martedì 19 febbraio 2019

La Spagna blocca il carico di medicinali che arrivano in Venezuela

La pagina di ricerca La Tabla ha riportato che la Spagna ha bloccato una spedizione di medicinali che andavano in Venezuela. Si tratta di circa 200 mila unità di farmaci per malattie croniche, come l'ipertensione.
Il governo venezuelano aveva acquistato questi farmaci da una compagnia privata in Qatar. Il carico era in volo dalla compagnia aerea spagnola Iberia in Venezuela. L'aereo fece scalo in Spagna e poi continuò a Maiquetía, ma dovette tornare nella penisola iberica. Senza alcuna spiegazione, le autorità spagnole hanno ordinato il ritorno del volo Iberia che ha portato queste medicine al popolo venezuelano.
Non c'è stata ancora una dichiarazione ufficiale da parte del governo spagnolo per questo blocco di medicinali. Questo mercoledì, 14 febbraio, il primo vicepresidente del PSUV, Diosdado Cabello, nel suo programma "Con el Mazo Dando" ha confermato questo reclamo.
Questo caso è un esempio concreto di come le sanzioni penali statunitensi incidano sulla qualità della vita dei venezuelani. Negli ultimi 5 anni, la stampa ha riportato la notizia di diverse spedizioni di medicinali acquistate dal governo venezuelano e bloccate da paesi e istituzioni subordinati alla Casa Bianca.
Nel novembre 2017, il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha vietato al laboratorio BSN Medical di vendere trattamenti in Malaria e malaria in Venezuela. Nel 2018, la City Bank e Euroclear hanno bloccato $ 682 milioni di dollari dal governo venezuelano per acquistare medicinali.

The Tabla / The South Radio

ANCORA SULLA SITUAZIONE SPAGNOLA: RE FELIPE VI VUOLE UN PONTE PER COLLEGARE L'AFRICA ALL'EUROPA IN PERFETTO STILE GLOBALISTA


Cospirazione contro lo Stato Italiano: George Soros

L'ARRESTO DI GEORGE SOROS IN SVIZZERA NON E' UNA BUFALA. SOROS SI TROVA ANCORA IN STATO DI FERMO.
Cospirazione contro lo Stato Italiano, George Soros, Matteo Salvini, luigi Di Maio, Open society Foundation, "Commissione trilaterale", Steve Bennon "The Movement"


DESI presidente Luciano Consorti



Canada. Sterilizzazione forzata di madri indigene: è un genocidio taciuto.



Centinaia di casi documentati già negli anni ’70, riguardano anche i disabili e malati di mente. Per par condicio, agli indigeni di sesso maschile è elargita senza richiesta la vasectomia.

Se vuoi partorire, devi lasciare che ti chiuda le tube


Si chiama genocidio, si chiama tortura” ha tuonato Niki Asthon lo scorso novembre rivolgendosi al Presidente Trudeau in Parlamento, portando l’attenzione sul dramma nascosto di molte donne indigene: la sterilizzazione forzata. Sembra assurdo sentire quest’espressione nell’illuminato XXI secolo, quando la maternità viene elargita urbi et orbi grazie a una medicina sempre più simile al dottor Frankenstein. Perché costringere una donna a non avere più figli?

Si chiama selezione della razza, visto che è applicata a un gruppo etnico preciso. Gli indigeni che vivono sul territorio canadese sono sia Inuit (quelli che noi comunemente conosciamo come Eschimesi) sia nativi americani (i pellerossa, per usare un termine di facile accesso). Raccogliendo dati in rete, fondati su cronache verificate e anche studi scientifici pubblicati, emerge questa prassi neanche troppo sotterranea e aberrante: donne indigene che, recandosi in ospedale per partorire, tornano a casa sterilizzate.

Alcune raccontano di una forzatura dichiarata: al momento del travagliol’operatore medico garantisce l’assistenza al parto solo se la partoriente acconsente a farsi chiudere le tube. Altre raccontano di moduli ingannevoli non tradotti in lingua nativa e firme estorte per procedere alla sterilizzazione. Altre ancora si rendono conto della mutilazione solo a posteriori, senza nessuna informazione.


Il movimento #metoo ha chiuso un occhio sulla vicenda? Hollywood fa notizia, altri quartieri periferici e meno fotogenici lasciamoli soli alle prese con il loro personale inferno.

A dire il vero, echi blandi di questa notizia – che meriterebbe di essere annunciata a volume alto come il colossal di Celentano – sono arrivati anche in Italia; ne ha dato notizia il Corriere lo scorso dicembre, rilanciando un appello di Amnesty International:

Dopo l’intervento, il chirurgo esclamò: “Tagliato, legato, fatto. Da lì non uscirà più niente”. La legatura delle tube come mezzo per controllare le nascite della popolazione nativa del Canada non è un ricordo del passato ma il frutto presente di pregiudizio e discriminazione secolari nei confronti delle donne indigene all’interno del sistema sanitario pubblico, un fatto ampiamente noto al governo. Fino allo scorso anno, Amnesty International ha ricevuto denunce di donne sterilizzate contro la loro volontà, ingannate da dichiarazioni mediche secondo cui la procedura sarebbe stata reversibile o addirittura costrette a rimanere separate dai loro neonati fino a quando non avessero ceduto. (da Corriere)


Altre voci denunciavano il crimine già molti anni fa, la sistematica pratica di violenza sulle madri indigene ha purtroppo lungo corso.

Oltre le donne c’è di più …

Nel 2015 il sito di bioetica Bioedge rilanciò, insieme ad altri portali di comunicazione, i contenuti del libro di Karen Stote (docente di studi femminili e nativi d’America) intitolato An Act of Genocide. Colonialism and the Sterilization of Aboriginal Women(Un genocidio in corso. Colonialismo e sterilizzazione delle donne indigene): un tuffo nell’eugenetica moderna oltreoceano. E il suo studio allarga l’orizzonte delle vittime, che sarebbero state anche persone con disabilità o deficit mentali. Una sistematica selezione della razza.

Il senso del lavoro della Stote è quello non solo tecnico di raccogliere fatti e documentare, ma di dare una cornice politica precisa a questa condotta:


Mi interessa far capire che la sterilizzazione forzata non è un atto di abuso isolato, ma una delle molte strategie politiche impiegate per danneggiare le donne indigene, per escludere gli aborigeni dalle loro terre e risorse, e per ridurre il numero di quelli verso cui il governo ha degli obblighi. Vi mostro come gli effetti della sterilizzazione degli indigeni, pianificata e non, sono in linea con la politica del passato sui Pellerossa e servono gli interessi economici e politici del Canada. (da An Act of Genocide)

Si parla di più di 300 sterilizzazioni negli anni dal 1970 al 75, per citare una delle molte tabelle presenti nel testo della Stote. A cui vanno aggiunge la vasectomie maschili eseguite al medesimo scopo; inferiori di numero ma non meno gravi nell’intento.


Giova ripetere un passaggio: “ridurre il numero di quelli verso cui il governo ha degli obblighi“. Questa frase permette di guadagnare uno sguardo d’insieme che tiene conto di capra e cavoli, di maternità surrogata e persone sterilizzate. Un popolo con una chiara identità di appartenenza è il nemico peggiore di governi di facciata democratica.


Il sogno del dittatore è crearsi a tavolino i propri sottomessi: benvenute siano – allora – la surrogazione e l’eutanasia, che sono briglie strette a cui tenere manichini d’uomini replicabili e sopprimibili; a morte i legami forti e la tradizione di chi ha millenni di storia nel sangue. Vanno fatti sparire gli uomini davvero liberi, quelli che appartengono a un popolo che chiama sacre certe consuetudini oggi risibili come la nascita, il matrimonio, la morte. 

Fonte Aleteia

Telefono Azzurro: in Italia sparisce un bambino ogni due giorni, e 4 su 5 non vengono ritrovati. Solo nel 2017 sono stati 177



Ogni due giorni in Italia sparisce un bambino e, purtroppo, quattro su cinque non fanno più ritorno a casa dalle loro famiglie, facendo perdere le loro tracce per sempre. Secondo i dati pubblicati da “Sos Il Telefono Azzurro Onlus” in occasione della “Giornata internazionale per i bambini scomparsi”, su 177 casi gestiti nel 2017, soltanto il 16,9% si risolve in maniera positiva. Un dato che tradotto in parole povere ha un significato drammatico: circa 147 minori nell’ultimo anno sono morti o sono stati rapiti, per finire, spesso e volentieri, nei circuiti dello sfruttamento sessuale e del lavoro minorile. Un numero che potrebbe essere ancora più grande se si tiene conto dei casi che non vengono in alcun modo segnalati alle autorità. Sono 8 milioni i bambini che scompaiono ogni anno, vale a dire 22.000 bambini al giorno in tutto il mondo. Sono i dati diffusi da Telefono Azzurro in occasione della Giornata Internazionale dei bambini scomparsi, che dal 25 maggio 2009 gestisce in collaborazione con il ministero dell’interno e le forze dell’ordine il numero unico europeo 116.000, attivo 24 ore su 24. Attraverso il servizio 116.000, l’associazione si è occupata, nell’ultimo decennio, di 1.125 casi di bambini spariti perché fuggiti di casa o da un istituto, o perché rapiti o sottratti da un genitore.

Il 2017 è stato uno degli anni più drammatici dall’attivazione del servizio, con 3,5 denunce a settimana. Il 64,5% delle segnalazioni riguardano la scomparsa di minori non accompagnati, giunti in Italia per sfuggire a povertà, guerra e situazioni d’emergenza. La fuga da casa, ovvero i casi di minori e adolescenti fuggiti da contesti familiari caratterizzati da abuso e violenza, ha un’incidenza del 12,4% e rappresenta la seconda causa di sparizione. A livello territoriale il Lazio è la Regione più problematica: da sola raggiunge quasi un quarto del totale dei casi (23,3%), seguita dalla Lombardia con il 22,7%. La situazione sembra essere più controllata al Sud e nelle isole, che registrano complessivamente solo il 24,4%. Il fenomeno è monitorato a livello europeo da Missing Children Europe, network che riunisce 31 organizzazioni non governative in 27 paesi europei. Dal 2011 sono state 1,2 milioni le chiamate ricevute per i bambini scomparsi in tutta Europa. La situazione peggiore si registra in Romania, da cui arriva 1 denuncia su 5 e, più in generale, nell’Europa dell’Est, che raccoglie quasi il 50% dei casi trattati.

Delle 190 mila chiamate, i bambini o gli adolescenti fuggiti o allontanatisi da casa rappresentano la casistica più numerosa (57,2%), seguita dai minori rapiti da un genitore (23,2%). Circa 1 minore scomparso su 4 è stato coinvolto in situazioni di abuso, sfruttamento o abbandono. In base ai dati forniti da Europol, ogni anno almeno 10mila minori stranieri non accompagnati scompaiono in Europa a poche ore dal loro arrivo; di questi, pochissimi vengono ritrovati. Da maggio 2017 Missing Children Europe ha attivato il progetto triennale “Amina” per contrastare il fenomeno della scomparsa di minori migranti provenienti da paesi extraeuropei. “Amina” comprende la gestione di Miniila, un’app gestita in Italia da “Sos Il Telefono Azzurro Onlus”, che fornisce ai minori stranieri non residenti nel territorio europeo tutte le principali informazioni riguardanti i loro diritti, oltre ad un elenco puntuale e dettagliato dei servizi a loro disposizione attraverso strumenti anonimi di geolocalizzazione.


(“In Italia scompare un bimbo ogni 48 ore: 4 su 5 non vengono ritrovati”, da “Today”)





Coincidenza? Venezuela dà via libera alla Russia per l’estrazione d’oro e poco dopo gli USA tentano il rovesciamento

OLTRE LA "VERITA'" UFFICIALE DEI MEDIA.....



L’infatuazione decennale degli Stati Uniti per il Venezuela ha raggiunto il culmine mercoledì [23 gennaio], quando gli Stati Uniti, il Canada, il Brasile e altri hanno tutti dichiarato presidente del Venezuela un uomo che non ha mai nemmeno corso per la carica di Presidente, e tanto meno è stato eletto a tale carica.

Juan Gerardo Guaidó Márquez, mercoledì, ha prestato giuramento pubblico e si è autoproclamato Presidente del Venezuela. Ha assunto quest’incarico con nessuna procedura democratica – essenzialmente facendo di sé stesso un dittatore – ed è stato immediatamente dichiarato legittimo da Washington.

Questa mossa di Washington di riconoscere Guaidó come Presidente ufficiale è un esempio del copione, usato negli ultimi due decenni per invadere e distruggere Paesi come Iraq, Libia e Siria. La stessa identica retorica dei guerrafondai bipartisan a Washington viene diffusa ancora una volta, dal momento che imbonitori come Marco Rubio minacciano una guerra totale. All’improvviso, gli odiatori di Trump si uniscono in solidarietà, ribollenti del loro muco guerrafondaio per la possibilità di un conflitto venezuelano.


Per coloro che non ricordano, quasi la stessa identica tattica è stata usata poco prima che gli Stati Uniti invadessero la Libia e trasformassero questo bastione di speranza in Africa in uno Stato infernale infestato dal terrore, in cui gli schiavi umani sono ora apertamente venduti in pubblico.

Proprio come Guaidó ha affermato di essere Presidente ed è stato riconosciuto dagli Stati Uniti, in Libia il Capo del Consiglio Nazionale Transitorio libico, Mustafa Abdul Jalil, ha minacciato morti di massa se l’Occidente non fosse intervenuto, e gli è stato dato rapidamente il controllo. Giorni dopo, il CNT libico è stato ufficialmente riconosciuto come governo libico e il regime di Gheddafi era isolato. Giorni dopo, le potenze della NATO, guidate dagli Stati Uniti, hanno proceduto a trasformare l’odierna Libia in una voragine infernale devastata dalla guerra.

Nei prossimi giorni, ci si può aspettare che questa mossa degli Stati Uniti stimoli il potenziale per una guerra civile in Venezuela che attiri altri Paesi come Cuba e Brasile. Il risultato di questa potenziale guerra civile sarebbe del tutto catastrofico.

Il Ministero degli Esteri russo è d’accordo e ha reagito giovedì [24 gennaio] al riconoscimento da parte di Washington di Guaidó come Presidente, sottolineando che “è orientato ad approfondire [i motivi del]la spaccatura nella società venezuelana, che aumentano il conflitto nelle strade, che destabilizzano fortemente il sistema politico interno e causano ulteriore escalation del conflitto”. Il Ministero ha poi ripetuto di averlo affermato poco prima che gli Stati Uniti invadessero la Siria e la Libia, dicendo che un’azione simile in Venezuela sarebbe “irta di conseguenze catastrofiche“.


La mossa di Washington e di altri ha persino provocato una reazione da parte di Putin, giovedì, che ha affermato, secondo quanto riferito dall’organo mediatico statale russo RT, che “l’interferenza straniera negli affari interni del Venezuela viola gravemente il diritto internazionale”.

A quelli che pensano che questo riguardi Nicolás Maduro, ripensateci. Nessuno qui sta sostenendo che Maduro sia un santo. Nessuno qui sta dicendo che la sua elezione non sia stata attorniata da polemiche. E nessuno qui sostiene che il popolo del Venezuela non abbia il diritto di contestare la sua presidenza. Ma ignorare ogni ingerenza nel Paese del Presidente degli Stati Uniti sarebbe incredibilmente ingenuo, dal momento che prima di ciò George W. Bush e gli Stati Uniti hanno desiderato deporre Hugo Chavez per un decennio.

TFTP (n.d.T.the free thought project) ha a lungo riportato in merito ai crimini contro il popolo venezuelano da parte dello Stato. È stato riferito dell’uccisione di massa di cittadini da parte della polizia e dei lealisti armati mentre l’opposizione era impotente, e dello Stato inquietante di polizia che è diventato il Paese. Ma la situazione attuale in Venezuela sembrerebbe un paradiso, in confronto a quello che probabilmente seguirà dopo l’intervento occidentale.


Il Venezuela non è un’autocrazia tirannica e la sua crisi NON è organica; è una società profondamente divisa e polarizzata, che gli Stati Uniti stanno sfruttando per interessi particolari.

E, no, il socialismo da solo non ha creato l’orribile situazione che sta affrontando il popolo venezuelano. Decenni di sanzioni e di ingerenze si sono rivelate incredibilmente efficaci nello scagliare la loro economia in un vortice di caos, nel far crollare la loro moneta e nel tagliarlo fuori dal resto del mondo, facendoli morire di fame nel vero senso della parola.


Non c’è dubbio, questo è stato a lungo il piano. Come ha osservato George Galloway, ex membro del Parlamento britannico per 30 anni, “prima di sganciare le bombe, abbandonano la narrazione, ovviamente. E il bombardamento di disinformazione in Venezuela è stato uno dei più lunghi bombardamenti della storia. Enormi somme di denaro americano sono state spese per la distorsione dei media, la sovversione, il sabotaggio, i colpi di Stato militari e le minacce di invasione durante l’era Chavez-Maduro.”

Per coloro che potrebbero non essere a conoscenza, le riserve accertate di petrolio in Venezuela sono note per essere le più grandi al mondo, per un totale di 297 miliardi di barili. A dicembre, Caracas e Mosca hanno firmato un accordo di investimento per 5 miliardi di dollari, in modo da aumentare la produzione di petrolio del Venezuela di un milione di barili al giorno. Questa mossa è stata fatta per contrastare gli effetti delle sanzioni statunitensi che hanno paralizzato il Paese e hanno generato scetticismo tra i neocon.

Per di più, oltre agli accertati giacimenti petroliferi, il Venezuela è anche noto per i suoi giacimenti di oro estremamente abbondanti. Allora a dicembre, Caracas ha dato il via libera alla Russia per iniziare a estrarre oro nel Paese.

“Per quanto riguarda la partecipazione della Russia all’estrazione d’oro o ad altri progetti estrattivi, il Venezuela ha presentato una vasta gamma di interessanti proposte attualmente all’esame degli operatori russi interessati”, ha affermato l’ambasciatore.

A causa dei loro ricchi giacimenti e della necessità di sovvertire le sanzioni statunitensi e un dollaro USA usato come arma, il Venezuela è diventato il 25° detentore d’oro al mondo, rendendolo una minaccia diretta per il sistema bancario globale.

Pensare che gli interessi statunitensi in Venezuela siano puramente umanitari non solo è da stupidi, ma ciò ignora in modo acritico decenni di interventismo americano, evidenziando il contrario, specialmente considerando quello che è successo in Libia.

Come TFTP ha precedentemente riferito, il 20 ottobre 2011, l’Occidente si è assunto il compito di usare la NATO per rovesciare Gheddafi – non per una qualunque minaccia umanitaria ai civili come era stato ripetutamente rivendicato, ma per il suo pianificato lancio di una nuova valuta da utilizzare in tutta l’Africa ha posto una palpabile minaccia esistenziale alle banche centrali nel cuore del sistema finanziario e politico occidentale – ed è la presunta dinamica dietro al colpo di Stato in Venezuela.

Infatti, prima del sostegno di Washington a Guaidó, il Venezuela stava portando avanti un piano simile. Il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha recentemente avviato un commercio di oro con Maduro. Ma ciò non serviva semplicemente per spostare l’oro da un posto all’altro. Maduro ha annunciato che stava trasferendo la sua intera operazione di raffinazione direttamente in Turchia, in una mossa diretta contro le sanzioni occidentali, regolate dal punto di vista monetario.

Ora, ci troviamo sul precipizio di un’invasione totale del Paese. Chi l’avrebbe mai detto.

Mentre le sanzioni statunitensi continuano a essere controproducenti, a causa di una sempre crescente coalizione di Paesi che si dedicano a contrastarle, il complesso industriale militare americano, oltre alla guerra, non avrà altre opzioni di autoconservazione. A prescindere da come la si pensa personalmente in merito a ciò che sta accadendo al popolo venezuelano e al suo governo, che si arrende a un’altra serie di menzogne, ​​usate per l’interventismo occidentale –nell’ennesimo Paese che “ha bisogno di una certa libertà” –questo sarà indubbiamente catastrofico, e il 100 per cento di recenti situazioni simili lo dimostra.




Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

Glifosato e metalli pesanti trovati su api e miele. Le rilevazioni a Milano, Torino, Bologna e Potenza



Tracce di glifosate e metalli pesanti sui api e miele: le hanno cercato e trovato Conapi-Mielizia e Legambiente per il progetto “Api e Orti urbani”. Il monitoraggio ambientale è stato condotta per due anni in 4 città italiane, Torino, Milano, Bologna e Potenza, e si è servito dell’apporto di Claudio Porrini, tecnico presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna.
Il Glifosato

“ll biomonitoraggio ambientale con le api ha potuto mettere in evidenza alcune criticità come nel caso del glifosate trovato in tracce a Milano e Bologna” spiega Daniela Sciarra, responsabile campagna agricoltura sostenibile di Legambiente, “A Milano, grazie a questa indicazione, i volontari del circolo di Legambiente hanno sollecitato l’amministrazione comunale a interrompere l’impiego di questo prodotto lungo le strade urbane circostanti l’area dell’orto per trattare le erbe infestanti. Probabilmente le tracce di glifosate ritrovate in alcuni campioni di api a Bologna dipendono dalla stessa motivazione, oppure, dato che gli orti bolognesi, diversamente da quelli di Milano, si trovano in periferia, da un effetto deriva di qualche trattamento agricolo”. Claudio Porrini aggiunge:“Le tracce di glifosato trovate sono comunque basse, appena al di sopra della soglia di rilevabilità”.
Metalli pesanti

Tra i 10 metalli pesanti ricercati, i più riscontrati sono stati cromo, vanadio, nichel e ferro, seguiti da piombo, rame e zinco. In generale, il 38,15% dei risultati mostrava valori più bassi rispetto a quelli di riferimento; mentre il 35,19% mostrava valori superiori. Il 26,67% rimanente si è collocato a un livello intermedio. Per quanto riguarda i 10 metalli ricercati si segnalano maggiori concentrazioni a Milano e Torino, rispetto a Bologna e Potenza. Ciò dipende dal fatto che gli orti nelle prime due città sono situati in pieno centro urbano e soggetti a maggiori fonti inquinanti. “In generale – spiega Sciarra – l’area lombarda e torinese ha dei valori di fondo di inquinamento sicuramente superiori e non paragonabili a quelli di Bologna e a maggior ragione Potenza”. Anche nel caso dei metalli pensati, va ricordato, le tracce rilevate sono molto basse. “Il piombo, l’unico per cui vi è una soglia limite fissata per legge negli alimenti, era presente in quantità decine di volte più basse di quella quella soglia”, chiarisce Porrini.

Come sono state effettuate le rilevazioni

Nel corso del 2017, in alcuni orti urbani di Bologna, Milano e Potenza, a cui nel 2018 se ne è aggiunto un altro nella città di Torino, sono stati collocati alcuni alveari che, dall’estate all’autunno, sono stati controllati tramite rilievi, prelievi e analisi di laboratorio per valutare lo stato di salute dell’ambiente circostante. Il conteggio delle api morte, necessario per rilevare eventuali mortalità anomale dovute ad avvelenamenti da pesticidi, è stato eseguito settimanalmente, mentre in due momenti dell’anno – estate e autunno – sono stati prelevati campioni di api “bottinatrici” e di miele “giovane” (non “maturo”, e quindi non destinato all’alimentazione) per effettuare analisi finalizzate ad individuare residui di pesticidi e metalli pesanti. Durante il periodo dell’indagine, il livello di mortalità delle api non ha mai superato la soglia critica e quindi non è stato necessario procedere all’analisi chimica delle api morte.
L’importanza dei bioindicatori

Data la natura non statistica dei prelievi, i ricercatori premettono che non è possibile trarre conclusioni definitive ma è possibile fare delle considerazioni a proposito delle due grandi famiglie di contaminanti ricercate: pesticidi e metalli pesanti. Da questo punto di vista, Daniela Sciarra spiega: “Quello che quest’indagine porta a galla è la potenzialità del metodo di analisi biologico (che prevede l’utilizzo di bioindicatori) e che dovrebbe integrarsi con gli altri metodi chimico-fisici, elettronici, satellitari già diffusi per il controllo dell’inquinamento ambientale nelle nostre città. Un inquinamento che nel caso delle api riguarda tracce accumulate nell’aria, nel terreno e nell’acqua, tutti elementi con cui entra in contatto l’insetto. L’altro aspetto che emerge è il ruolo delle api in città per la biodiversità, l’impollinazione delle alberate e della flora spontanea presente che si coniuga con il ruolo didattico, sociale e di sensibilizzazione degli orti urbani”. Come spiega Claudio Porrini, poi, “La differenza con la rilevazione, per esempio, del Pm10 da parte di una centralina, è che qui andiamo a rilevare come questi elementi inquinanti sono captati da un organismo vivente in movimento”.

LITURGIA E PROPONIMENTO DI OGGI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -







 PRIMA LETTURA 

Gen 6,5-8; 7,1-5.10
Dal libro della Gènesi

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.
Il Signore disse: «Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
Il Signore disse a Noè: «Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. Di ogni animale puro prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono puri un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; cancellerò dalla terra ogni essere che ho fatto». Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra.


  SALMO  

Sal 28
Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.

La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.

Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.


 VANGELO 

Mc 8,14-21
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

Mortificherò la mia lingua col silenzio, e prometto di non parlare male di nessuno.