lunedì 18 maggio 2020

Immigrati clandestini: reale priorità mentre l’Italia è in ginocchio?

L’epidemia di Covid-19 sembra affievolirsi e il tema dell’immigrazione illegale torna prepotentemente a prendere posto nel dibattito politico e mediatico. Il fronte su cui le polemiche si fanno più accese riguarda la regolarizzazione molti migranti illegali presenti in Italia, necessari secondo il governo che ha inserito l’iniziativa nel Decreto Rilancio, per i lavori di raccolta nell’agricoltura poiché quest’anno le maestranze stagionali proveniente dall’Europa orientale non raggiungeranno l’Italia a causa dell’epidemia di coronavirus.

Non è ancora chiaro quanti migranti illegali verranno interessati realmente dal provvedimento considerato che dovrebbero essere i datori di lavoro a chiederne la regolarizzazione.


Non stupirebbe se anche questo provvedimento sprofondasse nel caos più totale ma appare chiaro come la necessità di braccia nelle campagne (si parla di circa 150 mila posti da coprire) costituisca una banale scusa con cui le forze politiche immigrazioniste puntano a regolarizzare e a far accedere al welfare il maggior numero possibile di clandestini giunti in Italia negli ultimi anni.

Un’iniziativa che incoraggia ulteriori flussi su vasta scala che arricchiranno i trafficanti, le grandi organizzazioni malavitose e provocheranno altri morti in mare. E‘ sconcertante che un esecutivo incapace da tre mesi di attuare misure concrete di sostegno a cittadini e imprese trovi tempo, energie e risorse finanziarie per gli immigrati clandestini

L’82 per cento dei lavoratori agricoli stagionali sono italiani e quest’anno non sarebbe difficile integrarli ricorrendo a quanti hanno perso fonti di reddito (in “nero” o regolare) a causa della chiusura dell’Italia per il virus, a studenti o ricorrendo a chi già percepisce sussidi di disoccupazione e reddito di cittadinanza (RdC).

Un governo responsabile e consapevole delle tensioni sociali che attraversano l’Italia dovrebbe imporre pochi mesi di lavoro agricolo a chi riceve sussidi ed è in grado di lavorare, pena la perdita degli stessi. Risparmiare qualche mese di versamenti in termini di welfare a persone che hanno un lavoro temporaneo permetterebbe di liberare risorse finanziarie oggi necessarie a famiglie e imprese per rilanciare l’Italia.


Il governo avrebbe potuto cogliere l’attuale drammatica emergenza economica come una opportunità per imporre ai paesi di provenienza dei migranti illegali il rimpatrio dei clandestini subordinandolo alla concessione degli aiuti economici che oggi Italia e Ue forniscono a molti paesi afro-asiatici.

E’ evidente che regolarizzare i clandestini non eliminerà la loro condizione di povertà e precarietà sociale, a meno che non si intenda destinare a chi è entrato violando la legge in Italia più risorse di quelle che lo Stato non riesce a devolvere agli italiani.

La regolarizzazione di clandestini è un’operazione doppiamente clientelare: le forze della maggioranza di governo preservano così i rispettivi bacini elettorali da un lato facendo lavorare il circuito dell’accoglienza e assistenza ai migranti e dall’altro garantendo il reddito di cittadinanza a nullafacenti nonostante i posti di lavoro stagionale disponibili da subito nel settore agricolo.


Sul fronte degli arrivi illegali si consuma l’ennesima farsa, resa indecente dalla grave situazione che affronta l’Italia in questi mesi.

Gli sbarchi illegali a Lampedusa e in Sicilia continuano ormai senza sosta dopo che il Governo Conte ha reso lettera morta il decreto firmati da ben quattro ministri con cui a inizio aprile aveva stabilito lo stop all’accoglienza degli immigrati illegali a causa dell’emergenza sanitaria.

Un decreto fatto crollare (con la residua credibilità di questo governo) in pochi giorni da due navi delle ong che hanno avito infine il permesso di sbarcare quasi 200 clandestini su una nave traghetto trasformata in nave-quarantena al costo di 1,2 milioni di euro.

Terminata la quarantena i clandestini che avrebbero dovuto essere accolti in altri paesi Ue sono rimasti invece in Italia ma la vicenda è destinata a ripetersi come appare chiaro in queste ore. L’arrivo a Porto Empedocle della nave traghetto Moby Zaza, che farà da nave quarantena per i clandestini in arrivo da Libia e Tunisia sta facendo esplodere nuove polemiche.

La nave è dotata di tutti i comfort e il nolo di 30 giorni, prorogabili, costerà al contribuente tra 900 mila e 1 milione e 200 mila euro a seconda del numero di ospiti: ovvero, 4.210 euro al mese per ogni clandestino imbarcato nel caso tutti i 284 posti disponibili vengano occupati.

Una spesa e un’accoglienza inaccettabili considerate le difficoltà economiche in cui versano molti italiani aggravate dalle pachidermiche lentezze attuative dei provvedimenti del governo.


Lentezza che stride rispetto alla velocità con cui vengono approntate soluzioni e stanziati denari per accogliere immigrati illegali, peraltro quasi tutti originari del Bangladesh.

Cioè persone che non fuggono da guerre o carestie ma che hanno pagato migliaia di euro per raggiungere la Libia in aereo e da lì transitare in Italia grazie ai trafficanti.

La beffa si completa aggiungendo che molti altri clandestini sbarcati sono tunisini e marocchini o di altri paesi africani che hanno distrutto i propri documento prima di imbarcarsi (e solo per questa ragione non dovrebbero ottenere accoglienza) e che non hanno diritto ad alcun asilo.

Per ridurre il rischio che i migranti vengano soccorsi e riportati indietro dalle motovedette libiche, i trafficanti hanno ripreso a impiegare barconi in legno invece dei gommoni, i cui occupanti chiamano al telefono i soccorsi quando si trovano ad oltre 70 miglia dalle coste libiche.

Ragione in più, oggi più che mai, per riportare i clandestini nelle acque libiche e tunisine e consegnati alle locali autorità che peraltro l’Italia sovvenziona e sostiene con molti milioni di euro ogni anno. Occorrono respingimenti che scoraggino nuovi flussi, non navi di lusso e accoglienza per tutti che incoraggiano nuovi sbarchi, dall’inizio dell’anno quasi quadruplicati rispetto allo stesso periodo del 2019: 4.237 contro 1.129 al 15 maggio.

Respingimenti dovrebbero essere attuati per le stesse ragioni sanitarie ed economiche anche nei confronti dei clandestini asiatici (soprattutto afghani e pakistani) che da fine aprile hanno ripreso ad arrivare in Italia dalla frontiera slovena.


Sembra che le autorità croate e slovene abbiano allentato i controlli nei confronti dei clandestini in partenza dalla Bosnia e diretti in Italia ma in ogni caso sono naturalmente le nostre frontiere sempre aperte a chiunque violi le leggi (anche in un momento in cui i confini sono chiusi ai cittadini) ad attirare e incoraggiare traffucanti e immigrati illegali i cui costi di quarantena e accoglienza dovrebbero risultare inaccettabili oggi che sempre più italiani devono tirare la cinghia.

L’ISTAT ci dice che 3.7 milioni di italiani lavorano in nero o sotto caporalato, il 30% degli immigrati regolari vive in povertà e in 400 mila sono senza lavoro.

Il tasso di disoccupazione potrebbe raddoppiare, dal 10 al 20 percento, entro l’anno se si confermeranno le stime della Commissione Europea che prevede quest’anno un crollo del PIL italiano pari al 9,5 per cento.

Ancora l’ISTAT ha censito che i poveri assoluti sono cresciuti da 2,5 milioni a oltre 5 milioni (8,4% della popolazione) tra il 2011 e i 2018 mentre la povertà relativa colpiva due anni or sono quasi 9 milioni di persone (15%). In totale la povertà assoluta o relativa riguardava quasi un quarto degli italiani già prima dell’epidemia di coronavirus. Ancora più cupi erano i dati resi noti nel 2017 da Eurostat che stimava come il 23,7% della popolazione europea vivesse nella povertà o esclusione sociale valutando che in Italia tale percentuale salisse al 28,7%.

Nello stesso anno la Caritas, in prima linea anche nell’accoglienza dei migranti illegali, rendeva noto che nell’Italia Meridionale le sue mense sono frequentate per il 55,6% da cittadini italiani.

Numeri impressionanti destinati probabilmente a raddoppiare entro pochi mesi se le stime sulle conseguenze economiche del Covid-19 si riveleranno corrette. Accogliere e regolarizzare clandestini significa accendere la miccia in un contesto sociale già esplosivo che rischia di provocare gravi conseguenze sulla sicurezza e la tenuta delle istituzioni.

Nessun commento: