati Uniti, e Bolton ha appena provato a parlarne.

L’8 aprile, il portavoce della USS Abraham Lincoln Carrier Strike Group (ABECSG) aveva annunciato che lo Strike Group ha lasciato una stazione navale in Virginia il 1 aprile per “uno spiegamento regolarmente programmato”.


Petroliera iraniana nel Golfo Persico

Pertanto, quello che Bolton descrive come una “risposta” all’avvertimento iraniano non sembra essere autentico, poiché l’ABECSG aveva iniziato la sua missione molto prima dell’avvertimento iraniano.

Sabato, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha detto che l’Iran non cerca di aumentare le tensioni con gli Stati Uniti, ma non permetterà a Washington di interrompere la sicurezza del Golfo Persico, la “linea vitale dell’Iran”.

“Siamo stati molto chiari sul fatto che non abbiamo alcun interesse per l’escalation”, ha detto Zarif in un’intervista esclusiva con Al Jazeera TV.

“Siamo stati chiari che il Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz sono la nostra ancora di salvezza. Dipendiamo da loro per il nostro sostentamento e li vogliamo sicuri, funzionali e gratuiti per la navigazione di tutti i paesi, compreso l’Iran “, ha affermato.

“Come abbiamo detto prima, l’Iran non permetterà agli Stati Uniti di minacciare il Golfo Persico”, ha aggiunto il ministro degli Esteri.

Domenica scorsa, il principale comandante militare iraniano aveva detto che l’Iran vuole che lo stretto – attraverso il quale quasi un terzo di tutto il petrolio scambiato per mare – rimanga aperto e sicuro, avvertendo che il paese non permetterà a nessuno di destabilizzare le acque del Golfo Persico.

“Mentre il petrolio e le merci di altri paesi stanno attraversando lo Stretto di Hormuz, anche il nostro si sta muovendo attraverso di questo”, ha detto il Presidente del Capo di Stato maggiore Mohammad Baqeri, generale delle forze armate iraniane.

L’Iran “affronterà sicuramente chiunque tenti di destabilizzare lo Stretto di Hormuz, e se il nostro greggio non dovesse passare attraverso lo Stretto di Hormuz, anche il [greggio] degli altri non lo supererà”.

Il comandante iraniano ha spiegato: “Questo non significa [che stiamo per] chiudere lo Stretto di Hormuz. Non intendiamo chiuderlo a meno che gli atti ostili dei nemici non ci lascino senza altra opzione. Saremo pienamente in grado di chiuderlo in quel giorno “.
Il 22 aprile l’amministrazione americana ha dichiarato in un comunicato che gli acquirenti di petrolio iraniano devono interrompere i loro acquisti entro il 1 ° maggio o affrontare sanzioni. La mossa ha messo fine a sei mesi di esoneri, che hanno permesso agli otto maggiori acquirenti iraniani – Turchia, Cina, Grecia, India, Italia, Giappone, Corea del Sud e Taiwan – di continuare a importare volumi limitati. Diversi stati, fra i quali la Russia, la Cina, l’Iraq e la Turchia, hanno dichiarato che non terranno conto delle minacce USA e continueranno ad incrementare la cooperazione con l’Iran ed a acquistare il petrolio iraniano.

Nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di unità navali russe nel Golfo Persico per esercitazioni navali congiunte assieme alla Marina iraniana.




PUTIN, XI, ASSAD E MADURO, TUTTI CONTRO L’EGEMONIA AMERICANA

CATTIVE NOTIZIE PER GUAIDO' E & CO.....


di Ted Galen Carpenter 
Nella politica estera americana l’ultima preoccupazione di Blob è che il governo di sinistra radicale del Venezuela sta raggiungendo il Medio Oriente per sostenere la crescente pressione di Washington.

In particolare, il presidente Nicolás Maduro sta cercando di stabilire ampi legami politici e finanziari con il presidente siriano Bashar al-Assad e il suo alleato in Libano, Hezbollah . Quest’ultimo ha ripetutamente condannato la politica statunitense nei confronti di Maduro , e sembra già avere legami economici oscuri con Caracas. Ci sono indicazioni che il regime di Maduro potrebbe utilizzare Hezbollah per riciclare fondi dal commercio illegale di droga.
La paura di Washington è che, in agguato dietro un’alleanza Assad-Hezbollah-Maduro, ci sia l’arcinemico americano, l’Iran, che ha stretti rapporti sia con Assad che con Hezbollah. L’obiettivo apparente di Teheran sarebbe quello di rafforzare il regime venezuelano, aumentare il sentimento anti-americano nell’emisfero occidentale e forse acquisire alcuni soldi riciclati da un’operazione congiunta di Maduro-Hezbollah per alleviare il dolore delle sanzioni economiche statunitensi reintrodotte dopo il ripudio dell’amministrazione Trump dell’accordo nucleare.

Sebbene Iran, Assad e Hezbollah continuino a preoccuparsi principalmente degli sviluppi nella propria regione, la paura che vogliano minare il potere di Washington nel proprio “cortile di casa” non è infondata. Ma i leader statunitensi dovrebbero chiedersi perché queste diverse fazioni stiano raggruppando le forze fra loro per raggiungere quell’obiettivo.
Non è il solo esempio di questo che è emerso negli ultimi anni, e la causa principale sembra essere la politica eccessivamente belligerante e aggressiva di Washington. Questo approccio sta facendo convergere insieme regimi che hanno poco in comune tranne la necessità di resistere alla pressione degli Stati Uniti. La posizione minacciosa di Washington mina piuttosto che rafforzare la sicurezza americana, e specialmente in un caso, provocando un’intesa sempre più salda tra Russia e Cina, che rappresenta un grave pericolo per il dominio USA.

Guardia d’onore cinese per Putin

L’attuale flirt tra Caracas e le fazioni anti-americane in Medio Oriente non rappresenta il primo caso in cui i leader americani si preoccupano della collaborazione tra avversari eterogenei. Le agenzie di intelligence degli Stati Uniti e gran parte della comunità politica estera hanno avvertito per anni sulla cooperazione tecnologica tra l’Iran e la Corea del Nord nell’approntamento in corso di missili sia a capacità nucleare che balistica. Durante la Guerra Fredda, una successione di amministrazioni statunitensi aveva espresso frustrazione e rabbia per l’alleanza di fatto tra l’Unione Sovietica totalitaria e l’India democratica. Eppure la causa alla base di quell’associazione non era difficile da capire. Entrambi i paesi si sono opposti al primato globale degli Stati Uniti. L’India era particolarmente a disagio per l’appoggio militare e diplomatico di Washington con il Pakistan, nonostante la storia del governo dittatoriale e dell’aggressione di quel paese.

L’alienazione dell’India era una politica profondamente imprudente. Allo stesso modo, è stata l’ossessione di Washington per l’indebolimento e l’isolamento dell’Iran e della Corea del Nord. Questi due paesi non hanno quasi nulla in comune, ideologicamente, politicamente, geograficamente o economicamente. Uno è uno strano regime dell’Asia orientale basato sullo stalinismo dinastico, mentre l’altro è una teocrazia islamica reazionaria del Medio Oriente. Senza l’incentivo che l’implacabile ostilità Stati Uniti forniscono, ci sarebbero poche ragioni per credere che Teheran e Pyongyang sarebbero alleati. Ma la veemente politica anti-nucleare di Washington nei confronti di entrambi i regimi e le brutali sanzioni economiche che sono seguite hanno contribuito a cementare un’alleanza di fatto tra due bizzarri compagni di letto.

Sembra che i leader iraniani e nordcoreani abbiano concluso logicamente che il modo migliore per scoraggiare i leader statunitensi dal prendere in considerazione il cambio di regime forzato verso i loro paesi era quello di cooperare per rafforzare i rispettivi programmi nucleari e missilistici. Le guerre di cambiamento del regime di Washington , che hanno soppiantato Saddam Hussein in Iraq e il Moammar Gheddafi in Libia – e il tentativo fallito di rovesciare la Siria con asserzioni assurde – hanno rafforzato tali timori.

Putin da il benvenuto ad Assad a Sochi

Il caso più inquietante e potenzialmente letale in cui il comportamento aggressivo degli Stati Uniti ha spinto insieme due alleati improbabili è l’approfondimento delle relazioni tra Russia e Cina. Le pattuglie di “libertà di navigazione” di Washington nel Mar Cinese Meridionale hanno antagonizzato Pechino, che ha ampie rivendicazioni territoriali all’interno e intorno a quella zona di mare. Le proteste cinesi sono cresciute sia in numero che in intensità. 
Le relazioni bilaterali sono anche peggiorate a causa del crescente atteggiamento aggressivo di Pechino nei confronti di Taiwan e del crescente sostegno di Washington all’indipendenza di fatto dell’isola. La guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina ha solo contribuito all’animosità. I leader cinesi considerano la politica americana come una prova della determinazione di Washington a continuare il suo status di primato nell’Asia orientale e cercano modi per indebolirlo.

Le rimostranze della Russia contro gli Stati Uniti sono ancora più pronunciate. L’espansione della NATO ai confini della Federazione Russa, il ripetuto calpestamento degli interessi russi nei Balcani e nel Medio Oriente da parte di Washington, l’imposizione di sanzioni economiche in risposta all’incidente della Crimea, il ritiro dell’amministrazione Trump dal trattato delle Forze armate intermedie, Stati Uniti le vendite di armi in Ucraina e altre provocazioni hanno portato a una nuova guerra fredda . La Russia si è mossa per aumentare la cooperazione diplomatica, economica e persino militare con la Cina. Pechino e Mosca sembrano coordinare le loro politiche su una serie di problemi, complicando le opzioni di Washington .

La stretta cooperazione tra Russia e Cina è tanto più notevole, data l’estensione dei loro interessi in competizione con l’Asia centrale e altrove. Una reciproca paura e rabbia nei confronti degli Stati Uniti, tuttavia, sembra aver messo in ombra tali potenziali conflitti, almeno per ora.

Sembra persino esserci una “grande collusione” di più avversari statunitensi che si stanno formando. Sia la Russia che la Cina stanno aumentando i loro legami economici con il Venezuela e anche il coinvolgimento militare della Russia con il regime di Maduro è in aumento. Il mese scorso, Mosca ha inviato due bombardieri strategici a Caracas insieme a circa 100 militari. La missione del secondo contingente era di riparare e ristrutturare il sistema di difesa aerea del Venezuela alla luce della minacciosa retorica di Washington. Questa mossa ha suscitato una forte risposta da parte del presidente Trump.

Anche la politica di Mosca nei confronti del governo di Assad, Teheran e Hezbollah è diventata sempre più attiva e di supporto militare e strategico. In effetti, l’intervento militare della Russia in Siria, a partire dal 2015, è stato un fattore cruciale nel far cadere la guerra a favore delle forze di Assad, che ora hanno riacquistato il controllo su gran parte della Siria. Washington sta quindi assistendo alla Russia che si trova dietro a due dei suoi principali avversari: il Venezuela e una coalizione guidata dall’Iran in Medio Oriente.

Questo è un classico esempio di comportamento equilibrato da parte dei paesi preoccupati per un potere più forte che persegue l’aggressione. Storicamente, i concorrenti più deboli affrontano una scelta quando affrontano un tale potere: un carrozzone o un tentativo di equilibrio contro l’aspirante egemone. Alcune nazioni molto deboli possono avere poca scelta se non quella di rannicchiarsi e accettare lo stato di dipendenza, ma la maggior parte dei poteri di media taglia (e anche alcuni piccoli) sceglieranno la via della sfida. Come parte di questa strategia di bilanciamento, tendono a cercare eventuali alleati che potrebbero rivelarsi utili, indipendentemente dalle differenze. Quando la minaccia percepita è abbastanza grande, tali fattori vengono ignorati o sommersi. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna lo fecero quando formarono la Grande Alleanza con l’Unione Sovietica totalitaria nella Seconda Guerra Mondiale per sconfiggere la Germania nazista. In effetti, i rivoluzionari americani fecero causa comune con due autocrazie reazionarie, la Francia e la Spagna, per ottenere l’indipendenza dalla Gran Bretagna.

L’attuale politica statunitense ha prodotto una serie di risultati spiacevoli, e grida di rivalutazione. Washington ha creato il dolore inutile per se stesso. Comporta notevoli inettitudine nel favorire la collaborazione tra Iran e Corea del Nord, per non parlare dell’alleanza del governo secolare di Assad e del regime quasi comunista di Maduro. Ancor peggio sono gli errori politici che hanno spinto la Russia a sostenere clienti così eterogenei e a stringere legami economici e militari sempre più stretti con un rivale naturale come la Cina. È estremamente imprudente per qualsiasi paese, anche una superpotenza, moltiplicare inutilmente il numero dei suoi avversari e portarli insieme in un fronte comune. Eppure questo è lo svarione che gli Stati Uniti stanno commettendo attivamente.

Fonte: The American Conservative