martedì 25 settembre 2018

I fluidi di perforazione radioattivi arrivano nei fiumi e nelle cozze della Pennsylvania






Recent disposal of treated conventionaloil and gas 
wastewater is the source  of high radium in stream 
sediments at centralized waste treatment facility disposal sites 

E cioe' anche i rifiuti petroliferi "tradizionali" 
non collegati al fracking portano ad elevati tassi di radio, 
materiale radioattivo, nelle acque a valle dei depuratori.
Volume 52, pages 955-962 (2018)

Eccoci qui.


Tutto questo viene confermato da due studi eseguiti presso la Nicholas School of the Environment, della Duke University in North Carolina e presso il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale della Pennsylvania State University. 

Facciamo un passo indietro.

A partire dal 2008 le petrol-ditte che trivellano nel Marcellus Shale hanno riversato materiale tossico nel fiume Allegheny in Pennsylvania.

La pratica e' durata per tre anni, fino al 2011. In quei tre anni di tempo piu' di 2.9 miliardi di litri di monezza liquida da fracking e' finita negli impianti di smaltimento prima, e poi nei fiumi della zona.
A quel tempo quasi tutti i depuratori della zona non erano preparati a trattare sostanze mai prima disciolte nell'acqua e quindi, essenzialmente, stronzio, radio ed altro materiale "non tradizionale" non sono mai veramente depurati perche' non c'era attrezzatura e conoscenza sufficente.

Per la maggior parte dunque radio e stronzio sono finiti in acqua tal quali al momento dell'arrivo in depuratore.

Nel 2011 hanno capito che qualcosa non andava, specie dopo un monumentale studio fatto dal New York Times in cui si mostrava che metalli pesanti e materiale radioattivo finivano nelle acque fluviali, senza essere stati trattati.

La pratica venne fermata nel 2011 ma solo per sostanze di scarto che provenivano dal fracking.

Tutte le altre attivita' trivellanti "convenzionali" (i.e. come quelle che si fanno e si vogliono fare in Italia!) shanno continuato a mandare i loro rifiuti in questi stessi impianti.

Sono quindi dieci anni di monnezza convenzionale "depurata" che arriva nel fiume Allegheny. 

Oggi si scopre che i residui delle sostanze da fracking sono arrivati nelle acque dolci a valle del fiume, bioaccumulando nei gusci delle cozze, e che in generale con o senza fracking l'acqua a valle dei depuratori contiene piu' radio, radioattivo, rispetto che l'acqua a monte. 

Il primo degli studi su citati ha riveltato l'elevata presenza di radio nei sedimenti a valle degli impianti di depurazione.

Nello studio sono stati raccolti sedimenti da tre impianti di depurazione che hanno ricevuto monnezza convenzionale fra il 2014 e il 2017;  sono stati analizzati vari isotopi di radio: 228Ra e 226Ra, e i loro rispettivi prodotti di decadimento, 228Th and 210Pb.

Ra sta per radio, Th per thorio e Pb per piombo. Il numeretto e' il numero di neutroni e protoni presenti nel nucleo. 


Questi decadimenti accadono con l'emissione di particelle alpha (il nucleo di un atomo di elio), 
particelle beta (elettroni o positroni) o di neutrini (una particella subatomica senza carica). A volte questi decadimenti da un elemento all'altro, se non monitorati, possono causare danni e mutazioni al DNA e l'insorgere di tumori. 

L'unita' di misura della radioattivita' e' il Becquerel dal nome di Henri Becquerel che assieme ai coniugi Curie scopri' la radioattivita' nel 1903. Un Becquerel significa che c'e' decadimento di un nucleo per secondo. Spesso si usa anche per Becquerel per chilogrammo che indica quanti nuclei per secondo decadono da un chilo di materiale. Piu' grande e' il numero di Becquerel (Bq) o di Becquerel per chilogrammo (Bq/kg)  maggiore e' dunque l'attivita' di radioattivita'.

I ricercatori hanno confermato elevata attivita' di radio a valle degli impianti, rispetto all'attivita' a monte.  Anzi: nel caso degli impianti di depurazione della Pennsylvania si passa da un massimo di 80 Bq/kg a monte fino a...  25,000 Bq/kg a valle degli impianti!

Un aumento di un fattore 300.
Per monnezza "convenzionale". 

La presenza di 228Th (prodotto di decadimento) e' molto bassa rispetto al 228Ra (prodotto di origine), questo significa che non c'e' stato tempo per il decadimento di essere completato. A sua volta questo significa che il materiale di origine, 228Ra, e' di origine recente.

E siccome *solo* materiale di scarto da materiale convenzionale, non da fracking e' stato accettato in depuratore in questi anni, i risultati sono la prova che la radioattivita' arriva da fluidi di perforazione per trivelle convenzionali. 

Questo deve farci riflettere anche in Italia.
Dove finisce la monnezza delle trivelle lucane?
Qualcuno ha mai analizzato la radioattivita' conseguente a monte e a valle dei depuratori?

Anche il secondo studio e' stato pubblicato in Environmental Science and Technologye mostra che ci sono elevate concentrazioni di stronzio nelle cozze a Warren, Pennsylvania. Siamo a 140 miglia a sud da un sito di smaltimento di acque di scarto da fracking questo in uso fino al 2011. 

L' isotopo osservato di stronzio non e' radioattivo, ma causa problemi alle ossa, specie nei bambini.
Puo' anche causare tumore ai polmoni. Non e' ben chiaro quale sia l'impatto di questo inquinamento ai gusci delle cozze a lungo termine ma il fatto che sia entrato nell'ecosistema in cosi pochi anni e' significativo.

Cioe' in pochi anni la monnezza ha trovato modo di entrare nella catena alimentare, bioaccumulando.

La domanda e': dove altro ancora?

E fra altri dieci anni? 

Le cozze sono importanti, perche' restando fisse nell'ambiente sono un ottimo indicatore della qualita' dell'acqua in cui vivono, specie i loro gusci.

Lo studio e' molto chiaro: i dati mostrano l'aumento sproporzionato delle concentrazioni di stronzio nelle cozze in corrispondenza dell'inizio delle attivita' di fracking nel Marcellus Shale e dei riversamenti nell'Allegheny River.  L'inizio di queste attivita' e' stato dieci anni fa e proprio dieci anni fa il picco di stronzio.

Anche questo studio e' stato comparativo, cioe'  oltre alle cozze prese a Warren, hanno anche analizzato le cozze a monte dell'impianto di smaltimento dei fluidi e in altri due fiumi della Pennsylvania, il Juniata il Delaware, dove l'industria petrolifera non opera e non scarica.
Come detto, i dati parlano chiaro, i picchi si sono visti solo nelle cozze di Warren.

E come poteva essere altrimenti? 

Anche qui pero' la cosa interessante e' che dopo il 2011 le cose non sono poi cosi cambiate, nel senso che i tassi di stronzio nei gusci delle cozze e' solo leggermente diminuito nel corso degli anno.

L'idea e' che non solo le cozze hanno bioaccumulato, ma anche i sedimenti dove le cozze vivono, cosicche anche se non riversiamo piu' stronzio o altro materiale, i sedimenti li conservano a lungo e le cozza continuano a nutrirsene.

Non e' la prima volta che il depuratore di Warren viene indicato come ammazzatore di cozze. Gia' nel 2015 venne notato che i tassi di sopravvivenza per le cozze nel raggio di 500 metri da tale sito variavano fra il 20 e il 50% nel corso di un anno nel 2012; mentre per cozze che stavano a due chilometri il tasso di sopravvivenza era fra l'80 ed il 100%.

Cioe' le cozze piu' vicine all'impianto di Warren morivano prima.

Uno dei ricercatori coinvolti, Nathaniel Warner dice che in generale per le cozze si apre un periodo di estinzione di massa, e questo a causa di tutti i cambiamenti alla qualita' dell'acqua. 

Negli USA circa 35 delle 297 specie di cozze note sono andate estinte dal 1900 ad oggi. Il fiume Allegheny contiene 49 di quelle rimaste e molte sono in via di estinzione.

E dice che non e' che perche' abbiamo fermato la depurazione di monnezza da fracking che le cose migliorereanno.

Che sia monnezza da fracking o da fluidi tradizionali, le cozze non lo sanno.
Loro sanno solo che l'acqua non e' pulita e non e' sana.
Fonte:

Australia: la meta' delle tartarughe morte premature ha la pancia piena di plastica













Il contenuto di plastica dallo stomaco di *una* delle tartarughe morte.



Queste storie non smettono mai di spezzarmi il cuore in mille pezzi, perche' da un lato sono creature che non hanno fatto niente di male, se non seguire i ritmi millenari della natura, e dall'altro ci siamo noi, che pensiamo di essere creature intelligenti, superiori e che invece distruggiamo tutto.

Ecco qui il risultato di cotanza intelligenza. Invece di rendere il mondo migliore lo stiamo distruggendo, e il fatto che accada a nostra insaputa non cambia niente.


La meta'! 

E come potrebbe essere altrimenti, visto che dieci milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni anno.  Ce n'e' per tutti, dal plankton alle balene, con tutto quello che passa in mezzo, tartarughe comprese. 

Gia' negli anni '80 si era notata la presenza di plastica negli stomaci delle tartarughe, principalmente buste di plastica.

Ma poco fu fatto, e poco si sta facendo adesso. Trenta anni almeno di animali di ogni genere che mangiano plastica - a volte il sistema della digestione e' capace di espellere questi corpi estranei, ma spesso, e le abbiamo viste tutti le foto, ci sono casi di animali deformi, di plastica che si accumula nello stomaco, di lacerazioni ai tessuti degli animali.

In alcuni casi arriva anche la morte per fame, perche' gli animali credono di essere sazi, con la pancia piena di plastica, ma in realta' di nutritivo non c'e' niente. Infine occorre notare che le tartarughe per come sono fatte, non possono vomitare niente. O la plastica passa attraverso il sistema digestivo oppure resta in corpo per sempre.

Ed ecco dunque il recente studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports che ha cercato di quantificare gli effetti della plastica sulle tartarughe marine d'Australia. Il lavoro e' stato eseguito da Britta Denise Hardesty del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) in Tasmania che ha esaminato i corpi di 1000 tartarughe morte e trovate in riva al mare per capire il ruolo della plastica nelle loro vite e nelle loro morti.

Il risultato e' che le tartarughe morte giovani, erano quelle con piu' plastica nei loro corpi.  La meta' di queste tartarughe morte giovani aveva ingerito quantita' elevate di plastica, mentre lo stesso si poteva dire per il 25% delle tartarughe di eta' media. Infine, le tartarughe morte in eta' piu' avanzata avevano plastica in corpo per il 15% del totale. La vita media di una tartaruga sana e' di 80 anni; il tempo della riproduzione inizia fra i 20 e i 30 anni. 

In alcuni casi le tartarughe avevano 300 pezzetti di plastica.

La probabilita' di morire, in media, e' del 50% dopo avere ingerito 14 pezzetti di plastica. A volte pero' ne basta uno solo, per esempio un solo pezzo di plastica e' sufficente a soffocare una tartaruga o a perforarne gli intestini, se il pezzo giusto arriva nel posto giusto.


In media un pezzo di plastica in corpo aumenta la mortalita' del 20%.


A livello mondiale si calcola che il 52% delle tartarughe ha ingerito un qualche pezzo di plastica.

Le tartarughe giovani sono le piu' vulnerabili perche' spinte dalla corrente, assieme ai rifiuti, e perche' mangiano con meno discernimento degli adulti.

Quali sono le conseguenze di tutto cio'?

Beh, ovviamente ci sono tante concause, e possibilita' ma alla fine, il 60 percento delle specie di tartarughe note e' in via di estinzione. Un altro dato: duecento anni fa le tartarughe del mare nei Caraibi erano stimate essere decine di milioni. Oggi sono solo decine di migliaia.

E' documentato che 700 specie animali sono messe in pericolo dalla nostra monnezza. Sicuramente il numero vero e' maggiore, e man mano che continueranno gli studi ci si rendera' conto che la plastica non risparmia nessuno: la fauna marina, uccelli, pesci, tartarughe, coralli.

Cosa fare, specie considerato che il Mediterraneo e' fra i piu' inquinati del mondo?

Tutto parte da ciascuno noi.

Raccogliamola quella monnezza al mare, non gettiamo rifiuti a casaccio, riusiamo, ricicliamo, compriamo vestiti fatti di materiale non sintetico -- cotone, lana, seta.

Le tartarughe non hanno fatto niente di male per meritarsi il mare plastificato.
Fonte:


Borneo: a causa della deforestazione in sedici anni andati persi 100,000 orangotanghi










L'isola di Borneo se la dividono fra Indonesia, Malesia e Brunei, e fino a quaranta anni fa per tre quarti era coperta da foreste con tutta la magnifica biodiversita' di flora e fauna che portano con loro.

E poi arriva l'uomo, con deforestazione, piantagioni monocultura, industria del legno. Muore la foresta, muore la vita.

E cosi, dal 1999 al 2015 sono andati persi 100,000 orangotanghi che non sono sopravvissuti alla deforestazione, alla perdita di habitat, alla caccia selvaggia. E se tutto continua come finora, entro il 2050 saranno persi altri 45,000 esemplari. 

internazionali guidati da Maria Voigt del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, in Germania.
Gli studiosi hanno esplorato le foreste del Borneo e seguito il fato di quasi 37,000 nidi di orangotanghi nel periodo che va dal 1999 al 2015. Nel 1999 il numero di nidi erano di 22.5 per chilometro percorso,  nel 2015 si era arrivati a10.1 nidi per chilometro. 
Calcolando la natalita' tipica da ciascun nido e il numero totale, hanno poi stimato le perdite di orangotanghi sulla cifra di 148,500 individui. 
In piu' i dati sono stati studiati diverse popolazioni di orangotanghi presenti su Borneo, ed emerge che dei 64 gruppi presenti solo 38 hanno una popolazione adeguata a garantire la sopravvivenza sul lungo termine: cento individui.

Maria Voigt dice che nessuno si aspettava questo tipo di declino, e che le cause sono nel degrado dell'habitat di questi animali, con l'avanzare del disboscamento, dell'agricoltura intensiva e anche dell'uccisione diretta.

Nel 1973 si calcolava che vivessero in Borneo 288,500 esemplari di orangotanghi. A quel tempo, i tre quarti dell'isola erano ancora foresta.

Nel 2012 il censimento parla di 104,700 individui.

Gli orangotanghi hanno bisogno di foreste per vivere e mal si adattano fuori. 

Le perdite sono state maggiori in Kalimantan, la parte Indonesiana dell'isola e negli stati di Sabah e di Sarawak che appartengono alla Malesia invece.

La cosa pero' preoccupante e' che mentre Kalimantan e Sabah sono state antropizzate, Sarawak ha conservato le sue foreste. E perche' allora anche qui c'e' stata mortalita'?

Non si sono registrate qui ne epidemie o altre cause di morie di massa. La spiegazione: uccisioni dirette.  Gli orangotanghi vengono uccisi per la carne,  e per il commercio illegale di animali. Le mamme vengono uccise e i loro piccoli venduti sul mercato nero.  A volte gli orangotanghi vengono uccisi perche' si allontanano dalle foreste ed entrano nei giardini o nei campi delle persone in cerca di cibo.  A volte si spacciano le uccisioni di orangotanghi come "controllo delle pesti".

L'uomo si appropria dell'habitat degli animali, nascono i conflitti e l'animale ha sempre la peggio, visto che non hanno pistole con se. 

E se i tassi di deforestazione restano cosi come sono, circa 215,000 chilometri quadrati in piu' di foresta andanno persi dal 2007 al 2020.

Il tasso di foresta dell'isola passera' dal 75% del 1973 al 24%.

Cosa fare? Secondo Maria Voigt occorre introdurre piu' misure per proteggere foreste e orangotanghi, 
con sensibilizzazione ambientale e coinvolgimento delle comunita' locali.

Qualche passo e' stato fatto: il governo indonesiamo nel 2016 ha dichiarato una moratoria contro l'apertura di nuove piantagioni di palma in tutto l'arcipelago nazionale, e anzi i permessi dati nel 2015-2016 sono stati cancellati.

Come sempre, non solo solo gli orangotanghi nella lontana Indonesia, e' tutto il nostro pianeta che e' a rischio e occorre che tutti facciamo la nostra parte.  Un consumo responsabile ed etico, rompere le scatole a chi di dovere, cercare di riparare quello che e' andato perso, dalla pulizia delle nostre spiagge all'uso di fibre non sintetiche.
Fonte:

Search Gerusalemme, 420 coloni invadono al-Aqsa


Gerusalemme-Quds Press. Martedì, 420 coloni hanno invaso i cortili del complesso di al-Aqsa, scortati dai militari israeliani.
Secondo una dichiarazione del Dipartimento del Waqf islamico a Gerusalemme, la polizia israeliana ha permesso a centinaia di coloni l’invasione di al-Aqsa e riti religiosi per celebrare la “Festa del Trono”.
In una dichiarazione, il Waqf ha spiegato che i membri del gruppo “Studenti per il Tempio” hanno preso parte ai raid e cantato “l’inno nazionale di Israele”.
La polizia israeliana ha confermato l’arresto di diversi palestinesi all’interno del complesso islamico.

Fonte:

Salisburgo segna l’agonia dell’UE?

di Jacques Sapir
Il Vertice di Salisburgo dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea potrebbe essere stato l’inizio della disintegrazione di questa istituzione.
Non in grado di raggiungere un accordo, se non quello facciata, sulla questione dei migranti, i partecipanti al vertice si sono trovati profondamente divisi sulla questione del BREXIT, che è stato un altro tema importante. Questa divisione, di cui il premier francese Emmanuel Macron, è in gran parte responsabile, ruota attorno alla domanda di “far pagare” alla Gran Bretagna il voto del referendum del 2016.
Questo desiderio di “punire” un paese, perché ha scelto, democraticamente, di lasciare la UE, è particolarmente rivelatore dello stato di decomposizione di questa ultima istituzione, e la sua trasformazione in un’istituzione repressiva rispetto alla volontà dei popoli democraticamente espressa in ciascuna delle nazioni che la compongono.
Angela Merkel ha apparentemente rifiutato di salutare Theresa May
Il vertice di Salisburgo avrebbe dovuto trattare due argomenti che non avrebbero alcun significato per nessuno: la politica migratoria e il problema dell’uscita della Gran Bretagna dall’UE.

Sul primo argomento, i conflitti erano immediatamente evidenti (1). Non solo la politica migratoria dell’Unione europea era in discussione, ma anche il piano di quest’ultima per rafforzare FRONTEX, la forza di polizia dipendente da Bruxelles. Anche su questo argomento, il fallimento è stato completo. Sappiamo che la Commissione europea aveva il progetto di rafforzare la FRONTEX European Border Guard Agency e di aumentarla a 10.000 nel 2020. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha iniziato l’incontro parlando delle riserve di Ungheria, Grecia, Italia o Spagna per questo progetto.
In effetti, le linee di frattura sono molteplici all’interno dell’UE. Esse riguardano non solo quelle politiche che vorremmo presentare come “generose” per i migranti (soprattutto Germania e Francia) ei paesi che ci piace presentare come “prudenti”. È l’intera politica migratoria che divide l’Unione, non solo in termini di orientamento, ma anche in termini di finanziamento. Il fallimento è stato quindi totale su questo punto. Ciò significa che il paese in questione e che stanno ora afrontando il flusso migratorio (Spagna, Grecia, Italia), non avranno altra soluzione che adottare le loro politiche nazionali. Sulla questione della migrazione, è ormai chiaro che l’UE non è più utile a nulla se non alla vuota retorica.

La domanda di BREXIT
Ma c’era un altro argomento importante in questo vertice: il problema BREXIT. Anche in questo caso, abbiamo visto l’UE dividersi in profondità (2). Tuttavia, Londra e Bruxelles hanno comunque trovato compromessi sulla maggior parte delle controversie derivanti dalla pausa programmata e, in particolare, sulla fattura da saldare. Dovrebbe essere stato trovato un accordo.
Contro l’UE, la May contro tutti, nel Regno Unito, tutti contro la May, la dura Brexit si profila
Questo non era il caso perché alcuni paesi volevano mostrare “asprezza” nella scelta della Gran Bretagna, per provocare in questo paese un secondo referendum sotto la pressione dell’Unione Europea. E, ci vergogniamo a scriverlo, tra questi paesi c’era la Francia, o almeno il presidente della Repubblica francese, il signor Emmanuel Macron.
L’opposizione della Francia alle proposte della signora Theresa May ha portato al fallimento (3). Questo fallimento era umiliante per il primo ministro britannico, che aveva fatto alcune concessioni degne di nota. Il presidente francese, senza dubbio irritato di non essere stato in grado di strizzare un accordo sulla questione dei migranti di fronte alla risoluta opposizione dei paesi citati, ha speso i suoi nervi in ​​Gran Bretagna o, per il suo desiderio di ” ‘difendere’ l’UE, voleva dimostrare che qualsiasi uscita dall’UE sarebbe estremamente difficile? Ad ogni modo, ha corso un grosso rischio. Perché, se la Gran Bretagna ha un commercio importante con i paesi dell’UE, questi ultimi hanno naturalmente un commercio non meno importante con la Gran Bretagna. La pressione aumenterà rapidamente con la signora Merkel, molto attenta ai desideri dei padroni tedeschi, perché fanno una parte significativa del loro giro d’affari in Gran Bretagna. Emmanuel Macron potrebbe essere sconfessato al summit eccezionale di novembre su questo numero di BREXIT.

Salisburgo summit UE
A cosa serve l’UE?
Questi eventi non devono nascondere un fatto importante: cosa sta facendo l’UE adesso?
Bruxelles intende opporsi al BREXIT, una scelta legittima, espressa democraticamente, dagli elettori britannici. E Emmanuel Macron si è schierato con la tecnocrazia dell’UE contro la volontà della gente. Sarà ricordato.
L’UE stigmatizza anche paesi come la Polonia o l’Ungheria che, a prescindere dai giudizi sulle loro politiche, intendono applicare le norme e le scelte nazionali. Molto chiaramente, l’UE qui usurpa la sovranità nazionale e popolare di questi paesi che da soli è probabile che abbiano trovato delle scelte democratiche. L’UE non è in grado di sostenere paesi che, come l’Italia o la Grecia, subiscono il pieno impatto dello shock migratorio. Peggio ancora, incoraggia questi flussi, le cui conseguenze sul livello dei salari in Germania sono già evidenti.Incoraggia anche il sistema dei “lavoratori distaccati”, che consente alle aziende senza scrupoli di assumere lavoratori dai “poveri” paesi dell’UE in paesi “ricchi” senza pagarli.
In campo economico, l’UE promuove un sistema di libero scambio con i trattati che firma e applica prima di qualsiasi ratifica nei paesi membri, sia esso il trattato con il Canada o con il Giappone (CETA e JETA). Cede costantemente alla pressione esercitata dalla Cina e dai paesi che praticano il dumping sociale ed ecologico e generano delocalizzazioni. Inoltre, abbiamo all’interno dell’Unione europea il problema posto dalla strategia adottata dai paesi “nuovi entranti”, che replica, su scala europea, gli effetti della strategia economica cinese.
L’ossessione per il libero scambio porta l’Unione europea a trascurare o addirittura a schierarsi contro gli interessi vitali dei popoli dell’UE, sia sui glifosati che sulle clausole ecologiche e legali dei trattati che firma. e fingere di imporre. Da questo punto di vista, l’UE è una minaccia diretta per la salute dei francesi, degli italiani, degli spagnoli e degli altri popoli europei.

La zona euro è un fallimento pericoloso
Il problema principale è anche la strategia tedesca che si impone attraverso le istituzioni europee. Mina l’Unione Europea e l’Eurozona. Questo paese sta usando l’Unione europea per fare un surplus commerciale mostruoso (oltre l’8% del PIL) perché la sua bilancia commerciale con i paesi emergenti, come la Cina, sta diventando deficitaria. Questo surplus commerciale è in gran parte legato all’euro, e quindi verso l’Unione economica e monetaria è entrato nel cuore della UE dal trattato di Maastricht, come l’euro crea una forte sottovalutazione della moneta in Germania, mentre il maco tedesco diventa la valuta di altri paesi (4), e in particolare la Francia, l’Italia e la Spagna sono altamente sopravvalutate. La Germania non solo guadagna un indebito vantaggio commerciale nell’UE ma approfitta di questo vantaggio a scapito dei paesi elencati nel commercio al di fuori dell’UE, escluse le esportazioni francesi o italiane da mercati extra UE.
L’Euro fu costruito in modo che la Germania potesse ottenere l’apertura dei mercati dei paesi membri alle esportazioni tedesche senza il rischio di un’improvvisa svalutazione. Questo è il motivo per cui si è nel profondo dell’euro, e non certo per la teoria delle aree valutarie (5).

Un preludio alle elezioni europee del maggio 2019?
La struttura delle istituzioni europee oggi proibisce la convinzione che qualsiasi cambiamento possa essere avviato all’interno delle istituzioni dell’UE. Qualsiasi discorso che chieda ” cambiare l’Europa ” è vano e illusorio. Questa è in realtà l’ultima difesa di uno stato insopportabile. È necessario un cambiamento in Europa e, per tale ragione, provocare una crisi sufficientemente grave da consentire una ricomposizione dell’equilibrio di potere e delle istituzioni che portano a qualcos’altro. Lo scioglimento dell’UE è ormai all’orizzonte storico. Questa sarà la vera scommessa delle elezioni europee del maggio 2019.
(1) https://www.lemonde.fr/europe/article/2018/09/20/union-europeenne-un-sommet-sous-tension-a-salzbourg_5357599_3214.html
(2) https://www.afp.com/fr/infos/334/brexit-lue-et-londres-lancent-le-sprint-final-sous-tension-doc-1994qr4
(3) https://www.24hours.ch/world/We-are-in-a-impess-to-May/story/16107994
(4) Vedi http://www.imf.org/en/Publications/Policy-Papers/Issues/2017/07/27/2017-external-sector-report e http://www.imf.org/en/ pubblicazioni / politica-Carte / Problemi / 2016/12/31/2016-esterno-Sector-report-PP5057
(5) J. Sapir, “La crisi dell’euro: errori e vicoli ciechi dell’europeismo” in Republican Perspectives, n. 2, giugno 2006, pp. 69-84.
Fonte: Sputnik France
Traduzione: Sergei Leonov

10 antibiotici naturali che possono combattere ed eliminare le infezioni


Negli ultimi decenni, l’uso eccessivo di antibiotici ha raggiunto massimi storici. Come conseguenza a ciò, molti batteri sono divenuti immuni e resistenti ai farmaci, e i “super-batteri” si evolvono più rapidamente della loro cura.
Molto tempo prima dall’introduzione degli antibiotici farmaceutici negli anni ’40, esistevano alimenti ed erbe che hanno aiutato i nostri antenati a proteggersi contro infezioni e malattie. Molti di questi prodotti naturali vengono usati al giorno d’oggi dagli amanti della medicina naturale.

10 antibiotici naturali


  • Origano e olio di origano: Al di là delle sue proprietà antibatteriche, l’origano aiuta il processo di digestione e ci fa perdere peso. Un olio contenuto nell’origano, il carvacrolo, combatte tutti i batteri che possono portare ad infezione. Ne consigliamo l’uso per trattare infezioni nel tratto digestivo, ad esempio un infezione di lievito.
  • Aceto di mele: Consumare questo aceto ogni giorno ci permette di godere delle sue proprietà antibiotiche e antisettiche. L’aceto di mele è un alcalinizzante naturale che aiuta il nostro organismo a perdere peso e abbassare i livelli di colesterolo. L’aceto di mele può essere usato per disinfettare e sterilizzare.
  • Miele: Gli antichi romani utilizzavano il miele per trattare le ferite sul campo di battaglia. Il miele possiede proprietà antibatteriche, antimicrobiche, antinfiammatorie e antisettiche. Un enzima che si trova nel miele rilascia perossido di idrogeno. Questo processo aiuta il corpo a combattere le infezioni. E’ un calmante per il sistema digestivo, elimina le tossine dal sangue e supporta le funzioni del fegato.
  • Curcuma: Questa spezia può essere mangiata o applicata direttamente sulle ferite per combattere contro i batteri. Miele e curcuma assieme hanno un grande potere antibiotico.
  • Aglio: Dal raffreddore alle ferite, l’aglio è davvero una manna per eliminare batteri e germi. L’allicina contenuta nell’aglio ci protegge da parassiti, batteri ed infezioni.
  • Estratto di semi di pompelmo: Uno studio recente ha dimostrato che l’estratto di questi semi è efficace contro circa 800 forme di virus e batteri, e un centinaio di funghi.
    Ricco di antiossidanti, supporta il sistema immunitario, alcalinizza il corpo in modo naturale e supporta la digestione, migliorando la flora intestinale.
  • Cavolo: Alcuni composti di zolfo che si trovano nel cavolo sono efficaci per combattere il cancro. La vitamina C contenuta nel cavolo soddisfa il 75% della necessità giornaliera del nostro corpo. Antibatterico naturale, il cavolo deve essere consumato con regolarità per godere delle sue proprietà.
  • Olio extravergine di cocco: Si tratta di un prodotto davvero ricco di benefici per la nostra salute. L’olio di cocco è un ottimo antimicotico e antimicrobico, ricco di antiossidanti. Viene usato per stimolare il sistema immunitario, equilibrare la tiroide, il colesterolo ed il livello di zucchero nel sangue.
  • Alimenti fermentati: Cavolo non pastorizzato, sottaceti fatti in casa, kefir e yogurt probiotici, aiutano tutti la nostra flora intestinale, mantenendo il corpo pronto a rispondere a qualsiasi infezione.
  • Argento colloidale: Un antibiotico naturale, l’argento colloidale viene usato da secoli. Questo trattamento deve essere temporaneo, in quanto l’eccesso di argento, un metallo pesante, può essere tossico.
Importante: Questo sito web non dà consigli medici, né suggerisce l’uso di tecniche come forma di trattamento per problemi fisici, per i quali è invece necessario il parere di un medico. Nel caso si decidesse di applicare le informazioni contenute in questo sito, lo stesso non se ne assume le responsabilità. L’intenzione del sito è quella di essere illustrativo, non esortativo né didattico.

Fonte: