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venerdì 22 marzo 2019
PROPONIMENTO DEL GIORNO
LITURGIA DI OGGI
LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
PRIMA LETTURA
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VENEZUELA: ARRESTATO PER TERRORISMO IL BRACCIO DESTRO DI GUAIDO’
FUCILI D’ASSALTO, GRANATE E DOLLARI
NELLA CASA DI UNO DEI NEMICI DI MADURO
MA USA E PANAMA INTIMANO IL RILASCIO.
LE VITTIME DELLA GUARIMBA ALL’ONU:
«GIUSTIZIA PER I NOSTRI CARI BRUCIATI VIVI
IN PIAZZA DAI GOLPISTI ASSETATI DI SANGUE»
DA GINEVRA RISOLUZIONE CONTRO LE SANZIONI USA
IN CILE MANETTE AI GIORNALISTI “BOLIVARIANI”
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Mentre da Maracaibo giunge la notizia di ulteriori stazioni elettriche esplose con un conseguente blackout che ha colpito una parte di Caracas per un trasformatore in fiamme a Palo Verde, alza il livello dello scontro tra Governo ed opposizione in Venezuela ed arrivano i primi clamorosi arresti. Quelli del braccio destro del presidente autoproclamato Juan Guaidò e di un altro suo collaboratore: finiti in carcere con la pesante accusa di terrorismo dopo che sono state trovate pericolose armi semiautomatiche di tipo militare e soldi stranieri nelle loro abitazioni. La conferma ufficiale giunge alle 14,51 ora locale (19,51 ora italiana) via Twitter. «Grazie ai servizi di intelligence, è stata smantellata una cellula terroristica che pianificava di effettuare attacchi selettivi assumendo mercenari colombiani e centroamericani per attentare ala vita di leader politici e militari e sabotare i servizi pubblici – scrive il profilo ufficiale del Ministero per le Relazioni interne, la Giustizia e la Pace – Queste indagini hanno portato all’arresto di Roberto Marrero (49 anni) e Luis Alberto Páez Salazar(34 anni)che erano direttamente responsabili dell’organizzazione di questi gruppi criminali. Durante un raid sono stati sequestrati un lotto di armi da guerra e denaro contante in valuta estera».
IN MANETTE PER TERRORISMO IL BRACCIO DESTRO DI GUAIDO’
Trova quindi conferma la notizia in merito all’arresto da parte degli 007 del Sebin (Servizio bolivariano di intelligence nazionale) denunciata sui social dai sostenitori del capo dell’opposizione i quali avevano subito parlato di un “rapimento” da parte degli uomini dei servizi segreti. All’annuncio su Twitter ha poi fatto seguito la comunicazione ufficiale ai medi del ministro dell’Interno, Giustizia e Pace, Néstor Reverol, che ha ribadito l’azione di polizia per smantellare una “cellula terroristica” mentre Guaidò aveva accusato tramite i social le stesse forze di sicurezza venezuelane di aver “collocato” armi a casa di Marrero, capo dello staff del presidente autoproclamato sostenuto dagli Usa in quello che molti bolivariani ritengono un vero e proprio golpe. C’è da ritenere che le indagini siano avvenute nell’alveo dell’inchiesta aperta dal procuratore generale venezuelano Tarek William Saab nei confronti dello stesso Guaidò, indagato per sabotaggio elettrico quale mandante intellettuale del complotto che con 150 attacchi hacker alle centrali energetiche e almeno 11 esplosioni nelle sottostazioni di distribuzione avevano creato il tremendo blackout di una settimana con la conseguente interruzione dell’acqua potabile (vedi link sotto all’articolo precedente).
FUCILI D’ASSALTO SEMIAUTOMATICI, UNA GRANATA E TANTI DOLLARI
Il tweet del Ministero dell’Interno del Venezuela con le armi sequestrate
«Le indagini condotte insieme alla Procura della Repubblica hanno portato alla detenzione del cittadino, Roberto Eugenio Marrero Borgas, che è direttamente responsabile dell’organizzazione di gruppi criminali» ha affermato il ministro del presidente eletto Nicolas Maduro mostrando poi le foto dei due fucili d’assalto semiautomatici ed una granata sequestrati dal Sebin a casa dell’arrestato insieme a parecchi contanti che dall’immagine paiono soprattutto dollari, come era facile aspettarsi visti i notevoli finanziamenti stanziati da Usaid (Us Agency for Internazional Development), l’agenzia del Dipartimento di Stato Usa cui la Casa Bianca che è accusata di supportare gli oppositori del Socialismo Bolivariano almeno dal 2009 e vuole destinare nel 2019 mezzo miliardo di dollari per il regime-chance (vedi sotto link articolo Inferno Venezuela). «Caracas ha a lungo sostenuto che l’opposizione venezuelana, che gode di un sostegno senza ostacoli da parte degli Stati Uniti ma incapace di ottenere un sostegno sufficiente attraverso un voto popolare, ricorre alla “democrazia di strada” e potrebbe persino pianificare di portare attacchi terroristici per indebolire il governo – scrive il network Russia Today – Il mese scorso, il governo del presidente Maduro ha rifiutato di permettere agli Stati Uniti “aiuti umanitari” nel paese, non solo rifiutandolo come una trovata pubblicitaria, ma anche come offerta umiliante di briciole di pane, rispetto ai miliardi di dollari sequestrati da Washington, mentre esprimendo la preoccupazione che i convogli possano essere utilizzati per contrabbandare le armi direttamente nelle mani dell’opposizione». Un sospetto che sarebbe ora confermato dal ritrovamento delle armi nella casa di Marrero, perquisita insieme a quella di Sergio Vergara, deputato di San Cristóbal nell’Asemblea Nacional e capogruppo del partito Voluntad Popular.
MINACCE DA USA E PANAMA DOPO L’ARRESTO
L’arresto ha subito suscitato le reazioni sdegnate del leader di VP presidente autoproclamato e del consulente militare della Casa Bianca. «I membri delle Forze Armate sanno che il rapimento di Roberto Marrero non risolverà il problema dell’acqua o la crisi economica» ha twittato Juan Guaidò poche ore dopo aver appreso dell’arresto ma prima che ci fosse la conferma ufficiale dell’incriminazione. Intimidatorio, come sua abitudine, John Bolton, l’esperto della Sicurezza Nazionale del presidente americano Donald Trump che più volte a sbandierato al presidente venezuelano in carica la minaccia di spedirlo a Guantanamo: «Maduro ha fatto un altro grosso errore. L’arresto illegittimo di Roberto Marrero, assistente del presidente ad interim Juan Guaidó, non rimarrà senza risposta. Dovrebbe essere rilasciato immediatamente e la sua sicurezza è garantita». A sostenere la medesima posizione, nel suo piccolo, anche un paese centroamericano: «Se non viene rilasciato immediatamente Roberto Marrero, capo di stato maggiore del presidente Guaido, il governo della Repubblica di Panama adotterà misure concrete contro questa violazione della libertà da parte del regime di fatto a Caracas» ha twittato il presidente panamense Juan Carlos Varela. Molto più cauto il messaggio dell’ong UN Human Right, osservatorio sui diritti umani accreditato all’Onu: «Siamo preoccupati per la detenzione di RobertoMarrero, capo dello staff del Presidente dell’Assemblea Nazionale, da parte dei membri dei servizi di intelligence bolivariani. Esortiamo il governo a rispettare rigorosamente il giusto processo e rivelare immediatamente dove si trova».
ARRESTATI IN CILE GIORNALISTI CHE CONTESTANO LA MOGLIE DI GUAIDO’
L’articolo di EP Mundo sui giornalisti arrestati alla conferenza della moglie di Juan Guaidò
Mentre sui social rimbalzano le notizie dei “periodistas” fermati dal Governo di Caracas (ma quasi sempre rilasciati nel giro di poche ore a differenza di quelli arrestati dalla Turchia partner Nato) non risulta, invece, che ci siano stati commenti da parte di alcuna organizzazione umanitaria circa gli arresti dei giornalisti sostenitori di Maduro in Cile dove la moglie di Guaidò ha tenuto una pubblica conferenza.
Il momento dell’arresto dei giornalisti attivisti cileni
«Il discorso di Fabiana Rosales all’Università Autonoma del Cile non è andato bene per tutti – scrive il quotidiano spagnolo EP Mundo – Mercoledì tre cittadini cileni, un rappresentante del Partito comunista cileno, sono stati arrestati per aver contestato le affermazioni di Fabiana Rosales, moglie del presidente Juan Guaidó, nel corso di una discussione tenutasi presso l’Università del Cile. Alla fine della conferenza di Rosales, arrivata in Cile per incontrare la First Lady, Cecilia Morel, sono intervenuti i detenuti, tra cui un comunista di Azione Proletaria (AP). “Abbiamo voluto confutare ciò che la moglie dell’usurpatore Juan Guaidó ha detto, semplicemente parlando ad alta voce quando il suo intervento era finito”, ha detto il militante AP, Maximiliano Correa, in un video postato su Facebook per il sindacato dall’Associazione Reporter Indipendenti (ARI). Il video mostra Maximiliano Correa, che ha risposto alle domande dei media, mentre lascia l’Universidad Autónoma de Chile sotto custodia dei tutori dell’ordine. I tre cittadini erano nel campus universitario per esprimere il loro sostegno al presidente della Repubblica, Nicolás Maduro». Nessun commento sul loro arresto da parte dell’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu, Michelle Bachelet, nonostante sia stata presidente del Cile, che aveva invece subito espresso preoccupazione per la sorte del radiocronista Luis Carlo Diaz, fermato dalla polizia bolivariana il 12 marzo scorso a Caracas e rilasciato il giorno successivo.
LE MADRI DELLE VITTIME DELLA GUARIMBA CHIEDONO GIUSTIZIA ALL’ONU
Orlando Figuera bruciato vivo in piazza dai golpisti che danzano intorno a lui durante le proteste chimate Guarimba istigate da Leopoldo Lopez nel 2014 – foto profilo Twitter @VictimaGuarimba
Proprio la diplomatica Michelle Bachelet ha invece censurato il comportamento del Governo venezuelano dopo l’ispezione da lei guidata una settimana fa insieme alla squadra dell’Alto Commissariato dei Diritti Umani dell’Onu: «Sono estremamente preoccupata per il restringimento dello spazio democratico e per l’incessante criminalizzazione di proteste pacifiche e del dissenso – ha detto Bachelet – Abbiamo documentato quest’anno, numerose violazioni dei diritti umani, e di abusi da parte delle forze di sicurezza e da parte di gruppi paramilitari chiamati colectivos, collettivi, dell’uso eccessivo di forza, di omicidi, di detenzioni arbitrarie, di tortura e maltrattamento in detenzione. Senza dimenticare che la gravità dellla crisi umanitaria e alimentare e dei servizi basici non è stata completamente riconosciuta dalle autorità e le misure adottate sono state finora insufficienti». Al suo rapporto ha risposto l’ambasciatore venezuelano alle Nazioni Unite di Ginevra Jorge Valero denunciando «le misure coercitive unilaterali imposte dal governo degli Stati Uniti, la guerra economica e le misure adottate dal Governo bolivariano per il benessere del popolo venezuelano». Parole e fatti che hanno convinto almeno il Consiglio dei Diritti Umani Onu della città svizzera il quale proprio ieri, giovedì 21 marzo, ha «approvato a larga maggioranza una risoluzione presentata dal Venezuela a nome di MNOAL (Movimiento de los No Alineados) sugli effetti negativi delle misure coercitive unilaterali (sanzioni) sui diritti umani»: Lo ha annunciato con grande soddisfazione il Ministero degli Esteri Jorge Arreaza definendola: «Un’altra vittoria di Multilateralismo e Diplomazia di Pace!».
Uno dei tanti manifesti di invito all’uccisione di un chavista diffusi dai manifestanti di piazza il 23 gennaio 2019 quando Juan Guaidò si è autoproclamato presidente ad interim – – foto profilo Twitter @VictimaGuarimba
Per comprendere come il paese sia entrato in questa spirale di contrapposizioni, odio e violenza non bastano le tante parole che abbiamo scritto in decine di articoli dettagliatamente documentati grazie a fonti primarie e neutrali. Ma bastano le foto di alcune dei sostenitori del presidente Maduro massacrati durante le proteste negli ultimi anni dai contestatori, in gran parte guerriglieri di estrema destra ben addestrati, che sono costati la condanna a 13 anni di reclusione al precedente leader di Voluntad Popular Leopoldo Lopez proprio per incitazione alla violenza. I casi dei morti assassinati dai golpisti, infatti, sono stati segnalati al commissariato dei Diritti Umani Onu come riporta il profilo twitter Victimas Guarimba, organizzazione spontanea che fa riferimento al nome dato alle barricate e alle proteste da Robert Alonso, terorico della rivolta in Venezuela contro Hugo Chavez già nel 2004, prendendo in prestito l’innocuo nome di un gioco ninfantile simile all’occidentale “nascondino”. Lo stesso account social ricorda i sostenitori del Socialismo Bolivariano uccisi nelle strade dai manifestanti aizzati prima da Lopez ed ora da Guaidò: Orlando Figuera, bruciato vivo; Hector Anuel, linciato con un martello e bruciato; Danny Subero, linciato e assasinato con un’arma da fuoco. I loro casi sono stati portati davanti agli ispettori dell’Onu anche attraverso la testimonianza dei parenti. «Ho incontrato personalmente te e non ho mai pubblicato nulla sull’omicidio di mio figlio. Chiedo a Michelle Bachelet giustizia per tutte le vittime uccise dai violenti gruppi di opposizione» ha detto la madre di Ramzor Bracho, assassinato durante le Guarimbas del 2014. «Mio figlio è stato bruciato vivo e tutti i colpevoli sono stati portati fuori dal paese. Chiedo all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per il Diritti Umani di rendere giustizia. Non sono pacifici dimostranti, sono assetati di sangue» ha detto la madre di Orlando Figuera alla missione tecnica dell’ONU. Altri evidenti esempi sono ben visibili in un video girato da una televisione sudamericana e postato su Facebook.
Danny Subero picchiato e poi ucciso con un colpo di pistola – – foto profilo Twitter @VictimaGuarimba
Hector Anuel linciato per strada prima di essere ucciso – foto profilo Twitter @VictimaGuarimba
Hector Anuel ucciso a martellate e poi bruciato dai manifestanti contro Maduro – – foto profilo Twitter @VictimaGuarimba
Bastano questi semplici episodi per far capire che a Caracas e dintorni da anni è in corso una sorta di guerra civile non ancora combattuta platealmente dal presidente Maduro proprio per un uso moderato della forza e delle repressioni: certamente molto diverso rispetto a quello fatto anche solo negli ultimi anni da paesi come Arabia Saudita, Turchia, Ucraina e Isarele, storici alleati degli Stati Uniti d’America. Ennesima riprova che in Venezuela la questione dei diritti umani è l’ultimo degli interessi della Casa Bianca.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Il piano segreto dell’elite globalista per l’Italia
Circa 300.000 giovani lasciano l’Italia ogni anno. Uno ogni 5 minuti. Negli ultimi 12 anni sono partiti 2 milioni di italiani. Quasi una famiglia su tre ha un figlio all’estero o che pensa di andarci. Un giovane su due vorrebbe andarsene. L’Italia vorrebbe essere lasciata da quasi un terzo dei residenti. Secondo Confindustria questo esodo ci costa 14 miliardi all’anno di perdita di capitale umano.
Dovrebbe essere la notizia di apertura di tutti i media, invece silenzio e rassegnazione. Non fa comodo a nessuno parlarne perché è la sconfitta del sistema Italia e mette sotto accusa tutte le politiche economiche fatte finora. Anzi, l’emorragia dei giovani italiani è raccontata come un fenomeno positivo, in nome della mobilità, globalizzazione, conoscenza.
Un tempo l’esilio era una condanna. Ora sono tutti esuli volontari.
La campagna contro il posto fisso, per l’abbattimento dei salari, quella pro emigrazione giovanile, pro mobilità e flessibilità sono due facce delle stessa medaglia: distruggere l’esistente e impoverire l’Italia, privarla del futuro.
Più si impoveriscono le Nazioni, più si rendono preda degli appetiti altrui e questi Paesi, depauperati delle loro sostanze, vengono regolarmente colonizzati e svenduti al miglior offerente. In Italia stiamo assistendo da decenni a questo gioco al massacro.
Stiamo sbagliando tutto e non ci rendiamo conto di una cosa essenziale: visto che l’accento è solo sulla mobilità e sul globalismo, se non si ritrova un po’ di sano orgoglio legato a una riscossa italiana è finita. Il ritornello è: “l’Italia fa schifo”. Questa narrazione ci è stata imposta e abbiamo rinunciato a lottare. I giovani se ne vanno alla spicciolata, individualmente. Se ne vanno senza protestare, senza cercare di cambiare le cose in Italia. Sono impregnati di esterofilia e giustamente, perché l’Italia gli offre uno stage sottopagato anziché il contratto fisso che hanno altrove, dove le loro capacità sono apprezzate, mentre in Italia sono considerati un fastidio e le richieste di lavoro una rogna a cui non vale nemmeno la pena di rispondere.
Cosa dobbiamo fare, allora?
Per Barbara Pavarotti, ex-giornalista del Tg5, la risposta è chiara: “Ricominciare a lottare in Italia per cambiare, per scalzare la mentalità che ci vuole tutti esuli”. Il suo impegno si è tradotto in un video documentario prodotto dalla Fondazione Paolo Cresci intitolato “Italia addio, non tornerò” (guardate il trailer seguendo il link: https://youtu.be/6IR03bSZhtM ).
L’Inail scrive che in Italia mancano 4 milioni di posti di lavoro nella sanità, nell'istruzione, nella Difesa, nella Pubblica Amministrazione. Gli uffici pubblici lamentano una scarsità di personale e chi è occupato deve sopperire a fatica a questa mancanza. Nel privato, poi, le imprese si dichiarano tutte overbooking. Certo, devono fare profitti con la minor spesa possibile.
Insomma, nel fenomeno dell'emigrazione giovanile italiana, la narrazione vigente è una truffa: è una diaspora, frutto (quantomeno, per essere buoni) di una strategia miope; per essere cattivi frutto di una strategia che mira a umiliare l’Italia, depauperarla e minarla alle radici sgretolando anche le famiglie e dividendole. Strategia pericolosissima perché - anche così - si cede una fetta di sovranità utilissima a chi vuole rendere l’Italia una colonia sostituendo la popolazione italiana con altre etnie (se proprio vogliamo essere cattivi). Il famoso motto "Divide et impera" vale sempre.
Vogliamo reagire o essere rassegnati ad accettare tutto come abbiamo fatto finora? Sveglia, giovani: è arrivato il momento di una nuova rivoluzione!
Ma il nostro Stato, di giovine nascita sia pur di lunga incubazione, essendo parso da sempre una minaccia alle grandi potenze, in primis Francia, Olanda, Gran Bretagna e USA, si è trovato imbrigliato in una serie di accordi e di servigi di fatto derivanti innanzitutto dalla sua nascita storpia, e in secondo luogo dalle “punizioni” derivanti dall’essere stati dalla parte sbagliata dopo la guerra.
Da allora con quella scusa l’elite globalista vuole:
- farci emigrare in massa e infatti ci sono nuove ondate di emigrazione di giovani e meno giovani dalle regioni devastate del sud dalle trivelle petrolifere (Basilicata Abruzzo) e dallo sconforto economico
- farci accettare una massiccia immigrazione clandestina - riserva di schiavi - dal mondo intero e infatti per qualche barcone giustamente respinto di persone senza documenti in mano alla tratta umana, abbiamo avuto tutte le rimostranze dei benpensanti onu ue e tutti quanti che non sono altro che la faccia ipocrita dell’elite globalista che ci vorrebbe tutti schiavi. Due piccioni con una fava: destabilizzare ulteriormente la nostra società e lo status del nostro lavoro precarizzato e farci competere con lavoratori degradati a schiavi.
- farci sfollare nelle new town o in quartieri HLM - sobborghi periferici senz’anima - per calpestare la nostra fierezza e la nostra cultura, mentre si appropria dei nostri borghi storici (a differenza della Francia i nostri sobborghi sarebbero soprattutto pieni di Italiani)
- farci scappare dalle campagne mentre si appropria - riformando il latifondo - delle nostre terre per farci di tutto e di più (speculazioni immobiliari, supermercati, OGM, monocultura, sversamento di pesticidi, inquinamento delle falde acquifere per privatizzarle meglio, colonizzazione energetica, distruzione della biodiversità a vantaggio della cricca dei brevettatori pro OGM).
E l’elite globalista non vuole soprattutto che:
gli emigranti italiani all’estero - 60 milioni - vogliano, possano, o siano facilitati nel tornare nel loro paese, ne sa qualcosa la sottoscritta.
Ne sanno anche qualcosa gli agricoltori di Decimoputzu, Sardegna, che essendo tornati 20 anni fa allettati dai prestiti agevolati della Regione per costituire delle aziende agricole, si ritrovano sfrattati e pignorati dalle banche (BPER) essendo tali aiuti stati dichiarati dall’UE - tardivamente - “aiuti di Stato”, non ammettendo la Regione la sua colpa di avere notificato in ritardo tali aiuti alla Commissione UE e accanendosi le banche contro i presunti debitori, i quali avendo già rimborsato tutto il vecchio debito, sono risultati debitori di tutti gli interessi non pagati in vent’anni. Una truffa vera e propria concordata tra Commissione, Regione e BPER.
Inoltre l’elite globalista vuole l’attuazione del piano P2 o 2Partiti, quasi realizzato; l’indebolimento degli enti locali - in corso con tagli di finanziamenti e derivati fraudolenti vari; il consolidamento delle Regioni e delle differenze fiscali tra regioni, in atto, che non fa altro che agevolare la globalizzazione di capitali e merci e la sperequazione tra persone - invece di applicare la flat tax del 20% su tutto; un debito in crescita esponenziale come strumento per acquisire quote delle imprese più produttive e spremerle all’inverosimile con i suoi giochetti di fusioni acquisizioni, dismissioni di rami “secchi” accollandoli allo Stato cioè a noi, licenziamenti, outsourcing vari, utilizzo di strumenti finanziari vari per indebitare le imprese - ultimi esempi Alitalia e Fiat; indebolimento dei lavoratori, sempre più precari, sempre più ricattati; indebolimento persino dei veri imprenditori, quelli che non ragionano con i criteri bancari del profitto cieco e strozzino - espropriati, indebitati o morti in vari incidenti sospetti.
Questo vuole l’elite globale, non certo un paese autonomo e fiero, creativo e inventivo, no. L’elite globale come un rettile rampante e verde d’invidia, vuole appropriarsi del giocattolo Italia per acquisirne l’etichetta made in Italy, espropriandone i veri produttori e lavoratori, dislocando la produzione in Brasile Turchia Marocco Sri Lanka o Cina, centralizzandone le finanze in Olanda, Londra, Parigi, Svizzera, USA, Canada, Malta, e altre isole fiscali. Per produrre un finto made in Italy e succhiarne tutti gli utili. Come La Perla dislocata altrove e comperata da una finanziaria americana. L’UE lo permette, permette il made in Italy fabbricato altrove e finito in patria. Esattamente come i maiali cresciuti in Olanda Belgio e finiti in Italia, poi avranno l’etichetta di prosciutto di Parma.
L’elite globalista non ama né il bello né il buono né il giusto, essa persegue il falso, il taroccato, il tagliato, la dipendenza, la manipolazione. Perchè l’elite globalista è una banda di malati di mente che hanno bisogno di fare festini immondi per accumulare potenza. Essa sponsorizza tratta di umani, traffico di organi, la pornografia e la pedofilia, le guerre, i soprusi, gli espropri, gli avvelenamenti. Più è crudele e spietata più si traveste da buona moralista e generosa. Tutto quel che fa, così dice, lo fa per il bene del mondo, e quanto più sottolinea questa sua bontà, tanto più farà il male del mondo.
Il male e il diavolo esistono. Si travestono in bene e parlano parole flautate. Sanno toccare le corde più sensibili della gente, per farle sentire in colpa, le ipnotizzano e le incantano perché vedano fischi per fiaschi, le ingannano con trucchi ottici e altri messaggi subliminali, perché sia indotta a credere che un Veronesi è buono e bravo e che l’AIRC con l’azalea della ricerca è cosa buona per l’umanità, ad esempio. Non hanno morale, e si basano sulla menzogna e il raggiro. Non sono umani, sono come i rettili. Sono in un’altra dimensione, non in quella spirituale, quella cavernicola degli istinti più demoniaci. E noi dovremmo avere tutti un terzo occhio per riconoscerli e metterli fuori uso.
Come? Semplice: con un raggio di luce micidiale come un raggio laser se applicato alla gogna in una piazza.
giovedì 21 marzo 2019
APPELLI URGENTI DELLA MADONNA DI ANGUERA IN BRASILE
QUESTO MESSAGGIO FA RIFERIMENTO AD UNO "XINO" DI CUI VIENE DATA UNA PROBABILE SPIEGAZIONE RIFERITA AL PAPA GESUITA BERGOGLIO, MA IN SPAGNOLO IL TERMINE XINO, GERGALE, SIGNIFICA "CINESE". IN BRASILE LA LINGUA UFFICIALE E' IL PORTOGHESE, MA SI PARLA ANCHE LO SPAGNOLO. INOLTRE, IL TERMINE "XINO" E' CURIOSAMENTE ACCOSTABILE AL NOME DELL'ATTUALE PRESIDENTE CINESE "XIN" (JINPING), ELETTO PRESIDENTE A VITA CHE SPESSO SI E' POSTO IN APERTO CONTRASTO CON LA CHIESA CATTOLICA (vedi https://verainformazionerealtime.blogspot.com/2019/03/cina-xi-jinping-non-vuole-regolare-ma.html)
2.505 - 04.04.2005
Cari figli, pregate con il cuore e non allontanatevi dalla verità. Arriverà il giorno in cui ci sarà disprezzo nella casa di Dio e ciò che è sacro sarà gettato fuori. UNO XINO (?)* SARA’ SUL TRONO CONTRASTANDO MOLTI, MA DIO E’ IL SIGNORE DELLA VERITA’. CIO’ CHE VI DICO ADESSO NON POTETE COMPRENDERLO, MA UN GIORNO VI SARA’ RIVELATO E TUTTO SARA’ CHIARO PER VOI. LO SPECCHIO: ECCO IL MISTERO. Come bambini, abbiate fiducia. Come servi, siate fedeli. Dio ha tutto sotto controllo. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
*In spagnolo il termine xino, gergale, significa "cinese". Forse anche in Brasile ha lo stesso significato?
IN QUESTO MESSAGGIO LA MADONNA DI ANGUERA SI RIFERISCE PROPRIO AL DRAGONE ROSSO. IL DRAGONE E' IL SIMBOLO DEL COMUNISMO ATEO E DELLA CINA.
GRANDE BATTAGLIA - Profezie in fase di svolgimento della Madonna di Anguera ”Questa è l’ora della GRANDE BATTAGLIA tra la DONNA VESTITA DI SOLE e il DRAGONE ROSSO. Questi sono i tempi del TRIONFO DEL MIO CUORE IMMACOLATO. Pertanto usate tutte le armi che ho preparato per voi, affinché possiate essere sempre protetti da me. Seguitemi sulla via della sofferenza. La mia missione di madre consiste nel fare vivere Gesù in ciascuno di voi in pienezza.”. – 228 – 24 ottobre 1989 e 61 – 30 luglio 1988 “Miei amati figli, sono qui per un’importante missione. È giunto il tempo della grande e decisiva battaglia. Questa è la mia ora. Questa è anche la vostra battaglia, poiché l’azione vittoriosa del celeste condottiero, la DONNA VESTITA DI SOLE, si manifesterà sempre più. Ma ancora per metà di un tempo devo rimanere ritirata nel deserto. Qui compio grandi prodigi nel silenzio, nascosta. Il deserto in cui sono nascosta siete voi, figli miei, consacrati al mio Cuore Immacolato. Il vostro cuore è diventato arido per le tante ferite, in un mondo dove si sta diffondendo la ribellione contro Dio e la sua legge. Un mondo segnato da odio e violenza, che si diffondono in modo spaventoso”. 80 – 10 settembre 1988 “Miei amati figli, questa è la mia ora, l’ora del grande ritorno. È giunta l’ora della grande battaglia tra la DONNA VESTITA DI SOLE e il DRAGONE ROSSO. Questa è l’ora dei grandi eventi. La coppa della giustizia divina è piena, colma, traboccante. La malvagità ricopre la terra. La Chiesa di Cristo è come oscurata dalla diffusione dell’apostasia e del peccato. Solo voi, miei amati figli, con la vostra buona volontà potete salvarla. Il tempo che Gesù ha fissato per la conversione del genere umano volge al termine.” 82 – 17 settembre 1988 “Miei amati figli, sono sul fronte di una grande battaglia. La vostra Madre celeste guida ora il suo immenso esercito in ogni parte del mondo. Miei amati figli, la presenza della condottiera celeste, la DONNA VESTITA DI SOLE, porterà il più grande numero possibile dei miei figli innocenti a conoscere la via di Dio.” 87 – 29 settembre 1988 (1° anniversario delle apparizioni) “Cari figli, oggi la Chiesa celebra la festa degli arcangeli Gabriele, Raffaele e Michele. Nella lotta tra la DONNA VESTITA DI SOLE e il DRAGONE ROSSO, gli arcangeli svolgono un ruolo molto importante. Dunque, miei amati, lasciatevi guidare da loro. Gli angeli, gli arcangeli e tutte le milizie celesti sono unite a noi in un terribile combattimento contro il dragone e i suoi angeli del male. Io sono la Regina degli Angeli.” 169 – 13 maggio 1989 “ Tutto ciò che avevo predetto a Fatima alla mia figlia Suor Lucia, sta accadendo oggi. La lotta tra me, la DONNA VESTITA DI SOLE, e il mio avversario, il DRAGONE ROSSO, sta ora per entrare nella sua fase decisiva. Così io appaio ancora oggi in un modo davvero straordinario, per riassicurarvi che sono sempre presente tra di voi. State ora vivendo i momenti nei quali il DRAGONE ROSSO, ovvero L’ATEISMO MARXISTA, si è diffuso in tutto il mondo causando sempre più danni nelle povere anime. Esso ha realmente sedotto e fatto precipitare un terzo delle stelle nel cielo. Queste stelle, nel firmamento della chiesa, sono i pastori. Esse siete voi, miei poveri amati figli. È giunto il momento nel quale desidero manifestarmi alla chiesa intera tramite voi, poiché è giunto il tempo del TRIONFO DEL MIO CUORE IMMACOLATO. COME UNA MADRE PIENA D’AMORE, IO DONO LA CONSACRAZIONE AL MIO CUORE COME UN VACCINO PER PRESERVARVI DALLE EPIDEMIE DELL’ATEISMO CHE STANNO CONTAMINANDO COSÌ TANTI MIEI FIGLI, PORTANDOLI A UNA VERA MORTE SPIRITUALE. Vi chiedo anche di pregare il Santo Rosario. Il Rosario è la mia preghiera preferita e pertanto, nelle mie numerose apparizioni, vi invito sempre a pregarlo.”
Gruppo Bilderberg, ecco chi governa davvero il mondo
Con un’espressione in bilico tra l’onesto riconoscimento della realtà fattuale e l’arroganza propria del potere, così ebbe modo di affermare uno dei massimi miliardari del pianeta: “La lotta di classe esiste e la mia classe la sta vincendo”. Si tratta, in effetti, di una chiara e ludica analisi del rapporto di forza quale si è venuto riconfigurando nel tempo della ribellione delle èlites e dell’offensiva neoliberista al mondo del lavoro e dei diritti. Scenario di cui, tuttavia, non si ha contezza, poiché il potere impone le sue mappe ingannatorie e usa armi di distrazione di massa.
Per una comprensione della reale entità dell’èlite neo-oligarchica come maschera di carattere e come agente del capitale assoluto-totalitario nel tempo del disarmo del Servo può giovare soffermare l’attenzione sul cosiddetto “gruppo Bilderberg”, emblema dell’Internazionale liberal-finanziaria del tempo neofeudale.
Contrariamente a quanto si può a tutta prima essere indotti a pensare, il gruppo Bilderberg non consiste in una società, né in una cospirazione: si tratta, invece, di un incontro privato tra potenti di tutto il mondo, che ricorre annualmente, a partire dal primo consesso, che avvenne nel 1954 presso l’Hotel Bilderberg della cittadina olandese di Oosterbeek.
Tale incontro annuale ha lo scopo di porre a confronto i potenti dell’èlite, uniti dall’ideologia neoliberista che li rappresenta e dalla volontà di porre in essere una rete atta a tutelare i loro interessi e a unire le istituzioni finanziarie.
Si tratta, appunto, di una specifica Internazionale liberal-finanziaria il cui motto pare potersi cristallizzare nel rovesciamento delle parole con cui Marx chiudeva il Manifesto: “potenti di tutto il mondo, unitevi!”.
Da un certo angolo prospettico, si potrebbe sostenere che il gruppo Bilderberg coincide tout court con una rete di interessi interdipendenti di tipo finanziario e politico, economico e industriale.
Dal 1954 ad oggi, non è mai stato permesso alla stampa di assistere ai consessi del gruppo Bilderberg, né si è mai pubblicata l’agenda del convegno, né sono state rilasciate dichiarazioni da parte di chi vi ha partecipato.
Espressione degli arcana imperii dell’economia mondiale finanziarizzata, la massima segretezza neo-oligarchica finisce per essere, paradossalmente, quanto mai rivelativa del vero carattere del gruppo Bilderberg come governo occulto che opera nell’ombra, determinando le linee generali di una politica ridotta a mera continuazione dell’economia con altri mezzi.
Ancorché le riunioni siano strettamente segrete, gli interessi dell’èlite Bilderberg sono ampiamente noti, perché coincidono con quelli del finanz-capitalismo della fase assoluta del capitalismo (per un’analisi della quale mi permetto di rinviare al mio studio “Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo”).
Tali interessi orbitano intorno al fuoco prospettico dell’eliminazione degli Stati nazionali e dei diritti sociali, della creazione di un’immensa pauper class precarizzata, nomade e disposta a tutto pur di sopravvivere, della distruzione delle costituzioni e dei confini nazionali, della creazione di nuovi trattati internazionali vincolanti mediante il primato economico e bancario, dell’offensiva integrale al mondo del lavoro e delle garanzie sociali.
Nei piani e nei progetti del gruppo Bilderberg si incarna l’essenza della rivolta delle èlites: le unioni e i trattati internazionali vengono impiegati come strumenti mediante i quali operare la rimozione della sovranità nazionale democratica e, per questa via, destrutturare i diritti e lo stato sociale, imponendo la competitività internazionale come unico parametro.
Per il tramite dei trattati internazionali, infatti, i governi nazionali vengono privati del loro potere, che è ceduto ad agenzie internazionali e finanziarie, che si sostituiscono in misura sempre crescente agli Stati nazionali, le cui guide e i cui rappresentanti erano, almeno sulla carta, eletti dal popolo.
Per questa via, l’oligarchia finanziaria dell’èlite può operare in qualità di società per azioni mondiale e di aristocrazia di intenti aspirante ad amministrare il pianeta mediante una rete transnazionale in grado di imporre senza incontrare resistenza unnuovo ordine mondiale plasmato dalla logica del capitalismo assoluto e flessibile.
Come ebbe ad affermare David Rockefeller, nel giugno del 1991, durante l’incontro del gruppo Bilderberg a Baden Baden, una sovranità sovranazionale esercitata da una èlite intellettuale e da banchieri mondiali è senza dubbio da preferirsi senza esitazioni alla tradizionale autodeterminazione delle nazioni.
In queste parole, in fondo, si condensa il programma internazionalista di liberalizzazioni senza frontiere perseguito dalla nuova Internazionale liberal-finanziaria e della sua distruzione complementare del Servo come soggetto organizzato e oppositivo e di tutti i limiti reali e simbolici di frenare l’estensione illimitata del nichilismo economico.
L’obiettivo ultimo consiste nell’instaurazione di un governo unico mondiale con un solo mercato planetario, ove non sopravvivano identità e culture plurali, l’umanità sia dissolta in atomi di consumo privi di radici e di progettualità, nella forma di un’immensa plebe precarizzata e asservita.
È il trionfo del classismo planetario e del fanatismo economico transnazionale.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/08/gruppo-bilderberg-ecco-chi-governa-davvero-il-mondo/2442859/
PER SAPERNE DI PIU':
https://verainformazionerealtime.blogspot.com/2019/03/lista-partecipanti-bilderberg-ma.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/08/gruppo-bilderberg-ecco-chi-governa-davvero-il-mondo/2442859/
PER SAPERNE DI PIU':
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Gruppo Bilderberg ed i legami con i nostri Politici. Per la prima volta denunciati in Tv da Amodeo
Lo strano suicidio di Laura Pignataro
Un suicidio che svela come la Germania sia ora la padrona del parlamento europeo. Silenzio dei media in Italia.
C’è più di un sospetto sulla morte per suicidio della funzionaria italiana Laura Pignataro avvenuta il 17 dicembre lanciandosi nel vuoto dal quinto piano di un palazzo di Bruxelles. Per la polizia belga l’estremo gesto sarebbe da ricondurre al suo matrimonio ormai concluso con il marito Michael Nolin. Da qualche giorno la funzionaria non si sentiva bene e sembrava molto agitata. Figlia di un giurista italiano, donna combattiva formatasi in Italia, Stati Uniti, Francia e Spagna, faceva parte dell'esclusivo gruppo di alti funzionari della Commissione Europea e si interessava degli aspetti giuridici delle nomine all’interno della commissione UE e forse qui si nasconde qualche segreto che non sarà mai dato sapersi fino in fondo. Tuttavia qualcosa di certo è emerso.
Questa morte ha fatto emergere una inquietante verità: il presidente della commissione Juncker non conta più nulla ed è stato sostituito dal tedesco Martin Selmayr. La commissione europea è, di fatto, governata dalla Germania. La sua promozione è stata illegale, programmata in gran segreto da una cerchia ristrettissima di alti vertici della Commissione europea, tra cui il presidente. Nominato dapprima “aggiunto” in un concorso con molte ombre, scalzò il segretario generale in carica, Alexander Italianer, che “pallido e tremante”, annunciò a sorpresa e in modo del tutto irrituale le proprie dimissioni. A quel punto la strada era libera per la “promozione” da “aggiunto” a segretario generale.
Era da tempo che questo personaggio aveva di fatto preso il comando della commissione europea manipolando e forzando le regole e le procedure in modo evidente per imporre le sue decisioni ai commissari. Juncker sapeva e lasciava fare, ormai destituito. Selmayr, tedesco di ferro, è stato il protagonista nel 2015 contro l’Italia in occasione degli sbarchi dei migranti accusandoci di non aver raccolto le impronte digitali e chiarendo che tutti i migranti sarebbero dovuti restare sul suolo italiano. L’allora governo del PD chinò, ovviamente, la testa.
La nomina illegale di Selmayr darà il via al Selmayrgate. Emily O’Reilly, incaricato di svolgere le indagini sulla nomina, chiede di avere accesso a tutte le mail interne relative alla nomina di Selmayr. Il Segretario generale avrebbe respinto la richiesta, ma la Pignataro avrebbe deciso di alla fine di fornire tutto il materiale all’irlandese O’Reilly: “non posso più continuare a mentire”, avrebbe confidato la donna.
Quattro giorni dopo la funzionaria sale all’ultimo piano dell’edificio e compie l'estremo gesto.
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