L’infatuazione decennale degli Stati Uniti per il Venezuela ha raggiunto il culmine mercoledì [23 gennaio], quando gli Stati Uniti, il Canada, il Brasile e altri hanno tutti dichiarato presidente del Venezuela un uomo che non ha mai nemmeno corso per la carica di Presidente, e tanto meno è stato eletto a tale carica.
Juan Gerardo Guaidó Márquez, mercoledì, ha prestato giuramento pubblico e si è autoproclamato Presidente del Venezuela. Ha assunto quest’incarico con nessuna procedura democratica – essenzialmente facendo di sé stesso un dittatore – ed è stato immediatamente dichiarato legittimo da Washington.
Questa mossa di Washington di riconoscere Guaidó come Presidente ufficiale è un esempio del copione, usato negli ultimi due decenni per invadere e distruggere Paesi come Iraq, Libia e Siria. La stessa identica retorica dei guerrafondai bipartisan a Washington viene diffusa ancora una volta, dal momento che imbonitori come Marco Rubio minacciano una guerra totale. All’improvviso, gli odiatori di Trump si uniscono in solidarietà, ribollenti del loro muco guerrafondaio per la possibilità di un conflitto venezuelano.
Per coloro che non ricordano, quasi la stessa identica tattica è stata usata poco prima che gli Stati Uniti invadessero la Libia e trasformassero questo bastione di speranza in Africa in uno Stato infernale infestato dal terrore, in cui gli
schiavi umani sono ora apertamente venduti in pubblico.
Proprio come Guaidó ha affermato di essere Presidente ed è stato riconosciuto dagli Stati Uniti, in Libia il Capo del Consiglio Nazionale Transitorio libico, Mustafa Abdul Jalil, ha minacciato morti di massa se l’Occidente non fosse intervenuto, e gli è stato dato rapidamente il controllo. Giorni dopo, il CNT libico è stato ufficialmente riconosciuto come governo libico e il regime di Gheddafi era isolato. Giorni dopo, le potenze della NATO, guidate dagli Stati Uniti, hanno proceduto a trasformare l’odierna Libia in una voragine infernale devastata dalla guerra.
Nei prossimi giorni, ci si può aspettare che questa mossa degli Stati Uniti stimoli il potenziale per una guerra civile in Venezuela che attiri altri Paesi come Cuba e Brasile. Il risultato di questa potenziale guerra civile sarebbe del tutto catastrofico.
Il Ministero degli Esteri russo è d’accordo e ha reagito giovedì [24 gennaio] al riconoscimento da parte di Washington di Guaidó come Presidente, sottolineando che “è orientato ad approfondire [i motivi del]la spaccatura nella società venezuelana, che aumentano il conflitto nelle strade, che destabilizzano fortemente il sistema politico interno e causano ulteriore escalation del conflitto”. Il Ministero ha poi ripetuto di averlo affermato poco prima che gli Stati Uniti invadessero la Siria e la Libia, dicendo che un’azione simile in Venezuela sarebbe “irta di conseguenze catastrofiche“.
La mossa di Washington e di altri ha persino provocato una reazione da parte di Putin, giovedì, che ha affermato, secondo quanto riferito dall’organo mediatico statale russo RT, che “l’interferenza straniera negli affari interni del Venezuela viola gravemente il diritto internazionale”.
A quelli che pensano che questo riguardi Nicolás Maduro, ripensateci. Nessuno qui sta sostenendo che Maduro sia un santo. Nessuno qui sta dicendo che la sua elezione non sia stata attorniata da polemiche. E nessuno qui sostiene che il popolo del Venezuela non abbia il diritto di contestare la sua presidenza. Ma ignorare ogni ingerenza nel Paese del Presidente degli Stati Uniti sarebbe incredibilmente ingenuo, dal momento che prima di ciò George W. Bush e gli Stati Uniti hanno desiderato deporre Hugo Chavez per un decennio.
TFTP (n.d.T.the free thought project) ha a lungo
riportato in merito ai crimini contro il popolo venezuelano da parte dello Stato. È stato riferito dell’uccisione di massa di cittadini da parte della polizia e dei lealisti armati mentre l’opposizione era impotente, e dello Stato inquietante di polizia che è diventato il Paese. Ma la situazione attuale in Venezuela sembrerebbe un paradiso, in confronto a quello che probabilmente seguirà dopo l’intervento occidentale.
Il Venezuela non è un’autocrazia tirannica e la sua crisi NON è organica; è una società profondamente divisa e polarizzata, che gli Stati Uniti stanno sfruttando per interessi particolari.
E, no, il socialismo da solo non ha creato l’orribile situazione che sta affrontando il popolo venezuelano. Decenni di sanzioni e di ingerenze si sono rivelate incredibilmente efficaci nello scagliare la loro economia in un vortice di caos, nel far crollare la loro moneta e nel tagliarlo fuori dal resto del mondo, facendoli morire di fame nel vero senso della parola.
Non c’è dubbio, questo è stato a lungo il piano. Come ha osservato George Galloway, ex membro del Parlamento britannico per 30 anni, “prima di sganciare le bombe, abbandonano la narrazione, ovviamente. E il bombardamento di disinformazione in Venezuela è stato uno dei più lunghi bombardamenti della storia. Enormi somme di denaro americano sono state spese per la distorsione dei media, la sovversione, il sabotaggio, i colpi di Stato militari e le minacce di invasione durante l’era Chavez-Maduro.”
Per coloro che potrebbero non essere a conoscenza, le riserve accertate di petrolio in Venezuela sono note per essere le più grandi al mondo, per un totale di 297 miliardi di barili. A dicembre, Caracas e Mosca hanno firmato un accordo di investimento per 5 miliardi di dollari, in modo da aumentare la produzione di petrolio del Venezuela di un milione di barili al giorno. Questa mossa è stata fatta per contrastare gli effetti delle sanzioni statunitensi che hanno paralizzato il Paese e hanno generato scetticismo tra i neocon.
Per di più, oltre agli accertati giacimenti petroliferi, il Venezuela è anche noto per i suoi giacimenti di oro estremamente abbondanti. Allora a dicembre, Caracas ha dato il via libera alla Russia per iniziare a estrarre oro nel Paese.
“Per quanto riguarda la partecipazione della Russia all’estrazione d’oro o ad altri progetti estrattivi, il Venezuela ha presentato una vasta gamma di interessanti proposte attualmente all’esame degli operatori russi interessati”, ha affermato l’ambasciatore.
A causa dei loro ricchi giacimenti e della necessità di sovvertire le sanzioni statunitensi e un dollaro USA usato come arma, il Venezuela è diventato il 25° detentore d’oro al mondo, rendendolo una minaccia diretta per il sistema bancario globale.
Pensare che gli interessi statunitensi in Venezuela siano puramente umanitari non solo è da stupidi, ma ciò ignora in modo acritico decenni di
interventismo americano,
evidenziando il contrario, specialmente considerando quello che è successo in Libia.
Come TFTP
ha precedentemente riferito, il 20 ottobre 2011, l’Occidente si è assunto il compito di usare la NATO per rovesciare Gheddafi – non per una qualunque minaccia umanitaria ai civili come era stato ripetutamente rivendicato, ma per il suo pianificato lancio di una nuova valuta da utilizzare in tutta l’Africa ha posto una palpabile minaccia esistenziale alle banche centrali nel cuore del sistema finanziario e politico occidentale – ed è la presunta dinamica dietro al colpo di Stato in Venezuela.
Infatti, prima del sostegno di Washington a Guaidó, il Venezuela stava portando avanti un piano simile. Il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha recentemente avviato un commercio di oro con Maduro. Ma ciò non serviva semplicemente per spostare l’oro da un posto all’altro. Maduro ha annunciato che stava trasferendo la sua intera operazione di raffinazione direttamente in Turchia, in una mossa diretta contro le sanzioni occidentali, regolate dal punto di vista monetario.
Ora, ci troviamo sul precipizio di un’invasione totale del Paese. Chi l’avrebbe mai detto.
Mentre le sanzioni statunitensi continuano a essere controproducenti, a causa di una sempre crescente coalizione di Paesi che si dedicano a contrastarle, il complesso industriale militare americano, oltre alla guerra, non avrà altre opzioni di autoconservazione. A prescindere da come la si pensa personalmente in merito a ciò che sta accadendo al popolo venezuelano e al suo governo, che si arrende a un’altra serie di menzogne, usate per l’interventismo occidentale –nell’ennesimo Paese che “ha bisogno di una certa libertà” –questo sarà indubbiamente catastrofico, e il 100 per cento di recenti situazioni simili lo dimostra.