Questa musica è stata scoperta nelle stelle del mantello al centro dei fiori del vestito della Vergine di Guadalupe. Tracciando linee verticali in ogni punto, e mettendo sopra una tastiera ad ogni linea arriva una nota musicale e secondo gli esperti tracciando una linea orizzontale dall’alto al basso e poi dal basso all’alto si tocca la nota che appartiene a ogni punto che sta sulla linea, (come nel cilindro di una cassa musicale), il risultato sono note e accordi completamente armoniosi. Da questo nasce una melodia che pensano sia quella che San Juan Diego ha sentito quando ha visto la Nostra Madre il 9 dicembre del 1531. Gli scienziati hanno registrato le vibrazioni dell’abito della Madonna di Guadalupe…. Questa è la musica del Fiat.
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"Vorrei che tutti leggessero,
non per diventare letterati o poeti,
ma perché nessuno sia più schiavo"
Gianni Rodari
"Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare"
Socrate
giovedì 11 ottobre 2018
Gli archeologi trovano la posizione del "Matrimonio a Cana" dove Gesù trasformò "l'acqua in vino" miracolosamente
Nel corso della storia, la posizione del sito in cui Gesù eseguì il Suo "Primo Miracolo" è rimasta avvolta nel Mistero.
Il Vangelo di Giovanni ci dice che durante le "Nozze di Cana" Gesù ha trasformato l'acqua in vino.
Il Vangelo ci dice che Gesù Cristo fu invitato a un matrimonio insieme a Sua madre e ai suoi discepoli. Durante il matrimonio Alla fine, il vino finì, ed è in quel momento in cui Gesù consegnò un segno della sua gloria e trasformò l'acqua in vino:
Il terzo giorno ci fu un matrimonio a Cana in Galilea, e la madre di Gesù era lì. Anche Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. Quando il vino fu esaurito, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno vino". E Gesù le disse: "Donna, che cosa ha a che fare con me? La mia ora non è ancora venuta. " Sua madre disse ai servi:" Fai quello che ti dice ". Ora vi erano sei vasi di pietra per i riti ebraici di purificazione, ognuno dei quali conteneva venti o trenta galloni. Gesù disse ai servi: "Riempi i vasi d'acqua". E li riempirono fino all'orlo. E disse loro: "Ora estraetene un po 'e portatelo al padrone della festa". Così lo presero. Quando il padrone della festa assaggiò l'acqua diventò vino e non seppe da dove venisse (sebbene i servi che avevano attinto l'acqua lo sapessero), il maestro della festa chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti serve prima il buon vino e quando la gente ha bevuto liberamente, allora il vino povero. Ma hai mantenuto il buon vino fino ad ora. " Questo, il primo dei suoi segni, Gesù fece a Cana in Galilea e manifestò la sua gloria. E i suoi discepoli credevano in lui.
Il luogo esatto in cui è avvenuto il primo miracolo attribuito a Gesù è un grande mistero. Nel corso degli anni, la posizione di Cana è stata ampiamente attribuita dagli studiosi della Bibbia a un certo numero di villaggi in Galilea, ma nessuno è mai stato in grado di confermarlo.
Migliaia di pellegrini erano convinti che la posizione esatta in cui Gesù compì il suo primo miracolo fu Kafr Kanna, una città nel nord di Israele.
Ora, un gruppo di ricercatori afferma che la località non è Kafr Kanna, ma una collina a circa 10 chilometri più a nord.
Quindi, cosa hanno trovato gli esperti?
Gli esperti del sito hanno identificato come Khirbet Wana è un villaggio ebraico che esisteva tra il 323 aEV e il 324 d.C. Lì, gli esperti hanno scoperto una serie di indizi che dicono suggeriscono che era lì dove Gesù ha compiuto il Suo miracolo.
Gli scavi archeologici hanno dimostrato l'esistenza di una vasta rete di tunnel sotterranei utilizzati per il culto cristiano, dove i ricercatori hanno trovato croci e riferimenti a Kyrie Iesou, una frase greca che significa Signore Gesù. Gli esperti hanno scoperto un altare e una mensola contenente i resti di una nave di pietra. Gli archeologi hanno anche recuperato sei vasi di pietra, che sono simili ai vasi descritti nel racconto biblico del miracolo.
Parlando della scoperta, il dottor Tom McCollough guida gli archeologi del sito affermando che altri tre siti hanno ottime credenziali per essere quelli biblici di Cana.
Ma c'è sempre ma - "Ma nessuno ha l'insieme di prove che rende un caso così persuasivo per Khirbet Qana", ha detto.
"Abbiamo scoperto un grande complesso di grotte di venerazione cristiana utilizzato dai pellegrini cristiani venuti per venerare il miracolo acqua-vino. Questo complesso fu utilizzato a partire dalla fine del quinto o all'inizio del sesto secolo e continuò ad essere utilizzato dai pellegrini nel periodo crociato del XII secolo.
"I testi di pellegrinaggio di questo periodo che descrivono ciò che i pellegrini hanno fatto e hanno visto quando sono venuti a Cana di Galilea, corrispondono molto strettamente a ciò che abbiamo esposto come il complesso di venerazione". Inoltre, "i suoi riferimenti a Cana si allineano geograficamente con la posizione di Khirbet Qana e si allineano logicamente con i suoi movimenti".
"Il riferimento a Cana in Giuseppe Flavio, nel Nuovo Testamento e nei testi rabbinici indicherebbe che il villaggio era un villaggio ebraico, vicino al Mare di Galilea e nella regione della bassa Galilea".
"Khirbet Qana soddisfa tutti questi criteri".
Anche in Spagna nasce il partito della nuova destra nazionalista anti invasione africana e UE dei banchieri
MADRID – Nasce in Spagna il partito della nuova destra nazionalista, senza legami col passato franchista. Si chiama Vox, la nuova formazione guidata da Santiago Abascal, che ha dimostrato ieri, in un gremito Palazzo di Vistalegre a Madrid, di non volere piu’ essere un’alternativa marginale per un disincantato elettorato che non si sente piu’ rappresentato dal Partito popolare di Rajoy, la formazione che storicamente raccoglie la maggior parte dei settori della destra politica spagnola.
Approfittando del vuoto creato dalla goffaggine dimostrata dai popolari nella gestione della crisi catalana, dei violenti flussi migratori e della sfida dell’indipendenza, Vox sta riuscendo a farsi spazio fra gli elettori, offrendo un quadro critico della situazione che sta attraversando la Spagna e soluzioni concrete a problemi piuttosto complessi, sulla liena di tutti gli altri partiti nazionalisti europei.
Lo scrive oggi, in un articolo di commento, il quotidiano “El Mundo”, sottolineando che anche se il disegno territoriale delineato nella Costituzione del 1978 e’ alla base della crisi aperta in Catalogna, non puo’ essere giustificata la soppressione delle autonomie, come richiesto a Vistalegre.
Secondo Vox, l’attuale configurazione territoriale “ci divide e ci rovina” e la soluzione sarebbe “una Spagna, non 17”. Questa proposta e’ anti-sistema, scrive “El Mundo”, esattamente come quella della frammentazione del paese. Ma la critica del Mundo non ha scalfitto il consneso sempre più crescente per questa nuova formazione politica. Il presidente di Vox, l’ex deputato del Partito popolare, Santiago Abascal, ha presentato un progetto politico contro l’immigrazione, a sostegno dell’abolizione delle autonomie spinte e della messa al bando di partiti e associazioni “che vogliono a distruggere l’unita’ territoriale” della Spagna.
In un luogo emblematico per il Partito socialista operaio (Psoe), da dove negli ultimi anni Podemos ha cercato di “assalire il cielo”, Vox ha dato il via alla sua campagna elettorale per ottenere rappresentanza nelle prossime elezioni europee e provare a strappare seggi al Congresso. Lo ha fatto con il supporto di militanti eterogenei, gente comune, anziani e giovani, donne e uomini, famiglie di diverse classi e condizioni, che hanno applaudito a un progetto politico che si dichiara contrario all’immigrazione clandestina che attacca i nostri confini e “che non viene in Spagna per rafforzarla ma per avere privilegi che molti spagnoli non hanno”.
Anche dalla Spagna arriveranno forti sorprese, dalle urne di maggio 2019.
Redazione Milano
Nota al Def, i soldi ci sono. Basta risparmiare i 53 miliardi per gli F35 di cui nessuno parla più
Giornalucoli e giornaloni, accodandosi a politici che dovrebbero tacere per sempre, si affannano da settimane a descrivere la manovra finanziaria come ‘disastrosa’, ‘inefficace’, ‘insufficiente’, ‘inappropriata’ (i più benevoli). ‘Ci porterà allo scontro con l’Europa’, ‘lo spread divorerà i risparmi degli Italiani’ e via e via, altre amenità varie. Si mettono in croce i portavoce del Movimento 5 Stelle perché osano volere spendere i 10 miliardi per il reddito di cittadinanza o Salvini per gli altri 10 che vuole destinare alla ‘Quota 100’ delle pensioni.
Beh, vi svelo il segreto di Pulcinella: i soldi ci sono, e anche in abbondanza. Hanno una sigla che abbiamo imparato a conoscere ma che – inspiegabilmente – nessuno ha più pronunciato nelle ultime settimane: F35. Qualcuno ricorderà che negli scorsi anni l’Italia è stata impegnata da ministri competentissimi ad acquistare 90 baracche (non) volanti dalla americana Lockheed Martin (sì, proprio quella dello scandalo mazzette per gli Hercules C130 che il 15 giugno del 1978 coinvolse il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, costringendolo alle dimissioni). Costo della sagace operazione: 14 miliardi. Ma non basta, perché il costo complessivo dei 90 F35 sarà per noi enormemente più alto. Occorre infatti aggiungere almenoaltri 35 miliardi di euro di costi operativi e di supporto logistico per i prossimi 30 anni.
Totale 53 miliardi di euro: una cifra da poterci fare due finanziarie complete senza fare una virgola di deficit. O pagare le pensioni a quota 80 e portare anche il reddito di cittadinanza a 1000 €, e ne avanza pure. Invece nessuno in questi giorni ha affrontato l’enorme corbelleria che l’Italia sta ancora portando avanti, complice il competentissimo Pd renziano.
Il 25 aprile 2018: a neanche due mesi dalle elezioni del 4 marzo che hanno archiviato lo sbruffone di Rignano, il Pentagono firma con la Lockheed Martin un contratto per un nuovo pacchetto di cacciabombardieri F-35. In quell’ordine ci sono anche otto aerei assegnati all’Italia. Il ministro della Difesa è ancora la piddina Pinotti. Si tratta solo di un ‘piccolo’ acconto da 10 milioni di dollari come rivela Mil€x – l’Osservatorio sulle spese militari italiane – sull’ordine totale. La vicenda F35, come qualcuno ricorderà, registrò anche episodi fantozziani, come la mozione della Camera del 24 settembre 2014fatta approvare dal Pd che impegnava il governo Renzi a tagliare del 50% il finanziamento complessivo del programma F35. Mozione passò grazie all’astensione di Sel, della Lega e del Movimento 5 Stelle, da sempre contrario all’acquisto come bene argomentòAlessandro Di Battista il 2 gennaio 2015, ricordando crudamente chi moriva di freddo mentre l’Italia sperperava soldi in armamenti costosissimi e per di più inefficienti. Ovviamente, la mozione fu completamente ignorata dalla Pd Pinotti, mettendo così in ridicolo il suo stesso partito.
Ridicolo che rischia tuttavia ora di estendersi anche al Movimento 5 Stelle dopo che il suo ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha dichiarato che ‘non compreremo nuovi caccia’ ma che ‘stiamo portando avanti una attenta valutazione che tenga esclusivamente conto dell’interesse nazionale’. Dove è finita la posizione anti F35, cavallo di battaglia del M5S? Ma la Trenta sostiene che la sua è una linea di cautela, perché ‘stiamo analizzando tutte le implicazioni del tagliare il programma perché ci sarebbero delle forti penali’. Penali inesistenti, tuttavia, secondo la Corte dei Conti che non è proprio l’ultima arrivata. L’arma finale dei sostenitori di questa spesa abnorme ed inutile è l’occupazione. Si parlava di ben 6.400 posti di lavoro promessi da Difesa e industria italiana. In realtà, sempre secondo l’ultima relazione della Corte dei Conti, produrrebbe ricavi per l’industria (non certo per lo Stato) del 57%dei costi sostenuti, con una ricaduta occupazionale totale di circa 1.500 posti di lavoro, tra i 900 a Cameri (almeno 600 saranno precari). La domanda sorge spontanea come diceva Antonio Lubrano in tv: perché ancora si difende questo affare scamuffo con la Lockheed Martin invece di impegnare quei moltissimi soldi per migliorare la qualità della vita dei cittadini? Attendiamo risposta, almeno dal M5S.
Le microplastiche sono ovunque
Un nuovo studio suggerisce che le larve di insetti che iniziano la vita in acqua dolce potrebbero mangiare microplastiche e trattenerle mentre maturano. Arriva in un momento in cui la consapevolezza pubblica delle microplastiche nell'ambiente sta aumentando. La scoperta suggerisce che il problema delle microplastiche nell'ambiente potrebbe essere peggiore di quanto pensassimo.
Il problema delle microplastiche in ambienti acquatici è sempre più noto.
Tra i 5.25 trilioni di pezzi di plastica nell'oceano che gli animali sono soggetti a mangiare, c'è molta plastica che si sta facendo strada lentamente lungo la catena alimentare. Tuttavia, gli scienziati hanno recentemente scoperto che il pesce non è l'unico animale da preda di cui abbiamo bisogno per preoccuparsi di mangiare la plastica.
Le larve di zanzara sono perfettamente in grado di mangiare microplastiche e trattenere la plastica da adulti, aprendo una nuova via per la contaminazione degli animali più in alto nella catena alimentare.
Come lo abbiamo scoperto?
In un esperimento per vedere se gli insetti potevano addormentarsi con la plastica, gli scienziati hanno alimentato perle microplastiche di larve di zanzare di varie dimensioni.
Un gruppo casuale di larve è stato quindi esaminato per vedere quante delle perline rimanevano nelle larve sia subito dopo averle mangiate, sia dopo che erano maturate negli adulti.
Come ci si potrebbe aspettare, le larve sono piene zeppe di perline microplastiche, con le larve medie che hanno più di 3000 microsfere di 2 micrometri nei loro corpi. Quando hanno testato gli stessi campioni dopo la maturazione, il numero di perle si è ridotto a una media di 40 microsfere per zanzare, ma questo è ancora un sacco di plastica per un piccolo insetto che trascorre solo parte della sua vita in acqua dolce.
Perché questo importa?
Gli autori riassumono le loro scoperte suggerendo che potrebbe essere stata aperta una strada completamente nuova per la diffusione delle microplastiche, dicendo: I nostri risultati hanno implicazioni importanti perché qualsiasi stadio di vita acquatica che sia in grado di consumare microplastiche e trasferirli nella loro fase di vita terrestre è un potenziale vettore di microplastiche su nuovi habitat aerei e terrestri ...Abbiamo dimostrato qui che le specie con fasi di vita acquatiche e terrestri possono ospitare microplastiche attraverso la loro storia di vita. Gli autori ci ricordano anche che le zanzare non sono l'unico insetto con questo tipo di ciclo vitale e che questo nuovo metodo di dispersione può verificarsi anche con libellule e moscerini, tra gli altri. Tutti questi animali vengono mangiati da grandi predatori, come gli uccelli, che a loro volta stanno probabilmente trasportando plastica nei loro corpi. Se tenteremo di risolvere il problema delle microplastiche nell'ambiente, dobbiamo capire come si muove e quante creature potrebbero mangiare i frammenti ogni giorno. Questo studio ci offre un'area completamente nuova da considerare come parte di questa missione.
Inoltre, questo peggiora un problema esistente in precedenza
Una delle maggiori preoccupazioni che le persone hanno delle microplastiche è il rischio che si muova su e giù per la catena alimentare. Gli autori di questo studio citano più volte i rischi per la rete alimentare - e il problema di cosa succede a noi quando mangiamo pesce contaminato disturba un sacco di gente.
Mentre abbiamo trovato solo microplastiche in alcune specie di uccelli che mangiano frutti di mare, sappiamo che gli uccelli hanno già mangiato pezzi di plastica più grandi per un po 'di tempo. Sembra che molti uccelli pensino che i nostri rifiuti di plastica assomiglino al cibo. In uno studio (La minaccia dell'inquinamento plastica agli uccelli marini è globale, pervasivo e in aumento ) pubblicato nel 2015, è stato rilevato che la maggior parte delle specie di uccelli marini aveva già una plastica in esse.
Gli autori hanno predetto che il 99 percento di tutte le specie di uccelli marini risulterà positivo per l'ingestione di plastica entro il 2050, se continueranno gli attuali tassi di inquinamento. La scoperta che gli insetti, un'importante fonte di cibo per diverse specie di uccelli, probabilmente contengono microplastiche, peggiora solo il problema. Questo non è nemmeno considerando le altre creature che mangiano gli insetti come pipistrelli o ragni. Se lo stiamo solo imparando ora, probabilmente c'è già un po 'di microplastica che si muove attraverso questi ecosistemi.
Perché questo mi fa male? Non mangio nemmeno le zanzare!
Se ti piace mangiare l'anatra, allora ti piace mangiare qualcosa che mangia le zanzare. Il problema è che la rete alimentare sta diventando ancora più satura di materie plastiche di quanto non sia già. Mentre non sappiamo quanti rifiuti di microplastica gli esseri umani possano tollerare prima di ammalarsi, la prospettiva di mangiare e accumulare pezzi di plastica per la maggior parte delle persone non è percepita come una cosa buona. Siamo parte di una vasta rete di vita piena di interazioni che non comprendiamo appieno. Quando inquiniamo l'ambiente, anche noi finiamo per essere contaminati. I risultati di questo studio sulle zanzare ci mostrano che il problema delle microplastiche è ancora più complicato e pervasivo di quanto pensassimo. Se non vogliamo risolvere il problema di cosa fare quando c'è troppa plastica nella dieta di una persona, dobbiamo capire come le materie plastiche si muovono attraverso l'ecosistema ora.
PER UN'EUROPA DIVERSA, NUOVA
Per pensarla come Milan Kundera che diceva: “Europeo: colui che ha nostalgia dell'Europa”, potremmo proprio
aver ragione ad essere nostalgici di un’Europa che era e che non è più. L’Europa
di oggi, o come si chiama adesso la versione “globalizzata” del vecchio
continente “Unione europea”, è effettivamente qualcosa di irriconoscibile. O forse dovremmo desiderare
un’Europa diversa dal passato e dal presente per ricostruirle un’identità
completamente nuova e più adatta ai tempi che corrono? In effetti, viviamo in
un’Europa che rischia di essere plasmata a piacimento dei “nuovi cittadini”,
ovvero nativi stranieri di religione islamica che pretendono di dettare le loro
regole e le loro leggi nel nostro continente, in una parola: la sharia. E la cosa che più ci fa sclerare
è che possono farlo, perché come cittadini europei godono di tutti i diritti di
cui godono gli europei autoctoni, compreso il diritto a votare e a farsi votare
qualora decidessero di mettersi in politica. Tutto questo sta già accadendo in
varie parti d’Europa, soprattutto in Gran Bretagna, in Germania, in Francia, in
Belgio e negli altri paesi del Benelux. L’Europa è piena di islamici che
comprano chiese cristiane e le trasformano in moschee, impongono le loro regole
e trascurano quelle dei Paesi di cui sono ospiti. Se ne infischiano delle leggi
democratiche e obbediscono a quelle coraniche. Si comportano da padroni, mentre
noi subiamo senza reagire. Siamo solo capaci di predicare l’accoglienza e non
osiamo respingerli perché politicamente scorretto. L’Italia è avviata ad essere
una colonia marcia degli adoratori di Allah. L’Inghilterra è schiava della
mezzaluna con un pakistano come sindaco di Londra. La Francia e il Belgio, da
paesi colonizzatori, sono finiti ad essere colonie degli islamici. Proprio in
Belgio, Abdelhay Bakkali Tahiri, presidente del partito Islam e candidato alle elezioni comunali, insieme al
vice-presidente del movimento, Talal Magri, ha dichiarato
in una recente intervista per la rivista online Gli Occhi della Guerra che: “Noi abbiamo tutto il
diritto di imporre la sharia qui in
Belgio, nel modo che vogliamo”. Il partito è nato nel 2012 e ad oggi ha
tre eletti in diversi Consigli comunali della capitale europea. Vogliono che il Belgio diventi “il cuore
del mondo” e non solo dell’Europa. Un Paese in cui anche i musulmani possono
dettare regole. Le loro regole. Come ad esempio
il fatto di proporre la segregazione delle donne sui mezzi pubblici.
“Tantissime donne ogni giorno denunciano molestie all’interno di autobus e
metro. Per questo riteniamo che per venire incontro alle donne più fragili ci
debba essere questa divisione”. Le
loro proposte ruotano tutte intorno alla parola sharia. “Sharia non è
solo l’unità di Dio. È l’unità di tutti. Per questo penso sia assurdo che una
città come Bruxelles sia divisa in 19 comuni”, afferma Tahiri. Sul volantino-manifesto
del loro partito si legge: “Perché le feste musulmane sono
soggette a delle polemiche? Non potrebbero anche loro attirare turisti e
investitori nelle nostre grandi città, proprio come per le feste cristiane?”. Ma la cosa ancora più inquietante è che
il fondatore del partito, Redouane
Ahrouch, ha fatto una previsione: “Nel
giro di 12 anni, nel 2030 saremo in tutto 1,3-1,4 milioni e noi saremo la
maggioranza”. La previsione può non essere esatta, ma il loro obiettivo
resta chiaro: affermare una nazione islamica a tutti gli effetti nel Paese
capitale dell’Unione europea. Se poi alla ricetta di questo anomalo meltin pot
aggiungiamo anche l’ipocrisia e l’incapacità dei nostri politici, il guaio è
servito. Come l’Alto rappresentante per la politica estera Mogherini che alla guerra,
al jihad, invita a rispondere con
il dialogo e
la cooperazione. Solo "la
coesistenza di religioni diverse - dice - risolverà questi problemi".
E bacchetta chi, invece, mette in guardia l'Europa da una guerra di religione
ormai in corso. A suo dire il valore fondamentale dell'Europa è "la possibilità di vivere e di
lavorare insieme al di là della nazionalità, della religione e della
cultura". E conclude: "È un valore che abbiamo elaborato dopo millenni di
guerre, l'integrazione delle nostre diversità non solo è possibile, ma è fonte
di forza, di pace e di prosperità". Ma quello che la
Mogherini non dice è che gli attacchi sono il fallimento dell'integrazione e delle politiche buoniste di
accoglienza. I terroristi di Bruxelles, come già quelli di Parigi, sono sì
cittadini europei, nel senso che hanno passaporti europei. Ma sono prima di
tutto musulmani pronti a morire nel nome di Allah pur di annientare l'Europa e
la cultura occidentale. E quello che le sinistre, insieme alla Mogherini, si
ostinano a non voler vedere è che manca
in Europa una legge che vieti agli stranieri di religione non cristiana la
possibilità di diventare cittadini europei. E questo non è razzismo, perché
le problematiche sollevate da una diversità storica di mentalità, di cultura e
tradizioni, va ben oltre la banalizzazione razzista. Non impediamo a nessuno di
entrare in Europa per lavorare e rispettare la nostra cultura e le nostre leggi,
ma senza prevaricazioni. Del resto, tutti i cristiani che provano a professare
la propria fede nei paesi musulmani, non ricevono né pretendono condizioni di
reciprocità nel rispetto vicendevole. Mentre i musulmani impongono rispetto e
obbedienza per il loro credo in Europa, aspettandosi l’abiura del Cristianesimo,
pena ritorsioni violente e terrorismo. La
vittoria dell’Europa, della “nuova Europa” ci sarà solo se si
avrà l’onestà intellettuale e il coraggio umano di eliminare il male, mettendo
fuorilegge l’islam in quanto incompatibile con le regole su cui si fonda la
civile convivenza, con i valori che sostanziano la nostra civiltà. L’Europa
ripristinerebbe così la realtà che c’è stata per 1400 anni, in cui l’islam era
il nemico da combattere ed era vietato al proprio interno, mentre con i
musulmani come persone sussistevano rapporti basati sul reciproco interesse. La
Storia ci insegna che con i musulmani come persone possiamo dialogare e
convivere se rispettano le nostre leggi e se ottemperano alle nostre regole, ma
che l’islam come religione è del tutto incompatibile con la nostra civiltà. Abbiamo
nostalgia di un’Europa ancora da realizzare, dove le regole e il rispetto delle
stesse ritorna ad essere prerogativa degli europei cristiani. Continuare a sbandierare una laicità che somiglia
ad un libertinaggio sfrenato e incoraggiato dalla globalizzazione, ci ha
portati proprio sull’orlo dell’abisso in cui ci troviamo. Lo stesso che ha
spalancato le porte al nemico.
CINZIA PALMACCI
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