sabato 9 marzo 2019

FABBRICHE DI CARNE: gli allevamenti intensivi in Europa


PROPONIMENTO DEL GIORNO


Darò un buon consiglio a qualcheduno di mia conoscenza, per riparare lo scandalo dato coi discorsi della mia vita passata.


LITURGIA DI OGGI


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  







 PRIMA LETTURA 

Is 58,9-14
Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
«Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le rovine antiche,
ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
e restauratore di strade perché siano popolate.
Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerabile il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò montare sulle alture della terra,
ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre,
perché la bocca del Signore ha parlato».


 SALMO 

Sal 85
Mostrami, Signore, la tua via.

Signore, tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e misero.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.


 VANGELO 

Lc 5,27-32
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

venerdì 8 marzo 2019

K. Emmerick VIDE Massoni/Ebrei DEMOLIRE la CHIESA




Sebirblu, 7 marzo 2019

L'articolo che segue è una parte significativa tratta dal 3° vol. (cap. 64 e 65) dell'opera "La Conjuration Antichrétienne" (La Congiura Anticristiana) di Mons. Dellassus(ved. QUI). Purtroppo questi tre libri non sono disponibili in italiano, ma solo in francese, QUI; però ce ne sono altri due, QUI e QUI, ancor più famosi, che consiglio vivamente di leggere. 


Ho tradotto alcuni brani riguardanti le visioni di Anna Katerina Emmerick sulla Massoneria e sul complotto ordito da questa setta contro la cristianità ‒ sostenuta e foraggiata da ebrei-sionisti ‒ che oggi, a distanza di oltre duecento anni sta per concludere il suo nefando progetto di distruggere la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, voluta e fondata da Nostro Signore Cristo. (Cfr. QUI e QUI).



Cartolina postale del primo '900, raffigurante l'Uomo Nuovo che,
indossando il grembiulino massonico e tenendo in mano la cazzuola,
atterra un prete mentre si appoggia alla colonna spezzata dei "diritti dell'uomo" del 1789.
Ai lati si vedono tante sinistre entità e al suolo i simboli del papato e della Chiesa rovesciati.



Nel 1820, mentre il movimento dei Carbonari (derivato dalla Massoneria; ndt) era in piena attività, Katerina Emmerick ebbe delle visioni sulla Chiesa (ved. QUI e QUI; ndt) e sugli assalti che stavano per esserle sferrati contro:


«Ho visto, disse, la Basilica di San Pietro (simbolo della Chiesa Cattolica Romana) e un'enorme quantità di uomini impegnati a rovesciarla.» (Cfr. QUI; ndt).


Si sa che agli inizi del XIII secolo, Innocenzo III ebbe una visione molto simile. Le mura della Basilica di San Giovanni in Laterano, madre e maestra di tutte le chiese, sembravano aprirsi, mentre San Domenico e San Francesco cercavano di tenerle unite. (Ved. QUI; ndt).


La Emmerick, più tardi, precisò anche di aver visto altri uomini intenti a riparare la Basilica di San Pietro accanto ai demolitori, aggiungendo che le linee operative addette alla distruzione si estendevano in tutto il mondo:


«Ero sorpresa di come tutto avveniva. I devastatori staccavano grossi blocchi dall'edificio; questi settari erano in gran numero e tra di essi c'erano degli apostati. Compiendo il loro lavoro, pareva che seguissero certe prescrizioni e regole.


Indossavano dei grembiulini bianchi, bordati di un nastro blu e guarniti di tasche.Avevano delle cazzuole infilate nelle cinture, sebbene fossero vestiti in fogge diverse. Si trovavano fra loro dei personaggi particolari, grandi e grossi, con uniformi e croci che non operavano come gli altri, ma si limitavano a segnare le pareti della chiesa con un attrezzo per indicarne la distruzione.


Mi sono accorta con orrore che tra loro v'erano anche dei preti cattolici. (Ella disse in seguito che individuava sulle labbra di quegli ecclesiastici le parole massoniche luce, scienza, giustizia, amore).


Spesso, quando i distruttori non sapevano bene come agire, si avvicinavano ad uno dei "capomastri" per ricevere istruzioni dal gran libro che teneva in mano, su cui era tracciato il piano d'azione programmata. Quando veniva loro indicata l'area marchiata, molto presto un altro pezzo cadeva, sgretolandosi sotto il martello degli "operai".


Il lavoro procedeva tranquillamente e a colpo sicuro con la suddetta tabella di marcia, senza attirare l'attenzione, né fare rumore; i saccheggiatori mantenevano l'occhio vigile su ciò.» (Ved. QUI; ndt).





È necessario ricordare che tutto questo fu redatto da Clemente Brentano, dietro dettatura di Katerina Emmerick.


Si poteva riportare meglio ciò che nessuno avrebbe supposto allora? Sarebbe stato possibile visualizzare e descrivere in modo più preciso come la guerra contro la Chiesa sarebbe stata condotta?


Noi constatiamo oggi, con grande sconcerto, che un piano capillare di distruzione è stato programmato molto tempo prima, per mezzo di una macchinazione diabolica. (Cfr. QUI e QUI; ndt).


Osserviamo gli addetti incaricati dell'esecuzione ripartiti fra tutte le contrade del mondo, i ruoli perfettamente distribuiti e ciascuno con le istruzioni di ciò che deve compiere.


In tutti i paesi cattolici, l'assalto è condotto simultaneamente, o in fasi successive,contro l'ottima posizione che il clero secolare occupa nello Stato e nelle diverse amministrazioni: contro i beni che gli permettono di vivere; comminandogli il divieto di rendere a Dio il culto che gli è dovuto; di insegnare alla gioventù e di alleviare la miseria. Infine, decimando gli Ordini religiosi e le congregazioni tradizionali. (Cfr. QUI, QUI e QUI; ndt).


Disse Katerina:


«Per i lavori di distruzione all'interno della Chiesa, ci sono gli "ingegneri" che è facile nominare: uno attacca la Sacra Scrittura, l'altro la Teologia, un altro la Filosofia, questo la Storia, quell'altro il Culto. Esistono soprattutto gruppi internazionali incaricati di diffondere nel pubblico, e particolarmente tra la gioventù, lo spirito refrattario al dogma. (Cfr. QUI e QUI; ndt).


Ho visto non solo i Massoni e i loro accoliti impegnarsi a disgregare la Chiesa dal di dentro e dal di fuori, ma anche il clero e i buoni fedeli che tentavano di ostacolarli e di contenere i disastri già fatti, ma con poco zelo. 


I "difensori" sembravano sprovvisti di fede, di ardore e di metodo. Operavano come se ignorassero totalmente di cosa si trattasse e quanto grave la situazione fosse. Era deplorevole.»*


*Il 4 dicembre 1820 Katerina disse:


«Ho avuto una visione e un monito concernente numerosi preti che non davano ciò che avrebbero dovuto dare con il grande aiuto di Dio; ho visto anche quanto avrebbero dovuto rispondere di tutto l'amore mancato, il conforto, le esortazioni, gli ammaestramenti riguardanti i doveri religiosi che non offrono; per tutte le benedizioni che non impartiscono, sebbene la Forza della mano di Gesù sia in loro, e per quello che omettono di fare a Sua somiglianza.» (Ved. QUI e QUI; ndt). 


Ancona, 24 giugno 2018: Messa celebrata per i vacanzieri che sono anche in barca... 

... e ai quali viene distribuita l'Eucaristia in tutta comodità... (sic!)



La Emmerick, tramite le visioni, seguiva a Roma gli intrighi di un essere potente:

«Un giorno ‒ ella rivelò ‒ ho scorto il Papa in preghiera. Era circondato da falsi amici. Ho osservato soprattutto un piccolo uomo nero lavorare alla rovina della Chiesa con grande lena. Egli si sforzava di accattivarsi i cardinali con adulazioni ipocrite.»


Per questo, il 15 novembre del 1819, dopo essersi recata a Roma (in spirito come sempre), raccontò:


«Ho visto il Pontefice fare troppe concessioni in incontri importanti con gli eterodossi. Quell'uomo nero a Roma sa ottenere molto per mezzo di lusinghe e promesse.


Egli si nasconde dietro ai cardinali, e il Santo Padre nel desiderio di ottenere una certa cosa ha acconsentito a qualcos'altro che sarà sfruttato in modo dannoso. Ho notato ciò, sotto forma di conferenze e scambio di scritti.


Poi ho scorto l'uomo nero vantarsene con iattanza davanti al suo seguito: "L'ho accalappiato ‒ gongolava ‒ noi vedremo presto ciò che ne sarà della 'Pietra' sulla quale è costruita la Chiesa!" (Cfr. QUI, QUI, QUI e QUI; ndt).


Ma si era vantato troppo frettolosamente...


Era necessario che tornassi dal Papa... (sempre in spirito; ndt) Era in ginocchio e pregava. Gli ho riferito quello che dovevo fargli sapere. Improvvisamente, l'ho visto alzarsi in piedi e suonare. Fece chiamare un cardinale che incaricò di ritirare la concessione da lui fatta.


Il presule, sentendo la richiesta, rimase sconvolto, e domandò al Papa da dove venisse quel pensiero. Il Pontefice rispose che non v'era nulla da spiegare. "Questo è sufficiente ‒ disse ‒ deve essere così." L'altro uscì del tutto sbalordito.»


«Ho visto molta gente pia assai rattristata per gli intrighi dell'uomo nero. Egli aveva l'aspetto di un ebreo.» (Cfr. QUI, QUI e QUI; ndt).




Anche altrove la Emmerick parlò di tale personaggio oscuro:


«Il piccolo uomo nero, che vedo così di sovente, ha molte persone che lavorano per lui senza che sappiano per quale scopo. Ha anche i suoi fidi nella NUOVA CHIESA DELLE TENEBRE», ossia in tutto quello che è stato chiamato cattolicesimo liberale, naturalismo ed infine modernismo.


Un altro giorno, parlando ancora di lui, la Beata disse: 


«L'ho visto compiere molte ruberie e falsificazioni». Ella lo vedeva, aggiunse il suo storico portavoce (Brentano), far sparire certi documenti e snaturarne altri, al fine di ottenere il licenziamento degli uomini sul posto di lavoro che lo ostacolavano nei suoi disegni.


Vedeva i consiglieri del Papa, affascinati dalle sue seduzioni, favorire le condotte della setta massonica. Essi facevano di tutto per nascondergli i passi intrapresi per uno scopo inviso alla Chiesa, come per esempio quello di accorpare la fede cattolica alla luterana e alla greca in una sola religione, di cui il Pontefice, destituito da ogni potere secolare, ne sarebbe diventato il capo apparente. (Cfr. QUI, QUI e QUI: ndt).


Ciò che la Massoneria pretende, ora, non è più soltanto la fusione delle confessioni cristiane, ma l'annientamento di ogni barriera dogmatica ed altro, per permettere agli uomini di trovarsi unificati in un cattolicesimo che, per contenerli tutti, non professerebbe più nulla, non esigerebbe più l'adesione ad alcuna regola dottrinale. (Ved. QUI; ndt).


«Da un posto centrale e tenebroso ‒ disse ancora la Emmerick ‒ (senza dubbio il sito nel quale l'uomo nero presiedeva, dove la Massoneria deliberava), vedo partire inviati che portano messaggi in diverse direzioni, avendo la setta rapporti con molti paesi per via degli ebrei che ne fanno parte. Vedo uscire tali comunicazioni dalla bocca degli emissari come un vapore nero che cade sul petto dei destinatari accendendo in loro l'odio e la rabbia.»


Ella un giorno descrisse gli effetti della grande cospirazione e propaganda che arrivò fino al clero:


«Scorgo che in questo luogo (il Vaticano?) si mina e si soffoca così abilmente la religione che restano appena cento preti a non essere stati sedotti (dalle idee moderne che gli ebrei [sionisti] hanno dichiarato di aver interesse a propagare). Io non posso dire come questo accada, ma vedo la foschia e le tenebre diffondersi sempre più. (Cfr. QUI e QUI; ndt).


Una grande tempesta si approssima minacciosa, il cielo è coperto in maniera spaventevole. Ci sono poche persone che pregano e l'afflizione dei buoni è grande. Vedo dappertutto le comunità cattoliche oppresse, vessate, rovinate e private della loro libertà. Vedo anche molte chiese chiuse.» (Cfr. QUI; ndt). 




Alla fine di ottobre 1820, fu nuovamente mostrato alla Emmerick lo stato della Chiesa sotto l'emblema della Basilica di San Pietro. Ella scorse le varie società segrete stendere le loro ramificazioni per tutta la Terra e sferrare contro la Chiesa una offensiva di sterminio che lei equiparava all'era dell'Anticristo descritta da Giovanni nell'Apocalisse. 


«Già tutta la parte esterna della Basilica era abbattuta. Restava in piedi solo il santuario con il SS. Sacramento. Ero sopraffatta dalla tristezza e mi chiedevo dove fosse l'uomo vestito di rosso con in mano una bandiera bianca che una volta avevo visto ritto sulla Chiesa per difenderla.


Allora vidi una Donna maestosa avanzare nella grande piazza prospiciente San Pietro. Aveva un ampio mantello sollevato sulle braccia e si elevò dolcemente nell'aria. Si posò sulla Cupola e lo adagiò su di essa in tutta la sua estensione, irradiante oro.


Nel frattempo i demolitori tornavano da una pausa di riposo, ma quando vollero rimettersi all'opera fu loro impossibile avvicinarsi all'area coperta dal mantello virgineo. I buoni, però, si misero a lavorare con una solerzia incredibile.


Arrivarono uomini in età avanzata, inabili e dimenticati, poi molte altre persone: giovani forti e vigorosi, donne e bambini, consacrati e laici, e l'edificio fu presto restaurato interamente.


Assistetti al rinnovamento di tutto e ad una Chiesa che si elevava fino al cielo.Quando ebbi tale sublime spettacolo, non scorsi più l'attuale Papa, ma uno dei suoi successori, nel contempo DOLCE e SEVERO. Egli sapeva attirare a sé i buoni sacerdoti e respingere lontano quelli cattivi. Per quanto riguarda l'epoca in cui ciò deve avvenire, non posso indicarlo.»


Lo stesso anno (1820), durante la Festa della SS. Trinità aveva detto:


«Mi è apparsa un'immagine di quel tempo lontano che non posso descrivere. Ma ho visto la notte ritirarsi da tutta la Terra: la Luce e l'Amore (la Fede e la Carità) riprendere Nuova Vita.» (Ved. QUI, QUI e QUI; ndt).






Adesso, tutti i veri Figli di Dio hanno lo sguardo rivolto verso la Vergine Immacolata.È su di Lei che contano per riaffermare i fondamenti della Chiesa e dissipare la pestilenza che le Logge massoniche e gli antri della Kabala hanno sparso sull'intera superficie terrestre.


Le Anime rimaste veramente cristiane conservano nel loro intimo una invincibile speranza verso l'Avvocata del genere umano, la potentissima Mediatrice tra il divino Redentore e i riscattati. Esse sentono che SOLO Maria può sventare i giganteschi complotti perpetrati contro il Cristo e la Sua Chiesa.


D'altronde, non solo a Katerina Emmerick la Vergine Santissima ha assicurato il Suo intervento conclusivo nella storia dell'uomo ma, dopo una serie lunghissima di mistici di ogni tempo e luogo, lo ha annunciato solennemente a Fatima il 13 luglio 1917 (ved. QUI), rivolta ai tre pastorelli:


«ALLA FINE, IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERÁ!»


Traduzione e cura di Sebirblu.blogspot.it


L’ Oro della Federal Reserve è FALSO – I Banchieri sono Criminali

COMPIONO SPIETATE OPERAZIONI DI INTELLIGENCE” DICEVA KENNEDY.




I criminali della finanza Nord Americana, proprio quelli a cui i nostri traditori hanno spalancato le porte per farci dominare e che nei nostri politici hanno trovato i servi più fedeli, hanno dato tempo addietro, committenza ad una industria metallurgica americana di produrre un milione e mezzo di lingotti d’oro riempiti di tungseno da 400 once da spacciare come oro PURO.
Sono stati rinvenuti lingotti di oro riempiti di tungsteno nelle banche di Hong Kong. Provenivano tutti dagli Stati Uniti. Così, alla richiesta di pagamento dei buoni del tesoro USA, la Cina riceve lingotti d’ oro contraffatti.
Oro falso al posto di carta straccia: una fine operazione di alta finanza. Pianificata addirittura 15 anni fa, quando si accusava la Cina di falsificare tutto.
La storia inizia circa 15 anni or sono. All’epoca della presidenza Clinton (coadiuvato da Robert Rubin, Alan Greenspan e Lawrence Summers) circa 1,5 milioni di lingotti di tungsteno da 400 once furono sfornati da una sofisticata industria metallurgica americana.
Successivamente 640.000 lingotti furono dorati e spediti a Fort Knox dove tuttora sono. Esistono copie dei documenti di spedizione che attestano date, quantità e peso dei lingotti consegnati a Fort Knox. [2] Perché tungsteno?
Perché ha peso specifico molto simile all’oro ma costa relativamente poco (circa 20$ al chilo). Dal rapporto peso/volume un lingotto di tungsteno non si distingue da un lingotto d’oro. Il resto dei 1,5 milioni di lingotti di tungsteno furono comunque dorati e immessi nel mercato.
Quindi il mercato non è stato solo avvelenato dalla recente bolla dei mutui subprime (in realtà dai Collateralized Debt Obligation-CDO, titoli garantiti dagli Asset Backed Security-ABS che sono le cartolarizzazioni dei subprime…è una storia di finanza così complicata che per brevità i CDO sono stati chiamati “titoli-salsiccia”), ma presenta seri sintomi di avvelenamento da oro falso.
Francesco Miglino
Allego alcuni Articoli
 

L’oro della FED è falso (è tungsteno): persino Goldfinger fregato dalle banche centrali..

l'orofalso_large
Nel mentre la Cina, l’India e la Russia incrementano le proprie riserve auree (la Russia, in particolare, ha pianificato di portarle dal 2% al 10%), emergono inquietanti rivelazioni sulla reale presenza e consistenza delle riserve auree ufficialmente dichiarate dalle banche centrali americane ed europee.
Come denunciato dal giornalista americano Benjamin Fulford e come ribadito con prove alla mano da molti altri autorevoli esperti, il celebre forziere americano di Fort Knox non conterrebbe più i dichiarati 137 miliardi di dollari in lingotti, che sarebbero stati già da tempo liquidati per far fronte ai bilanci falsati dello Stato federale, ma sarebbero stipati di 640.000 lingotti di tungsteno dorato, del valore effettivo di neanche 20 dollari al chilo!
Perché tungsteno, vi chiederete? Ve lo racconto fra poco. Facciamo prima un po’ di storia.
Il monumentale palazzo chiamato The United States Bullion Depository, costruito nel 1936 in Kentucky nella preesistente base militare dedicata al Generale Henry Knox, conserverebbe in teoria oro per 4.167 tonnellate. Ma non è l’unico. Altre 5.000 tonnellate risulterebbero (almeno in teoria) custodite nel caveau sotterraneo della Federal Reserve a New York. La differenza fondamentale fra i due depositi è che Fort Knox è sempre stato considerato la cassaforte dell’oro americano, mentre quello della Federal Reserve a New York è divenuto di fatto una sorta di “cassetta di sicurezza” globale, in quanto molti paesi vi tengono depositate (o comunque pensano di tenervele) le proprie riserve auree. Lì erano depositate anche le riserve auree della Francia, fino a quando il Presidente Charles De Gaulle, che aveva buone ragioni per non fidarsi degli Americani, dichiarando “di non dormire sonni tranquilli” sapendo in che mani fossero le riserve auree della sua nazione, ordinò nel 1965 un blitz navale per riportare in patria, nei forzieri della Banque de France di Parigi, i 150 milioni di Dollari in oro che erano custoditi a New York.
De Gaulle, come rileva il giornalista francese Charles Goyette in un interessante articolo, aveva infatti ben compreso che gli Stati Uniti stavano realizzando una colossale truffa internazionale. Avevano promesso che i possessori di Dollari americani avrebbero potuto in qualsiasi momento riscattare il loro oro al tasso di 35 $ l’oncia. Ma era ormai chiaro che gli USA stessero di fatto firmando cambiali false, stampando di gran lunga più Dollari di quanti ne fossero riscattabili a qualsiasi tasso.
De Gaulle aveva aperto una breccia pericolosa nel muro della FED. In breve tempo anche altre nazioni aprirono gli occhi e iniziarono a richiedere indietro il loro oro in cambio dei biglietti verdi che detenevano. L’emorragia di oro diventò così per gli Stati Uniti un fiume in piena e le richieste di recupero arrivarono in breve tempo a decine di miliardi di Dollari. In un solo giorno, nel Marzo 1971, 400 tonnellate di oro vennero prelevate dal meccanismo di scambio, il London Gold Pool, forzandolo a chiudere. Tutto questo spinse il Presidente Nixon, nell’Agosto dello stesso anno, a chiudere del tutto lo sportello dell’oro, tradendo di fatto la promessa della convertibilità aurea. Finiva così un’epoca storica durata millenni e ne cominciava un’altra, quella della cosiddetta fiat-money, una moneta che deriva il suo valore essenzialmente da un’autorità o dalla “fiducia della gente”; una moneta quindi con un va lore fiduciario, cioé non determinato dal valore intrinseco di un materiale (oro, argento, etc.). In parole povere, carta straccia.
Sempre il giornalista francese Charles Goyette ha recentemente pubblicato un articolo in cui si domandava se le banche centrali occidentali abbiano davvero, fisicamente, nei propri forzieri l’oro che dichiarano di detenere, rilevando come varie inchieste abbiano drammaticamente dimostrato che non ci si può fidare dei dati ufficiali forniti, perché le banche centrali avrebbero negli ultimi anni di fatto prestato o venduto allo scoperto gran parte del loro oro. Perfino la Bundesbank, dichiarando di non avere un registro completo dei lingotti numerati in suo possesso, molti dei quali risultano custoditi a New York, a Londra e a Parigi, è entrata in allarme richiedendo in tutta fretta il rimpatrio di 150 tonnellate d’oro per verificarne la qualità e il peso, avendo ovviamente subodorato una gigantesca frode a suo danno.
Ma Goyette, secondo quanto affermano altre fonti ben informate, risulta essere fin troppo ottimista. Verificare se i lingotti d’oro siano veramente al loro posto potrebbe sembrare una banale questione di inventario, ma le domande sui titoli sono una procedura complessa e si tratta di istanze che necessitano di una risposta formale attraverso un audit, e soprattutto non risolvono i dubbi, tutt’altro che infondati, che stanno circolando da tempo sull’autenticità dei lingotti.
E, intanto, la richiesta di oro aumenta a dismisura da parte di speculatori e investitori e crescono le richieste di movimentazione dei lingotti in custodia.
Edoardo Capuano, sul sito ECPlanet riporta un fatto emblematico: nel 2009 la J.P. Morgan e la Deutsche Bank, che avevano precedentemente venduto Gold Futures (lingotti virtuali) al prezzo di 1.000 $ l’oncia, chiesero ai legittimi proprietari se quell’oro poteva essere da loro ricomprato a 1.250 $ l’oncia per evitare di dover consegnare fisicamente quei lingotti. Lingotti che evidentemente non possedevano. Da lì è emerso che per ogni lingotto conforme alla London Good Delivery (una società che certifica la qualità dei lingotti usati sul mercato londinese) risultavano molteplici e diverse richieste di proprietà. E basta che un numero sufficiente di investitori perda la fiducia nei depositi e si rechi a ritirare i propri legittimi lingotti per far crollare il mercato. Come fare quindi per tenere su il mercato e, contemporaneamente, far fronte alla sempre maggiore richiesta del prezioso metallo? Ma con l’alchimia, naturalmente, facendo passare per oro quello che oro non è.
Questo abile gioco di prestigio ha iniziato a prendere piede durante la presidenza di Bill Clinton, quando vennero sfornati e messi in circolazione da una sofisticata industria metallurgica americana, con il tacito assenso delle autorità, 1.500.000 lingotti di tungsteno dorato del peso di 400 once ciascuno. Di questi, 640.000 furono spediti a Fort Knox, in sostituzione di ciò che ormai non c’era più. I restanti furono abilmente collocati sul mercato mondiale dell’oro.
E veniamo a spiegare perché per questa frode, che ha ormai preso un aspetto sistematico e continuativo, venga utilizzato proprio il tungsteno. Semplicemente perché, oltre a costare poco, questo metallo ha un peso specifico quasi identico a quello dell’oro.
I mercati mondiali non solo sono quindi avvelenati dalle speculazioni, dalle cartolarizzazioni e dall’uso indiscriminato di derivati e di titoli spazzatura, ma sono inoltre gonfiati da una quantità impressionante e non ancora effettivamente quantificata di oro falso.
Man mano che lingotti di tungsteno made in USA rivestiti d’oro venivano scoperti un po’ dappertutto nei vari forzieri delle banche mondiali, tacitando ovviamente la cosa, la Cina, ben consapevole che i suoi enormi depositi di dollari sono di fatto carta straccia, è naturalmente passata al contrattacco, iniziando una massiccia produzione “in proprio”. Esistono, infatti, delle società cinesi come ad esempio la Chinatungsten che spiegano candidamente nei loro siti internet come arricchirsi con la contraffazione e come il tungsteno sia “environmental friendly”: “il tungsteno puro sotto forma di dischi, piatti, anelli o lingotti, se rivestito con uno strato di oro acquisterà a parità di peso anche la sua tipica brillantezza e potrà così rimpiazzarlo”. E in questi siti troneggiano le immagini di cataste di lingotti d’oro con regolari marchi e punzonature.
Quindi, di fatto, quello che è comunemente considerato come l’ultimo bene rifugio, qui in Occidente risulterebbe ormai in buona parte contraffatto, mentre il prezioso metallo autentico sta da anni prendendo la strada dell’Oriente, finendo prevalentemente in Russia e in Cina.
Quando il nostro marcio sistema usurocratico-bancario e finanziario di matrice e di ispirazione massonica cadrà definitivamente su se stesso sotto i colpi delle sue stesse speculazioni, e quando ai vari Rotschild e Rockfeller non sarà più sufficiente creare denaro dal nulla con bit informatici per salvarsi la testa, appare chiaro quali saranno i vincitori di questa nuova guerra mondiale strisciante in atto: Mosca e Pechino. Forse una nuova Età dell’Oro (quello vero) si sta prospettando per l’umanità.
Nicola Bizzi

USA: GOVERNO OMBRA STAMPA DOLLARI FALSI IN COREA DEL NORD











La fabbrica dei dollari sta in Nord Corea, macina banconote dello Zio Sam per miliardi di dollari. «Centoni» falsi ma veri con tanto di volto di Benjamin Franklin. Macchina, carta, i rarissimi marcatori... Che ci fanno fuori dagli Stati Uniti, lontani migliaia di miglia dal Bureau of Engraving and Printing? Producono «supernotes». Le zecche americane non sono due bensì tre. La terza se ne sta nascosta a Pyongsong, la «città chiusa» a due passi da Pyongyang, batte moneta solleticando i desideri del dittatore nordcoreano di turno e fornisce cash in abbondanza ai servizi segreti Usa per le loro operazioni clandestine. Dollari falsi, ma verissimi, non esistono nei budget, esistono eccome sul mercato. Sono made in Corea anziché in Usa. E custoditi in bancali nei sotterranei dell’ambasciata nordcoreana a Phnom Penh. I nordcoreani stampano, i cambogiani a modo loro custodiscono, gli americani tirano i fili. I custodi della democrazia mondiale e lo Stato canaglia si minacciano ma combuttano e fanno affari.


L’intrigo internazionale è smascherato da un ficcanaso italiano che per aver visto troppo, chiesto troppo, parlato (forse) troppo, è andato all’inferno per tredici mesi prima di tornare a respirare l’aria di casa, colline della Toscana, una moglie e una bimba piccola. Ebbene chi è questo ficcanaso? Il suo nome è Agente Kasper, ma potremmo chiamarlo Hornet, Comandante Carlos e altro ancora, pilota Alitalia (e non solo) agente sotto copertura dell’intelligence italiana per 30 anni, prestato talvolta alla Cia, titolare di un bar a Phnom Penh da dove ha condotto l’indagine che lo ha portato ad annusare le supernotes e a firmare così la sua condanna all’inferno, le carceri cambogiane e soprattutto il lager di Prey Sar. Ci resta 373 giorni nelle carceri, marzo 2008-aprile 2009. «L’inferno esiste e io ci sono stato», scrive. Volevano farlo sparire, l’avidità di carcerieri che bramano i soldi di quell’occidentale nerboruto la cui famiglia da lontano può pagare per garantirgli che l’inferno sia meno inferno, lo tiene in vita. Scrive un diario, pagine fitte, divora quaderni e matite.



Sono questi appunti da Prey Sar che diventano un libro, ovviamente intitolato Supernotes scritto con il giornalista Luigi Carletti. Quasi 400 pagine di suspense, emozioni, imprevisti, poche pause, pudici indugi ai sentimenti. Il lager, pare di vederlo, coperto di fango, le piogge incessanti del Sud Est asiatico che anziché lavare, insozzano. La cella d’isolamento, buco interrato in mezzo al piazzale del carcere che quando diluvia Kasper deve aggrapparsi alla grata e guardar in su, il cielo, per non essere inghiottito dall’acqua. Vermi, larve non uomini in quei lager che Kasper racconta. Pugni, coltelli, morte, risse, affari e traffici, secondini talvolta compiacenti talvolta ansiosi di sangue. Kasper da qui ci racconta la sua vita, il suo essere (stato) 007, uomo d’intelligence sempre in bilico fra vita e morte, e fra vero e falso. Vecchi missioni e l’ultima, maledetta, a caccia di Supernotes. Non dà risposte, non anticipa conclusioni, vaga insieme al lettore fra le pagine in cerca della verità. Ci arriva vicino. Coglie il senso, ma Kasper non dà l’ultima zampata. Il perché è successo tutto ciò è una risposta abbozzata, biascicata. Nemmeno Kasper lo sa.

E’ egli stesso un mistero. Certo che esiste, che è vero, il suo nome compare in inchieste e nei registri di Regina Coeli dove finisce per 4 giorni nel 2009, gli amici sono in carne ed ossa, le persone citate note (come l’allora procuratore Pier Luigi Vigna che guidò due operazioni contro il narcotraffico, «Pilota» e «Sinai» e Kasper era della partita come affiliato ai Ros). E la sua storia? Possibile che per 13 mesi un cittadino italiano sia evaporato in un lager cambogiano e non vi sia uno straccio di azione del nostro governo su quello di Phnom Pehn? Solo un avvocato, una misteriosa pentita, qualche amico di Kasper nei Ros, una lettera dell’allora ministro Frattini ai famigliari («Seguiamo il caso....»), uno strano console faccendiere francese e Marco Lanna, console onorario italiano in Cambogia... Pochissimo. Eppure è anche questo intreccio fra verità e fiction che tormenta il lettore, «sarà tutto vero?».

Vera la storia, esagerati i dettagli? Il contrario? Chissà. Pistole, droga, agenti della Cia e dell’Fbi, inseguimenti, esecuzioni, il cinese colto, il contractor tedesco, il boss thailandese che naviga nell’oro, il senatore cambogiano buono per necessità (prende mazzette ma avverte Kasper del pericolo), il lager e l’italiano ficcanaso con l’amico americano Clancy, uomo Cia ovviamente. Atmosfera da Alias, il telefilm di spie con la bellissima Jennifer Garner (ora signora Affleck) che si sdoppia in centinaia di persone per combattere i nemici. Ma almeno lì, in tv, è finzione c’è il bene e c’è il male. Qui invece c’è Kasper con i suoi giochi di specchi. Vera o falsa?


Accontentiamoci della storia. Strepitosa.


Antidolorifici fanno più morti di eroina e metadone e i produttori incassano


L’abuso di oppiodi spaventa anche la Francia: prima causa di morte da overdose – Il numero di ricoveri legati all’uso di potenti antidolorifici è triplicato tra il 2000 e il 2017 con una crescita del 167% e un aumento delle vittime tra il 2000 e il 2015 pari al 146%


Non ha certo raggiunto il livello degli Stati Uniti, ma anche la Francia ha un problema sempre più grande con l’abuso di oppioidi come codeina, tramadolo e OxyContin.

Secondo un rapporto pubblicato il 20 febbraio dall’Ansm, l’Agenzia nazionale che valuta la sicurezza dei farmaci, il numero di ricoveri legati all’uso di potenti antidolorifici è triplicato tra il 2000 e il 2017 con una crescita del 167 per cento e un aumento delle vittime tra il 2000 e il 2015 pari al 146 per cento.

L’abuso di antidolorifici oppioidi spaventa la Francia

Prima causa di morte da overdose. Come riportato dal Monde, nel 2015 circa dieci milioni di francesi hanno assunto un oppioide.

L’abuso di questi farmaci causa tra le 200 e le 800 vittime all’anno, costituendo così la prima causa di morte per overdose in Francia. L’overdose da eroina, ad esempio, ha ucciso 90 persone nel 2016, il metadone 140.

«L’eroina dell’uomo comune». Pierre Chappard, presidente dell’associazione PsychoActif, ha definito ad esempio codeina e tramadolo «l’eroina dell’uomo comune».

Sottolineando l’importanza degli analgesici per trattare il dolore, l’Ansm ha sottolineato il rischio di dipendenza, diventato ormai una «delle preoccupazioni principali delle autorità sanitarie».

La prescrizione di questi farmaci in Francia è molto controllata e per questo il paese è ancora lontano dai numeri americani, dove si contano un centinaio di morti al giorno.

Nonostante questo, la situazione comincia a diventare preoccupante. Soprattutto Oltralpe si abusa della morfina come vero e proprio sostituto di altre droghe. Ed è proprio a questa piaga, e a come combatterla, che Tempi ha dedicato il suo numero di febbraio

Fonte Tempi

C’è una cosa che accomuna i candidati presidenti Usa e riguarda i bimbi


E' UNA GUERRA DICHIARATA CONTRO L'UMANITA'

Usa, i possibili presidenti dem? Tutti pro infanticidio. Lunedì 44 senatori del Partito Democratico hanno votato contro la proposta di legge che intende rafforzare le protezioni per i neonati sopravvissuti a un tentato aborto.

Favorevoli all’infanticidio sono tutti e sei i senatori dem, da Bernie Sanders a Kamala Harris, che hanno annunciato la candidatura per le presidenziali del 2020.

C’è uno spettro che si aggira per gli Stati Uniti d’America, ed è l’infanticidio. No, non è il solito stilema usurato per trovare un incipit brillante. È un incubo a occhi aperti sotto forma di legge.

Sembrerebbe impossibile che una cosa così possa accadere nel cuore del mondo democratico, ma invece è esattamente quanto sta avvenendo.

Ci sono uomini politici e legislatori che positivamente pensano di rendere possibile l’infanticidio, come già riferito da questo quotidiano, e che cercano d’imporre questa bestialità come legge dello Stato voto dopo voto. Come in un sabba mostruoso, come nel più orrido dei pasti della bestia trionfante.

Ora, c’è già l’orrore dell’aborto, ovvio che segua logicamente l’infanticidio. Ma il secondo appare, se possibile, per un verso ancora più terribile: non nella sostanza, ché di sacrificio della vita umana innocente sull’altare più nero sempre si tratta, ma nella devastazione culturale di cui si nutre.



Se già è culturalmente, psicologicamente e spiritualmente devastante sopprimere un bambino nel ventre della propria madre prima che venga alla luce, quando il bambino è venuto alla luce tutta la sfacciataggine della malvagità si mostra senza più freni.

Se da un lato si cerca di mascherare l’aborto attraverso preparati chimici che, censurando la vista, rendono la cosa apparentemente più facile per tutti, dall’altro si sfida l’universo intero con l’esatto contrario: l’ammazzamento in pieno giorno, sul tavolo operatorio, del bambino, senza possibilità di confondere le menti parlando di “grumo di cellule”. Un sacrificio rotondo, esplicito.
Il Partito democratico spinge per l’infanticidio

Le forze del male che vogliono la legalizzazione nientemeno che dell’infanticidio spingono ora l’acceleratore agendo di sponda.

Mirano ad abbattere una proposta di legge, presentata in modo simile nel 2015, che vuole garantire cure mediche ai bambini sopravvissuti agli aborti non riusciti, il Born-alive abortion survivors protection Act, riproposto quest’anno dal senatore repubblicano Ben Sasse.



La si è votata lunedì 25 febbraio nel Senato federale, con 53 voti a favore e 44 contrari: la maggioranza, dunque, ma servivano 60 voti affinché la proposta passasse.

Dei 100 senatori tre non hanno votato per impegni inderogabili. Tre repubblicani: Kevin Cramer del North Dakota, Tim Scott del South Carolina, Lisa Murkowski dell’Alaska.

Peccato, almeno per i primi due, che sono granitici pro life, un po’ meno per la Murkowski, nota filoabortista in controtendenza totale rispetto al proprio partito.

A favore della vita, insieme a tutto il resto del Partito Repubblicano, si sono invece espressi anche tre esponenti del Partito Democratico, che vanno a volte meritoriamente controcorrente: Robert Casey Jr. della Pennsylvania, Joe Manchin del West Virginia e Doug Jones dell’Alabama.

Grazie a Dio anche Susan Collins, una delle due Repubblicane filoabortiste, stavolta ha votato bene.

Ma un altro dato emerge imperioso e spaventoso dal voto del Senato statunitense di lunedì.

Il pool di Democratici che hanno già dichiarato di correre per le presidenziali del 2020 ha votato tutto compattamente per l’infanticidio: Bernie Sanders del Vermont, Kamala Harris della California, Cory Booker del New Jersey, Kirsten Gillibrand di New York, Amy Klobuchar del Minnesota ed Elizabeth Warren del Massachusetts.

Ora, l’avversario di tutti loro, il presidente in carica Donald Trump, sarà quel che sarà, ma come dargli torto quando parla di esecuzione dei bambini alla nascita? E come pensare che quei personaggi possano essere meglio di lui?
La domenica precedente il voto in Senato, Alexandria Ocasio-Cortez

La deputata del Partito democratico dello Stato di New York, orgogliosamente socialista ed emblema del nuovo radicalismo nel Congresso americano, si è fatta un video-selfie subito diventato virale.

Perché, mentre inforna un cabaret di pietanza nella cucina di casa sua, pontifica, con grande enfasi della voce e body language studiato, sui “cambiamenti climatici” e si domanda se sia etico mettere ancora al mondo dei figli per poi riservare loro il peggio.

A parte la risibile scientificità dell’assunto e il moralismo con cui la giovane pasionaria pretende di fare la morale al mondo, c’è da rabbrividire.

Ci siamo distratti un attimo, ed Erode è tornato. La crème della sinistra americana che si candida a governare il Paese più potente del mondo e i suoi corifei sostengono infatti che sia un grande gesto di civiltà lasciare crepare di stenti un piccolino che non si è riusciti a fare letteralmente a pezzi con altri mezzi (facendo così crollare anche l’ultima barriera dell’ipocrisia, quella che vorrebbe l’aborto un atto giusto, giacché quello che le mamme portano in pancia non sarebbe vita umana finché non esce dall’utero) e suggeriscono che l’umanità si sterilizzi per, secondo loro, fare piacere ai ghiacci dell’Antartide e alla foca monaca.

La politica è diventata oramai una questione di sopravvivenza. Del genere umano. 

INCREDIBILE! Accordo Usa-Isis: esercito Usa preleva 50 tonnellate d’oro, ecco per cosa


L’esercito americano ha prelevato 50 tonnellate d’oro dalla Siria in un presunto accordo con l’Isis – di Elias Marat


Mentre le rimanenti sacche di combattenti dell’ISIS hanno subito un’imminente sconfitta nella Siria nord-orientale, gli Stati Uniti avrebbero fatto loro un’offerta che non potevano rifiutare: dateci la vostra enorme quantità di oro o morirete tutti.

Secondo i rapporti dell’agenzia di stato siriana SANA, le forze statunitensi hanno stretto un accordo con l’ISIS in base al quale il gruppo terrorista avrebbe ceduto 50 tonnellate di oro nella provincia orientale di Siria di Deir el-Zour, in cambio di un passaggio sicuro.

Il metallo prezioso, del valore di circa 2,13 miliardi di dollari, è stato saccheggiato dall’auto-designato “califfato” dell’ISIS, mentre il suo regno di terrore si diffondeva tra la Siria e l’Iraq tra il 2015 e il 2017.

Gli elicotteri dell’esercito americano avvistati mentre caricavano l’oro

Il quotidiano turco Daily Sabah riferisce che fonti locali sostengono che gli elicotteri dell’esercito americano hanno già trasferito l’oro dalla base delle forze americane a Kobani, la città controllata dai kurdi che si trova vicino al confine settentrionale con la Siria.

Una parte dell’oro è stata distribuita anche alle Unità di protezione del popolo curdo (YPG), che domina le forze democratiche siriane alleate degli Stati Uniti (SDF).


La notizia arriva dopo che SANA ha affermato che gli abitanti del posto hanno assistito ad elicotteri statunitensi che hanno trasportato grandi casse d’oro per circa 40 tonnellate dall’area di al-Dashisha nella campagna meridionale di Hasaka all’inizio di questo mese.

L’oro è stato presumibilmente saccheggiato dall’ISIS di Mosul in Iraq e in altre parti della Siria.

L’agenzia dei media statali siriani ha affermato che i leader dell’ISIS si erano messi a disposizione per guidare gli elicotteri statunitensi verso i luoghi in cui l’oro era stato nascosto, concludendo un accordo con il quale Washington ha garantito l’incolumità di centinaia di leader ed esperti del settore terroristico.

Le affermazioni delle fonti del governo siriano coincidono con i rapporti del monitor di guerra con sede nel Regno Unito, l’Osservatorio siriano dei diritti umani (SOHR), che sosteneva che gli Stati Uniti ed i loro alleati curdi avevano risparmiato combattenti dell’ISIS nella speranza di acquisire il bottino di guerra del gruppo.

Il SOHR ha riferito

”Le forze della coalizione guidate dagli Stati Uniti e le Forze Democratiche Siriane (SDF) deliberatamente non bersagliano le aree sotto il controllo dei terroristi e comandanti dell’ISIL nell’Eufrate orientale di Deir el-Zour mentre cercano di individuare questo tesoro costringendo l’ISIL e i suoi miliziani a dichiarare la sua ubicazione dopo la resa.”

I media siriani e russi hanno sostenuto a lungo che, contrariamente alle affermazioni di Washington secondo cui questi sta conducendo una guerra contro il gruppo estremista, che in realtà le forze statunitensi stanno invece collaborando con i gruppi jihadisti in una miriade di modi.

Durante la distruzione di Raqqa da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti, la città che era controllata dall’ ISIS in Siria, c’era stato un accordo segreto raggiunto con il gruppo che ha garantito ai membri dell’ISIS un passaggio sicuro mentre veniva evacuata l’area.

L’accordo, scoperto dalla BBC , aveva assicurato la sopravvivenza e la libertà di molti importanti leader dell’ISIS e di un certo numero di combattenti stranieri.

Gli Stati Uniti mantengono ancora la loro base ad al-Tanf al confine tra la Siria e la Giordania in violazione del diritto internazionale e contro il volere del governo siriano con il pretesto di combattere l’ISIS.

Mosca ha ripetutamente accusato gli Stati Uniti di formare nuovi gruppi armati dai resti dell’ISIS, dove si sono presumibilmente dati nuova organizzazione per spuntare ” come un jack-in-the-box ” al fine di tendere un’imboscata alle truppe siriane, prima di svanire nella regione controllata dagli Stati Uniti. Tratto da Controinformazione.info – 

Traduzione: Luciano Lago