martedì 28 gennaio 2020

L’esplosione di Betelgeuse e il ritorno di Cristo



QUESTO ARTICOLO DEL 2011 DIMOSTRA COME LA STELLA BETELGEUSE SIA APPARSA INSTABILE AGLI ASTRONOMI GIA' DA QUALCHE ANNO. INTANTO GLI STATI UNITI PREPARANO UN ESERCITO SPAZIALE. TEMONO FORSE QUESTO EVENTO A BREVE? L'INSTABILITA' DI BETELGEUSE E' DA RICONDURRE AL RITORNO DI CRISTO?....








IL VATICANO - La storia mai raccontata

Nei mesi scorsi una notizia ha messo in fibrillazione i naviganti del web. Betelgeuse, una stella supergigante rossa di classe spettrale M1-2 Iab, starebbe per esplodere. Il fenomeno porterà la Terra a essere illuminata e riscaldata da due Soli, ma soltanto per poche settimane. Betelgeuse è la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione, dopo Rigel, e si trova a 640 anni luce dalla Terra; con lo scoppio si trasformerà in supernova, lo stadio finale dell'evoluzione delle stelle massicce.

La notizia arriva dall'Australia, dal fisico Brad Carter della prestigiosa università del Queensland, e secondo il Daily Telegraph, il quotidiano del Regno Unito, «potrebbe succedere a breve», addirittura nel 2012.

Questa notizia ha inevitabilmente scatenato i catastrofisti che hanno associato l’evento alle tante profezie sulla fine del mondo, che molti sostenitori della teoria della catastrofe associano all’anno 2012.

Da Massimo Turatto, direttore dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) tuttavia arriva una tesi più tranquillizzante. L’esplosione della supergigante rossa Betelgeuse potrebbe avvenire in un tempo cosmologico “breve”, ovvero nell’arco dei prossimi milioni di anni. Massimo Turatto smentisce così molte delle supposizioni arguite dopo le dichiarazioni dell’astrofisico australiano Brad Carter, tra cui la possibilità di uno strano fenomeno in cielo, un punto luminoso simile al nostro Sole.

Secondo il dottor Turatto è impossibile l’apparizione di due soli nel cielo, data la distanza di Betelgeuse da noi, di 640 anni luce. Ciò che si presenterà nella nostra volta celeste sarà un puntino luminoso molto intenso nella Costellazione di Orione e non una palla infuocata come il nostro Sole.

Tale effetto visivo avrà la durata di qualche giorno e, secondo le diverse teorie riguardo tale fenomeno, il pianeta Terra potrebbe subire delle conseguenze preoccupanti.

Nelle prime ore dopo la deflagrazione della stella massiccia Betelgeuse, il nostro pianeta sarà investito da un imponente flusso di radiazioni elettromagnetiche, principalmente raggi ultravioletti e raggi X, i quali andrebbero a modificare l’atmosfera terrestre.

Inoltre, il dottor Turatto stima che la quantità di energia da cui saremmo investiti, fino a 10.000 volte più potente di quella solare, metterebbe fuori uso i sistemi di telecomunicazione satellitare e i sensori posti nei telescopi spaziali, i quali non sono tarati per recepire queste enormi quantità di energia.

Fortunatamente per l’uomo e la natura, queste esplosioni di supergiganti rosse a tali distanze non provocano danni significativi, anche se secondo alcuni studiosi l’estinzione dei dinosauri è avvenuta a causa dell’autodistruzione di una stella massiccia molto vicina alla Terra.

Betelgeuse, la stella supergigante rossa della costellazione di Orione

In media nella nostra galassia, la Via Lattea, avviene una esplosione ogni 50 anni di supergiganti rosse come Betelgeuse; di conseguenza le stelle candidate a “imminenti” deflagrazioni sono numerose.
Il fenomeno più recente osservato dai moderni telescopi risale al 1987, quando una stella con le stesse caratteristiche di Betelgeuse è esplosa nella grande Nube di Magellano.

E’ da notare che le supergiganti rosse con masse maggiori di otto volte quelle solari, come Betelgeuse, al termine della loro vita si trasformano in una stella di neutroni oppure in buchi neri, di conseguenza non più osservabili a occhio nudo.

L’esplosione di una stella gigante è già stata registrata anche nel passato. In Cina si vide brillare una stella gigante di giorno nel 1054. Era nella nostra galassia, nella costellazione del Granchio. Nel 1572 il danese Tycho Brahe ne osservò una e nel 1604 Giovanni Keplero e Galileo Galilei ne videro un'altra a occhio nudo.


La profezia Maya

La notizia della presunta imminente esplosione di Betelgeuse ha riportato alla ribalta i miti e le profezie riferite ad una imminente fine del mondo. La più citata è la profezia Maya, anche se in realtà nel caso dei Maya non si tratta di una profezia, ma di un calendario.

Secondo i Maya ci sono cinque Ere cosmiche, corrispondenti ad altrettante civiltà. Le precedenti quattro Ere (dell’Acqua, dell’Aria, del Fuoco e della Terra) sarebbero tutte terminate con degli immani sconvolgimenti ambientali.
Alcuni studiosi affermano che la prima civiltà - quella distrutta dall’Acqua - era Atlantide. Nel “Popol Vuh” (il Libro della Comunità), un antico corpus di miti e leggende dei Quiché, una etnia Maya che vive in Guatemala, si legge: "un diluvio fu suscitato dal Cuore del Cielo... una pesante resina cadde dal cielo.. la faccia della Terra si oscurò, e una nera pioggia cadde su di essa, notte e giorno".

Secondo i Maya, ciascun ciclo corrisponde ad un'era del mondo; il passaggio da un'era all'altra è segnato dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi. Il ciclo attualmente in corso, che secondo la mitologia maya è il quarto, è iniziato nel 3114 a.C. ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà il 21 dicembre 2012.


Nell’opera "De Prodigiis" di Giulio Ossequiente (IV secolo) vi è il disegno di due Soli che apparvero su Alba nel 204 a.C.

Secondo il Popol Vuh dei Maya Quiché, l’era attuale è la quarta in ordine di tempo poiché gli dei avrebbero distrutto le tre precedenti creazioni ritenendole fallimentari. La terza creazione fu distrutta al termine del 13º bak'tun (ciclo del calendario Maya).

Alcuni studiosi americani affermano che la civiltà Maya fu distrutta da calamità naturali, quali l’improvviso innalzamento della temperatura terrestre. E secondo loro tali fenomeni sono ciclici.

I sostenitori della teoria del catastrofismo vedono come segni premonitori gli eventi che sembrano incalzare negli ultimi tempi. Il 2011 è iniziato con misteriose stragi di uccelli e pesci su tutto il pianeta, milioni di uccelli e pesci morti per cause tuttora ignote.

L’anno è proseguito con il terrificante tsunami in Giappone con decine di migliaia di vittime. Molti altri eventi, di portata minore ma non meno inquietanti, si sono susseguiti in questi primi mesi dell’anno. Possiamo citare ad esempio le crepe e le voragini che si stanno verificando inspiegabilmente in tutto il mondo. Nel mese di aprile una enorme crepa larga 100 metri e lunga 3 km. è apparsa all'improvviso a Puno, nel sud del Perù. Per i geologi e i tecnici della protezione civile le cause sono ancora ignote. Numerose misteriose voragini si formano in pochi istanti nel suolo di tutto il pianeta inghiottendo case e persone, ma i ricercatori non trovano alcuna spiegazione a questo fenomeno. L'abisso su cui si aprono è valso loro il nome di "porte sull'inferno".

I segnali non sembrano rassicuranti, eppure proprio dal calendario Maya ci arriva una ipotesi confortante.
E’ bene precisare che la civiltà Maya non è scomparsa. La tradizione dei Maya è conservata dagli sciamani che continuano ancora oggi la loro opera di conservazione e trasmissione delle conoscenze ancestrali. Le comunità che discendono dai Maya sono culture tuttora vive e presenti sul pianeta e hanno i loro rappresentanti all’ONU nel Forum Permanente dei Popoli Indigeni.

Proprio parlando con loro si scopre che l’interpretazione catastrofista di quella che è ormai chiamata la “profezia Maya” non è condivisa dagli stessi Maya.

L’interpretazione dei Maya riferita al loro calendario è che nel 2012 finirà un ciclo e ne inizierà un altro, più spiritualmente elevato per l’umanità.


La fine del mondo e i due Soli

Esistono altre profezie sulla fine del mondo che si collegano alla comparsa di “due Soli”, riportandoci all’ipotesi dell’esplosione di Betelgeuse.

Secondo gli Hopi il “quarto mondo”, cioè il nostro, finirà quando nel cielo compariranno due soli.

«Quando il Purificatore arriverà lo vedremo prima come una piccola Stella Rossa che verrà molto vicina e siederà nei nostri cieli a guardarci. Ci osserverà per vedere come abbiamo ricordato gli insegnamenti sacri. Questo Purificatore ci mostrerà molti segni miracolosi nei nostri cieli. In questo modo sapremo che il Creatore non è un sogno. Anche coloro che non sentono il loro collegamento con lo Spirito potranno vedere il volto del creatore nel cielo. Le cose invisibili si faranno sentire molto forte».

Anche Nostradamus in una sua quartina parla dell’Apocalisse finale quando nel cielo si vedranno apparire due soli:

Fuxi e Nüwa, divinità della mitologia cinese rappresentate come due Soli


«La Grande Stella nel Cielo Brillerà per Sette notti
Nel cielo si vedranno apparire due soli
Il Gran Mastino Urlerà tutta la notte
quando il Gran Pontefice lascerà la sua terra»

Giulio Ossequiente, storico romano del IV secolo, nella sua opera “Il Libro dei Prodigi” (De Prodigiis) narra di avvistamenti, effettuati sia di giorno che di notte, riguardanti "scudi di fuoco", "torce", "più soli", "più lune", "ruote luminose" ecc., apparsi su Roma e su altri luoghi. Nel "De Prodigiis" vi è il disegno di due Soli che apparvero su Alba nel 204 a.C.


Il mito cinese di Fuxi e Nüwa

Nei miti della creazione cinesi troviamo due divinità, Fuxi e Nüwa, rappresentate come due Soli.

Sono raffigurate come due divinità-serpente, intrecciate tra di loro, e ognuna di essi è un Sole. In pratica, due Soli che scaturiscono da una unità.

Le più belle raffigurazioni di Fuxi e Nüwa sono collocate nelle tombe della regione Tourfan, nell'Est della Cina. Sono datate dal IV all'VIII secolo d.C., epoca in cui la regione era tokhariana. Le due divinità hanno code di serpente. Le più antiche raffigurazioni risalgono invece a 4000 anni fa. In alcune tombe degli Ittiti, datate intorno al 2000 a.C., si trovano raffigurazioni simili di due gemelli, maschio e femmina, accompagnati da due Soli. Secondo la leggenda, Fuxi e Nüwa sono nati in una palude abitata da draghi.

Fuxi, è considerato il primo eroe civilizzatore cinese, in quanto a lui vengono attribuite l'invenzione del sistema divinatorio, la metallurgia, la scrittura e il calendario.

Nüwa è la divinità femminile e secondo la tradizione è Nüwa a inventare la musica e la tecnica per suonare il flauto, ma soprattutto è lei a creare gli uomini, plasmandoli dall'argilla.

Dapprima Nüwa diede vita agli uomini neri, che furono però cotti un po' troppo, poi limitando eccessivamente i tempi di cottura sfornò gli uomini bianchi, ed infine finalmente i gialli.

Ma la cosa interessante è che nelle raffigurazioni, le due divinità vengono sempre accompagnate da due Soli.

Negli antichi testi cinesi, Fuxi è il dio del Sole e del Cielo, mentre Nüwa è la dea dell’altro Sole e della Terra. Il mito cinese sembra far trapelare che in epoche remote il nostro pianeta sarebbe stato illuminato da due Soli, riportandoci così all’ipotesi dell’esplosione di una supernova. Come spesso succede per i miti che attraversano i millenni per giungere fino a noi, forse anche questo mito in realtà narra di eventi realmente accaduti.

Fuxi e Nüwa sono due divinità civilizzatrici, rappresentate da due soli, e sembrano riecheggiare il mito di Fetonte, figlio del Sole, interpretato come un dio civilizzatore dalle tradizioni celtiche. Anche se il mito di Fetonte è stato interpretato come una leggenda, Platone sosteneva che in realtà si trattasse dell’allegoria di un evento antico che ha cambiato radicalmente i destini dell’umanità.

In conclusione, forse le profezie e i miti ci vogliono suggerire un futuro diverso da quello interpretato dalle teorie della catastrofe. L’interpretazione dei Maya lascia intendere un nuovo inizio per l’umanità, un salto di civiltà per il nostro pianeta.


In definitiva, quando Betelgeuse diventerà una supernova, sarà il più affascinante atto della natura mai visto dall’uomo. Altre supernove apparse nell’antichità come la SN 185 e la SN 1604 erano molto più lontane di Betelgeuse. Quando Betelgeuse diventerà una supernova, sarà il terzo oggetto più luminoso del cielo, dopo il sole e la luna piena. Ma alcune stime dicono che sarà ancora più luminosa della luna.



Betelgeuse illuminerà il cielo come nessun’altra supernova, e durerà per mesi, visibile di giorno, e proietterà ombre di notte. Poi, dopo circa tre anni, svanirà alla sua attuale luminosità. Circa sei anni dopo l’esplosione come supernova, Betelgeuse non sarà più visibile nel cielo notturno. Orione il Cacciatore non sarà più lo stesso.



Quando, esattamente, tutto questo accadrà, nessuno lo sa. E anche se questo recente oscuramento probabilmente non è direttamente collegato all’esplosione in supernova di Betelgeuse, gli astronomi non lo sanno con certezza.


Quale sarà il grande segno della seconda venuta di Cristo?



Mentre la sua vita volgeva al termine, il profeta Joseph Smith parlò ad una conferenza generale della Chiesa, tenutasi a Nauvoo il 6 Aprile 1843. Egli parlò del ritorno di Gesù Cristo e della Sua seconda venuta in termini suggestivi ed espliciti.



La maggior parte di noi ha familiarità con la terminologia usata nel parlare di guerre, dei segni nel cielo e sulla terra, del sole che si trasforma in tenebre e la luna in sangue, dei terremoti e dell’aumento del livello del mare oltre i suoi limiti.



Ma egli disse qualcosa che nessuno aveva mai sentito prima. Ed è composto da due parti.



Nella sua revisione della Bibbia, il profeta aveva fatto una correzione alle parole del Salvatore, come riportate in Matteo 24:25-26, quando Egli parla ai suoi discepoli della Sua seconda venuta:


Pertanto, se vi diranno: Ecco, Egli è nel deserto; non uscite. Ecco, Egli è nelle stanze segrete; non credete.

Infatti, come il lampo che arriva da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.

Il profeta senza dubbio non sapeva nulla della meteorologia in Terra Santa e non poteva sapere che il fulmine, in realtà, ha origine ad ovest (nel Mediterraneo) e non ad est.

Sotto ispirazione ha ripristinato il testo originale di questo versetto per fare riferimento al sorgere del sole, piuttosto che ad un fulmine:


Infatti, come la luce del mattino arriva da oriente e brilla fino ad occidente, e copre tutta la terra, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.

Nel suo sermone, il profeta ha continuato con questo commento ispirato, ampliando Matteo 24:30:

…allora apparirà un grande segno del Figlio dell’uomo nel cielo. Ma cosa farà il mondo? Essi diranno che è un pianeta, una cometa, ecc.

Il Gran Segno del Figlio dell’Uomo


Il tema riguardante quale potrebbe essere il Grande Segno del Figlio dell’Uomo, ha dato vita a molte speculazioni tra gli studenti delle Scritture. Partendo dalla descrizione del profeta, vengono in mente molte possibilità.

Una cometa? Le comete sono raramente visibili ad occhio nudo, ma quando si vedono – come sa chiunque abbia visto la cometa di Halley nel suo ultimo passaggio – possono certamente essere spettacolari. Una stella?

Gli sviluppi dell’astronomia sollevano molte domande: il nostro sole è parte di un sistema stellare binario, che come sappiamo è molto comune nell’universo.

Quindi potrebbe essere la stella compagna del nostro sole, forse una stella nana, ad avvicinarsi nella sua orbita? O una Super-Nova, una stella che esplode lontano diventando visibile? La seconda venuta del Salvatore sarà, come la prima, annunciata da una stella?

Potrebbe essere un pianeta, come suggerito nella profezia? A prima vista, sembra improbabile. Dopo tutto, diversi pianeti del nostro sistema solare sono visibili quasi tutte le sere: di fatto cinque di essi, in un raggruppamento spettacolare, si vedono al sorgere del sole fino alla fine di marzo.

Quindi dovrebbe essere qualcosa di molto diverso dall’apparire di un pianeta, a soddisfare questa profezia. Potrebbe essere un pianeta ancora sconosciuto del nostro sistema solare? Non è così improbabile come potrebbe apparire all’inizio.

Alcuni astronomi, uno dei quali ha scoperto numerosi pianeti minori, hanno pubblicato dei nuovi dati per indicare che il nostro sistema solare potrebbe essere sede di un pianeta massiccio – forse 10 volte più della Terra – e sconosciuto.

Con un’orbita molto ellittica che lo porta ben oltre i pianeti esterni come Nettuno, il pianeta, chiamato “Pianeta 9”, finora è sfuggito. Potrebbero volerci migliaia di anni prima che la sua orbita lo porti vicino alla terra.

Questo nuovo annuncio ha scatenato, tra gli astronomi di tutto il mondo, la ricerca per poter essere i primi a vederlo. Non sappiamo ancora la sua posizione o se è diretto verso la terra.

L’esistenza di un pianeta (o più pianeti) di grandi dimensioni nel nostro sistema solare, è stata a lungo ipotizzato dagli scienziati come la causa più probabile dei disturbi ai pianeti esterni e agli oggetti della fascia di Kuiper, oltre Nettuno e Plutone.

Mentre i dati rendono l’esistenza di questo pianeta più probabile, in contemporanea vengono fuori possibilità interessanti in relazione alle parole di Joseph Smith.
Per ora, tutto quello che possiamo dire con sicurezza è che questo corpo celeste potrebbe essere descritto come un pianeta o una cometa.


E c’è un’altra cosa. Nel 1843 due scribi principali avevano registrato il sermone del profeta: Willard Richards e James Burgess. La nostra ricostruzione del discorso si basa, in gran parte, sulle registrazioni dell’anziano Richard.

Tuttavia, fratello Burgess ha registrato un ulteriore ed importante aspetto di ciò che il profeta ha detto:

L’alba del mattino fa la sua comparsa nella parte orientale e si muove gradualmente: così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Sarà minima, alla Sua prima apparizione, e diventerà via via più grande, fino a che ogni occhio lo vedrà… i malvagi… lo attribuiranno ad una causa naturale. Essi probabilmente supporranno si tratti di due grandi comete entrate in contatto l’una con l’altra.

Qui si aggiunge il fatto che questo grande segno, qualunque esso sia, arrivi gradualmente da est, come il sole, crescente e brillante, fino a che verrà visto da tutta la terra.

Naturalmente, questo combacia con quanto detto dal Salvatore, mentre parlava della luce che emerge da est. Anche il commento aggiuntivo che le persone sulla terra possano pensare si tratti di due comete che si scontrino nel cielo, e non una cometa soltanto, è interessante.

Forse, come fratello D. Kelly Ogden ha detto, facendo riferimento a Joseph Fielding Smith, il “Grande Segno” non è altro che il Signore stesso, che ritorna in gloria con una miriade di altri che erediteranno il regno celeste: uno spettacolo senza precedenti che la gente sulla terra attribuirà semplicemente ad un evento astronomico.

In ogni caso, un tale evento che cambierà letteralmente la terra, è talmente significativo che, così come i profeti non erano i soli nel prevedere la prima venuta di Cristo, anche altri sono stati ispirati a guardare al futuro verso la Sua seconda Venuta.

Normalmente pensiamo alle fedi abramitiche; le credenze cristiane generalmente parlano di un Cristo che ritornerà, il popolo di Giuda aspetta il Messia e l’Islam attende la venuta del Mahdi che, credono, sarà accompagnato da Gesù e da Maometto.

Altri gruppi religiosi come i buddisti e la Ba’hai hanno aspettative simili.

Questa convinzione si può trovare anche tra i vari popoli indigeni di tutto il mondo. Gli Hopi nativo-americani sono tra di essi: insegnano che la fine del nostro mondo, che essi chiamano Quarto Mondo, avverrà alla conclusione di nove profezie, otto delle quali già compiute, che includeranno l’arrivo di una stella blu.

Allo stesso modo, il popolo Maya aspettava il ritorno di esseri sacri il cui arrivo sarà annunciato da una stella.

In conclusione, i Santi degli Ultimi Giorni non sono gli unici che guardano al cielo per la venuta di un messia, un Salvatore, un portatore di verità, di giustizia e di un nuovo mondo.

Lo fanno anche un gran numero di altre fedi, persone e culture; molti di loro sono in attesa della manifestazione che verrà annunciata da un nuovo spettacolo nel cielo. Le parole di Cristo non sono mai sembrate più applicabili:

“Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.” (Matteo 24:44)


Matteo 24 Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
2. DISCORSO ESCATOLOGICO
Introduzione

24 Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2 Gesù disse loro: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata».

3 Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».
L'inizio dei dolori

4 Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi inganni; 5 molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno. 6 Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. 7 Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; 8 ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori. 9 Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10 Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda. 11 Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12 per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. 13 Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato. 14 Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.
La grande tribolazione di Gerusalemme

15 Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -, 16 allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, 17 chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, 18 e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 19 Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. 20 Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.

21 Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. 22 E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. 23 Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: E' là, non ci credete. 24 Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. 25 Ecco, io ve l'ho predetto.
L'avvento del Figlio dell'uomo sarà manifestato

26 Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: E' in casa, non ci credete. 27 Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 28 Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.
Dimensione cosmica di questo avvento

29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni,

il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.

30 Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31 Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.
Parabola del fico

32 Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. 33 Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. 34 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. 35 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

36 Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
Vegliare per non essere sorpresi

37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.

42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
Parabola del maggiordomo

45 Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? 46 Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! 47 In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. 48 Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, 49 e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, 50 arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, 51 lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti.





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