In pochissimo tempo, abbiamo imparato molto sul COVID-19. Il numero di articoli scientifici su questo argomento è continuamente in aumento, ma ci sono ancora molte dubbi per quanto riguarda le sue origini. In quali specie animali è sbucato fuori la prima volta il virus? Un pipistrello, un pangolino o altro? Da dove proviene? La risposta è incerta.
Le prime 41 persone ricoverate in ospedale hanno raccontato di aver attraversato un mercato situato nel cuore della città di Wuhan, nella provincia di Hubei. Tuttavia, secondo uno studio, il primo caso umano identificato non ha frequentato questo mercato. Invece, una stima della datazione molecolare basata sulle sequenze genomiche SARS-CoV-2 indica un'origine a novembre; ciò solleva interrogativi sul legame tra questa epidemia e la fauna selvatica.
Il genoma SARS-CoV-2 è stato rapidamente sequenziato dai ricercatori cinesi: si tratta di una molecola di RNA di circa 30.000 basi contenenti 15 geni (per confronto, il nostro genoma ha circa 3 miliardi di basi e contiene circa 30.000 geni). Analisi genomiche comparative hanno dimostrato che la SARS-CoV-2 appartiene al gruppo dei Betacoronavirus, molto vicino al SARS-CoV, responsabile di un'epidemia di polmonite acuta del 2002.
È noto che i pipistrelli del genere Rhinolophus costituivano il serbatoio di questo virus e che un piccolo carnivoro, la civetta delle palme mascherata (Paguma larvata), potrebbe essere stato l'ospite intermedio tra i pipistrelli e i primi casi umani. Il 7 febbraio 2020 gli scienziati hanno confermato che un virus ancora più vicino alla SARS-CoV-2 era stato scoperto nel pangolino.
Si è finalmente scoperto il mezzo di veicolazione del virus? No. Recentemente, uno studio (ancora in esame) ha mostrato che il genoma del coronavirus isolato dal pangolino malese (manis javanica) è meno simile alla SARS-Cov-2, con solo il 90% della concordanza genomica. Solo una regione specifica della proteina S, quella che consente al virus di entrare nelle cellule umane, è simile al 99% a quella del nuovo coronavirus.
Al contrario, il virus RaTG13 isolato dal pipistrello è altamente divergente da questa regione specifica (solo il 77% della somiglianza). Ciò significa che il coronavirus isolato dal pangolino è in grado di entrare nelle cellule umane, mentre quello isolato dal pipistrello no. Questi confronti genomici suggeriscono che il virus SARS-Cov-2 sia il risultato di una ricombinazione tra due diversi virus, uno vicino al RaTG13 e l'altro più vicino a quello del pangolino. In poche parole, una chimera tra due virus preesistenti.
Questo meccanismo di ricombinazione era già stato descritto nei coronavirus, in particolare per spiegare l'origine della SARS-CoV. Perché si verifichi la ricombinazione, inoltre, i due virus divergenti devono aver infettato contemporaneamente lo stesso organismo. Resta ancora una domanda senza risposta: in quale organismo è avvenuta questa ricombinazione?
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