di Adriano Tilgher
Non sono un dietrologo, anzi cerco di evitare sistematicamente questa accusa, perché ritengo che non mi appartenga. Leggendo, però, alcune pagine su internet, mi sembra doveroso fare alcune considerazioni oggettive. Per esempio ho letto che Jacques Attalì, economista, banchiere, uno dei principali artefici dell’attuale Unione Europea, nonché consigliere di Mitterand e Sarkozy e creatore del “fenomeno” Macron, nel 2009 scriveva che una buona piccola pandemia potrebbe costringere i nostri dirigenti ad accettare la realizzazione di un governo mondiale.
Lungi da me (???) l’idea che l’attuale epidemia globale, dovuta al corona-virus, sia stata scientemente sviluppata; certo i gestori dei mercati monetari, finanziari e materiali, attuali detentori del potere mondiale, dato che non smettono mai di attuare le politiche atte ad aumentare e consolidare il loro potere a scapito delle libertà e dei popoli, sicuramente si sono buttati nello sfruttamento della situazione.
Come tutte le emergenze del passato ci hanno insegnato, sono sempre i popoli a rimetterci sia in termini economici che in termini di libertà.
Pensando all’Italia ricordiamoci tutte le leggi promulgate prima con la crisi terrorismo, poi con la crisi criminalità organizzata, più di recente con la crisi terrorismo internazionale.
Di emergenza in emergenza, sfruttando le nostre paure, sono riusciti sistematicamente a ridurre i nostri margini di manovra e di libertà.
Finché c’è stata una classe politica nazionale degna di questo nome, in qualche modo gli attacchi alle nostre libertà sono stati contenuti e rintuzzati; ma con l’avvento della UE, con i trattati capestro fatti sottoscrivere dai venduti, a suon di quattrini, della politica, tutti coloro che si sono succeduti nella gestione della cosa pubblica hanno cessato di essere politici e sono diventati dei semplici amministratori agli ordini di terzi, per lo più fuori dal territorio nazionale; per di più, nella maggior parte dei casi amministratori incapaci e ladri.
Da quel momento il nostro popolo in particolare, ma anche l’umanità in generale, ha corso velocemente verso l’annientamento di sé stesso. Viviamo in una società dell’assurdo dove tutto è relativo, non ci sono più i sessi, non c’è papà, non c’è mamma, anche la vita comunitaria subisce attacchi tremendi con il cattivo utilizzo dei social e dei nuovi mezzi di comunicazione, tutto viene messo in discussione per ridurci sempre più al livello di consumatori compulsivi privi di volontà e di finalità altre: un unico indifferenziato tubo digerente.
Un futuro infame ci è stato costruito, ma gli Italiani con le loro intelligenze e il loro innato spirito creativo hanno messo in campo degli impensati anticorpi ed il sistema è andato in crisi ed ha cercato di imbrigliarli in tutti i modi.
Ecco all’improvviso una, per loro provvidenziale, epidemia: con la complicità di questa genia di amministratori del nulla che ci governa è stato sparso nella popolazione, vuoi per stupidità, vuoi in mala fede, un terrore sproporzionato agli eventi ed alla minaccia degli stessi.
Conseguenze? L’imposizione di norme sempre più tese a far diminuire la coesione comunitaria e a distruggere definitivamente la nostra identità nazionale.
Basti pensare ai divieti di riunioni anche culturali, al lavoro ministeriale a casa, alle Università chiuse e al potenziamento esclusivo dei corsi telematici, alla distanza di sicurezza da tenere tra le persone, all’invito a non salutarci più, ecc. ecc., per capire a cosa ci vogliono abituare.
Se a questo aggiungiamo che il solerte Ministro dell’Università ha subito affermato che sta valutando di far continuare i corsi telematici anche dopo l’emergenza, in modo da dequalificare ulteriormente i nostri famosi templi della cultura, diventa sempre più chiara la volontà di privarci delle nostre principali qualità.
Il tempo purtroppo è sempre più accelerato, urge proteggerci e tutelarci. Iniziamo a costruire gli strumenti della nostra difesa e della nostra riscossa.
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