DALLE PANDEMIE QUOTATE IN BORSA ALLA RICONVERSIONE DELLE PRODUZIONI. COME FARE CASSA IN TEMPI DIFFICILI. TUTTO IL BUSINESS DELLA SALUTE MINUTO PER MINUTO....
Anche il Cavallino Rampante vuole fare la sua parte nella lotta al Coronavirus. Con l’inizio del mondiale di Formula 1 rimandato a data da destinarsi e la produzione in stand by, la Ferrari vorrebbe mettere a disposizione i suoi impianti di Maranello per produrre respiratori polmonari da destinare poi alla rete sanitaria nazionale.
Il piano, in fase di definizione, vede la collaborazione di Magneti Marelli e di Siare Engineering International, azienda di Bologna leader nella produzione di ventilatori e respiratori. Il supporto della Ferrari e dei suoi operai permetterebbe di raddoppiare la produzione settimanale della Siare, dando così una risposta più efficace e pronta alle richieste del mercato. Va detto, però, che al momento si tratta solamente di un progetto in fase di studio e non è dato sapere se e quando la produzione di respiratori e ventilatori avrà inizio a Maranello.
Ventilatori e respiratori a Maranello: il piano Ferrari
Stando alle voci circolate nelle ultime ore, i vertici della casa di Maranello avrebbero approntato un piano per riconvertire gli impianti produttivi del modenese alla produzione di ventilatori e respiratori polmonari. Da tempo, infatti, le aziende sanitarie delle regioni italiane lamentano la carenza di questi macchinari, fondamentali nei reparti di terapia intensiva per la cura dei malati di Coronavirus. In questo progetto sono coinvolte la Magneti Marelli e Siare Engineering, azienda bolognese leader del settore.
Grazie al supporto della Ferrari, la Siare potrebbe raddoppiare la sua produzione settimanale. In questo modo riuscirebbe a produrre 300 respiratori in sette giorni, a fronte dei 150 che l’azienda bolognese “sforna” oggi. Si tratterebbe di 600 macchinari in più ogni mese, che potrebbero così essere distribuiti alle varie aziende ospedaliere che ne hanno fatto richiesta in questi giorni.
Non solo Ferrari: l’impegno del gruppo FCA contro il Coronavirus
Il caso-Ferrari, comunque, non è affatto isolato all’interno del gruppo Fiat Chrysler Automobiles. Il gruppo italo-statunitense, infatti, ha donato 10 milioni di euro a vari istituti di cura piemontesi in prima linea nella lotta al Coronavirus e ha messo a disposizione il supporto logistico per individuare altri respiratori fuori dai confini italiani e acquistarli, così da poterli importare nel più breve tempo possibile.
Inoltre, FCA ha messo a disposizione di Croce Rossa Italiana una flotta di mezzi per la distribuzione di alimenti e medicinali nelle città italiane a malati, anziani e a persone bisognose di assistenza.
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