martedì 2 ottobre 2018

Ventuno giorni per rinascere: le regole di Franco Berrino


CATEGORIE: Salute

camminare
Un cammino di tre settimane per renderci più sani, longevi, gioiosi e più giovani. È quello proposto nel libro “Ventuno giorni per rinascere” scritto da Franco Berrino, noto medico esperto di alimentazione, insieme all'esperto di meditazione Daniel Lumera e a David Mariani, allenatore professionista. L'intento del libro è quello di proporre un percorso possibile a tutti ed una serie di strumenti teorici e pratici per migliorare la propria quotidianità nella sfera dell'alimentazione, della meditazione e del movimento fisico, “uno dei farmaci più potenti mai inventati”.

Tutto, spiegano gli autori, parte dall'acquisire la consapevolezza che spetta a noi la responsabilità della nostra salute. “La storia ci insegna che le istituzioni non sono interessate alla prevenzione - spiega Berrino - ma che sono legate alla logica del business per cui i malati sono redditizi. Si occupano di assistenza certo, ma non parlano quasi mai di prevenire le malattie attraverso lo stile di vita”. Ecco perché la prima fase di questo progetto di salute ci vede impegnati nel cambiare il nostro atteggiamento mentale.

“L’ambiente in cui viviamo non favorisce il cambiamento – afferma Berrino - l’industria alimentare domina il mercato e dobbiamo darci da fare per trovare il cibo vero, non le sue trasformazioni industriali. E l’organizzazione della vita è tale per cui è difficile avere il tempo e lo spazio per l’attività fisica, ma dobbiamo fare piccole e importanti scelte come quella di spegnere la tv e andare a fare una passeggiata”.

Gli autori hanno individuato un percorso di ventuno giorni per far sì che tutte le regole da seguire diventino routinarie. Vengono poi individuati tre momenti ben distinti su cui concentrare le proprie forze. Dal primo giorno fino alla fine della prima settimana l’obiettivo è purificarsi. La settimana successiva si concentra invece sul mantenersi giovani o ringiovanire e l’ultima (dal quindicesimo giorno in poi) è funzionale all’ottimizzazione del processo di ringiovanimento.

Quanto e quando mangiare
Il primo passo consiste nel ridimensionare la quantità di cibo nel corso della giornata. È meglio, infatti, mangiare un po' più a colazione e a pranzo, piuttosto che a cena. In ogni caso è importante concentrarsi sul momento del pasto e cercare di masticare lentamente.

La colazione dovrebbe essere fatta entro e non oltre le otto del mattino perché in questa lasso temporale l’intestino raggiunge la sua massima energia (secondo la medicina tradizionale cinese). A pranzo, invece, è meglio mangiare tra le 12 e le 13, perché si digerisce più facilmente, visto che lo stomaco e il pancreas sono all’apice della loro attività. Berrino consiglia di consumare poi la cena il prima possibile, per non appesantirsi troppo prima di coricarsi.

Talvolta è bene scegliere il digiuno, necessario per resettare il nostro organismo e riattivare molte funzioni. Si può decidere se saltare solo la cena (e quindi digiunare per 12-18 ore) o due giorni consecutivi.

Cosa mangiare
Nel corso dei ventuno giorni saremo portati a preferire “il cibo vivo, al cibo morto”.
Fondamentale poi, come raccomanda il Codice europeo contro il cancro, eliminare in primis bevande zuccherate e carni lavorate, mentre la base della nostra alimentazione devono essere cereali integrali, legumi, verdura, frutta e frutta a guscio, cibi da sbucciare, non da scartare. Gli studi sono ormai molto coerenti nel dimostrare come questi alimenti siano protettivi dell’organismo.

Molto importante è poi il rispetto della stagionalità, che non significa rispettare solo i ritmi della natura (ad esempio, non mangiare i pomodori in inverno) ma vuol dire anche ascoltare i bisogni del corpo in ogni stagione e scegliere quindi gli alimenti più adatti in un determinato momento.

Come preparare il cibo
Il consiglio di Berrino è quello di preferire sempre una cottura moderata di tutti gli alimenti. Sia perché cotture troppo violente potrebbero azionare processi nocivi per la nostra salute, sia perché per alcuni alimenti (come le verdure) è meglio cuocerle leggermente per favorire l’assorbimento dei nutrienti.

Dormire bene
Nel percorso individuato nel libro un fattore fondamentale è il sonno. Non riposare adeguatamente, infatti, potrebbe essere la prima causa di fallimento di questo progetto perché ci espone a un rischio maggiore d’ingrassare. Il consiglio è quello di andare a letto non più tardi delle 23 a digestione ultimata e addormentarsi in una stanza senza luci e lontana da fonti di disturbo per almeno 7-8 ore consecutive.

Fare attività fisica
L'attività fisica è fondamentale. Se per caso non si ha tempo a sufficienza da dedicare allo sport si possono trovare allora degli escamotage come ad esempio camminare mentre si è al telefono.

Meditare
Praticare la meditazione quotidianamente non solo la mente ma anche il nostro organismo, apportando importanti benefici. Uno tra questi è l’abbassamento del battito cardiaco che permette di rendere più efficiente l’apparato circolatorio favorendo così salute, longevità e ringiovanimento.

Respirare con consapevolezza
“Anche respirare è nutrirsi”. Per questo è necessario ritagliarsi dei momenti nell’arco della giornata per respirare profondamente e soprattutto consapevolmente. Così come nel caso del cibo, trasformare la respirazione in un atto consapevole permette di rigenerare il proprio corpo.

Nutrirsi di gioia e perdonare
Infine, suggeriscono gli autori, “dobbiamo nutrirci di gioia, solidarietà e compassione, non di rabbia, rancori e cattiverie. Ma noi non abbiamo inventato niente, tutto questo lo dicevano già i saggi dell’antichità”.

Antibiotico resistenza: 'Potrebbe causare più morti del cancro'

di Redazione InformaSalus.it


CATEGORIE: Denuncia sanitaria

batteri
'Se non si fa nulla, la resistenza antimicrobica può causare entro il 2050 più morti del cancro'
Il Parlamento europeo chiede alla Commissione europea e agli Stati membri dell'Ue di limitare la vendita di antibiotici da parte degli operatori della salute umana e animale che li prescrivono e di "eliminare qualsiasi incentivo finanziario". È quanto prevede una risoluzione non vincolante approvata dalla plenaria a Strasburgo. Secondo il Parlamento, è necessario adottare "misure concrete" contro le vendite illegali e le vendite senza prescrizione di antimicrobici nell'Ue. Per gli eurodeputati, la minaccia crescente rappresentata dai batteri resistenti agli antibiotici può essere affrontata solo attraverso un approccio ‘One Health’, ossia tenendo conto anche, tra le altre cose, della salute degli animali che entrano poi nella catena alimentare.


L'uso corretto e prudente degli antimicrobici, sottolineano i deputati, è essenziale per limitare la comparsa di una resistenza antimicrobica nell'assistenza sanitaria, nella zootecnia e nell'acquacoltura. Anche la catena alimentare e l'ambiente devono essere tenuti in considerazione, in quanto possono diffondere microrganismi resistenti.  

“Se non si fa nulla, la resistenza antimicrobica può causare entro il 2050 più morti del cancro. Dobbiamo iniziare a osservare l'intero ciclo, perché la salute delle persone e quella degli animali sono interconnesse”, avverte la deputata austriaca del gruppo dei Socialisti e Democratici Karin Kadenbach. "Le malattie - continua la Kadenbach vengono trasmesse dalle persone agli animali e viceversa, ed è per questo motivo che sosteniamo l'approccio olistico dell'iniziativa ‘One Health’”.

L'aumento della resistenza antimicrobica è dovuto a una serie di fattori, come l'uso inappropriato ed eccessivo degli antibiotici negli esseri umani e negli allevamenti, le cattive condizioni igieniche nelle strutture sanitarie o nella catena alimentare.  

Secondo un sondaggio Eurobarometro del 2016, la mancanza di consapevolezza rimane un fattore chiave: il 57% degli europei non sa che gli antibiotici sono inefficaci contro i virus, il 44% non sa che sono inefficaci contro il raffreddore e l'influenza.

I farmaci antidolorifici sono pericolosi per il cuore

di Redazione InformaSalus.it


CATEGORIE: Salute

cuore
farmaci antidolorifici a base di diclofenac, come il Voltaren, aumentano il rischio di infarto, ictus e arresto cardiaco. È quanto emerge da uno studio danese che ha confrontato rischi e benefici dei trattamenti effettuati con i più comuni antidolorifici in commercio.

Pubblicato sulla rivista Bristish Medical Journal e realizzato in collaborazione con l’università americana di Stanford, lo studio ha messo a confronto l’utilizzo di farmaci a base di diclofenac come il Voltaren e di antiinfiammatori non steroidei come il paracetamolo, principio attivo della Tachipirina, su un campione di persone privo di qualsiasi tipo di patologie.

È così emerso che i consumatori di farmaci antidolorifici a base di diclofenac sono più soggetti a sviluppare malattie cardiovascolari come infarti e ictus. La percentuale di rischio, inoltre, è superiore del 50% rispetto a coloro che non hanno mai fatto uso di farmaci a base di diclofenac o di altri antidolorifici per curarsi.

Australia: “Big Pharma paga i partiti e influenza la politica”


Big Pharma dona milioni di dollari a entrambe le parti politiche australiane, le aziende farmaceutiche impiegano un gran numero di lobbisti e la loro influenza contribuisce a determinare i prezzi elevati dei farmaci in Australia. È quanto riferisce il The Guardian in un articolo in cui si legge che circa 72 distinte aziende farmaceutiche impiegano lobbisti pagati per influenzare la politica e le decisioni del Governo.

Un'analisi dei dati sulle donazioni mostra che tra il 1998-99 e il 2016-17 le aziende farmaceutiche hanno donato 4,7 milioni di dollari ai partiti liberali, nazionali e laburisti. Ventidue delle 72 compagnie che hanno ingaggiato lobbisti hanno anche fatto donazioni politiche in Italia negli ultimi 19 anni. Le donazioni hanno raggiunto il picco nell'anno finanziario 2013-14, che ha coinciso con le Elezioni federali del 2013.

Le grandi case farmaceutiche hanno un interesse finanziario significativo nel modo in cui il governo si comporta, in particolare per quanto riguarda le decisioni e le politiche che riguardano i prezzi dei medicinali o i processi di approvazione per i nuovi farmaci.

Un ex segretario del Dipartimento federale della sanità, Stephen Duckett, ora uno dei principali medici ricercatori al Grattan Institute, ha affermato che l'industria farmaceutica è “estremamente potente” e ha un'influenza significativa sul governo.

L'anno scorso Duckett ha pubblicato un rapporto dal quale emerge che i prezzi dei farmaci in Australia sono significativamente più alti che all'estero e che gli australiani pagano circa 500 milioni di dollari ogni anno per i farmaci generici.

Duckett ha affermato che l'influenza dell'industria farmaceutica ha chiaramente contribuito all'aumento dei prezzi dei farmaci“Non posso dire come lo fanno, ma impiegano molte persone, si muovono in Parlamento e così via. Tutto quello che posso vedere è il risultato, ossia che finiamo per pagare di più. Abbiamo politiche progettate per adattarsi a loro piuttosto che per soddisfare il consumatore o il contribuente”.

In Afghanistan l'ennesimo fallimento, precipita un F-35








Ci giunge notizia che gli Stati Uniti hanno fatto un vero e proprio “battesimo di fuoco” al loro F-35 (F-35B ) nella guerra in Afghanistan. Una guerra che dura da 17 anni (definita ipocritamente missione di pace) cui sarebbe auspicabile l’Italia ponesse fine il prima possibile. 


L’Afghanistan, una terra martoriata da una guerra voluta perché i talebani (oltre ad aver azzerato la produzione di oppio) si sono opposti al doppio impianto di gas e petrolio voluto dalla potente multinazionale Usa Unocal. Oggi questo Paese è diventato, dopo lo sgancio della MOAB (La madre di tutte le bombe) e ora l’utilizzo degli F-35, un territorio destinato a testare armi.

ll giorno seguente il raid in Afghanistan dell’F-35, il tanto pubblicizzato e costosissimo veicolo si è schiantato al suolo nel South Caroline, non lontano dalla Marine Air Station di Beaufort. Per fortuna non è precipitato in una zona abitata. Nessuno l’ha colpito, nemmeno sfiorato è semplicemente precipitato come un aquilone senza vento. Ovviamente il grande mainstream questa notizia non ce l’ha fornita. 

Dopo I tanti test fallimentari arriva la disfatta anche in un volo reale. Ad ennesima dimostrazione di come questi veicoli siano davvero dei “tacchini volanti” e oltre ad essere strumenti di morte sono del tutto inadeguati. 
Questi aerei poi sono “first strike”, aerei d’attacco, predisposti a trasportare le nuove bombe atomiche B-61-12 che gli Usa nel 2020 vogliono trasferire sul nostro Territorio in sostituzione delle B-61 attualmente site ad Aviano e Ghedi. Armi atomiche che fanno violare all’Italia il Trattato di non proliferazione nucleare. 

Alcuni giorni fa ho parlato con il ministro Trenta le ho elencato tutte le ragioni del perché questi aerei non vanno acquistati. (sono costosissimi, non creano occupazione, sono malfunzionanti e non c’è alcun vincolo all’acquisto). Il ministro mi ha riferito che attende una relazione definitiva su questi aerei e su ciò che comporta venire meno al programma. 

Già ne abbiamo acquistati 26, comprarli tutti e 90 come ipotizzato sarebbe un grave errore. E’ giunto il momento di investire in sanità, scuola, sicurezza del territorio, energie rinnovabili I cui benefici sarebbero per tutti e non solo per i potentati economico finanziari.

Il Cambiamento che tutti noi aspettiamo è ora che si concretizzi anche in questo settore dove le lobby e I poteri forti sono particolarmente agguerriti.

Senatore commissione esteri M5S




Un terremoto scuote i Caraibi durante la visita di Emmanuel Macron

MACRON RIESCE A SCATENARE TERREMOTI PERFINO IN ZONE POCO SISMICHE O A RISCHIO MEDIO/BASSO!


Emmanuel Macron al suo arrivo all'aeroporto di Saint Barthelemy, 28 settembre 2018.
Un terremoto di magnitudo 6,3 della scala Richter si è verificato nelle Indie occidentali.
La terra ha tremato venerdì mattina nelle Indie Occidentali, un terremoto di una grandezza insolita di 6,3 sulla scala Richter misurata dall'Osservatorio Vulcanologico e Sismologico della Guadalupa. Questo evento arriva quando il presidente Emmanuel Macron sta visitando i territori dell'India occidentale.
In Martinica, lo shock è stato particolarmente sentito, secondo i testimoni. "Ero sul mio divano con le mie due figlie quando ci sono stati due grandi shock", ha detto Laure, un abitante dell'isola, ad un corrispondente AFP. "Era più forte del solito e al secondo scossone siamo usciti con mio marito", ha spiegato, riferendosi al "divano (che) veramente commosso e alle bigiotteria".

Nessun danno grave

A terra, in questa fase, solo una frana su una strada nazionale della Martinica è stata segnalata a Fonds-Saint-Denis, secondo France Antilles. L'epicentro del terremoto di tipo tettonico era "situato a 119 km a sud-est di Capesterre-de-Marie-Galante, a 15 km di profondità". Il centro sismico della University of West Indies, situato a Trinidad e Tobago, indica che la terra tremava a "92 km da Fort-de-France", la capitale della Martinica.
La zonazione sismica francese, istituita nell'ottobre 2010, disegna nella metropoli quattro zone di rischio sismico, dal rischio "molto debole" al rischio "medio".
La quinta zona, "zona di forte sismicità" è riservata alle isole delle Antille, della Nuova Caledonia e della Riunione. Queste isole hanno inoltre sperimentato una quarantina di terremoti di magnitudo forte, superiori a 5 sulla scala di Richter, per quaranta anni, secondo le figure dell'Ufficio Centrale sismologico francese (BCSF), nel 2016.

Putin sostiene il piano per de-dollarizzare l'economia russa



L'idea di de-dollarizzare l'economia russa è stata discussa attivamente nel paese ultimamente a causa del rafforzamento delle sanzioni statunitensi. A luglio, Kostin, che è presidente e presidente del consiglio di amministrazione della seconda banca russa VTB, ha presentato una serie di proposte per allontanarsi dal biglietto verde e promuovere ulteriormente il rublo russo negli insediamenti internazionali. Il suo piano consiste in quattro passaggi principali.

Il secondo passo è la ri-registrazione delle maggiori partecipazioni nella giurisdizione russa. 
Il piano prevede anche il collocamento di Eurobond attraverso il depositario russo; e la licenza di tutti i partecipanti al mercato azionario affinché possano agire secondo le stesse regole.In primo luogo, presuppone una transizione accelerata ai pagamenti in altre valute quando si effettuano operazioni di importazione-esportazione con paesi esteri. 
Le valute alternative includono l'euro, lo yuan cinese e il rublo.
La Russia ha cercato modi di diminuire la sua dipendenza valuta degli Stati Uniti dopo che Washington ei suoi alleati imposto sanzioni contro il paese nel 2014. Nel mese di maggio, il presidente Putin ha detto che la Russia non può più fidarsi del sistema finanziario dollaro-dominata statunitense da quando l'America sta imponendo sanzioni unilaterali e violando le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Putin ha aggiunto che il monopolio del dollaro non è sicuro e pericoloso per l'economia globale.
Le discussioni sulla necessità di de-dollarizzare l'economia russa si sono intensificate dopo che un progetto di legge è stato presentato al Congresso in agosto con una serie di misure destinate alle istituzioni finanziarie russe.
Il Ministero delle finanze russo ha già sostenuto il piano di Kostin, con il capo del Ministero dello Sviluppo Economico e del Commercio, Maxim Oreshkin, osservando che il ruolo della valuta statunitense sta già diminuendo attivamente. La Banca centrale russa sta già perseguendo una politica di de-dollarizzazione e ha affermato che continuerà.

Il telefono è in ascolto: sa dove sei, chi incontri e cosa dici


Sono negli Usa. Compro un pacchetto di sigari e pago con carta di credito. Arrivo a casa, apro il pc per iniziare il lavoro quotidiano e mi compare una pubblicità di sigari. Pochi giorni fa vado nel bar di un mio amico che aveva messo in vendita su Internet una cucina da ristorante; mi racconta la sua avventura per vendere queste apparecchiature. Torno a casa, apro il cellulare, e mi compaiono annunci di vendita di cucine da ristorante. Quello che mi ha sorpreso è la rapidità con cui il dato che io avevo fornito col mio acquisto (sigari) è stato elaborato per mandarmi una pubblicità mirata. Il tempo trascorso dall’acquisto all’apertura del pc, infatti, era di circa trenta minuti. Un tempo poco superiore è trascorso nell’intervallo in cui ero a casa del mio amico e il momento in cui mi è comparsa la pubblicità delle cucine. Ora, premetto che pur essendo un complottista convinto, non sono affatto preoccupato che venga tracciato tutto ciò che faccio, vendo, compro, ecc. Quando certi strumenti saranno ancora più invasivi, sarà forse la volta buona che inizieremo a lasciare sempre più spesso a casa i cellulari e solleveremo sempre più lo sguardo dagli schermi dei nostri apparecchi elettronici, per volgerlo all’ambiente attorno a noi o al cielo. Le domande che mi faccio sono due, e di altro tipo.
Innanzitutto a me pare che l’analisi dei dati che vengono immagazzinati per dare pubblicità sia sempre più sofisticata e vada molto al di là di quello che ci raccontano. Ci viene detto, infatti, che Google usa decine di indicatori per mandare pubblicità mirate, comprese il luogo in cui siamo. E fin qui ok, lo si può intuire anche dal fatto che ormai quasi tutti i siti ti chiedono “la tua posizione”, quando addirittura non la individuano in automatico. Mi accorgo infatti che se apro il pc in Francia, immediatamente mi compaiono pubblicità in francese; in Usa mi compaiono pubblicità in inglese, e così via. Se faccio una ricerca su Amazon compare in automatico “luogo di spedizione”, seguito dalla nazione in cui mi trovo. A me pare invece che emerga un controllo molto più permeante e globale, che comprende l’analisi immediata e incrociata di tutti i dati possibili, compresi gli acquisti fatti con carta di credito e il luogo specifico in cui ci troviamo (casa, supermercato, indirizzo di un amico, ecc.). Non si tratta, cioè, di un banale (si fa per dire) incrocio di dati, per rilevare la propensione al consumo degli utenti, ma di qualcosa di molto più specifico e permeante.
Leggendo gli esempi che pubblichiamo alla fine dell’articolo, si può intuire che questo tipo di controllo comprende anche le cose che vengono dette a voce, e le attività effettuate nel quotidiano che vengono registrate in molti modi. Allora la domanda che mi pongo è: dal momento che esistono da tempo sistemi per monitorare tramite cellulare o pc gli stati d’animo e le emozioni di chi accede alla rete, tali sistemi sono già attivi sui nostri apparecchi elettronici? E in che misura? Il caso Cambridge Analytica ha fatto emergere un fenomeno molto più importante e grave della semplice raccolta di dati per fini politici (cosa di cui nessuno dubitava): è emerso che con i dati in possesso delle società di analisi si può accedere non solo alle caratteristiche, ai gusti, e alle tendenze dei fruitori della Rete, ma anche ai dati che si vorrebbero tenere nascosti (ad esempio si può capire se una persona è sessualmente impotente, se ha la tendenza al tradimento o meno, e ad altri dati che, in teoria, non sono così evidenti). Detto in altre parole, da Internet si può capire non solo ciò che scriviamo di noi, ma anche ciò che non scriviamo. 
Uno dei motivi per cui sulla maggior parte dei cellulari oggi in circolazione non si può togliere la batteria (una cosa assurda, dal punto di vista commerciale, logico, e pratico) è che rimaniamo connessi (quindi rintracciabili e individuabili) anche quando abbiamo il cellulare spento. Se tutto questo è vero, sorge spontanea un’altra domanda: perché non si utilizzano queste informazioni per la prevenzione alle varie forme di criminalità? Perché non le si utilizzano per fare indagini sempre più sofisticate sui crimini commessi? Il sospetto è che, dato il funzionamento della società, essi vengano utilizzati per commetterli, non per prevenirli o difendersi da esso. Mentre la creazione del diritto alla privacy, come abbiamo sottolineato in un altro articolo, è solo l’ennesima presa in giro di un sistema che fa finta di tutelare i cittadini, e poi usa tali strumenti per diminuirne i diritti anziché aumentarli. Di seguito posto quanto raccontato da persone che conosco. Da notare che cose simili erano capitate anche a me, ma le attribuivo alle cosiddette “coincidenze significative” di Jung. Invece era semplice tecnologia.
SG. “Sto cercando una casa in affitto in Appennino e sabato appunto sono andata a fare un giro in una frazione di un paesino che non conoscevo ma che mi avevano detto essere bella. Mi sono fermata nell’unica trattoria della zona e ho chiesto se conoscevano un signore di cui mi avevano dato solo il soprannome dicendomi che affittava una casa molto carina. Quindi mi fermo a parlare con due o tre persone locali e ottengo il num di tel di questo signore. Bene, il giorno dopo, cioè ieri, sulla mia bacheca Fb mi si aprono come al solito le finestrine: persone che potresti conoscere” e tra di loro chi era il primo? Uno di quei tipi con cui ho parlato neanche 5 min in quella trattoria con cui non ci siamo nemmeno presentati e non ci siamo scambiati nessun numero o dato!!! Come mai succede questo?? Hanno rilevato la posizione?? Scusate l’ignoranza ma a me ha fatto un po’ impressione!!!”.
MG: “Mi è capitato solo di scrivere il nome di una marca su Messenger, parlando con un’amica e mi sono ritrovata pubblicità di quella marca su Fb e Google…”.
VN: “Una ragazza leggeva la storia del “piccolo principe” a suo nipote. Non aveva cercato nulla a riguardo online, e nemmeno su Google. Solo con la voce, e leggendo, raccontava il “piccolo principe”. Ebbene, dopo qualche giorno, le appare su Fb un’inserzione pubblicitaria che sponsorizzava gadget e agendine del suddetto racconto. Non si tratta solo di ricerche che noi stessi facciamo online, ma anche dei microfoni e delle fotocamere dei nostri cellulari super tecnologici”.
(Paolo Franceschetti, “La pubblicità e il controllo nell’era di Internet”, dal blog “Petali di Loto” del 26 marzo 2018).

Se gli Stati Uniti intraprenderanno un’azione offensiva contro l’Iran, potrebbero innescare la III Guerra Mondiale : Scholar


Se gli Stati Uniti intraprenderanno un’azione offensiva contro l’Iran, potrebbero scatenare la terza guerra mondiale, perché la Russia e la Cina non potrannno rimanere inerti e vedere la Repubblica islamica attaccata dall’Occidente, secondo quanto dichiarato da James Fetzer, un accademico e analista americano.
Fetzer, un professore di filosofia in pensione all’Università del Minnesota, ha fatto il commento in un’intervista a Press TV mentre commentava la vecchia previsione del generale statunitense in pensione Wesley Clark di un’invasione americana dell’Iran.
“Quando Wesley Clark avverte che gli Stati Uniti sono sulla via della guerra con l’Iran, deve essere preso sul serio. Fu lui che al suo ritorno dal comandante supremo delle forze alleate in Europa, al Pentagono si imbatté in un generale che gli spiegò che gli Stati Uniti stavano progettando di attaccare l’Iraq, e che lo informò anche un mese dopo il piano per far fuori sette governi nei prossimi cinque anni, a cominciare da Iraq e Libia, per finire con la Siria e l’Iran “, ha detto Fetzer.
“Quello di cui Wesley Clark è preoccupato è che questa atmosfera intensificata con le risposte dell’Iran creerà l’opportunità per la politica estera di Donald Trump, totalmente controllata dai sionisti … di intraprendere un’azione offensiva contro l’Iran, quella sarebbe una catastrofe”, ha aggiunto.
Avvierà senza dubbio la terza Guerra Mondiale. La Russia non tarderà né tanto meno la Cina ad intervenire nel vedere l’Iran attaccato dall’Occidente. Ma questi mostri (i neocon), che sono così fortemente controllati da Bibi Netanyahu e dai Likudisti, che desiderano provocare la distruzione dell’Iran, hanno tutte le probabilità di intraprendere azioni che sono irrazionali, completamente catastrofiche nelle loro conseguenze, senza riguardo per il miglior interesse del mondo o rispettivamente, persino per l’interesse dei loro popoli, “, ha affermato l’analista.
“È una situazione molto grave e mi dispiace dire che Wesley Clark è una voce troppo responsabile per essere ascoltata”, ha concluso.
Quell’ avvertimento che l’Iran sarebbe stato un obiettivo delle intenzioni belliche degli Stati Uniti, emesso più di un decennio fa, è apparso questa settimana come avvicinarsi alla sua prossima realizzazione.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nelle osservazioni anti-Iran fatte durante il dibattito generale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e amplificato mentre presiedeva una riunione del Consiglio di sicurezza, sembrava confermare l’affermazione fatta dall’ex presidente del capo comune dello staff, sotto la presidenza Bill Clinton, che l’Iran era in una lista di sette paesi che Washington progettava di invadere e distruggere.


Wesley Clark

Il generale a quattro stelle in pensione dell’esercito americano, comandante supremo delle forze alleate della NATO durante la Guerra in Jugoslavia del 1999, ha dichiarato nell’intervista del 2007 che lo scopo dell’attacco dell’11 settembre era di eliminare i governi di sette paesi in cinque anni. Questi sette paesi erano Iraq, Siria, Somalia, Libia, Sudan, Yemen e Iran. Tutti questi paesi sono stati direttamente o indirettamente oggetto di aggressione negli Stati Uniti.
La settimana scorsa, diversi uomini armati hanno lanciato un micidiale attacco terroristico a una parata militare nella città iraniana di Ahvaz, al confine con l’Iraq, dove gli Stati Uniti hanno ancora migliaia di soldati schierati. Alcuni osservatori indipendenti hanno detto che l’attacco ben coordinato era un’indicazione che gli Stati Uniti hanno deciso di accelerare la guerra asimmetrica contro l’Iran, a seguito del lancio di Trump di una guerra economica contro la Repubblica Islamica.
Fonte: Press TV

Scontri e disordini a Barcellona nell'anniversario del tentativo d'indipendenza della Catalogna

Dimostrazioni massicce hanno inondato Barcellona e altre città nell'anniversario del tentativo della Catalogna di spingere per l'indipendenza. Numerosi raduni sono finiti in scontri con la polizia mentre alcuni manifestanti hanno bruciato bandiere spagnole.



Decine di migliaia di persone hanno manifestato in tutta la regione nord-orientale della Catalogna, in Spagna, per celebrare un anno dal suo tentativo di ottenere l'indipendenza dalla Spagna. Circa 180.000 persone hanno preso parte ai raduni nella sola capitale regionale di Barcellona, ​​secondo i media locali citando stime della polizia.





Folle di studenti riempirono la piazza centrale della città, sventolando le bandiere gialle, rosse e blu usate dai sostenitori dell'indipendenza. Hanno cantato "1 ottobre, non perdonando, senza dimenticare" in un apparente riferimento al referendum dello scorso anno, che ha visto un massiccio giro di vite brutale della polizia. Un gruppo di manifestanti che si è riunito nella Piazza della Catalogna dispiegò un grande striscione, che recitava "L'autodeterminazione è un diritto umano" in inglese.













Una grande manifestazione si è tenuta anche in città a partire dalle 18:30 ora locale (16:30 GMT). Folle di persone hanno marciato attraverso Barcellona, ​​dalla piazza della Catalogna al parlamento regionale. La gente sventolava bandiere catalane e scandiva slogan: "Indipendenza!" "Le strade saranno sempre nostre!" "Libertà per prigionieri politici!" E "Senza disobbedienza, non c'è indipendenza!"




La marcia è stata organizzata da numerosi gruppi locali e movimenti, compresi quelli comunemente noti come "Comitati per la difesa della Repubblica" (CDR). Un grande gruppo di manifestanti si è radunato di fronte al quartier generale della polizia locale, chiedendo le dimissioni del ministro degli interni regionale Miquel Buch. In un altro incidente, i manifestanti hanno bloccato l'ingresso alla Borsa di Barcellona. Alcuni di loro tentarono addirittura di incatenarsi alle porte d'ingresso, spingendo la polizia ad intervenire.







Un gruppo di giovani violenti si è scontrato anche con la polizia fuori dal parlamento dopo la fine della marcia. Circa 200 giovani si sono riuniti davanti all'edificio, cantando "Occupiamo il parlamento!" E lanciando uova agli ufficiali. I manifestanti hanno anche bruciato una bandiera spagnola e hanno sfondato le recinzioni.










Gli agenti di polizia in tenuta antisommossa hanno usato la forza per disperdere la folla che è riuscita ad avvicinarsi all'edificio del parlamento. In un incidente separato nella città di Girona, i manifestanti hanno fatto irruzione in un ufficio governativo e hanno abbattuto la bandiera spagnola, sostituendola con quella catalana.



In precedenza, centinaia di persone hanno organizzato sit-in e hanno temporaneamente paralizzato il traffico in alcune aree della regione. La Catalogna ha assistito a importanti proteste per due giorni di seguito. Sabato, una manifestazione a sostegno della polizia nazionale spagnola ha visto scene drammatiche di scontri con contro-manifestanti, che hanno tirato vernice alla polizia.